Al Presidente della Repubblica L'amministrazione comunale di Castelvolturno (Caserta), insediatasi a seguito delle consultazioni elettorali del 28 maggio 1989, e' caratterizzata da un clima di diffusa illegalita', accentuata dal fatto che il precedente sindaco, unitamente ad alcuni consiglieri, sono stati condannati per il reato di abuso di ufficio, con conseguente decadenza e loro relativa surroga. Invero, in seguito a provvedimento prefettizio n. 1055/12B.7/Gab. del 9 febbraio 1993, che ha disposto l'accesso, ai sensi della normativa antimafia, presso il suddetto ente, sono emerse numerose irregolarita' in diversi settori dell'amministrazione. In particolare, e' stato riscontrato un comportamento omissivo da parte degli organi comunali che, nell'affidare la gestione della nettezza urbana ad una ditta collegata alla criminalita' organizzata, non ne hanno accertato, con diligenza e tempestivita', il possesso dei requisiti previsti dalla legge. Sono stati, tra l'altro, rilevati nella gestione finanziaria e contabile del comune una irregolare tenuta della contabilita' ed, altresi', il pagamento di parcelle alquanto esose per le prestazioni di alcuni professionisti. La grave e preoccupante situazione di degrado amministrativo, la palese violazione dei principi di legalita', imparzialita', correttezza e trasparenza che debbono ispirare l'attivita' delle istituzioni locali, sono comprovate da numerose e significative determinazioni assunte dal comune di Castelvolturno in altri settori di rilievo dell'amministrazione. In particolare, sono state evidenziate situazioni di diffusa illegalita' nel settore dell'attivita' urbanistico-edilizia, dando luogo al dilagante fenomeno dell'abusivismo, che, nel corso degli anni, ha assunto proporzioni tali da stravolgere l'assetto territoriale del comune. In esito agli accertamenti delegati, sono state redatte numerose informative di reato per la procura della Repubblica presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Da quanto sopra risulta evidente una gestione del comune totalmente svincolata dal rispetto delle norme vigenti. Si ritiene, pertanto, che il permanere in carica del predetto consiglio sia di discredito alle istituzioni democratiche e potrebbe avere anche gravi riflessi sul mantenimento dell'ordine pubblico. Il prefetto di Caserta, ritenendo essersi verificata l'ipotesi prevista dall'art. 39, comma 1, lettera a), della legge 8 giugno 1990, n. 142, ha proposto lo scioglimento del consiglio comunale di Castelvolturno, con relazione n. 2171/12B.7/Gab. datata 6 maggio 1993. Ritenuto, per quanto esposto in materia, che ricorrano le condizioni indicate dal citato art. 39, comma 1, lettera a), della legge 8 giugno 1990, n. 142, che legittimano lo scioglimento del consiglio comunale di Castelvolturno (Caserta), si formula rituale proposta per l'adozione della misura di rigore. Mi onoro, pertanto, di sottoporre alla firma della S.V. Ill.ma l'unito schema di decreto con il quale si provvede allo scioglimento del consiglio comunale di Castelvolturno (Caserta) ed alla nomina del commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune nella persona del dott. Umberto Cimmino. Roma, 21 giugno 1993 Il Ministro dell'interno: MANCINO