(all. 1 - art. 1) (parte 2)
   L'insegnamento di Chimica  Fisica  si  propone  essenzialmente  di
portare gli allievi a:
    1.  collegare  le  proprieta'  delle  sostanze  con  la struttura
elettronica degli elementi costitutivi e con la tipologia dei  legami
che li uniscono;
    2.  comprendere,  in  base a considerazioni teoriche strettamente
connesse al calcolo ed alla elaborazione dei  dati  sperimentali,  le
ragioni  per  cui una reazione chimica, in determinate condizioni, si
svolge secondo un determinato schema;
    3. prevedere, con sufficiente  ragionevolezza  lo  sviluppo  piu'
probabile delle reazioni chimiche;
    4.  analizzare  i  processi  chimici  di equilibrio sulla base di
considerazioni termodinamiche e cinetiche;
    5.  individuare  le  interconnessioni  con  le  altre  discipline
dell'area chimica.
 
                         OBIETTIVI DIDATTICI
 
   Alla fine del corso triennale lo studente deve essere in grado di:
    1.  utilizzare  in chiave esplicativa e previsionale i principali
concetti di termodinamica;
    2. calcolare le variazioni di energia, di entalpia e di  entropia
alle varie temperature anche per i processi industriali;
    3.  prevedere  le  concentrazioni  dei  componenti di una miscela
gassosa all'equilibrio in determinate condizioni di T e di P;
    4. prevedere il comportamento delle  specie  ioniche  sulla  base
delle costanti degli equilibri in soluzione;
    5.  indicare  l'ordine  di  una  reazione  e saperne calcolare la
costante cinetica;
    6. calcolare, sulla base dei dati sperimentali, la  velocita'  di
una reazione enzimatica;
    7. illustrare il meccanismo generale di una catalisi eterogenea;
    8.  analizzare il comportamento delle soluzioni in relazione alla
teoria di Debye-Huckel;
    9.  spiegare  i  fenomeni  di  trasporto  della  corrente   nelle
soluzioni di elettroliti;
    10.  spiegare il funzionamento e le applicazioni dei vari tipi di
elettrodi;
    11.  individuare  la  correlazione  tra  struttura  molecolare  e
proprieta' delle sostanze;
    12.  mettere  in  relazione  la struttura di un composto e le sue
interazioni con le radiazioni elettromagnetiche;
    13. prevedere lo spostamento di un equilibrio di reazione in base
a considerazioni termodinamiche;
    14. rapportare il testo di  un  problema  ad  una  esperienza  di
laboratorio e viceversa;
    15.  saper  individuare  gli elementi costitutivi del testo di un
problema;
    16. progettare l'algoritmo risolutivo di un problema;
    17. impostare  il  calcolo  matematico  con  controllo  sotto  il
profilo chimico e matematico;
    18. redigere il listato per la risoluzione al PC.
 
                              CONTENUTI
                         Classe terza                   (5 (2) ore)
 
0. I concetti ed il linguaggio della chimica di base
   0.1  Elementi  e  composti. Misura delle masse atomiche relative e
delle masse molecolari; formula minima e formula molecolare.
   0.2 Reazioni chimiche. Leggi di combinazione e bilanciamento delle
reazioni chimiche. Principio di Avogadro e sue conseguenze.
   0.3 La valenza come rapporto di combinazione tra elementi.
   Nomenclatura chimica. Il concetto di mole.
   0.4 I fondamenti della classificazione periodica degli elementi.
1. La struttura dei problemi chimici.
   1.1 Tipologie dei problemi chimici. Analisi  del  testo:  dati  in
ingresso ed in uscita.
   1.2  Suddivisione  del problema in sottoproblemi ed individuazione
delle variabili intermedie.
   1.3 Criteri di assegnazione di un  target  per  ogni  variabile  e
richiamo dei concetti funzionali alla soluzione del problema.
   1.4  Struttura  dell'algoritmo  risolutivo  e  stesura del listato
(serie di istruzioni).
   1.5 Schema di calcolo e verifica delle unita' di misura.
   1.6 Esecuzione del  calcolo;  verifica  della  significativita'  e
della congruenza del risultato.
 2. Modello quantistico degli atomi e proprieta' periodiche
   2.1   Modello  elettrostatico  elementare  dell'atomo:  particelle
presenti nel nucleo; strati  elettronici;  isotopi.  Numero  atomico,
numero  di  massa.  Spettrometro  di  massa e massa delle particelle.
Massa relativa.
   2.2 Andamento delle energie di prima ionizzazione;  quantizzazione
dell'energia degli elettroni negli atomi. Conferma sperimentale della
quantizzazione    dell'energia    elettronica:   carattere   quantico
dell'energia radiante, fotoni, spettri a righe.
   2.3 Stabilita' e reattivita' degli elementi:  concetto  di  minima
energia;  gas  nobili  e  regola  dell'ottetto: la periodicita' delle
proprieta'.
3. Molecole, legame chimico e strutture
   3.1 Legame chimico come  stato  di  minima  energia  relativa.  La
natura elettrica del legame; distanza di legame ed energia di legame.
Modelli    di   legame   chimico:   ionico,   covalente,   metallico.
Elettronegativita' e polarita' dei legami. Formazione del legame  nei
composti  di  coordinazione.  Stabilita'  delle molecole; concetti di
risonanza e delocalizzazione degli elettroni.
   3.2 Direzionalita' dei legami chimici ed  assetto  spaziale  delle
molecole.   Esempi   di   assetti   molecolari   lineari,  trigonali,
tetraedrici ed ottaedrici.
   3.3  I   limiti   del   modello   elettrostatico.   Principio   di
indeterminazione  di Heisenberg: certezza e probabilita'. Diffrazione
di onde e particelle: dualismo onda-corpusolo.
   3.4  La  meccanica  ondulatoria:   un   modello   matematico   per
rappresentare il moto e l'energia delle particelle.
   La  funzione C (psi) e il suo quadrato quale fonte di informazione
sulla distribuzione della probabilita' di rinvenire particelle.
   Rappresentazione  della  distribuzione   spaziale   della   carica
elettronica mediante superficie e linee di equiprobabilita'.
   3.5  Stabilita' e reattivita' delle molecole: fattori energetici e
cinetici nelle trasformazioni chimiche.
4. Cinetica chimica
   4.1 La distribuzione delle velocita' e delle energie molecolari  e
relativa rappresentazione grafica.
   4.2 Velocita' di reazione.
   Fattori  che  influiscono  sulla  velocita':  natura dei reagenti,
concentrazione, temperatura. Teoria elementare degli urti.  Complesso
attivato.   Energia  di  attivazione  e  temperatura.  Meccanismi  di
reazione e stadio cineticamente determinante. Catalisi.
 
                         Classe quarta                 (3 (1) ore)
 
1. Gli stati di aggregazione
   1.1 Lo stato gassoso. Curve PV/P. Equazione di stato dei gas.
   Equazione  di  Van  der  Waals.  Teoria  cinetica.  Principio   di
equipartizione.  Gradi  di liberta'. Interpretazione molecolare della
energia interna per i gas. Grandezze critiche. Liquefazione dei gas.
   1.2  Lo  stato  liquido. Forze intermolecolari e struttura a breve
raggio. Legame a idrogeno.  Pressione  del  vapore  saturo.  Tensione
superficiale, tensioattivi; capillarita', viscosita'.
   1.3 Stato colloidale. Dialisi. Cristalli liquidi.
   1.4  Lo  stato  solido.  Cristalli e reticoli cristallini. Sistemi
cristallini.  Riflessione,  diffrazione,  richiami  alla  rifrazione.
Capacita'   termica  dei  solidi.  Lo  stato  metallico.  Cenni  alla
struttura dei semiconduttori.
   1.5 Le transizioni di stato. Curve di raffreddamento. Concetto  di
fase. Diagrammi sperimentali pressione di vapore/temperatura.
   1.6  Miscele  binarie.  Legge di Henry. Legge di Raoult. Diagrammi
temperatura/composizione di miscele  binarie.  Azeotropi.  Eutettici.
Soluzioni ideali e soluzioni reali. Proprieta' colligative. Pressione
osmotica    e    determinazione    della   massa   molecolare   (es.:
macromolecole). Processi di trasporto attraverso le membrane.
2. Termodinamica chimica
   2.1  Lavoro  PV:  trasformazioni  reversibili   e   irreversibili.
Capacita' termica a volume e a pressione costante.
   2.2  Temperatura  e  sua  interpretazione  molecolare. Temperatura
assoluta.  Sistema,  ambiente,  universo,  proprieta'  intensive   ed
estensive. Esperienza di Joule, lavoro adiabatico ed energia interna.
Calore ed equivalenza tra calore e lavoro.
   2.3  Primo  principio  della termodinamica. Funzioni di stato e di
percorso.   Generalizzazione   della    interpretazione    molecolare
dell'energia interna (per gas, liquidi e solidi). Concetto di energia
al  punto  zero ed energia termica. Calcolo di triangolo, "Cv", "Cp".
Entalpia e valori standard. Misure di DH e di "Cp".  Legge  di  Hess.
Calcoli    entalpici    e   diagrammi   di   entalpia.   Applicazioni
termodinamiche.
   2.4 Secondo principio della termodinamica nell'enunciato di Kelvin
e in quello di Clausius. Rendimento di una macchina termica: entropia
come funzione di stato e trasformabilita' del calore.
   2.5 Processi spontanei in un sistema  isolato:  entropia,  secondo
principio,   massimazione   dell'entropia.   Ordine/disordine.   Peso
statistico di una configurazione S=k (Esponenziale) lw Spontaneita' e
probabilita';  preferenza  per  gli  stati  a   piu'   elevato   peso
statistico. Esempi: diffusione, evaporazione, mescolamento.
   2.6 Diagramma S/T di una macchina ideale. Calcolo della variazione
di entropia per trasformazioni semplici; calcolo della sua variazione
in  funzione  della temperatura. Identita' dell'entropia statistica e
termodinamica.
   2.7. Terzo principio della termodinamica ed  entropia  "assoluta".
Entropia   dei   corpi   materiali  (massa,  stato  di  aggregazione,
composizione ecc.). Calcoli riferiti a semplici trasformazioni.
   2.8 Funzione di Gibbs e lavoro utile. La funzione  di  Gibbs  come
indicatore  di  equilibrio e di spontaneita'. Stati standard. Uso dei
valori  tabulati.  Incidenza  relativa  dei  fattori   entalpico   ed
entropico  nei  sistemi  chiusi. Dipendenza di H da T. Spontaneita' e
temperatura.
   2.9  Esempi  di  bilanci  energetici:  estrazione  dei  metalli  e
diagrammi  di  Elligham;  reazioni  accoppiate,  idrolisi  di  ATP  e
concetto di efficienza termodinamica.
3. Interazione tra materia ed energia radiante
   3.1 Discrepanza tra i valori classici della capacita' termica ed i
valori   sperimentali:  quantizzazione  dell'energia.  Confronto  tra
intervalli  energetici  translazionali,  rotazionali,   vibrazionali,
elettronici    ed   energia   media   translazionale.   Distribuzione
dell'energia  nella  traslazione.  Distribuzione   dell'energia   sui
livelli accessibili.
   3.2   Stati   fondamentali   e  stati  eccitati.  Spettroscopia  a
microonde, spettroscopia IR, UV e visibile; spettri a bande,  spettri
a righe e loro utilita' analitica.
 
                       Classe quinta                    (3 ore)
 
1. Funzione di Gibbs ed equilibri
   1.1  Funzione  di  Gibbs: dipendenza dalla pressione a temperatura
costante. Deduzione termodinamica della costante  di  equilibrio.  DG
standard.  Diagramma di Francis. Isoterma di Van't Hoff. Quoziente di
reazione e costante di equilibrio. Equilibri di  dissociazione  e  di
sintesi  in  fase  gassosa.  Deduzione  di  Kc  da Kp. Le costanti di
equilibrio nei sistemi reali: concetti di attivita' e  di  fugacita'.
Stati standard per liquidi e solidi puri.
   1.2  Equazione  di  Clapeyron,  sua  deduzione e sue implicazioni.
Regola delle fasi e sua applicazione.
   1.3 Dipendenza dalla temperatura di entalpia e capacita'  termica.
Funzione di Gibbs e costante di equilibrio.
   1.4  Funzione  di  Gibbs  e  composizione.  Energia  libera molare
parziale. Volume molare parziale; cenni alle altre  grandezze  molari
parziali.
   1.5   Equilibri   di  ripartizione:  adsorbimento  cromatografico,
estrazione con solventi e ripartizione.
2. Dalla termodinamica alla statistica
   2.1  Calcolo  della  probabilita'  matematica   (P).   Macrostati,
microstati e probabilita' termodinamica (W).
   2.2  Equazione  di  Boltzmann  e  andamento statistico in funzione
della temperatura.
   2.3 Dispersione, probabilita'  e  stabilita'  (orbitali  degeneri,
risonanza   e  delocalizzazione).  Equilibrio  chimico  ed  equazione
statistica di Boltzmann.
3. Cinetica chimica
   3.1 Equazione cinetica. Ordine; molecolarita'. Costante  cinetica.
Energia  di attivazione e costante di Boltzmann. Catalisi omogenea ed
eterogenea.  Catalisi  enzimatica.  Equazione  di   Michaelis-Menten.
Equazione   di   Linweawer-Burk.   Catalisi   competitiva.   Catalisi
industriale.
4. Elettrochimica
   4.1  Conducibilita'   elettrolitica.   Teoria   di   Debye-Huckel.
Migrazione indipendente degli ioni. Applicazioni analitiche. Fenomeni
elettrocinetici.
   4.2  Meccanismi  ossidoriduttivi.  Lavoro  elettrico e funzione di
Gibbs. Dall'isoterma di  Van't  Hoff  alla  legge  di  Nernst.  Celle
elettrochimiche.   Forza   elettromotrice.   Potenziali  elettrodici;
potenziali  elettrodici  standard.  Polarizzazione  degli  elettrodi.
Potere ossidoriduttivo.
   4.3 Tipologia degli elettrodi con particolare riferimento a quelli
a  membrana.  Equilibrio  e  potenziali  di  membrana.  Elettrodi  di
riferimento. Applicazioni analitiche della potenziometria.
   4.4 Elettrolisi. Leggi di  Faraday.  Sovratensione  e  sue  cause.
Applicazioni analitiche e industriali.
   4.5 Corrosione, suoi meccanismi. Protezione.
   4.6 Principi generali della voltammetria. Polarografia.
Laboratorio
   Al terzo e al quarto anno le lezioni devono essere, possibilmente,
connesse all'attivita' di laboratorio.
   Tutti i temi proposti si prestano ad attivita' sperimentali, anche
riprendendo   ed   affinando,  soprattutto  sul  piano  quantitativo,
esperienze gia' realizzate nel biennio.
   A titolo indicativo si segnalano alcuni esperimenti da realizzare,
fermo restando che per la parte relativa agli  equilibri  ionici,  il
corso di Analisi fornira' opportune occasioni di lavoro:
    termodinamica: entalpia di soluzione e di reazione
    comportamento   dei   metalli  e  dei  loro  ioni  in  differenti
condizioni di reazione
    misure di conducibilita' di differenti specie (mobilita' ionica)
    misure di conducibilita' in funzione della concentrazione e della
temperatura
    misure di conducibilita' in ambiente non acquoso
    misure di pH per soluzioni a diluizioni  successive  e  curva  di
sloope elaborata al P.C.
    la  cinetica  chimica:  fattori  che  influenzano la velocita' di
reazione.
   Per quanto concerne il tema "la struttura dei  problemi  chimici",
il  docente  proporra'  l'argomento  ricostruendone in laboratorio il
contesto di  definizione.  In  questo  senso  si  potranno  prevedere
esperienze relative a:
    solubilita' e gravimetria
    pH
    volumetria acido-base e/o red-ox.
 
                       INDICAZIONI DIDATTICHE
 
   Il  programma  proposto  non  va  inteso  in  senso assiomatico: i
possibili percorsi didattici sono molteplici e vanno  individuati  in
termini di programmazione didattica pluridisciplinare, ferma restando
la   necessita'   di   verificare  l'acquisizione  dei  prerequisiti,
riproposti e/o precisati al paragrafo 0 del programma del terzo anno.
   All'inizio del triennio di indirizzo si prospetta infatti  per  un
verso  la  necessita'  di  uniformare  la  preparazione degli allievi
provenienti dal biennio; d'altro  canto  si  presenta  l'esigenza  di
svolgere   un'azione   di   rinforzo   ed   eventualmente   anche  di
sistematizzazione dei fondamenti della disciplina. E' parso  pertanto
opportuno inserire al terzo anno un paragrafo preliminare, denominato
"paragrafo zero", che riguarda contenuti-prerequisiti, che il docente
svolgera'  completamente  o in parte, in relazione alla situazione di
partenza della classe.
   Il ricorso ai modelli, proposti per l'atomo al paragrafo 2  e  per
le  molecole  al paragrafo 3, costituisce un salto di qualita' il cui
spessore va calibrato con il contesto  reale  del  quale  il  modello
stesso  finisce  per  fornire una immagine sintetica; questo e' tanto
piu' vero per i modelli di struttura atomica e molecolare.
   In   particolare,   per   quanto  concerne  la  strutturistica  si
suggerisce di adottare inizialmente il modello VSEPR, riservando alla
trattazione qualitativa del  modello  orbitalico,  effettuata  in  un
secondo  momento,  la  funzione  di  teoria  che razionalizza i fatti
osservati ed accresca le  possibilita'  previsionali  soprattutto  in
materia di spettri molecolari.
   Il  programma deve fornire le basi e i fondamenti della disciplina
e quindi, fin dall'inizio prevede un primo approccio  all'interazione
materia-energia  radiante;  anche la parte di cinetica costituisce un
primo approccio al problema che sara' rivisitato poi al  quinto  anno
in termini microscopici piu' approfonditi.
   E'  utile  sottolineare  la  novita' costituita dallo studio della
struttura dei problemi chimici che viene inserita fin dall'inizio nel
programma del terzo anno, ma che deve pervadere tutto  il  corso  con
uno  sviluppo  progressivo  che  il  docente  dovra' commisurare alle
abilita' degli allievi. Questo costituisce non solo  il  recupero  di
un'area  formativa  in  passato appannaggio di SISTEMI, ma sottolinea
ancora di piu' il ruolo di "asse culturale" attribuito  alla  Chimica
Fisica nell'ambito del progetto Deuterio.
   Si  prevede  che  anche  una  parte delle ore di laboratorio possa
essere utilmente impiegata per questo  scopo  soprattutto  quando  si
tratti  di produrre dei listati allo scopo di passare dalla struttura
dei problemi chimici all'algoritmo finalizzato all'uso del PC.
   Naturalmente questa parte dovra' portare l'allievo  a  riconoscere
l'architettura  comune  propria  dei problemi chimici che vanno dalla
stechiometria,   alla   Chimica   Fisica,   alla   sintesi   organica
(retrosintesi)  e  che  consente  di  riconoscere un comune approccio
metodologico (impostazione) e un comune assetto risolutivo  (calcolo,
criteri   di   controllo).   Ancora   una   volta  la  programmazione
pluridisciplinare dovra' contribuire a trovare i  giusti  momenti  di
raccordo con gli insegnamenti affini.
   Il  programma del quarto anno prevede in particolare di affrontare
la termodinamica chimica, gli stati di aggregazione  e  l'interazione
radiazione-materia da un punto di vista chimico-fisico.
   Per  la  parte  relativa  ai  gas si puo' osservare che i problemi
relativi si inseriscono nell'asse del problem-solving  gia'  trattato
al terzo anno.
   Non   sono   da  sottovalutare  le  difficolta'  che  gli  allievi
incontrano  nello  studio  della  Termodinamica  quando  si  usi   il
linguaggio  formale  della  matematica: la posticipazione della parte
termodinamica rispetto a quella relativa agli stati di  aggregazione,
propedeutica al corso di Tecnologie Chimiche Industriali, Automazione
ed Organizzazione Industriale, favorisce un raccordo piu' stretto con
quest'ultima  disciplina.  E' utile riproporre i punti 1.5 e 1.6 alla
fine della trattazione della  Termodinamica,  quando  possono  essere
letti  ed interpretati sotto questo profilo. Il tema "Interazione tra
materia  ed  energia  radiante"  puo'  essere  affrontato  anche   in
connessione  con  "Generalizzazione  della interpretazione molecolare
dell'energia  interna"  (cfr.  punto  2.3).  Cosi'  facendo  il  tema
verrebbe  proposto  in parallelo allo sviluppo del programma "Analisi
chimica  generale  ed  elaborazione  dati"  che   si   occupa   della
Spettrofotometria.
   Il  "principio zero" e la scala di temperature assolute, collegati
alle tematiche dei gas ideali, affrontate anche da un punto di  vista
intuitivo  (lettura ed interpretazione di grafici) possono portare ad
introdurre precocemente la  relazione  del  rendimento,  al  fine  di
proporre la scala delle temperatura Kelvin.
   Subito  dopo ci si potrebbe dedicare alla Teoria Cinetica dei gas,
sviluppandone  la  dimensione  formale  e  concettuale,  quest'ultima
legata alla equazione statistica di Boltzmann.
   Le  fasi  dedicate allo studio delle trasformazioni, attraverso la
valutazione dei triangolo U e triangolo H, i  concetti  di  capacita'
termica e di calore specifico, costituiscono un salto di qualita' sul
piano  del linguaggio matematico che consente la distinzione formale,
oltre che concettuale, tra le trasformazioni reali e quelle ideali.
   Con le premesse  della  teoria  cinetica  e  della  termodinamica,
diventa  piu'  semplice passare allo studio dei moti molecolari e dei
gradi di liberta'  per  illustrare  l'interpretazione  chimico-fisica
degli  spettri. E' importante sottolineare il legame tra la capacita'
termica dei liquidi e dei solidi e la spettroscopia  (legame  tra  Cv
dei solidi ed energia vibrazionale).
   Resta  aperta la possibilita' di introdurre il secondo principio e
l'entropia per via classica o statistica.
   Al quinto anno le linee programmatiche  proposte  spaziano  su  un
ampio  ventaglio  di  argomenti. Sara' cura del docente, in relazione
alla programmazione, decidere il  peso  e  l'ampiezza  delle  diverse
parti.   Tale  decisione  potra'  riguardare  in  particolare  i  due
paragrafi   dedicati   alla   termodinamica   statistica    e    alla
elettrochimica:  il  primo  ha lo scopo di conferire un utile apporto
culturale, tipico della chimica-fisica, ma apre anche prospettive  su
altre  discipline chimiche (si pensi ai concetti di risonanza e stato
di transizione che riguardano la  chimica  organica)  e  consente  un
passaggio  senza  soluzione di continuita' alla cinetica; il secondo,
riguardante l'elettrochimica, dovrebbe essere  orientato  soprattutto
allo  studio teorico dei sistemi elettrochimici in connessione con le
basi termodinamiche della legge di  Nernst  e  con  la  teoria  degli
equilibri.
   Non  si  esclude una soluzione che ribalti questa logica riducendo
il  paragrafo  della  statistica  a   vantaggio   di   quello   della
elettrochimica.
   Il   contenuto   specifico  offerto  dal  capitolo  dedicato  alla
termodinamica statistica  non  e'  tanto  quello  di  riprendere  gli
argomenti  legati  al  secondo  principio  della  termodinamica, gia'
affrontato  al  quarto   anno,   quanto   piuttosto   di   sviluppare
ulteriormente il punto di transizione tra gli aspetti termodinamici e
cinetici,  rappresentato dall'equazione di Boltzmann. Quest'ultima va
qui ripresa all'interno del proprio specifico contesto di definizione
statistica. Inoltre, poiche' e' gia' stata definita la relazione  tra
la funzione di Gibbs e l'equilibrio chimico (isoterma di Van't Hoff),
e'  chiaro  che  e'  gia'  stata  presa  in esame la dipendenza della
funzione G dalla composizione del sistema; il punto 1.4 serve  dunque
per  ribadire  questa  dipendenza,  quale  premessa  per  i paragrafi
seguenti.
   Sono   comunque   fondamentali   e   meritevoli   di   trattazione
approfondita  i paragrafi relativi agli equilibri e alla cinetica: il
primo collega teoria e calcolo in relazione ai processi  industriali,
mentre  il  secondo  correla  la  cinetica chimica ed enzimatica, con
importanti processi industriali classici e biotecnologici.
   A  conclusione  del  corso  e'  utile riprendere in sintesi quegli
aspetti della disciplina che costituiscono  fondamento  per  "analisi
chimica  strumentale  e tecnica" (interazione radiazione-materia), ma
anche  per  "chimica   industriale"   (termodinamica   applicata   ai
processi),   oltre   agli   agganci  con  "chimica  organica"  e  con
"biochimica" gia' indicati.
   L'uso di schemi a blocchi e di diagrammi di flusso che scandiscano
l'itinerario  didattico  potrebbe  favorire  un  efficace  lavoro  di
insegnamento/apprendimento.
  CHIMICA ORGANICA, BIO-ORGANICA, DELLE FERMENTAZIONI E LABORATORIO
                              FINALITA'
Il corso e' finalizzato:
   1. all'acquisizione di una conoscenza razionale dei  principi  sui
quali  si  basa  la  chimica  dei  derivati del carbonio e della loro
reattivita'   attraverso   l'esame   dei   meccanismi   di   reazione
fondamentali;
   2.   all'apprendimento   dei   metodi   di  sintesi,  separazione,
purificazione ed identificazione delle sostanze organiche;
   3. alla comprensione del ruolo della chimica organica nei processi
biologici.
   4. Per la parte relativa alla  classe  quinta  il  corso  mira  ad
assicurare  la  corretta  comprensione  dei fenomeni microbiologici e
fermentativi anche sotto l'aspetto del bilancio energetico, oltre che
della conduzione e controllo della produzione di materiali utili.
 
                     OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
 
   Il corso mira a fornire una mentalita' critica e  scientifica,  un
uso  razionale  delle  capacita'  mnemoniche  favorendo l'abilita' di
applicare le conoscenze teoriche alla risoluzione dei problemi.
   Cio' significa superare il limite della sola "esecuzione  manuale"
di  operazioni  che, cosi' facendo, sarebbero finalizzate al semplice
addestramento.  Mentalita'  critica  e  scientifica   ad   un   tempo
costituiscono  un  obiettivo  di  alto livello; esso necessita di una
sintesi tra operativita' mentale e manuale: la prima si esplica nella
progettazione di un esperimento,  nel  controllo  razionale-intuitivo
delle  fasi  di  esecuzione e calcolo e nella fase di valutazione dei
risultati; la seconda si esplica  nella  vera  e  propria  esecuzione
dell'esperimento    (montaggio    corretto   dell'apparecchiatura   e
manualita' specifica nella varie fasi di lavoro).
   In tutti i casi le esercitazioni pratiche dovranno essere eseguite
nel  pieno  rispetto  delle  norme   di   sicurezza   e   di   tutela
dell'ambiente.  A  questo  proposito,  per  motivare  e migliorare le
qualita'  operative  degli  allievi,  si  consigliano   esercitazioni
individuali in scala ridotta o in microscala.
   La  trattazione  del  chimismo di classi specifiche di composti di
importanza  industriale  e   di   grande   interesse   biologico   e'
propedeutica ai corsi di chimica delle fermentazioni e di tecnologie.
   Pertanto,  al  termine  del curricolo delle classi terza e quarta,
l'allievo dovra' essere in grado di:
    1. riconoscere che il grandissimo numero di sostanze organiche e'
determinato dalla capacita' di concatenarsi degli atomi di carbonio;
    2.  collegare  il  fenomeno  dell'isomeria  di   struttura   alle
proprieta' fisiche e chimiche dei composti isomeri;
    3.  correlare  la  struttura funzionale e spaziale delle molecole
con le proprieta' fisiche e chimiche;
    4.  prevedere  il  comportamento  delle  sostanze   organiche   e
bio-organiche  in  determinate  condizioni  di  reazione, utilizzando
modelli generali di reattivita' (meccanismi di reazione);
    5.  correlare  la  struttura  delle  molecole  organiche  con  le
funzioni   biologiche,   con   particolare   riferimento   all'azione
catalitica degli enzimi e alla cinetica enzimatica;
    6. realizzare sintesi di semplici composti;
    7.  effettuare separazioni, purificazioni e caratterizzazione dei
composti organici e bioorganici piu' comuni;
    8.  calcolare  il  bilancio  energetico  di  un  ciclo  biologico
assegnato.
   Al  termine  della classe quinta, l'allievo dovra' essere in grado
di:
    9.  definire  le  principali   caratteristiche   funzionali   dei
microorganismi impiegati nei processi fermentativi industriali;
    10. preparare, nei casi di piu' generale applicazione, il terreno
colturale adatto alla crescita di microorganismi;
    11.   descrivere  i  processi  di  fermentazione  evidenziando  i
passaggi  cruciali  e  pianificando  i   controlli   dei   principali
parametri;
    12. eseguire un ciclo fermentativo assegnato.
 
                              CONTENUTI
 
Classe terza                                          (5 (3) ore)
   1.  Il carbonio e i suoi composti. Analisi elementare dei composti
organici.  Legami  semplici  e  multipli  e  modelli  interpretativi.
Struttura  del  metano  e  di  molecole analoghe (ammoniaca e acqua).
Struttura di molecole con doppi e tripli legami.
   2.  Alcani  e  cicloalcani:  omologia,  isomeria  (di   posizione,
conformazionale,  configurazionale),  regole  generali e nomenclatura
IUPAC, proprieta' fisiche, alogenazione  radicalica  degli  alcani  e
relativo     meccanismo    di    reazione.    Combustione:    aspetto
ossido-riduttivo. Il petrolio quale fonte industriale di idrocarburi.
   3. Reattivita' e meccanismi di reazione: acidi e basi di  Bronsted
e di Lewis; reagenti nucleofili ed elettrofili. Scissione eterolitica
ed  omolitica dei legami: carbocationi, carbanioni e radicali liberi.
Fattori che influenzano  la  reattivita'  delle  molecole  organiche:
effetti elettronici e sterici.
   4.  Alcheni,  alchini e polieni: isomeria cis-trans (E,Z) e regole
di  priorita';  nomenclatura  e  proprieta'  fisiche.   Reazioni   di
addizione  al  doppio  e  al  triplo  legame: meccanismi di addizione
elettrofila e radicalica. Dieni e reazione di Diels-Alder. I  modelli
interpretativi della delocalizzazione elettronica nei dieni coniugati
e nei polieni.
   5.   Idrocarburi   aromatici:  struttura  del  benzene  e  modelli
interpretativi dell'aromaticita'; alchilbenzeni e areni policiclici.
   Sostituzioni  elettrofile  aromatiche  (meccanismo),   sostituenti
attivanti   e   disattivanti   e   orientazione   nelle  sostituzioni
aromatiche.
   6.  Alogenuri  e  reattivi  di  Grignard:  proprieta'  fisiche   e
nomenclatura;  reazioni  di  sostituzione  nucleofila SnfB0121 ed Sn1
reazioni di eliminazione E1 ed E2. Reattivi di Grignard  e  loro  uso
nella sintesi organica.
   7. Alcoli, fenoli ed eteri: nomenclatura, metodi di preparazione e
proprieta'   fisiche.   Chimismo   del  gruppo  OH.  Tioli,  solfuri,
eterociclici ossigenati e solforati (cenni).
   8.  Ammine  ed  eterocicli  azotati:  nomenclatura,  preparazione,
proprieta' fisiche  e  chimiche.  Sali  di  diazonio  e  azocomposti.
Eterociclici azotati (cenni).
   9.  Aldeidi  e  chetoni:  nomenclatura,  metodi  di preparazione e
proprieta' fisiche.  Reazioni  di  addizione  nucleofila  e  relativo
meccanismo.   Tautomeria.   Condensazione   aldolica,   reazione   di
Cannizzaro, reazione di Wittig e trasposizione di Beckmann.
Laboratorio
   Norme di sicurezza - Principali saggi fisici di  caratterizzazione
dei  composti  organici  (punto  di  fusione,  punto  di ebollizione,
solubilita', indice di rifrazione ecc.).
   Analisi elementare qualitativa: ricerca di carbonio, azoto, zolfo,
fosforo, alogeni.
   Riconoscimento dei principali gruppi funzionali anche  con  metodi
spettrofotometrici  (teoria  ed applicazioni dell'IR). Separazione di
miscele  (con   solventi,   per   distillazione,   cristallizzazione,
cromatografia, ecc.).
Classe quarta                                        (6 (3) ore)
   1.   Acidi   carbossilici  e  derivati:  nomenclatura,  metodi  di
preparazione e proprieta' fisiche. Sostituzione  nucleofila  acilica:
reazione    di    esterificazione,   reazione   di   saponificazione,
condensazione  di  Claisen.  Composti  polifunzionali  di   interesse
biochimico.
   2.  Chiralita' ed attivita' ottica: enantiomeri, diastereoisomeri,
racemi  e  mesoforme.  Configurazione  assoluta  (R,S).   Separazione
chimica e biochimica degli antipodi ottici.
   3.  Macromolecole  e  reazioni  di polimerizzazione: poliaddizione
radicalica,    cationica,    anionica     e     di     coordinazione;
policondensazione;  copolimerizzazione  e  reticolazione.  Principali
monomeri e polimeri.
   4. Lipidi: origine e  composizione;  gliceridi  e  fosfogliceridi,
lipidi  strutturali  delle  membrane  cellulari. Saponi, tensioattivi
sintetici: struttura ed attivita'.
   5. Glicidi: aldosi  e  chetosi,  proprieta'  chimiche  e  fisiche.
Stereochimica  degli zuccheri: formule di Fischer, formule di Haworth
e conformazioni a sedia, le prove  di  Fischer  sulla  struttura  del
glucosio.  Principali  biosi  e  poliosi  di  interesse  biochimico e
industriale.
   6.  Amminoacidi  (proprieta'  chimiche   e   fisiche).   Proteine:
classificazione    e   attivita'   biologica.   Struttura   primaria,
secondaria,   terziaria   e   quaternaria   delle   proteine.   Punto
isoelettrico  ed elettroforesi. Sintesi in fase solida di polipeptidi
e proteine. Alcune proteine di maggior interesse biologico.
   7.  Enzimi:  classificazione,  cinetica  enzimatica,   inibizione,
enzimi regolati e regolatori.
   8. Acidi nucleici. Elementi di sintesi proteica.
   9.   Metabolismo   dei  glicidi  e  dei  lipidi:  i  grandi  cicli
metabolici. Cenni sul metabolismo delle proteine.
Laboratorio
   Sintesi: progettazione di sintesi organiche riferite alle reazioni
studiate (per esempio, reazioni  di  riduzione,  di  ossidazione,  di
nitrazione,    di    condensazione,    di   esterificazione,   ecc.).
Polarimetria,  rifrattometria  e  spettrofotometria  IR.  Sintesi  di
polimeri.  Dosaggio  di  lipidi,  glucidi  e  protidi. Determinazione
dell'attivita' enzimatica (aspetti cinetici). Separazione, dosaggio e
identificazione di proteine per elettroforesi.
Classe quinta                                          (3 (2) ore)
   1.  Il  regno  dei  protisti  e  la  struttura dei microorganismi:
cellula eucariotica, cellula procariotica. Struttura  e  composizione
chimica della parete cellulare dei microorganismi procarioti.
   2. Moltiplicazione dei microorganismi e fattori che influenzano lo
sviluppo    microbico:    temperatura,    pH,   pressione   osmotica,
concentrazione salina, viscosita'  e  sensibilita'  alla  turbolenza.
Terreni   e  sostanze  nutritive  che  influenzano  la  crescita  dei
microorganismi.
   3. Respirazione e fermentazione dei microbi: respirazione aerobica
e anaerobica, fermentazione, OfB0122 disciolto e COfB0122 disciolta e
loro influenza sul metabolismo.
   Cenni di ingegneria genetica: il codice genetico  e  le  mutazioni
microbiche, agenti mutageni e mutazioni indotte.
   4.  Processi  microbici  di  interesse  industriale ed alimentare:
lieviti e fattori che ne  influenzano  lo  sviluppo,  chimismo  della
fermentazione  alcolica  e  metanica;  esempi  di  produzione chimica
industriale scelti tra quelli ottenibili tramite batteri lattici  omo
ed   etero   fermentanti,   batteri   sporigeni,  enterobacteriaceae,
pseudomonadaceae, batteri propionici e corinebatteri.
   5.  Attinomiceti.  Funghi:  ciclo  riproduttivo   dei   funghi   e
classificazione,  condizioni  per  la crescita miceliare, processo di
produzione di antibiotici, produzione della penicillina.
   6. Bioconversioni. Enzimi e  cellule  immobilizzati:  applicazioni
industriali.
Laboratorio
   Allestimento e sterilizzazione dei materiali. Uso del microscopio.
Tecniche  di  colorazione:  preparazione dei vetrini e colorazione di
Gram.
   Terreni di coltura e semina.
   Tecniche di isolamento ed identificazione delle colture pure.
   Determinazione della carica batterica.
   Processo di produzione di  un  antibiotico  o  di  altro  prodotto
terapeutico:    montaggio    del    fermentatore,    preparazione   e
sterilizzazione del terreno, preparazione dell'inoculo, controllo dei
parametri della fermentazione.
 
                       INDICAZIONI DIDATTICHE
 
   L'insegnamento   di   Chimica   Organica,   Bio-organica,    delle
Fermentazioni  e  laboratorio  non  puo'  prescindere da un approccio
sistematico che prevede una panoramica significativa delle principali
classi di composti organici.
   Allo scopo di non ridurre i contenuti ad un esame  monotono  della
complessa   casistica   preparativa   delle  sostanze  organiche,  e'
necessario che venga posta enfasi sugli aspetti reattivi,  esaminando
nell'ambito  della  trattazione  dei  gruppi  funzionali,  le  grandi
categorie delle reazioni organiche: addizione, sostituzione, ecc.
   In questa ottica e per facilitare l'apprendimento, si consiglia di
far ricorso a dimostrazioni in classe  (per  esempio,  presentando  i
piu'  semplici  saggi  di  riconoscimento  dei  gruppi  funzionali) e
all'uso dei modelli molecolari.
   L'esame   di   specifici   meccanismi  dovra'  essere  limitato  a
situazioni di particolare  rilevanza  didattica  e/o  a  processi  di
sintesi  che  si  ritengano  fondamentali;  in tutti i casi esso deve
riferirsi a casi sperimentalmente provati.
   La presentazione della  struttura  dei  composti  organici,  fatta
ricorrendo  al  modello  VSEPR  o  a  quello  orbitalico,  in stretto
collegamento con Chimica Fisica, sara' finalizzato allo studio  delle
diverse  isomerie  (di  catena,  conformazionale, geometrica, ottica,
ecc.).
   Lo studio sistematico della  struttura  e  della  reattivita'  dei
composti   organici   deve  costituire  premessa  essenziale  per  la
biochimica, per la quale, nella seconda frazione del  quarto  anno  e
nell'ultimo  anno  di  corso,  l'insegnante  avra' cura di mettere in
risalto gli aspetti cinetici delle reazioni  che,  assieme  a  quelli
termodinamici,  costituiscono il fondamento dei processi biochimici e
fermentativi.
   Ci sono almeno due ragioni che giocano in favore  del  laboratorio
di Chimica Organica, Bioorganica e delle Fermentazioni: innanzitutto,
per  rendere  consapevoli  gli studenti del fatto che le reazioni e i
processi fermentativi, descritti in classe, possono essere realizzati
in laboratorio, in secondo luogo per  l'addestramento  all'uso  delle
tecniche  di  isolamento,  di analisi e di sintesi, tipiche di questo
laboratorio.
   "Pensa prima di agire" e' la regola d'oro per  chi  si  accinge  a
compiere un'attivita' pratica.
   Insegnare  agli  allievi  a pensare, mentre manipolano qualcosa e'
come estrarre le regolarita' dai fatti sperimentati;  e'  un  compito
difficile, ma di grande valenza educativa.
   L'esecuzione  di  una  metodica  non  puo'  rappresentare lo scopo
principale delle esperienze di laboratorio. Il docente  deve  tendere
ad  abituare  gli  allievi a dotarsi di metodi adatti per ricercare e
trovare la risposta probabile e corretta ad una  serie  di  questioni
piu'  o  meno complesse. Troppo sovente, il laboratorio mostra quello
che i chimici organici fanno con le proprie mani, ma non  quello  che
fanno  col  proprio  cervello. Infine, e' necessario sviluppare negli
allievi la capacita' di descrivere per iscritto,  di  raccontare,  di
fare, di ricordare.
   In linea con quanto detto, il laboratorio tendera' ad un approccio
tipo problem solving che, nella classe terza deve condurre l'allievo,
attraverso     tecniche    analitiche    spettrofotometriche    (IR),
determinazioni di  costanti  fisiche  (punto  di  fusione,  punto  di
ebollizione,  indice di rifrazione) e saggi di reattivita' dei gruppi
funzionali, alla identificazione  di  sostanze  incognite,  graduando
opportunamente la complessita' dell'indagine.
   E'  importante  che  gli allievi si misurino con il problema della
separazione  dei  componenti  di  una  miscela  (per  esempio,  acido
benzoico,  paratoluidina, diclorobenzene) eseguita, eventualmente, in
scala ridotta.
   Le tecniche in scala ridotta o in microscala sono  da  consigliare
per  motivi di sicurezza, per la velocita' di esecuzione (si riescono
a  fare  piu'  esercitazioni  in  un  turno  di  laboratorio)  e  per
l'economia di gestione.
   Per  la quarta classe le preparazioni dei composti organici devono
porre allo studente il  problema  di  decidere  fra  le  diverse  vie
sintetiche,  graduandone  la  complessita'  dai livelli piu' bassi ai
livelli piu' alti e privilegiando quei processi di sintesi che meglio
mettono in luce la logica propria della chimica organica.
   Per ridurre il carico di lavoro  in  laboratorio,  A.H.  Johnstone
suggerisce  di  far  organizzare  in anticipo agli studenti lo schema
della prova.  Invece  di  fornire  la  metodica  dettagliata  di  una
sintesi,  il  docente potrebbe chiedere all'allievo di progettarne le
fasi secondo la logica retroattiva (retrosintesi), gia' affrontata in
Chimica-Fisica e di calcolare, a casa,  le  quantita'  dei  reagenti,
quando  si desideri ottenere un dato quantitativo di prodotto con una
certa  resa  percentuale.  Gli  studenti,   dopo   aver   individuato
l'itinerario  della  sintesi  ed i meccanismi di reazione e dopo aver
effettuato i relativi calcoli, potrebbero discuterli con  il  docente
prima   di   iniziare   l'esperimento.   Tale   strategia   didattica
consentirebbe di comprendere a fondo l'esperimento e  di  organizzare
al meglio il lavoro in laboratorio.
   Per  la  classe  quinta  le  esercitazioni  di  laboratorio devono
portare lo studente alla graduale comprensione e  pratica  attuazione
di  un processo fermentativo completo: per esempio la preparazione di
un antibiotico con il  controllo  dei  principali  parametri  che  la
fermentazione prevede.
 
          ANALISI CHIMICA, ELABORAZIONE DATI E LABORATORIO
                              FINALITA'
 
   Questa  disciplina,  che si articola su un intero ciclo triennale,
presenta nella sua  prima  fase  tutte  le  caratteristiche  di  base
culturale,  ad  alto valore formativo, per evolversi poi gradualmente
nel corso del triennio, verso contenuti  sempre  piu'  applicativi  e
professionalizzanti.
   Le   finalita'   del   corso  interessano  pertanto  sia  l'ambito
scientifico  generale  sia  gli  aspetti  piu'  strettamente   legati
all'inserimento  nel mondo del lavoro, dando uno specifico contributo
alla costruzione della figura professionale del perito chimico.
   In particolare si ritiene essenziale:
    1.  fornire  le  basi  teoriche   fondamentali   in   ordine   al
comportamento  degli  ioni  in soluzione, con particolare riferimento
agli  equilibri   chimici,   esaminati   anche   sotto   il   profilo
stechiometrico;
    2. trattare le principali tecniche di analisi quali-quantitativa,
strumentali  e  non,  sotto  i  diversi  aspetti applicativi ed anche
economici e legislativi;
    3. far acquisire le necessarie abilita' operative;
    4.  proporre  un  approccio  sequenziale   alla   strumentazione,
evidenziando   l'importanza   del  suo  uso  corretto  e  consapevole
(controlli, manutenzione, valutazione delle prestazioni);
    5. far  costante  riferimento  alla  necessita'  di  valutare  ed
elaborare   i   dati  raccolti,  facendo  adeguato  uso  di  software
applicativi;
    6. insegnare una corretta  metodologia  per  la  stesura  di  una
relazione scientifica;
    7.  prendere  in  esame  le  diverse  fasi del processo analitico
evidenziandone, attraverso un approccio sistemico, tutti gli  aspetti
decisionali e le interconnessioni con altre discipline;
    8. fornire, in ultima analisi, un metodo di lavoro e la capacita'
di assumere decisioni autonome.
 
                              OBIETTIVI
 
   Obiettivo  generale  del  corso  sara'  la  comprensione, da parte
dell'allievo,  dell'intero  processo   analitico   come   progressiva
sequenza decisionale.
   In questa prospettiva l'allievo dovra' essere in grado di:
    1. prelevare campioni secondo le opportune metodiche;
    2.  scegliere  la  tecnica  analitica  in  funzione dei risultati
richiesti, in termini di precisione, accuratezza ed economicita';
    3. scegliere il metodo di misura tenendo conto del  numero  delle
analisi, delle interferenze, ecc.;
    4.   trattare   il   campione   con   gli  opportuni  reagenti  e
apparecchiature;
    5. eseguire l'analisi nell'ambito delle norme di sicurezza  e  di
rispetto   dell'ambiente,   nonche'   sulla   base  delle  necessarie
operazioni di controllo sugli strumenti utilizzati;
    6. elaborare e presentare i dati analitici.
    7. conoscere la strategia essenziale per la messa a punto  di  un
metodo di analisi.
 
                              CONTENUTI
 
Classe terza                                       (8 (6) ore)
1. Introduzione alla chimica delle soluzioni
   1.1 Concetto di mole.
   1.2 Composizione percentuale e formula minima.
   1.3 Reazioni chimiche: bilanciamento e rapporti ponderali.
   1.4 Soluzioni: concentrazione e sue espressioni.
   1.5 Concetto di reazione chimica e calcoli stechiometrici relativi
a reazioni complete.
   1.6 Titolazioni e concetto di punto di equivalenza.
2. Equilibrio chimico
   2.1 Costante di equilibrio: Kc.
   2.2  Principio  dell'equilibrio  mobile.  Fattori  che influenzano
l'equilibrio in soluzione.
   2.3 Previsioni qualitative sul decorso delle reazioni.
3. Equilibri eterogenei
   3.1 Solubilita' e prodotto di solubilita'.
   3.2 La precipitazione.
   3.3 Effetto dello ione a comune.
   3.4  Interazione  tra  ioni.  Cenni  sulla  teoria   Debye-Huckel.
Attivita'. Effetto sale.
   3.5 Analisi volumetrica per precipitazione, tenendo anche presenti
i sistemi colloidali.
4. Equilibri acido-base
   4.1 Acidi e basi (Arrenhius e Bronsted).
   4.2   Equilibrio   di   ionizzazione  dell'acqua  (autoprotolisi).
Definizione e scala di pH.
   4.3  Elettroliti  forti  e deboli. Calcolo delle concentrazioni di
HfB0123 0fB012;.
   4.4 Reazioni tra acidi e basi forti. Reazioni  con  acidi  o  basi
deboli.
   4.5  Titolazioni  e  calcolo  del  pH  al  punto  di  equivalenza.
Indicatori di pH.
   4.6 Soluzioni tampone.
   4.7 Curve di titolazione e loro calcolo teorico per punti.
   4.8 pH e solubilita'.
5. Equilibri redox;
   5.1 Reazioni redox di interesse analitico (uso  qualitativo  della
serie elettrochimica) e utilizzazione dell'equazione di Nernst.
   5.2 Titolazioni di ossidoriduzione.
6.   Complessometria.   Composti  di  coordinazione  e  loro  impiego
nell'analisi.
7. Acquametria, finalizzata al concetto di "residuo secco".
8. Analisi qualitativa.
   8.1 Solubilizzazione delle sostanze.
   8.2 Condizioni generali di precipitazione e di ridissoluzione.
   8.3 Analisi del residuo insolubile.
   8.4 Fondamenti di analisi sistematica e reazioni analitiche  degli
ioni.
Laboratorio
   Introduzione   al   laboratorio   (norme  generali  di  sicurezza,
organizzazione  topografica,  strumentazione   di   base,   vetreria,
reagenti e relativa etichettatura).
   Tecnica della pesata e concetto di misura.
   Taratura della vetreria (per pesata).
   Schema  generale  di  stesura  delle relazioni (modello tipo "flow
chart").
   Preparazione di soluzioni titolate.
   Analisi quantitative ponderali.
   Analisi  quantitative  volumetriche:  acidimetria,   ossidimetria,
precipitazione,  complessometria,  con  eventuale registrazione delle
curve    potenziometriche,    senza    particolari    approfondimenti
strumentali.
   Analisi  qualitative,  superando  in  certa  misura la sistematica
tradizionale  e  facendo  ricorso  per  quanto  possibile  ad  agenti
precipitanti non tossici, quali idrossidi, cloruri e solfati.
Classe quarta                                        (6 (4) ore)
1. Metodi elettrochimici
   Elementi  di potenziometria, analisi elettrolitica, voltammetria e
conduttimetria, con particolare attenzione agli  aspetti  applicativi
piuttosto che agli aspetti teorici.
2. Metodi ottici di emissione
   Emissione  di  energia  raggiante. Spettri di emissione. Lunghezza
d'onda, intensita' e ampiezza delle righe  spettrali.  Spettrografia.
Fotometria di fiamma. Spettrofotometria di emissione a plasma.
3. Metodi ottici di assorbimento
   Natura della radiazione e sua interazione con la materia.
   Livelli  energetici.  Transizioni elettroniche e vibrorotazionali.
Bande di assorbimento dei cromofori. Effetto dei  sostituenti  e  del
solvente.  Legge  di Beer e i suoi scostamenti. Analisi qualitativa e
quantitativa. Colorimetria.
   Spettrofotometria di assorbimento atomico.
   Spettrofotometria ultravioletta. Spettrofotometria infrarossa.
 4. Metodi cromatografici
   Principi    teorici    generali.    Meccanismi   di   separazione:
adsorbimento, ripartizione, esclusione, scambio ionico,  affinita'  -
Prestazioni  di  un sistema cromatografico: selettivita', efficienza,
risoluzione, capacita', riproducibilita', tempi di lavoro.
   Cromatografia in fase liquida.
   Cromatografia in fase gassosa.
Laboratorio
   Puntualizzazioni sui  concetti  fondamentali  della  teoria  della
misura  (valore vero, valore medio, errore assoluto e relativo) e dei
parametri di  valutazione  delle  analisi  (accuratezza,  precisione,
sensibilita',   limite   di   rivelabilita',   linearita',   rapporto
segnale/disturbo).
   Approccio  di  base  al  "sistema"   strumento,   con   specifiche
esercitazioni riguardo a:
     a) attivazione e funzionamento;
     b) riconoscimento delle caratteristiche e delle prestazioni;
     c) ottimizzazione dei parametri strumentali;
     d)  registrazione  ed  interpretazione  di diagrammi strumentali
(cromatogrammi, spettri, ecc.);
     e) controllo degli strumenti attraverso operazioni di taratura e
di misura;
     f)  riconoscimento,  ad  un  primo  livello  elementare,   della
problematica delle interferenze.
   Costruzioni  di curve di taratura su carta millimetrata e, solo in
un secondo tempo, ottimizzate al calcolatore previa introduzione  del
concetto di regressione;
   Ampliamento  e codificazione dei concetti generali, in ordine alla
stesura di una relazione scientifica.
   Le esercitazioni pratiche  sulla  strumentazione,  associate  alle
principali tecniche di analisi trattate in sede teorica, avranno come
oggetto   situazioni  che  non  presentino  particolari  problemi  di
interferenze ne'  di  attacco  o  trattamento  troppo  elaborato  del
campione.
Classe quinta                                      (8 (8) ore)
Parte generale
1.  Il  processo  analitico  come sequenza decisionale inserita in un
approccio sistemico
   1.1 Inquadramento  del  problema  dal  punto  di  vista  non  solo
strettamente   chimico  (componenti  maggioritari  e  minoritari  del
campione, distinguendo fra analita e matrice), ma anche merceologico,
legislativo, ambientale, ecc.
   1.2 Scelta della tecnica analitica ritenuta piu' adatta, in base a
criteri di precisione, tempo, economicita', ecc.
   1.3 Scelta del metodo di misura (curva di titolazione  semplice  o
in derivata, curva di taratura, aggiunte, standard interno o esterno,
ecc.).
   1.4 Campionamento, trattamento ed eventuale attacco del campione.
   1.5 Esecuzione dell'analisi.
   1.6 Interpretazione ed elaborazione dei dati analitici, al fine di
esprimere  una valutazione sul campione in esame, anche in relazione,
per quanto possibile, agli aspetti giuridici e normativi.
   1.7 Presentazione dei risultati
2. Teoria della misura ed elaborazione dati
   2.1 Richiami sulla teoria della misura
   Errore  assoluto  e  relativo; sistematico e casuale. Propagazione
dell'errore.
   2.2 Statistica applicata all'elaborazione dati.
   Distribuzioni  di  frequenza  e  probabilita'.  Le   misure   come
variabili  casuali.  Espressione  dei  risultati e limiti di fiducia.
Scarto  dei  risultati  anomali.  Confronto  di  medie  e   varianze.
Interpretazione statistica dei parametri di valutazione delle misure:
sensibilita', specificita', accuratezza, precisione ecc.
   2.3   Analisi   statistica  bivariata.  Correlazione.  Regressione
lineare e non lineare. Interpolazione. Metodo  dei  minimi  quadrati.
Applicazione alle curve di risposta strumentali.
   Cenni di analisi statistica multivariata.
   2.4 Trattamento automatico dei dati.
   Il  computer  e  il  laboratorio  chimico.  Interfacciamento  alla
strumentazione  analitica.  Software  generale  e  speciale.  Sistemi
dedicati e a gestione totale.
   Esempi di programmazione per l'analisi chimica.
3. Problematica generale dell'analisi
   3.1 Esame comparativo delle diverse tecniche (strumentali e non) a
disposizione per l'analisi e criteri di scelta.
   3.2  Confronto  fra  i  possibili  metodi  di  misura e criteri di
scelta.
   3.3 Campionamento: criteri principali.
   3.4 Trattamento e/o attacco del campione: metodi principali
   3.5 Correlazione fra diversi parametri analitici  in  vista  della
presentazione dei dati e dell'eventuale giudizio sul campione.
   3.6 Problematiche delle analisi "on line" nei cicli produttivi e/o
durante trattamenti tecnologici.
   3.7  Approccio  alle problematiche riguardanti la messa a punto di
un metodo di analisi in funzione delle esigenze  di  una  determinata
applicazione  analitica  (validazione  del metodo): valutazione delle
caratteristiche principali in termini di  parametri  analitici  quali
accuratezza, limite di rivelabilita', sensibilita', riproducibilita',
ecc.
   3.8 Criteri di "qualita'" nelle analisi e introduzione al concetto
di "certificazione".
Parte speciale
   Si suggerisce la trattazione di alcuni fra i seguenti temi:
    1. analisi delle acque potabili e industriali
    2. analisi dei metalli e delle leghe
    3. analisi dei combustibili e dei lubrificanti
    4.  analisi  bromatologiche  (bevande  alcoliche, zuccheri, oli e
grassi, ecc.)
    5.  analisi  collegate  agli  inquinamenti  ambientali   e   alle
problematiche dei rifiuti.
   Altri  argomenti potranno essere scelti in funzione delle esigenze
locali.
Laboratorio
   Le esercitazioni relative alla parte introduttiva  generale  hanno
come  substrato  la  conoscenza  della analisi classica e strumentale
gia' acquisita negli anni precedenti e si propongono  come  obiettivo
principale  l'applicazione dei metodi statistici all'elaborazione dei
dati analitici. I numerosi dati disponibili vengono utilizzati per il
calcolo   di  medie,  varianze,  limiti  fiduciali;  si  costruiranno
istogrammi e curve di distribuzione; si studiera' la correlazione dei
dati; si tracceranno rette di regressione e  interpolanti;  si  fara'
uso  dei  test  statistici  per  lo scarto di valori anomali e per il
confronto fra procedure analitiche e/o strumenti.
   Il  software  necessario,  disponibile  sul  mercato,  in  qualche
semplicissimo  caso  puo'  essere  integrato con altro redatto con la
partecipazione degli studenti.
   Le  esercitazioni  relative  alla  parte   speciale   si   possono
distinguere nei seguenti tipi:
    1)  esecuzione  di analisi su campioni certificati, eventualmente
anche a livello individuale.  Queste  esercitazioni  consentono,  tra
l'altro,  di  valutare  meglio  di  altre  i risultati ottenuti dagli
allievi;
    2) esecuzione di analisi su campioni naturali e industriali,  che
presentino  particolare  interesse  dal  punto  di  vista  analitico,
merceologico ecc.;
    3) studio statistico delle interferenze da  elementi  estranei  e
dell'influenza    di    determinati   parametri   strumentali   nella
determinazione di sostanze in matrici piu' o meno complesse;
    4)  studio  comparativo  di  metodiche  e  relativa  elaborazione
statistica  dei risultati, allo scopo di quantificare i parametri che
ne determinano l'affidabilita'.
                       INDICAZIONI DIDATTICHE
1. Criteri generali
   L'insegnamento   dell'analisi   chimica   richiede   una   attenta
integrazione  fra teoria e pratica. Dovra' quindi essere impostato in
modo da non appesantire eccessivamente l'aspetto teorico,  collegando
gli  elementi  essenziali  della  chimica delle soluzioni ai principi
generali dei metodi di  analisi,  che  dovranno  essere  privilegiati
rispetto   alla   ripetitiva   descrizione   di  analisi  diverse  ma
riconducibili allo stesso principio. Questo, nell'intento di  mettere
l'allievo  in condizione di affrontare problemi che solo in apparenza
sono diversi da quelli gia' incontrati.
   Analogamente, per le analisi applicate non si potra' ne' si dovra'
addivenire ad una trattazione teorica  e  pratica  di  tutti  i  vari
prodotti  merceologici industriali, naturali, ecc.; si dara' tuttavia
un quadro generale, il piu' possibile esauriente, relativo ad  alcuni
settori  tra  i  piu'  significativi,  anche in relazione ad esigenze
locali.
   Inoltre,  le  esercitazioni   di   laboratorio   dovranno   essere
selezionate  e  organizzate  in modo da costituire una valida e mutua
integrazione con la parte teorica,  non  limitandosi  a  considerarle
come momento di verifica sperimentale di quanto appreso in teoria, ma
anche,  ove  possibile,  come  strumento  base  per  ricavare  leggi,
principi teorici e modelli a partire dall'esperienza.
   Si ritiene importante che l'introduzione  al  laboratorio  avvenga
sulla  base  di opportune prove preliminari sottese alla verifica del
possesso dei prerequisiti essenziali, anche sotto  il  profilo  della
sicurezza personale e ambientale.
   L'adozione   di  opportuni  "test  d'ingresso"  viene  considerata
comunque ampiamente auspicabile anche in sede teorica.
   Il problema delle  verifica  delle  conoscenze  e  delle  abilita'
acquisite   presenta,   relativamente   al   corso  di  analisi,  una
particolare  specificita',  in  quanto  richiede  di  stabilire   nel
contempo:
    il  livello delle conoscenze teoriche acquisite e la capacita' di
argomentare adeguatamente i temi proposti;
    la capacita' di stendere relazioni di lavoro  ben  strutturate  e
documentate,  partendo  dall'approccio al problema, per finire con la
elaborazione dei dati  raccolti  e  la  loro  presentazione,  facendo
ricorso  ad utili schemi a blocchi riferiti al processo analitico nel
suo complesso o anche a parti di esso;
    l'acquisizione delle abilita' essenziali relative al laboratorio,
inteso  non  solo  come   una   semplice   sequenza   di   operazioni
sostanzialmente  manuali,  ma  soprattutto come attuazione pratica di
capacita'  progettuali  assistite   da   un'adeguata   autonomia   di
elaborazione.
2. Indicazioni specifiche per la classe terza
   Il programma e' da intendersi propedeutico rispetto a quelli degli
anni  seguenti, in particolare a quello del quinto anno, destinato ad
introdurre l'allievo nel vivo della pratica professionale.
   E'  essenziale  percio' che, durante il terzo anno, i concetti che
sono alla base della comprensione  teorica  dello  svolgimento  delle
reazioni  e  le  tecniche  fondamentali  di  base siano compiutamente
acquisiti.  A  questo  proposito,  e'  fondamentale  il   fatto   che
l'insegnamento  si  avvalga del corso parallelo di chimica-fisica, al
quale compete maggiormente la  trattazione  teorica  approfondita  di
alcuni  argomenti  fondamentali  mentre  il  corso  di  Analisi ha il
compito  di  evidenziarne  gli   aspetti   di   immediato   interesse
applicativo.
   Obiettivo  primario del terzo anno sara' dunque l'acquisizione dei
principi e delle abilita' operative fondamentali riguardanti i metodi
di analisi quantitativa: acidimetria, ossidimetria,  complessometria,
argentometria,  gravimetria  e acquametria con accenni, se possibile,
alle titolazioni in ambiente non acquoso.
   Per l'analisi qualitativa il punto di riferimento dovra' essere lo
studio  del  comportamento  dei   principali   ioni   in   soluzione,
presupposto della loro separazione e del relativo riconoscimento.
   Sul  piano strettamente didattico, d'altra parte, sono ben note le
difficolta' insite  nell'insegnamento  della  chimica  qualitativa  e
quantitativa,  tanto piu' accentuate quanto piu' limitato e' il tempo
disponibile. Pertanto, ferma restando la prospettiva  di  una  sempre
migliore  compenetrazione  fra i due aspetti dell'analisi, si ritiene
di particolare importanza un  corretto  approccio  al  laboratorio  e
quindi l'acquisizione precoce delle abilita' necessarie.
   Per  questi motivi e' preferibile che l'aspetto quantitativo della
reazione chimica e il  possesso  della  tecnica  d'uso  di  strumenti
fondamentali    (bilancia,    burette,    ecc.)   vengano   acquisiti
precocemente. Il fatto che gli allievi, intorno alla meta'  dell'anno
scolastico,  sappiano  usare  gli  strumenti  di  cui sopra con buona
valutazione degli aspetti quantitativi delle reazioni ed abbiano  una
tecnica  di  lavoro precisa, permette di affrontare piu' speditamente
il problema di una corretta esecuzione di  manipolazione  e  reazioni
chimiche.  Cio' consente, nel corso delle successive lezioni dedicate
all'analisi qualitativa, di  dedicare  maggiore  spazio  ai  problemi
teorici  di  interpretazione poiche' quelli tecnici dovrebbero essere
ormai in buona parte superati.
3. Indicazioni specifiche per la classe quarta
   Questo corso e' destinato all'acquisizione di tutti  i  principali
metodi fisici dell'analisi chimica quantitativa e qualitativa.
   Poiche' tali metodi si basano su proprieta' fisiche della materia,
il  corso  in  oggetto  presuppone una buona conoscenza della chimica
generale, della fisica e della chimica-fisica.
   Dato che obiettivo fondamentale di questo insegnamento  e'  quello
di  condurre l'allievo ad una buona conoscenza generale del principio
di funzionamento e dell'impiego dello strumento analitico,  valutando
appieno gli aspetti relativi al problema delle misure per ogni metodo
di analisi trattato si prendera' in considerazione:
     a) il principio fisico teorico su cui si fonda il metodo stesso;
     b)   lo   schema   di   principio  dello  strumento  ed  il  suo
funzionamento;
     c) i fondamenti e  la  esecuzione  dell'analisi  quantitativa  e
qualitativa;
     d) l'influenza dei vari parametri chimico-fisici (es.: solvente,
pH, viscosita', ecc.) sulla misura strumentale.
   Le  esercitazioni pratiche dovranno essere organizzate in modo che
lo studente:
     a) riconosca le caratteristiche, le prestazioni, i comandi ed il
funzionamento dello strumento in genere;
     b) sia in condizione di eseguire correttamente le operazioni  di
taratura e di misura;
     c)  sappia  opportunamente intervenire sui parametri strumentali
disponibili al fine di ottimizzare le misure;
     d) sia in grado di identificare e valutare, ad un primo livello,
i problemi generali connessi con le interferenze  (l'argomento  sara'
approfondito nella classe quinta);
     e) sappia controllare l'efficienza dello strumento e valutarne i
limiti.
   In   genere,   per   non  distogliere  l'attenzione  del  discente
dall'obiettivo didattico primario, le esercitazioni saranno eseguite,
almeno in  una  prima  fase,  mediante  campionamenti  effettuati  su
prodotti  chimici  puri  o  su miscele standard, in modo da escludere
tutte le problematiche relative al pretrattamento del campione e alle
interferenze, tipiche dei prodotti tecnici o dei campioni  reali,  di
competenza del corso successivo.
   Si  ritiene inoltre fondamentale che fin dall'inizio del corso gli
allievi comprendano la necessita' di registrare i processi  operativi
ed i conseguenti risultati, ai fini della stesura della relazione sul
lavoro svolto in laboratorio, adottando una Agenda di Laboratorio.
   Infine   va   segnalata,   sul   piano   del   sempre  auspicabile
coordinamento con gli altri insegnamenti, la possibilita' di  attuare
un  interessante  sincronismo  con  il  corso  di  Chimica Fisica, in
funzione  della  trattazione  del  concetto   di   energia   interna.
Quest'ultimo  infatti  e'  da  un  lato  strettamente  correlato al 1
principio della termodinamica e dall'altro rappresenta  un'importante
base teorica per tutte le tecniche spettrofotometriche.
4. Indicazioni specifiche per la classe quinta
   Questo   corso  rappresenta  la  naturale  conclusione  dei  corsi
precedenti, destinati all'acquisizione dei fondamenti dei  metodi  di
analisi.  Tali  metodi  vengono  qui  ripresi  e  sviluppati nei loro
aspetti  applicativi  di  base,  in  modo  da  conferire   a   questo
insegnamento  la  fisionomia  di  disciplina  non  specialistica,  ma
comunque certo  professionalizzante.  Particolare  attenzione  verra'
rivolta   al   campionamento,   al  trattamento  del  campione,  alle
interferenze  ed  in  genere  a  tutte   le   problematiche   tipiche
dell'analisi  di  prodotti  "reali", tecnici e commerciali. Inoltre i
vari  metodi  di  analisi   verranno   riesaminati   criticamente   e
comparativamente  in  relazione alle loro specifiche di sensibilita',
accuratezza, precisione, ecc. in modo da giustificare le  scelte  che
di volta in volta verranno effettuate.
   E' opportuno ricordare che nella scelta delle procedure analitiche
sarebbe consigliabile inserire, almeno in un caso, una determinazione
basata  sulla  cinetica  enzimatica,  i  cui  fondamenti teorici sono
affidati agli insegnamenti di chimica fisica e chimica organica.
   I temi fondamentali possono essere affiancati ad altri, scelti  in
relazione  al  particolare  taglio  che si intende dare localmente al
corso di diploma.
   Dato   che  le  moderne  tecniche  strumentali  sono  in  continua
espansione e non e' oggettivamente possibile  trattarle  tutte  nella
giusta  misura, si ritiene consigliabile dedicare a quelle rimaste ai
margini del programma quanto  meno  brevi  introduzioni  a  carattere
descrittivo (anche solo seminariali), in modo da fornire agli allievi
un'adeguata panoramica dell'intera materia.
   A tale riguardo possiamo citare:
    Fluorimetria e fosforimetria
    Analisi termiche
    Raggi X (diffrattometria, fluorescenza, ecc.)
    Risonanza magnetica nucleare
    Spettrometria di massa
    Tecniche accoppiate
    Elettroforesi classica e capillare
    Analisi automatiche e in continuo (Flow Injection Analysis)
   Sul  piano culturale generale si ritiene fortemente auspicabile la
sensibilizzazione degli allievi al tema della "qualita'" dell'analisi
ed alle problematiche della  "certificazione".  Quest'ultima,  intesa
come  assunzione di responsabilita', basata su una sequenza operativa
garantita  e  suffragata  da  adeguata   documentazione   in   ordine
all'intero processo ed alle necessarie conclusioni sul lavoro svolto.
   Un  contributo  significativo potra' anche essere rappresentato da
una  breve  illustrazione  dei  principi  e  delle  sempre   maggiori
applicazioni della chemiometria.
 
                   TECNOLOGIE CHIMICHE INDUSTRIALI
      PRINICIPI DI AUTOMAZIONE E DI ORGANIZZAZIONE INDUSTRIALE
                              FINALITA'
 
   Le  finalita'  specifiche dell'insegnamento di Tecnologie chimiche
industriali, Principi di  Automazione  e  Organizzazione  industriale
sono:
    1.  la  formazione  culturale  relativa agli aspetti di processo,
impiantistici  ed  ecologici  connessi  alla  produzione   su   scala
industriale dei composti chimici;
    2. l'acquisizione di competenze necessarie per risolvere problemi
di  natura chimica nell'ambito di qualsiasi attivita' produttiva o di
servizi;
    3.  l'acquisizione  di  capacita'  operative  che  consentano  ai
giovani  diplomati di collaborare responsabilmente alla conduzione di
impianti di produzione;
    4. la formazione di base per accedere a corsi di  perfezionamento
professionale o universitari.
 
                              OBIETTIVI
 
   Al  termine  del  corso,  l'allievo dovra' dimostrare di essere in
grado di:
    1.  potersi  inserire  con  adeguate  competenze   nell'industria
chimica  e  operare  con diversi gradi di responsabilita' nell'ambito
della  produzione   fornendo   corretti   elementi   di   valutazione
relativamente  agli  aspetti  chimici,  chimico  fisici, economici ed
impiantistici di un processo chimico;
    2.  interpretare  e  realizzare  lo schema di un processo chimico
valutando l'efficacia di un sistema di regolazioni automatiche;
    3.  partecipare  a  lavori  d'equipe   nella   progettazione   di
apparecchiature industriali;
    4.  comunicare,  con  proprieta'  di  linguaggio tecnico, con gli
specialisti di informatica e di automazione;
    5. utilizzare  autonomamente  strumenti  informatici  e  software
applicativo  operando  con  strumenti di acquisizione ed elaborazione
dati.
 
                              CONTENUTI
 
Classe terza                                         (3 (2) ore)
1. L'automazione nei processi chimici industriali
   1.1  Il  processo  industriale  visto  come  un  sistema  dinamico
soggetto a perturbazioni.
   1.2 Concetto di controllo dei processi e loro regolazione.
   1.3 Variabili controllate e regolate.
   1.4 Concetto di retroazione.
   1.5 Concetto di set point di una variabile controllata.
   1.6 Sensori ed attuatori.
   1.7 Rappresentazione a blocchi di un sistema regolato.
   1.8 Regolazione ON-OFF e proporzionale.
2. Applicazioni informatiche alle Automazioni
   2.1 Variabili analogiche e digitali.
   2.2 Precisione dei dati.
   2.3  Conversione  analogico/digitale  e  digitale/analogico (A/D e
D/A).
   2.4 Elementi di logica booleana (operazioni AND, OR, NOT ecc.).
   2.5 Struttura a blocchi di un elaboratore elettronico.
   2.6 Memorie di massa ed interfacce periferiche.
   2.7 Trasmissione di dati seriale e parallela.
   2.8 Sistema operativo e sue principali funzioni.
   2.9  Linguaggi   ad   alto   livello   e   primi   approcci   alla
programmazione.
   2.10  Uso  dei piu' importanti programmi applicativi (elaborazione
di testi, fogli elettronici, data base).
3. Il processo chimico ricondotto alle Operazioni Unitarie
   3.1 Richiami sulle  grandezze  fisiche  fondamentali  e  derivate,
sulle  unita'  di  misura  e  relativi sistemi (MKS, CGS, SI, sistema
anglosassone). Conversioni tra i vari sistemi di unita' di misura.
   3.2 Idrostatica ed idrodinamica. Liquidi  ideali.  Viscosita'  nei
liquidi reali newtoniani e non newtoniani.
   3.3  Moto  dei  liquidi  reali.  Perdite  di  carico distribuite e
localizzate.
   3.4  Macchine  idrauliche   operatrici:   Pompe.   Caratteristiche
funzionali e di impiego dei vari tipi di pompe. Curve caratteristiche
e calcolo della potenza teorica e reale richiesta.
   3.5  Tubazioni. Caratteristiche costruttive e loro dimensionamento
di massima in funzione  dei  parametri  idraulici.  Unificazione  dei
diametri,  unita' di misura pratiche. Organi di collegamento: giunti,
flange ecc.
   Organi  di  intercettazione:  valvole.  Vari  tipi   di   valvole,
particolari costruttivi e modalita' di impiego. Curve caratteristiche
portata/apertura. Telecomando delle valvole con attuatori elettrici e
pneumatici.
   Contenitori e serbatoi: vari tipi e dimensionamento di massima.
   3.6 Impiego dei materiali metallici e non metallici negli impianti
industriali.   Caratteristiche  meccaniche.  Resistenza  agli  agenti
chimici. La saldatura dei metalli e problemi ad essa relativi.
   3.7 Separazioni solido-liquido
    3.7.1 La sedimentazione. Fattori che influenzano la velocita'  di
sedimentazione.  Le apparecchiature impiegate per la sedimentazione e
loro  dimensionamento  di  massima.  Applicazioni  industriali  della
sedimentazione.
    3.7.2 La filtrazione, continua e discontinua, ultrafiltrazione ed
osmosi inversa. Filtri industriali e loro impieghi.
    3.7.3 Centrifugazione. Flottazione. Separazione dei solidi.
   3.8 Principi di economia ed organizzazione industriale.
    3.8.1 L'approvvigionamento e lo stoccaggio delle materie prime.
    3.8.2  Normativa sulla sicurezza nello stoccaggio e nel trasporto
dei prodotti chimici.
    3.8.3   Aspetti   economici   dello   smaltimento   dei   rifiuti
industriali.
4. Processi industriali
   Trattamento  di  addolcimento, demineralizzazione potabilizzazione
delle acque di primo impiego per uso civile e industriale.
Laboratorio
   Misura   di   grandezze   fisiche   (inerenti    l'idraulica)    e
trasformazione di tali misure in segnale elettrico.
   Segnali analogici e digitali.
   Esperienze sulla conversione A/D e D/A.
   Acquisizione di un segnale mediante un calcolatore o PLC.
   Elaborazione con software dei dati acquisiti.
   Applicazioni pratiche di attuatori elettrici e pneumatici.
   Insieme   sensore-elaboratore-attuatore   nelle   applicazioni  ai
controlli e regolazioni.
   Esperienze reali (con impianto pilota) o simulate (con elaboratore
o PLC) sulla regolazione di un sistema idraulico. Realizzazione di un
semplice software relativo a calcoli inerenti l'idraulica.
Classe quarta                                           (5 (2) ore)
1. Il calore nelle tecnologie chimiche industriali
   1.1 Lo scambio di calore per conduzione e convezione. Calcolo  dei
coefficienti  di  scambio  termico  per  convenzione.  Equicorrente e
controcorrente. Temperatura media  logaritmica.  Bilancio  di  calore
nelle operazioni di scambio termico.
   Dimensionamento  di massima delle apparecchiature industriali piu'
comuni. Isolamento termico. Calcolo del calore perduto attraverso  un
isolante ed ottimizzazione economica degli spessori.
   1.2  La  generazione  e  la  distribuzione del vapor d'acqua negli
impianti industriali.
   1.3  Significato  ed  applicazioni  del   diagramma   di   Mollier
(Entropia/Entalpia).   Impiego   del   vapor   d'acqua   come  fluido
trasportatore di calore.
   1.4 Cenni ai fluidi alternativi al vapor d'acqua nel trasporto  di
calore (olii minerali, Dowtherm, sali fusi, metalli liquidi, ecc.).
   1.5  Il  recupero  di  calore nei processi industriali. Importanza
economica ed applicazioni significative.
   1.6 Lo scambio di calore per irraggiamento. Principi fisici su cui
si  basa  il  fenomeno  e principali applicazioni industriali di tale
modalita' di scambio termico.
   1.7 I combustibili fossili di uso industriale. Cenni sulla ricerca
e  produzione  di  tali  combustibili:  principali   requisiti   loro
richiesti.  Potere  calorifico  superiore  ed  inferiore. Recupero di
calore dai gas combusti.
   1.8 La generazione  delle  basse  temperature.  Ciclo  frigorifero
ideale  e reale. Fluidi frigorigeni. Principio di funzionamento della
pompa di calore.
2. Le Operazioni Unitarie nello scambio di calore
   2.1 Le operazioni di Evaporazione e Concentrazione.
   Evaporazione  a  singolo  e  multiplo  effetto   (equicorrente   e
controcorrente).  Soluzioni  ideali  e  soluzioni reali. Diagramma di
Du'rhing:  validita'  e  limiti  di  applicazione  nello  studio  del
comportamento  delle  soluzioni.  Diagramma  entalpia/concentrazione.
Bilancio di materia e di calore nelle operazioni di evaporazione.
   Evaporazione  per  termocompressione  del  vapore   (meccanica   e
termica).
   2.2   Apparecchiature   usate   negli  impianti  di  evaporazione:
concentratori a fascio tubiero verticale  corto,  lungo,  Kestner,  a
film   sottile,   apparecchi   impiegati  nell'industria  alimentare.
Apparecchiature ausiliarie negli impianti di evaporazione  (eiettori,
pompe ad anello liquido, scaricatori di condensa, ecc.)
   2.3  L'operazione  di  cristallizzazione: bilancio di materia e di
calore, calcoli di massima relativi a tale operazione.
   2.4 Separazioni gas-gas  e  gas-solido.  Problemi  di  trattamento
delle emissioni gassose. Depurazione dei fumi.
   2.5  Miscele  aria-vapor d'acqua. - Umidita' assoluta e relativa -
Temperatura di bulbo umido e bulbo secco -  Diagramma  igrometrico  e
suo impiego nei calcoli delle operazioni di essiccamento.
3. Principi di economia e legislazione industriale.
   3.1  Esempi  di applicazione dei criteri economici per ottimizzare
il dimensionamento delle apparecchiature industriali.
   3.2  Articoli  di  legge  piu'  significativi  sulla   prevenzione
infortuni in particolare per il settore chimico.
4.  L'automazione:  regolazione di un impianto reale e simulazione al
calcolatore di un sistema automatizzato
   4.1 Sistemi di regolazione ad anello aperto, ad anello  chiuso  ed
in cascata.
   4.2  Circuiti  tipici  per  la regolazione delle grandezze fisiche
piu' comuni (temperatura, pressione, portata, pH).
   4.3  Il  concetto  di  simulazione   di   un   processo   mediante
elaboratore.
   4.4 Esempi significativi di automazione di processi industriali.
 5. Processi chimici industriali
   5.1  Realizzazione su scala industriale di reazioni esotermiche ed
endotermiche.
   5.1.1 La catalisi omogenea ed eterogenea.
   5.1.2 L'impiego di reattori discontinui, continui e semicontinui.
   5.2 Esempi di processi industriali:
   5.2.1 Concentrazione dell'idrossido di sodio
   5.2.2 Produzione del saccarosio.
   5.2.3 Sintesi dell'ammoniaca.
   5.2.4 Sintesi del metanolo.
   5.2.5 Sintesi dell'acido nitrico.
   5.2.6 Produzione dell'acido solforico.
   5.2.7  Ossidazione  parziale  di  idrocarburi per la produzione di
composti organici ossigenati.
   5.2.8 Cracking e reforming per la produzione di  combustibili  per
autotrazione.
   5.2.9  L'idrogenazione  di  idrocarburi aromatici, di trigliceridi
insaturi, del nitrobenzene.
   5.2.10 Processi di deidrogenazione finalizzati alla produzione  di
olefine.
   5.2.11 Processi di solfonazione, nitrazione, alogenazione.
   5.2.12    Processi    industriali    elettrochimici    (produzione
dell'idrossido di sodio e del cloro).
   5.3  Stesura  di  semplici  schemi  di  processo   relativi   alle
Operazioni Unitarie ed ai processi chimici prescelti.
Laboratorio
   Esperienze sulla regolazione automatica dello scambio termico.
   Esercitazioni  su  modelli  reali di scambiatori ed evaporatori ed
eventuali simulazioni su computer o PLC.
   Uso ed eventuale realizzazione di software specifico relativo allo
scambio termico ed all'evaporazione.
Classe quinta                                      (7 (3) ore)
   1. Le Operazioni Unitarie
   1.1 Operazioni a stadi multipli.
   1.1.2 Concetto di stadio di equilibrio. Bilancio di materia  e  di
energia  in  un  singolo  stadio.  Stadi  multipli in controcorrente.
Concetto di flusso netto all'interstadio (corrente fittizia).
   1.1.3    L'estrazione    con    solvente     solido-liquido     (e
liquido-liquido).  Rappresentazione delle miscele a tre componenti su
diagrammi triangolari.
   Linea del solido  (corpo  di  fondo).  Operazioni  multistadio  in
controcorrente ed a correnti incrociate.
   1.1.4  Determinazione  grafica  del punto differenza e calcolo del
numero teorico di stadi di equilibrio.
   1.1.5  Fattori  che  influenzano  la   velocita'   di   diffusione
(temperatura,  natura  del  solvente,  agitazione,  granulometria del
solido, ecc.).
   1.1.6 Le apparecchiature di uso industriale  per  l'operazione  di
estrazione operanti in modo continuo e discontinuo.
   1.2 Rettifica continua
   1.2.1  Diagrammi  di  stato,  di  ripartizione  ed entalpico delle
miscele binarie ideali e non ideali. Miscele non ideali: azeotropi di
massima e di minima.
   1.2.2  Bilancio  di  materia  e  di  calore  nelle  operazioni  di
distillazione. Legge di Trouton: significato, validita' e limiti. Sua
applicazione  al  calcolo  del  numero teorico di stadi di equilibrio
(piatti) con il metodo grafico semplificato  di  Mc  Cabe  e  Thiele.
Equazioni  delle  rette  di  lavoro  (arricchimento ed esaurimento) e
condizioni termiche dell'alimentazione (q-line).  Determinazione  per
via  grafica,  del  rapporto di riflusso minimo teorico ed effettivo.
Fattori economici che influenzano la scelta del rapporto di  riflusso
ottimale. Efficienza dei piatti e loro numero effettivo.
   1.2.3  Colonne  a  riempimento:  determinazione  dell'altezza  del
riempimento (HETP) in relazione al numero di stadi teorici.  Vantaggi
e svantaggi rispetto alle colonne a piatti.
   1.2.4  Dimensionamento  di  massima  di  una colonna di rettifica:
diametro in funzione della  velocita'  dei  vapori,  distanza  tra  i
piatti,  ecc.  Principali  anomalie  nel  funzionamento  dei  piatti,
deducibili dal diagramma di Young.
   1.2.5  Concetti  generali  sulla   distillazione   estrattiva   ed
azeotropica.  Schemi di massima relativi a tali tipi di distillazione
(alcool etilico assoluto).
   1.2.6  Altre  operazioni  assimilabili   alla   rettifica:   flash
evaporation,   distillazione   in   corrente   di   vapore  saturo  e
surriscaldato  (stripping)  con  riferimento  alle  piu'   importanti
applicazioni della Chimica Industriale. Le operazioni di assorbimento
e  desorbimento. Processi industriali collegati (depurazione di gas e
recupero dei componenti gassosi).
2. Aspetti impiantistici dei processi di fermentazione industriali
   2.1  Criteri  di   dimensionamento   dei   reattori   fermentatori
impiegabili  nella realizzazione di processi biotecnologici. Problemi
di sterilizzazione delle apparecchiature, del terreno  di  coltura  e
dell'aria.  Aereazione ed agitazione della biomassa. Acquisizione dei
dati  relativi  al  processo  fermentativo  in  atto  e  tecniche  di
regolazione dell'impianto.
   2.2 Separazione e purificazione dei prodotti della fermentazione.
   2.3  Problemi  di  smaltimento  dei  sottoprodotti effluenti da un
processo fermentativo.
3. L'automazione
   3.1 Controlli e  regolazioni:  sistemi  di  regolazione  completa,
proporzionale,  derivativa, integrativa (PID). Esempi ed applicazioni
pratiche in particolare alle operazioni di rettifica.
   3.2  Approccio  alla   regolazione   "predittiva"   basata   sulla
misurazione delle grandezze perturbatrici di un processo.
   3.3  Concetti di base sulla gestione di archivi di dati e relative
applicazioni pratiche nel settore chimico.
4. Principi di legislazione industriale
   4.1 La  legislazione  a  protezione  dell'ambiente.  Illustrazione
degli  aspetti  tecnici contenuti nei principali articoli delle leggi
vigenti poste a salvaguardia  dell'ambiente,  in  particolare  quelle
riguardanti il settore chimico.
5. Processi industriali e biotecnologie
   5.1  Processi  basati  sulle operazioni di estrazione con solvente
(industria  saccarifera,  olii  alimentari)  e  sulla   distillazione
(processi petroliferi o di chimica fine).
   5.2  La  produzione di tecnopolimeri: reazioni di polimerizzazione
di notevole interesse industriale e commerciale.
   Produzione dei piu' importanti polimeri scelti tra quelli  di  uso
quotidiano.
   5.3 Industria dei grassi, dei saponi e dei detersivi.
   5.4  Processi  biotecnologici  di rilevante significato con esempi
tratti dall'industria farmaceutica ed alimentare.
   5.5 La depurazione delle acque reflue civili ed industriali.
   Metodi  chimici  e  metodi  biologici.  Processi   ossidativi   ed
anaerobici con produzione di biogas.
   5.6  Dimensionamento  di  massima  di un impianto di depurazione a
fanghi attivi.
   5.7 Problemi relativi alla eliminazione dei nitrati e dei fosfati.
   5.8  Stesura  di  schemi  di  processo  relativi  alle  Operazioni
Unitarie indicate ed ai processi chimici prescelti.
Laboratorio
   Esperienze  reali o simulate riguardanti l'estrazione con solvente
e la distillazione; uso di software ad esse relativo.
   Esperienze nella regolazione delle  operazioni  di  rettifica  (su
impianto pilota o simulata su elaboratore).
   In  collaborazione  con  Chimica  delle  fermentazioni  esperienze
concordate di biotecnologie.
 
                       INDICAZIONI DIDATTICHE
 
   Il programma  di  Tecnologie  chimiche  industriali,  Principi  di
automazione  e Organizzazione industriale raccoglie in se' ed unifica
in un solo insegnamento argomenti basilari tradizionalmente riservati
alle discipline "Impianti  chimici"  e  "Chimica  Industriale"  e  al
contempo  si  arricchisce  dei  contenuti  e  dei principi teorici di
automazione.
   Il corso risulta profondamente rinnovato in quanto:
    inizia fin  dal  terzo  anno  con  gli  argomenti  relativi  alle
automazioni ed alle applicazioni dell'informatica;
    introduce la pratica triennale di laboratorio, finora assente nei
programmi tradizionali;
    consente una nuova strutturazione e distribuzione degli argomenti
nell'arco del triennio.
   L'unificazione  di Impianti Chimici e di Chimica Industriale in un
unico insegnamento  intende,  per  un  verso  favorire  un  approccio
metodologico   moderno  alla  Chimica  Industriale  (abbandonando  il
nozionismo  puramente  descrittivo  che  sovente,  in   passato,   ha
caratterizzato  tale  disciplina)  e per un altro superare le vecchie
dicotomie tra aspetti impiantistici e  di  processo  e  l'artificiosa
suddivisione tra produzioni della Chimica Organica ed Inorganica.
   La  Chimica  Industriale  rimane,  con  i  temi  che  l'insegnante
riterra'  opportuno  e  doveroso  trattare,  parte  integrante  della
formazione  degli  allievi, senza avere piu' la struttura di "blocco"
monolitico e sistematico decisamente impegnativo  se  indirizzato  ad
una trattazione minuziosa di un gran numero di argomenti.
   Si  ritiene  fondamentale, invece, che una corretta formazione del
Perito del settore chimico debba basarsi sull'inquadramento dei  vari
processi   nell'ottica   delle   Operazioni   Unitarie  (Principi  di
Ingegneria Chimica)  che  li  caratterizzano  e  su  una  discussione
sufficientemente  approfondita degli aspetti termodinamici, cinetici,
reattoristici ed impiantistici del processo in esame.
   Sara' certamente di grande valore  formativo  la  trattazione  dei
temi  della  Chimica  industriale in un'ottica "storica" che evidenzi
l'evoluzione dei processi:  il  docente  potra'  mettere  in  luce  i
progressi  compiuti  nel  corso  degli  anni dal punto di vista delle
materie prime utilizzate, delle Operazioni Unitarie impiegate,  degli
eventuali  sottoprodotti  ottenuti ed infine degli aspetti energetici
ed ecologici.
   Tenendo   presente   che  le  conoscenze  (Know-how)  relative  ai
particolari  tecnologici  dei  processi  chimici   piu'   recenti   e
realizzati  dalla  maggior parte delle industrie non sono liberamente
accessibili, in quanto protette dal riserbo dei brevetti, il  docente
rinuncera'  al proposito di fornire dettagliate e precise descrizioni
di ogni singola produzione. Occorre infatti accettare l'idea  che  la
preparazione  del  diplomato  sia,  in confronto con il passato, meno
ricca di "informazione" ma piu' approfondita come "formazione".
   La complessita' degli argomenti relativi alle Operazioni Unitarie,
anche in relazione alla  giovane  eta'  degli  allievi,  fa  ritenere
raccomandabile  che  la  loro  trattazione si limiti solo allo studio
dello stato stazionario.
   La  trattazione  degli  argomenti  relativi  all'Automazione   non
contraddice  questa  raccomandazione.  Essa  va infatti vista come lo
studio del  mezzo  idoneo  per  mantenere  o  ripristinare  lo  stato
stazionario  in  un  impianto  chimico,  alterato da variazioni nelle
composizioni  dei  reagenti  o  per  raggiungere   nuove   condizioni
operative al fine di mutare le caratteristiche dei prodotti.
   La   inderogabile   esigenza  di  salvaguardare  l'ambiente  rende
necessaria la trattazione della possibile prevenzione e dei rimedi da
adottare per minimizzare i danni eventualmente causati da un processo
industriale. E' bene che il docente favorisca nei giovani allievi  lo
sviluppo  di  quella  cultura ecologica che costituisce gia' oggi uno
dei tratti caratteristici della professionalita' chimica di base.
   Occorre  inoltre  che  i  docenti  forniscano  agli  allievi   gli
strumenti conoscitivi di base circa il problema della incolumita' sul
posto  di  lavoro ed i temi fondamentali della prevenzione infortuni,
unitamente ai primi rudimenti di pronto soccorso.
   La trattazione di argomenti relativi all'organizzazione aziendale,
pur  non  volendo  costituire  un  corso  approfondito  di   economia
aziendale e marketing, si prefigge di sensibilizzare gli allievi alla
valutazione delle scelte ottimali nel campo del dimensionamento delle
apparecchiature,  della scelta del processo ritenuto piu' conveniente
(anche in relazione alla  disponibilita'  di  materie  prime),  degli
aspetti ecologici, del risparmio energetico e dell'eventuale utilizzo
di sottoprodotti.
   L'indicazione  degli  argomenti previsti dal programma deve essere
intesa  dal  docente  come  una  guida  alla  scelta  dei   temi   di
fondamentale  importanza  e  non  deve  essere considerata vincolante
soprattutto per quel che concerne la  successione  cronologica  degli
argomenti.
   Al  docente  e'  data  liberta'  di  scelta  tra il procedere alla
descrizione di un processo industriale e far discendere da questa  la
trattazione  delle  Operazioni  Unitarie,  oppure trattare prima tali
Operazioni e illustrare in seguito le applicazioni ai piu' importanti
processi industriali.
   La prima via indicata potrebbe rivelarsi utile,  nel  terzo  anno,
per un proficuo approccio degli allievi a concetti del tutto nuovi.
   Dal  punto  di  vista  didattico  e' importante che il corso venga
suddiviso in sequenze e programmato assieme ai  docenti  delle  altre
discipline   (in  particolare  Matematica,  Chimica  fisica,  Chimica
organica, Chimica delle fermentazioni ed Analisi chimica). Questa  e'
la  ragione  per  cui  nel  programma  non  appaiono  argomenti i cui
principi fondamentali  ricadono  nelle  competenze  specifiche  delle
discipline summenzionate.
   Cio'   al   fine   anche  di  evitare  inutili  sovrapposizioni  e
"doppioni". I medesimi argomenti  trattati  in  tempi  diversi  e  da
docenti  diversi  spesso confondono gli allievi piu' che portare loro
dei vantaggi.
   E' ad esempio il caso dei concetti inerenti la  termodinamica,  la
cinetica  delle  reazioni  e  l'equilibrio  chimico.  Essi dovrebbero
essere applicati e discussi nella trattazione  dei  processi  chimici
solo  dopo  che i contenuti di base fossero stati trattati in Chimica
fisica.
   Il  docente  dovrebbe   tenere   presente   che   l'attivita'   di
laboratorio, che si avvale sia del metodo deduttivo che induttivo, ha
lo  scopo  di  realizzare  esperienze  pratiche  su  impianti  pilota
computerizzati e la  simulazione  su  apparecchiature  programmabili,
quali   computer   o   PLC  (Programmable  Logic  Controller),  delle
operazioni unitarie fondamentali e delle automazioni.
   In  laboratorio  il  docente  dovrebbe  portare  gli   allievi   a
riflettere  sui  risultati  ottenuti,  verificarne la coerenza con le
teorie proposte  nello  studio  delle  operazioni  unitarie  e  delle
automazioni.
   In  particolare  la  fase  di  interpretazione  dati e' importante
quando essi si discostano dalle  aspettative  fondate  sulle  teorie:
cio'  allo  scopo  di  acuire  lo  spirito  critico  degli allievi ed
incoraggiare il loro interesse per la ricerca.
   E'  consigliabile  che  il  docente  proponga  lo  studio  di   un
linguaggio  di  programmazione evoluto (Basic, Pascal, ecc ..), cosi'
da  promuovere  l'acquisizione  di  una   metodologia   di   rigorosa
strutturazione  logica  nella  impostazione e nella soluzione di ogni
tipo di problema in qualsiasi campo di applicazione. Le esercitazioni
pratiche  di  programmazione  dovrebbero   essere   improntate   alla
enucleazione  degli  aspetti logico-formali piuttosto che ambire alla
realizzazione di programmi dotati di caratteristiche professionali.
 
                       VERIFICA E VALUTAZIONE
 
Premessa
   Il  processo  di   apprendimento/insegnamento   muove   da   certe
condizioni   iniziali  per  giungere  a  condizioni  finali  diverse,
rispondenti   agli   obiettivi   prefissati.   Il   giudizio   finale
(valutazione) richiesto all'insegnante sara' motivato e fondato se si
riuscira'  a  definire chiaramente ed esplicitamente le condizioni di
partenza,  le  condizioni  finali  e  si  riuscira'   a   controllare
razionalmente (verifica), con continuita', il processo di avanzamento
degli allievi verso gli obiettivi terminali.
   I  problemi  della  verifica e della valutazione si presentano con
alcune caratteristiche generali valide per tutti i  curricoli  e  con
caratteristiche  specifiche per ciascuno di essi. Per quanto riguarda
gli aspetti generali i sistemi di verifica dovranno:
    fondarsi  su  prove   razionalmente   impostate,   opportunamente
analizzate  e  rivolte  sia  all'acquisizione di elementi informativi
sull'andamento dello sviluppo del curricolo  (prove  formative),  sia
alla   formulazione   di  giudizi  o  voti  relativi  al  livello  di
apprendimento degli allievi (prove sommative);
    permettere  di  sgombrare il terreno dei rapporti docente/allievo
da elementi di soggettivita' e quindi di  potenziale  conflittualita'
che incidano sulla qualita' stessa del lavoro scolastico;
    rendere   possibile   la   destinazione   alle  verifiche  di  un
tempo-scuola indicativamente non superiore al 30%.
1. Prove di verifica: tipi, quantita' e scansione
   Poiche' le prove di verifica  hanno  per  oggetto  il  livello  di
conseguimento   degli   obiettivi  specifici  disciplinari,  la  loro
tipologia e' funzione del tipo di obiettivi suddetti.  Gli  obiettivi
specifici  del  curricolo  chimico  si  rivolgono  essenzialmente  ad
attivita' logico-formali connesse all'espressione verbale o  scritta,
ad  attivita' connesse alla risoluzione di problemi ed alle attivita'
pratiche di laboratorio.
   Le prove necessarie a  verificare  i  suddetti  obiettivi  saranno
percio' di tre tipi: orali, scritte e pratiche.
   Il colloquio e' insostituibile poiche' e' necessario che l'allievo
impari ad esprimersi sinteticamente impiegando un corretto linguaggio
chimico   in   situazioni  diverse.  Il  docente  deve  essere  pero'
consapevole che tale tipo  di  verifica  implica  un  giudizio  molto
complesso e di carattere fondamentalmente soggettivo per cui essa non
puo' rappresentare l'unico elemento su cui poggiare la verifica.
   Le  prove  scritte  possono  avere  tutti  i  requisiti  necessari
(validita',  attendibilita',  confrontabilita')  per   una   verifica
razionale  e  rappresentano,  percio',  le  prove  piu' adatte su cui
fondare la verifica. Sara' opportuno che l'insegnante ricorra a  test
oggettivi  solo  per verifiche di ingresso o per verifiche in itinere
di tipo formativo; per le verifiche  di  tipo  sommativo  non  appare
opportuno   privilegiare  l'impiego  di  test,  ma  sara'  necessario
ricorrere ad impostazioni particolari e a metodi di analisi razionali
ampiamente sperimentati.
   La verifica dell'attivita' di laboratorio e' importante per  tutte
le discipline chimiche.
   La  verifica  riguarda  sia l'apprendimento sia i comportamenti in
laboratorio  (dominio  delle  tecniche  di  lavoro,   dominio   delle
problematiche  sui  rischi, disponibilita' e partecipazione ai lavori
di gruppo).
   Attraverso le attivita' di laboratorio gli  studenti  imparano  ad
esercitare  quelle  "abilita' procedurali" attraverso cui si forma la
"mentalita' operativa" propria del settore. Questa, anche se limitata
ad un grado intermedio  di  professionalita',  deve  permettere  allo
studente  di  affrontare  problemi,  opportunamente graduati, in modo
completo.
   Ne consegue che la valutazione della professionalita' di  base  in
ambito chimico si atterra', oltre che ai criteri generali espressi in
premessa,  alle  risultanze  delle  verifiche  circa  le attivita' di
laboratorio, tenendo conto dei livelli  raggiunti  nelle  varie  fasi
procedurali   che   costituiscono   tali   attivita':   impostazione,
esecuzione, interpretazione dei risultati.
   La  verifica  dell'apprendimento  sara'  quindi  finalizzata  alla
"misurazione" delle abilita' procedurali conseguite.
   Il  criterio  generale di valutazione privilegiera' l'acquisizione
di tale  abilita'  ed  il  controllo  del  processo  da  parte  dello
studente, piuttosto che il risultato finale.
   Per  quanto  riguarda  la fase di impostazione, la verifica potra'
riguardare ad esempio:
    la validita' e la pertinenza degli obiettivi individuati;
    l'impostazione dello schema di processo  e  la  congruenza  delle
varie fasi tra loro;
    l'adeguata  previsione  dei  tempi di lavoro e la predisposizione
dei materiali e della strumentazione idonea.
   Nella fase di esecuzione potranno essere oggetto  di  verifica  ad
esempio:
    la  capacita' di effettuare nella corretta sequenza le operazioni
manuali e/o strumentali previste dallo schema di lavoro;
    la  capacita'  di  effettuare  scelte  adeguate  alle   procedure
utilizzate;
    la   capacita'  di  collocare  gli  imprevisti  di  lavoro  nella
problematica connessa allo schema di processo.
   Nella  fase  di  interpretazione   la   verifica   potra'   infine
riguardare:
    la capacita' di elaborare i dati ottenuti;
    la   capacita'  di  utilizzare  adeguati  modelli  interpretativi
relativi alla tecnica prescelta o al valore del risultato ottenuto;
    la capacita' di analisi critica delle singole fasi  del  processo
rispetto a quanto previsto dallo schema operativo di impostazione.
   Per  effettuare  queste  verifiche  il docente potra' avvalersi di
griglie  di  osservazione  che   gli   consentano   di   rilevare   i
comportamenti  degli  studenti  nelle  varie fasi di lavoro e le loro
reazioni di fronte ad  eventuali  imprevisti.  Possono  anche  essere
utili relazioni prestrutturate in rapporto alle quali il docente puo'
facilmente  cogliere  la  capacita' dell'allievo di fare osservazioni
sul lavoro effettuato e le procedure seguite.
   La necessita' di pervenire a  modalita'  di  verifica  unitarie  e
l'esigenza    di    conferire    maggior    rigore    alla   verifica
dell'apprendimento, suggeriscono di ricorrere a tutti e tre i tipi di
prove, sia pure attribuendo a ciascuno di essi un "peso"  relativo  e
differenziato,   in   ragione  delle  diverse  finalita'  di  ciascun
insegnamento.
2. Modalita' della valutazione complessiva periodica e finale
   La valutazione che si esprime al termine di segmenti significativi
di  curricolo  non   e'   un   processo   discontinuo,   ne'   emerge
automaticamente  dai risultati delle verifiche, ma viene costruendosi
in modo processuale e trae origine dall'interazione  tra  i  suddetti
risultati  e  altre  variabili  significative relative agli allievi e
altre    ancora    riconducibili    all'ambiente    scolastico     ed
extrascolastico.
   Accanto  alla qualita' e al livello dell'apprendimento, si possono
considerare l'atteggiamento dell'allievo  nei  confronti  del  lavoro
didattico (attenzione alle lezioni, impegno e puntualita' nel lavoro,
contributo  personale  alle  attivita'  di classe), la frequenza alle
attivita' scolastiche, i progressi registrati rispetto  a  condizioni
precedenti, ecc.
   La  valutazione si traduce in un giudizio motivato e razionalmente
fondato che si basa sulla raccolta del  maggior  numero  di  elementi
effettuata   all'inizio,   durante  e  al  termine  del  processo  di
apprendimento e si basa sui risultati ottenuti dalla somministrazione
di prove razionali opportunamente elaborate.