(all. 1 - art. 1)
                                                             Allegato
                    Al Presidente della Repubblica
  Il  consiglio comunale  di Grazzanise  (Caserta) presenta  forme di
collegamento  e  di  condizionamento   da  parte  della  criminalita'
organizzata,   che   compromettono   la   libera   determinazione   e
l'imparzialita'   degli   organi    elettivi,   il   buon   andamento
dell'amministrazione  ed  il  funzionamento dei  servizi,  con  grave
pregiudizio per lo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica.
  Il predetto organo elettivo  e' stato rinnovato nelle consultazioni
amministrative del  20 novembre 1994  a conclusione di un  periodo di
gestione straordinaria durato due  anni, conseguente al provvedimento
di scioglimento, adottato con decreto del Presidente della Repubblica
dell'11 settembre 1992, ai sensi del decreto legge 31 maggio 1991, n.
164, convertito,  con modificazioni, dalla  legge 22 luglio  1991, n.
221,  ed  alla proroga  disposta  con  decreto del  Presidente  della
Repubblica  del 23  aprile  1994, per  gravi  collegamenti di  alcuni
amministratori  comunali  con  il clan  camorristico  capeggiato  dal
pregiudicato Antonio Cantiello.
  Invero,  a seguito  di  rilevate illecite  interferenze nella  vita
amministrativa dell'ente,  oggetto di  numerosi esposti, e  della sua
collocazione in  un contesto ambientale profondamente  permeato dalla
presenza della  criminalita' organizzata,  il prefetto di  Caserta ha
disposto l'accesso presso  il predetto comune, ai  sensi dell'art. 1,
comma 4, del decreto legge 6  settembre 1982, n. 629, convertito, con
modificazioni,  dalla legge  12 ottobre  1982, n.  726, e  successive
modifiche ed integrazioni.
  Gli esiti  degli accertamenti esperiti, nonche'  ulteriori indagini
svolte  dai competenti  organi,  hanno evidenziato  che la  rinnovata
amministrazione  comunale di  Grazzanise  non e'  stata  in grado  di
recidere gli antichi legami con  il locale clan camorristico e, lungi
dal proseguire  nell'azione di ripristino della  legalita' intrapresa
dalla  precedente  gestione  straordinaria,  e' stata,  sin  dal  suo
insediamento,   logorata   da   innegabili   resistenze   provenienti
dall'esterno e dall'interno dell'apparato burocratico.
  L'effetto  e' una  sostanziale  continuita' con  la gestione  della
disciolta   amministrazione   comunale   per  collegamenti   con   la
criminalita'  organizzata,  immediatamente  rilevabile gia'  in  base
all'attuale  composizione degli  organi  elettivi,  che ricalca,  con
alcuni   aggiustamenti,   quella  precedente.   Risultano,   infatti,
confermati a capo dell'amministrazione il precedente sindaco, nonche'
diversi amministratori che ricoprivano cariche elettive nel disciolto
consiglio comunale.
  I disposti accertamenti, come  anche quelli condotti dai competenti
organi  di  polizia,  hanno  evidenziato  che  il  clima  di  diffusa
illegalita'  amministrativa rilevata  e'  strettamente connesso  alle
convergenti influenze sulla cosa  pubblica esercitate, direttamente o
indirettamente, dal clan Cantiello che,  nonostante la morte del capo
Antonio Cantiello, avvenuta  il 14 febbraio 1996,  continua ad essere
operativo e  pericoloso. Cio'  risulta essere comprovato  dal recente
arresto  del  fratello  dello  scomparso capo  clan  e  suo  naturale
sostituto alla guida del  sodalizio criminoso, disposto in esecuzione
di un'ordinanza di custodia cautelare  emessa dal tribunale di Napoli
per ipotesi di tentata estorsione  aggravata perche' commessa al fine
di agevolare una associazione di stampo camorristico.
  I  condizionamenti  operati   dalla  criminalita'  organizzata  nel
settore edilizio emergono, in particolare,  da una serie di attivita'
amministrative  palesemente   illecite  che  vanno   dalla  accertata
costante violazione delle norme del  regolamento edilizio e di quelle
di  attuazione, all'inesistente  attivita' di  controllo urbanistico,
intesa sia  come repressione  degli abusi,  sia come  controllo della
conformita' dei  lavori realizzati  rispetto a quelli  consentiti. In
ordine a tale ultimo profilo risulta che a nessuna delle ordinanze di
sospensione   dei  lavori   edilizi  abusivi   abbia  fatto   seguito
l'abbattimento del manufatto o l'acquisizione al patrimonio comunale.
E' stato, anche, riscontrato che  l'assenza dei predetti controlli ha
consentito, a persone  legate al sindaco da vincoli  di affinita', la
realizzazione di  fabbricati senza il rispetto  dei confini riportati
sui grafici progettuali. Lo stesso sindaco risulta essere titolare di
una ditta che  ha curato la realizzazione di  numerose opere edilizie
private in  Grazzanise e per  le quali  il medesimo ha  rilasciato la
relativa concessione.
  L'alterazione nella formazione  della volonta' degli amministratori
e'  rilevabile dall'iter  di alcune  domande di  concessione edilizia
sulle  quali la  competente commissione  ha espresso,  a maggioranza,
parere  favorevole,  consentendo  a  persone  legate  da  vincoli  di
parentela ad esponenti della criminalita' locale, la realizzazione di
volumetrie di gran lunga superiori ai limiti consentiti dalla legge.
  I suddetti comportamenti, espressione non di libere determinazioni,
ma evidentemente frutto di velate pressioni e forme di intimidazione,
correlati  al generale  quadro  di degrado,  inducono a  sottolineare
l'assoluta  inidoneita' degli  attuali organi  elettivi a  proseguire
l'azione di  ripristino della legalita' intrapresa  dalla commissione
straordinaria protempore.
  La  commissione  di  accesso  ha  posto  dunque  in  rilievo  come,
segnatamente nel  settore urbanistico,  l'attivita' del  comune abbia
risposto, per  effetto dell'interferenza  operata da  fattori esterni
riconducibili alla criminalita' organizzata,  a criteri svincolati da
qualsiasi valutazione tecnica delle  domande di concessione edilizia.
Tutte le  vicende, ampiamente esposte nella  relazione commissariale,
evidenziano, infatti, una accentuata propensione dell'amministrazione
comunale  a  deviazioni  dal  sistema  di  legalita',  che  la  rende
particolarmente vulnerabile alle pressioni esercitate dall'esterno.
  Ne  e'  conferma il  rinvio  a  giudizio,  disposto, a  seguito  di
accertamenti condotti dall'autorita' giudiziaria in ordine a numerosi
esposti  che  denunciavano  l'illegittimita'  di  alcune  concessioni
edilizie,  nei  confronti  del  sindaco,  del  vice  sindaco,  di  un
dipendente comunale e di componenti della commissione edilizia.
  E' stato  altresi' riscontrato che anche  altri dipendenti comunali
non sono  esenti da censura:  tre di essi, infatti,  risultano essere
stati  arrestati,  in  epoche  diverse, per  rapina,  associazione  a
delinquere, ricettazione  e violazione della normativa  in materia di
armi.
  Il  clima  di  grave  condizionamento in  cui  versa  il  consiglio
comunale di Grazzanise (Caserta),  la cui capacita' di determinazione
risulta   assoggettata  alle   scelte  della   locale  organizzazione
criminale, la  palese inosservanza  del principio di  legalita' nella
gestione dell'ente  e l'uso distorto della  cosa pubblica, utilizzata
per il perseguimento  di fini contrari al  pubblico interesse, minano
ogni  principio  di  salvaguardia  della sicurezza  pubblica  e,  nel
compromettere le  legittime aspettative  della popolazione  ad essere
garantita  nella  fruizione   dei  diritti  fondamentali,  ingenerano
diffusa  sfiducia  nella  legge  e nelle  istituzioni  da  parte  dei
cittadini.
  La  descritta   condizione  di  assoggettamento  esige   ancora  un
ulteriore  intervento dello  Stato,  mediante lo  strumento di  legge
finalizzato a rimuovere i legami  tra esponenti dell'ente locale e la
criminalita'  organizzata, a  tutela  dell'ordine  e della  sicurezza
pubblica.
  Per le  suesposte considerazioni si ritiene  necessario provvedere,
con   urgenza,  ad   eliminare  ogni   ulteriore  deterioramento   ed
inquinamento  della  vita  amministrativa  e  democratica  dell'ente,
mediante   provvedimenti   incisivi    dello   Stato   in   direzione
dell'amministrazione comunale di Grazzanise.
  Il prefetto di  Caserta, visto anche il  parere favorevole espresso
dal Comitato  provinciale per  l'ordine e  la sicurezza  pubblica, ai
sensi dell'art. 1, comma 2, del decreto-legge 31 maggio 1991, n. 164,
convertito, con modificazioni, dalla legge 22 luglio 1991, n. 221, ha
dato avvio alla  procedura di scioglimento del  consiglio comunale di
Grazzanise, con  relazione del  4 dicembre 1997,  che si  intende qui
integralmente richiamata, disponendone in pari data con provvedimento
n. 3211/13.4/Gab., la  sospensione, con la conseguente  nomina di una
commissione per la provvisoria gestione dell'ente.
  La  valutazione  della  situazione   in  concreto  riscontrata,  in
relazione  alla presenza  e all'estensione  dell'influenza criminale,
rende  necessario  che la  durata  della  gestione commissariale  sia
determinata in diciotto mesi.
  Ritenuto, per quanto esposto,  che ricorrano le condizioni indicate
nell'art. 1 del decreto-legge 31 maggio 1991, n. 164, convertito, con
modificazioni, dalla legge 22 luglio 1991, n. 221, che legittimano lo
scioglimento  del  consiglio  comunale di  Grazzanise  (Caserta),  si
formula rituale proposta per l'adozione della misura di rigore.
    Roma, 22 gennaio 1998
                                 Il Ministro dell'interno: Napolitano