(all. 1 - art. 1)
                                                           ALLEGATO A
           CORSI DI SPECIALIZZAZIONE EX D.P.R. N. 970/1975
                         PROGRAMMI DEI CORSI
                            ------------
                           NUOVI PROGRAMMI
                   CORSI BIENNALI SPECIALIZZAZIONE
                       (ex D.P.R. n. 970/1975)
                                  I
                             PREFAZIONE
   Con D.M. del 9 novembre 1993 e' stato avviato il riordinamento dei
programmi  fissati  con  i  DD.MM. del 24 aprile 1986 e del 14 giugno
1988,  per  le  modifiche  e  le  integrazioni  necessarie   sia   in
riferimento  ai  contenuti delle aree informativa e formativa, sia in
relazione agli aspetti applicativi degli stessi programmi e cio'  per
le seguenti considerazioni:
   --  la  sentenza  della Corte costituzionale del 5 giugno 1987, n.
215, e la legge 5 febbraio 1992, n. 104, nel  confermare  il  diritto
all'integrazione  scolastica degli alunni in situazione di handicap a
causa  di   minorazioni   psicofisiche   nella   scuola   materna   e
dell'obbligo,  estendono tale diritto anche alla scuola secondaria di
secondo grado e richiedono un piu' articolato ed efficace  intervento
formativo  degli insegnanti destinati ad attivita' di sostegno, in un
quadro sistemico di riferimento anche interistituzionale;
   -- i preesistenti programmi, di cui ai DD.MM. 24 aprile 1986 e  14
giugno  1988, in quanto anteriori all'entrata in vigore della legge 5
febbraio 1992, n.  104,  risultano  non  del  tutto  coerenti  con  i
principi e le modalita' applicative richiamati da tale legge, nonche'
dalla sopra richiamata sentenza della Corte costituzionale, esigendo,
conseguentemente, una revisione ed un adeguamento;
   --  un  adeguamento  dei  programmi  stessi si pone, inoltre, come
conseguenza delle innovazioni intervenute in questi ultimi  anni,  in
campo  legislativo  ed  in ambito pedagogico-didattico, nonche' delle
nuove prospettive anche di carattere organizzativo ed  amministrativo
- in particolare l'autonomia scolastica - nel piu' ampio quadro della
riforma del sistema scolastico;
   -- i risultati di un costante monitoraggio statistico sul fenomeno
della presenza, nei vari ordini e gradi di scuola, di una varieta' di
casi   di  alunni  in  situazione  di  handicap  hanno  concordemente
evidenziato l'emergere di diversi bisogni  formativi  dell'insegnante
destinato alle attivita' di sostegno.
   I  programmi  sono  stati  definiti  sulla base di una preliminare
ampia  consultazione  che  ha  fatto   emergere   la   necessita'   e
l'opportunita' di:
     a)  offrire  una  risposta,  in  tempi  brevi,  alle  attese  di
formazione dei docenti, nelle more dell'attuazione dell'art. 14 della
legge 5 febbraio 1992, n. 104, relativo alla formazione universitaria
degli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado, in  particolare
per le attivita' di sostegno all'integrazione scolastica di alunni in
situazione di handicap;
     b)  elaborare  curricoli  che, pur caratterizzati da un impianto
unitario, offrano  ai  docenti  la  possibilita'  di  conseguire  una
preparazione  diversificata  in  rapporto  agli  ordini e ai gradi di
scuola;
     c)  prevedere  un impianto disciplinare globale che possa essere
modularizzato e diversificato, in rapporto alla diversa  preparazione
di  base dei corsisti, nonche' agli eventuali crediti formativi dagli
stessi vantati ed eventualmente riconosciuti;
     d) prevedere  una  strutturazione  dei  corsi  finalizzata  alla
formazione in servizio, periodica e programmata, per tutti i docenti.
   Il   riordino   dei   programmi,   infine,   e'   stato  suggerito
dall'avvertita esigenza di:
    -- garantire all'insegnante assegnato alle attivita' di  sostegno
l'acquisizione  di competenze relazionali, disciplinari e soprattutto
metodologiche,  nonche'  di   conoscenze   generali   relative   alle
situazioni di handicap;
    --  far  emergere con chiarezza il legame tra contenuti e metodo,
da  cui,  pertanto,  possa  conseguire  una  perfetta  saldatura  tra
esigenze  culturali  e  capacita' operative, tra contenuti teorici ed
aspetti applicativi.
                                 II
                  PRESENTAZIONE DEI NUOVI PROGRAMMI
   Nel redigere i presenti programmi, si e' operato facendo una netta
distinzione fra:
     a)  momento  di  impostazione  e  attuazione  della   formazione
iniziale del docente e
     b)  momento  destinato alla formazione ricorrente e in servizio,
all'aggiornamento e riqualificazione del  personale  docente  stesso,
con  particolare  riguardo  a  quello  con esperienza didattica ormai
consolidata nella scuola di Stato.
   La legge n. 341/1990 e,  per  l'handicap,  la  legge  n.  104/l992
hanno, come e' noto, demandato la formazione iniziale di cui al punto
a)  alle  universita'.  In  attesa  che tale normativa trovi compiuta
attuazione,  i  programmi  intendono  porsi  un  duplice   obiettivo:
sopperire  alla  mancata  attuazione della formazione universitaria a
carattere iniziale ed elaborare nel contempo  un  progetto  formativo
articolato  modularmente, che risulti fruibile anche in un disegno di
formazione e di qualificazione successivo.
   Quanto sopra, in rapporto ai seguenti punti di riferimento.
1. Nuove prospettive per la funzione di docente specializzato.
   L'azione finalizzata alla integrazione scolastica dei soggetti  in
situazione  di  handicap  deve impegnare la struttura sociale nel suo
complesso, piu' specificatamente tutto il sistema scolastico,  e  non
piu'   solamente   alcuni  operatori  di  esso.  Resta  senza  dubbio
essenziale  ed  insopprimibile,  allo  stato  dei  bisogni  e   della
normativa,  la  figura  del docente "specialista" quale risorsa della
scuola e nella scuola, ma la risposta  all'esigenza  di  integrazione
non  puo'  piu'  esaurirsi  ne'  quindi  limitarsi alla formazione di
personale  "specializzato",  evidenziandosi  invece  inderogabile  la
necessita'  che  tutto  il  personale scolastico sia riqualificato in
funzione  della  messa  in  atto  di  strategie  e  di  tecniche  che
consentano   di   realizzare  una  piena  ed  effettiva  integrazione
scolastica.
2. Progetto ricorrente di aggiornamento e/o riqualificazione.
   Conseguentemente,  si  e'  operato  nell'ottica  di  costruire  un
programma  che  consenta la realizzazione di un sistema coordinato di
corsi per la qualificazione del personale docente che dovra' svolgere
attivita' di sostegno all'integrazione  scolastica  degli  alunni  in
situazione di handicap e per iniziative di aggiornamento per tutto il
personale in servizio:
    1)  a  cui  gradualmente  possano  accedere  tutti  i  docenti in
servizio e
    2) che, in prospettiva,  possa  trasformarsi  in  un  sistema  di
aggiornamento permanente e ricorrente.
3. Valorizzazione dell'esperienza professionale.
   I  programmi  sono  stati  elaborati, pertanto, in funzione di una
azione di aggiornamento ricorrente dei docenti in servizio di  ruolo,
nell'intento  di  mettere  l'intero  sistema  scolastico  ed  i  suoi
operatori in condizione di rispondere correttamente ed  adeguatamente
ai  bisogni  speciali  di  educazione  in cui si concretizza una vera
azione di integrazione scolastica.
   Nel redigere i programmi e' stata tenuta presente  in  particolare
la  formazione  iniziale  posseduta dal docente di ruolo nelle scuole
statali,  nonche'  la  presenza  di  esperienze  professionali   gia'
consolidate.
4. Modularita' e crediti formativi.
   Nel  disegnare  i  programmi  sono  stati  considerati  altri  due
elementi:
     a) la presenza, all'interno dei corsi, di docenti con formazione
iniziale fortemente differenziata;
     b) la diversita' delle esigenze in relazione alle distinte  aree
territoriali del Paese.
   Questi  elementi hanno indotto la commissione a tener conto, nella
formulazione dei programmi, della necessita' di:
    1) riconoscere - con modalita'  efficaci  e  controllabili  -  le
pregresse  acquisizioni  formative  cioe'  "i  crediti formativi" dei
candidati. Nei programmi, pertanto, per  alcune  parti,  indicate  in
modo circostanziato, e' prevista la possibilita' di fruire di crediti
formativi accertati;
    2)  rendere  possibile  la  costruzione di programmi modulari che
consentano, ai singoli uffici scolastici provinciali, e limitatamente
al personale docente  di  ruolo,  anche  la  realizzazione  di  parte
dell'intero  disegno  del  corso,  senza  conseguimento  di titolo di
specializzazione, al fine di rispondere  ad  esigenze  specifiche  di
precisi ambiti territoriali o di parti del sistema scolastico;
    3)  riconoscere,  altresi',  la  frequenza  di uno o piu' moduli,
unitamente alla certificazione sulla  valutazione  conseguita,  quale
formale  credito formativo, qualora si voglia completare il corso con
la frequenza dei rimanenti moduli al fine  di  potere  conseguire  il
titolo di docente specializzato per le attivita' di sostegno.
                                 III
                        PREMESSA AI PROGRAMMI
1. Generalita'.
   Questi  programmi  vedono  la  luce  al termine di una trentennale
azione ed esperienza di integrazione scolastica che,  nata  in  forma
spontanea   nella   scuola   elementare,  approda  ora  nella  scuola
secondaria  superiore,  interessando  quindi  tutti  i  segmenti  del
curricolo scolastico.
   Il  dovere  e  la  prassi della "integrazione scolastica" si trova
oggi a rapportarsi con ordini e gradi  di  scuola  caratterizzati  da
programmi  ed  assetti  organizzativi  molto  diversi tra loro, in un
continuo  processo  di  innovazione  ordinamentale,  programmatico  e
metodologico.
   I  problemi  operativi  posti  da  una  attivita'  educativa  e di
istruzione volta alla integrazione investono pertanto,  nella  scuola
dell'autonomia, l'intero sistema scolastico.
   Pare compito di questo decennio dare risposta all'esigenza di:
    --   adeguare   le  procedure  e  le  prassi  della  integrazione
scolastica ai  programmi  e  ai  diversi  assetti  organizzativi  che
caratterizzano i vari ordini e gradi del sistema scolastico;
    --  raccordare  obiettivi  e  metodi,  per  equilibrare  l'azione
integrativa con quella assertiva nella  prassi  di  educazione  e  di
istruzione della scuola.
   Posto  che  l'impegno  dell'azione  di  integrazione e' compito di
tutti gli operatori  del  sistema  scolastico,  deve  necessariamente
realizzarsi  una  azione di riqualificazione e di formazione continua
di tutti i docenti.
   Quanto  sopra,  evidentemente,  non  potra'  che  realizzarsi  con
gradualita'  e  processualita'.  Per  il  sistema  scolastico  si  e'
evidenziata la necessita'  di  figure  specialistiche,  ma  esse  non
debbono   essere   fonte   di  "separatezza".  Separatezza,  e'  bene
ricordarlo, che mina  alle  fondamenta  l'azione  volta  ad  ottenere
integrazione e non segregazione o mera tolleranza di presenza.
   A  questo  proposito  appare opportuno, infatti, sottolineare come
l'esercizio   della   azione    professionale-docente,    da    parte
dell'insegnante  che ha frequentato il corso, non possa in alcun modo
essere sostitutiva di quella normalmente esercitata dai colleghi,  ma
debba  essere  invece una sorta di supporto, destinato ad evidenziare
ai colleghi stessi i nodi metodologici  e  didattico-disciplinari  in
cui  piu'  si  inceppa  l'azione  di  educazione  ed  istruzione  nei
confronti di soggetti in situazione di handicap.
   Alla individuazione ed evidenziazione di  nodi,  seguira'  poi  un
lavoro  congiunto  di ricerca delle strategie e delle tecniche (anche
in ambito disciplinare) per sciogliere o recidere i nodi stessi.
   Non pare assolutamente possibile ipotizzare  soluzioni  di  delega
per  il superamento delle difficolta', bensi' appare molto importante
che le risorse di docenza aggiuntive e  specializzate  (i  cosiddetti
insegnanti  di  sostegno)  possano  essere  spese  per  un  lavoro di
collaborazione  sia  sul   piano   della   progettualita'   e   della
programmazione   dell'azione   scolastica   che   sul   piano   della
realizzazione operativa del progetto stesso.
   Pare utile  sottolineare,  inoltre,  che  le  risorse  di  docenza
aggiunte,  ben lungi dal costituire un patrimonio di esperti nel "del
disciplinare o della  didattica",  di  fatto  si  connotano  come  un
arricchimento  delle  potenzialita' per individuare e definire tratti
essenziali, per circoscrivere problemi,  per  progettare  e  definire
ipotesi  di  soluzione  degli  stessi  e  per  migliorare  il tessuto
relazionale del sistema.
   In buona sostanza, questo arricchimento della potenzialita'  della
funzione  docente  dovrebbe  riuscire  a  garantire, in ogni ordine e
grado di scuola, il necessario equilibrio fra "momento  educativo"  e
"momento  di  istruzione",  attraverso  la costruzione di un efficace
ambiente educativo  in  cui  le  corrette  ed  equilibrate  relazioni
interpersonali  mai vengono ad essere compresse o sacrificate al mito
dello standard o della norma.
   Le  risorse di sostegno aggiuntive, inoltre, potranno essere utili
per individuare gli  specifici  bisogni  personali  dei  soggetti  in
difficolta',  sia  in  riferimento alla minorazione che li ha colpiti
che  in  ordine  alle  modalita'  del   vissuto   individuale   degli
impedimenti conseguenti.
   Le  stesse  risorse,  poi,  dovrebbero  assolvere  al  compito  di
facilitare i rapporti e le relazioni fra operatori, tanto all'interno
del sistema scolastico quanto al di  fuori  dello  stesso  (famiglia,
altre agenzie educative, U.S.L., ecc.).
   In  sintesi,  il  docente  che si dedichera' al lavoro di sostegno
dovra':
    -- possedere la  capacita'  di  individuare  e  circostanziare  i
problemi;
    -- provvedere ad affinare la propria funzione docente;
    -- conseguire approfondite abilita' sul piano relazionale.
2. Finalita' ed obiettivi dei corsi di specializzazione.
   I  programmi dei corsi di specializzazione intendono promuovere un
percorso formativo in grado di porre i docenti  nelle  condizioni  di
sapere  riconoscere, affrontare e risolvere i piu' comuni problemi di
insegnamento posti  dalla  diversita'  che  caratterizza  i  modi  di
relazionarsi con ciascuno degli allievi e degli allievi fra di loro.
   Nell'ambito  dell'attenzione  rivolta alle differenze individuali,
che si ritiene debba costituire una connotazione tipica  dei  sistemi
scolastici  piu'  evoluti,  il modello di corso qui' elaborato mira a
fornire una attualizzata professionalita' per cio'  che  concerne  la
trattazione   educativo-didattica   di   problemi   connessi  con  le
situazioni di handicap conseguenti a disabilita', minorazioni o stati
psicofisici di svantaggio di alcuni alunni. Questa ottica implica  il
conseguimento  di  una  preparazione  culturale  e professionale piu'
avanzata.
   Tale preparazione - che considera  il  rispetto  della  diversita'
come  presupposto  di  garanzia  del  diritto  allo studio di ciascun
cittadino - deve comunque appartenere a qualsiasi docente.
   Data la necessaria  prospettiva  di  diffusione  generalizzata  di
questo  obiettivo,  il  termine  specializzazione  e'  motivato dalle
considerazioni teoriche sopra espresse e trova giustificazione  nelle
attuali   condizioni   giuridico-formali,   che  vedono  la  completa
assunzione  della  formazione  iniziale  degli  insegnanti  da  parte
dell'Universita'.
   In altre parole, i traguardi finali di formazione generale, attesi
dagli  sviluppi  del  corso,  dovranno  progressivamente, ed in tempi
brevi,  interessare  tutti   i   docenti,   indipendentemente   dalle
attribuzioni   loro   spettanti,   dalle  discipline  loro  affidate,
dall'ordine di scuola, dal maggiore  o  minore  coinvolgimento  nella
gestione   di   specifiche   situazioni  di  handicap,  dal  tipo  di
minorazione o di disabilita' degli alunni.
   Sulle stesse basi si disegna la struttura  innovativa  del  corso,
caratterizzata  da blocchi disciplinari aperti e flessibili, in grado
di adattarsi e corrispondere alle specifiche esigenze  formative  dei
singoli  docenti,  secondo  i  gradi  ed  i  campi di formazione e di
approfondimento individuati nel processo di formazione permanente  di
ciascun  insegnante,  nonche' in relazione alle periodiche necessita'
di aggiornamento.
   Il  percorso  formativo  trova la sua espressione piu' ricca nella
relazione  interdisciplinare,  assumendosi  come  imprescindibile  la
concorrenza   di   piu'   contributi   nella   costruzione   e  nella
appropriazione di una coerente ed efficace professionalita' docente.
   Il  progetto  di  corso  -   anche   mediante   una   impostazione
organizzativa  che  ne rende visibile la filosofia di fondo - intende
mantenere   preminente   il   senso   di   una   proposta   formativa
prioritariamente   destinata   ai  docenti  in  servizio.  Da  questa
impostazione derivano:
     a) la pregnanza della componente operativa;
     b) la previsione della possibilita' di utilizzazione di  crediti
formativi da parte dei frequentanti.
   La  prima  tipizzazione  si  pone  anche  come elemento distintivo
rispetto alle competenze di  approfondimento  teorico  e  di  ricerca
sperimentale  riconosciute alle istituzioni universitarie, cui spetta
la titolarita' dei corsi di specializzazione post-lauream.
   Con la seconda caratterizzazione si vuole introdurre, come  si  e'
prima   accennato,   il   criterio   della   sistematicita'  e  della
flessibilita' nella formazione e nell'aggiornamento permanente  degli
insegnanti,  insieme  con  il  principio della riconoscibilita' degli
esiti dei momenti individuali di studio e di aggiornamento,  i  quali
andrebbero   altrimenti   dispersi   (dando  luogo  a  costi  sociali
aggiuntivi nonche' a  processi  di  disincentivazione  nelle  persone
interessate).
   I  nuovi  programmi  mirano,  in  definitiva,  a  rendere  il piu'
concretamente possibile e fattibile la personalizzazione del percorso
formativo  generale,  sia  sulla  base  della  specifica   formazione
iniziale  ed  in  itinere  dei  singoli  docenti,  sia in relazione a
peculiari esperienze ed  esigenze  professionali,  riconducibili  tra
l'altro   ai  diversi  ordini  di  scuola,  ai  differenti  interessi
disciplinari, alle specifiche connotazioni e valenze  epistemologiche
che  una  stessa  disciplina  assume in relazione alle fasi evolutive
degli alunni.
3. Metodologia del corso.
3.1. Ammissione al corso.
   Ogni corso non  puo'  avere  piu'  di  quaranta  frequentanti.  Le
ammissioni  alla  frequenza  dei  singoli corsi, che saranno attivati
sulla base delle esigenze espresse nel territorio di competenza e nel
quadro di  una  progressiva  azione  di  aggiornamento  di  tutto  il
personale  di  ruolo,  vengono  disciplinate  mediante  modalita'  di
accesso  che  si  fondano  sulla  valutazione  oggettiva  dei  titoli
professionali e culturali presentati dagli aspiranti.
3.2. Impostazione del corso.
   Il  corso  dovra'  iniziare  con  una prima fase, durante la quale
tutti i corsisti debbono essere messi in condizione di  conoscere  le
finalita'  del lavoro che vanno ad intraprendere con la frequenza del
corso stesso e prendere atto degli impegni personali e  professionali
che esso comporta.
   In  questa  fase di conoscenza i corsisti avranno modo di valutare
se sono in condizione di poter vantare  crediti  formativi  o  se  il
livello  e  le  caratteristiche  degli  studi  gia'  compiuti e delle
esperienze professionali maturate sia tale da far loro preferire  una
frequenza integrale del corso.
   Questo   momento  conoscitivo  dovra'  realizzarsi  in  parte  con
prolusioni di carattere frontale  impartite  in  forma  intensiva  ed
andra'  a collocarsi alla fine dell'anno scolastico precedente quello
in cui si svolgera' il corso.
3.3. Valutazione e riconoscimento dei crediti formativi.
   La valutazione ed il riconoscimento dei crediti formativi  vantati
dai  corsisti  avra' luogo in una apposita seduta di esame, a cura di
una commissione composta dai sei componenti il gruppo  di  conduzione
del corso (vedi paragrafo successivo).
   Il   corsista   dovra'  infatti  sostenere  un  colloquio  con  la
commissione, concernente quella parte  dei  programmi  per  la  quale
chiede il riconoscimento del credito formativo.
3.4. Docenti del corso.
   Ogni corso avra' un gruppo di conduzione di sei persone costituito
da:
    -- il direttore del corso;
    --  cinque  docenti, ciascuno dei quali responsabile di una delle
aree del corso.
   Il gruppo di conduzione del  corso,  inoltre,  si  avvarra'  degli
apporti  di  altri  docenti esperti, i quali non potranno partecipare
alle decisioni di impostazione  e  conduzione  del  corso  stesso  ma
dovranno  adeguare i propri apporti specialistici alla filosofia e al
metodo che caratterizza il medesimo.
3.5. Metodologia di conduzione.
   Il corso, nel suo svolgersi e realizzarsi, deve  dare  un  esempio
concreto del concetto di integrazione, sia attraverso le modalita' di
lavoro  attuate  all'interno del gruppo di conduzione, sia attraverso
le capacita' dello stesso  di  integrare  gli  apporti  specialistici
esterni,  nonche',  infine,  mediante  la  realizzazione di specifici
momenti di insegnamento che potranno vedere anche  lezioni  integrate
fra di loro.
   Il  corso  prevede  una  alternanza  di  momenti caratterizzati da
lezioni frontali con  altri  momenti  impostati  secondo  il  modello
seminariale.
3.6. Esami e valutazione.
   Sono previste valutazioni in itinere e una valutazione finale.
   Le valutazioni in itinere si collocano alla fine dei vari seminari
(almeno  un  seminario  per area disciplinare) e vengono redatte, per
ciascun corsista, dal gruppo di conduzione del seminario,  sia  sulla
base  della  modalita'  di  partecipazione  sia  sulla  scorta  delle
conoscenze che il corsista ha dimostrato di possedere.
   Si ritiene, cioe', utile valutare  la  capacita'  di  esercire  le
conoscenze acquisite oltre che verificare la consistenza quantitativa
di queste ultime.
   Il  corso  si  conclude  con  un esame finale di tesi per il quale
viene  assegnato  uno  specifico  punteggio.  La  valutazione  finale
risulta dalla considerazione della media aritmetica delle valutazioni
conseguite  durante  il  corso,  nonche' dalla valutazione conseguita
nell'esame finale.
   Tale esame e' basato su due riferimenti:
     a)  la  raccolta  delle  elaborazioni  e  della   documentazione
relativa  alla  riflessione ed alla riorganizzazione della esperienza
professionale;
     b)  un  tema  di approfondimento teorico a scelta del candidato,
sul quale il candidato stesso presentera' un  breve  e  significativo
trattato   in   cui,   oltre  a  dimostrare  la  completa  padronanza
dell'argomento scelto, ne evidenzi gli aspetti applicativi in  ambito
scolastico.
3.7. Le aree disciplinari.
   I  singoli curricoli disciplinari sono raggruppati in cinque aree,
ciascuna delle quali comprende le discipline a fianco elencate:
    1) il quadro: legislazione, sociologia e pedagogia;
    2) il soggetto: psicologia e biologia;
    3) il metodo: i problemi di metodologia;
    4) i linguaggi:  comunicazione  non  verbale,  lingua,  logica  e
matematica;
    5)  la professionalita': rielaborazione dell'esperienza personale
ed organizzazione delle competenze professionali.
   Questo  quinto  filone,  trasversale,  andra'  a   sostituire   le
attivita'  che  nei  precedenti  programmi  erano aggruppate sotto la
dizione "dimensione operativa" e "tirocinio indiretto".
   Una schematizzazione potrebbe essere rappresentata come segue:

|   Il quadro                                        Il soggetto    |
| Legislazione                                       Psicologia     |
|  Sociologia                                         Biologia      |
|  Pedagogia                                                        |
|              Rielaborazione esperienze personali                  |
|                        Organizzazione                             |
|                   Competenze professionali                        |
|   Il metodo                                        I linguaggi    |
|   Problemi                                           Lingua       |
| metodologici                                    Logica-matematica |
|                                                 Com. non  verbale |
|                                                                   |
   Lo  schema  precedente  evidenzia  le  aree  affidate  ai   cinque
responsabili  che,  insieme  al  direttore  del  corso, compongono il
"gruppo di conduzione", preposto a decidere in  ordine  all'andamento
dell'intero  sistema corsuale: detto gruppo dovra' procedere d'intesa
alla stesura di un vero e proprio progetto  pedagogico-culturale  del
corso.  Come  si evince dal prospetto, una parte di "riorganizzazione
della esperienza professionale" (ex tirocinio), e' di  competenza  di
ciascun responsabile di area.
   E'  evidente  che  al  responsabile  di  area, il quale puo' anche
insegnare una parte delle discipline raggruppate nella propria  area,
compete,  soprattutto e prioritariamente, il lavoro di armonizzazione
e di integrazione dei diversi contributi di insegnamento affidati  ad
esperti  disciplinari  non  facenti parte del "gruppo di conduzione".
Analogamente, il direttore del corso  potra'  riservarsi  una  minima
parte  di  docenza  ma  il suo impegno prioritario sara' di carattere
organizzativo e gestionale dell'intero corso e, nella massima  parte,
di  coordinamento e di integrazione delle attivita' di docenza svolte
nelle cinque diverse aree. Il direttore, inoltre, vigilera' affinche'
ogni responsabile di area affronti secondo una metodologia concordata
e decisa dal gruppo di conduzione anche la parte di "riorganizzazione
della esperienza professionale" (ex tirocinio).



    ---->  Vedere Allegato da Pag. 10 a Pag. 37 della G.U.  <----