(Allegato 1A)
                                                          Allegato 1A 
 
 
          MISURE DI POLITICA SANITARIA E DI ACCREDITAMENTO 
 
Riorganizzazione dei punti nascita 
 
Il processo di riorganizzazione delle reti  regionali  di  assistenza
ospedaliera e' un impegno previsto dal "Patto per la  Salute  2010  -
2012", siglato il 3 dicembre 2009 tra Governo, le Regioni e  Province
autonome di Trento e di Bolzano, finalizzato a migliorare la qualita'
dei servizi, a promuovere  l'appropriatezza  delle  prestazioni  e  a
garantire l'unitarieta' del sistema. 
Si ritiene che in questa nuova e rilevante  fase  programmatoria  sia
necessario   prevedere   ed   attuare   la   piu'   volte   auspicata
riorganizzazione della rete assistenziale del percorso nascita ed  in
particolare della rete dei punti nascita. 
A tal fine, anche  sulla  base  di  quanto  riportato  nelle  tabelle
seguenti,  si  raccomanda  di  adottare  stringenti  criteri  per  la
riorganizzazione della rete  assistenziale,  fissando  il  numero  di
almeno 1000 nascite/anno quale parametro standard a cui tendere,  nel
triennio, per il mantenimento/attivazione dei punti nascita. 
La possibilita' di punti nascita con numerosita' inferiore e comunque
non al di sotto di 500 parti/anno, potra' essere prevista solo  sulla
base di motivate valutazioni legate  alla  specificita'  dei  bisogni
reali  delle  varie  aree  geografiche  interessate   con   rilevanti
difficolta' di attivazione dello STAM. 
Di fondamentale importanza risulta quindi  analizzare  i  dati  delle
fonti informative correnti per definire la situazione  attuale  ed  i
punti critici in relazione alla problematica di cui all'oggetto. 
E' infine necessario che in connessione con la  riorganizzazione  dei
punti nascita si proceda  ad  un  parallelo  ridisegno  delle  Unita'
Operative di assistenza neonatale, corrispondenti per  intensita'  di
livello assistenziale ai punti nascita, nonche' all'assicurazione dei
servizi di trasporto assistito materno (STAM) e  neonatale  d'urgenza
(STEN). 
Per la riorganizzazione dei punti nascita e delle unita' operative di
pediatria/neonatologia   e   TIN   vengono   forniti   criteri    per
l'individuazione   dei   requisiti   strutturali,   tecnologici    ed
organizzativi (Allegato 1b). 
 
L'eccesso di tagli cesarei 
 
In  Italia,  nell'anno  2008  (ultimo  dato  SDO  definitivo)  si  e'
registrata una incidenza di  taglio  cesareo  nel  38,4%  dei  parti,
valore ben al di sopra dei valori raccomandati. 
L'eccesso di tagli cesarei  non  sembra  tenere  conto  dei  maggiori
rischi  per  la  salute  materna  ed  infantile  specie  in  caso  di
indicazione inappropriata. 
Il ricorso al cesareo e' molte volte  totalmente  indipendente  dalle
caratteristiche socio-demografiche delle  donne  e  dalle  condizioni
cliniche della donna gravida e del feto ed e' invece  associato  alla
disponibilita' delle strutture coinvolte e alla loro organizzazione. 
Infatti, sulla base di quanto evidenziato dalle  sottostanti  tabelle
si puo' osservare come: 
1. strutture al di sotto dei 500 parti/anno  costituiscono  circa  il
30% dei punti nascita  e  contemporaneamente  la  loro  attivita'  e'
modesta assistendo, nell'insieme, meno del 9% dei parti (tabb. 1-2); 
2. le Unita' di assistenza neonatale non  sono  distribuite  in  modo
opportuno rispetto ai punti nascita ed al  numero  dei  parti  (tabb.
3-4-5); 
3. il numero dei cesarei va aumentando con progressione lineare dalle
strutture con maggior numero  di  parti  a  quelle  a  minor  numero,
raggiungendo ben il 50% nelle strutture con parti/anno  <500  e  tale
percentuale e' di gran lunga piu' elevata presso le strutture private
accreditate (61%) e strutture private non accreditate (75%)  rispetto
a quelle pubbliche (34%) (tab. 6); 
4. la percentuale di cesarei nelle ripartizioni geografiche  presenta
livelli decisamente piu' elevati  in  alcune  Regioni  del  centro  e
soprattutto  del  sud  e  nelle  isole  e  che  sono  presenti  ampie
differenze tra Regioni (dal 23.1% del FVG al 61.9% della Campania) e,
come puo' osservarsi nella figura 1, la variabilita' tra le strutture
simili di una stessa Regione e' enorme. 
5. non vi sono dati a favore della tesi che questo piu'  che  diffuso
ricorso al  T.C.  sia  in  qualche  modo  associato  a  miglioramenti
significativi degli esiti perinatali negli ultimi anni. Anzi  i  dati
disponibili ci dicono proprio il contrario: la  mortalita'  neonatale
e' piu' alta nelle regioni meridionali-insulari, dove piu' elevata e'
la percentuale di TC (tab. 7). 
 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico