(Allegato 1)
                                                           Allegato 1 
 
NUOVO COLLEGAMENTO FERROVIARIO  TORINO  LIONE  PARTE  ITALIANA  DELLA
                            TRATTA COMUNE 
 
                        PROGETTO PRELIMINARE 
 
                       Prescrizioni - parte 1a 
 
                     Raccomandazioni - parte 2a 
 
                       PRESCRIZIONI - PARTE 1a 
 
1 - INDIRIZZI PROGETTUALI E PROGRAMMATICI: 
 
Nel corso della progettazione definitiva si dovra': 
1. Fasaggio:  stante  le  risultanze  dello  studio  di  fattibilita'
richiesto dalla Commissione Intergovernativa, circa  la  possibilita'
di realizzare per fasi funzionali successive la "parte comune"  della
Torino-Lione, sviluppare tale ipotesi in fase di Progetto Definitivo.
Tutte le parti dell'opera  che  risulteranno  variate  rispetto  alla
configurazione  completa  del  progetto  preliminare  sottoposto   ad
istruttoria,  dovranno  essere  sottoposte  a  nuova   procedura   di
Valutazione di Impatto Ambientale. 
2. Svincolo di Chiomonte: con riferimento all'ipotesi progettuale  di
realizzazione di uno svincolo provvisorio  sulla  A32  in  comune  di
Chiomonte (loc. la Maddalena), non potendosi accettare il rischio  di
notevoli allungamenti delle tempistiche  di  cantiere,  prevedere  il
dettaglio  del  relativo  intervento,  per  il   quale   si   esprime
un'indicazione favorevole alla sua  realizzazione  secondo  l'ipotesi
progettuale  n.  3,  in  considerazione  della  maggior  salvaguardia
rispetto ai possibili  fenomeni  franosi  che  caratterizzano  l'area
circostante il cantiere nei pressi del quale e' previsto lo svincolo,
e della minimizzazione delle opere da realizzarsi sul  versante,  con
le seguenti precisazioni: 
-  la  progettazione  dell'opera  venga  concordata  e  approvata  in
concertazione  con  tutte  le  componenti  territoriale,  Comune   di
Chiomonte,  Provincia   di   Torino   e   Regione   Piemonte,   ANAS,
Concessionaria SITAF quale societa' di  gestione  della  A32  e  Enti
territoriali di tutela Ambientale e  Archeologica,  comprendendo  nel
progetto anche il dettaglio delle dismissioni e rinaturalizzazioni. 
- prevedere lo sviluppo del progetto di uno svincolo autostradale  di
Chiomonte   aperto   al   traffico   ordinario   successivamente   al
completamento delle  attivita'  di  cantiere.  Tale  progetto  dovra'
essere sottoposto a procedura di  VIA  e  dovra'  pertanto  contenere
elaborati  grafici  a  livello  definitivo,  lo  studio  di   impatto
ambientale  e  gli  eventuali  studi  specialistici,  necessari   per
valutare  l'assetto  funzionale  dello  svincolo   stesso,   la   sua
connessione con la viabilita' ordinaria e la relativa  compatibilita'
ambientale. I suddetti elaborati dovranno essere trasmessi  in  tempo
utile al fine di consentire il perfezionamento della procedura di VIA
prima dei l'approvazione del progetto definitivo dell'intera opera. 
-  la  realizzazione  dello   svincolo   sia   nella   configurazione
provvisoria   che   nella   eventuale   configurazione   autostradale
definitiva, avvenga a totale carico del Committente sia per  la  fase
di costruzione,  che  di  manutenzione  e  successiva  dismissione  e
rinaturalizzazione, in relazione alla finalita' provvisoria di  detto
svincolo. 
3. Svincolo di  Chiomonte:  la  funzione  principale  dello  svincolo
autostradale di Chiomonte durante le fasi di cantiere sara' quella di
consentire il conferimento ai siti di' deposito anche  dello  smarino
prodotto con lo scavo  del  cunicolo  esplorativo  de  La  Maddalena,
evitando lo stoccaggio nel sito  gia'  individuato  nel  procedimento
autorizzativo relativo al cunicolo stesso. 
4. Svincolo di Chiomonte: elaborare minuziosi approfondimenti di tipo
geologico.  geomorfologico  e  geotecnico  che  riguardino   l'intero
versante e non soltanto la porzione compresa tra  il  terrazzo  e  il
cantiere. Le opere di protezione delle infrastrutture e del  cantiere
non potranno quindi limitarsi a  delle  barriere  paramassi  a  monte
dell'imbocco del cunicolo,  ma  dovranno  avere  almeno  le  medesime
caratteristiche  di  durabilita'  e  efficienza  di  quelle  poste  a
protezione  dell'autostrada.  Ogni  ulteriore   ipotesi   progettuale
riguardante eventuali svincoli quindi non  potra'  prescindere  dalle
problematiche di tipo geologico e dovra' essere accompagnata  da  una
analisi del rischio geologico sia in fase  di  realizzazione  che  di
esercizio. 
5. Svincolo di Chiomonte: relativamente all'ipotesi  di  svincolo  di
Chiomonte,  si  evidenzia  che  l'intervento,  per   la   particolare
visibilita', per la vicinanza al  sito  Archeologico  di  Ramat,  per
l'inserimento all'interno dell'ambito tutelato ai sensi dell'art. 136
del D.Lgs  42/2004  (D.M.  01/08/1985  "  Dichiarazione  di  notevole
interesse pubblico di una zona in localita' Ramat sita nel comune  di
Chiomonte") gia'  fortemente  inciso  dalla  presenza  dell'esistente
viadotto, presenta rilevanti e forti  criticita'.  Pertanto  potranno
essere valutate soluzioni localizzative alternative, ovvero  dovranno
essere  individuate   ipotesi   progettuali   di   elevata   qualita'
architettonica, capaci di coniugare  le  esigenze  funzionali  con  i
caratteri paesaggistici del contesto e  con  le  caratteristiche  del
viadotto esistente. 
6. Svincolo di Chiomonte: sviluppare la progettazione dello  svincolo
autostradale di Chiomonte limitando il  piu'  possibile  gli  impatti
diretti e indiretti sui vigneti D.O.C. dell'area. 
7. Generale: sviluppare tutti gli interventi di carattere generale  e
locale indicati dal proponente nello Studio di Impatto  Ambientale  e
nella risposta alla richiesta di integrazioni della  Commissione,  in
particolare introdurre nel progetto  elementi  di  mitigazione  e  di
compensazione in accordo con gli  Enti  territoriali  di  competenza,
dettagliandone localizzazione, tipologia, modalita' di  esecuzione  e
costi analitici. 
8. Piano di gestione ed  utilizzo  dei  materiali  di  scavo:  per  i
materiali fuori dal regime  dei  rifiuti:  quali  sottoprodotti  come
definito alla lettera  qq)  dell'art.  n.  183  del  D.Lgs  205/2010,
provenienti dalle attivita' connesse alla  realizzazione  dell'opera,
prevedere il riutilizzo integrale in tempi certi e  definiti  secondo
trattamenti di normale pratica industriale in riferimento all'art. n.
186 del D. Lgs 4/2008, nel caso in cui gli stessi materiali non siano
contaminati. Il piano di gestione ed utilizzo dei materiali da  scavo
deve  contenere  tutte  le  informazioni  richieste  ai  sensi  della
normativa  nazionale  e  regionale  vigente  in  materia,  ed  essere
corredato da un apposito progetto che  preveda  l'utilizzo  integrale
degli stessi nello stesso sito  e  per  la  medesima  opera,  oppure,
qualora siano dimostrate le condizioni previste alla lettera  f)  del
comma 1 dell'art 186 anche in siti diversi  da  quelli  in  cui  sono
stati scavati. L'apposito progetto dovra'  essere  corredato  da  uno
studio degli impatti attesi sul sistema ambientale proprio  del  sito
di destinazione considerando  le  componenti  biotiche  (vegetazione,
flora,  fauna,  ecosistemi)  e  le  componenti  abiotiche  (geologia,
geomorfologia, clima, idrografia) oltreche' sui recettori in fase  di
trasporto delle terre al luogo di destinazione. 
I relativi progetti di riutilizzo dovranno essere  autorizzati  dagli
enti/amministrazioni competenti per territorio. 
Qualora dai test di  caratterizzazione  chimico  fisica  risulti  una
contaminazione  dei  materiali  da  scavo  superiore  ai  valore   di
concentrazione soglia di contaminazione (CSC) di cui alle colonne A e
B, Tabella 1 Allegato 5, al Titolo V Parte IV  del  D.Lgs.  152/06  e
s.m.i. con riferimento alla specifica destinazione d'uso urbanistica,
questi dovranno essere trattati con operazioni di  recupero,  secondo
le procedure  di  cui  al  D.M.  5/2/1998  e  s.m.i.,  come  previsto
dall'Articolo 184 - ter, comma 3 del D.Lgs. 3 dicembre 2010, n. 205. 
Qualora, non effettuando alcuna procedura  di  recupero,  si  intenda
smaltire le terre come rifiuti speciali dovranno essere  previste  la
operazioni  di  smaltimento  in  impianto  autorizzato/discarica  per
inerti, il piano di  cantierizzazione  dovra'  indicare  l'ubicazione
delle stesse e la capacita' recettiva per  le  tipologie  di  rifiuti
ammessi; dovra' essere redatto uno studio sugli impatti  generati  in
fase di trasporto  dei  rifiuti  sui  recettori  e  sulle  componenti
ambientali interessate. 
Approfondire  e  dettagliare  lo  studio  sulla  quantificazione   ed
utilizzo del materiale inerte non  direttamente  reimpiegato  per  la
costruzione dell'opera. 
Attesa  la  valutazione  negativa  sulla   originaria   proposta   di
allocazione del marino presso la Carriere du Paradis si prescrive  di
prendere in considerazione anche tutti i siti che sono o  sono  stati
interessati da  attivita'  estrattiva  e/o  da  impianti  trattamento
inerti della bassa Val di Susa, a partire  da  quelli  piu'  prossimi
alle aree di cantiere, e che; 
- possano essere serviti da un  collegamento  ferroviario  esistente,
almeno in parte,ovvero che il sedime ferroviario esistente si  presti
per installare nastri trasportatori (rigorosamente coperti); 
- siano luoghi anche non rilevanti sotto il profilo quantitativo,  ma
ove necessiti un recupero ambientale  che  si  configura  come  reale
opera di compensazione territoriale; 
- possano rappresentare riserve/polmone in  caso  di  necessita'  nel
complesso processo dello smarino. 
Si tenga in considerazione l'esistenza di  diverse  aree  estrattive,
dismesse o in parte ancora in coltivazione, che  potrebbero  ospitare
volumi significativi di inerti e che  presentano  caratteristiche  di
degrado ambientale che, previa colmatura con il materiale di smarino,
si presterebbero utilmente ad essere recuperate con incremento  delle
valenze ambientali e paesaggistiche del  territorio.  Si  preveda  un
volume superiore a quello della  effettiva  necessita',  individuando
siti di riserva per  l'allocazione  del  materiale  anche  oltre  gli
ambiti valsusini  lungo  l'intero  corridoio  infrastrutturale  della
NLTL. Estendere la ricognizione valutando la disponibilita'  di  aree
degradate, quali reliquati stradali/industriali o altro  (ad  esempio
nelle zone adiacenti  la  discarica  delle  Basse  di  Stura,  o  nei
territori tra Settimo, Brandizzo e Chivasso). 
9. L'individuazione definitiva  dei  siti  dovra'  essere  effettuata
sulla  base  di  una  valutazione  comparata  tra  possibili  ipotesi
localizzative.  Tale   elaborato   venga   predisposto   tenendo   in
considerazione i seguenti punti: 
- specificare  a  quale  tipologia  di  intervento  si  intende  fare
riferimento nella realizzazione del deposito definitivo, atteso  che,
a seconda che si tratti di  '"rimodellazione"  o  di  "'miglioramento
ambientale", la norma impone condizioni diverse dal  punto  di  vista
realizzativo; 
-  fornire  un  dettagliato  protocollo  di  gestione  dei  materiali
estratti che specifichi le procedure di movimentazione,  lavorazione,
deposito temporaneo del materiale estratto nonche'  le  modalita'  di
caratterizzazione dei medesimi (procedura di campionamento, metodiche
analitiche,  ecc..).  Dovra'  essere  consentita   all'autorita'   di
controllo la rintracciabilita' dei singoli "lotti" scavati fino  alla
loro messa a  dimora  nei  siti  di  stoccaggio  definitivo  per  una
verifica della sussistenza dei requisiti qualitativi richiesti.  Allo
scopo dovra' essere prevista una procedura  di  gestione  interna  ai
cantieri dei dati inerenti  la  provenienza  del  cumulo  (es.  dalla
progr.   chilometrica   "x"   alla    progr.    chilometrica    "y"),
l'individuazione  e  numerazione  univoca  di  ogni   singolo   lotto
escavato, la data di produzione del medesimo, la sua  volumetria,  la
data  di  campionamento,  la   posizione   del   cumulo   all'interno
dell'area/e   individuate   per   lo   stoccaggio   temporaneo,    le
caratteristiche qualitative del  lotto,  la  data  di  movimentazione
verso il sito di deposito definitivo; 
- descrivere le tipologie di lavorazioni  ed  i  relativi  macchinari
(es. frantoi, vagli, ecc.) utilizzati nel trattamento del marmo. 
- In merito  alla  caratterizzazione  del  materiale  proveniente  da
gallerie, prevedere campionamenti ogni 250 m di  avanzamento  e/o  al
cambio di litologia e/o della tecniche di  scavo.  Per  i  metodi  di
scavo non in galleria occorrera' fare riferimento  alle  Linee  guida
della regione Piemonte (D.G.R. 15 febbraio 2010, n.24-13302). 
In  particolare,  ai  fini  del  riutilizzo  dello  smarino  per   la
riqualificazione: 
Torrazzo  Piemonte:  verificare  la  possibilita'   di   operare   un
modellamento morfologico propedeutico alla realizzazione del progetto
di polo intermodale per la logistica. 
Montanaro: approfondire l'individuazione dei siti di  Montanaro  come
possibile  destinazione  del  materiale  derivante  dai  lavori,  per
superare  le  incertezze  sulle  garanzie  e  sulle  tipologie  degli
interventi cosi come evidenziate dal Comune interessato con: 
- specifico studio di approfondimento, che  colga  in  tutti  i  suoi
aspetti l'eventuale compatibilita' del sito individuato, tenuto conto
del forte impatto che avrebbe l'allocazione dello smarino. Lo  studio
dovra' altresi' prendere in considerazione  la  compatibilita'  delle
previsioni di smaltimento  dello  smarino  con  gli  eventuali  altri
progetti  di  recupero/riutilizzo  dell'area  e  con   le   effettive
capacita' ricettive di conferimento dell'area medesima, rapportate ai
quantitativi di smarino stimati; 
- interpello della societa'  proprietaria  della  cava,  al  fine  di
specificare sia l'attuale stato dell'attivita'  estrattiva  in  corso
unitamente al suo esaurimento, sia se esistano vincoli  dai  medesimi
concordati con Enti superiori ovvero progetti di recupero futuro  del
sito, di qualsivoglia specie e provenienza (dal recupero ambientale a
quello  artigianale  ovvero  di  altro  tipo)  riguardanti  il   sito
interessato  ed  eventualmente  promossi  da  alcuni  degli  Enti  in
indirizzo; 
- approfondimento particolareggiato sulle reali qualita' e  quantita'
del materiale che eventualmente potrebbe trovare  ricovero  nel  sito
interessato, nonche' sulle eventuali possibilita'  di  reimpiego  del
medesimo per altri scopi, con altri metodi o in altri luoghi; 
-  esatta  descrizione  e  quantificazione   dei   materiali   nocivi
eventualmente presenti sulla tratta interessata dagli scavi  compresi
nello smarino da localizzare, oltre ad  un'approfondita  analisi  sui
metodi che si intendono utilizzare sul luogo di estrazione al fine di
inertizzare totalmente - qualora se ne ravvisi  la  necessita'  -  il
materiale di scarto da eventuale  presenza  di  tracce  di  carattere
tossico/nocivo (fibre amiantifere e materiali  uraniferi  o  derivati
dell'Uranio); 
-  puntuali  e  particolareggiati  chiarimenti  sulle  modalita'   di
stoccaggio e ricovero con le quali  eventualmente  si  conferira'  il
materiale  in  deposito,  nonche'  un'indicazione  la  piu'   precisa
possibile sul tempo per il quale detto materiale  potrebbe  stare  in
deposito presso il sito interessato e con  quali  modalita'  e  quali
saranno gli interventi di recupero  ambientali  che  si  porranno  in
essere ed in quali tempi studio di fattibilita' sulla logistica di un
eventuale conferimento nel sito, tenuto anche conto del fatto che  la
linea ferrata Chiasso - Aosta, seppure lambisca il sito  interessato,
e' una linea non elettrificata, monobinario e  gia'  oggi  fortemente
congestionata. Nella relazione richiesta, sentite le parti, si dovra'
tenere conto anche delle problematiche che il passaggio  di  convogli
in Chivasso  potrebbe  creare  alla  stazione  di  Chivasso  ed  alla
viabilita' ferroviaria di tutte le  altre  linee  che  transitano  in
Chivasso, senza escludere la circostanza per la  quale  l'abitato  di
Montanaro subirebbe notevoli disagi dal passaggio di convogli  merci,
siano essi in ore diurne ovvero notturne. 
S.Ambrogio:  verificare  le  possibilita'  di  utilizzo  dei  4  siti
estrattivi alle pendici del Monte Pirchiriano in  parte  abbandonati,
in particolare di quello piu' a ovest, posto poco piu' a valle  della
partenza della ferrata per la Sacra  di  San  Michele,  che  potrebbe
ospitare i volumi piu' significativi di inerti. 
Caprie: verificare la possibilita' di  riutilizzare  lo  smarino  per
riqualificare l'area paesaggisticamente; specificare  il  sistema  di
trasporto del materiale dalla stazione  di  Chiusa  S.  Michele  sino
all'area di cava e  la  sua  conseguente  movimentazione  all'interno
dell'area stessa  di  cui  dovra'  essere  predisposto  un  piano  di
rinaturalizzazione dell'area. 
10. Caprie: predisporre di concerto con le autorita'  preposte  e  il
Comune, un  piano  di  contenimento  e  abbattimento  delle  sostanze
aerodispersibili. 
11.  Trasporto  via  ferro  del  marino:  In   considerazione   della
valutazione negativa sulla originaria proposta di  allocazione  dello
smarino, in quanto la scelta di destinarlo  alla  Camere  du  Paradis
comporta un elevato  impatto  ambientale  paesaggistico  e  logistico
legato alla  necessita'  di  eccessivi  trasferimenti  su  gomma  per
conferire tutta la grande quantita' di materiali  a  Prato  Gio'  per
alimentare una imponente teleferica; si  prescrive  l'adozione  della
soluzione di conferimento del materiale in siti sostitutivi  mediante
l'utilizzo  della  ferrovia,  come  presentato   nelle   integrazioni
ripubblicate. In particolare sono stati individuati i siti estrattivi
di Torrazza Piemonte, Montanaro, Caprie, S. Ambrogio e  Cantalupo  in
provincia di Torino  e  raggiungibili  per  ferrovia.  Il  Proponente
dovra' produrre idonea documentazione che dimostri la  disponibilita'
(bonaria o in  via  amministrativa)  delle  aree  di  utilizzo  dello
smarino  mediante  proposte  progettuali  concordate  con  gli   Enti
territorialmente competenti. Tale garanzia  dovra'  coprire  l'intero
periodo di durata dei lavori. 
12.  Mobilizzazione  del   marino   per   ferrovia:   dimostrare   la
compatibilita' dei traffici merci aggiuntivi con la capacita' residua
del nodo di Torino. Nel caso in cui risultino incompatibilita'  anche
parziali, il proponente dovra' indicare  le  soluzioni  da  adottare,
quali, per es.: 
- l'eventuale diverso  utilizzo  delle  tracce  merci  negli  scenari
temporali futuri o la realizzazione  di  interventi  infrastrutturali
atti ad aumentare la capacita' delle tratte ferroviarie interessate; 
- l'analisi del ciclo del treno con indicazioni sugli effettivi tempi
delle operazioni; 
- l'organizzazione della circolazione dei treni che trasporteranno lo
smarino, tenendo conto sia delle  eventuali  criticita'  d'esercizio,
quali l'inversione di banco nella stazione di Chivasso, sia del crono
programma dei lavori di realizzazione delle nuove infrastrutture gia'
in  corso  di  progettazione  (quali  per  esempio  "la  lunetta   di
Chivasso") che potrebbero interferire con le tratte  ferroviarie  che
si intendono utilizzare; 
- l'organizzazione dei siti di destinazione dello smarino. 
13. Area di carico su ferrovia a Susa:  nell'ambito  delle  soluzioni
alternative individuate per lo smaltimento dello  smarino  attraverso
la ferrovia all'imbocco est della galleria di base presso  Mompantero
si adotti la soluzione 3 che prevede il riuso  dell'area  interessata
dal "ex piano caricatore militare di Bussoleno,  su  cui  insiste  un
fascio di  binari  attualmente  adibiti  a  deposito  carri.  L'area,
attualmente    sedime    ferroviario,    risulta    pertanto     gia'
infrastrutturata e direttamente collegata con i binari della stazione
di   Bussoleno   e   non   necessita   e/o   comporta   significative
trasformazioni d'uso. 
14. Piana di Susa: si adotti l'alternativa  di  tracciato  sviluppata
nelle integrazioni che prevede uno spostamento del  portale  est  del
tunnel di base volto a salvaguardare la Cascina Vazone, edificio  che
denota interesse  storico-architettonico  e,  nel  contempo,  che  si
allontana dalla Casa di Riposo San Giacomo  in  modo  da  minimizzare
l'impatto  della  nuova  linea  su  questo  ricettore  sensibile.  Lo
spostamento  comporta  la  necessita'  di  raccordare  la  linea  con
l'allineamento dei  binari  all'imbocco  del  tunnel  dell'Orsiera  e
determina la traslazione, verso est della stazione internazionale  di
circa  20  metri,  nonche'  alcuni  adeguamenti  alla  viabilita'  di
collegamento alla stazione stessa. 
15. Attivita' di Cantiere: Produrre apposito documento  di  dettaglio
dell'analisi di rischio delle attivita' di cantiere, con  riferimento
particolare alle attivita' di scavo delle gallerie, relativo a: 
- Rischio di aumento del plafond di radioattivita'. 
- Rischio di aumento concentrazione gas Radon. 
- Rischio di intercettamento di rocce amiantifere. 
- Rischio di intercettazione di acque calde. 
Articolandolo nelle tre fasi di successive di': 
- Gestione dell'emergenza (con  particolare  riferimento  all'impatto
sugli addetti). 
-  Gestione   dell'emergenza   relativamente   all'ambiente   esterno
(contenimento e trasporto, comprensivo dell'analisi dei percorsi). 
- Gestione dell'esercizio, con particolare riferimento agli  impianti
definitivi delle acque (termali o non), che possano contenere,  anche
in esercizio, gas Radon, fanghi o fibre  di  amianto,  unificando  le
indicazioni  di  cui  al  Piano  di  sicurezza  e  Coordinamento,  su
stoccaggio, smaltimento e conferimento in  discarica  dei  fanghi,  e
modalita' di smaltimento, in  esercizio,  delle  acque,  compresa  le
vasche di gorgogliamento per la dispersione del gas Radon. 
16. Dispersione fibre di Amianto:  prevedere  un  efficace  controllo
delle attivita' attraverso una  rete  di  punti  in  prossimita'  del
cantiere (immediato perimetro esterno) e al suo interno in postazioni
strategiche (stoccaggio marino, uscita galleria, frantoio, ecc.)  con
frequenza di campionamento giornaliera e letture in tempo reale (MOCF
24 ore; SEM 48 ore). Si  precisa  che  i  monitoraggi  dell'aria,  in
ambienti  di  vita,  dovranno  essere   effettuati   in   Microscopia
Elettronica a Scansione, in coerenza con le indicazioni dell'OMS  che
propone un valore di riferimento di 1 f/l di amianto  determinata  in
SEM; 
 
2 - IL PROGETTO DEFINITIVO INOLTRE DEVE: 
 
17. Compensazioni Ambientali storico architettoniche e archeologiche:
recepire e svilupparle, cosi' come proposte nello Studio  di  Impatto
Ambientale come aggiornato e  integrarle  alla  luce  delle  presenti
prescrizioni; nel caso  di  interventi  di  ingegneria  naturalistica
garantire inoltre la manutenzione per almeno 5 anni, valorizzando  le
scelte di sviluppo sostenibile gia' effettuate dalle comunita' locali
secondo   quanto   previsto    nell'Atto    Aggiuntivo    dell'intesa
Stato-Regione Piemonte e nel  Piano  Strategico  della  Provincia  di
Torino per la valorizzazione delle  scelte  di  sviluppo  sostenibile
gia'  effettuate  dalle  comunita'   locali   ed   il   completamento
dell'adeguamento del nodo ferroviario di Torino. 
18. Impatti Attuare tutte le indicazioni volte al contenimento  degli
impatti e contenute nel presente quadro prescrittivo ai  punti  1,16,
21, 24, 26, 27, 53, 57. 
19.  Mitigazioni  Impatti  in  fase  di  costruzione:  inserire   nei
documenti    progettuali    relativi    agli    oneri    contrattuali
dell'appaltatore  dell'infrastruttura   (capitolati   d'appalto)   le
prescrizioni relative sia alla mitigazione degli impatti in  fase  di
costruzione che alla conduzione delle attivita' di cantiere. 
20. Sistemazione Maestranze: in coerenza con le finalita' della legge
regionale  n.  4/2011  indicare  proposte  e  linee  guida   per   la
sistemazione delle maestranze nella ricettivita' locale valutandone i
possibili  costi  (alla  luce  delle  somme  stanziate)  e  possibili
soluzioni. Prevedere scelte, condivise con le amministrazioni locali,
per  l'individuazione  di  soluzioni  insediative  per  il  personale
occupato nelle diverse fasi di cantiere cosi' come per l'insediamento
su aree di nuovo impianto di attivita' produttive,  non  strettamente
connesse con l'attivita' di cantiere, ma  indotte  dalle  stesse,  al
fine di contenere eventuali fenomeni collaterali di incremento  delle
nuove previsioni urbanistiche sia nei Comuni  interessati  dall'opera
che in quelli con termini; 
21. Cantieri: e' necessario che i cantieri, gli impianti e le aree di
lavorazione e gestione del materiale di scavo  vengano  progettati  a
livello definitivo come vere e proprie opere, individuando  soluzioni
tecnologiche  anche  innovative  volte  al   contenimento   ed   alla
mitigazione degli impatti da essi generati, cio'  orientandosi  verso
scelte che tendano ad isolare completamente dall'ambiente esterno  le
loro componenti impiantistiche soprattutto per  quanto  attiene  alla
produzione  di  emissioni  inquinanti  e  di  rumore;   il   progetto
definitivo dovra' inoltre contenere un completo quadro  organizzativo
che per ogni cantiere individui quanto  necessario  all'alloggiamento
delle maestranze nella valle ed ai loro spostamenti. 
22.  Trasporto  a  Susa:  venga  garantita  adeguata  soluzione,   da
concertare con l'Amministrazione comunale di Susa,  al  problema  del
trasporto pubblico durante l'interruzione di non breve durata  per  i
lavori di adeguamento della linea ferroviaria  storica  Susa  -Torino
(il servizio si rivolge ad un rilevante numero di  utenti  valutabili
in 800 unita' ogni giorno). 
 
3 - IN RELAZIONE ALLE COMPONENTI AMBIENTALI SI DOVRA' 
 
23. Qualita' dell'aria: Approfondire e sviluppare il rilevamento e la
valutazione della qualita' dell'aria sul territorio  con  particolare
riferimento ai comuni in cui e' maggiore il rischio  di  inquinamento
da materiali asbestiformi e/o radioattivi e/o  di  emissione  di  gas
radon, predisponendo uno studio  anemologico  di  dettaglio  relativo
alle caratteristiche particolari di tali aree, al  fine  di  definire
ulteriori  specifiche  misure  mitigative  per  evitare  superamenti,
imputabili  alle  emissioni  di  polveri  e  degli  altri  principali
inquinanti dovute alle attivita' di  cantiere,  dei  limiti  previsti
dalla normativa  vigente  sia  per  la  popolazione  che  per  quanto
riguarda la protezione di vegetazione, flora e fauna ed ecosistemi. 
24.  Radioattivita':   effettuare,   con   riferimento   al   Decreto
Legislativo n. 230/1995 e successive modifiche (Capo III-bis),  prima
e  durante  le   operazioni   di   scavo,   un   monitoraggio   sulla
radioattivita' derivante dalla presenza di radionuclidi naturali e in
particolare dalla presenza di radon sia all'interno  che  all'esterno
delle gallerie in costruzione indicando: 
- i livelli di riferimento o di azione, in termini di dosi  efficaci,
che si intendono adottare per  la  popolazione  e  per  i  lavoratori
(oltre ad un livello in termini di  concentrazione  di  attivita'  in
aria, 400 Bq m3); 
- l'effettuazione di misure integrate di concentrazione di  attivita'
di radon in aria per un congruo periodo di  tempo  (mesi)  anche  con
rivelatori di tipo passivo, utilizzando anche metodologie  di  misura
mediante tecniche di  spettrometria  gamma  (per  la  verifica  della
presenza di sostanze radioattive naturali)  e  inserendo  nell'elenco
dei radionuclidi da determinare oltre ai radionuclidi naturali  anche
i principali radionuclidi artificiali. 
25.  Qualita'  dell'aria:   aggiornare   l'analisi   della   qualita'
dell'aria, tramite valutazione degli inquinanti atmosferici derivanti
dall'inserimento  del  nuovo   input   emissivo,   approfondendo   le
simulazioni modellistiche riferite ai  parametri  temporali  presenti
nei relativi valori limite, utilizzando i valori limite gia' previsti
dalla normativa clic entreranno  in  vigore  durante  il  periodo  di
esercizio dell'opera.  Qualora  si  profilassero,  nei  vari  scenari
temporali previsti, condizioni della qualita' dell'aria incompatibili
con il quadro normativo di riferimento, dovranno essere  indicate  le
azioni correttive o compensative atte a  garantire  il  rispetto  dei
limiti indicati dalla normativa.  Le  azioni  correttive/compensative
individuate dovranno trovare adeguato riscontro nel quadro  economico
dell'opera. 
26. Protocollo  Operativo:  stipulare  un  Protocollo  Operativo  tra
Regione Piemonte, Provincia di Torino, ARPA Piemonte ed  Enti  Locali
interessati che, in coerenza con quanto previsto dai Piani di  Azione
a breve termine previsti dall'art.  24  della  Direttiva  2008/50/CE,
contenga i  provvedimenti  efficaci  per  limitare  e  se  necessario
sospendere  le  attivita'  che  contribuiscono  al  rischio   che   i
rispettivi valori limite, valori obiettivo e soglie di allarme di cui
agli allegati VII, XI e  XIV  della  Direttiva,  siano  superati.  Il
Protocollo dovra' altresi' stabilire, per  le  rispettive  competenze
degli enti territoriali e del GESTORE, gli interventi e le azioni  da
attuare per ridurre le emissioni  inquinanti  quando  il  sistema  di
monitoraggio afferente alla Nuova Linea (in fase di cantiere come  in
esercizio),  evidenzi  il  superamento  dei  valori  limite  di   cui
all'allegato XI della Direttiva. I superamenti saranno riferiti  alla
misurazione di un sistema di  centraline  dedicate  i  cui  costi  di
acquisizione, messa in opera e gestione dovranno essere a carico  del
GESTORE. Le attivita' di controllo e verifica  dei  dati  provenienti
dal sistema di rilevamento saranno gestite da ARPA Piemonte la  quale
informa sui superamenti e avvia le procedure, sulla  base  di  quanto
stabilito  all'interno  del  Protocollo,  per   l'attivazione   degli
interventi di riduzione delle emissioni. 
27.  Assetto  Idrogeologico:  Approfondire  il  grado  di  conoscenza
dell'assetto idrogeologico di dettaglio nei settori dove  sono  state
individuate le principali situazioni di criticita',  in  particolare,
in relazione alle preoccupazioni espresse circa le  interferenze  che
lo scavo delle gallerie potrebbe avere su un'area di frana nella zona
della Piana delle Chiuse (frana Vlargara) e nelle aree interessate da
fenomeni di DGPV (area a monte di Vaie), si sottolinea la  necessita'
e  sulla  necessita'  di  prevedere  approfondimenti  delle  indagini
geognostiche  in  tali  aree  e   di   effettuare   un'attivita'   di
''monitoraggio in continuo pluriennale''  prima  dell'esecuzione  dei
lavori. 
28. Indagini geognostiche: predisporre  nel  progetto  definitivo  un
piano accurato  di  indagini  geognostiche  al  fine  di  studiare  i
possibili  accorgimenti  progettuali  da  mettere  in  atto  in  fase
esecutiva per la realizzazione delle gallerie senza alterare lo stato
di equilibrio idrogeologico preesistente. 
29. Zone di faglia: prevedere per  i  tratti  ricadenti  in  zone  di
faglia c/o di intensa fratturazione, la  possibilita'  di  utilizzare
sezioni  di  avanzamento   con   interventi   mirati   a   conseguire
l'impermeabilizzazione delle gallerie  (Tunnel  di  Base  e  Orsiera)
attraverso sondaggi sub- orizzontali  in  avanzamento  al  fronte  di
scavo, per  la  definizione  delle  caratteristiche  geomeccaniche  e
idrogeologiche, delle fasce di fratturazioni e delle venute d'acqua. 
30. Studio Idraulico: approfondire lo studio idraulico,  in  modo  da
definire e dimensionare le relative opere di sistemazione  idraulica,
sottoponendole a specifico parere dell'Adb del Po, soprattutto per la
verifica metodologica delle ipotesi di moto uniforme in  taluni  casi
non  ammesse  dalla  Autorita'  di  Bacino  stessa  negli  studi   di
compatibilita' idraulica (vedi Direttiva approvata con  deliberazione
del CI n.2 dell'11/05/1999, aggiornata con deliberazione del CI n. 10
del 05/04/2006). 
31. Ecosistemi fluviali: Verificare che le opere provvisionali  e  le
attivita'  di  cantiere  non  alterino  in  maniera  significativa  e
permanente gli ecosistemi fluviali; gli eventuali fenomeni transitori
di  alterazione  delle  condizioni  idrobiologiche  dovranno   essere
oggetto di monitoraggio e dovranno essere mitigate  nel  corso  della
realizzazione dell'opera; Il monitoraggio dovra' essere esteso  anche
alla fase post-operam,  al  fine  di  consentire  la  verifica  degli
effetti quali- quantitativi sulla componente idrica  derivanti  dalle
opere di mitigazione proposte ed apportare eventuali correttivi. 
32. Fauna vertebrata: realizzare un  monitoraggio  dei  movimenti  di
fauna vertebrata nei periodi di maggior  rischio  di  interferenza  e
ridefinire  in   base   alle   evidenze,   le   eventuali   superfici
cantierizzate all'esterno delle aree di cantiere  propriamente  dette
(piste, aree di trattamento delle acque edotte dagli scavi,  zone  di
posa delle condotte di scarico ecc..). 
33. Parco della Dora: predisporre il progetto della realizzazione del
Parco della Dora, specificandone le peculiarita'  naturalistiche  che
si intendono creare e/o ripristinare e gli interventi previsti per la
realizzazione, in  particolare  per  in  merito  agli  effetti  sulla
connettivita' tra i SIC limitrofi, in riferimento al  Parco  Fluviale
della Dora Riparia, previsto nella Piana  di  Susa  quale  principale
opera di compensazione ambientale  della  tratta  in  oggetto  e  che
quindi dovra' essere progettato in raccordo con gli Enti territoriali
interessati. In merito alle modalita' realizzative  e  progettuali  -
che  saranno  dettagliate  nella  fase  di  progettazione  definitiva
vengano seguite le indicazioni relative  a  Rete  Ecologica  e  Fasce
Perifluviali - Corridoi  di  Connessione  Ecologica  delle  Norme  di
Attuazione del PTC2 (artt. 35, 46 e 47 delle NdA). 
34. Piana delle Chiuse: nel tratto di attraversamento dell'area della
Piana delle Chiuse, tra le progressive chilometriche  82-83,  l'opera
intercetta un ecosistema fluviale con formazioni  forestali  riparie.
In considerazione dell'importanza di tali biocenosi,  si  ritiene  di
prevedere opere di compensazione ambientale, finalizzate anche ad  un
miglioramento della connettivita' ecologica dell'area. 
35. Cantalupo: si preveda una  riduzione  dell'area  di  deposito  di
Cantalupo ai fine di non interferire (durante nessuna fase di lavoro)
con la superficie occupata dall'Habitat 92A0 (al cui interno ricadono
due zone umide), evitandone ogni consumo, cosi  come  previsto  dalla
misura mitigativa finalizzata alla tutela degli habitat  nel  SIC  di
Cantalupo- IT1110055. 
36. Collisione volatili: al fine  di  mitigare  gli  impatti  causati
dalla possibile collisione di volatili  con  i  convogli  ferroviari,
prendere opportuni provvedimenti lungo il tracciato all'aperto  della
linea ferroviaria, (piantumazioni, siepi alte almeno quanto le sagome
dei  convogli  e/o  quanto  l'eventuale  rete  di  recinzione,   come
"barriere vegetali", o altri provvedimenti ) cosi  da  obbligare  gli
uccelli e i chirotteri ad elevare l'altezza di volo. 
37.  Piantumazioni:  la  piantumazione  di  arbusti   e   alberi   in
prossimita' degli imbocchi dei sottopassi  e  dei  soprapassi  dovra'
assicurare il collegamento fra i  patch  di  vegetazione  arborea  ed
arbustiva preesistente Ante  Operam.  Affinche'  siano  mitigati  gli
impatti per la realizzazione  dell'opera  su  specie  sensibili  alla
frammentazione (Moscardino, Biacco, Colubro  liscio.  Ramarro)  e  si
crei un "continuum" con le zone boscate o cespugliate presenti  nelle
vicinanze. 
38. Lucanus Cervus: al fine di minimizzare l'impatto  negativo  sulla
popolazione di Lucanus cervus dovuta  agli  interventi  previsti  dal
progetto nel sito di Cantalupo IT1110055, si ritiene  necessario  non
asportare alberi vetusti, ceppaie marcescenti e il terreno limitrofo,
non effettuare interventi  in  boschi  maturi  e  non  ricoprire  con
materiale il terreno dei boschi o in prossimita' di alberi vetusti. 
39. Illuminazione delle strutture: si ritiene necessario  minimizzare
i punti di illuminazione  e  utilizzare  lampade  al  Sodio  ad  alta
pressione, con limitata  emissione  di  UV,  schermate  affinche'  il
fascio di luce sia orientato verso il basso. 
40. Sottopassi: per favorire l'uso  del  sottopasso  da  parte  delle
specie animali di piccola dimensione e' necessario vegetare le frange
laterali del passaggio e disporre file di pietre o cumuli di rami sui
lati (a  terra)  all'interno  della  struttura.  In  prossimita'  dei
sottopassi, dovranno inoltre essere realizzati piccoli stagni al fine
di favorire l'utilizzo dello stesso da parte di anfibi (Rospo comune,
Rospo smeraldino). 
41.  Cantalupo:  relativamente  agli  interventi  di  mitigazione   e
ripristino  ambientale   dell'area   di   Cantalupo,   prevedere   la
sostituzione del vigneto con specie di tipo autoctono presenti  nella
serie vegetazionale dell'area. 
42.  Misure  compensative:  considerato  l'elevato  valore  ecologico
dell'area attraversata dall'opera in  progetto  si  ritiene  doveroso
prevedere misure di tipo compensativo  da  realizzarsi  eventualmente
anche al di fuori dell'area vasta. In particolare  si  suggerisce  la
realizzazione   delle   seguenti   tipologie   di    intervento:    -
riqualificazione fluviale secondo le metodologie e le esperienze  del
ECRR/CIRF (Centro Italiano per la Riqualificazione  Fluviale),  quali
ad es. 
- fasce tampone boscate, zone umide, ecc; 
- ripristino  della  connettivita'  ecologica  (cfr.  rete  ecologica
locale e Piano Tutela delle Acque); 
- attuazione misure di conservazione della  Rete  Natura  2000  (cfr.
Piani di Gestione SIC/ZPS); 
Tutti gli interventi dovranno essere  necessariamente  individuati  e
concordati con la Regione Piemonte e/o con gli altri Enti locali. 
43. Vasche di raccolta: prevedere, per quanto riguarda le  vasche  di
raccolta degli sversamenti accidentali, che il sistema vasche- bacini
filtro sia dimensionato in modo da stoccare un volume idrico  pari  a
quello drenato dalla superficie di competenza della vasca di raccolta
corrispondente alla portata del giorno piu' piovoso con TR=100  anni;
qualora si verificasse insufficienza di  spazio  adeguato  si  potra'
ridurne la superficie massimizzandone comunque il volume. 
44. Edificio tecnico dell'impianto di ventilazione di Clarea: essendo
il suo impatto visivo sul paesaggio piu' alto degli  altri  manufatti
architettonici, si suggerisce lo studio,  in  sede  di  progettazione
successiva,  di  facciate  piu'  variate,  come  proposto  per  altre
facciate. 
45. Bilancio delle superfici boscate: quantificare  in  dettaglio  le
aree  da  disboscare  e  le   aree   rispettive   di   rimboschimento
compensativo in ottemperanza al D.Lgs.  227/2001  art.4  e  Normativa
regionale   vigente.   Realizzare   interventi    mirati    per    la
rinaturalizzazione di ambiti degradati, per  la  creazione  di  nuove
aree con vegetazione autoctona in continuita' con le macchie  boscate
esistenti o l'ampliamento delle formazioni vegetali lineari (siepi  e
filari) in grado di svolgere la funzione di corridoi ecologici. 
46. Rumore: Realizzare una cartografia  tematica  per  la  componente
Rumore, articolata, per quanto riguarda il clima acustico  esistente,
su mappe acustiche in scala minima  1:5000,  con  individuazione  dei
ricettori e con l'esposizione dei seguenti dati: 
-  mappe  acustiche  dello  stato  attuale  con  individuazione   dei
ricettori; 
-  mappe  acustiche  in  fase  di  cantiere  con  individuazione  dei
ricettori; 
- confronto fra i livelli immessi ed emessi con i  rispettivi  limiti
di riferimento per la classe di appartenenza del ricettore; 
-  rispetto  o  meno  del  criterio  differenziale  secondo  cui   la
differenza tra il livello di rumore ambientale ed il  rumore  residuo
(ottenuto "spegnendo'" le  sorgenti  ascrivibili  alle  attivita'  di
cantiere) deve essere minore di 5dB  nel  periodo  diurno  e  3dB  in
quello notturno. 
- Mappe  acustiche  in  fase  di  cantiere  con  l'inserimento  degli
eventuali interventi di mitigazione (ove ritenuti necessari). 
47. Rumore  -  Misure  mitigative:  prevedere  interventi  di  misure
mitigative mirate ai ricettori, tipo infissi  insonorizzati,  per  le
abitazioni piu' esposte, nelle zone  dove  dovesse  essere  richiesta
deroga ai limiti di immissione in alcuni  periodi  di  attivita'  dei
cantieri, data la durata considerevole (7,5 anni) degli  stessi,  per
lutti i ricettori per i quali  non  siano  rispettati  i  limiti  sia
notturni che diurni per riportarli nei limiti di legge. 
48. Circolazione idrica nel mezzo  fratturato:  per  questi  aspetti,
relativi alla permeabilita' secondaria, dovra' essere  effettuato  un
rilevamento    strutturale    di    dettaglio    finalizzato     alla
caratterizzazione  dei  sistemi  di  fratturazione   principali   che
potrebbero veicolare ingenti  quantitativi  d'acqua,  attraverso  una
campagna sul terreno che percorra un  corridoio  corrispondente  alla
proiezione in superficie dei tunnel. Tale approfondimento da un  lato
e' necessario  per  valutare  quali  sorgenti  potrebbero  subire  un
impoverimento  quantitativo  e  stimare   l'entita'   dello   stesso,
dall'altro  permette   di   determinare   con   piu'   dettaglio   le
caratteristiche  quali-quantitative  delle  venute  d'acqua  che   si
incontreranno  durante  gli  scavi;  ad  integrazione  dello   studio
idrogeologico   le   sorgenti   ritenute    strategiche    ai    fini
dell'approvvigionamento   idropotabile   dei   comuni    maggiormente
interferiti dall'opera (ad esempio: Giaglione - come  gia'  richiesto
nell'ambito della procedura riferita  al  cunicolo  della  Maddalena,
Mompantero e Vaie) dovranno  essere  strumentate  per  la  misura  in
continuo di livello, conducibilita' e temperatura. 
49. Piani di approvvigionamento di emergenza dei comuni per quelli le
cui captazioni idropotabili ricadono nelle aree  di  influenza  delle
opere  in  progetto  sono   troppo   generici:   sulla   base   della
rideterminazione del rischio che sara'  effettuata  a  seguito  dello
studio idrogeologico  e  dell'effettuazione  del  monitoraggio  sopra
prescritto per i comuni a piu' elevato  rischio  di  interferenza  in
accordo con il Gestore del S.I.I., dovranno essere redatti  specifici
piani di emergenza che individuino delle fonti di  approvvigionamento
alternativo   permanenti,   prevedendo   la   fattibilita'    tecnico
amministrativa  degli  interventi  di   adduzione   e   la   relativa
sostenibilita' ambientale. 
50. Approvvigionamento  idropotabile  del  comune  di  Giaglione:  si
ritiene che il cantiere  Clarea  e  la  viabilita'  connessa  possano
interferire in modo evidente con il sistema di approvvigionamento e i
vincoli  di  salvaguardia  esistenti;   e'   quindi   necessario   un
approfondito studio per definizione, in accordo con  il  Gestore  del
S.I.I. sostitutivo da perforarsi  nella  falda  di  subalveo  del  T.
Clarea ubicato in posizione  idonea  e  allacciato  alla  rete  prima
dell'apertura del cantiere. 
51. Geotermia: il progetto  definitivo  contempli  l'integrazione  di
sistemi per il collettamento separato delle acque con caratteristiche
geotermiche  rilevanti  (T>25°C)  finalizzato  al  loro  sfruttamento
diretto o per il recupero di energia; a tale riguardo dovranno essere
presentate concrete proposte di utilizzo nel  territorio  circostante
quale opera di compensazione ambientale. 
 
4 - PER LA FASE DI CANTIERE SI DEVE: 
 
52. Cantierizzazione: Dettagliare: 
- garantendo il piu' possibile l'efficienza della  viabilita'  locale
in fase di cantiere; 
- specificando  la  quantita'  e  la  qualita'  delle  immissioni  in
atmosfera degli inquinanti e delle polveri e le  misure  per  evitare
superamenti,  imputabili  alle  attivita'  di  cantiere,  dei  valori
previsti dalla normativa vigente, anche adottando la  stabilizzazione
delle piste di cantiere con leganti; 
- prevedendo l'utilizzo di una rete elettrica dedicata  all'eventuale
alimentazione  elettrica  aggiuntiva   necessaria   alle   frese   di
perforazione al fine di evitare l'installazione di  ulteriori  gruppi
elettrogeni oltre quelli gia' previsti in progetto e valutati; 
- analizzando il rumore e le vibrazioni del cantiere, verificando nei
ricettori sensibili piu' vicini ai cantieri il  rispetto  dei  limiti
differenziali; 
- programmando la realizzazione dei  lavori  in  modo  da  evitare  i
periodi   di   massima   sensibilita'   delle   specie    faunistiche
eventualmente presenti, in particolare nella stagione coincidente con
la fase riproduttiva del ciclo biologico; 
- descrivendo compiutamente l'eventuale movimentazione e  provenienza
del materiale e/o inerti afferenti al cantiere, i quantitativi  e  le
caratteristiche dei materiali di scavo, le modalita' di realizzazione
della messa a dimora nel sito,  l'invio  a  discarica  dei  materiali
pericolosi; 
-  individuando  gli  approvvigionamenti  idrici  e  garantendo   gli
scarichi in fase di cantiere nel rispetto del DMV.  Gli  impianti  di
depurazione dovranno essere dimensionati in modo che le acque immesse
nel reticolo idrografico garantiscano il rispetto dei  valori  limite
piu'  restrittivi  previsti  dal  D.lgs  152/1999   e   sue   s.m.i.,
prevedendo, se necessario, ulteriori misure di sicurezza; 
- prevedendo per tutti  i  siti  dei  cantieri  la  realizzazione  di
impianti con riciclo d'acqua completo, sia  per  la  lavorazione  del
materiale  proveniente  dallo  scavo  che  per   la   produzione   di
calcestruzzo; 
- valutando il fabbisogno d'acqua ad  uso  industriale  dei  cantieri
(lavaggio   inerti   -   produzione   di   calcestruzzo   e   altro),
privilegiando,  nei  limiti  del  possibile,  l'utilizzo   dell'acqua
presente in galleria; 
- specificando la quantita' e qualita' degli scarichi idrici di tutte
le acque di lavorazione, delle  acque  di  lavaggio  piazzali,  delle
acque di prima pioggia per ciascuna delle aree di cantiere; 
- progettando un sistema di collettamento finalizzato ad  allontanare
le acque inquinate da oli carburanti, e altri inquinanti dal cantiere
ed il loro convogliamento nei siti di trattamento, con le  necessarie
volumetrie di accumulo, al fine di non inquinare le falde e  la  rete
idrica superficiale al momento della loro restituzione; 
- specificando le  aree  destinate  allo  stoccaggio  temporaneo  del
terreno vegetale e  le  procedure  atte  a  mantenere  nel  tempo  la
vegetabilita'; 
- indicando le proposte e  linee  guida  per  la  sistemazione  delle
maestranze nella ricettivita' locale valutandone  i  possibili  costi
(alla luce delle somme stanziate) e possibili soluzioni. 
53. Mezzi d'opera: predisporre e un piano di circolazione  dei  mezzi
d'opera  in  fase  di  costruzione,  con  valenza  contrattuale,  che
contenga i dettagli operativi di quest'attivita' in termini di: 
- Verifica,  con  gli  enti  proprietari,  della  sostenibilita'  dei
percorsi prescelti sulle infrastrutture. 
- Previsione dei necessari interventi di  mitigazione  oltre  che  il
ripristino complessivo (fondo  stradale,  opere  di  corredo,  arredo
vegetazionale e opere d'arte esistenti) alle condizioni precedenti la
cantierizzazione, interventi da effettuare periodicamente e ad  opere
ultimate; 
- Percorsi impegnati; 
- Tipo di mezzi; 
- Volume di traffico, velocita' di percorrenza, calendario e orari di
transito; 
-  Percorsi  alternativi  in  caso  di  inagibilita'  temporanea  dei
percorsi programmati. 
- Percorsi di  attraversamento  delle  aree  urbanizzate,  ove  siano
specificate, se del caso, le misure  di  salvaguardia  degli  edifici
sensibili. 
54. Fase di scavo della galleria: prevedere che: 
-  venga  posta  particolare  attenzione  all'assetto   geologico   -
strutturale dell'ammasso, all'ubicazione ed estensione dei livelli di
rocce  potenzialmente  contenenti  minerali  radioattivi,   radon   e
pechblenda (ossido  di  uranio)  e  minerali  d'amianto,  per  meglio
definire il piano operativo per il contenimento  dei  rischi  a  essi
connessi  e  i  problemi  derivami  dalla  gestione  del  marino,  in
particolare nel tratto dove questa presenza,  dai  dati  disponibili,
risulta  piu'  probabile,  indipendentemente  dai  rilievi  e   dalle
indagini previste nel Piano di Sicurezza e Coordinamento; 
- in relazione ai problemi relativi a salubrita'  e  sicurezza  delle
maestranze impegnate nei lavori nei settori dove sono  state  stimate
possibili venute di acque calde ad alta temperatura,  specificare  le
misure previste per abbassare la temperatura e il grado  di  umidita'
degli ambienti di lavoro ove  sono  state  stimate  possibili  venute
d'acqua a elevata temperatura, con valori tra i 42° e 47°C. 
55. Sorgenti di rumore in fase di  cantiere:  silenziare  secondo  le
migliori  tecnologie  per  minimizzare   le   emissioni   sonore   in
conformita' al DM 01/04/04 "Linee guida per  l'utilizzo  dei  sistemi
innovativi nelle valutazioni  di  impatto  ambientale"  che  dovranno
essere  considerate  anche  in  merito  alla  fase  di  progettazione
esecutiva degli impianti. 
56.  Utilizzare  mezzi  d'opera  omologati:  rispetto  ai  limiti  di
emissione stabiliti dalle piu' recenti norme nazionali e  comunitarie
alla data di inizio lavori del  cantiere  e  che  tutte  le  macchine
operatrici (off road, gruppi elettrogeni), con motori a ciclo diesel,
siano dotate di specifici dispositivi di contenimento del particolato
ad alta efficienza; 
57. Attivare programmi  di  manutenzione  dei  mezzi  finalizzati  al
mantenimento di livelli ottimali  delle  prestazioni  emissive  delle
apparecchiature utilizzate e l'attivazione di misure  mitigative  per
limitare la dispersione di materiale particolato. 
58. Fauna: Adottare, durante la fase di cantiere, tutte le misure  di
mitigazione relative alle  interferenze  a  carico  della  componente
fauna con, in particolare  per  l'impatto  dovuto  all'illuminazione,
l'utilizzo  di  impianti  a  luce  direzionata,  evitando   cosi   la
dispersione del fascio di luce, installandovi lampade a basso impatto
ecologico (es lampade a spettro di emissione ridotto). 
59. Opere  di  mitigazione:  anticipare,  per  quanto  possibile,  la
realizzazione delle opere di mitigazione e  compensazione  ambientale
rispetto  alla  realizzazione  dell'infrastruttura,  ove  queste  non
interferiscano con le attivita' di cantiere. 
60. Fase di realizzazione delle opere: prevedere, le misure  atte  ad
assicurare che: 
- le attivita' di  perforazione  e  di  esecuzione  delle  opere  non
determinino  l'insorgere  del  rischio  di  diffusione  di   sostanze
inquinanti,  dovute  ai   fluidi   di   perforazione,   nelle   falde
superficiali; 
-  l'utilizzazione  dei  fanghi  di  perforazione   non   riduca   la
permeabilita' nelle formazioni litologiche interessate. 
61. Attivita' di cantiere: dovranno essere individuati: 
- La figura  di  un  esperto  qualificato  per  le  valutazioni  e  i
provvedimenti di  radioprotezione  e/o  di  un  medico  competente  o
autorizzato per la prevista sorveglianza sanitaria; 
- La figura del responsabile acustico, in  possesso  della  qualifica
di' tecnico competente in acustica ex L. 447/95 e s.m.i.. 
- Si dovra' inoltre concordare con Arpa Piemonte: 
- un piano operativo nell'ambito del Sistema di Gestione Ambientale; 
- le effettive misurazioni da  effettuarsi  per  il  monitoraggio  in
funzione delle fasi di lavorazione in cantiere; 
- le necessarie risorse finanziarie a supporto di ARPA Piemonte. 
62. Progetto di Monitoraggio Ambientale dell'opera:  predisporre,  in
accordo alle nonne tecniche dell'allegato XXI del D.L.gs. 163/2006  e
le Linee Guida redatte dalla  Commissione  Speciale  VIA,  a  partire
dalle informazioni riportate nello Studio di Impatto Ambientale e sue
successive integrazioni, da concordare con l'ARPA Regionale; i  costi
dell'attuazione del monitoraggio dovranno essere indicati nel  quadro
economico del progetto. 
 
5 -  IL  PROPONENTE  NELLA  REDAZIONE  DEL  PROGETTO  ESECUTIVO  DEVE
INOLTRE: 
 
63. Monitoraggio Ambientale ante operam: avviare, gia' nella fase  di
progettazione esecutiva e prima dell'inizio dei lavori, le attivita'.
Il PMA dovra' essere ottimizzato, sulla base  di  una  piu'  puntuale
valutazione  degli  effetti   ambientali   di   portata   locale,   e
coerentemente  esteso  alle   infrastrutture   in   adeguamento,   ai
principali assi di adduzione verso i nuovi nodi di accesso alla  rete
autostradale modificata, nonche'  agli  interventi  sulle  viabilita'
ordinarie interferite. 
64. Monitoraggio delle risorse idriche: estendere il  monitoraggio  a
tutte le sorgenti utilizzate per  l'approvvigionamento  idropotabile,
sia di utenze private, che di acquedotti sia potabili che  per  altri
utilizzi (impianti irrigui, usi industriali ecc.),  anche  in  destra
Dora  Riparia,  all'interno  della  fascia  ove  e'  prevedibile  una
influenza delle opere da realizzare. 
65. Sistema di Gestione Ambientale dei cantieri:  entro  la  consegna
dei lavori adottarne uno secondo i criteri di cui alla ISO 14001 o al
Sistema EMAS (Regolamento CE 761/2001); 
66. Punti Informativi: realizzare due punti  informativi  accessibili
al pubblico (di  cui  uno  dedicato  al  solo  tunnel  di  base,  con
particolare attenzione  al  maggior  rischio  amianto,  di  cui  alle
previsioni di progetto, e il secondo alla restante parte della tratta
comprensiva del tunnel dell'Orsiera), in cui sia possibile esporre  e
diffondere le informazioni sullo stato dei lavori, con  illustrazione
di rapporti intermedi e finali e restituzione cartografica  dei  dati
ottenuti, nonche' la comunicazione dei risultati  delle  campagne  di
monitoraggio  anche  attraverso  assemblee  pubbliche,  appositamente
organizzate dalle amministrazioni competenti,  al  fine  di  favorire
l'informazione e la trasparenza. 
67. Opere di sistemazione a  verde  di  ripristino  ambientale  e  di
rinaturazione  previste  in  progetto:  svilupparle  assumendo   come
riferimento: "Linee guida per capitolati speciali per  interventi  di
ingegneria  naturalistica  e  lavori  di  opere  a  verde"  Ministero
dell'Ambiente, Servizio VIA, settembre 1997. 
 
6 - IN RELAZIONE ALLE OSSERVAZIONI INSORGENTI DAL TERRITORIO, INOLTRE
DOVRA': 
 
68. Impatti sulle attivita': implementare le  soluzioni  di  progetto
definitivo  con  rilievi  di  dettaglio   e   conseguenti   soluzioni
concordate con le entita' interessate alla definizione di problemi di
accesso a fondi  privati,  siano  essi  sede  di  residenze,  che  di
attivita' artigianali o industriali, in  particolare  curare  che  le
soluzioni di progetto di dettaglio tengano conto delle necessita' di: 
- minimizzare  gli  impatti  sulle  singole  proprieta'  evitando  la
contemporanea presenza di espropri definitivi  sommati  ad  ulteriori
espropri anche solo temporanei (aree di cantiere) sulle  stesse  aree
e/o con piu' cantieri sul singolo proprietario; 
-  evitare  la  localizzazione   di   vasche   di   laminazione   e/o
fitodepurazione su aree a servizio  di  realta'  economiche  o  anche
agro-industriali di pregio. 
69. Monitoraggi: 
- si raccomanda che contemplino la verifica  dell'effettivo  utilizzo
dei passaggi, con foto-trappole all'infrarosso, almeno per tre  anni,
cioe' per il necessario  tempo  di  adattamento  della  fauna,  e  un
censimento periodico delle collisioni con veicoli, in particolare nei
periodi primaverili ed autunnali. 
- e' necessario monitorare i punti  critici  sulla  rete  stradale  e
ferroviaria in cui si suppone ci siano attraversamenti  da  parte  di
animali selvatici; 
- fra le  attivita'  di  monitoraggio  per  valutare  il  livello  di
bioaccumulo di metalli pesanti; 
- oltre al monitoraggio della qualita' delle acque effettuato secondo
la normativa vigente (dir. 2000/60/CE), e' necessario il monitoraggio
della torbidita' e dell'idromorfologia AO e PO), a valle  dei  lavori
in  alveo  che  verranno  realizzati  sulla  Dora  Riparia   per   la
costruzione della briglia e  del  ponte.  Inoltre  e'  necessario  il
monitoraggio delle portate dei corpi idrici a valle  delle  gallerie,
per valutare  l'effetto  delle  captazioni  idriche  determinate  dai
lavori per la realizzazione dell'opera; 
- si raccomanda il  monitoraggio  del  livello  statico  delle  falda
freatica a  monte  e  a  valle  del  Tunnel  di  Base  e  del  Tunnel
dell'Orsiera (oltre che agli imbocchi) per  valutare  le  alterazioni
della quantita' delle risorse idriche e agli habitat ed  alle  specie
associate presenti nei SIC interferiti. 
70. Viabilita': prevedere l'adeguamento e la messa in sicurezza delle
viabilita' interessate dal traffico di cantiere  e/o  interferite  in
via provvisoria o  definitiva  dalle  nuove  opere,  con  particolare
attenzione alle ripercussioni finali sulla viabilita' locale. 
71. Analisi Costi-Benefici: il quadro  di  riferimento  generale  del
progetto,  vista  la  complessita'  dell'opera  e  i  diversi  ambiti
territoriali   interessati,   dovrebbe   tuttavia   considerare   e/o
approfondire i seguenti aspetti: 
- una definizione dello scenario '"senza  progetto"  (identificazione
delle opere di cui e' prevista la realizzazione  o  il  completamento
anche in assenza  del  progetto  con  un'analisi  delle  implicazioni
connesse alle diverse azioni); 
- una definizione dello scenario '"con  progetto"  (identificando  un
crono programma specifico delle fasi di  cantiere  e  delle  date  di
messa a regime delle tratte considerate  come  costi  di  gestione  e
manutenzione); 
-  identificazione  di  un  cronoprogramma  condiviso  per  le  opere
previste in progetto e un insieme di relative misure. 
72. Analisi Costi-Benefici: approfondire ulteriori  ipotesi  relative
a: 
-  la  valorizzazione  dello   smarino   estratto   nelle   fasi   di
realizzazioni  dei  numerosi  tratti  in  galleria  della  NLTL   (in
particolare un'analisi delle diverse quantita'/volumi e tipologie  di
smarino estratto che saranno estratte nelle diverse aree previste  ed
alcune ipotesi generali di utilizzo e di indicazione  dei  gruppi  di
beneficiari); 
- la valutazione  delle  potenzialita'  di  sfruttamento  di  energia
geotermica che potrebbe rendersi disponibile dagli scavi; 
- la possibilita' di realizzare  impianti  di  energia  elettrica  da
fonti rinnovabili. 
73. Valorizzazione del marino: presentare uno  studio  bibliografico,
anche in relazione ad esperienze pregresse (di LTF, ma anche di altre
grandi opere recentemente realizzate o in  corso  di  realizzazione),
sulle caratteristiche del marino, in funzione del  tipo  di  macchina
scelto  e  delle  proprieta'  petrografiche,   fisiche,   meccaniche,
tessiturali e dello  stato  di  fratturazione  della  roccia  in  cui
avviene lo  scavo.  In  tale  studio  dovranno  essere  analizzati  i
possibili miglioramenti apportabili alle caratteristiche del  marino,
prevedendo l'ottimizzazione del sistema  accoppiato  di  scavo  e  di
trattamento dei materiali di risulta,  al  fine  di  massimizzare  la
quantita' di marino di elevato livello  qualitativo,  da  utilizzarsi
per  la  produzione  di  calcestruzzo  (classe  CL1).  Inserire,  nel
progetto definitivo, eventuali dati sperimentali  di  campo  misurati
nell'ambito della realizzazione del cunicolo. 
74. Viabilita' a Susa: produrre analisi del traffico comprensive  dei
livelli di servizio ante/in corso/post operam previsti per  la  nuova
viabilita' per la verifica  della  funzionalita'  della  stessa  e  a
giustificazione del dimensionamento delle rotatorie previste. 
75.   Stazione   Internazionale    di    Susa:    venga    introdotta
progressivamente, a  mano  a  mano  che  si  rendera'  possibile,  la
funzione di intermodalita' della  nuova  stazione  internazionale  di
Susa fino al raggiungimento della sua configurazione  finale  con  la
messa in esercizio della nuova linea. 
76. Stazione di Condove: per  la  stazione  ferroviaria  della  linea
storica a servizio di Condove/Chiusa  di  San  Michele  ripensare  il
progetto    confrontandosi     con     le     ipotesi     progettuali
dell'Amministrazione di Condove, incentrate su una precisa logica di'
funzionalita' rispetto alla domanda principale e di  presidio  attivo
anche attraverso la complementarieta' con  altre  attivita'  di  tipo
commerciale e sociale. 
77. Viabilita' a Susa: perseguire, con i  necessari  approfondimenti,
la nuova soluzione studiata relativamente alla viabilita'  locale  in
particolare al fine di eliminare l'interclusione di un edificio tra i
rilevati della linea storica e della SS 25 in frazione  S.  Giuliano,
di mantenere e possibilmente migliorare  gli  accessi  di  viabilita'
esistenti evitando l'interferenza, in precedenza  esistente,  con  la
tettoia di ricovero  mezzi  della  Croce  Bianca  in  via  Formazione
Stellina  sempre  in  frazione  S.   Giuliano,   di   migliorare   il
collegamento delle aree di S. Giacomo e Borgata Braide con  la  nuova
Stazione Internazionale. Inoltre si richiede che la  soluzione  della
viabilita' locale sia tale da evitare di interferire direttamente  il
fabbricato posto in zona Autoporto e di evitare di intercludere,  tra
la NTL e la SS n° 24 deviata, il fabbricato di  Frazione  Traduerivi,
non modificando ulteriormente il tracciato della  Strada  Statale  24
rispetto al progetto preliminare. 
78. Interferenza alla S.P 24 in  localita'  frazione  Traduerivi  del
Comune di Susa: 
- il sottopasso dovra' essere progettato  con  sezione  tipo  C1  (DM
novembre 2001) prevedendo su entrambi i lati una pista ciclabile; 
- il sottopasso dovra'  essere  attrezzato  dei  servizi  tecnologici
previsti        dalle        norme         (smaltimento         acque
meteoriche,illuminazione,ventilazione ecc); 
- il progetto andra'  adeguato  portando  la  pendenza  longitudinale
entro il limite massimo del 7% adottabile per il tipo di strada C1; 
Si chiede di valutare il  diametro  della  nuova  rotatoria  posta  a
servizio tra la  S.P  n.  24  e  la  frazione  Traduerivi  in  quanto
nell'ottica dei futuri costi manutentivi appare eccessivamente grande
per il tipo di interferenza viabile. 
79. Area del cunicolo della "Maddalena". Sia valutato - in termini di
costi-benefici un cronoprogramma  dei  lavori  per  la  realizzazione
delle  infrastrutture  legate  a   questo   cunicolo   (fornello   di
ventilazione di CIarea, camerone di sicurezza ecc.) che  consenta  di
ridurre l'uso dei camion per trasportare gli inerti dall'imbocco  del
cunicolo de La Maddalena e  favorendo  sistemi  a  contenuto  impatto
ambientale. 
80. Gestione del marino: dettagliare le  modalita'  di  gestione  dei
materiali di scavo  da  identificare  come  "rifiuto"  (es.  luogo  e
modalita' di stoccaggio, ecc..) dalla fase di produzione sino al loro
conferimento presso soggetti autorizzati alla gestione dei rifiuti. 
81. Inerti: si ritiene  che  la  complessita'  e  la  dimensione  del
problema degli inerti richiedano una specifica attivita' di studio ed
approfondimento che accompagni  il  progetto  nel  suo  sviluppo  per
cogliere tutte le possibilita' di diminuzione delle pressioni e/o  di
mitigazione degli impatti. Per tale ragione si  ribadisce  l'esigenza
di redigere un progetto di fattibilita' tecnica e procedurale per  il
riutilizzo dei materiali in esubero ed idonei ad impieghi industriali
da  parte  di  terzi,  con  un  piano  di  attivita'   di   prova   e
valorizzazione tecnica e merceologica del marino. 
82. Materiale  proveniente  dallo  scavo:  si  richiede  che  la  sua
permanenza sulle piane di Susa  e  delle  Chiuse  sia  limitata  allo
stretto  uso  locale  del  progetto,  prevedendo  che  la  parte  non
strettamente necessaria  sia  invece  allontanata  verso  i  siti  di
stoccaggio, lavorazione e deposito definitivi. 
83. Carico dei materiali da  immettere  nei  circuiti  produttivi  di
pianura, senza stoccaggio in loco: individuare e adottare  tecnologie
innovative e capaci di minimizzare gli impatti (ambienti e  strutture
di lavoro chiuse, appositamente  studiale  e  dotate  di  sistemi  di
controllo dell'atmosfera e di sistemi di  captazione  e  abbattimento
delle polveri, realizzazione di idonee opere di protezione a tutela e
salvaguardia delle preesistenze urbane piu'  prossime  alle  zone  di
lavoro,  e  metodologie  di  trasporto  con  mezzi  a  basso  impatto
ambientale che non interessino la viabilita' urbana). 
84. Lavorazione dei  materiali  nei  cantieri  previsti  nelle  piane
valsusine:  limitatamente  ai   quantitativi   che   verranno   usati
localmente per l'opera, si' richiede  l'individuazione  e  l'adozione
delle stesse tecnologie di cui al punto  precedente  (lavorazione  in
ambienti e strutture il piu' possibile chiuse, appositamente studiate
e dotate di sistemi di  controllo  dell'atmosfera  e  di  sistemi  di
captazione e abbattimento  delle  polveri,  realizzazione  di  idonee
opere di protezione a tutela e  salvaguardia  della  salute  e  della
qualita' della vita dei nuclei abitati in  genere  e  soprattutto  di
quelli delle frazioni piu' prossime alle zone di lavoro, ecc). 
85. Piano Paesaggistico Regionale (PPR) adottato con DGR 53-11975 del
4 agosto 2009 che sottopone in salvaguardia gi arti. 13-14-16-18-26 e
33 delle norme di attuazione del  Piano:  verificare  la  conformita'
degli interventi previsti con le prescrizioni contenute nel piano. 
86. Ambito paesistico  regionale  38:  tenere  in  considerazione  le
indicazioni del PPR riguardo  alle  strategie  per  la  conservazione
attiva del patrimonio  naturalistico  e  degli  aspetti  di  qualita'
agroforestali, in quanto  connesse  alla  realizzazione  della  linea
ferroviaria, quali azioni di tutela e rinaturalizzazione della fascia
fluviale  della  Dora,  con  recupero  delle   formazioni   forestali
seminaturali e delle zone umide. 
87. Territorio urbanizzato: tenere in considerazione, con particolare
riferimento al tema dei nuovi interventi connessi ai cantieri ed alle
nuove previsioni insediative  nonche'  della  riqualificazione  quale
esito di compensazioni ambientali e territoriali relativi alle  opere
in progetto, le indicazioni per la pianificazione  definite  dal  PPR
per l'ambito territoriale interessato dagli interventi. 
88. Monitoraggio archeologico degli scavi: oltre ai beni ed alle aree
gia' compresi negli elenchi dei beni vincolati  e  nella  valutazione
del grado di rischio archeologico a corredo del Progetto preliminare,
prevedere,  di'  concerto  con  la  competente   Soprintendenza,   un
progressivo monitoraggio degli scavi al fine di registrare  eventuali
ulteriori ritrovamenti sia nelle aree gia'  individuate  di  presunto
interesse archeologico sia in altre zone della valle ritenute  non  a
rischio, allo stato attuale delle conoscenze. 
89. Attraversamento fiume Dora: negli ambiti soggetti ai disposti  di
cui all'art. 142 del D.gls 42/04, in ottemperanza a  quanto  previsto
dall'art.  14  comma  c9  delle  norme  del  PPR,  porre  particolare
attenzione nella realizzazione delle  opere  di  attraversamento  del
Torrente Dora, relativamente  al  rispetto  ed  al  ripristino  della
vegetazione spondale eventualmente interessata. 
90.    Pianificazione    locale    porre    particolare    attenzione
nell'armonizzazione delle nuove opere  con  il  tessuto  consolidato,
costituendo la trasformazione  in  progetto  il  presupposto  per  la
riqualificazione  e  valorizzazione  a  scala  locale   del   tessuto
insediativo, economico ed ambientale  di  Susa  nonche'  della  media
Valle. 
91. Infrastrutturazione dell'area: sviluppare analisi sui  flussi  di
passeggeri e/o utenti previsti, al  fine  di  dimensionare  spazi  di
sosta  adeguati  e  definire  una  funzionale  organizzazione   della
viabilita' di  collegamento  e  dei  servizi  connessi  al  trasporto
pubblico. 
92. Autoporto di Susa: in considerazione delle destinazioni d'uso  in
atto e delle attivita' insediate ed operanti analizzare  puntualmente
le necessita' di spazi e superfici  su  cui  sviluppare  il  cantiere
logistico nella prima fase e dell'area tecnica definitiva al fine  di
limitare  allo  stretto  necessario  l'uso  del  suolo,   utilizzando
prioritariamente le parti di suolo compromesse o sottoutilizzate. 
93. Interconnessione tra la nuova  infrastruttura  ferroviaria  e  la
linea storica a valle dell'imbocco est della  galleria  dell'Orsiera:
in fase  di  realizzazione  degli  interventi  in  progetto  potrebbe
determinarsi una parziale interferenza tra le attivita'  di  cantiere
per la costruzione delle opere in  progetto  e  l'operativita'  nella
contigua area industriale D.la; si ravvisa pertanto la necessita'  di
adottare adeguate misure di  mitigazione  al  fine  di  garantire  il
regolare svolgimento delle attivita' produttive insediate. 
94. Rischio amianto -  piano  di  monitoraggio:  si  ritiene  che  un
efficace controllo della dispersione di fibre connessa alle attivita'
in corso possa essere ottenuta solamente attraverso una rete di punti
in prossimita' del cantiere (immediato perimetro esterno)  e  al  suo
interno  in  postazioni  strategiche   (stoccaggio   marino,   uscita
galleria, frantoio, ecc.) con frequenza di campionamento  giornaliera
e letture in tempo reale (MOCF 24 ore; SEM 48 ore). Si precisa che  i
monitoraggi  dell'aria,  in  ambienti  di   vita,   dovranno   essere
effettuati in Microscopia Elettronica a Scansione, in coerenza con le
indicazioni dell'OMS che propone un valore di riferimento di 1 f/l di
amianto determinata in SEM. 
95. Rischio amianto: prevedere una validazione indipendente da  parte
di un ente terzo dei dati del monitoraggio sui  controlli  effettuati
per la  determinazione  quali/quantitativa  di  eventuali  fibre  di'
amianto aerodisperse, secondo le seguenti modalita': 
-  validazione  delle  analisi  in  SEM  (microscopia  elettronica  a
scansione): lettura di verifica, da parte di un  ente  terzo,  di  un
campione, in numero da definirsi, di filtri tra quelli utilizzati dal
laboratorio consociato ad LTF che esegue le determinazioni analitiche
che dovra' quindi conservare le membrane in esteri di cellulosa misti
utilizzati per i campionamenti; 
- validazione dei campionamenti: campionamenti congiunti tra LTF e un
ente terzo, in numero da definirsi, al fine di validare le condizioni
di campionamento; 
-  validazione  delle  tarature:  verifica  della  documentazione  su
taratura e controllo dei campionatori volumetrici a cura di  un  ente
terzo. 
96.  Rischio  amianto:  qualora  vengano   superati   i   valori   di
preallarme/allarme previsti dal DM 06/9/94, all'interno delle aree di
cantiere e/o nel caso in cui  venga  superato  il  valore  di  1  f/l
all'esterno delle  aree  di  cantiere,  o  negli  ambienti  di  vita,
dovranno essere interrotte le autorita' lavorative. 
97. Rischio amianto: I costi relativi alle validazioni e ai controlli
indipendenti dovranno trovare riscontro nella valutazione  del  costo
dell'opera in analogia  a  quanto  previsto  per  il  cunicolo  della
Maddalena (Parere Commissione VIA n. 566 del 29/10/2010). 
98. Rischio amianto: ripetere  le  analisi  realizzate  sui  campioni
solidi nel rispetto della vigente normativa nazionale,  operando  con
la corretta tecnica microscopica, tralasciando l'aspetto dimensionale
ed utilizzando i liquidi di Cargille appropriati. 
99. Classi materiali: si rende necessario ridefinire la  destinazione
dei materiali CL3a ed il criterio di classificazione dei  rifiuti  di
classe CL3b. 
100. Rischio amianto: applicare le modalita'  di  campionamento  gia'
indicate e fornire le corrette condizioni operative utilizzate per le
analisi in SEM. 
101. Rischio amianto: in relazione alla fase operativa di scavo e  di
deposito marino si richiede di: 
- applicare procedure di lavoro idonee alla tutela di  lavoratori  ed
ambiente, quando e' prevista la presenza di amianto; 
- produrre procedure adeguatamente  descritte  e  documentale,  anche
mediante elaborati grafici; 
-  non  utilizzare  esplosivi  per  scavare  in  presenza  di   rocce
amiantifere. 
102. Rischio amianto: fatto salvo quanto sopra richiesto,  a  corredo
del progetto definitivo dettagliare le  procedure  operative  per  la
gestione dei materiali contenenti amianto  a  partire  dal  documento
gia' presentato in sede di progettazione preliminare. 
103. Radioattivita' ambientale e radon: nell'ambito  di  applicazione
per l'avvio delle procedure di gestione del materiale di scavo  quale
"radioattivo"  tenere  conto  oltre  che  dei  riferimenti  normativi
nazionali, in termini di concentrazione media e di  attivita'  totale
del singolo radionuclide, anche dei riferimenti internazionali  sulla
base dei livelli di allontanamento previsti dal documento  "Radiation
Protection n. 122" della Commissione Europea. 
104. Cantieri: progettare a livello definitivo i cantieri come vere e
proprie opere, individuando soluzioni tecnologiche  anche  innovative
volte al contenimento ed  alla  mitigazione  degli  impatti  da  essi
generati, cio' orientandosi  verso  scelte  che  tendano  ad  isolare
completamente dall'ambiente esterno le loro componenti impiantistiche
soprattutto per quanto  attiene  alla  produzione  di  polveri  e  di
rumore. 
105. Cantieri - Ciclo delle acque: specificare per  ogni  cantiere  e
verificare  la  fonte  di  approvvigionamento  sia  industriale   sia
idropotabile  i  cui  sistemi  di  approvvigionamento  ed   adduzione
dovranno essere separati.  Tale  approfondimento  e'  necessario  per
valutare se l'approvvigionamento idropotabile e' compatibile  con  la
disponibilita'  idrica  esistente  ad   oggi,   per   verificare   la
disponibilita' dei  corpi  idrici  da  cui  verra'  derivata  l'acqua
necessaria agli utilizzi industriali di  cantiere  e  l'ubicazione  e
l'entita' dei relativi scarichi sia civili che industriali. 
106.  Cantieri:  in  fase   di   progetto   definitivo,   specificare
ulteriormente   le   aree   interessate   dagli   insediamenti.   Gli
approfondimenti dovranno riguardare l'esatta estensione dell'area  di
cantiere e delle linee di trasporto dei materiali polverulenti presso
zone di carico esterne alle aree di cantiere, ove presenti. 
107. Cantieri: (Gli approfondimenti dovranno riguardare):  il  layout
del cantiere con esatto posizionamento delle attivita' di produzione,
manipolazione, trasporto, carico, scarico e stoccaggio  di  materiali
polverulenti, nonche' delle macchine e mezzi di lavoro. 
108. Cantieri: (Gli approfondimenti dovranno  riguardare):  diagramma
di Gantt delle fasi di lavorazione/attivita' previste. 
109. Cantieri - Emissioni di polveri: in accordo  con  il  punto  1.2
dell'allegato  V  del  D.Lgs.  152/2006,  al  fine  di  stabilire  le
prescrizioni per il contenimento delle emissioni in fase di  progetto
definitivo, risulta necessario definire, per ogni singolo cantiere, i
seguenti elementi: 
-   condizioni   meteorologiche,    con    particolare    riferimento
all'andamento dei venti, al fine di evitare  stoccaggi  di  materiali
polverulenti in zone soggette a venti di una certa entita'; 
- pericolosita' delle polveri; 
- flusso di massa delie emissioni; 
- condizioni dell'ambiente circostante 
110. Cantieri - Emissioni in atmosfera: con riferimento al  comma  1,
punto h art.  11  del  D.Lgs.  155/2010,  approfondire,  in  fase  di
progetto definitivo le azioni  intraprese  al  fine  di  prevenire  o
limitare le emissioni che si  producono  nel  corso  delle  attivita'
svolte presso i singoli cantieri nonche'  la  dotazioni  di  macchine
mobili non stradali e di veicoli di cui all'art. 47, comma 2  lettera
c) - categoria N2 e N3 del D.Lgs. 285/1992 -  rispondenti  alle  piu'
recenti direttive comunitarie, vigenti al momento  di  attivita'  del
cantiere, in materia di  controllo  delle  emissioni  inquinanti  e/o
dotati di sistemi di abbattimento del particolato. 
111. Cantieri: sostituire  la  misura  del  particolato  PTS  con  il
particolato PM2.5 ed incrementare la durata delle campagne di  misura
a 30 giorni al  fine  di  ottenere  una  migliore  rappresentativita'
riguardo le condizioni meteo della  stagione.  Per  l'ubicazione  dei
punti di monitoraggio e'  necessario  fare  riferimento,  per  quanto
possibile, a quanto prescrive il D.Lgs 155/2010. 
112. Cantieri:  Aggiornare  i  riferimenti  normativi  e  tecnici  in
relazione alla pubblicazione del D.Lgs 155/2010. 
113. Cantieri: Collocare  la  sonda  di  prelievo  del  monossido  di
carbonio presente nella stazione mobile  a  una  altezza  conforme  a
quanto previsto nell'allegato III del D.Lgs 155/2010 e  comunque  non
differente da quella  degli  altri  inquinanti  gassosi.  Per  quanto
riguarda il  campionamento  del  particolato  per  la  determinazione
quantitativa dei metalli tossici dovra' essere effettuato con  filtri
caratterizzati da bassi valori di bianco. 
114. Sistema di monitoraggio: mettere a disposizione i dati  prodotti
sia come elaborati sotto forma di report informatico nel formato pdf,
sia al massimo di dettaglio di  misura  sotto  forma  di  tabelle  di
database relazionale georiferite, tali da rendere fattibile e agevole
la loro elaborazione e  valutazione  con  gli  strumenti  informativi
geografici. 
115.  Emissioni:  utilizzare  i  fattori  emissivi  piu'   aggiornati
(qualora disponibili), relativi ai mezzi effettivamente utilizzati  e
al massimo li vello di dettaglio. 
116. Emissioni: calcolare per tutte  le  attivita'  previste  per  la
realizzazione dell'opera e i risultati siano riportati  in  relazione
in modo da permettere una valutazione quantitativa dell'incidenza sul
totale delle emissioni. 
117. Emissioni: produrre tabelle riassuntive - per quanto riguarda la
descrizione delle  emissioni  -  fra  di  loro  omogenee  per  quanto
riguarda  le  unita'  di  misura   adottate   e   dalle   quali   sia
immediatamente verificabile il termine emissivo  utilizzato  in  ogni
sito, sia a livello parziale (per numero e tipo di  veicoli,  nonche'
tipo di lavorazione) sia totale. 
118. Simulazioni modellistiche: vengano prodotte anche per la fase di
"drenaggio e opere accessorie"; per la fase di "posa di traversine  e
binari" da valutare in funzione della stima delle relative emissioni. 
119.  Dati  emissivi:  produrre  sotto  forma  di  dati  cartografici
digitali in formato vettoriale o raster e mettere a disposizione  gli
input  emissivi  necessari  alla  realizzazione   delle   simulazioni
modellistiche da concordarsi con ARPA. 
120.  Emissioni:  Nel  progetto  definitivo,  in  funzione   di   una
valutazione delle strutture  ricettive  locali  presso  le  quali  si
intendono  alloggiare  le  maestranze  e  della   distribuzione   del
personale  nelle  stesse,  dovranno  essere  effettuate  stime   piu'
realistiche   sullo   spostamento   casa-lavoro   e   le    emissioni
corrispondenti vengano attribuite  alle  tratte  stradali  (descritte
come sorgenti lineari) anziche' alle aree di cantiere. 
121. Emissioni:  nel  Progetto  Definitivo  si  dovra'  provvedere  a
simulare le  emissioni  all'imbocco  della  galleria  nel  modo  piu'
rappresentativo possibile delle  condizioni  reali.  Dovranno  essere
forniti, per ogni sottoarea di simulazione e per ogni  inquinante,  i
valori massimi assoluti calcolati per i diversi indicatori  di  legge
e, qualora questi ricadano all'interno del perimetro di  cantiere,  i
corrispondenti  massimi  nelle  aree  esterne   al   cantiere;   tali
informazioni devono essere corredate dalle coordinate  dei  punti  di
accadimento. 
122. Emissioni: nel progetto definitivo dovranno essere prodotte: 
-  mappe  di  concentrazione  chiaramente  leggibili   (eventualmente
fornendo una mappa complessiva e degli zoom sulle sottoaree) relative
all'impatto  cumulato,  sulle  quali  vengano  indicati,   per   ogni
inquinante e  ogni  indicatore,  i  punti  coincidenti  alle  massime
concentrazioni previste,  nonche'  il  posizionamento  dei  ricettori
sensibili; 
-  tabelle  riassuntive  riportanti,  per   ogni   indicatore,   ogni
inquinante e ogni sottoarea di simulazione,  i  massimi  assoluti  di
concentrazione risultanti  nella  valutazione  dell'impatto  cumulato
accompagnati,  qualora  ricadenti  all'interno   del   perimetro   di
cantiere, dai corrispondenti massimi nelle aree esterne al cantiere e
dai valori risultanti presso  i  ricettori  sensibili;  tutte  queste
informazioni dovranno essere corredate dalle coordinate dei punti  di
accadimento; 
- oltre alle mappe cartacee, le mappe in formato vettoriale o  raster
su grigliato di calcolo del modello relative ai diversi indicatori  e
ai  relativi  inquinanti  derivanti  dall'impatto  sia   delle   sole
attivita' legate all'opera in costruzione sia dell'impatto cumulato; 
- i dati di output  delle  simulazioni  modellistiche  a  livello  di
dettaglio orario e in formato condiviso. 
123. Simulazioni modellistiche: in generale, si richiede che  vengano
messi  a  disposizione  i  dati  di  ingresso   utilizzati   per   la
realizzazione   delle   simulazioni   modellistiche    (emissivi    e
meteorologici) in un formato condiviso. 
124. Valutazione modellistica: Il progetto definitivo  dovra'  essere
corredato da una valutazione  modellistica,  relativa  alla  fase  di
esercizio, nella quale si descrivano le possibili  aree  di  ricaduta
interessate dalla fuoriuscita di fumi generati  in  occasione  di  un
evento incidentale all'intento del tunnel, soprattutto  nel  caso  di
emissioni a ridosso delle aree abitate. 
125. Rumore e  vibrazioni:  definire,  nella  fase  di  progettazione
definitiva dell'opera, specifici criteri per la gestione di eventuali
superamenti delle soglie di legge, articolando tali  criteri  secondo
lo schema: 
I - Buone pratiche per la limitazione delle emissioni: 
- produrre una stima dei livelli sonori immessi ai  ricettori,  nelle
diverse condizioni di' esercizio e  di  attivita',  identificando  le
sorgenti responsabili e quantificando i periodi temporali in  cui  e'
previsto il superamento dei limiti di legge; 
- indicare le ulteriori azioni di mitigazione del  rumore  fattibili,
di tipo organizzativo, comportamentale, tecnico, sia  sulla  sorgente
che sulla via di propagazione; 
- stimare i livelli di rumore ai ricettori a seguito delle azioni  di
cui al punto precedente, valutando l'entita' e la durata di eventuali
superamenti residui dei limiti. 
II - Gestione delle criticita' transitorie  -  per  la  gestione  dei
superamenti residui,  predisporre  un'istanza  di  autorizzazione  in
deroga, ai sensi della normativa vigente, allegando le valutazioni di
impatto acustico di cui al punto I, contenente una stima dei  periodi
in cui ci si puo' attendere il superamento dei limiti. 
III - Gestione delle criticita' permanenti - nel caso il  superamento
residuo sia previsto in modo continuativo, integrare  le  istanze  di
autorizzazione in deroga con i seguenti approfondimenti: 
-  identificazione  di   tutti   gli   ambienti   abitativi   esposti
significativamente al rumore; 
- valutazione dei  livelli  di  rumore  previsti  a  finestre  chiuse
all'interno   degli   ambienti    abitativi    esposti,    imputabili
all'attivita' di cantiere; 
- nel caso i livelli di rumore previsti  all'interno  degli  ambienti
abitativi superino le soglie di accettabilita' indicate nella tabella
RP-81, predisposizione di  un  progetto  di  intervento  diretto  sul
ricettore. 
- il progetto di  intervento  deve  contenere  anche  un'analisi  dei
benefici acustici previsti e dei costi connessi. 
 
Tab. RP-81: Soglie di applicazione della  gestione  delle  criticita'
permanenti per cantieri industriali e logistici. 
    

|    Livelli massimi di immissione per le attivita' di cantiere,    |
|     riferiti ad una qualsiasi ora, all'Interno degli ambienti     |
|             abitativi e a finestre chiuse (LAeq/h)                |
---------------------------------------------------------------------
   Periodo diurno (ore 06 - 22)     Periodo notturno (ore 22 - 06)
            40 dB(A)                          30 dB(A)*
---------------------------------------------------------------------

    
* il livello di 30 dB( A) nel  periodo  notturno  e'  indicato  quale
soglia   per   prevenire    effetti    di    disturbo    del    sonno
dall'Organizzazione Mondiale  della  Sanita'  (WIIO,  Guidelines  for
Community Noise, 1999) 
 
IV - Autorizzazioni: I Comuni rilasciano autorizzazione in  deroga  a
condizione  che  sia  garantito   il   rispetto   delle   soglie   di
accettabilita' per gli ambienti abitativi di cui alla tabella  RP-81.
Nel caso siano previsti interventi diretti al  ricettore,  il  Comune
rilascia l'autorizzazione in deroga contestualmente  all'approvazione
dei progetti di intervento. 
V - Gestione degli imprevisti - qualora il superamento dei limiti  di
legge venga riscontrato in corso d'opera e  non  sia  stato  previsto
nelle valutazioni  di  impatto  acustico,  si  dovra'  in  ogni  caso
procedere secondo quanto indicato nei punti II, III, IV e V. 
126. Gestione Rifiuti: il progetto definitivo venga corredato da  uno
specifico piano programma inerente la gestione dei  rifiuti  prodotti
sia in fase di allestimento, sia in fase di  esercizio  della  tratta
ferroviaria. In particolare tale piano programma dovra' contenere: 
-  la  stima  dei  quantitativi  di  rifiuti  speciali   e   speciali
pericolosi,  prodotti  nei  cantieri,  nelle  aree   di   lavoro   ed
industriali, nei campi base, nei sili di deposito  provvisori,  nelle
aree di lavaggio mezzi, nei cantieri di  costruzione  della  stazione
internazionale di Susa, ecc.; 
- la caratterizzazione dei suddetti rifiuti, elencati per  tipologia,
con attribuzione dello 
specifico codice CER; 
-  i  quantitativi  di  rifiuti   suscettibili   di   un   riutilizzo
direttamente nella realizzazione dell'opera; 
- i quantitativi di rifiuti destinati al recupero e  l'individuazione
degli impianti terzi presso cui conferirli; 
- i  quantitativi  di  rifiuti  destinali  al  trattamento  e/o  allo
smaltimento finale e l'individuazione degli  impianti  aventi  idonee
caratteristiche  e  capacita'  adeguate,  presso  cui  effettuare   i
conferimenti; 
-  l'individuazione,  nel  rispetto  delle   prescrizioni   e   degli
adempimenti previsti dal D.Lgs 152 e  s.m.i,  nei  siti  destinati  a
cantiere e a deposito provvisorio, delle modalita' di stoccaggio e di
gestione dei rifiuti ivi prodotti e/o conferiti. 
127. Cantiere di Clarea - Sistemazione finale del sito Val Clarea: si
richiede che la messa in sicurezza del  torrente  Clarea,  che  viene
prevista con scogliere  di  massi  cementati,  venga  realizzata  con
metodologie/tecniche di ingegneria naturalistica, al fine di  evitare
un'eccessiva artificializzazione del corso d'acqua.  Dovranno  essere
approfonditi i seguenti aspetti, anche in  considerazione  del  fatto
che nelle integrazioni e stato considerato solo l'evento  alluvionale
del 2000 e non quello del 2008: 
- interferenze di carattere idrologico, con  particolare  riferimento
alle sorgenti di  Prato  Vecchio  e  alla  dinamica  torrentizia  del
Torrente Clarea (anche in termini  di  legge:  distanze  e  fasce  di
rispetto ex R.D. 523/1904); 
- aspetti progettuali relativi ai muri di contenimento  del  piazzale
di cantiere e relativa mitigazione degli impatti. 
128. Cantiere Orsiera Ovest: esplicitare  meglio  gli  aspetti  della
deviazione del canale di Coldimosso, che interferisce  con  l'imbocco
ovest del tunnel dell'Orsiera ed  il  cronoprogramma  delle  fasi  di
costruzione.  Dovra'  essere   meglio   specificata   la   fonte   di
approvvigionamento di acqua industriale. 
129. Orsiera Est - Chiusa San Michele: verificare l'interferenza  tra
l'idrografia superficiale e l'argine di protezione  del  cantiere  in
progetto. Indicare all'interno del cantiere la  localizzazione  e  la
geometria dell'area da destinare al trattamento separato degli inerti
pericolosi. 
130. Salute Pubblica: approfondire gli aspetti relativi  alla  salute
pubblica secondo i modelli  accreditati  dalla  VIS  (Valutazione  di
Impatto Sanitario). 
131.  Circolazione  idrica  nel   mezzo   fratturato   (permeabilita'
secondaria): dovra' essere effettuato un rilevamento  strutturale  di
dettaglio  finalizzato  alla   caratterizzazione   dei   sistemi   di
fratturazione   principali   che   potrebbero    veicolare    ingenti
quantitativi  d'acqua,  attraverso  una  campagna  sul  terreno   che
percorra un corridoio corrispondente alla  proiezione  in  superficie
dei tunnel.  Tale  approfondimento  da  un  lato  e'  necessario  per
valutare  quali   sorgenti   potrebbero   subire   un   impoverimento
quantitativo e stimare l'entita' dello stesso, dall'altro permette di
determinare con piu' dettaglio le caratteristiche  quali-quantitative
delle venute d'acqua che  si  incontreranno  durante  gli  scavi;  ad
integrazione  dello  studio  idrogeologico   le   sorgenti   ritenute
strategiche ai fini dell'approvvigionamento idropotabile  dei  comuni
maggiormente interferiti dall'opera (ad  esempio:  Giaglione  -  come
gia' richiesto nell'ambito della procedura riferita al cunicolo della
Maddalena, Mompantero e Vaie)  dovranno  essere  strumentate  per  la
misura in continuo di livello, conducibilita' e temperatura. 
132. Risorse Idriche:  a  completamento  ed  integrazione  di  quanto
richiesto al precedente punto dovra' essere eseguito,  per  due  anni
idrologici, un campionamento quadrimestrale delle acque sorgive lungo
il tracciato per la determinazione  degli  isotopi  ambientali  della
molecola dell'acqua (18O, D); contemporaneamente e per lo stesso arco
temporale, lungo l'asse del  tracciato  dovranno  essere  individuate
almeno tre stazioni meteo-climatiche distribuite a  quote  differenti
comprese tra i 500 e i 1500 m s.l.m. in  corrispondenza  delle  quali
saranno raccolte mensilmente le precipitazioni meteoriche, secondo le
specifiche metodologiche  previste  dall'Agenzia  Internazionale  per
l'Energia Atomica delle Nazioni  Unite  (IAEA  Vienna,  Austria)  per
l'analisi di 18O e D, per definire sia la  correlazione  tra  le  due
specie isotopiche (retta meteorica locale) sia il gradiente  dell'18O
in  relazione  alla  quota  (quota  media  di  ricarica).  Nel  corso
dell'esecuzione dell'opera le principali venute d'acqua  in  galleria
dovranno essere campionate per la caratterizzazione  isotopica  (18O,
D).  Tale   approfondimento   e'   necessario   per   completare   la
caratterizzazione delle aree di ricarica  delle  principali  sorgenti
interferite dagli scavi e per correlare con  maggiore  precisione  le
venute d'acqua in galleria con il proprio circuito idrogeologico. 
133. Risorse Idriche:  per  gli  aspetti  inerenti  la  permeabilita'
primaria, e quindi  riguardanti  la  circolazione  idrica  nel  mezzo
poroso,  dovranno  essere  effettuate  valutazioni   generali   sulle
interferenze dell'opera nel suo  complesso  (non  solo  i  tratti  in
galleria) con l'andamento della sottostante  falda,  evidenziando  le
criticita' che si dovessero presentare; tali  criticita',  in  questo
caso,  potrebbero  essere   causate,   nella   zone   di   fondovalle
attraversate  trasversalmente  dall'opera,  dal  cosiddetto  "effetto
diga"  ovvero  lo  sbarramento  del  naturale  deflusso  delle  acque
sotterranee che potrebbe causare un  innalzamento  (da  quantificare)
della falda a monte e un conseguente abbassamento (da quantificare) a
valle  dell'opera.  In  particolare  nelle  valli  del  Clarea.   del
Cenischia e nelle piane di Susa e di Chiusa dovra' essere  effettuata
una  caratterizzazione   litostratigrafica   ed   idrogeologica   del
materasso  alluvionale  fino  al  substrato  (geoelettrica,  sismica,
sondaggi). Al fine di quantificare l'effetto diga sopra descritto che
piu' probabilmente potrebbe interessare la val Cenischia e  la  piana
di  Chiusa  dovra'  essere  inoltre  effettuata  una  modellizzazione
matematica che a partire dalle previste indagini di dettaglio  simuli
l'interferenza dell'opera nei confronti del regime  idrogeologico;  a
questo proposito dovra' essere incrementato il  numero  dei  sondaggi
aggiungendone almeno uno a monte dell'opera in  senso  idrogeologico.
Tutti i sondaggi dovranno  raggiungere  il  substrato  roccioso  dove
possibile o la base dell'acquifero superficiale. 
134.  Interventi   a   garanzia   del   mantenimento   del   servizio
idropotabile. Per i comuni a piu'  elevato  rischio  di  interferenza
dovranno essere redatti specifici piani di emergenza che  individuino
delle fonti di approvvigionamento alternativo permanenti,  prevedendo
la fattibilita' tecnico amministrativa degli interventi di  adduzione
e la relativa sostenibilita' ambientale. 
135. VALUTAZIONE DI INCIDENZA SIC/ZPS  Area  di  deposito  Cantalapo:
Rivedere la sistemazione dello smarino nel sito: 
- utilizzando come riferimento il perimetro delineato  nella  Tav.  6
della Valutazione d'Incidenza, ma  rivedendo  il  limite  altimetrico
dello stesso al fine di evitare di appoggiare il deposito  di  inerti
sul versante roccioso esposto a Sud della vallecola,  indicato  dalla
medesima carta come area occupata da habitat a Vescicaria  (transetto
5); 
- presentare un progetto dettagliato e  conforme  agli  obiettivi  di
tutela del  SIC,  per  il  ripristino  e  il  recupero  dell'area  di
deposito,  rispetto  al  quale  sara'  necessario  fare  la  fase  di
Screening di Valutazione d'Incidenza. 
136.  VALUTAZIONE  DI  INCIDENZA  SIC/ZPS  Alternative  e   modifiche
progettuali: verificare l'insorgenza di ulteriori incidenze  negative
su habitat e specie tutelate dai SIC IT 1110027 e IT 1110055 che  non
siano gia' state affrontate nello Studio  d'Incidenza  presentato  in
questa  fase  dell'istruttoria,  derivanti  da  eventuali   modifiche
relative    al    tracciato     ferroviario,     all'ubicazione     e
all'organizzazione delle aree di cantiere e di deposito degli inerti. 
137. Tutela specie faunistiche: presentare un piano  di  monitoraggio
mirato alle specie di chirotteri al fine di valutare i reali  effetti
della luminosita' e del rumore sulle popolazioni presenti nell'area; 
138. SIC IT11100030 Oasi xerotermiche della Val  Susa  -  Orrido  di'
Chianocco -Monitoraggi: per quanto riguarda le praterie: 
- verificare mediante posizionamento di una stazione di  monitoraggio
degli inquinanti atmosferici  nella  porzione  del  SIC  che  risulta
esposta ed al controllo della composizione specifica della  flora  in
quadrati permanenti; 
- applicare le tecniche di monitoraggio fitopatologico  proposte  per
il controllo della vegetazione delle sorgenti  oltre  all'impiego  di
tecniche riportate nella letteratura  piu'  recente  che  tendono  ad
accertare sintomi di perturbazione della vegetazione mediante rilievo
in campo (es. plant-traits su alcune  specie  delle  praterie  aride,
accompagnati da analisi dei suoli e dei  vegetali).  I  risultati  di
tale monitoraggio dovranno essere accompagnati da controlli  in  fase
di Gestione Ambientale  di  cantiere  programmando  le  attivita'  di
cantiere in modo da rispettare gli standard emissivi e  contenere  le
emissioni di NOx (media annua). 
- presentare un piano di monitoraggio  nell'area  del  SIC  adiacente
l'imbocco est del tunnel di base prima e durante la fase di  cantiere
finalizzato a valutare gli effetti della  luminosita'  e  del  rumore
sulle popolazioni di chirotteri. Si richiede  di  poter  disporre  di
tutti i dati dei monitoraggi effettuati sia per la progettazione  che
durante la fase di costruzione dell'opera. 
139. Misure di mitigazione: approfondire e specificare  le  modalita'
di razionalizzazione delle attivita' di cantiere volte  a  rispettare
gli standard emissivi ed a contenere le emissione di NOx. 
140. Misure  di  mitigazione:  studiare  azioni  correttive  per  gli
ambienti   sorgentizi   potenzialmente   interferiti   e   presentare
mitigazioni adeguate in  relazione  all'effettiva  vulnerabilita'  di
tali ambienti. 
141. Misure  di  mitigazione:  evitare  le  lavorazioni  maggiormente
rumorose o in alternativa prevedere idonei  sistemi  di  abbattimento
del rumore durante le attivita' di cantiere per evitare  il  disturbo
dell'avifauna e dei chirotteri di interesse comunitario. 
142.  Alternative  e  modifiche  progettuali:  qualora  gli   scenari
alternativi relativi alla gestione dello smarino (trasporto su  treno
all'esterno della  Valle  con  carico  in  tre  possibili  aree  poco
distanti dal SIC) e lo spostamento dell'imbocco  est  del  tunnel  di
base, non trattati nello studio  di  incidenza,  vengano  confermati,
occorre avviare una verifica finalizzata a valutare  l'insorgenza  di
incidenze negative sugli habitat e sulle specie del SIC. 
143.  SIC  IT1110006  Orsiera  Rocciavre':  presentare  un  piano  di
monitoraggio dell'area umida '"Laghi  Paradiso"  nel  comune  di  San
Giorio in localita' Cortavetto (Travers a Mount). 
144. Geotecnica e  rapporto  con  l'applicazione  del  D.M.  14.01.08
realizzare un elaborato guida che sia valido per l'intero progetto, e
specifichi in modo univoco la progettazione secondo il  DM  14.01.08,
definendo  la  vita  nominale,  le  classi  d'uso  e  il  periodo  di
riferimento,  gli  stati  limite,  gli  approcci  che  devono  essere
adottati, le metodologie di calcolo, di verifica e di indagine, a cui
devono riferirsi tutti gli elaborati specifici sulle singole porzioni
di opera. 
145. Applicazione del D.M. 14.01.08: adeguare il piano delle indagini
rispondendo alla necessita' di verificare tutte le opere in  base  al
D.M. 14.01.08, tenendo conto della necessita'  della  misura  diretta
del parametro Vs30 implementando, rispetto all'attuale previsione, le
indagini dirette e indirette (sismiche) in modo da coprire  tutto  lo
sviluppo dell'opera, con attrezzaggio di tutti i fori  di  sondaggio;
le prove sismiche dovranno prevedere anche la misura delle  onde  "s"
quando  realizzate  in  terreni  sciolti;  specifici  approfondimenti
dovranno essere resi nelle zone di fondovalle ove  sono  previste  le
opere maggiori e si attraversano terreni maggiormente problematici. 
146.  Metodo  Osservazionale:  ove  necessario  adottare  il   Metodo
Osservazionale,  di  cui  al  §  6.2.4  delle  norme  tecniche  sulle
costruzioni;  dovranno  essere  specificate  le  possibili  soluzioni
alternative, con le relative verifiche,  e  la  specificazione  delle
grandezze geometriche, fisiche e meccaniche da tenere sotto controllo
per l'adozione di una delle  soluzioni  alternative  previste  e  dei
relativi limiti di accettabilita', nonche' l'illustrazione del  piano
di  monitoraggio,  con  l'individuazione  della   strumentazione   di
controllo  e  la  definizione  delle   procedure   di   acquisizione,
archiviazione ed elaborazione delle misure. 
147. Cartografia sismica: rivedere con adeguata scala di dettaglio al
fine  di  individuare  correttamente  le  interferenze  per   effetto
stratigrafico, topografico, per bordo  di  valle  e  altre  eventuali
analoghe interferenze. 
148. Metodi di calcolo inusuali:  qualora  si  scelga  di  effettuare
verifiche e dimensionamenti con metodi di calcolo inusuali, derivanti
da metodologie non aderenti al D.M. 14.01.08, le  opere  e  i  pendii
dovranno  comunque  essere  ri  verificati  attraverso  i  metodi  di
approccio propri della normativa vigente. 
149. Verifiche geotecniche: presentare prime verifiche, in particolar
modo dei fronti di scavo e  dei  pendii  coinvolti,  sia  per  quanto
riguarda l'opera vera propria che per quanto concerne tutte le  opere
accessorie, con particolare attenzione alle  interferenze  con  altri
manufatti e zone antropizzate. 
150.  Cedimenti:  dovranno  essere   valutali   eventuali   cedimenti
derivanti dalle operazioni di scavo, con particolare attenzione  alle
aree antropizzate. 
151.  Accumuli  di  smarino:   dovranno   essere   effettuate,   gia'
nell'ambito del Progetto Definitivo, le verifiche  preliminari  degli
accumuli provvisori e definitivi, al fine di verificare  puntualmente
il piano degli inerti; ciascun sito, provvisorio o definitivo, dovra'
essere sottoposto  a  specifiche  indagini  geologico  -  geotecniche
riguardanti l'idoneita' geotecnica e geomorfologica. 
152.  Quadro  del  dissesto  geologico  e  geomorfologico:   per   la
progettazione definitiva si ritiene che l'analisi dei dissesti e  del
quadro  geologico  e  geomorfologico  debbano   essere   rielaborati,
reinterpretati e soggetti a nuovi rilievi  di  maggior  dettaglio  al
fine  di  una  piu'  corretta  definizione  del  dissesto   ai   fini
progettuali. Redigere un elaborato guida unico, che contenga tutte le
metodologie di analisi e le introduzioni generali. 
153. Quadro del dissesto geologico e geomorfologico: effettuare studi
di dettaglio per ogni opera particolare, quali imbocchi di  gallerie,
cantieri, aree di deposizione temporanee e definitive, costruzioni ed
edifici, e in generale per le varie tratte del tracciato. 
154. Quadro del dissesto geologico e  geomorfologico  verificare  per
ogni  situazione  le  corrette  tipologie  di  rischio  geologico   e
approfondire adeguatamente i temi cosi' individuati. 
155. Quadro del dissesto geologico e  geomorfologico  individuare  le
eventuali  criticita'  e  proporre  le  piu'   opportune   soluzioni,
indicando in quali elaborati progettuali sono state materializzate. 
156. Quadro del dissesto geologico e geomorfologico:  realizzare  gli
approfondimenti individuati dagli attuali elaborati progettuali,  che
devono assumere un carattere prescrittivo per il progetto che  verra'
presentato. 
157. Quadro del dissesto geologico e geomorfologico: i chiarimenti ed
integrazioni dovranno essere corredati da una chiara esposizione  dei
metodi utilizzati, da  un'analisi  critica  dei  dati  di  input  che
dovranno essere resi disponibili per le opportune verifiche, e da una
puntuale verifica sul campo delle risultanze. 
158.  Monitoraggi  geotecnici:  redigere  un  piano  dei  monitoraggi
geotecnici, con la finalita' di verificare lo stato di attivita'  dei
principali  movimenti  franosi  planimetricamente  interferiti  dalle
gallerie e in particolare dalla galleria Orsiera. 
159.  Monitoraggi  geotecnici:  redigere  un  piano  dei  monitoraggi
geotecnici - con la finalita' di verificare  eventuali  cedimenti  in
superficie derivanti dalla realizzazione di trincee e altre opere  in
pianura. 
160.  Monitoraggi  geotecnici:  redigere  un  piano  dei  monitoraggi
geotecnici, con la finalita'  di  verificare  eventuali  cedimenti  e
effetti  secondari  derivanti  dallo  scavo  del  tunnel   di   base,
soprattutto nella zona di  Mompantero  e  nell'attraversamento  della
valle Cenischia. 
161.  Monitoraggi  geotecnici:  redigere  un  piano  dei  monitoraggi
geotecnici, con la finalita' di  verificare  eventuali  cedimenti  in
superficie come conseguenza del depauperamento degli acquiferi.  Tale
piano dovra' evidenziare i metodi  e  i  punti  di  monitoraggio,  in
funzione delle specifiche problematiche dei luoghi, il periodo  e  le
cadenze di  misura.  I  dati  derivanti  dalle  attivita'  di  misura
dovranno essere resi disponibili  al  pari  degli  altri  monitoraggi
ambientali. 
162. Monit.geotecnici  -Problematiche  puntuali  -  imbocco  galleria
ventilazione CIarea: effettuare approfondimenti  di  tipo  geologico,
geotecnico, nivologico e idraulico di estremo dettaglio  su  tutti  i
fenomeni coinvolgenti l'area.Un'attenta  analisi  dovra'  interessare
anche i versanti retrostanti per  verificare  eventuali  fenomeni  di
caduta massi o dissesti  generalizzati.  Dovra'  essere  attentamente
valutata la  funzionalita'  dell'opera  prevista  in  relazione  agli
eventi attesi, individuando tutti i possibili rischi con  particolare
attenzione alle conseguenze per le aree circostanti. In  particolare,
oltre ad eventuali  lesioni  alle  opere  realizzate,  dovra'  essere
attentamente valutato  il  posizionamento  di  eventuali  deposizioni
temporanee e dei cantieri anche in relazione all'elevata capacita' di
trasporto solido del torrente  Clarea,  ricordando  che  il  medesimo
impatta anche nel sottostante cantiere della Maddalena. 
163. Monit. geotecnici -Problematiche  puntuali  -Imbocco  Tunnel  di
Base  Lato  Susa:  si  prescrive  un  attento  e  dettagliato  studio
geologico-geomorfologico  delle  condizioni  del  versante  a  fronte
analizzando tutti i possibili meccanismi evolutivi,  con  particolare
attenzione alla caduta di porzioni litoidi tipica di  questi  areali.
Eventuali opere di protezione dovranno avere un carattere permanete e
difficilmente soggette a usura e ammaloramento. 
164.  Monit.geotecnici  -Problematiche  puntuali-  Galleria  Orsiera-
Vaie: si ritiene necessario un approfondimento  volto  a  uno  studio
dettagliato dei fenomeni franosi interferiti,  onde  individuarne  la
geometria e soprattutto lo stato di attivita'. Questo approfondimento
appare particolarmente opportuno nella zona dell' imbocco lato  Vaie,
laddove esiste una possibile interferenza tra il tracciato  e  alcuni
dissesti (frana di Prese Durando, a monte del cimitero), che dovranno
essere  adeguatamente  studiati  e  riclassificati   in   base   alle
risultanze dei  rilievi.  Si  ritiene  opportuno  valutare  eventuali
modifiche  del  tracciato  in  relazione  all'interferenza  con  tali
dissesti, anche al fine di evidenziare le conseguenze in  termine  di
produzione di inerti. 
165. Reticolo idrografico superficiale ad uso irriguo:  redigere  uno
studio di  dettaglio  che  evidenzi  tutte  le  interferenze  con  le
infrastrutture irrigue. Le interferenze dovranno essere  risolte  con
attraversamenti opportunamente dimensionati a  tutela  della  pratica
irrigua in uso. Nel caso si riscontrino interferenze con impianti  in
pressione,  prevedere   interventi   atti   a   risolvere   eventuali
disfunzioni. 
166. Reticolo idrografico superficiale ad uso irriguo:  verificare  e
quantificare in quale misura l'utilizzo dei pozzi e la presenza delle
sorgenti nelle aree limitrofe possa essere  compromesso,  sulla  base
delle soluzioni costruttive adottate, sia nella  fase  di  esecuzione
dell'opera, sia a opera completata. 
167. Reticolo idrografico superficiale ad uso irriguo: sviluppare uno
studio dettagliato sul recupero e riutilizzo delle acque che  saranno
intercettate durante la realizzazione delle tratte in galleria, e che
potrebbero essere sfruttate ad uso irriguo corredato del progetto  di
allacciamento alla rete irrigua esistente. 
168. Reticolo idrografico superficiale  ad  uso  irriguo:  effettuare
un'attenta  verifica  dei  volumi  delle  acque  reflue  che  saranno
convogliati nella rete di fossi e canali locali;  il  dimensionamento
degli  eventuali  attraversamenti   dei   canali   deve   tenere   in
considerazione non solo la funzione irrigua della rete dei canali, ma
anche la funzione di smaltimento e di laminazione delle  piene  della
rete idrica naturale. 
169. Reticolo idrografico superficiale ad uso irriguo: prendere tutti
gli accorgimenti necessari a garantire il monitoraggio e  l'eventuale
depurazione di tutte le acque che saranno  immesse  sia  direttamente
nella rete irrigua, sia nei corsi d'acqua naturali dai quali la  rete
irrigua trae i suoi approvvigionamenti. 
170. Reticolo idrografico superficiale ad uso irriguo: nelle fasi  di
predisposizione dei progetti definitivo ed esecutivo,  il  proponente
dovra' concordare  con  i  Consorzi  irrigui  operanti  nell'area  di
intervento le soluzioni individuate per risolvere le interferenze con
gli impianti irrigui e con il reticolo irriguo esistente, nonche'  il
crono programma relativo alla realizzazione delle opere, in  modo  da
assicurare la  funzionalita'  della  rete  irrigua  e  da  permettere
l'effettuazione delle operazioni di manutenzione della rete stessa in
maniera agevole e in sicurezza. Per quanto riguarda la  rete  irrigua
presente sul territorio dei Comuni di S. Antonino di Susa, di Vaie  e
di Chiusa San Michele, il proponente dovra'  fare  riferimento  anche
agli uffici tecnici dei singoli Comuni. 
171. Viabilita' rurale e  assetto  fondiario:  individuare  tutte  le
soluzioni  necessarie  a  minimizzare  l'interferenza  e   prevedere,
laddove  necessario,   una   serie   di   infrastrutture   accessorie
(sovrappassi e  sottopassi)  atte  a  garantire  l'accesso  ai  fondi
agricoli sia in fase di cantiere, sia in relazione  alla  persistenza
dell'infrastruttura in progetto sul territorio. 
172. Viabilita' rurale e assetto  fondiario:  corredare  il  progetto
definitivo con una proposta di piano di ricomposizione fondiaria e di
riconnessione  della  viabilita'  rurale  per  minimizzare  eventuali
effetti negativi sulle aziende. 
173. Cantierizzazione: sviluppare il  piano  di  cantierizzazione  in
un'ottica di contenimento del consumo di suolo agricolo  e  naturale,
ancorche' di tipo temporaneo, prevedendo un'ottimizzazione delle aree
di cantiere e privilegiando  l'utilizzo  di  aree  gia'  compromesse,
impermeabilizzate o a bassa naturalita'. 
174. Cantierizzazione: sviluppare il piano di  gestione  del  terreno
di' scotico, al fine  di  tutelare  suoli  agricoli  e  naturali  che
ricadono in seconda classe di capacita' d'uso del  suolo,  a  partire
dalle indicazioni contenute nello Studio di Impatto Ambientale. 
175.  Cantierizzazione:  descrivere  le   modalita'   logistiche   di
realizzazione e di smantellamento del sistema di nastri trasportatori
e fornire un crono programma ed una previsione  del  taglio  boschivo
necessario. Dovra'  inoltre  essere  fornita  una  valutazione  degli
impatti  di  questo  sistema  sul  territorio,   relativamente   alla
sottrazione di  risorsa  agricola  e  di  formazioni  boschive,  agli
ecosistemi ed alla  comunita'  faunistica.  Tale  valutazione  dovra'
essere  effettuata  relativamente  alla  fase  di   costruzione,   di
esercizio e di smantellamento. 
176. Cantierizzazione: prevedere delle strutture per  il  superamento
dei nastri trasportatori da parte della fauna  selvatica,  almeno  in
corrispondenza dei corridoi ecologici interferiti. 
177. Cantierizzazione:  sviluppare  la  progettazione  definitiva  in
un'ottica di miglioramento dell'inserimento dei cantieri nel contesto
territoriale, prevedendo tra l'altro  la  realizzazione  di  siepi  e
filari schermanti sul perimetro, anche con funzioni fonoassorbenti  e
di abbattimento delle polveri, utilizzando specie autoctone a  rapido
accrescimento, e il ricorso a tecniche di  ingegneria  naturalistica,
ove possibile. 
178.  Interventi  di   recupero,   mitigazione   e   riqualificazione
ambientale: sviluppare gli  interventi  di  recupero  delle  aree  di
cantiere e di tutte le aree sede  di  attivita'  temporanee  connesse
alla realizzazione delle opere  in  oggetto  o  comunque  interferite
dalla  loro  realizzazione,  nonche'  quelli  di  mitigazione  e   di
riqualificazione ambientale indicati nel  progetto  preliminare,  con
particolare riferimento al Parco della Dora. 
179.  interventi  di   recupero,   mitigazione   e   riqualificazione
ambientale: nelle  aree  che  non  potranno  piu'  essere  recuperate
all'utilizzo agrario prevedere l'inerbimento e la messa a  dimora  di
specie  arbusti  ve  ed  arboree  autoctone  adatte  alle  condizioni
stazionali. Ove sia necessario prevedere interventi di consolidamento
di versanti o di  sistemazione  idraulica  di  corsi  d'acqua  dovra'
essere   privilegiato   l'utilizzo   di   tecniche   di    ingegneria
naturalistica. 
180. Interventi di compensazione nei confronti del comparto agricolo:
individuare nell'ambito delle opere di  compensazione  interventi  di
compensazione nei confronti del comparto agricolo, proporzionati agli
impatti generati dalle opere in progetto  (ad  esempio  miglioramento
delle strutture irrigue, o recupero di aree all'utilizzo agricolo o a
verde...). 
181.  Impatti  sulla  fauna  selvatica  ed  acquatica  e  misure   di
mitigazione: sviluppare la progettazione definitiva ed esecutiva  dei
passaggi per la fauna da realizzare in  corrispondenza  dei  corridoi
ecologici interferiti e dei relativi impianti di  specie  arboree  ed
arbusti ve, secondo  le  indicazioni  contenute  nella  pubblicazione
"Fauna  selvatica  ed  infrastrutture  lineari.  Indicazioni  per  la
progettazione  di  misure  di   mitigazione   degli   impatti   delle
infrastrutture lineari di  trasporto  sulla  fauna  selvatica"  (Reg.
Piemonte e ARPA Piemonte, 2005). 
182.  Impatti  sulla  fauna  selvatica  ed  acquatica  e  misure   di
mitigazione: Nel caso in cui si evidenzi la necessita' di  utilizzare
barriere   antirumore   costituite   da    pannelli    fonoassorbenti
trasparenti, questi dovranno essere realizzati con materiali opachi o
colorati o satinati,  evitando  materiali  riflettenti  o  totalmente
trasparenti, in modo da risultare  visibili  all'avifauna  e  evitare
collisioni.  A  questo  proposito  fare   riferimento   alla   pubbl.
"Costruire con  vetro  e  luce  rispettando  gli  uccelli"  (Stazione
ornitologica svizzera Sempach, 2008). 
183. Interventi che interferiscono con i corsi d'acqua (Dora  Riparia
e suoi affluenti):  attenersi  alla  "Disciplina  delle  modalita'  e
procedure per la realizzazione di lavori in alveo, programmi, opere e
interventi sugli ambienti acquatici ai sensi  della  LR  n.  37/2006"
art. 12, approvata con D.G.R. n. 72-13725 del 29 marzo 2010. 
184.   Interventi   che   interferiscono   con   i   corsi   d'acqua:
preventivamente al rilascio dell'autorizzazione delle opere  e  degli
interventi che interferiscono con l'alveo bagnato o con gli  ambienti
acquatici  acquisire  il  parere  di  compatibilita'  con  la   fauna
acquatica  formulato  dal  Settore  Tutela  e  Gestione  della  Fauna
Selvatica e Acquatica della  Direzione  regionale  Agricoltura  (cfr.
art.  5  della  "Disciplina  delle  modalita'  e  procedure  per   la
realizzazione di lavori in alveo, programmi, opere e interventi sugli
ambienti acquatici ai sensi della LR n. 37/2006". 
185. Opere idrauliche nella "Piana delle  Chiuse":  la  progettazione
definitiva dovra' essere supportata dall'impiego di una  modellazione
bidimensionale del corso d'acqua principale in moto  vario  estesa  a
valle sino al ponte tra S.Ambrogio e Villardora. 
186.   Interferenze   con   corsi   d'acqua   soggetti    a    tutela
dell'Amministrazione regionale (cioe' iscritti  negli  elenchi  delle
acque  pubbliche  e/o  aventi  sedime   statale-regionale):   fornire
l'individuazione   anche   catastale   effettuando    per    ciascuna
interferenza puntuali analisi idrologico  -  idrauliche  pre  e  post
interventi,  accertando  la  compatibilita'  idraulica  delle   nuove
strutture, sulla base di quanto disposto dalle direttive AdB PO. 
187. Aspetti forestali: rispettare il nuovo Regolamento approvato con
D.P.G.R. N.4/R del 15/02/2010 in attuazione dell'art. 13  della  L.R.
4/2009, in particolare l'art. 45 "disciplina della aree di pertinenza
dei  corpi  idrici",  recante  gestione  e  tutela  delle  formazioni
forestali e delle vegetazioni ripariali. 
188. Impatto sull'immagine turistica: limitare al  massimo  l'impatto
visivo  delle  aree  di  cantiere,  valutando  eventuali   ubicazioni
alternative  meno  impattanti  e  comunque   limitando   al   massimo
l'estensione  delle  aree  e  l'altezza  di  impianti  e  fabbricati.
Limitare al minimo indispensabile lo stoccaggio in cumulo delle terre
e rocce da scavo provvedendo al pronto  allontanamento  dal  cantiere
del  materiale  di  risulta  conferendolo  ai  siti  di  sistemazione
definitiva.  L'infrastrutturazione   dei   cantieri   dovra'   essere
pianificata in modo tale che sia visivamente percepito l'ordine e  la
razionalita'  dei  cantieri  stessi  provvedendo,  se  del  caso,  al
mascheramento delle zone che, per intrinseche esigenze impiantistiche
e di lavorazione, non  possono  rispondere  ai  suddetti  criteri  di
ordine e razionalita'. In  fase  di  esercizio  dei  cantieri  dovra'
essere assolutamente evitato  il  deposito  di  materiali,  impianti,
attrezzature e mezzi d'opera e la presenza di fabbricati  e  baracche
che  non  siano  strettamente  indispensabili  all'esecuzione   delle
lavorazioni in corso e a garantire l'esercizio dei cantieri stessi. 
189. Impatto  sulla  fruizione  turistica  -  Aumento  dei  tempi  di
percorrenza:  pianificare  i  lavori  di  modifica  della  viabilita'
esistente in modo da limitare l'impatto  sul  traffico  turistico,  e
privilegiare, il conferimento del materiale di risulta con  trasporto
su treno. Nel caso in cui tale sistema di trasporto, nelle successive
fasi progettuali, dovesse rivelarsi non piu' attuabile, i percorsi  e
la gestione dei flussi dei mezzi d'opera dovranno essere  oggetto  di
una specifica ed approfondita analisi delle interferenze con i flussi
dei turisti al fine di poter effettuare le scelte meno impattanti. 
190. Tutela dei beni paesaggistici - Attraversamento Dora  in  Comune
di Susa: evitare la realizzazione di opere che, seppur  di  rilevanza
architettonica  e  ingegneristica,   possano   costituire   ulteriori
elementi di intrusione e di impatto di un  contesto  gia'  ampiamente
caratterizzato    da    una    considerevole    sovrapposizione    di
infrastrutture.  Sara'  pertanto  necessario  che  i   manufatti   di
attraversamento  e  i  sovrappassi  autostradali  siano  oggetto   di
approfondimenti ed elaborazioni progettuali (in merito  agli  aspetti
formali, alle tipologie architettoniche, all'uso dei materiali, ecc,)
volti ad individuare ed  orientare  le  scelte  verso  opere  che  si
integrino con la rete viaria locale, l'asse autostradale e  le  fasce
fluviali della Dora,  senza  imporsi  come  strutture  eccessivamente
emergenti. 
191. Barriere  fonoassorbenti:  ridurre,  per  quanto  possibile,  le
dimensione  delle  stesse  e  prevedere  l'utilizzo  di  materiali  e
cromatismi idonei  ai  vari  siti  paesaggistici  d'appartenenza:  in
alternativa   ricorrere   a   dune   e   rimodellamenti   morfologici
adeguatamente  inerbiti  ed  piantumati  con  vegetazione  arborea  e
arbusti  va;  e  valutare  la  possibilita',  in  alcuni  traiti,  di
abbassare la quota  di  imposta  dei  binari  rispetto  al  piano  di
campagna. 
192. Aree di cantiere: adottare tutte le cautele necessarie  al  fine
di consentire un appropriato recupero ambientale dei siti interessati
al  termine  dei  lavori,  nonche'  l'esecuzione  di  interventi   di
mitigazione in corso d'opera modulati in  funzione  delle  percezioni
visuali dei siti dai punti di vista di  maggiore  fruibilita'  (  es.
Sacra di  San  Michele)  e  prevedendo,  in  fase  di  realizzazione,
modalita' esecutive tali da favorire la rapida schermature delle aree
interessate. 
193.  Aree  di  cantiere:  progettarle,  sia  dal  punto   di   vista
formale/tipologico che sotto il profilo cromatico, in modo da ridurne
globalmente la percezione, contenendo sia l'eventuale  formazione  di
cumuli di materiali di rilevante altezza sia la localizzazione  degli
stessi in aree particolarmente visibili. 
194. Centrale di Ventilazione di Val  Clarea:  con  riferimento  alle
soluzioni progettuali inerenti la  realizzazione  della  centrale  di
ventilazione di Val Clarea, che ricade  in  area  soggetta  a  tutela
paesaggistica ai sensi dell'art. 142 lett.  c)  (torrente  Clarea)  e
lett. g) (area boscata) del D.l.gs 42/2004,  si  ritiene  preferibile
adottare  la  soluzione  che  preveda  manufatti  che  si  sviluppano
seguendo  planovolumetricamente  l'andamento  morfologico   dell'area
interessata. 
195. Aree boscate nel progetto definitivo dovra' trovare riscontro il
rispetto dei contenuti del D.Lgs. 227/01, in merito alle aree boscate
e dovra' essere verificata la conformita' degli  interventi  previsti
con le prescrizioni degli articoli posti in salvaguardia  (artt.  13,
14,  16,18,  26  e  33  )  delle  norme  di  attuazione   del   Piano
Paesaggistico Regionale adottato dalla Regione con  DGR  n.  53-11975
del 4/8/2009. 
196. Comunicazione e informazione alla popolazione:  si  richiede  di
predisporre a  Susa  un  Punto  Informativo  sul  modello  di  quello
realizzato  alla  "Rizerie"  di  Modane,  dove  allestire  un  centro
permanente di comunicazione e inforni azione alla  popolazione  sulle
attivita' di realizzazione della nuova linea ferroviaria. Si  propone
a tal fine  la  sede  dell'attuale  caserma  "Henry",  opportunamente
adattata.  La  stessa  struttura  potrebbe,  in  simbiosi   con   gli
allestimenti puntuali che  saranno  realizzati  nei  siti  operativi,
assumere il ruolo di centro per le attivita' proprie del "turismo  di
cantiere". Conclusa la fase di realizzazione  dell'infrastruttura  la
stessa realta' potrebbe,  mantenendo  in  gran  parte  la  sua  nuova
vocazione, essere adibita a laboratorio permanente in cui  sviluppare
tematiche e approfondimenti legati alle esperienze maturate, come  ad
esempio quelle trasportistiche, ambientali, storico culturali, ecc.. 
197. Accompagnamento ambientale del progetto  in  fase  realizzativa:
individuare una struttura tecnica che  possa  garantire  un  adeguato
"accompagnamento ambientale" del progetto e della sua  realizzazione,
intervenendo sia su aspetti metodologici (metodi di monitoraggio e di
campionamento, scale di valutazione dei  risultati)  sia  nel  merito
delle  rilevazioni  condotte  (verifica  dei  dati,   analisi   delle
anomalie, definizione delle azioni correttive, verifiche  in  campo),
in analogia ad esperienze pregresse nelle quali  il  Ministero  dell'
Ambiente e la Regione Piemonte si sono avvalse di Arpa  Piemonte  per
tali finalita'. I costi per il funzionamento  di  tale  struttura  di
accompagnamento ambientale che dia supporto in campo e sul territorio
al Ministero dell'Ambiente, alla Regione e agli  Enti  Locali  devono
essere parte del costo globale dell'opera, non potendosi fare  fronte
con le risorse ordinarie all'onere per una attivita' straordinaria  e
di cosi vasta portata.  Alla  luce  di  quanto  sopra  riportato,  si
propone di richiedere la messa a disposizione di adeguate risorse per
l'accompagnamento ambientale del  progetto  da  parte  dell'Autorita'
Competente e degli Enti Locali. 
198. Lavori di scavo:  l'intero  svolgimento  (di  qualsiasi  entita'
siano, compresi gli scotichi iniziali  dei  cantieri  da  realizzarsi
fino all'affioramento degli strati naturali)  dovra'  essere  seguito
costantemente da personale specializzato archeologico  (da  reperirsi
attraverso Universita' o Ditte Archeologiche specializzate esterne al
Min. per i Beni  e  le  Attivita'  Culturali,  le  quali  prestazioni
saranno a carico di LTF) e realizzate, ove si rendesse necessario  lo
scavo a mano per la presenza di reperti,  da  ditte  in  possesso  di
attestazioni SOA per la categoria OS 25.  Quanto  sopra  al  fine  di
identificare e salvaguardare reperti di  interesse  archeologico  che
dovessero emergere nel corso  di  scavi  e  che  possono  determinare
l'avvio, a carico di LTF, di  ulteriori  indagini  archeologiche.  Il
suddetto   personale   specializzato   archeologico   e   le    ditte
specializzate e incaricate  dovranno  operare  secondo  le  direttive
della competente Soprintendenza per i beni archeologici del  Piemonte
e  del  Museo  delle  Antichita'  egizie,  con  la   quale   pertanto
manterranno costanti contatti. 
199. Scavi archeologici esplorativi: si  prescrive  che  non  vengano
compiuti durante i periodi di massime precipitazioni  atmosferiche  o
nel quale lo sviluppo  stagionale  della  vegetazione  impedisca  una
concreta visibilita'  del  terreno,  che  potrebbero  di  conseguenza
causare ostacolo ad una corretta esplorazione del sottosuolo. 
200. Indagini geognostiche: si prescrive che qualunque  attivita'  di
indagine, che eventualmente fosse nel frattempo realizzata, dovra' in
ogni caso essere effettuata con assistenza archeologica  continua  da
parte  di  operatori  specializzati  sotto  la   supervisione   della
competente Soprintendenza per  i  Beni  archeologici,  come  indicato
nella prescrizione n° 1, allo  scopo  di  verificare  la  presenza  e
prevenire possibili danneggiamenti a strutture e/o depositi di natura
archeologica non altrimenti individuabili. 
201. Ritrovamenti: si prescrive che se  durante  i  lavori  dovessero
essere casualmente ritrovati resti antichi, manufatti o  elementi  di
natura  archeologica,  anche  di  apparente  non   interesse,   siano
immediatamente sospesi tutti i lavori in atto e ne sia data immediata
comunicazione alla Soprintenza per i Beni Archeologici competente, la
quale, se ne ravvisera' la necessita', chiedera' l'ampliamento  delle
indagini  al  fine   di   consentire   una   corretta   ed   adeguata
documentazione dei resti sepolti. 
202. Accantonamenti: prevedere che nel quadro economico dei  progetti
definitivo ed esecutivo  siano  accantonate  adeguate  somme  per  la
realizzazione di  eventuali  scavi  archeologici  che  si  rendessero
necessari nel caso in  cui  fossero  rinvenuti  siti  o  contesti  di
interesse archeologico allo stato attuale non conosciuti. 
203. Sito di Susa-Cascina Vazone: o di San Giacomo (sito n° 38  della
Relazione Archeologica allegata al PP), dovra' essere approfondito lo
studio sui documenti  e  sulle  cartografie  storiche,  ampliando  la
ricerca anche ai catasti piu' antichi disponibili. 
204. Prospezioni nel sito 38: ai sensi del D. Lgs 163/2006,  art.  96
comma  l,  lettera  a),  si  richiede  l'esecuzione  di   prospezioni
geofisiche e sondaggi archeologici nel sito n° 38 sopra citato,  cosi
come nell'area di intervento compresa tra la torre  Traduerivi  (sito
n° 53) e la Dora Riparia. Le caratteristiche e la  localizzazione  di
tali  indagini  dovranno  essere   concordate   con   la   competente
Soprintendenza per i beni archeologici, che ne assumera' la direzione
scientifica, previa redazione di un progetto specifico. 
205. Sito di Chiusa S. Michele: si richiede,  ai  sensi  del  D.  Lgs
163/2006 e s.m.i. art.  96  comma  1,  lettera  a),  l'esecuzione  di
prospezioni geofisiche preliminari al piano delle trincee di verifica
archeologica in probabile presenza di resti di  strutture  pertinenti
al sistema di clausura e di epoca tardo antica - longobarda. 
206. Approfondimenti: sulla base della risultante di quanto richiesto
nelle prescrizioni n° 5,6 e 7, la  competente  Soprintendenza  per  i
Beni archeologici si riserva di  richiedere  sulle  aree  oggetto  di
approfondimento indagini di scavo in estensione, ai  sensi  dell'art.
96 comma 1 lettera b) del D. Lgs 163/2006  e  s.m.i.;  tali  indagini
dovranno  essere  eseguite,  ai  sensi   della   norma   citata,   ad
integrazione della progettazione definitiva. 
207. Scavi superficiali: qualsiasi opera di  scavo  superficiale  che
possa  compromettere   l'eventuale   stratigrafia   archeologica   ed
eventualmente introdotta in variante agli  elaborati  attuali,  sara'
soggetta ad apposita autorizzazione della Soprintendenza per  i  Beni
archeologici  del  Piemonte  e  del   Museo   Antichita'   Egizie   e
all'assistenza archeologica di cui alle prescrizioni n° 1 e 9. 
208. Nella  successiva  fase  di  PD  si  dovra'  allegare  opportuna
relazione, corredata di elaborati grafici in numero  adeguato,  sulle
opere di cantiere e sulla logistica di  servizio  alla  realizzazione
dell'infrastruttura  in  esame,  con  particolare  riferimento   alle
possibili interferenze con il patrimonio culturale esistente ed  agli
impatti dovuti al passaggio di mezzi nei centri storici, nel rispetto
degli "obiettivi specifici di qualita' paesaggistica  per  ambiti  di
paesaggio" elencati nell'allegato b)  delle  NTA  del  PPR  ai  punti
1.8.4; 1.9.3; 2.4.1; 4.5.1. 
209. Siti  di  cava:  nella  successiva  fase  di  PD  dovra'  essere
approfondito il piano relativo all'individuazione dei siti  di  cava,
con specificazione delle opere previste,  accompagnate  dai  relativi
progetti di  sistemazione  ambientale  da  attuarsi  al  termine  dei
lavori. 
210. Aree boscate: per tulle le aree boscate  interessate  dall'opera
dovra' essere rispettato quanto previsto dalla L.R.  4/2009  art.  19
comma  7.  Nel  merito  si  richiede,  visto  l'impegno  territoriale
dell'opera in esame, di rispettare in ogni caso, i territori  coperti
da boschi, secondo le indicazioni  contenute  nell'art.  16  comma  5
delle NTA del PPR. Si  dovranno  invece  rispettare  le  prescrizioni
definite per i territori coperti da boschi dal comma 8  del  medesimo
art. 16. 
211. Aree agricole: considerato che il progetto in esame interferisce
con  territori  ad  uso  agricolo  si   richiede,   visto   l'impegno
territoriale dell'opera in esame, di rispettare in ogni  caso  quanto
indicato  in  merito  dall'art.  20,  "aree  di   elevato   interesse
agronomico", delle NTA del PPR, prevedendo di conseguenza adeguati  e
pari recuperi in siti limitrofi alle aree interessate. 
212. Dora Riparia: Si dovra' porre particolare attenzione alla tutela
della  fascia  fluviale  della   Dora   Riparia,   attenendosi   alle
prescrizioni contenute nelle NTA del PPR all'art. 14 comma 9  lettera
a), in particolare tutte le opere che  interferiscono  con  il  fiume
devono essere oggetto di una progettazione attenta a salvaguardare le
caratteristiche paesaggistiche dei  luoghi,  da  attuarsi  attraverso
opere di elevata qualita' architettonica e con l'utilizzo  prevalente
di tecniche di ingegneria naturalistica. 
213. Impatto paesaggistico: Nella successiva fase di PD dovra' essere
altresi' prodotto un dettagliato progetto di mitigazione dell'impatto
paesaggistico dell'opera,  corredato  da  documentazione  descrittiva
grafica,  fotografica  ante  operam  e  corrispondente  post   operam
(fotoinserimenti)   aggiornato   con   le   soluzioni   adottate   ad
ottemperanza delle prescrizioni intervenute  nella  fase  approvativa
dal presente PP, con indicazione su adeguata planimetria dei punti di
ripresa. Gli interventi di  mitigazione  dell'intervento,  qualora  i
relativi svincoli e cavalcavia o ingressi e uscite di galleria ovvero
terreni di riporto o trinceroni risultino  particolarmente  visibili,
dovranno  prevedere  l'inserimento  di  specie  arboree  o  arbustive
autoctone scelte  sia  nella  tipologia  sia  nella  disposizione  in
relazione alle caratteristiche paesaggistiche di  ogni  singola  zona
interessata dall'intervento (montana, collinare, vali iva, ecc.).  In
particolare  dovranno  essere  verificate  le  zone  di  interferenza
dell'opera in esame e quindi previste opportune opere di  mitigazione
laddove  l'opera  comporti  un'interferenza   visiva   con   cascine,
cappelle, piloni o altri manufatti di valenza storico-culturale o con
lo sfondo paesaggistico esistente,  come  la  piana  di  Susa  od  il
tracciato in prossimita' del Monte Pirchiriano. 
214. Trincea a cielo aperto a Chiusa S. Michele  al  di  sotto  della
Sacra di S. Michele: dovranno essere previste  con  il  PD  opportune
mitigazioni visive attraverso l'uso di finiture appropriate quali  ad
esempio l'utilizzo di cementi colorati in pasta  e  l'inserimento  di
barriere boschive con elementi vegetazionali  autoctoni  disposti  "a
gruppo". Per tali interventi di mitigazione dovranno essere  prodotti
specifici elaborati progettuali  comprensivi  di  fotoinserimenti  di
dettaglio  come  anche  dai  punti  di  vista  gia'  individuati  per
l'illustrazione del PP in variante in esame. 
215. Piano di Monitoraggio: con  il  PD  dovra'  essere  redatto  uno
specifico Piano di Monitoraggio dedicato alla  verifica  in  continuo
degli impatti  prodotti  sul  patrimonio  culturale  interessato  dai
cantieri e dalla medesima infrastruttura in esame, tale da consentire
con  immediatezza,  tramite   procedure   preliminarmente   definite,
l'individuazione  di  criticita'  e   quindi   la   progettazione   e
realizzazione delle necessarie varianti e mitigazioni. 
216. Mitigazioni: nella  successiva  fase  di  PD  dovranno  altresi'
essere illustrati e valutati, anche mediante adeguati fotoinserimenti
ed  in  modo  dettagliato,  se  e  quali  opere  di  mitigazione  (in
particolare arboreo  arbusti  ve)  siano  previste  per  le  aree  di
carico/scarico, stazioni di trattamento,  depositi  inerti,  aree  di
ricovero o di sosta dei mezzi,  in  particolare  pesanti,  ecc.,  che
abbiano rilevanza  nell'alterazione  dell'aspetto  paesaggistico  dei
luoghi, in particolare sul lungo periodo. 
217. Cunicolo esplorativo de La Maddalena: relativamente al  cantiere
e alla sistemazione definitiva dell'Imbocco del Cunicolo  esplorativo
de ''La Maddalena" si confermano le prescrizioni  a  suo  tempo  gia'
esplicitate per il relativo PD con il parere del Ministro per i  Beni
e   le   Attivita'   Culturali   n°DG/PBAAC/34.19.04/24805/2010   del
19/08/2010 e recepite nella Deliberazione del  CIPE  n.  86/2010  del
18/11/2010. 
218. Mitigazioni vegetali: tutte le opere di mitigazione  vegetale  e
di  eventuale   reimpianto   delle   piante   recuperate   dai   siti
dell'infrastruttura in esame e di cantiere previste nel  PP  dovranno
essere realizzate con l'assistenza continua di  esperti  botanici  ed
agronomi e con l'obbligo di una verifica continua  dell'attecchimento
e vigore delle essenze piantate.  Le  essenze  trovate  seccate  alla
verifica di cui sopra saranno immediatamente sostituite con altre  di
uguale specie con successivo obbligo di verifica. Si intende  che  le
opere   di   mitigazione   vegetale   dovranno   essere    realizzate
immediatamente  con  l'impianto  dei  cantieri,  se  non   prima   se
tecnicamente possibile. 
219. Ripristino aree: tutte le aree agricole temporaneamente occupate
dai cantieri relativi all'intervento  in  argomento,  come  anche  le
piste di servizio, dovranno essere riportate al termine dei lavori ai
caratteri morfologici e vegetazionali originari. 
220. Ripristino aree: entro sei mesi dalla  prevista  dismissione  di
ogni singola area di cantiere  sara'  presentato  per  l'approvazione
alla DG PBAA e alle Soprintendenze di settore competenti un  progetto
esecutivo aggiornato relativo alla sistemazione definitiva  dell'area
occupata. 
221.  Prescrizioni  in   corso   d'opera:   in   corso   d'opera   le
Soprintendenze di settore competenti potranno impartire  ulteriori  e
maggiori prescrizioni per rutti gli interventi corollari al  progetto
non dettagliatamente illustrati nella documentazione presentata.  Per
quanto sopra LTF  avra'  cura  di  comunicare  con  congruo  anticipo
l'inizio di tutti i lavori, compresi gli impianti di  cantiere,  alle
competenti Soprintendenze di settore e alla DG PBAAs. 
222. Prescrizioni in corso d'opera: tutte  le  suddette  prescrizioni
dovranno essere ottemperate da LTF con la redazione del  PD,  se  non
diversamente specificato nelle suddette prescrizioni dal n° 1  al  n°
30 da presentarsi prima dell'inizio delle opere (compresi i cantieri)
e i relativi elaborati progettuali di recepimento andranno sottoposti
alla  verifica  di  ottemperanza  da  parte  di  DG  PBAA   e   delle
Soprintendenze di settore. 
 
                     RACCOMANDAZIONI - PARTE 2A 
 
1. Certificazione Ambientale: qualora non  previsto,  venga  inserito
nei capitolati che l'appaltatore dell'infrastruttura possegga  o,  in
mancanza, acquisisca, prima della consegna  dei  lavori  e  nel  piu'
breve  tempo,  la  Certificazione   Ambientale   ISO   14001   o   la
Registrazione di  cui  al  Regolamento  CE  761/2001  (EMAS)  per  le
attivita' di cantiere. 
2. Ripristino della vegetazione: il progetto definitivo preveda,  per
quanto  riguarda,  l'impiego  di  specie  appartenenti   alle   serie
autoctone, prevedendo eventualmente la raccolta in loco di  materiale
per la propagazione (sementi, talee, ecc.) al fine di  rispettare  la
diversita' biologica (soprattutto in prossimita' di aree protette)  e
preveda  la  produzione  di   materiale   vivaistico   presso   vivai
specializzati  che  ne  assicurino  l'idoneita'  all'uso   anche   in
condizioni ambientali  difficili  (terreni  di  riporto  di  scadente
qualita', ecc.). 
3. Patrimonio artistico archeologico e culturale:  in  considerazione
delle problematiche relative ai punti dove il  patrimonio  artistico,
architettonico e archeologico risulta piu' consistente,  il  progetto
definitivo proponga soluzioni progettuali supportate da  una  attenta
analisi visuale, supportata da foto simulazioni specifiche. 
4. Monitoraggio ambientale: avvalersi,  del  supporto  di  competenze
specialistiche  qualificate,  anche  attraverso  la  definizione   di
specifici protocolli e/o convenzioni. 
5. "Parco fluviale della  Dora  ":  in  assenza  di  informazioni  di
maggior dettaglio sul progetto, finalizzarlo con il fine di garantire
la piantumazione di sole specie autoctone e di creare  una  zona  che
sia fruibile ma al tempo stesso inserita nelle  dinamiche  ecologiche
dell'area; finalizzare lo studio degli interventi di mitigazione,  in
primis,  al  ripristino  della  naturalita'  e  della   connettivita'
ecologica  della  Dora  Riparia   e,   solo   secondariamente,   alla
progettazione di aree a scopo ricreativo.