(all. 1 - art. 1)
                                                             ALLEGATO
              VERBALE DELLA SEDUTA DEL 27 NOVEMBRE 1990
   Sono presenti:
   (Omissis).
   Per deliberare sull'apposizione del vincolo alle saline di Trapani
e Paceco, alla zona umida di Capo Feto in Mazara del  Vallo  ed  alla
localita' Bufara di Custonaci.
   Riesaminato  il materiale grafico e fotografico relativo alle zone
in esame gia' visionato nella seduta del 5 novembre 1990;  alla  luce
dell'esperienza diretta avuta in seguito al sopralluogo effettuato il
16  novembre  1990  su  tutte  le  zone  interessate,  dopo  ampio ed
approfondito dibattito si concorda sull'apposizione del vincolo  alle
saline di Trapani e Paceco in base alle seguenti motivazioni:
   Distese  lungo  la  costa  per  una  estensione  di circa ventidue
chilometri le saline tra Trapani e Marsala  appaiono  sparse  su  una
vasta  zona  che  mostra due punti di massima concentrazione: il piu'
importante per il numero degli impianti,  si  trova  nelle  immediate
vicinanze di Trapani e si estende fino a Nubia; il secondo si estende
sull'Isola  Grande,  che  chiude  la  laguna dello Stagnone al centro
della quale vi e' l'isola di San Pantaleo dove sorgeva la  citta'  di
Mozia.
   Vecchie,  vecchissime  saline,  forse  fondate  gia' dai Fenici, e
comunque  note  fin  dall'antichita',  nonche'  confermate  da  varie
notizie,  nel  corso  dei  secoli.  La piu' antica ce la da il famoso
storiografo arabo Al-Idrisi che nel 1154 nel suo "Libro per lo  svago
di chi ama percorrere le regioni" nel descrivere la citta' di Trapani
scrive:  "  ..  proprio  davanti alla porta della citta' si trova una
salina". Le  saline  crebbero  a  vista  d'occhio,  talune  assumendo
all'anagrafe  il  nome  del  fondatore  e proprietario, altre il nome
della localita'. Gia' nel 1346 i re Alfonso e  Ferdinando  d'Aragona,
per  riconoscenza  verso  il  medico  Roberto di Naso, assegnavano lo
sfruttamento in proprio della Salina Grande.  Negli  anni  successivi
nascono  altre  saline:  salina di S. Teodoro nel 1451; di Morana nel
1488; di Reda, con annesso "bivarium piscium", nel 1491. Nel 1583  le
saline  erano  sedici;  trentuno nel 1865 (sommando insieme Trapani e
Marsala); trentanove nel 1881; cinquantatre nel 1936.
   E' gia' stato messo in rilievo, dalla  istituzione  della  Riserva
naturale  "Saline  di  Trapani e Paceco" (decreto del 13 luglio 1990)
l'importanza  che  questo   territorio   riveste   per   le   valenze
naturalistiche  delle  saline in relazione all'unicita' dell'ambiente
salmastro costiero, l'interesse ornitologico  dell'area,  presente  e
nidificante  e'  il  Fratino  (Charadrius  alexandrinus) il Cavaliere
d'Italia ecc., le  peculiarita'  della  flora  alofila  (posidionetum
oceanici,  ruppietum  spiralis,  salicornietum  patule, salicornietum
radicantis, ecc.) e  gli  endemismi  della  entomofauna  (Cincindella
circumdata  e  Cincindella litorea, Platycleis elymica endemica della
costa occidentale, ecc.).
   Infatti le saline di Trapani costituiscono  un  ambiente  di  alto
valore  culturale,  dalle multiformi valenze non solo naturalistiche,
ma  anche  paesaggistiche,  storico-antropologiche   ed   economiche.
Importante   a  tal  fine  e'  il  mantenimento  della  attivita'  di
salicoltura   strettamente   connessa   alla   conservazione    delle
caratteristiche ambientali delle saline stesse. Esse consistono in un
tratto di territorio, nel quale alcune condizioni naturali favorevoli
quali   il   terreno   pianeggiante   ed   argilloso   frequentemente
semisommerso dall'acqua; la forte ventosita' associata ad un  elevato
grado  di  insolazione  sono  state  sfruttate  e  via via modificate
dall'uomo in un complesso  ed  articolato  sistema  terracqueo,  raro
esempio  di  felice  integrazione tra attivita' antropica ed ambiente
naturale.
   Questo luogo armonico  in  quanto  architettura  di  un  paesaggio
complesso,  e'  il  mondo  interconnesso  delle saline di Trapani, di
quelle di Nubia, degli stagnoni di Mozia e di  Marsala  e  del  monte
Ericino,   sistema   singolare   di   terra,   mare,   sole,  lavoro,
nell'equilibrio delle sue componenti  naturali  e  artificiali  tutte
concorrenti  alla  formazione  di un paesaggio unico ed irripetibile.
Paesaggio  godibile  dall'alto  del  Monte  S.  Giuliano  nella   sua
interezza,  che  mette  in  risalto la tessitura architettonica delle
saline.
   Godibile anche dal mare dove,  invece,  e'  caratterizzato  da  un
profilo  dolce  a  ponente della montagna ericina che scende verso la
falce della citta' di Trapani e si chiude nel reticolo  delle  saline
sgranantesi a contatto con la periferia urbana della citta'.
   In  questa  pianura liquida (la definizione e' di Braudel) l'unica
emergenza sulla costa e' rappresentata da una torre  di  avvistamento
cinquecentesca,  quella  di Nubia. Il sistema di canali che una volta
smistavano i carichi di sale  trasportati  con  gli  "schifazzi"  (le
barche  del  sale)  fino al porto mercantile, e' stato sostituito via
via da strade carrabili, punti di vista pubblici da cui e'  possibile
godere dell'ampia spazialita' delle saline, onde per cui la litoranea
che  collega  Trapani con Marsala e' attualmente diventata "la strada
delle saline" costellata da piramidi di sale marino che connotano, in
certi periodi dell'anno, il paesaggio tutto circostante.
   Le saline sono costituite da uno schema spaziale  regolare  a  due
dimensioni: la griglia, che si legge nella qualita' di "struttura" di
percorsi piatti ed ortogonali.
   L'interno  di  questa  griglia  e'  caratterizzato  dalla costante
presenza dell'acqua che da mare diventa "pianura liquida" segnata  in
modo  forte  dal  "canale  maestro".  L'acqua, elemento indubbiamente
predominante,  immobile  solo  apparentemente  nello  scenario  delle
saline  scandisce  le  mutazioni  cromatiche del paesaggio. Il quadro
cromatico, infatti, in una precisa scala di colori - eventi -,  passa
dal  blu del mare, ai rosa delle diverse concentrazioni del sale sino
ad arrivare al bianco cristallino.
   La griglia muta il carattere del margine naturale della  linea  di
costa  a  favore  di  un  sistema  di  margini  artificiali  o argini
percorsi,  venendo  a  mancare  cosi'  il  limite,   per   tradizione
morfologica, geografica e fisica, fra terra e mare.
   La  salina, non a caso nasce e si impianta in particolare la' dove
il fondo del mare e' basso e sabbioso, la'  dove  il  dislivello  tra
fascia costiera e fondo del mare e' impercettibile.
   Le  interruzioni  nella griglia ripetitiva dei percorsi argini che
racchiudono gli invasi d'acqua costituiti dalle vasche sono, determi-
nate dai mulini o spesso dalle case degli uomini del sale, luoghi  di
pietra   costruiti,  monumenti  della  cultura  materiale,  emergenze
architettoniche che segnano e caratterizzano fortemente il  paesaggio
piatto ed orizzontale della struttura aperta della salina.
   La  presenza  di  questi  volumi  posti  a segnare il paesaggio in
maniera ritmica e ripetitiva, la  presenza  di  una  edilizia  tipica
tradizionale  costituita  da  strutture anche di recente introduzione
(nella seconda meta' del XIX secolo) sono elementi memorabili  di  un
territorio,  quasi una magica compresenza di mare, di acque, di erbe,
di forme architettoniche irripetibili.
   Seguendo la perimetrazione appresso descritta:  il  territorio  in
esame  si estende lungo la fascia litoranea tra Trapani e Marsala per
circa km 9, e si  articola  in  tre  distinte  aree  nelle  quali  si
concentrano  i  bacini  salanti. Un'area piu' settentrionale ricade a
sud dell'abitato di Trapani, estesa tra il mare ad ovest e la  strada
provinciale  n.  21  ad  est,  comprende le saline Sanova, Ronciglio,
Reda, Bella (in parte) Draghetto, Maria Stella, Margi  e  Gianquinto.
Una seconda area, estesa lungo la fascia litoranea tra la Torre Nubia
e  la Torre di Mezzo, comprende le saline Anselmo, Salinella, Grande,
Uccello Pio, San Francesco. Infine un'ultima area  piu'  meridionale,
situata  nei  pressi del tratto di costa sabbioso ove sfocia il fiume
Birgi, comprende la salina Fiume.   Il  territorio  proposto  per  il
vincolo  paesaggistico e' strettamente contiguo con le zone salmastre
precedentemente vincolate con decreti assessoriali del 7 ottobre 1978
e del 21 marzo 1979, con le quali  forma  un  unico  quadro  naturale
d'insieme.  Parte  delle  aree piu' appresso elencate rientrano nella
fascia di territorio gia' tutelate ai sensi della legge n.  431/1985,
poiche'  si  trovano  in prossimita' del litorale o di corsi d'acqua.
L'area ricadente a sud dell'abitato di Trapani  e'  delimitata  dalla
linea  che  partendo dalla foce del torrente Lenzi (Baiata) ad ovest,
si sviluppa verso strada provinciale  n.  21  ad  est,  comprende  le
saline  Sanova e Ronciglio ed include l'ospedale marino Sieri Pepoli,
sino a  congiungersi  con  la  linea  di  demarcazione  della  fascia
demaniale  marittima  prospiciente  lo  specchio d'acqua portuale; la
linea prosegue in parallelo alle banchine del porto lungo il  confine
demaniale  sino  a  raggiungere  il canale di Mezzo e quindi continua
attraverso il canale della salina Brignano, giungendo al  "Casamento"
della  salina  e  da  questo  all'"ariuni"  attiguo  al recinto della
centrale ENEL; da qui si collega alla strada perimetrale  dell'A.S.I.
(ex   zona   Z.I.R.)   in   linea   retta   con  l'angolo  nord-ovest
dell'autoparco comunale  di  Trapani;  per  seguire  il  recinto  che
delimita  l'autoparco  e  il  contiguo  distributore  di  carburante,
ricongiungendosi alla strada provinciale n. 21 al km 1,500 attraverso
il canale che divide le saline Renda e Bella; da  qui  procede  lungo
l'asse  viario  provinciale  sino  al km 2,400 da dove se ne distacca
nuovamente per comprendere e collegarsi al Mulino della salina  Maria
Stella,  indi  proseguire  sulla strada, su cui lo stesso si affaccia
per metri 250 fino ad incrociare la strada che si diparte  da  questa
verso  sud-est  e  prosegue  nella stessa direzione per metri 200. Si
unisce tale punto con la provinciale  al  km  3,300  seguendola  sino
all'incrocio  con  la strada che porta al nucleo abitato di Nubia; si
percorre la predetta strada fino a  raggiungere  la  interpoderale  a
nord  delle  case  Amato sino al punto in cui si congiunge alla linea
delimitante il vincolo paesaggistico apposto con decreto assessoriale
21 marzo  1979;  da  questo  punto  la  linea,  seguendo  il  confine
dell'area  salinifera  gia'  vincolata,  si  ricongiunge  al punto di
partenza nella foce del torrente Lenzi.
   L'area  salmastra  compresa tra la torre Nubia e la torre di Mezzo
e' delimitata a ovest dalla linea di costa che, partendo dalla salina
Chiusa Platamone, e precisamente dall'"ariune" che divide  le  vasche
"fredde" dalle cristallizzanti, procede verso sud per circa km 4 fino
alla salina S. Francesco, esattamente sino all'altezza dello sterrato
distante  m  170  dal  mulino  "americano";  segue  lo  sterrato  che
serpeggia  tra  terreni  agricoli  e  si  inoltra   verso   l'interno
incontrando  il  complesso  della casa Raineri e da questo punto, per
mezzo di una perpendicolare, si congiunge alla  strada  comunale  per
Marausa  Lido;  segue  il  tracciato  della  strada verso est fino al
passaggio a livello, quindi procede lungo  i  binari  della  ferrovia
fino  al ponte sul torrente Misiliscemi, a partire dal quale prosegue
lungo il corso d'acqua pervenendo alla salina Uccello Pio  attraverso
cui correndo lungo il margine esterno dei bacini salmastri, giunge al
mulino  nei pressi di un antico pontile d'imbarco del sale; da qui la
linea segue il tracciato della strada comunale  che  si  diparte  dal
mulino  e  procede  in  direzione  del  villaggio  di  Salina  Grande
costeggiando le vasche della salina omonima. Lasciato  l'asse  viario
continua  lungo il margine esterno delle contigue vasche della salina
Salinella sino a giungere  sull'argine  del  torrente  Verderame  che
risale  verso  nord-est per metri 370 sino a giungere in un punto che
si congiunge perpendicolarmente con la strada  comunale  che  collega
Nubia  a  Salina Grande; prosegue lungo la citata strada comunale che
costeggia le vasche della "Salinella" per metri 550, poi continua  su
di  uno  sterrato  che  serpeggia  a  margine  della  salina  sino ad
incontrare il "Casamento" della contigua salina Anselmo, superato  il
quale procede verso nord su sterrato e per un breve tratto su asfalto
sino  a  giungere  alla  Casa  Culcasi;  da  questo punto tramite una
perpendicolare si collega alla Casa Platamone e da questa  per  mezzo
di uno sterrato che segna il confine della zona vincolata con decreto
assessoriale  del  7 ottobre 1978, giunge al "Casamento" della salina
Chiusa Platamone da dove inizia l'"ariune" da  dove  era  partita  la
linea  di  delimitazione del vincolo. L'area situata nei pressi della
foce del fiume Birgi e' delimitata come segue: a nord a  partire  dal
molo prospiciente il mulino a vento fino a raggiungere l'ex canale di
adduzione;  si percorre detto canale in direzione est-sud-est fino al
punto di incontro con l'argine nord dell'alveo del  fiume  Birgi;  si
prosegue  lungo  tale  argine  in  direzione  sud,  sud-ovest  fino a
raggiungere il mare. Il tutto come chiaramente indicato in rosso ne

  ---->  Vedere PLANIMETRIE da Pag. 30 a Pag. 32 della G.U.  <----