ALLEGATO A CORSI DI SPECIALIZZAZIONE EX D.P.R. N. 970/1975 PROGRAMMI DEI CORSI ------------ NUOVI PROGRAMMI CORSI BIENNALI SPECIALIZZAZIONE (ex D.P.R. n. 970/1975) I PREFAZIONE Con D.M. del 9 novembre 1993 e' stato avviato il riordinamento dei programmi fissati con i DD.MM. del 24 aprile 1986 e del 14 giugno 1988, per le modifiche e le integrazioni necessarie sia in riferimento ai contenuti delle aree informativa e formativa, sia in relazione agli aspetti applicativi degli stessi programmi e cio' per le seguenti considerazioni: -- la sentenza della Corte costituzionale del 5 giugno 1987, n. 215, e la legge 5 febbraio 1992, n. 104, nel confermare il diritto all'integrazione scolastica degli alunni in situazione di handicap a causa di minorazioni psicofisiche nella scuola materna e dell'obbligo, estendono tale diritto anche alla scuola secondaria di secondo grado e richiedono un piu' articolato ed efficace intervento formativo degli insegnanti destinati ad attivita' di sostegno, in un quadro sistemico di riferimento anche interistituzionale; -- i preesistenti programmi, di cui ai DD.MM. 24 aprile 1986 e 14 giugno 1988, in quanto anteriori all'entrata in vigore della legge 5 febbraio 1992, n. 104, risultano non del tutto coerenti con i principi e le modalita' applicative richiamati da tale legge, nonche' dalla sopra richiamata sentenza della Corte costituzionale, esigendo, conseguentemente, una revisione ed un adeguamento; -- un adeguamento dei programmi stessi si pone, inoltre, come conseguenza delle innovazioni intervenute in questi ultimi anni, in campo legislativo ed in ambito pedagogico-didattico, nonche' delle nuove prospettive anche di carattere organizzativo ed amministrativo - in particolare l'autonomia scolastica - nel piu' ampio quadro della riforma del sistema scolastico; -- i risultati di un costante monitoraggio statistico sul fenomeno della presenza, nei vari ordini e gradi di scuola, di una varieta' di casi di alunni in situazione di handicap hanno concordemente evidenziato l'emergere di diversi bisogni formativi dell'insegnante destinato alle attivita' di sostegno. I programmi sono stati definiti sulla base di una preliminare ampia consultazione che ha fatto emergere la necessita' e l'opportunita' di: a) offrire una risposta, in tempi brevi, alle attese di formazione dei docenti, nelle more dell'attuazione dell'art. 14 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, relativo alla formazione universitaria degli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado, in particolare per le attivita' di sostegno all'integrazione scolastica di alunni in situazione di handicap; b) elaborare curricoli che, pur caratterizzati da un impianto unitario, offrano ai docenti la possibilita' di conseguire una preparazione diversificata in rapporto agli ordini e ai gradi di scuola; c) prevedere un impianto disciplinare globale che possa essere modularizzato e diversificato, in rapporto alla diversa preparazione di base dei corsisti, nonche' agli eventuali crediti formativi dagli stessi vantati ed eventualmente riconosciuti; d) prevedere una strutturazione dei corsi finalizzata alla formazione in servizio, periodica e programmata, per tutti i docenti. Il riordino dei programmi, infine, e' stato suggerito dall'avvertita esigenza di: -- garantire all'insegnante assegnato alle attivita' di sostegno l'acquisizione di competenze relazionali, disciplinari e soprattutto metodologiche, nonche' di conoscenze generali relative alle situazioni di handicap; -- far emergere con chiarezza il legame tra contenuti e metodo, da cui, pertanto, possa conseguire una perfetta saldatura tra esigenze culturali e capacita' operative, tra contenuti teorici ed aspetti applicativi. II PRESENTAZIONE DEI NUOVI PROGRAMMI Nel redigere i presenti programmi, si e' operato facendo una netta distinzione fra: a) momento di impostazione e attuazione della formazione iniziale del docente e b) momento destinato alla formazione ricorrente e in servizio, all'aggiornamento e riqualificazione del personale docente stesso, con particolare riguardo a quello con esperienza didattica ormai consolidata nella scuola di Stato. La legge n. 341/1990 e, per l'handicap, la legge n. 104/l992 hanno, come e' noto, demandato la formazione iniziale di cui al punto a) alle universita'. In attesa che tale normativa trovi compiuta attuazione, i programmi intendono porsi un duplice obiettivo: sopperire alla mancata attuazione della formazione universitaria a carattere iniziale ed elaborare nel contempo un progetto formativo articolato modularmente, che risulti fruibile anche in un disegno di formazione e di qualificazione successivo. Quanto sopra, in rapporto ai seguenti punti di riferimento. 1. Nuove prospettive per la funzione di docente specializzato. L'azione finalizzata alla integrazione scolastica dei soggetti in situazione di handicap deve impegnare la struttura sociale nel suo complesso, piu' specificatamente tutto il sistema scolastico, e non piu' solamente alcuni operatori di esso. Resta senza dubbio essenziale ed insopprimibile, allo stato dei bisogni e della normativa, la figura del docente "specialista" quale risorsa della scuola e nella scuola, ma la risposta all'esigenza di integrazione non puo' piu' esaurirsi ne' quindi limitarsi alla formazione di personale "specializzato", evidenziandosi invece inderogabile la necessita' che tutto il personale scolastico sia riqualificato in funzione della messa in atto di strategie e di tecniche che consentano di realizzare una piena ed effettiva integrazione scolastica. 2. Progetto ricorrente di aggiornamento e/o riqualificazione. Conseguentemente, si e' operato nell'ottica di costruire un programma che consenta la realizzazione di un sistema coordinato di corsi per la qualificazione del personale docente che dovra' svolgere attivita' di sostegno all'integrazione scolastica degli alunni in situazione di handicap e per iniziative di aggiornamento per tutto il personale in servizio: 1) a cui gradualmente possano accedere tutti i docenti in servizio e 2) che, in prospettiva, possa trasformarsi in un sistema di aggiornamento permanente e ricorrente. 3. Valorizzazione dell'esperienza professionale. I programmi sono stati elaborati, pertanto, in funzione di una azione di aggiornamento ricorrente dei docenti in servizio di ruolo, nell'intento di mettere l'intero sistema scolastico ed i suoi operatori in condizione di rispondere correttamente ed adeguatamente ai bisogni speciali di educazione in cui si concretizza una vera azione di integrazione scolastica. Nel redigere i programmi e' stata tenuta presente in particolare la formazione iniziale posseduta dal docente di ruolo nelle scuole statali, nonche' la presenza di esperienze professionali gia' consolidate. 4. Modularita' e crediti formativi. Nel disegnare i programmi sono stati considerati altri due elementi: a) la presenza, all'interno dei corsi, di docenti con formazione iniziale fortemente differenziata; b) la diversita' delle esigenze in relazione alle distinte aree territoriali del Paese. Questi elementi hanno indotto la commissione a tener conto, nella formulazione dei programmi, della necessita' di: 1) riconoscere - con modalita' efficaci e controllabili - le pregresse acquisizioni formative cioe' "i crediti formativi" dei candidati. Nei programmi, pertanto, per alcune parti, indicate in modo circostanziato, e' prevista la possibilita' di fruire di crediti formativi accertati; 2) rendere possibile la costruzione di programmi modulari che consentano, ai singoli uffici scolastici provinciali, e limitatamente al personale docente di ruolo, anche la realizzazione di parte dell'intero disegno del corso, senza conseguimento di titolo di specializzazione, al fine di rispondere ad esigenze specifiche di precisi ambiti territoriali o di parti del sistema scolastico; 3) riconoscere, altresi', la frequenza di uno o piu' moduli, unitamente alla certificazione sulla valutazione conseguita, quale formale credito formativo, qualora si voglia completare il corso con la frequenza dei rimanenti moduli al fine di potere conseguire il titolo di docente specializzato per le attivita' di sostegno. III PREMESSA AI PROGRAMMI 1. Generalita'. Questi programmi vedono la luce al termine di una trentennale azione ed esperienza di integrazione scolastica che, nata in forma spontanea nella scuola elementare, approda ora nella scuola secondaria superiore, interessando quindi tutti i segmenti del curricolo scolastico. Il dovere e la prassi della "integrazione scolastica" si trova oggi a rapportarsi con ordini e gradi di scuola caratterizzati da programmi ed assetti organizzativi molto diversi tra loro, in un continuo processo di innovazione ordinamentale, programmatico e metodologico. I problemi operativi posti da una attivita' educativa e di istruzione volta alla integrazione investono pertanto, nella scuola dell'autonomia, l'intero sistema scolastico. Pare compito di questo decennio dare risposta all'esigenza di: -- adeguare le procedure e le prassi della integrazione scolastica ai programmi e ai diversi assetti organizzativi che caratterizzano i vari ordini e gradi del sistema scolastico; -- raccordare obiettivi e metodi, per equilibrare l'azione integrativa con quella assertiva nella prassi di educazione e di istruzione della scuola. Posto che l'impegno dell'azione di integrazione e' compito di tutti gli operatori del sistema scolastico, deve necessariamente realizzarsi una azione di riqualificazione e di formazione continua di tutti i docenti. Quanto sopra, evidentemente, non potra' che realizzarsi con gradualita' e processualita'. Per il sistema scolastico si e' evidenziata la necessita' di figure specialistiche, ma esse non debbono essere fonte di "separatezza". Separatezza, e' bene ricordarlo, che mina alle fondamenta l'azione volta ad ottenere integrazione e non segregazione o mera tolleranza di presenza. A questo proposito appare opportuno, infatti, sottolineare come l'esercizio della azione professionale-docente, da parte dell'insegnante che ha frequentato il corso, non possa in alcun modo essere sostitutiva di quella normalmente esercitata dai colleghi, ma debba essere invece una sorta di supporto, destinato ad evidenziare ai colleghi stessi i nodi metodologici e didattico-disciplinari in cui piu' si inceppa l'azione di educazione ed istruzione nei confronti di soggetti in situazione di handicap. Alla individuazione ed evidenziazione di nodi, seguira' poi un lavoro congiunto di ricerca delle strategie e delle tecniche (anche in ambito disciplinare) per sciogliere o recidere i nodi stessi. Non pare assolutamente possibile ipotizzare soluzioni di delega per il superamento delle difficolta', bensi' appare molto importante che le risorse di docenza aggiuntive e specializzate (i cosiddetti insegnanti di sostegno) possano essere spese per un lavoro di collaborazione sia sul piano della progettualita' e della programmazione dell'azione scolastica che sul piano della realizzazione operativa del progetto stesso. Pare utile sottolineare, inoltre, che le risorse di docenza aggiunte, ben lungi dal costituire un patrimonio di esperti nel "del disciplinare o della didattica", di fatto si connotano come un arricchimento delle potenzialita' per individuare e definire tratti essenziali, per circoscrivere problemi, per progettare e definire ipotesi di soluzione degli stessi e per migliorare il tessuto relazionale del sistema. In buona sostanza, questo arricchimento della potenzialita' della funzione docente dovrebbe riuscire a garantire, in ogni ordine e grado di scuola, il necessario equilibrio fra "momento educativo" e "momento di istruzione", attraverso la costruzione di un efficace ambiente educativo in cui le corrette ed equilibrate relazioni interpersonali mai vengono ad essere compresse o sacrificate al mito dello standard o della norma. Le risorse di sostegno aggiuntive, inoltre, potranno essere utili per individuare gli specifici bisogni personali dei soggetti in difficolta', sia in riferimento alla minorazione che li ha colpiti che in ordine alle modalita' del vissuto individuale degli impedimenti conseguenti. Le stesse risorse, poi, dovrebbero assolvere al compito di facilitare i rapporti e le relazioni fra operatori, tanto all'interno del sistema scolastico quanto al di fuori dello stesso (famiglia, altre agenzie educative, U.S.L., ecc.). In sintesi, il docente che si dedichera' al lavoro di sostegno dovra': -- possedere la capacita' di individuare e circostanziare i problemi; -- provvedere ad affinare la propria funzione docente; -- conseguire approfondite abilita' sul piano relazionale. 2. Finalita' ed obiettivi dei corsi di specializzazione. I programmi dei corsi di specializzazione intendono promuovere un percorso formativo in grado di porre i docenti nelle condizioni di sapere riconoscere, affrontare e risolvere i piu' comuni problemi di insegnamento posti dalla diversita' che caratterizza i modi di relazionarsi con ciascuno degli allievi e degli allievi fra di loro. Nell'ambito dell'attenzione rivolta alle differenze individuali, che si ritiene debba costituire una connotazione tipica dei sistemi scolastici piu' evoluti, il modello di corso qui' elaborato mira a fornire una attualizzata professionalita' per cio' che concerne la trattazione educativo-didattica di problemi connessi con le situazioni di handicap conseguenti a disabilita', minorazioni o stati psicofisici di svantaggio di alcuni alunni. Questa ottica implica il conseguimento di una preparazione culturale e professionale piu' avanzata. Tale preparazione - che considera il rispetto della diversita' come presupposto di garanzia del diritto allo studio di ciascun cittadino - deve comunque appartenere a qualsiasi docente. Data la necessaria prospettiva di diffusione generalizzata di questo obiettivo, il termine specializzazione e' motivato dalle considerazioni teoriche sopra espresse e trova giustificazione nelle attuali condizioni giuridico-formali, che vedono la completa assunzione della formazione iniziale degli insegnanti da parte dell'Universita'. In altre parole, i traguardi finali di formazione generale, attesi dagli sviluppi del corso, dovranno progressivamente, ed in tempi brevi, interessare tutti i docenti, indipendentemente dalle attribuzioni loro spettanti, dalle discipline loro affidate, dall'ordine di scuola, dal maggiore o minore coinvolgimento nella gestione di specifiche situazioni di handicap, dal tipo di minorazione o di disabilita' degli alunni. Sulle stesse basi si disegna la struttura innovativa del corso, caratterizzata da blocchi disciplinari aperti e flessibili, in grado di adattarsi e corrispondere alle specifiche esigenze formative dei singoli docenti, secondo i gradi ed i campi di formazione e di approfondimento individuati nel processo di formazione permanente di ciascun insegnante, nonche' in relazione alle periodiche necessita' di aggiornamento. Il percorso formativo trova la sua espressione piu' ricca nella relazione interdisciplinare, assumendosi come imprescindibile la concorrenza di piu' contributi nella costruzione e nella appropriazione di una coerente ed efficace professionalita' docente. Il progetto di corso - anche mediante una impostazione organizzativa che ne rende visibile la filosofia di fondo - intende mantenere preminente il senso di una proposta formativa prioritariamente destinata ai docenti in servizio. Da questa impostazione derivano: a) la pregnanza della componente operativa; b) la previsione della possibilita' di utilizzazione di crediti formativi da parte dei frequentanti. La prima tipizzazione si pone anche come elemento distintivo rispetto alle competenze di approfondimento teorico e di ricerca sperimentale riconosciute alle istituzioni universitarie, cui spetta la titolarita' dei corsi di specializzazione post-lauream. Con la seconda caratterizzazione si vuole introdurre, come si e' prima accennato, il criterio della sistematicita' e della flessibilita' nella formazione e nell'aggiornamento permanente degli insegnanti, insieme con il principio della riconoscibilita' degli esiti dei momenti individuali di studio e di aggiornamento, i quali andrebbero altrimenti dispersi (dando luogo a costi sociali aggiuntivi nonche' a processi di disincentivazione nelle persone interessate). I nuovi programmi mirano, in definitiva, a rendere il piu' concretamente possibile e fattibile la personalizzazione del percorso formativo generale, sia sulla base della specifica formazione iniziale ed in itinere dei singoli docenti, sia in relazione a peculiari esperienze ed esigenze professionali, riconducibili tra l'altro ai diversi ordini di scuola, ai differenti interessi disciplinari, alle specifiche connotazioni e valenze epistemologiche che una stessa disciplina assume in relazione alle fasi evolutive degli alunni. 3. Metodologia del corso. 3.1. Ammissione al corso. Ogni corso non puo' avere piu' di quaranta frequentanti. Le ammissioni alla frequenza dei singoli corsi, che saranno attivati sulla base delle esigenze espresse nel territorio di competenza e nel quadro di una progressiva azione di aggiornamento di tutto il personale di ruolo, vengono disciplinate mediante modalita' di accesso che si fondano sulla valutazione oggettiva dei titoli professionali e culturali presentati dagli aspiranti. 3.2. Impostazione del corso. Il corso dovra' iniziare con una prima fase, durante la quale tutti i corsisti debbono essere messi in condizione di conoscere le finalita' del lavoro che vanno ad intraprendere con la frequenza del corso stesso e prendere atto degli impegni personali e professionali che esso comporta. In questa fase di conoscenza i corsisti avranno modo di valutare se sono in condizione di poter vantare crediti formativi o se il livello e le caratteristiche degli studi gia' compiuti e delle esperienze professionali maturate sia tale da far loro preferire una frequenza integrale del corso. Questo momento conoscitivo dovra' realizzarsi in parte con prolusioni di carattere frontale impartite in forma intensiva ed andra' a collocarsi alla fine dell'anno scolastico precedente quello in cui si svolgera' il corso. 3.3. Valutazione e riconoscimento dei crediti formativi. La valutazione ed il riconoscimento dei crediti formativi vantati dai corsisti avra' luogo in una apposita seduta di esame, a cura di una commissione composta dai sei componenti il gruppo di conduzione del corso (vedi paragrafo successivo). Il corsista dovra' infatti sostenere un colloquio con la commissione, concernente quella parte dei programmi per la quale chiede il riconoscimento del credito formativo. 3.4. Docenti del corso. Ogni corso avra' un gruppo di conduzione di sei persone costituito da: -- il direttore del corso; -- cinque docenti, ciascuno dei quali responsabile di una delle aree del corso. Il gruppo di conduzione del corso, inoltre, si avvarra' degli apporti di altri docenti esperti, i quali non potranno partecipare alle decisioni di impostazione e conduzione del corso stesso ma dovranno adeguare i propri apporti specialistici alla filosofia e al metodo che caratterizza il medesimo. 3.5. Metodologia di conduzione. Il corso, nel suo svolgersi e realizzarsi, deve dare un esempio concreto del concetto di integrazione, sia attraverso le modalita' di lavoro attuate all'interno del gruppo di conduzione, sia attraverso le capacita' dello stesso di integrare gli apporti specialistici esterni, nonche', infine, mediante la realizzazione di specifici momenti di insegnamento che potranno vedere anche lezioni integrate fra di loro. Il corso prevede una alternanza di momenti caratterizzati da lezioni frontali con altri momenti impostati secondo il modello seminariale. 3.6. Esami e valutazione. Sono previste valutazioni in itinere e una valutazione finale. Le valutazioni in itinere si collocano alla fine dei vari seminari (almeno un seminario per area disciplinare) e vengono redatte, per ciascun corsista, dal gruppo di conduzione del seminario, sia sulla base della modalita' di partecipazione sia sulla scorta delle conoscenze che il corsista ha dimostrato di possedere. Si ritiene, cioe', utile valutare la capacita' di esercire le conoscenze acquisite oltre che verificare la consistenza quantitativa di queste ultime. Il corso si conclude con un esame finale di tesi per il quale viene assegnato uno specifico punteggio. La valutazione finale risulta dalla considerazione della media aritmetica delle valutazioni conseguite durante il corso, nonche' dalla valutazione conseguita nell'esame finale. Tale esame e' basato su due riferimenti: a) la raccolta delle elaborazioni e della documentazione relativa alla riflessione ed alla riorganizzazione della esperienza professionale; b) un tema di approfondimento teorico a scelta del candidato, sul quale il candidato stesso presentera' un breve e significativo trattato in cui, oltre a dimostrare la completa padronanza dell'argomento scelto, ne evidenzi gli aspetti applicativi in ambito scolastico. 3.7. Le aree disciplinari. I singoli curricoli disciplinari sono raggruppati in cinque aree, ciascuna delle quali comprende le discipline a fianco elencate: 1) il quadro: legislazione, sociologia e pedagogia; 2) il soggetto: psicologia e biologia; 3) il metodo: i problemi di metodologia; 4) i linguaggi: comunicazione non verbale, lingua, logica e matematica; 5) la professionalita': rielaborazione dell'esperienza personale ed organizzazione delle competenze professionali. Questo quinto filone, trasversale, andra' a sostituire le attivita' che nei precedenti programmi erano aggruppate sotto la dizione "dimensione operativa" e "tirocinio indiretto". Una schematizzazione potrebbe essere rappresentata come segue: | Il quadro Il soggetto | | Legislazione Psicologia | | Sociologia Biologia | | Pedagogia | | Rielaborazione esperienze personali | | Organizzazione | | Competenze professionali | | Il metodo I linguaggi | | Problemi Lingua | | metodologici Logica-matematica | | Com. non verbale | | | Lo schema precedente evidenzia le aree affidate ai cinque responsabili che, insieme al direttore del corso, compongono il "gruppo di conduzione", preposto a decidere in ordine all'andamento dell'intero sistema corsuale: detto gruppo dovra' procedere d'intesa alla stesura di un vero e proprio progetto pedagogico-culturale del corso. Come si evince dal prospetto, una parte di "riorganizzazione della esperienza professionale" (ex tirocinio), e' di competenza di ciascun responsabile di area. E' evidente che al responsabile di area, il quale puo' anche insegnare una parte delle discipline raggruppate nella propria area, compete, soprattutto e prioritariamente, il lavoro di armonizzazione e di integrazione dei diversi contributi di insegnamento affidati ad esperti disciplinari non facenti parte del "gruppo di conduzione". Analogamente, il direttore del corso potra' riservarsi una minima parte di docenza ma il suo impegno prioritario sara' di carattere organizzativo e gestionale dell'intero corso e, nella massima parte, di coordinamento e di integrazione delle attivita' di docenza svolte nelle cinque diverse aree. Il direttore, inoltre, vigilera' affinche' ogni responsabile di area affronti secondo una metodologia concordata e decisa dal gruppo di conduzione anche la parte di "riorganizzazione della esperienza professionale" (ex tirocinio). ----> Vedere Allegato da Pag. 10 a Pag. 37 della G.U. <----