(all. 1 - art. 1)
                                                             ALLEGATO
      ISTRUZIONI TECNICHE SULLA PROGETTAZIONE, OMOLOGAZIONE ED
            IMPIEGO DELLE BARRIERE DI SICUREZZA STRADALE.
                               Art. 1
                      Oggetto delle istruzioni
        Classificazione delle barriere di sicurezza stradale
  Le  presenti  istruzioni  tecniche  disciplinano  la progettazione,
l'omologazione e l'impiego delle barriere di sicurezza e degli  altri
dispositivi di ritenuta nelle costruzioni stradali.
  A  seconda  della loro destinazione ed ubicazione, le barriere ed i
dispositivi si dividono nei seguenti tipi:
 a) barriere centrali da spartitraffico;
 b) barriere laterali, in rilevato o scavo,
 c) barriere per opere d'arte, quali ponti, viadotti, sottovia, muri,
ecc.
 d) barriere o dispositivi  per  punti  singolari  quali  attenuatori
d'urto,  letti di arresto o simili, dispositivi per zone di approccio
ad opere d'arte, per  ostacoli  fissi,  per  zone  terminali  e/o  di
interscambio e simili.
                               Art. 2
             Finalita' delle barriere e dei dispositivi
  Le  barriere  stradali  di  sicurezza  e  gli  altri dispositivi di
ritenuta stradali sono posti  in  opera  essenzialmente  al  fine  di
realizzare  accettabili  condizioni di sicurezza per gli utenti della
strada e per i  terzi  esterni,  eventualmente  presenti,  garantendo
entro  certi limiti il contenimento dei veicoli che dovessero tendere
alla fuoriuscita dalla carreggiata stradale.
  Le  barriere  devono  quindi  essere  idonee,  ad  assorbire  parte
dell'energia  di  cui  e'  dotato  il veicolo in movimento, limitando
contemporaneamente gli effetti d'urto sui passeggeri.
                               Art. 3
               Individuazione delle zone da proteggere
  La protezione prevista dal decreto deve riguardare almeno: i  bordi
di   tutte   le  opere  d'arte  all'aperto;  quali  ponti,  viadotti,
ponticelli,  sovrappassi  e  muri  di  sostegno  della   carreggiata,
indipendentemente  dalla loro estensione longitudinale e dall'altezza
dal piano di campagna; la protezione dovra' estendersi opportunamente
oltre lo sviluppo longitudinale strettamente corrispondente all'opera
sino a raggiungere punti (prima e dopo l'opera)  per  i  quali  possa
essere  ragionevolmente  escluso il rischio di conseguenze disastrose
derivanti dalla fuoriuscita dei veicoli dalla carreggiata;
  - lo spartitraffico ove presente;
  - il bordo stradale nelle sezioni in  rilevato;  la  protezione  e'
necessaria  per tutte le scarpate aventi pendenza maggiore o uguale a
2/3. Nei casi in cui la pendenza della scarpata sia inferiore a  2/3,
la necessita' di protezione dipende dalla combinazione della pendenza
e  dell'altezza  della  scarpata,  tenendo  conto delle situazioni di
potenziale  pericolosita'  a  valle  della   scarpata   (edifici   da
proteggere o simili);
  -  gli ostacoli fissi che potrebbero costituire un pericolo per gli
utenti della strada in caso di  urto,  quali  pile  di  ponti,  rocce
affioranti,  opere  di drenaggio non attraversabili, alberature, pali
di illuminazione e  supporti  per  segnaletica  non  cedevoli,  corsi
d'acqua, ecc. e gli oggetti che in caso di urto potrebbero comportare
pericolo  per  i  non  utenti  della strada, quali edifici pubblici o
privati,  scuole,  ospedali,  ecc..  Occorre  proteggere  i  suddetti
ostacoli  ed  oggetti nel caso in cui non sia possibile o conveniente
la loro rimozione e si trovino ad una  distanza  dal  ciglio  esterno
della  carreggiata  inferiore ad una opportuna distanza di sicurezza;
tale distanza varia in funzione dei seguenti parametri: velocita'  di
progetto, volume di traffico, raggio di curvatura dell'asse stradale,
pendenza della scarpata, pericolosita' dell'ostacolo.
  Dei valori indicativi per la distanza di sicurezza sono i seguenti:
3  m  per  strada in rettifilo a livello di piano di campagna, V = 70
km/h, TGM = 1000; 10 m per strada in rettifilo  ed  in  rilevato  con
pendenza pari ad 1/4, V= 110 km/h, TGM 6000.
                               Art. 4
          Livelli di contenimento e Severita' degli impatti
  Viene  definito  convenzionalmente,  ai  fini della classificazione
delle barriere e degli altri dispositivi,  "Livello  di  contenimento
Lc"  l'energia  cinetica  posseduta  dal mezzo all'atto dell'impatto,
calcolata con riferimento alla componente della velocita'  ortogonale
alle barriere, espressa da:
Lc = 1/2 M (v sen X)(elevato a)2
dove siano:
Lc = livello di contenimento (kJ)
M = massa del veicolo (ton)
v = velocita' d'impatto (m/s)
X = angolo d'impatto
  Viene poi definito convenzionalmente, ai fini della classificazione
della  severita'  degli  impatti,  l'indice  ASI (Indice di Severita'
dell'Accelerazione) che misura la severita' dell'urto sugli occupanti
delle  autovetture  considerati  seduti  con  cinture  di   sicurezza
allacciate.

          ---->  Vedere formula a Pag. 26 della G.U.  <----


                               Art. 5
            Conformita' delle barriere e dei dispositivi
  Ai   fini  della  produzione  ed  accettazione  delle  barriere  di
sicurezza ed altri dispositivi, i loro materiali componenti  dovranno
avere  le  caratteristiche costitutive descritte nella documentazione
presentata per l'omologazione; i supporti parimenti  dovranno  essere
conformi  a quanto previsto nella predetta documentazione e riportato
sul certificato di omologazione.
  Tutte le barriere, sia del tipo prefabbricato prodotto fuori  opera
od  in stabilimento, sia del tipo costruito in opera, dovranno essere
realizzate con le stesse caratteristiche di cui sopra, risultanti  da
una  dichiarazione  di  conformita'  di  produzione  che  nel caso di
barriera con componentistica di piu' origini, dovra' riguardare  ogni
singolo componente strutturale.
  Tale  dichiarazione  dovra' essere emessa dalla Ditta produttrice e
sottoscritta dal suo Direttore Tecnico a garanzia  della  rispondenza
del  prodotto  ai  requisiti di cui al "Certificato di omologazione".
L'attrezzatura posta in opera inoltre  dovra'  essere  identificabile
con  il nome del produttore e la sigla di omologazione (tipo e numero
progressivo).
  Dovra' inoltre essere resa  una  dichiarazione  di  conformita'  di
installazione   nella   quale   il   Direttore  Tecnico  dell'impresa
installatrice  garantira'  la  rispondenza  dell'   "eseguito"   alle
prescrizioni tecniche descritte nel "Certificato di omologazione".
  Queste dichiarazioni dovranno essere associate, a seconda dei casi,
alle  altre attestazioni, previste dalla normativa vigente in termini
di controllo di qualita' ed altro.
                               Art. 6
          Classificazione delle barriere e dei dispositivi
                        di ritenuta speciali
  Tutte le barriere ed i dispositivi di ritenuta ed  attenuazione  di
tutte le classi devono corrispondere ad un indice ASI minore o uguale
ad  1  ottenuto con una autovettura, secondo le prescrizioni tecniche
che seguono. E' ammesso un indice ASI fino a 1,4 per le barriere ed i
dispositivi destinati a punti particolarmente pericolosi nei quali il
contenimento del veicolo in svio diviene  un  fattore  essenziale  ai
fini della sicurezza.
  Le  barriere  di  tipo  a),  b),  c)  e  d)  di  cui  all'art. 1 si
classificano,  in  relazione  al  Livello  di  contenimento  definito
all'art.  4  con tolleranza in meno pari al - 5% e tolleranza in piu'
correlata a quella ammissibile per i parametri di  prova;  si  dovra'
specificare  anche la larghezza utile per la deformazione trasversale
(di cui alle procedure di misurazione delle prove).  Si avra':
CLASSE N1: Contenimento minimo
           Lc = 44 kJ
CLASSE N2: Contenimento medio
           Lc = 82 kJ
CLASSE H1: Contenimento normale
           Lc = 127 kJ
CLASSE H2: Contenimento elevato
           Lc = 288 kJ
CLASSE H3: Contenimento elevatissimo
           Lc = 463 kJ
CLASSE H4: Contenimento per tratti ad altissimo rischio
           Lc = 572 kJ
  Nel caso in cui la  prova  d'impatto  viene  eseguita  con  veicolo
autoarticolato  il  valore Lc corrispondente alla classe H4 e' pari a
724 kJ.
  Le barriere  d)  impiegate  per  punti  singolari,  quali  zone  di
approccio  ad opere d'arte e terminali di barriere o simili, non sono
sempre classificabili in base a livello di contenimento specifico  ed
il   loro  impiego  sara'  curato  dal  progettista,  come  riportato
nell'art. 7.
  I terminali sono definiti come gli elementi finali di una  barriera
di  sicurezza  corrente.  La  loro origine, per quanto possibile, non
deve  essere  esposta  al  traffico,  e  la  loro  costruzione   deve
rappresentare  una transizione con contenimento graduale dei veicoli,
da zero, all'origine, fino alle prestazioni complete,  nel  punto  in
cui si uniscono alla barriera.
  Gli   attenuatori   d'urto   hanno  lo  scopo  di  ridurre,  quando
necessario, la  severita'  dell'urto  di  un'autovettura  contro  gli
ostacoli, compreso anche l'inizio delle barriere.
  Per  essi sono definite due classi di contenimento TC1 e TC2 sempre
con le stesse tolleranze menzionate precedentemente.
  - Classe TC1: Attenuatori che ammettono un livello di  contenimento
Lc = 320 kJ.
  -  Classe TC2: Attenuatori che ammettono un livello di contenimento
Lc = 500 kJ.
  Nell'ambito  di  queste  classi,   un'ulteriore   suddivisione   e'
rappresentata  dal  comportamento  del  dispositivo  nel caso di urto
angolato rispetto alla linea di mezzeria del dispositivo stesso:
Attenuatori Redirettivi (R):      contengono e ridirigono i veicoli
                                  urtati
Attenuatori Non Redirettivi (NR)  contengono, ma non ridirigono i
                                  veicoli urtati
  Le barriere temporanee, a protezione dei cantieri di lavoro saranno
regolamentate da una opportuna disposizione.
                               Art. 7
            Criteri di scelta delle barriere di sicurezza
  La  scelta  delle  barriere  avverra'  tenendo  conto  della   loro
destinazione  ed  ubicazione,  del tipo e delle caratteristiche della
strada,  nonche'  di  quelle  del  traffico  cui  la   stessa   sara'
interessata,  salvo  per  le barriere di cui al punto c) dell'art.  1
delle presenti istruzioni, per le quali dovranno essere sempre  usate
protezioni  delle  classi  H2  H3  H4 e comunque in conformita' della
vigente normativa sulla progettazione,  costruzione  e  collaudo  dei
ponti stradali.
  Per la valutazione del traffico, in mancanza di indicazioni fornite
dal   committente,  il  progettista  provvedera'  a  determinarne  la
composizione sulla base  dei  dati  disponibili  o  rilevabili  sulla
strada  interessata  (traffico  giornaliero  medio), ovvero di studio
previsionale.
  Ai fini applicativi il traffico sara' classificato in  ragione  dei
volumi  di  traffico  e della prevalenza dei mezzi che lo compongono,
distinto nei tre livelli seguenti:
  - Traffico tipo I: quando il TGM e' minore  o  uguale  a  1000  con
qualsiasi  percentuale  di  veicoli  merci  o  maggiore  di  1000 con
presenza di veicoli di massa superiore a 3000 kg minore o  uguale  al
5% del totale;
  -  Traffico  tipo II: quando, con TGM maggiore di 1000, la presenza
di veicoli di massa superiore a 3000 kg sia maggiore del 5% e  minore
o uguale al 15% sul totale;
  -  Traffico tipo III: quando, con TGM maggiore di 1000, la presenza
di veicoli di massa superiore a 3000 kg  sia  maggiore  del  15%  sul
totale.
  Per  TGM  si  intende il Traffico Giornaliero Medio annuale nei due
sensi.
  Ai fini applicativi la seguente tabella A riporta - in funzione del
tipo di strada, del tipo  di  traffico  e  della  destinazione  della
barriera  -  le  classi  minime  di  barriere  da  impiegare.  Si  fa
riferimento alla classificazione prevista dal decreto legislativo  30
aprile  1992,  n.  285  (Nuovo  codice  della  strada),  e successive
modificazioni.
  Qualora non sia ancora intervenuta la classificazione ufficiale, si
procedera'  per  assimilazione,  tenendo  conto delle caratteristiche
stabilite all'art. 2 del citato decreto-legislativo n. 285/1992,  con
le seguenti avvertenze, valide in ambito extraurbano:
  - per strada extraurbana secondaria si intende una strada che abbia
caratteristiche  non  inferiori  a  quelle  del  tipo  V,  secondo le
istruzioni CNR del 1980;
  - per strada locale  si  intende  una  strada  con  caratteristiche
uguali o inferiori a quelle del tipo VI delle citate istruzioni CNR.
  Le  indicazioni sono valide per l'asse stradale e zone di svincolo;
le pertinenze quali  aree  di  servizio,  di  parcheggio  o  stazioni
autostradali  avranno, salvo nel caso di siti particolari, protezioni
di classe N1;
                                                            Tabella A

          ---->  Vedere Tabella a Pag. 29 della G.U.  <----


          (1) Ove esistente. Nei varchi spartitraffico, il livello di
          contenimento minimo per le protezioni fisse  potra'  essere
          della classe inferiore rispetto quella minima indicata; per
          le  protezioni  mobili che, sulle autostrade - sulle strade
          extraurbane principali,  permettono  rapide  deviazioni  di
          traffico, dovra' essere almeno di livello H1.
          (2)  Valido  per  opere  d'arte  (ponti,  viadotti,  muri e
          simili) con lunghezza superiore ai 10 metri: tutte le altre
          sono equiparate al bordo laterale normale (tipo b).
          Il passaggio tra la barriera da bordo laterale e quella  da
          bordo ponte e viceversa sara' ottenuto in modo graduale.
          Il  bordo  ponte  e' uno dei casi in cui si accetta ASI > 1
          nei limiti indicati all'art. 6.
          (3) La scelta tra  le  due  classi  sara'  determinata  dal
          progettista  in  funzione  dell'ampiezza  W della larghezza
          utile  della   barriera   scelta,   delle   caratteristiche
          geometriche  della  strada  (tipo  di  sezione trasversale,
          planoaltimetria,  larghezza  dello  spartitraffico,  ecc.),
          della percentuale di traffico pesante (di massa superiore a
          3000 Kg) e della relativa incidentalita'.
  Il  progettista, di cui all'art. 2 del decreto, dovra' prevedere la
protezione dei punti indicati all'art. 3  delle  presenti  istruzioni
usando dispositivi omologati di cui all'art. 8
  Il  progettista individuera' le caratteristiche prestazionali delle
barriere da adottare (classe,  livello  di  contenimento,  indice  di
severita', materiali, dimensioni, peso massimo, vincoli, larghezza di
lavoro  ecc.)  tenendo  conto  della  loro  congruenza con il tipo di
strada, il tipo di supporto, le condizioni geometriche  esistenti  ed
il  traffico  prevedibile  su  di  essa secondo quanto indicato nelle
presenti istruzioni.  Inoltre  per  motivi  di  ottimizzazione  della
gestione  della strada, cerchera' di minimizzare i tipi da utilizzare
(criterio di uniformita').
  Ove reputato necessario, il progettista potra' utilizzare  barriere
della  classe  superiore  a  quella minima indicata; parimenti potra'
utilizzare, solo per strade  esistenti,  barriere  o  dispositivi  di
classe  inferiore o difformi da quelli omologati, per punti singolari
come pile di  ponte  senza  spazio  laterale  o  simili  ove  risulti
impossibile   impiegare   quest'ultimi,  curando  in  particolare  la
protezione dagli urti frontali su detti elementi strutturali.
  Il   progettista   dovra'  inoltre  curare  con  specifici  disegni
esecutivi  e  relazioni  di   calcolo   l'adattamento   dei   singoli
dispositivi  alla  sede  stradale  in  termini di supporti, drenaggio
delle acque, collegamenti tra i diversi tipi di protezione,  zone  di
approccio  alle  barriere, punto d'inizio e di fine in relazione alla
morfologia della strada per l'adeguato posizionamento dei  terminali,
ecc.
                               Art. 8
            Omologazione delle barriere e dei dispositivi
  L'omologazione   di  qualsiasi  tipo  di  dispositivo  deve  essere
richiesta al Ministero dei Lavori Pubblici - Ispettorato Generale per
la Circolazione e la Sicurezza Stradale, con  domanda  corredata  dai
seguenti documenti, in doppia copia:
  a)  Progetto corredato da relazione tecnica firmata da un ingegnere
contenente le caratteristiche funzionali e geometriche del manufatto,
con sintesi  delle  risultanze  delle  prove  sperimentali  sostenute
secondo quanto disposto nelle presenti istruzioni.
  Nella relazione sara' indicato in particolare:
  nome  e  ragione sociale o qualifica del richiedente che propone il
dispositivo;
  tipo e classi per le quali si richiede l'omologazione;
  caratteristiche specifiche che individuano il prodotto;
  caratteristiche  dei  materiali  del  manufatto  e   dei   supporti
opportunamente definite.
  b)  La  documentazione grafica completa del manufatto dovra' essere
idonea  alla  individuazione  di   tutti   i   particolari   che   lo
caratterizzano  e delle modalita' di installazione, compresa la parte
iniziale e terminale (testate),  le  loro  lunghezze  minime  per  un
corretto   funzionamento   e   gli   eventuali  giunti  (interruzioni
intermedie); nelle barriere da bordo ponte, per  esempio,  si  tratta
dei  dispositivi e/o collegamenti speciali da porsi in corrispondenza
dei giunti del viadotto, che  permettano  le  dilatazioni  dell'opera
d'arte.
  c)  Certificazioni  delle  prove  sostenute  sul  manufatto  e  dei
materiali e delle risultanze delle stesse, tali da definire la classe
di appartenenza secondo i termini dell'artt. 4 e 6,  con  indicazioni
del  comportamento  nelle  prove  (deformazione elastica, permanente,
ecc.).
  Ad  omologazione  avvenuta  il  titolare  dell'omologazione  potra'
autorizzare   uno   o  piu'  produttori  a  produrre  il  dispositivo
omologato.
  Tale dispositivo per  essere  usato  operativamente  sulle  strade,
dovra'  essere costruito da produttori specializzati e certificati in
qualita' secondo la circolare 2357 del 16.5.96 del Ministero dei  LL.
PP. e successive modifiche o sostituzioni.
  In  caso  di  barriere che abbiano gia' conseguito una omologazione
presso uno degli  stati  membri  della  Unione  Europea  deve  essere
fornita,  oltre  alla omologazione gia' conseguita, la documentazione
tecnica e la certificazione delle prove gia' sostenute sul manufatto,
sempreche' le  stesse  siano  state  effettuate  presso  un  Istituto
autorizzato  dalle  autorita'  competenti dello Stato Membro e quindi
incluso nell'elenco previsto al successivo art. 9.
  Ove  le  prove  non fossero sufficienti ad attestare la rispondenza
delle barriere ai requisiti minimi richiesti  per  l'omologazione  in
Italia,  e'  facolta' dell'Ispettorato Generale per la Circolazione e
la  Sicurezza  Stradale  di   richiedere   documentazioni   e   prove
integrative,  nei  limiti  di  quanto  richiesto  nel  caso  di prima
omologazione in Italia.
  Dopo aver riscontrato  la  rispondenza  della  documentazione  alle
istruzioni, l'Ispettorato Generale per la Circolazione e la Sicurezza
Stradale  sentito  il  parere  del  Consiglio  superiore  dei LL.PP.,
rilascera'  un  "certificato   di   omologazione"   con   numerazione
progressiva, nell'ambito dei diversi tipi di cui all'art. 1.
  Il  tipo  di  dispositivo  ritenuto  idoneo  verra' successivamente
inserito in un catalogo contenente le indicazioni di impiego.
                               Art. 9
    Modalita' di prova delle barriere e dei dispositivi e criteri
                di giudizio ai fini dell'omologazione
  L'idoneita'  delle  barriere,  ai  fini  indicati  all'art.  8,  e'
subordinata  al  superamento  di  prove  su prototipi in scala reale,
eseguite presso campi prove  attrezzati,  sia  italiani  sia  esteri,
purche'  nel rispetto di quanto richiesto al comma sesto del presente
articolo.
  L'Ispettorato Generale per la Circolazione e la Sicurezza  Stradale
indichera' con propria circolare gli istituti autorizzati alle prove,
il  cui  elenco  potra'  essere  aggiornato o integrato in ragione di
motivate domande di autorizzazione.
  In detto elenco sono inseriti di diritto tutti gli istituti  esteri
autorizzati  dalle  proprie  autorita'  competenti  all'esecuzione di
prove di verifica, ai  fini  del  rilascio  della  certificazione  di
idoneita' tecnica delle barriere di sicurezza stradale.
  Le  modalita'  delle  prove,  il  numero  e  le caratteristiche dei
veicoli da impiegare,  nonche'  le  altre  condizioni  richieste  per
l'accettazione   dovranno   rispondere   alle   disposizioni  di  cui
all'allegato 1A "Prescrizioni tecniche per le prove delle barriere  e
dei dispositivi di sicurezza stradale ai fini dell'omologazione".
  Dette prescrizioni saranno soggette ad aggiornamenti successivi, in
ragione  delle  esperienze  maturate  dal progresso della tecnica del
settore.
  Ai fini del  giudizio  sull'esito  delle  prove,  saranno  valutati
essenzialmente i seguenti aspetti:
  -  non  superamento o sfondamento della barriera, nel suo complesso
con indicazione degli spazi laterali  utilizzati  per  conseguire  il
contenimento (larghezza utile);
  - non ribaltamento completo del veicolo;
  -  ridirezione  controllata  dei veicoli in modo che il veicolo che
lascia la barriera dopo l'impatto non attraversi una linea, parallela
alla barriera nella sua posizione originaria posta ad una distanza  A
piu'  la  larghezza  del veicolo usato, piu' 16% della sua lunghezza,
entro una distanza B dal punto d'impatto.
  A e' pari a 2,2 m per l'autovettura e 4,4 per il veicolo  merci;  B
e' pari rispettivamente a 10 ed a 20 metri.
  -  ottenimento  dei  livelli  di  contenimento  con  le  tolleranze
indicate
  - rispetto degli indici di severita' prescritti per le autovetture.
  Nel caso degli attenuatori d'urto:
  -  controllo  del  veicolo  urtante frontalmente o lateralmente (se
richiesto), senza rimbalzi apprezzabili
  -  non  intrusione  di  elementi  del  dispositivo  nel  veicolo  o
deformazioni dell'abitacolo tali da causare seri danni agli occupanti
  -  nessun  distacco pericoloso di elementi di grande dimensione del
dispositivo urtato
  - dopo la deformazione,  nessuna  penetrazione  del  veicolo  nella
superficie frontale dell'ostacolo
  -  assetto  normale  del  veicolo  in  moto,  con  l'ammissione  di
imbardata, rollio e beccheggio moderati
  - per i tipi Redirettivi: traiettoria  di  uscita  interna  ad  una
linea  parallela  al  lato  d'urto  e  distante  da  questo  4  m, in
corrispondenza    della    perpendicolare    al    punto    terminale
dell'Attenuatore.
 PRESCRIZIONI TECNICHE PER LE PROVE DELLE BARRIERE E DISPOSITIVI DI
            SICUREZZA STRADALE AI FINI DELL'OMOLOGAZIONE
GENERALITA'
  Per  valutare  le  caratteristiche  e  l'efficienza  delle barriere
stradali di sicurezza devono essere eseguite prove d'impatto al  vero
che  riproducano  le condizioni di urto caratteristiche delle diverse
classi limitatamente alle componenti strada-veicolo.
Condizioni esterne di prova
  Le prove si svolgeranno in  apposite  piste  attrezzate  su  tratti
simulati  di  carreggiata stradale, con pavimentazione ordinaria, ove
per una estesa sufficiente verra' installata la barriera candidata  e
dove  saranno rispettate le stesse modalita' di infissione nel suolo,
di  ancoraggio  puntuale,  di  posa  in  opera  e  di  posizionamento
geometrico previste e descritte da colui che richiede l'omologazione.
  Nel  caso di barriere destinate a ponti e viadotti, dovranno essere
adottati tutti gli accorgimenti in modo  da  simulare  al  meglio  le
condizioni  di  un  tratto,  con vuoto laterale, di url'opera di tipo
ordinario.
  Su tali estese, attraverso attrezzature meccaniche,  opportunamente
predisposte, verranno lanciati i veicoli di prova contro la barriera,
con le modalita' descritte successivamente.
               PROCEDURE DI EFFETTUAZIONE DELLE PROVE
Metodologia
  Per  tutte  le  barriere  di sicurezza (salvo gli attenuatori per i
quali e' prevista una prova diversa) di tutte  le  classi  (salvo  la
classe  N1)  dovra'  essere  effettuata una prova di l autovettura di
massa totale statica 900 (+ o -) 40 kg., angolo 20(gradi) e velocita'
100 Km/h, ai fini della valutazione dell'indice ASI.
  Per le  diverse  classi,  al  fine  di  verificare  il  Livello  di
Contenimento  Lc  dovranno  essere  usati veicoli diversi con energie
diverse secondo la tabella che segue:
                                                            Tabella A


     ---->  Vedere Tabella a Pag. 33 e Pag. 34 della G.U.  <----


          (*) Questa prova rappresenta un urto frontale disassato  di
          1/4 della larghezza del veicolo
          (**)  Questa  prova  corrisponde  ad  un  urto laterale con
          impatto ad 1/3 della larghezza totale del dispositivo e  va
          fatta sui dispositivi redirettivi (R).
Accuratezza e tolleranza sulla velocita' e sull'angolo d'impatto
Velocita'  - L'accuratezza globale della misura deve essere pari a (+
o -) 1%
La tolleranza deve essere pari a: -2%, +7%.
Angolo d'impatto globale - L'accurateza globale della misura deve
                           essere pari a (+ o -) 0,5 gradi
                           La tolleranza deve essere pari a:
                           -1,0(gradi), +1,5(gradi).
Tolleranza combinata di velocita',  angolo  d'impatto  e  livello  di
contenimento
  Sono  ammesse  le tolleranze suindicate per la velocita' e l'angolo
d'impatto, purche' sia rispettata la tolleranza relativa  al  Livello
di contenimento (Tolleranza Lc = - 5%).
Veicoli e modalita' di prova
  Dovranno  essere  impiegati, nello svolgimento delle prove, veicoli
privi di difetti  negli  organi  di  sterzo,  nei  pneumatici,  nelle
sospensioni, nell'impianto di frenatura e con carrozzeria in ordine.
                                                            Tabella B

    ---->  Vedere Tabella da Pag. 34 e Pag. 35 della G.U.  <----


Assicurazione della zavorra sui veicoli
  Al  fine  di raggiungere i prescritti carichi sui veicoli di prova,
questi  verranno  opportunamente  zavorrati  e   la   zavorra   sara'
costituita  per  i  veicoli  leggeri  da  sacchi chiusi, riempiti con
materiale inerte e poggiati su ognuno dei sedili.
  Per quanto riguarda i veicoli pesanti, la zavorra sara'  costituita
da   elementi   modulari   in  calcestruzzo  di  cemento  o  acciaio,
opportunamente ancorati.
  Nel caso di autobus vale la  stessa  regola  dei  veicoli  leggeri,
mentre per le cisterne si provvedera' al riempimento con acqua.
  La  zavorra non deve essere perduta durante la prova, salvo piccole
perdite di elementi di massa non significativa.
Estesa di installazione della barriera
  Allo  scopo  di  riprodurre   per   quanto   possibile   il   reale
comportamento  strutturale  della  barriera,  si dovra' installare un
tratto di estesa longitudinale di almeno 70 m nel caso di  prove  con
veicoli  leggeri  e  di  almeno  80  m nel caso di veicoli pesanti ed
autobus.
  Nel caso di dispositivi di tipo speciale  che  trovano  impiego  in
protezioni  di  sviluppo  inferiore  a  70  m,  la  prova avverra' su
prototipi che abbiano la lunghezza richiesta nello specifico impiego.
Sistema di guida del veicolo prima dell'impatto
  Il sistema di guida dei veicoli di prova potra' essere sia del tipo
a trascinamento o a spinta,  con  trattore  acceleratore,  come  pure
potra'  essere  realizzato  con  sistema  fisso meccanico o idraulico
dotato di carrello trascinatore e sgancio automatico, a  ridosso  del
punto di impatto dei veicoli contro la barriera.
  Non  si  escludono  altri sistemi di lancio quali ad esempio quelli
realizzati attraverso radioguida, con trazione autonoma  del  veicolo
di  prova. In ogni caso e per qualsiasi sistema di lancio, il veicolo
di prova dovra' essere privato dello sforzo di  trazione  al  momento
dell'impatto sulla barriera.
  Per  qualsiasi  tipo  di  veicolo  si dovra' disporre di un sistema
telecomandato di frenatura del veicolo, da poter essere azionato  non
appena esaurita la fase d'impatto.
Posizione d'impatto del veicolo sulla barriera
  Particolare attenzione dovra' essere posta nello stabilire il punto
d'impatto,  dando  preferenza alle zone piu' vulnerabili, come quelle
di connessione tra  singoli  componenti  ovvero  zone  singolari  che
potrebbero   costituire  ostacolo  puntuale  nei  riguardi  del  buon
funzionamento della  barriera  (sporgenze  e  discontinuita'  rivolte
verso   la   sede  stradale,  tangibili  dai  pneumatici  o  comunque
costituenti resistenza all'avanzamento del veicolo).
            PROCEDURE DI MISURAZIONE E DI DOCUMENTAZIONE
              DELLE VARIABILI SPERIMENTALI DELLE PROVE
  Allo  scopo  di  pervenire   ad   un   giudizio   obiettivo   sulle
caratteristiche  prestazionali  delle barriere di sicurezza, si rende
indispensabile  per  ogni  prova,  l'accertamento   con   misurazione
spazio-temportale  delle  principali  variabili  che  concorrono alla
formazione del giudizio ed alla conseguente classificazione.
Variabili oggetto di misurazione sul veicolo
  Le variabili da misurare sul  veicolo,  durante  l'urto,  un  punto
significativamente prossimo al baricentro, sono almeno le seguenti:
- velocita' longitudinale del veicolo (misurata prima, durante e dopo
  l'impatto)
- accelerazione lungo l'asse longitudinale del veicolo;
- accelerazione trasversale;
- accelerazione verticale;
Strumentazione di misura
  Per  la  misurazione  delle  variabili  di  cui al punto precedente
dovranno essere impiegati strumenti con registrazione automatica  dei
dati  su  supporto  magnetico (nastro o disco) e tali da poter essere
poi letti secondo codici universali di lettura.
Misure di velocita'
  Si effettueranno con misuratori elettromeccanici disposti lungo  la
pista   di   lancio   o   con   registratori   montati  sul  veicolo,
opportunamente protetti, per cio' che  concerne  la  velocita'  prima
dell'impatto.  Durante  e dopo l'impatto le velocita' potranno essere
desunte  dalle   riprese   cinematografiche   di   cui   appresso   o
dall'integrazione dei diagrammi accelerometrici.
Misure di accelerazione
  La  strumentazione  minima  del  veicolo per la registrazione delle
accelerazioni sara' composta da  un  gruppo  di  tre  trasduttori  di
accelerazione   lineare,  reciprocamente  ortogonali,  allineati  con
l'asse del veicolo (longitudinale, trasversale e verticale).
  I tre accelerometri dovranno essere montati su di un blocco  comune
e  collocati  il  piu'  vicino  possibile  al  centro di gravita' del
veicolo.
  I  trasduttori  di  accelerazione   ed   i   relativi   canali   di
registrazione  dovranno  risultare conformi alla Norma Internazionale
ISO 6487, con classe di frequenza CFC 180.
  La  classe  di  frequenza  CFC  60  dovra'  essere  utilizzata  per
tracciare i risultati grafici.
Misure di traiettoria
  Per  l'accertamento  della  traiettoria si impiegheranno, di norma,
macchine fotografiche e cinematografiche  di  precisione,  oltre  che
videoregistratore.
  In particolare e' suggeribile l'uso di una macchina cinematografica
da  16 mm ad alta velocita' di avanzamento dei fotogrammi (minimo 200
fot/s) per la ripresa dell'urto da posizione elevata zenitale, avente
lo scopo di fornire fotogrammi che descrivono il moto del  baricentro
del veicolo.
  Verranno  poi  installate  altre  due macchine cinematografiche, ad
alta velocita' e con  l'ausilio  di  teleobiettivo,  per  le  riprese
frontali e per le riprese posteriori.
  Verranno   anche   installate   altre   macchine   fotografiche  ad
avanzamento   rapido   automatico   (minimo   6    fot/s)    disposte
opportunamente   per   completare   la  documentazione  necessaria  a
descrivere compiutamente la traiettoria.
Misure di deformazione e spostamento trasversale della barriera
  Verra'  redatta  una  scheda   con   la   descrizione   dell'intera
configurazione  geometrica  della  barriera  candidata  (prima e dopo
l'urto) che riporti anche la larghezza utile del sistema  secondo  la
tabella che segue:
           ===============================================
             Classi dei Livelli            Livelli
             di Larghezza Utile     di Larghezza Utile W
                      -                       -
                     W1                 W(< o =)0,6
                     W2                 W(< o =)O.8
                     W3                 W(< o =)1,O
                     W4                 W(< o =)1,3
                     W5                 W(< o =)1,7
                     W6                 W(< o =)2,1
                     W7                 W(< o =)2,5
                     W8                 W(< o =)3,5

La  larghezza  utile  e'  la  distanza  tra la posizione iniziale del
frontale del sistema stradale di contenimento e la massima  posizione
dinamica laterale di qualsiasi componente principale del sistema.
La deflessione dinamica e il massimo spostamento dinamico trasversale
del frontale del sistema di contenimento.
La   deflessione   dinamica   e  la  larghezza  utile  consentono  di
determinare le condizioni piu' idonee di installazione  per  ciascuna
barriera  di  sicurezza, nonche' di stabilire distanze appropriate di
fronte ad ostacoli in modo da permettere al sistema  di  operare  nel
modo migliore.
La  deformazione  dipendera'  sia  dal  tipo di sistema prescelto che
dalle caratteristiche proprie delle prove d'urto effettuate.
Tolleranza nelle misure: (+ o -) 1 cm.
  Per gli Attenuatori d'urto, misurata la deformazione  longitudinale
e  lo  spostamento  trasversale, sara' registrata la posizione finale
del dispositivo o  dei  suoi  componenti  di  grande  dimensione,  se
distaccati,  cioe'  il  livello  di  spostamento  permanente laterale
rispetto alla configurazione iniziale.
Misure dei danni subiti dal veicolo
  Dovra' essere misurato per le autovetture l'Indice di  Deformazione
dell'Abitacolo  (VCDI)  di  cui alla norma EN 1317-1 all. A, oltre ad
essere  compiutamente  documentate  tutte  le  principali  rotture  e
deformazioni  avvenute sulla carrozzeria, agli organi di sterzo ed ai
pneumatici, attraverso riprese fotografiche  e  riportate  su  scheda
descrittiva.
Formulazione dei pareri tecnici nella fase istruttoria
  La  formulazione dei pareri tecnici obiettivi sulle caratteristiche
prestazionali  delle  barriere   di   sicurezza   verra'   effettuata
dall'Ispettorato Generale per la Circolazione e la Sicurezza Stradale
del  Ministero  dei  Lavori Pubblici, sulla base della documentazione
presentata a seguito dei crash-tests eseguiti.
Roma 03.06.1998