(Allegato)
                                                             Allegato 
 
 
                PIANO D'AZIONE PER LA SOSTENIBILITA' 
  AMBIENTALE DEI CONSUMI NEL SETTORE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZONE 
 
                  (OVVERO PIANO NAZIONALE D'AZIONE 
               SUL GREEN PUBLIC PROCUREMENT - PAN GPP) 
 
                           REVISIONE 2013 
 
 
 
 
1. Premessa 
 
Il presente documento aggiorna l'allegato  al  Decreto  del  Ministro
dell'Ambiente di concerto con i Ministri dello Sviluppo  Economico  e
dell'Economia e delle Finanze 11 aprile 2008  concernente  il  "Piano
d'azione per la sostenibilita' ambientale dei consumi della  pubblica
amministrazione" (di seguito  indicato  con  l'acronimo  PAN  GPP)  e
rappresenta  pertanto  la  revisione  prevista  dall'articolo  4  del
medesimo Decreto. 
La presente revisione e' effettuata  alla  luce  dell'evoluzione  del
contesto normativo di riferimento e delle  indicazioni  che  emergono
dalle strategie politiche  ed  ambientali  dell'Unione  Europea  piu'
recenti, nonche' dalla valutazione delle esperienze sin' qui condotte
a livello nazionale ed internazionale sul tema degli acquisti verdi. 
Le modifiche principali che il presente documento apporta al PAN  GPP
riguardano la gestione del  Piano  e  la  procedura  di  definizione,
l'approvazione e la divulgazione dei "Criteri Ambientali Minimi"  (di
seguito CAM). 
Pertanto, il presente documento conferma e aggiorna i capitoli 1, 2 e
3, sostituisce i capitoli 4, 6 e 7 ed elimina il capitolo 8  del  PAN
GPP adottato con D.I. 11 aprile 2008. 
Nel  capitolo  che  segue   viene   fornito   un   sintetico   quadro
dell'evoluzione del contesto normativo e politico  di  riferimento  e
delle indicazioni strategiche europee piu' recenti. 
 
2. L'evoluzione del contesto politico e normativo di riferimento:  il
rafforzamento del ruolo del GPP. 
 
La consapevolezza sull'importanza di un  miglior  uso  degli  appalti
pubblici a sostegno  di  obiettivi  politici  e  sociali  dell'Unione
europea e'  senz'altro  aumentata  nel  corso  del  tempo,  cio'  non
soltanto per le emergenze ambientali su scala globale  e  locale,  ma
anche  per  motivi  macro  economici,  ancor   piu'   strategici   in
considerazione della crisi economico finanziaria che stiamo subendo. 
I  prodotti  "ambientalmente  migliori"  sono  infatti  quelli   piu'
competitivi,  specie  in  chiave  prospettica,  essendo   tipicamente
caratterizzati  da  un  impiego  piu'  efficiente  delle  risorse   e
dell'energia lungo tutto il  loro  ciclo  di  vita,  piu'  facilmente
riutilizzabili nei cicli di produzione, e, ove riciclati, in grado di
valorizzare il ciclo dei rifiuti. 
Le dinamiche di  maggior  pressione  su  combustibili  fossili  e  su
materie  prime  derivanti  anche  dall'espansione  della  popolazione
mondiale,   faranno   dei   "prodotti   verdi"   l'unica    soluzione
economicamente  sostenibile  che,  oltre  a  limitare  le   ulteriori
pressioni sull'ambiente, e'  in  grado  di  proteggere  la  sicurezza
economica e ridurre l'esposizione agli shock dei prezzi delle materie
prime. 
Anche  per  queste  considerazioni  la  Commissione  europea  rimarca
l'importanza del GPP in altri documenti  strategici  successivi  alla
Comunicazione COM(2008) 397 sul "Piano d'azione europeo sul consumo e
sulla produzione sostenibili e sulla politica industriale sostenibile
(SCP/SIP)" e alla Comunicazione COM(2008) 400 su  "Acquisti  pubblici
per un ambiente migliore" del 2008. 
Si segnalano in proposito: 
 
• la Comunicazione COM(2011)206  sull'"Atto  per  il  mercato  unico:
dodici leve per stimolare la crescita e rafforzare  la  fiducia",  in
cui viene segnalata, tra le dodici azioni chiave prioritarie  che  le
istituzioni dell'LE devono adottare entro la fine del 2012, la  messa
in opera di un quadro normativo rivisto e ammodernato in  materia  di
appalti pubblici, che consenta un miglior uso dei contratti d'appalto
pubblici a sostegno di altre politiche e che sostenga, pertanto,  una
domanda  di  beni,  opere   e   servizi   rispettosi   dell'ambiente,
socialmente responsabili e innovativi; 
• la Comunicazione COM(2010)2020 della  Commissione  europea  "Europa
2020. Una strategia per  una  crescita  intelligente,  sostenibile  e
inclusiva"; 
• la Comunicazione COM(2011)571, della Commissione"'Tabella di marcia
verso un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse". 
 
In relazione al ruolo assegnato al GPP,  la  Commissione  europea  ha
istituito un "Advisory Group" che segue l'evoluzione delle  strategie
europee sul tema e la definizione delle proposte di  criteri  europei
per il GPP (il cosiddetto Toolkit). 
Va, inoltre,  sottolineato  che  con  la  Comunicazione  COM(2011)896
"Proposta di direttiva sugli appalti pubblici" del 20  dicembre  2011
la Commissione europea ha attivato  il  percorso  per  aggiornare  le
direttive 17 e 18 del 2004 sugli appalti pubblici, anche in vista  di
rafforzare il ruolo degli appalti pubblici a  sostegno  di  obiettivi
strategici di innovazione, di tutela  ambientale  e  sociale.  A  tal
proposito,  la  novita'  principale  riguarda  la  sostituzione   del
criterio di aggiudicazione al "prezzo  piu'  basso"  con  quello  del
"costo piu' basso" che offre la possibilita' di valutare  le  offerte
considerando, insieme al prezzo di acquisto, i costi, anche  relativi
alle esternalita' ambientali, connessi al ciclo di vita  dell'oggetto
dell'appalto ("Life Cycle Costing"). 
A  livello  nazionale  debbono  inoltre  essere   menzionati   alcuni
provvedimenti normativi che impongono pratiche di  appalti  verdi  ed
accompagnano e rafforzano le indicazioni derivanti dal  PAN  GPP.  In
particolare: 
 
• il D.P.R. 5 ottobre 2010  n.  207  "Regolamento  di  esecuzione  ed
attuazione del decreto legislativo 12 aprile  2006  n.  163,  recante
«Codice  dei  contratti  pubblici  relativi  a  lavori,   servizi   e
forniture" agli artt. 120 e 138; 
• il D. Lgs. 29 Dicembre  2006,  n.311  "Disposizioni  correttive  ed
integrative al decreto legislativo 19 agosto 2005,  n.  192,  recante
attuazione  della  direttiva  2002/91/CE,  relativa   al   rendimento
energetico  nell'edilizia"  e  il   Regolamento   244/2012/UE   sulla
prestazione energetica degli edifici; 
• il Decreto Legislativo 30 maggio 2008,  n.  115  "Attuazione  della
direttiva  2006/32/CE  relativa  all'efficienza  degli   usi   finali
dell'energia e i servizi energetici, art. 13 e art. 14; 
• il D.lgs. 3 marzo 2011 n. 24 "Attuazione direttiva sulla promozione
di veicoli a ridotto impatto ambientale e a basso consumo  energetico
nel trasporto su strada". 
 
Alla luce delle indicazioni  della  strategia  "Europa  2020"  e,  in
particolare, agli obiettivi contenuti nella COM(2011)571 "Tabella  di
marcia verso un'Europa efficiente  nell'impiego  delle  risorse",  si
confermano gli obiettivi ambientali strategici del punto 3.5 del  PAN
GPP adottato con D.I. 11 aprile 2008, relativi a: 
 
• Efficienza e  risparmio  nell'uso  delle  risorse,  in  particolare
dell'energia e conseguente riduzione delle emissioni di CO2; 
• Riduzione dell'uso di sostanze pericolose; 
• Riduzione quantitativa dei rifiuti prodotti. 
 
Nella citata Comunicazione  COM  (2011)571  si  sottolinea  come  sia
necessario moltiplicare  l'efficienza  di  10  volte  nell'uso  delle
risorse  al  2050  rispetto  ai  livelli  attuali  e  conseguire  una
rilevantissima riduzione  delle  principali  emissioni.  Ad  esempio,
l'obiettivo al 2050 di riduzione delle emissioni di CO,  ivi  fissato
e' pari all'80; al 95%  se  le  condizioni  saranno  favorevoli.  Per
conseguire questi ambiziosi traguardi, la Commissione europea segnala
l'esigenza di ottenere precisi risultati gia' nel 2020. 
In considerazione dell'elevato livello di ambizione  degli  obiettivi
ambientali europei e' necessario far in modo che lo strumento del GPP
assuma il ruolo da protagonista che l'Unione Europea vi  attribuisce.
La medesima Comunicazione  COM(2011)571  cita  come  primo  strumento
operativo il GPP: "Per  promuovere  ulteriormente  il  consumo  e  la
produzione sostenibili, la Commissione intende: rendere piu' rigorose
le  prescrizioni  degli  "Appalti  pubblici  verdi"   (Green   public
procurement - GPP) per i prodotti che  hanno  un  impatto  ambientale
significativo; valutare dove gli appalti  pubblici  verdi  potrebbero
essere collegati a progetti finanziati  dall'UE;  promuovere  appalti
congiunti e reti di funzionari responsabili  di  appalti  pubblici  a
sostegno dei GPP (nel 2012)". 
 
3. Le modifiche al Piano d'azione per  la  sostenibilita'  ambientale
dei consumi della pubblica amministrazione adottato  con  il  decreto
interministeriale del 11 aprile 2008. 
 
  3.1 Gli obiettivi della revisione 
 
  Nell'ambito delle attivita' del Piano  d'azione  approvato  con  il
  D.1. 11 aprile 2008, sono stati adottati Criteri Ambientali  minimi
  relativi  a  diverse  categorie  d'appalto1  e  si  sta  procedendo
  all'attivita' di definizione dei CAM sulle  rimanenti  categorie  e
  all'aggiornamento di alcuni CAM adottati. 
  L'adozione dei CAM, pur non dispiegando ancora in pieno le  proprie
  potenzialita', ha indotto dei cambiamenti nell'attenzione  e  nelle
  iniziative  di  importanti  soggetti,  anche  privati,  che   hanno
  cominciato  a  considerare  la  valenza  del  GPP,  non  solo  come
  strumento per la riduzione degli impatti ambientali ma  anche  come
  strumento di competizione economica, utile a migliorare la  propria
  immagine sul mercato oltre che le proprie prestazioni complessive. 
  Alla luce dei risultati raggiunti e' opportuno, quindi,  rafforzare
  l'impostazione generale del PAN GPP adottato nel  2008,  prevedendo
  delle modifiche ad alcuni aspetti operativi. 
  Gli obiettivi principali a cui mira la presente revisione  del  PAN
  riguardano: 
 
  • il rafforzamento del ruolo delle associazioni di categoria  degli
  operatori economici nel processo di diffusione e promozione dei CAM
  presso gli associati, oltre che nel  processo  di  definizione  dei
  CAM; 
  • il maggiore coinvolgimento delle Centrali di corrunittenza  nella
  predisposizione e nell'adozione dei CAM nelle proprie iniziative di
  gara; 
  • una migliore divulgazione  dei  CAM  verso  i  grandi  enti  (es.
  Universita', CNR, ENEA, ISPRA..) 
  • un maggiore supporto alle stazioni appaltanti per  l'integrazione
  degli aspetti sociali,  specie  sulle  categorie  di  appalto  piu'
  soggette al rischio di lesione dei diritti dei lavoratori; 
  •  l'aggiornamento  e  il  perfezionamento   delle   attivita'   di
  monitoraggio sin'ora svolte; 
  • la promozione dell'uso di strumenti di analisi e valutazione  del
  costo dei prodotti lungo il ciclo di vita; 
  • il maggiore coinvolgimento degli  operatori  economici  nazionali
  nel processo di definizione  delle  proposte  europee  dei  criteri
  ambientali per gli appalti verdi del toolkit; 
  • la promozione della conoscenza dei sistemi di  eco-etichettatura,
  in particolare dell'Ecolabel Europeo, presso i consumatori  privati
  e pubblici. 
    

1 Cfr. Il sito: http://www.minambiente.it/
menu/menu_ministero/Criteri_Ambientali_Minimi.html

    
 
  3.2 Le categorie di prodotti o servizi 
 
  Al momento sono state,  sino  ad  oggi,  individuate  11  categorie
  d'appalto oggetto del PAN, coerenti con quelle  indicate  nell'art.
  1,  comma  1127,  della  Legge  n.  296  del   27   dicembre   2006
  "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e  pluriennale
  dello Stato" (legge finanziaria 2007)2 . Tali categorie  dovrebbero
  essere  ampliate,  anche  tenendo  conto  del  piano  di  attivita'
  relativo allo sviluppo dei Criteri GPP europei (quali, ad  esempio,
  attrezzature  elettromedicali  e  prodotti  utilizzati  in   ambito
  sanitario)3 . 
 
 -------- 
  2 Arredi (mobili per ufficio, arredi scolastici,  arredi  per  sale
 archiviazione   e   sale   lettura);   Edilizia    (costruzioni    e
 ristrutturazioni di edifici con particolare attenzione ai  materiali
 da costruzione, costruzione e manutenzione delle  strade);  Gestione
 dei rifiuti; Servizi urbani e  al  territorio  (gestione  del  verde
 pubblico,  arredo  urbano);   Servizi   energetici   (illuminazione,
 riscaldamento e raffrescamento degli edifici, illuminazione pubblica
 e segnaletica luminosa);  Elettronica  (attrezzature  elettriche  ed
 elettroniche d'ufficio e relativi materiali di consumo, apparati  di
 telecomunicazione); Prodotti tessili e calzature; Cancelleria (carta
 e materiali di consumo); Ristorazione (servizio  mensa  e  forniture
 alimenti); Servizi di gestione degli edifici (servizi di  pulizia  e
 materiali per l'igiene); Trasporti (mezzi e  servizi  di  trasporto,
 sistemi di mobilita' sostenibile. 
 
    

3 Per maggiori informazioni si consulti il sito:
http://ec.europa.eu/environment/gpp/gpp_criteria_wp.htm.

    
 
4.  Le  prescrizioni  tecniche,  le   procedure   e   gli   obiettivi
quantitativi e del Piano d'azione 
 
  4.1 Gli appalti verdi: i "Criteri ambientali minimi" 
 
  I  "Criteri  Ambientali  Minimi"  rappresentano  le  "misure  volte
  all'integrazione delle esigenze di sostenibilita' ambientale  nelle
  procedure  d'acquisto  di  beni  e  servizi  delle  amministrazioni
  competenti' previste al comma 1126 dell'articolo 1 della  legge  27
  dicembre 2006 n.296. 
  Come gia' indicato nel PAN GPP, i "Criteri Ambientali  Minimi"  per
  le  diverse  tipologie  di  prodotto  o   servizio   che   ricadono
  nell'ambito delle categorie individuate al comma  1127  del  citato
  articolo 1 della L. 296/2006, sono adottati  con  appositi  decreti
  emanati dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e
  del Mare. 
  I CAM sono le "indicazioni tecniche" del PAN GPP, che consistono in
  indicazioni specifiche di natura ambientale  e,  quando  possibile,
  etico-sociale, collegate  a  diverse  fasi  che  caratterizzano  le
  procedure di gara: la  definizione  dell'oggetto  dell'appalto;  la
  selezione dei  candidati  laddove  sia  opportuno  selezionare  gli
  offerenti  in  base  alla  loro  capacita'  tecnica  di  assicurare
  migliori prestazioni ambientali durante l'esecuzione del contratto;
  la definizione delle specifiche tecniche; i criteri premianti con i
  quali valutare le  offerte  che  offrono  prestazioni  o  soluzioni
  tecniche piu' avanzate rispetto alle caratteristiche  definite  nel
  capitolato d'appalto; la definizione delle condizioni di esecuzione
  dell'appalto/clausole contrattuali. I CAM, inoltre includono alcune
  indicazioni generali volte alla razionalizzazione di acquisti e dei
  consumi e gli obiettivi settoriali da raggiungere. 
  I CAM sono applicabili nelle procedure d'appalto sopra e  sotto  la
  soglia di rilievo comunitario  delle  categorie  d'appalto  cui  si
  riferiscono. 
  Tali  criteri  ambientali  si  definiscono   in   quanto,   devono,
  tendenzialmente, permettere di' dare un'indicazione  omogenea  agli
  operatori economici in modo da garantire, da un  lato,  un'adeguata
  risposta da  parte  del  mercato  alle  richieste  formulate  dalla
  pubblica  amministrazione  e,  dall'altro,   di   rispondere   agli
  obiettivi  ambientali  che  la  Pubblica  Amministrazione   intende
  raggiungere tramite. gli appalti pubblici. 
  Pertanto, tenuto conto di quanto detto, le stazioni appaltanti  che
  vogliono qualificare come "verde" la propria gara d'appalto  devono
  recepire almeno le indicazioni contenute nelle  sezioni  specifiche
  tecniche, clausole contrattuali/condizioni di esecuzione, selezione
  dei candidati, salvo diverse o ulteriori indicazioni contenute  nel
  paragrafo 2 "Oggetto e struttura del documento" dell'allegato  allo
  specifico decreto di adozione  dcl  Ministro  dell'Ambiente,  della
  Tutela del Territorio e del Mare. 
  A  tal  senso  si  sottolinea  che  i  Criteri  Ambientali   Minimi
  individuati in  termini  di  specifiche  tecniche  dovranno  essere
  considerati il quadro di riferimento  per  le  stazioni  appaltanti
  che, nel definire le specifiche tecniche di un capitolato  d'oneri,
  cosi' come recita la relativa disposizione normativa del codice dei
  contratti pubblici, sono chiamate "Ogniqualvolta sia  possibile,  a
  definirle in modo da tenere conto dei criteri di accessibilita' per
  i soggetti disabili, di una progettazione adeguata  per  tutti  gli
  utenti,  della  tutela  ambientale".  Peraltro,   il   profilo   di
  applicazione delle specifiche tecniche dei CAM e' gia' stato in tal
  senso delineato dal legislatore, anche nell'art. 138  comma  3  del
  D.P.R.  5  ottobre  2010  n.  207  "Regolamento  di  esecuzione  ed
  attuazione del decreto legislativo 12 aprile 2006  n.  163  recante
  «Codice  dei  contratti  pubblici  relativi  a  lavori,  servizi  e
  forniture"4 . 
  Inoltre si  ricorda  inoltre  che,  nell'ambito  degli  appalti  di
  lavori,  l'art.  120  del  citato  D.P.R.  207/2010,  sull'"Offerta
  economicamente  piu'  vantaggiosa"  stabilisce  che,  "In  caso  di
  aggiudicazione con il  criterio  dell'offerta  economicamente  piu'
  vantaggiosa ..... al fine di attuare nella loro concreta  attivita'
  di committenza il principio di cui all'articolo  2,  comma  2,  del
  codice nonche' l'articolo 69 del  codice,  le  stazioni  appaltanti
  nella determinazione dei criteri di valutazione: "lett a) "ai  fini
  del  perseguimento  delle   esigenze   ambientali,   in   relazione
  all'articolo 83, comma 1, lettera e), del codice, si  attengono  ai
  criteri di  tutela  ambientale  di  cui  al  decreto  del  Ministro
  dell'ambiente e della tutela del territorio e del  mare  11  aprile
  2008, pubblicato nella Gazzetta  ufficiale  n.  107  dell'8  maggio
  2008, e successivi decreti attuativi". Dunque tale  norma  sancisce
  l'obbligo di tener conto del sei dei "criteri  premianti"  relative
  alle categorie di appalti di  lavori  previste  dal  PAN  (ad  oggi
  lavori di costruzione e di ristrutturazione di edifici,  lavori  di
  costruzione e manutenzione  delle  strade),  qualora  la  gara  sia
  aggiudicata  con  il  criterio  dell'offerta  economicamente   piu'
  vantaggiosa. 
  I criteri  individuati  dal  Piano  d'Azione  non  pregiudicano  la
  possibilita' di introdurre criteri piu'  avanzati  da  parte  delle
  stazioni appaltanti in grado di accedere ad  un'offerta  ambientale
  migliore. Per facilitare l'implementazione di ulteriori  criteri  o
  di performance ambientali piu' avanzate, sono elaborate indicazioni
  specifiche  per  ciascun  settore  d'intervento,   indicate   nella
  relazione d'accompagnamento ai CAM. Altresi' la stazione appaltante
  potra'  inserire  come  "specifiche  tecniche"  o  come   "clausole
  contrattuali"  uno  o  piu'  "criteri  premianti"  individuati  dai
  decreti di adozione dei  CAM,  previa  analisi  di  mercato  e  nel
  rispetto delle indicazioni del codice dei contratti pubblici. 
  Sulla base dei profili innovativi  individuati  nella  proposta  di
  revisione delle direttive appalti n. 18/2004 e 17/2004, di cui alla
  COM(2011) 896 "Proposta di Direttiva del Parlamento e del Consiglio
  sugli  appalti  pubblici"  del  20  dicembre  2011   e   successivi
  emendamenti, ove opportuno verra' definita una metodologia di  Life
  Cycle Costing affinche' possa essere sfruttata la  possibilita'  di
  aggiudicare gli appalti tenendo conto non solo del  "prezzo"  quale
  corrispettivo del bene/servizio o lavoro da affidare, ma dei  costi
  considerati nell'arco del ciclo di vita dell'oggetto  dell'appalto,
  includendo dunque sia i costi interni, compresi  i  costi  relativi
  all'acquisizione (ad esempio costi di produzione), all'uso (come il
  consumo di energia, i costi' di manutenzione) e al fine vita,  come
  i costi di' raccolta  e  di  riciclaggio  che  i  costi  ambientali
  esterni direttamente legati al ciclo di vita, trasformati in valore
  monetario (quali i costi delle emissioni di gas ad effetto serra  e
  di  altre  sostanze  inquinanti,   nonche'   altri   costi   legati
  all'attenuazione dei cambiamenti climatici). 
  Questa nuova opportunita', oltre a consentire una valutazione  piu'
  completa e dunque piu' corretta dell'effettivo esborso  finanziario
  che sostiene la Pubblica Amministrazione, perche' considera  sia  i
  costi direttamente sostenuti che quelli che vengono  trasferiti  su
  altri centri di spesa della Pubblica Amministrazione  e  graveranno
  sui bilanci futuri, conferisce una prospettiva del tutto nuova alle
  stazioni appaltanti che inverte la  tendenza  della  riduzione  dei
  corrispettivi  resi  alle  imprese.  Va  considerato  infatti   che
  l'importo a base d'asta e' determinato in base al minor  prezzo  di
  mercato5  e  la  sistematizzazione  del  maggior   peso   conferito
  all'elemento prezzo per l'aggiudicazione  dei  contratti  pubblici,
  condiziona al ribasso gli  importi  a  base  d'asta  delle  gare  a
  venire, assottiglia in misura via via maggiore i margini di  ricavo
  per le imprese  e  le  induce  alla  compressione  dei'  costi  con
  ripercussioni negative in termini  di  possibilita'  espansive  sia
  negli investimenti, che nelle condizioni e nel numero di occupati e
  nei  relativi  salari  con  ripercussioni  negative   sul   tessuto
  economico e sociale. L'aggiudicazione che  tiene  conto  dei  costi
  totali consente una  riparametrazione  del  valore  della  qualita'
  ambientale e dell'innovazione, che possono assumere un  ruolo  piu'
  incisivo nelle commesse pubbliche. 
  E' opportuno riconoscere un prezzo equo  alle  commesse  pubbliche,
  che dia  opportunita'  di  qualificazioni  e  investimenti  per  le
  imprese, nel quadro di una tracciabilita' finanziaria efficace  che
  consenta  di  rendere  trasparenti  le  allocazioni  delle  risorse
  finanziarie pubbliche che confluiscono alle imprese. 
 
 -------- 
  4 L'art. 138 del D.P.R. 207/2010, "Contenuto dei capitolati  e  dei
 contratti", comma 3 stabilisce infatti che "Al fine di attuare nella
 loro  concreta  attivita'  di  committenza  il  principio   di   cui
 all'articolo 2, comma  2,  del  codice  nonche'  l'articolo  69  del
 codice, le stazioni appaltanti nella definizione dei  contenuti  del
 capitolato e dei contratti:  a)  ai  fini  del  perseguimento  delle
 esigenze   ambieniali,   tengono   in   considerazione,   ai   sensi
 dell'articolo 68 del codice, ove  possibile,  i  criteri  di  tulela
 ambientale di cui al decreto  del  Ministro  dell'ambiente  e  della
 tutela del terrilotio e del mare 11 aprile  2008,  pubblicato  nella
 Gazzetta ufficiale n. 107 dell'8 maggio 2008, e  successivi  decreti
 attuativi. 
 
 -------- 
  5 Art. 89, comma 1, del D.Lgs. 163/2006. 
 
 
  4.2 Gli appalti "sostenibili": i criteri sociali. 
 
  Il Piano d'azione si pone l'obiettivo di  fornire  degli  strumenti
  operativi utili a favorire l'uso strategico degli appalti pubblici,
  anche sotto il profilo di tutela sociale, per facilitare un miglior
  uso dei contratti d'appalto a sostegno delle politiche  dell'Unione
  Europea che nella strategia Europa  2020  si  pone  l'obiettivo  di
  realizzare    una    "crescita    intelligente,    sostenibile    e
  inclusiva"(COM(2010)2020), 
  In linea con le indicazioni  contenute  nel  punto  1.1  del  Piano
  d'azione allegato al D.I. 11 aprile 2008, si intendono diffondere e
  supportare le pratiche di "appalti sostenibili". 
  Con DM 6 giugno 2012 (G.U. n. 159 del  10  luglio  2012)  e'  stata
  formalmente approvata la "Guida per  l'integrazione  degli  aspetti
  sociali negli appalti pubblici" finalizzata a garantire  un  lavoro
  dignitoso nelle catene di fornitura della Pubblica Amministrazione,
  che delinea un approccio sperimentato da pubbliche  amministrazioni
  nord  europee  e  da   pubbliche   amministrazioni   nazionali6   ,
  finalizzato  a  verificare  il  rispetto  delle  otto   Convenzioni
  fondamentali dell'ILO e delle Convenzioni ILO che fanno riferimento
  al concetto di lavoro dignitoso nelle  catene  di  fornitura  delle
  commesse pubbliche. 
  L'applicazione di questo  approccio,  consentira',  tanto  piu'  e'
  diffuso, di: 
 
  • migliorare le condizioni  di  lavoro  ove  si  riscontrano  gravi
  violazioni dei diritti umani e pessime condizioni di lavoro; 
  •  ridurre  il  dumping  sociale  che  determina  una  perdita   di
  competitivita'   dei   sistemi   economici   piu'   avanzati    nel
  riconoscimento dei diritti dei lavoratori a causa della concorrenza
  sleale da parte  dei  sistemi  economici  caratterizzati  da  basse
  protezioni dei lavoratori; 
  • far emergere le situazioni critiche, penalizzando le imprese  che
  agiscono in dispregio dei diritti basilari e  determinanti  per  la
  dignita' umana, la tutela e la sicurezza sociale del lavoratore; 
  •  dare  la  possibilita'  alle  stazioni  appaltanti  di   evitare
  l'approvvigionamento di beni prodotti in violazione di tali diritti
  dei lavoratori; 
  •  far  si  che  tramite  gli  appalti  pubblici   possano   essere
  valorizzate le imprese. virtuose sopportando  la  diffusione  delle
  etichette che garantiscono il rispetto di tali fondamentali aspetti
  etici. 
 
  Tale guida, puo' essere utilizzata in  diverse  categorie  previste
  dal piano d'azione, in  particolare  quelle  piu'  soggette  a  tal
  genere di rischi quali, ad esempio, i prodotti tessili, i  prodotti
  agricoli, i prodotti che, in generale, hanno  una  filiera  che  si
  sviluppa  anche  presso  localita'  caratterizzate  da   condizioni
  economico-sociali particolarmente depresse. 
  Si tenga conto  che  le  etichette  di  Tipo  I,  quali  l'Ecolabel
  Europeo, hanno gia' iniziato a considerare le condizioni di  lavoro
  lungo le catene di approvvigionamento. La diffusione di pratiche di
  appalti sostenibili supporta la  diffusione  di  tali  etichette  e
  consente di creare le sinergie  attese  di  tali  strumenti7  .  La
  diffusione di tali etichette, reciprocamente, facilita la  verifica
  della conformita' delle  forniture  al  criterio  sociale  indicato
  nella Guida. 
  A supporto della diffusione di  pratiche  di  appalti  sostenibili,
  nelle  relazioni  d'accompagnamento  dei  CAM  e'   inserito,   ove
  opportuno, un capitolo  dedicato  ad  aspetti  sociali  su  profili
  critici della categoria di appalti di  cui  e'  oggetto,  ulteriori
  rispetto alle finalita' di verifica  del  rispetto  di  determinate
  condizioni di lavoro nelle catene di fornitura. 
  Tali considerazioni  sociali  possono  riguardare  opportunita'  di
  occupazione, lavoro dignitoso, conformita' con i diritti sociali  e
  lavorativi,  inclusione  sociale  (inclusione  delle  persone   con
  disabilita' o  dei  lavoratori  svantaggiati),  pari  opportunita',
  accessibilita', progettazione per tutti, considerazione dei criteri
  di sostenibilita' tra cui gli aspetti  legati  al  commercio  etico
  ecc. L'introduzione dei soli aspetti sociali, uno o piu' di  quelli
  sopra elencati a titolo esemplificativo, consente  di  definire  le
  pratiche d'appalto "socialmente responsabili"8 . 
  In tale contesto, si promuove,  l'introduzione,  nei  documenti  di
  gara specie per contratti di durata superiore ai tre anni,  di  una
  clausola contrattuale che preveda la richiesta  agli  aggiudicatari
  dell'appalto di assumere una quota di lavoratori svantaggiati cosi'
  come definiti dal  Regolamento  CE  n.  800/2008,  privilegiando  i
  lavoratori inoccupati da lungo periodo e i  giovani  in  attesa  di
  prima occupazione. 
  La  possibilita'  di  estendere  l'utilizzo  delle   considerazioni
  sociali anche  in  fasi  diverse  della  gara  d'appalto  (esempio:
  specifiche tecniche) sara' valutata in  relazione  delle  modifiche
  normative che interverranno in sede di  revisione  delle  direttive
  europee sugli appalti. 
  Le considerazioni etico sociali sviluppate nell'ambito  dei  lavori
  di definizione dei CAM, potranno essere introdotte direttamente nei
  prossimi documenti "Criteri ambientali minimi". 
 
 -------- 
  6  Tra  le  principali  esperienze  applicative  delle  indicazioni
 contenute nella Guida, si menzionano l'Agenzia delle  Entrate  e  la
 centrale di committenza della Regione Lombardia. 
 
 -------- 
  7 Cfr. l'art. 6, comma c lett.c) dcl Regolamento  66/2010  relativo
 al marchio di qualita' ecologica dell'Unione europea  (Ecolabel  UE)
 che include la possibilita' di far riferimento  alle  convenzioni  e
 agli accordi internazionali dell'ILO), cfr. la Decisione 2011/331/EU
 sui criteri ecologici Ecolabel per le sorgenti luminose, che  ha  un
 criterio sulla responsabilita' sociale "Il  titolare  della  licenza
 deve garantire che durante la  produzione  delle  sorgenti  luminose
 sono rispettate le convenzioni ILO relative al lavoro  minorile,  al
 lavoro forzato, alla salute e alla sicurezza, alla  discriminazione,
 alla disciplina, alle ore di lavoro, ai  salari,  alla  liberta'  di
 associazione e alla contrattazione collettiva", cfr. il Blauer Engel
 che ha  introdotto  criteri  etici  per  i  prodotti  tessili  e  le
 calzature e i lavori del JRC sulla definizione dei Criteri  Ecolabel
 in corso 
 
 -------- 
  8 Cfr, la definizione della  Commissione  Europea  contenuta  nella
 linea guida della Commissione Europea "Acquisti sociali.  Una  guida
 alla considerazione degli aspetti sociali negli appalti pubblici". 
 
 
4.3 La procedura per la definizione dei CAM 
 
Il   Ministero   dell'Ambiente,   nell'ambito   delle   funzioni   di
coordinamento svolte in seno al Comitato di Gestione (punto 6.1),  in
condivisione con i componenti del medesimo Comitato, redige un  piano
di lavoro annuale per la definizione o  l'aggiornamento  dei  Criteri
Ambientali Minimi, accoglie le candidature e  indica  i  responsabili
del coordinamento dei gruppi di lavoro  incaricati  di  elaborare  la
proposta di Criteri Ambientali Minimi nell'ambito della  procedura  e
delle modalita' sotto individuate. 
 
Fasi di definizione dei CAM 
 
Fase 1. Istituzione del Gruppo di lavoro. 
 
L'elaborazione della proposta di CANI avviene nell'ambito di appositi
gruppi di lavoro, organizzati dal coordinatore del gruppo  di  lavoro
ed istituiti dal MATTM. 
I coordinatori dei gruppi di lavoro, qualora non  siano  esperti  del
MATTM, operano condividendo ogni fase relativa alla  definizione  dei
CANI con un referente del MATTM. 
Nei gdl devono essere coinvolti: 
 
• rappresentanti delle  Associazioni  di  categoria  degli  operatori
economici dei settori di riferimento del prodotto, servizio o  lavoro
oggetto dei "criteri ambientali minimi" allo scopo di  effettuare  le
analisi di mercato ed avere  un  riscontro  sui  profili  tecnici  di
competenza; 
• esperti della categoria oggetto del CAM  (per  esempio  esperti  di
gare d'appalto della Consip ed eventualmente  di  altre  Centrali  di
committenza, esperti di normativa settoriale, di elementi tecnici, di
verifiche  sugli  aspetti  quali  quantitativi  del  ciclo  di   vita
ambientale del prodotto  o  del  servizio/lavoro,  oggetto  del  CAM,
esperti di aspetti sociali sui profili critici o valorizzabili  della
categoria di  riferimento  ecc.,  esperti  provenienti  da  enti  di'
ricerca, universita', agenzie ambientali). 
 
Nel caso  si  renda  necessario  approfondire  profili  tecnici  piu'
puntuali, possono attivarsi confronti specifici  con  altri  esperti,
anche senza che siano inclusi nel gdl. Gli  scambi  documentali,  dei
contributi e delle osservazioni utili ai confronti sul documento e  i
confronti stessi devono,  per  quanto  possibile,  avvenire  per  via
telematica, al fine di evitare impatti ambientali, costi e sprechi di
risorse. 
 
Fase 2. Elaborazione del documento "Proposta di CAM" 
 
Il coordinatore del gdl ha il compito di elaborare una prima versione
della proposta di CANI tenendo conto, in particolare: 
 
• dei criteri per l'assegnazione del marchio  di  qualita'  ecologica
Ecolabel  europeo  nell'ambito   della   definizione   dei'   Criteri
Ambientali Minimi sulle forniture di prodotti o sugli affidamenti  di
servizi e lavori in cui trovano impiego prodotti oggetto  di  criteri
Ecolabel 
• di altre etichette ambientali ISO di tipo I ove ampiamente  diffuse
nel mercato comunitario; 
• dei "core" e dei  "comprensive  criteria"  pertinenti  del  Toolkit
Europeo sul GPP; 
• di norme tecniche internazionali riconosciute; 
•  ove  esistenti,  metodologie  di   LCC   individuate   a   livello
comunitario; 
• della diffusione delle certificazioni  ambientali  sul  mercato  di
riferimento. 
 
Il documento redatto sulla base  di  tali  "fonti  conoscitive"  deve
essere portato al confronto con il gdl e revisionato, in condivisione
con i tecnici del IMATIM, alla luce delle osservazioni  e  contributi
tecnici presentati dai componenti del  gdl.  La  proposta  definitiva
licenziata dal gdl viene acquisita dal MATTM. 
 
Fase 3. Adozione dei' Criteri ambientali minimi 
 
La proposta di CAM viene sottoposta  al  confronto  nel  Comitato  di
Gestione. La proposta di' CAM,  alla  luce  dei  contributi  e  delle
osservazioni emerse dal  confronto,  viene  revisionata  al  fine  di
pervenire ad un documento che raccolga il massimo consenso possibile.
Tale documento viene trasmesso ai Ministri dello Sviluppo Economico e
dell'Economia  e  delle  Finanze  per  la   raccolta   di   eventuali
osservazioni. Dopo un congruo periodo di  attesa  delle  osservazioni
(in via ordinaria pari  a  30  giorni),  la  proposta  di  CAM  viene
sottoposta al Ministro dell'Ambiente della Tutela  del  Territorio  e
del Mare in allegato al decreto di adozione. 
 
  4.4 I criteri europei. Rapporto tra CAM e criteri europei 
 
  Al fine  di  garantire  una  maggiore  partecipazione  delle  parti
  interessate degli Stati membri  al  processo  di  definizione  dei'
  criteri di GPP europei e al fine di rafforzare le  sinergie  fra  i
  vari strumenti di SCP orientati al prodotto, e' stata stabilita una
  nuova procedura. 
  Il Joint Research Centre's Institute for Prospective  Technological
  Studies (JRC-IPTS) della Commissione europea, coordina la procedura
  di definizione dei criteri europei, sulla base di un calendario  di
  priorita' annuale, adottato in consultazione con  il  GPP  Advisory
  Group (GPP AG), costituito dai referenti istituzionali in  materia9
  . 
  Il  processo  di  definizione  dei  criteri  europei   prevede   la
  possibilita',  per  le  parti  interessate,  quali  gli   operatori
  economici,  di  formulare  osservazioni  sulle  diverse   fasi   di
  definizione delle  proposte  di  criteri  europei  elaborate  dalla
  stessa JRC. 
  Si invitano dunque le  parti  interessate  che  operano  a  livello
  nazionale,  in  particolare  le  associazioni   di   categoria,   a
  partecipare direttamente al processo  di  costruzione  dei  criteri
  europei, sia presenziando ai momenti  di  confronto  periodicamente
  organizzati, sia  inviando  contributi  per  via  telematica  nelle
  modalita' individuate dal JRC, in modo  che  le  istanze  nazionali
  possano essere efficacemente rappresentate in sede europea. Al fine
  di rafforzare la posizione nazionale in sede europea, e'  opportuno
  che i contributi riportati in sede europea da  parte  dei  soggetti
  interessati, utili anche alla definizione  dei  Criteri  Ambientali
  Minimi, vengano  trasmessi  per  via  telematica  anche  al  MAITM,
  referente istituzionale nazionale dell'AG (Advisory Group). 
 
 -------- 
  9 Tale Advisory Group e' un organismo con funzioni consultive della
 Commissione Europea in materia di politiche generali su GPP e per lo
 sviluppo dei criteri GPP europei. Tale organismo e' composto  da  un
 rappresentante  per  stato  membro  e   di   cinque   rappresentanti
 provenienti da altri portatori di interessi (per  esempio:  societa'
 civile, industria, piccole e medie imprese, amministrazioni  locali,
 etc.) 
 
 
4.5 Obiettivo nazionale 
 
L'obiettivo nazionale e' quello di  raggiungere  entro  il  2014,  un
livello di "appalti verdi", ovvero di  appalti  conformi  ai  Criteri
Ambientali Minimi, non inferiore al 50%,  sul  totale  degli  appalti
stipulati per ciascuna  categoria  di  affidamenti  e  forniture.  La
percentuale e' considerata sia sulla base del numero che  del  valore
totale degli stessi. Obiettivi quantitativi  specifici  piu'  elevati
per gli anni successivi o nelle categorie di' settori  ambientalmente
piu' maturi, sono stabiliti nei decreti ministeriali di adozione  dei
Criteri Ambientali Minimi. 
Come detto, la  conformita'  ai  Criteri  Ambientali  Minimi  risulta
rispettata se e' conforme alle indicazioni  contenute  nel  paragrafo
dei Criteri Ambientali Minimi relativo all' "Oggetto e struttura  del
documento", dei singoli CAM, come meglio  specificato  nel  paragrafo
4.1 del presente documento. 
Al  fine  del  conseguimento  degli  obiettivi   quantitativi   sara'
necessario garantire che: 
 
   a)  i  criteri  ambientali  minimi,  quando  disponibili   e   ove
tecnicamente possibile, siano integrati da Consip e dalle Centrali di
committenza regionali; 
   b) almeno il 50% delle stazioni appaltanti adottino  procedure  di
acquisto conformi eti ambientali minimi. 
 
A tal proposito, le Centrali di committenza sono tenute a  comunicare
o rendere disponibile  al  coordinamento  del  Comitato  di  Gestione
GPP/IPP i programmi di attivita' annuali. 
Su base annuale, le Centrali di committenza sono  tenute  altresi'  a
comunicare l'avvenuta applicazione  dei  CAM  o  l'eventuale  mancata
applicazione e, in tale seconda ipotesi,  le  motivazioni  di  ordine
tecnico alla base di  tale  impedimento.  Tali  informazioni  saranno
utilizzate per la revisione dei Criteri ambientali minimi.  Il  ruolo
delle  Centrali  di  committenza  e'  essenziale  alla   luce   delle
disposizioni  contenute  nel  D.L.  7  maggio  2012  n.  52   recante
"Disposizioni urgenti per la razionalizzazione della spesa  pubblica"
convertito in legge, con modificazioni, dall'art. 1, comma  1,  L.  6
luglio 2012, n. 94. 
 
5. PRESCRIZIONI METODOLOGICHE PER GLI ENTI 
 
5.1 Indicazioni generali per tutti gli enti pubblici 
Tutti gli enti pubblici sono invitati ad adottare pratiche di GPP, in
modo da favorire gli approvvigionamenti di prodotti, servizi e lavori
meno dannosi per l'ambiente e per la salute umana. 
Al fine di far in modo che il GPP venga assunto  come  una  strategia
politica da implementare in maniera graduale  e  costante,  tutte  le
pubbliche amministrazioni di cui agli articoli 3 e  32  del  D.  Lgs.
163/2006 e principalmente: 
 
• le Centrali di committenza 
• le Amministrazioni centrali dello Stato (Presidenza  del  Consiglio
dei Ministri, Ministeri); 
•  gli  enti  pubblici  territoriali   (Regioni,   Province,   Citta'
metropolitane, Comuni, Comunita' Montane); 
• gli enti pubblici non economici, gli organismi di diritto  pubblico
e altri enti aggiudicatori quali: 
   - le Agenzie delle amministrazioni centrali dello  Stato  e  delle
Regioni (l'ISPRA, le ARPA); 
   - gli Enti parco Nazionali e Regionali; 
   - le universita', gli enti di  ricerca,  gli  istituti  scolastici
ogni ordine e grado; 
   - le ASL, le USL; 
   - i concessionari di pubblici servizi o lavori; 
   - gli enti, le societa' e le imprese  che  forniscono  servizi  di
trasporto al pubblico locale  per  mezzo  di  autobus  e  servizi  di
erogazione e gestione dell'energia elettrica e del calore; 
 
sono invitate a procedere come di seguito descritto: 
   A. Analisi preliminare: Ciascuna stazione appaltante  e'  invitata
ad  effettuare  un'analisi  preliminare   volta   a   valutare   come
razionalizzare i propri  fabbisogni  tenendo  in  considerazione  gli
obiettivi ambientali  strategici  del  PAN  GPP  (per  esempio  quali
forniture possono essere  dematerializzate,  quali  esigenze  possano
essere piu' efficacemente soddisfatte con  minor  carico  ambientale,
quali  procedure  e  quali  soluzioni  possono  essere  promosse   ed
intraprese per evitare sprechi di risorse naturali ed economiche). 
   B. Obiettivi: Ciascun ente e' invitato a mettere in atto le azioni
necessarie per conformarsi agli obiettivi e ai principi del PAN  GPP.
In particolare dovra' articolare un piano che  documenti  il  livello
d'applicazione e i propri obiettivi specifici. 
   C. Funzioni competenti: l'Ente e' altresi' invitato a: 
      - individuare le funzioni coinvolte  nel  processo  d'acquisto,
competenti per l'attuazione del PAN; 
      - individuare le modalita' di  raggiungimento  degli  obiettivi
stabiliti; 
      - garantire gli adeguati livelli di conoscenza e formazione  al
fine di svolgere le funzioni atte al raggiungimento  degli  obiettivi
di appalti verdi ed appalti ambientalmente preferibili. 
D.  Monitoraggio:  Ciascun  ente  e'   invitato   a   monitorare   il
raggiungimento degli obiettivi prefissati, ponendo in essere tutte le
azioni migliorative necessarie al  raggiungimento  degli  stessi.  Le
Amministrazioni centrali saranno invitate a  comunicare  i  contenuti
del Piano d'Azione alle proprie strutture centrali e periferiche. 
 
5.2 Prescrizioni particolari per le Regioni e gli enti locali 
 
Le Regioni sono invitate a includere gli appalti verdi e  sostenibili
nella normativa regionale e settoriale e a valutare l'opportunita' di
elaborare  un  piano  regionale  per  l'applicazione  del   PAN   GPP
comprendente attivita' di comunicazione e attivita' di formazione. 
Tale piano dovrebbe prevedere specifiche prescrizioni per incentivare
l'applicazione   dei   CAM,   per   esempio   meccanismi    premianti
relativamente  all'utilizzo  di  fondi  comunitari  o  stabilire  che
l'applicazione almeno dei criteri ambientali  minimi  sia  condizione
per accedere a finanziamenti. 
Particolare raccomandazione e' rivolta agli  enti  locali  registrati
EMAS,  in  possesso  di  Certificazione  ISO  14001  e/o  che   hanno
intrapreso un percorso di Agenda 21, al fine di conformare le proprie
politiche ed i propri programmi agli  obiettivi  posti  dal  presente
piano d'azione. 
 
6. La gestione del PAN GPP. 
 
6.1 Il Comitato di Gestione 
 
Affinche' siano garantite l'operativita' e il  confronto  piu'  ampio
possibile sulle attivita' del PAN, e' gia' in funzione, come previsto
dal PAN GPP adottato con il Decreto 11 aprile 2008,  un  Comitato  di
Gestione per l'attuazione del  Piano  d'azione  sulla  sostenibilita'
ambientale dei consumi nel settore della Pubblica  Amministrazione  e
per lo sviluppo della strategia nazionale  sulla  politica  integrata
dei prodotti ed un  "Tavolo  di  lavoro  Permanente"  costituito  dai
soggetti interessati. 
L'attuale Comitato di Gestione, nominato  con  Decreto  del  Ministro
dell'Ambiente,  e'  composto   dai   rappresentanti   del   Ministero
dell'Ambiente,  che  ne  e'  il  coordinatore,  dei  Ministeri  dello
Sviluppo Economico, dell'Economia e Finanze, delle Politiche agricole
e forestali, dalla Autorita' di' vigilanza  sui  Contratti  pubblici,
delle Regioni, delle strutture tecniche di riferimento costituite  da
CONSIP, ENEA, ISPRA, del sistema delle agenzie ambientali ARPA: 
Alla luce del  positivo  lavoro  svolto  da  tale  struttura,  se  ne
confermano e se ne specificano i compiti, che, in ambito del PAN  GPP
riguardano: 
 
• la  programmazione  delle  attivita'  di  definizione  dei  criteri
ambientali minimi, il coordinamento ed esecuzione  dell'attivita'  di
definizione delle Proposte di criteri ambientali minimi,  cosi'  come
descritto nel paragrafo 4.3 "Procedura  di  definizione  dei  Criteri
Ambientali Minimi" 
• la formulazione di eventuali proposte e l'attivazione di iniziative
per  favorire  il  raggiungimento  degli   obiettivi   ivi   previsti
(attivita' di comunicazione, divulgazione, formazione ecc.); 
• l'individuazione di soluzioni nel caso si presentino criticita'  in
sede attuativa; 
•  la  formulazione  di   proposte   per   il   perfezionamento   del
monitoraggio; 
• la formulazione  di  proposte  e/o  la  realizzazione  di  studi  o
ricerche su:  LCA,  LCC,  etichette  ambientali,  anche  di  filiera,
strumenti fiscali ed economici, metodologie per  la  valutazione  dei
benefici   ambientali   derivanti   dall'applicazione   dei   Criteri
Ambientali  minimi,  calcolo  degli  impatti  ambientali  risparmiati
grazie al PAN GPP. 
I rappresentanti delle Regioni, cori il contributo del MATTM e  degli
altri  componenti  del  Comitato  di  Gestione,  si  attiveranno  per
promuovere l'applicazione del PAN presso le altre Regioni secondo  le
indicazioni contenute nel PAN e alla luce delle  esperienze  positive
gia' messe in atto da alcune Regioni. 
 
6.2 I Tavoli di confronto 
 
Il PAN GPP approvato  nel  2008  prevedeva  il  funzionamento  di  un
"Tavolo di lavoro  Permanente",  costituito  dai  rappresentanti  dei
"soggetti interessati", con funzioni consultive. 
Alla luce dell'esperienza dei primi anni di applicazione del PAN  GPP
appare opportuno strutturare le consultazioni in maniera piu' mirata,
prevedendo, in luogo del "Tavolo di lavoro  Permanente",  momenti  di
confronto con i principali soggetti interessati  con  l'obiettivo  di
divulgare i CAM vigenti e migliorare l'informazione sui CAM in via di
adozione. 
Si prevede pertanto un "Tavolo  di  confronto  permanente",  dove  il
MATTM c  la  CONSIP  si  raffrontano  con  le  centrali  di  acquisto
regionali sui CAM prima  della  loro  adozione  e  per  esaminare  le
eventuali criticita' riscontrate in fase di applicazione. 
Si  prevedono  inoltre  tavoli  specifici   su   ciascuna   categoria
affrontata attivati con le associazioni di categoria di riferimento e
con le Agenzie  dell'Ambiente  (ISPRA,  ARPA,  APPA)  allo  scopo  di
garantire una piu' ampia e capillare  diffusione  delle  informazioni
sui CAM sia lato imprese che istituzioni pubbliche. 
 
6.3 Azioni di comunicazione e formazione 
 
La  principale  fonte  di  informazione  e  comunicazione  sul  Piano
d'azione per la sostenibilita' dei consumi nel settore della Pubblica
Amministrazione e sui "Criteri ambientali  minimi"  e'  il  sito  del
Ministero  dell'Ambiente  (www.minambiente.it)  che  ha  una  sezione
dedicata. 
In tale portale oltre alle informazioni relative al  Piano  d'azione,
e' consultabile la normativa che concerne gli  appalti  verdi,  parte
della normativa  e  degli  atti  di  indirizzo  comunitari,  altresi'
riguardanti piu' in generale  il  tema  della  Produzione  e  consumo
sostenibile, gli eventi e  le  iniziative  avviate  dal  Comitato  di
Gestione GPP/SCP anche in ambito produzione e consumo sostenibili. 
Il Ministero ha attivato una newsletter, specialmente  dedicata  alla
promozione e all'aggiornamento sui Criteri ambientali minimi e  cura,
annualmente, l'organizzazione di almeno un evento sul PAN GPP,  volto
anche a presentare le migliori pratiche e  i  prodotti/servizi/lavori
piu' innovativi, con annessi  workshop  di  approfondimento  tematico
inerenti i Settori prioritari di intervento. Il Ministero si  propone
altresi' di attivare delle  iniziative  di  promozione  e  diffusione
verso particolari soggetti (Universita', enti  di  Ricerca,  Sanita',
Forze Armate, ASL, ecc). 
Le Regioni e le Centrali di committenza sono invitate  a  contribuire
alle azioni di comunicazione sul PAN GPP  e  sui  criteri  ambientali
minimi attraverso i propri siti web. 
Per  promuovere  l'applicazione  dei  Criteri  Ambientali  Minimi  si
attiveranno altri strumenti, iniziative di comunicazione ed eventi di
formazione, anche in collaborazione con i'  soggetti  e  le  reti  di
autorita' locali che seguono il GPP, tra cui le  Agenzie  ambientali,
in  linea  coni  compiti  istituzionali  propri  di  diverse  agenzie
relativamente  alla  promozione  e  diffusione  degli  strumenti   di
certificazione ambientale di processo e di prodotto. 
Per quanto riguarda la formazione, il Ministero si  attivera'  con  i
soggetti referenti istituzionali e partecipera'  ove  possibile,  nei
limiti delle risorse umane a disposizione, ai seminari organizzati  a
livello territoriale. 
L'attivita' di formazione  sara'  svolta  nei  limiti  delle  risorse
esistenti e non comportera' nuovi e maggiori  oneri  per  le  finanze
dello Stato. 
 
  6.4 Il monitoraggio 
 
  A decorrere da  gennaio  2010  l'Autorita'  per  la  Vigilanza  sui
  contratti pubblici effettua un monitoraggio per verificare il grado
  di applicazione dei Criteri  Ambientali  Minimi  e  l'efficacia  in
  termini economici e di mercato del Piano,  al  fine  di  consentire
  anche  la  valutazione  degli  effetti  di  tipo  ambientale.  Tale
  monitoraggio e' volto a rilevare il numero e l'importo  di  appalti
  pubblici "verdi" (conformi ai CAM) rispetto al numero e  al  valore
  totali dei contratti stipulati nella categoria  di  riferimento  e,
  nei  contratti  di  fornitura,  il  numero  di   prodotti   "verdi"
  acquistati rispetto al totale. 
  La rilevazione e' finalizzata a stimare, sulla base di un  campione
  rappresentativo di contratti,  il  raggiungimento  degli  obiettivi
  quantitativi  previsti  dal  PAN   e   a   quantificare,   in   via
  approssimativa, i benefici ambientali diretti ottenuti, che saranno
  calcolati  sulla  base  di  indicatori  specifici  (ad  esempio  il
  risparmio in termini di CO2 emessa in  relazione  alla  spesa:  C02
  /Euro spesi). 
  Il monitoraggio, eseguito tramite un  apposito  sistema  telematico
  finalizzato  alla  raccolta  dei  dati  informativi  sui  contratti
  pubblici sul territorio  nazionale  gestito  dall'Osservatorio  sui
  contratti pubblici10  ,  verra'  perfezionato,  anche  al  fine  di
  razionalizzare i  compiti  dei  responsabili  dei  procedimenti  di
  acquisito che si avvalgono di convenzioni stipulate dalle  Centrali
  di committenza. 
  I risultati delle indagini annuali saranno  comunicati  anche  agli
  operatori economici. 
 
 -------- 
  10 Sito di accesso: https://appaltiverdi.avcp.it.