(Allegato)
 
                                                             Allegato 
                                                   (Art. 18, comma 1) 
 
                            «Appendice X 
 
 
          Metodo di riferimento per la misurazione dei COV 
 
Premessa 
  La  determinazione  degli  idrocarburi  volatili  leggeri  compresi
nell'intervallo C 2  -  C7  ,  degli  idrocarburi  volatili  compresi
nell'intervallo C6 - C14 e della formaldeide deve  essere  effettuata
come riportato di seguito: 
    Idrocarburi leggeri volatili compresi nell'intervallo C 2 - C7 : 
    campionamento  mediante  l'uso  di  contenitori   pressurizzabili
(canisters)  oppure  mediante  preconcentrazione  su   adsorbenti   a
temperatura sub-ambiente; 
    estrazione per mezzo di desorbimento termico; 
    analisi gascromatografica; 
    rivelazione e quantificazione per ionizzazione di fiamma; 
    Idrocarburi volatili compresi nell'intervallo C 6 - C14 : 
      prelievo  dall'atmosfera  mediante  arricchimento  su  trappola
adsorbente ovvero trasferimento in canisters; 
      trasferimento in capillare raffreddato (crioconcentrazione); 
      desorbimento termico; 
      analisi mediante GC capillare accoppiata alla spettrometria  di
massa o alla ionizzazione di fiamma; 
    Formaldeide: 
      arricchimento dall'aria su trappole  di  silice  ricoperta  con
2,4-dinitrofenilidrazina; 
      estrazione con solvente organico; 
      analisi  chimica  mediante  HPLC-UV  (il  metodo  consente   la
contemporanea misura di aldeidi e chetoni fino a C 6 ). 
1. Metodo di riferimento  per  il  campionamento  e  l'analisi  degli
  idrocarburi volatili leggeri appartenenti all'intervallo C 2 -C7 
1.1. Prelievo del campione 
  Ai  fini  del  presente  decreto,  per   il   campionamento   degli
idrocarburi volatili leggeri appartenenti all'intervallo C 2 C7  deve
essere utilizzato uno dei seguenti metodi di campionamento: 
    a) Metodi di campionamento off-line (che utilizzano  canisters  o
bombole pressurizzate; trappole adsorbenti); 
    b)  Metodi  di  campionamento  on-line   (comprendenti   trappole
adsorbenti collegate direttamente al gascromatografo). 
  Mentre le bombole pressurizzate (canisters) devono essere impiegate
per il campionamento spot dell'aria ai fini della determinazione  dei
COV (non e' necessario che lo strumento  analizzatore  sia  collocato
nel sito di misura), le trappole adsorbenti raffreddate e  alloggiate
nell'analizzatore  devono  essere  impiegate   per   la   misura   in
semi-continuo eseguita a intervalli di tempo regolari e frequenti. 
1.1.1. Contenitori di raccolta dell'aria campione (canisters) 
  Per il prelievo dell'aria  campione  si  devono  usare  contenitori
ermetici (canisters con volume interno compreso  tra  2  e  8  litri)
pressurizzabili fino a non meno di 10 atm. Essi devono essere  dotati
di rubinetto apri/chiudi, valvola per la  regolazione  del  flusso  e
misuratore di pressione. La scelta dei materiali deve essere eseguita
con grande cura: il recipiente deve  essere  in  metallo,  le  pareti
interne devono essere opportunamente trattate, in modo  da  passivare
la superficie metallica, ovvero renderla inerte ai COV e all'umidita'
mediante processi elettrochimici. 
  Prima della raccolta  del  campione,  pulire  il  canister  con  la
seguente procedura: svuotare il canister dell'aria residua producendo
il vuoto per aspirazione con una pompa da gas in condizioni di blando
riscaldamento (T = 40°C); quindi immettervi azoto iperpuro e produrre
di nuovo il  vuoto;  lavare  ancora  con  azoto  iperpuro  e  operare
definitivamente il vuoto. 
1.1.2. Controllo del «bianco» del contenitore 
  Un'aliquota dell'azoto di secondo lavaggio  del  contenitore  (vedi
sopra) deve essere sottoposta ad  analisi  allo  stesso  modo  di  un
campione reale di aria secondo la procedura appresso descritta. 
  La concentrazione dei COV che ne risulta  rappresenta  il  «bianco»
del sistema di prelievo ed analisi e fornisce,  per  sottrazione  del
«bianco della trappola» (vedi di seguito) il «bianco  del  canister»,
che deve risultare inferiore a  0.2µg/m³.  Qualora  tale  limite  sia
superato, il  contenitore  pressurizzato  deve  essere  ulteriormente
purificato  e  infine,   se   l'operazione   non   fornisce   effetto
apprezzabile, deve essere sostituito. 
1.1.3. Sistema pneumatico 
  Per il prelievo dell'aria campione devono essere  utilizzate  pompe
per aspirazione -  compressione  per  bassi  flussi  (2  -  5  l/min)
costruite o internamente rivestite  di  materiale  inerte,  prive  di
spurgo di olio (non lubrificate); tali pompe devono essere  in  grado
di operare a flusso costante (±2%) compensando la crescente impedenza
offerta dalla progressiva pressurizzazione del canister. 
  II sistema pneumatico deve essere accessoriato con: 
    regolatori-misuratori  di  flusso  di   massa   di   gas   aventi
accuratezza e precisione  (superiori  al  99%)  negli  intervalli  di
flusso operativi (50 - 300 ml/min) 
    misuratori - regolatori di pressione, per pressioni comprese  tra
0 e 7 atmosfere 
    rubinetti apri/chiudi a tenuta in materiale inerte. 
  Regolatori-misuratori di pressione e del flusso di massa sono posti
in linea con la pompa. La tenuta pneumatica dell'intero sistema  deve
essere verificata sperimentalmente. 
1.2. Operazione di prelievo 
  Il  canister  deve   essere   collegato   al   sistema   pneumatico
immediatamente prima del prelievo. Il prelievo dell'aria campione  e'
protratto per l'intervallo temporale  di  un'ora,  ad  un  flusso  di
aspirazione prefissato (50  -  300  ml/min)  affinche'  la  pressione
finale risulti non inferiore a 2 atmosfere. 
  Operando come sopra descritto il volume di aria campione  prelevato
e'  notevolmente  superiore  a  quello  necessario  per  l'analisi  e
permette di eseguire non meno di tre repliche, attraverso le quali si
puo' valutare la ripetitivita' della misura. Le analisi devono essere
eseguite entro e non oltre 15 giorni dal prelievo. 
1.3. Separazione gascromatografica 
1.3.1. Gascromatografo per colonne capillari 
  Il  gascromatografo,  atto  all'impiego   di   colonne   separative
capillari, deve essere dotato di  unita'  criogenica  per  operazioni
sub-ambiente (alimentata con anidride carbonica compressa oppure  con
azoto liquido) e del modulo di controllo di costanza del flusso (Mass
Flow Controller). 
1.3.2. Colonna capillare 
  Per i COV compresi nell'intervallo da 2 a 7 atomi di carbonio  sono
disponibili colonne capillari in  grado  di  separare  selettivamente
tutti i congeneri saturi  e  insaturi.  A  tal  fine,  devono  essere
utilizzate colonne separative  con  fase  stazionaria  costituita  da
ossido di alluminio poroso, drogato con KCl o Na 2 SO4 . Proprio  per
la natura molto polare della fase, le suddette colonne  non  sono  in
grado di eluire i composti polari i quali,  eventualmente  introdotti
in  colonna,  vi  rimangono  intrappolati  e  possono  anche   subire
decomposizione.  Le  stesse  colonne,  inoltre,  non  permettono   la
separazione  di  alcuni  idrocarburi  di  origine  naturale  quali  i
monoterpeni. 
1.3.3. Rivelazione, identificazione e quantificazione dei COV 
  La rivelazione dei COV (C 2 - C7 ) deve essere effettuata  mediante
ionizzazione  di  fiamma   (FID);   l'identificazione   deve   essere
realizzata in base ai tempi di ritenzione dei singoli componenti, per
confronto con miscele di standard, le quali devono essere  utilizzate
anche per la determinazione quantitativa. 
1.4. Caratteristiche strumentali necessarie per il  monitoraggio  dei
  COV C 2 - C7 atmosferici 
  L'analizzatore per il rilevamento automatico selettivo  e  continuo
degli  idrocarburi  nell'atmosfera  deve   comprendere   i   seguenti
elementi: 
    a) modulo di campionamento ed arricchimento; 
    b)  sistema  automatico  di  iniezione   (incluse   l'unita'   di
criofocalizzazione e termodesorbimento); 
    c) colonna analitica dedicata all'analisi specifica; 
    d) rivelatore a ionizzazione di fiamma (FID); 
    e) interfaccia di comunicazione seriale. 
  L'intero sistema  puo'  essere  reso  automatico  o  semiautomatico
grazie  alla  programmazione  da  computer  con  softwares  e  moduli
dedicati. 
1.4.1. Modalita' di funzionamento dello strumento 
  L'apparecchiatura deve essere equipaggiata con un'unita-pompa,  con
un autocampionatore dotato di trappola lineare a  piu'  carboni,  con
una colonna capillare gascromatografica specifica per gli idrocarburi
gassosi,    con    un    sistema    di    rivelazione.    A     monte
dell'autocampionatore, rispetto  alla  linea  di  gas,  e'  collocata
l'unita' di prelievo dei gas, equipaggiata di  controllo  elettronico
del flusso (mass flow controller). Il complesso  e'  gestito  tramite
computer da un software dedicato, responsabile anche  della  gestione
ed elaborazione dei  dati  analitici.  La  rivelazione  dei  composti
organici d'interesse deve essere realizzata tramite la rivelazione  a
ionizzazione  di  fiamma   (FID),   l'identificazione   deve   essere
effettuata tramite il tempo di ritenzione assoluto. 
  L'autocampionatore, inserito nella linea dei gas  dello  strumento,
deve avere caratteristiche adatte  per  arricchire  quantitativamente
dall'aria ambiente i composti  organici  volatili  e  successivamente
inviarli alla colonna separativa al momento dell'analisi chimica. 
  L'invio dei gas al  sistema  analizzatore  puo'  essere  effettuato
attraverso due diversi condotti,  uno  adatto  ai  gas  pressurizzati
(trasferiti all'analizzatore da canisters o bombole di calibrazione),
l'altro utile per campionare direttamente l'aria esterna (operante  a
pressione atmosferica o in leggera depressione). Il campione di aria,
che provenga da uno o dall'altro ingresso, viene fatto passare  nella
trappola adsorbente, preventivamente  raffreddata  sub-ambiente,  che
trattiene i COV di interesse analitico. 
  I composti di interesse  eventualmente  intrappolati  nell'adeguato
adsorbente sono desorbiti mediante rapido riscaldamento (fino a  250°
C) e trasmessi con una corrente di gas inerte (elio) ad un  capillare
di  silice  (liner)  raffreddato  con  azoto  liquido.  Il  gas   che
attraversa il liner, a sua volta,  puo'  essere  inviato  all'esterno
(vent)  oppure  alla  colonna  di  separazione  dei  COV.  Quando  il
desorbimento  dalla  trappola  primaria  e'  completo,   i   composti
d'interesse sono iniettati nella  colonna  analitica  mediante  nuovo
riscaldamento istantaneo del liner. 
  Le fasi operative di analisi pertanto sono: 
    Iniezione/backflush: Rappresenta la fase di iniezione  e  pulizia
della trappola per mezzo di  un  flusso  di  elio  in  controcorrente
rispetto alla direzione di prelievo; 
    Attesa: E' la fase di sincronizzazione tra l'autocampionatore  ed
il ciclo gascromatografico; 
    Raffreddamento della trappola primaria:  La  trappola  adsorbente
viene raffreddata mediante circuito criogenico alimentato  con  azoto
liquido; 
    Campionamento: Il campione gassoso passa attraverso  la  trappola
adsorbente fredda che ritiene i componenti d'interesse; 
    Raffreddamento del liner: Mentre la colonna analitica continua la
fase di campionamento, il liner viene raffreddato  mediante  circuito
criogenico ad azoto liquido; 
    Desorbimento  della  trappola  primaria  dei  gas:  La   trappola
adsorbente viene riscaldata in modo da trasferire e crioconcentrare i
composti di interesse analitico nel liner  di  silice  fusa  mediante
flusso di gas di trasporto. 
  La trappola di arricchimento  dei  composti  organici  volatili  e'
costituita  da  una  cartuccia  adsorbente  contenente  due   carboni
grafitati  (Carbopack  C,   Carbopack   B   o   materiali   di   pari
caratteristiche), con  le  due  estremita'  vuote  per  prevenire  la
condensazione del vapore acqueo atmosferico nella fase di prelievo  a
freddo. 
1.4.2. Specifiche dei sistemi adatti alla determinazione dei COV  C 2
  -C7 in aria 
  Un'apparecchiatura   o   sistema    strumentale    dedicato    alla
determinazione dei COV deve soddisfare le seguenti specifiche: 
    Rivelatore: 
      Limite di rivelabilita': 10 -12 g/s n-C12 
      Sensibilita': 40 mC/g 
    Ripetibilita': 
      Tempo di ritenzione: 5% RSD (Relative Standard Deviation) 
      Quantita' misurata: 5% RSD (Relative Standard Deviation) 
    Colonna: 
      Tipo PLOT (fase stazionaria: A12O3/KCI, oppure A12O3/Na2SO4,  L
= 50 m, d.i. = 0,3 mm, d.e. 
      = 0,45 mm, spessore fase = 10 µm) o equivalente 
    Regolazione gas: 
      Regolatori  di  pressione  all'entrata  con   interruttore   di
limitazione della pressione per tutti i gas necessari. Regolatori  di
flusso di massa atti alle  portate  di  gas  d'esercizio.  Tutti  con
precisione migliore del 95%. Valvole a spillo con valvole di chiusura
rapida per idrogeno e aria 
    Trappola lineare: 
      Trappola lineare in vetro (L = 25 mm, D.I. = 6mm, D.I. = 3  mm)
contenente Carbotrap C, Carbotrap B, nell'ordine secondo la direzione
di  aspirazione,  in  quantita'  atte   a   ritenere   e   rilasciare
quantitativamente e selettivamente  gli  idrocarburi  C 2  -C7  (vedi
appresso), ovvero misture adsorbenti di pari caratteristiche 
    Tempi di ciclo: 
      Periodo di campionamento individuale: pari a 60 min o migliore. 
1.4.3. Esempio di procedura di  monitoraggio  dei  COV  C 2  -  C7  ,
  standardizzata e applicata in campo 
  Per  l'analisi  dei  campioni  d'aria  sono  adottate  le  seguenti
condizioni operative: 
    T trap,camp = -20°C 
    T trap,des = 250°C 
    T liner,cri = -120°C 
    T liner,des = 125°C 
  Flusso gas di trasferimento al liner = 4 ml/min per 4 min. 
  I  composti  organici  volatili  sono   trasferiti   alla   colonna
gascromatografica per riscaldamento rapido del liner a  +125°  (flash
heating). Contemporaneamente la trappola adsorbente e'  riscaldata  a
275°C sotto flusso di elio (20 mL/min)  per  eliminare  le  eventuali
tracce  di  idrocarburi  rimaste  intrappolate  dal  ciclo  analitico
precedente. 
  La separazione dei composti e' realizzata su colonna  capillare  di
AL 2 O3 /KC1 mediante gradiente di temperatura, sotto flusso di  elio
(flusso = 4 ml/min). Il programma di temperatura del  gascromatografo
e' appresso riportato: 
      
 

              Parte di provvedimento in formato grafico

 
  Operando in queste condizioni, il sistema consente di  eseguire  il
monitoraggio dei composti d'interesse ad intervalli  regolari  di  60
minuti, campionando l'aria per 30 minuti ogni ora. 
  In sintesi, il ciclo analitico completo adottato per la misura  dei
COV C 2 -C7 e' il seguente: 
    Iniezione backflush: Il liner di silice fusa e' stato  riscaldato
istantaneamente ad una temperatura di + 125°C (flash heating) in modo
da iniettare in colonna gli idrocarburi crio-concentrati  nella  fase
precedente di desorbimento. Contemporaneamente la trappola adsorbente
e' stata riscaldata per 5 min ad una temperatura di +275°C  e  tenuta
sotto flusso in controcorrente di elio (20 ml/min) per  eliminare  le
eventuali tracce  di  composti  non  eliminati  nel  ciclo  analitico
precedente e  quindi  preparare  la  trappola  stessa  per  l'analisi
successiva. 
    Attesa: Questa fase (durata di 1 minuto) e' usata dal sistema per
sincronizzare il programma di temperatura dell'auto-campionatore  con
il ciclo gascromatografico. 
    Raffreddamento della trappola: La trappola e' raffreddata fino ad
una temperatura  di  -20°C  mediante  circuito  criogenico  ad  azoto
liquido per predisporla al successivo campionamento. 
    Campionamento dell'aria: Il campionamento  ha  la  durata  di  30
minuti e viene effettuato facendo passare il campione di  aria  nella
direzione che va dall'adsorbente piu' debole al piu' forte mantenendo
la trappola ad una temperatura di -20°C ed un flusso di  elio  di  20
ml/min. 
    Raffreddamento della  trappola  adsorbente:  Mentre  la  fase  di
campionamento continuava, il liner di silice e' stato raffreddato  in
2 minuti ad una temperatura di -120°C,  mediante  circuito  ad  azoto
liquido. 
    Desorbimento: La trappola adsorbente e' stata riscaldata  ad  una
temperatura  di  250°C  per  5  minuti  in  modo  da   trasferire   e
crioconcentrare i COV di interesse analitico nel liner di silice fusa
mediante un flusso di gas di trasporto di 20 ml. 
1.4.4. Calibrazione 
  Dopo aver definito e verificato la validita'  del  ciclo  operativo
prescelto, sono eseguite le prove di calibrazione dello strumento  ai
fini della quantificazione dei COV atmosferici. 
  L'esigenza di ottenere un recupero quantitativo dei COV si riflette
nella necessita' di disporre di una bombola di taratura contenente in
quantita' esattamente calibrate tutti i COV di interesse, in modo  da
minimizzare gli errori nelle valutazioni quantitative. 
  Per calibrare il sistema sono processati almeno tre diverse miscele
standard, contenenti gas in concentrazioni che comprendono i  livelli
riscontrati in atmosfera reale (ppb e frazioni).  Ad  ogni  prova  e'
processato un volume di miscela standard pari a quelli  dei  campioni
di aria abitualmente analizzati (200ml). Il test su ciascuna  miscela
standard deve essere ripetuto almeno tre volte per definire la  retta
o curva di calibrazione strumentale.  Si  definiscono  i  fattori  di
risposta strumentale per ogni componente di interesse. 
  Le prove di calibrazione richiedono l'utilizzo  di  una  bombola  a
miscela di gas con  titolo  noto  ad  elevata  accuratezza  (standard
primario, fornito da Ditte o Enti certificati). 
  Lo strumento di misurazione e' sottoposto a prove  di  calibrazione
con un gas standard, a prove di diluizione per la  valutazione  della
linearita' della risposta nonche' a misure in aria ambiente. 
  Le prove di calibrazione sono  effettuate  utilizzando  un  sistema
composto  da  un  modulo  che   diluisce   l'atmosfera   standard   a
concentrazione nota di COV con il  gas  di  diluizione,  regolando  i
rapporti tra le portate dei flussi di massa dei gas. 
  L'uso di Mass  Flow  Controller  (MFC)  aventi  caratteristiche  di
elevata precisione e'  richiesto  per  ottenere  un'alta  accuratezza
nella fase di miscelazione e assicura quindi un Controllo di Qualita'
dello strumento sottoposto a calibrazione. 
  Le procedure di calibrazione sono effettuate mediante operazioni di
verifica dei segnali di zero e  su  un  prefissato  punto  intermedio
della scala, detto di span, tipicamente pari all'80% del fondo scala.
Allo scopo sono utilizzati gas di riferimento, ossia gas per lo  zero
e gas per lo span a concentrazione nota. In particolare le  prove  di
calibrazione prevedono l'utilizzo di una bombola a miscela di gas con
titolo noto e ad elevata accuratezza. I valori  delle  concentrazioni
dei gas della bombola possono ritenersi precisi almeno dell' 1%. 
  Per la calibrazione deve essere adottato un sistema Multi-Point. 
  La  tecnica  Multi-Point  va  utilizzata  per  generare   atmosfere
standard a diverse concentrazioni e attraverso di  queste  verificare
la  linearita'  della  risposta  strumentale  entro   il   range   di
concentrazioni di interesse per lo studio  di  ambienti  esterni.  La
miscela contenuta nella bombola di calibrazione e' sottoposta  ad  un
processo di diluizione con aria pulita. I rapporti di diluizione sono
regolarmente controllati mediante sistemi per la misura della portata
ad elevata precisione. 
  Le analisi sono effettuate collegando l'analizzatore in oggetto con
una bombola di calibrazione contenente gli analiti (COV di interesse)
con concentrazione nota e ad un sistema di diluizione, connesso a sua
volta ad una bombola di aria sintetica pura (priva di idrocarburi). I
gas sono forniti all'analizzatore simultaneamente. Il flusso dei  gas
e'  regolato  mediante  l'utilizzo  di  MFC  aventi  una  portata  di
200ml/min e 50ml/min, interfacciati con PC via seriale. 
  Il sistema deve  essere  munito  di  valvola  Vent  per  verificare
l'effettivo flusso di uscita dei gas ed  eliminare  gli  eccessi.  Le
misure di flusso di gas sono effettuate mediante Mass Flow Controller
il cui componente principale e' un sensore termico di portata dei gas
che  produce  un  segnale  elettrico  di  uscita  in  funzione  della
velocita' del flusso. 
  Ogni punto di calibrazione a cui  corrisponde  un  ben  determinato
valore di concentrazione deve essere ripetuto  almeno  quattro  volte
per verificare la riproducibilita' del dato. In una apposita  tabella
sono riportati i risultati delle prove  effettuate  sull'analizzatore
(rapporti  di  diluizione,  valori  teorici   delle   concentrazioni,
risposta  strumentale  espressa  in  termini  di  «area   del   picco
cromatografico»). 
  Riportando  in  grafico  i  valori  teorici  delle   concentrazioni
impostate in funzione dei valori delle aree registrate, e'  costruita
la «curva di taratura» la quale  definisce  il  campo  di  linearita'
strumentale, entro il quale occorre eseguire  la  determinazione  dei
composti di interesse, 
1.4.5. Procedure di controllo di qualita' 
1.4.5.1. Tests di zero e span 
  Un gas di span per il controllo della  stabilita'  dello  strumento
deve contenere una concentrazione di COV  da  70%  a  90%  del  range
massimo della certificazione. 
  La pressione iniziale della bombola della miscela e' di  circa  200
atm e la pressione dopo l'uso non puo' essere al di sotto di 20 atm. 
  Il gas  di  span  e'  uno  standard  secondario  necessario  per  i
controlli  di   qualita',   ovvero   per   verificare   il   regolare
funzionamento dello strumento inclusa la sensibilita' e la deriva. 
  Il gas di span deve essere a concentrazione nota. 
  Tests  di  span  devono  essere  effettuati  almeno  una  volta  la
settimana ma  a  diverse  ore  del  giorno  in  modo  da  evitare  la
possibilita' di introdurre errori sistematici. 
1.4.5.2. Bianco d'analisi (test di zero) 
  Tests  di  zero  devono  essere  effettuati  almeno  una  volta  la
settimana,   a   differenti   ore   del   giorno.   Mediante    corse
cromatografiche di «bianco» deve risultare l'assenza di picchi  spuri
dovuti ad effetti memoria o ad eventuali contaminazioni del  campione
analitico interne allo strumento stesso. 
2. Metodo di riferimento  per  la  determinazione  degli  idrocarburi
  volatili (COV) appartenenti all'intervallo C 5 - C14 
  Il metodo di rivelazione per la  determinazione  degli  idrocarburi
C 5 -C14 deve essere basato sulla spettrometria di massa, oppure,  in
alternativa, sulla ionizzazione di fiamma. 
  L'identificazione  e  quantificazione  degli  idrocarburi   gassosi
mediante MS puo' essere operata in due modalita', a scansione di ioni
(scan) con  successiva  ricostruzione  delle  tracce  delle  correnti
ioniche (Total Ion Current  mode),  oppure,  in  alternativa  con  la
registrazione selettiva di un numero  limitato  di  correnti  ioniche
derivanti dalla ionizzazione delle diverse sostanze chimiche e  dalla
rispettiva frammentazione per bombardamento  con  fasci  d'elettroni,
aventi rapporti carica/massa specifici per le specie d'interesse. 
  Nel primo caso, il cromatogramma e' ricostruito sommando le  tracce
dei segnali di tutti gli  ioni  derivanti  dalla  frammentazione  dei
composti chimici  eluiti  parallelamente  al  procedere  dell'analisi
gascromatografica, entro un intervallo  predeterminato  del  rapporto
massa su carica (m / z). Nel secondo caso, invece, e'  effettuata  la
ricerca selettiva di alcuni ioni specifici, che risultano  indicativi
della presenza dei composti chimici  di  interesse.  Si  opera  nella
prima modalita' di rivelazione  nel  caso  si  voglia  effettuare  lo
«screening»  di  tutti  i  composti  chimici  presenti  nel  campione
analitico, mentre si utilizza il metodo selettivo quando interessa la
ricerca esclusiva di  un  numero  ristretto  d'idrocarburi  scelti  a
priori, facenti parte di una miscela complessa. 
2.1. Campionamento mediante trappole riempite di materiali adsorbenti 
  La scelta del mezzo assorbente da usare nel campionamento  dei  COV
dall'aria deve essere modulata in funzione del tipo  di  applicazione
che si vuole fare, ovvero dall'intervallo di massa  molecolare  o  di
volatilita' che si vuole  investigare,  dal  volume  d'aria  unitario
necessario per l'analisi e dalla risoluzione temporale  scelta.  Allo
stato  attuale  della  tecnologia,  non  si  dispone  di   adsorbenti
singolarmente capaci di catturare tutti i composti  organici  gassosi
presenti in aria e successivamente rilasciarli grazie al desorbimento
termico o per estrazione con solventi. Per ampliare il piu' possibile
il numero di composti che si possono  monitorare  in  un  unico  step
(ovvero, assorbirli e rilasciarli con un unico sistema di prelievo  e
analizzarli chimicamente in un solo passaggio),  si  ricorre  percio'
all'uso di trappole contenenti piu' adsorbenti  aventi  capacita'  di
ritenzione degli idrocarburi  differenti,  in  modo  da  combinare  i
vantaggi offerti  da  ciascun  materiale.  In  questo  caso,  i  vari
adsorbenti sono organizzati in sezioni successive, fino a  costituire
trappole multistrato. Le trappole multistrato sono formate da un tubo
di vetro contenente un adsorbente forte nella parte  terminale  e  un
adsorbente debole  nella  sezione  frontale  rispetto  al  flusso  di
campionamento  di  gas.  Questa  disposizione  consente   il   facile
desorbimento dei composti a piu' alta temperatura d'ebollizione (piu'
ritenute dai materiali assorbenti) semplicemente invertendo il flusso
di gas rispetto a quello utilizzato al momento del campionamento. 
2.2. I materiali adsorbenti per i COV C 5 -C14 
  E' dimostrato che una combinazione ottimale di carboni permette  di
utilizzare una temperatura  di  desorbimento  atta  a  minimizzare  i
fenomeni  di  degradazione  dei   composti   ritenuti.   Una   simile
combinazione consente il prelievo dall'aria  e  l'identificazione  di
composti polari e non polari C 5 -C14 e il loro monitoraggio in  zone
urbane, suburbane, rurali e  remote.  Un'  efficace  combinazione  di
carboni contempla l'uso di Carbopack C e  Carbopack  B  che,  essendo
grafitati e idrofobi, consentono analisi di COV anche in presenza  di
un elevato tasso di umidita' atmosferica. 
  Il recupero dei composti adsorbiti  e'  di  regola  effettuato  per
desorbimento  termico  oppure  per  estrazione   con   solventi.   Il
termodesorbimento  risulta   di   gran   lunga   preferito   rispetto
all'estrazione  con  solventi  in  quanto  consente  di  ottenere  le
sensibilita' necessarie per identificare e  quantificare  i  composti
presenti  nell'atmosfera  a  livello  di   pptV.   Per   evitare   la
decomposizione  degli  analiti  nella  trappola   ed   aumentare   la
sensibilita' del  metodo  si  preferisce  introdurre  uno  stadio  di
criofocalizzazione del  campione  prima  dell'iniezione  in  colonna.
Questo e' compiuto in tubi capillari per consentire un  trasferimento
in colonna ad alta risoluzione  senza  eccessivo  allargamento  della
banda cromatografia. 
2.3. Preparazione delle trappole multistrato 
  Le trappole per i COV sono costituite da tubicini in vetro di 15 cm
di lunghezza aventi un diametro interno di 3 mm e un diametro esterno
pari a 6  mm;  esse  sono  riempite  sia  con  due  tipi  di  carbone
grafitato, differenti per area superficiale.  Il  carbone,  in  forma
granulare e porosa, viene mantenuto nell'alloggiamento  da  batuffoli
di lana di quarzo; la lana di quarzo separa tra loro anche gli strati
di carbone. Il principio seguito nell'assemblaggio delle trappole  e'
l'inserimento dei carboni secondo  una  sequenza  crescente  rispetto
alle  rispettive  aree   superficiali.   Durante   il   campionamento
dell'aria, la linea di flusso va dal carbone  con  area  superficiale
minore verso quello con superficie specifica maggiore. 
  Le trappole d'adsorbimento devono essere pulite tramite trattamento
termico sotto flusso di elio (300°C per 20 minuti con  un  flusso  di
elio di 100 ml/min) sia prima del loro  primo  impiego,  sia  tra  un
prelievo e il successivo (infatti esse  possono  essere  riutilizzate
indefinitamente,   purche'   non    si    osservino    contaminazioni
irreversibili, notificate dalla  comparsa  di  spurghi  fastidiosi  e
consistenti nei cromatogrammi d'eluizione dei campioni  reali  e  dei
bianchi). 
2.4. Procedure analitiche 
  Il campionamento/arricchimento viene  effettuato  direttamente  con
trappole adsorbenti, facendo passare la quantita' voluta di aria (250
ml) attraverso la trappola, a temperatura ambiente. 
  Le trappole in vetro (d.i. =3 mm, L =15 mm) contengono Carbotrap  B
e Carbotrap C, rispettivamente 0,17 g  e  0,034  g,  entrambi  aventi
granulometria compresa tra 20 e 40 mesh. 
  La pulizia delle trappole adsorbenti prima del loro  uso  di  campo
deve essere effettuata mediante riscaldamento fino  a  285°C  per  10
minuti, sotto un flusso di elio di 300mL/min. 
  Dopo il prelievo dall'aria,  i  COV  devono  essere  trasferiti  al
sistema di  separazione  e  analisi  chimica  (GC-MS  oppure  GC-FID)
tramite unita' di termodesorbimento. Dopo aver raffreddato  il  liner
di criofocalizzazione (in silice fusa) ad una temperatura  di  -150°C
mantenendo la trappola adsorbente sotto flusso in  controcorrente  di
elio (10 ml/min per 1 min), il  flusso  del  gas  di  trasporto  deve
essere indirizzato al liner, allo stesso tempo deve essere riscaldata
la trappola adsorbente a 250°C (flusso di elio  =  20  ml/min  per  5
min). In questo modo, i COV desorbiti dalla  trappola  d'assorbimento
sono nuovamente  condensati,  per  crioconcentrazione,  sulle  pareti
interne del liner collegato alla colonna separativa. 
  Successivamente, gli idrocarburi C 5  -C14  devono  essere  inviati
nella colonna capillare mediante  rapido  riscaldamento  (~100°C/min)
del liner da -150°C a 230°C, mentre un flusso di elio  lo  attraversa
nella direzione della colonna. 
  Un  sistema  GC-MS  gestito   attraverso   un   programma   termico
d'eluizione  e  un  programma  informatico   per   l'acquisizione   e
elaborazione   dei   dati   cromatografici   deve    consentire    la
determinazione dei COV appartenenti all'intervallo C 5 -C14 . 
  La separazione dei COV  deve  essere  effettuata  mediante  colonne
capillari di tipo siliconico (DB 1 o equivalenti, L = 60  m,  d.i.  =
0.32, fase = 0,25 um). 
  L'eluizione degli analiti deve essere effettuata in programmata  di
temperatura: 
    T 1 = 5°C, 3 minuti; +3°C/min fino a T2 = 50°C; +5°C/min  fino  a
T3 = 220°C; isoterma1 = 8 min. 
  I COV individuali devono essere identificati  sia  sulla  base  dei
tempi  di  ritenzione  assoluti,  sia  tramite  l'acquisizione  degli
spettri di massa caratteristici di sostanze  pure  (miscele  standard
sottoposte alla medesima procedura di eluizione e rivelazione. 
2.5. Descrizione delle fasi operative strumentali 
  Di  seguito  e'  riportato  in  modo  dettagliato   il   ciclo   di
funzionamento dell'apparato per il desorbimento e per  l'analisi  dei
COV (C 5 -C14 ). 
  Il ciclo di funzionamento del termodesorbitore e' costituito da: 
    fase 1- pre-flush: durante  questa  fase  il  liner  deve  essere
raffreddato alla temperatura impostata mentre la trappola deve essere
tenuta a temperatura ambiente sotto flusso di elio inviato secondo il
flusso di campionamento; 
    fase 2 - desorbimento: durante  questa  fase  il  capillare  deve
essere mantenuto a temperatura sub-ambiente mentre la  trappola  deve
essere riscaldata velocemente fino a 250°C (da  25°C  a  250°C  in  3
min.). Il flusso di elio nella trappola  deve  essere  invertito  per
trasferire i composti desorbiti nel liner; 
    fase 3 - iniezione: il liner deve essere  riscaldato  velocemente
(da -160°C a 200°C in pochi secondi) e i composti sono  iniettati  in
colonna separativa. Le sostanze, separate  dalla  colonna  capillare,
entrano nell'area del rivelatore spettrometrico di  massa  dove  sono
sottoposte ad  un  bombardamento  d'elettroni  accelerati  a  70  eV,
prodotti da un filamento riscaldato. L'energia degli  elettroni  deve
risultare  sufficientemente  alta  da  ionizzare  il  composto  (ione
molecolare)  e  rompere  i  legami  piu'  deboli  creando   frammenti
ionizzati. Gli ioni positivi generati nella sorgente vengono  espulsi
mediante   un   campo   elettrico   ed   inviati    nell'analizzatore
quadrupolare. 
  Applicando alle barre del rivelatore  un  voltaggio  oscillante  in
radiofrequenza e' possibile  destabilizzare  tutti  gli  ioni  tranne
quelli aventi un valore di m/z prefissato. Variando  il  campo  delle
frequenze  di  oscillazione  delle   barre   secondo   una   sequenza
prefissata,  si  ottiene  la  scansione  degli  ioni  in   grado   di
raggiungere un rivelatore-fotomoltiplicatore. Il rivelatore trasforma
la corrente ionica in segnale elettrico. Se alle barre  sono  imposti
solo valori definiti di potenziale, sono  registrati  solo  frammenti
con determinati valori m/z (acquisizione SIM). 
  La colonna separativa utilizzata per separare gli  idrocarburi  C 5
-C14 e' di tipo CP-SIL (L = 50 M; I.D. = 0,32 mm; spessore della fase
= 0,41 µm) o  di  pari  caratteristiche;  la  pressione  del  gas  di
trasporto = 0,8 bar di elio. 
  Prima di iniziare la scansione dello spettrometro si deve attendere
1 min. (solvent delay). 
  Il fotomoltiplicatore deve essere  posto  ad  una  ddp  di  2000  V
(Resulting Voltage). 
  Usando lo  spettrometro  di  massa  come  rivelatore,  la  risposta
strumentale non e' proporzionale  al  numero  di  atomi  di  carbonio
presenti nella molecola del composto; pertanto e' necessario generare
una linea di calibrazione per ciascun composto iniettato se si  vuole
determinare la quantita' di questo presente in un campione incognito. 
2.6. Calibrazione 
  Le prove di calibrazione dello strumento devono essere eseguite  ai
fini della quantificazione dei COV atmosferici. 
  L'esigenza di ottenere un recupero quantitativo del COV si riflette
nella necessita' di disporre di una bombola di taratura contenente in
quantita' esattamente calibrate tutti i COV di interesse, in modo  da
minimizzare gli errori nelle valutazioni quantitative. 
  La linearita' dell'analizzatore deve essere testata  usando  almeno
tre concentrazioni (incluso il punto zero). Le concentrazioni  devono
essere piu'  o  meno  egualmente  distribuite  nell'intero  range  di
concentrazione ambientale. A ciascuna concentrazione (incluso  zero),
devono essere eseguite almeno quattro misure indipendenti e la  prima
misura, a ciascun livello di concentrazione, deve essere scartata. 
  La calibrazione e' calcolata  riportando  in  grafico  la  risposta
strumentale in funzione della concentrazione della miscela standard. 
2.7. Calcolo del fattore di recupero dei COV 
  Per correggere i risultati  grezzi  dell'analisi  e  determinare  i
valori esatti di concentrazione degli  analiti  nell'atmosfera,  deve
essere calcolata la percentuale di recupero complessivo  dei  singoli
COV nel sistema adottato. Il recupero % deve essere valutato  con  la
seguente formula: 
    Recupero % = [A (i campione)·V  (standard)  /  A  (i  standard)·V
(campione)]·100 
    Dove: 
      A (i campione) = Area  del  picco  corrispondente  al  composto
i-esimo nel campione; 
      A (i standard) = Area  del  picco  corrispondente  al  composto
i-esimo nello standard; 
      V (campione) = Volume d'aria campionato (mL); 
      V  (standard)  =  Volume  di  gas  standard  iniettato  per  la
calibrazione (ml). 
  Riportando in grafico il recupero % di un determinato  composto  in
funzione sia del volume campionato che della  lunghezza  del  carbone
utilizzato si ricava una stima del Volume di sicurezza (SSV). 
3. Metodo di riferimento per la determinazione della  formaldeide  in
  aria ambiente 
  La formaldeide non puo' essere  misurata  con  le  stesse  tecniche
analitiche degli altri COV. 
Principio del metodo 
  Ai fini del presente decreto per la misura della  formaldeide  deve
essere utilizzato il seguente metodo: 
    campionamento dell'aria su cartuccia di gel di  silice  ricoperta
con 2,4-dinitrofenilidrazina acidificata (DNPH); 
    analisi mediante HPLC con rivelazione UV; 
    identificazione e quantificazione alla lunghezza d'onda di 360 nm
attraverso il fenilidrazone corrispondente. 
  Il metodo di campionamento fornisce valori di concentrazione  della
formaldeide mediati su periodi compresi tra 1 e 24 h. 
3.1. Interferenze dovute alla presenza di ozono 
  L'ozono  ad  alte  concentrazioni  interferisce  negativamente  per
reazione con la DNPH e l'idrazone formato. Il livello di interferenza
dipende dalle concentrazioni dell'ozono e della formaldeide  e  dalle
loro variazioni durante il periodo di campionamento. 
  L'esposizione diretta della cartuccia di DNPH campionata alla  luce
solare puo' produrre artefatti; pertanto, essa deve  essere  protetta
dalla luce diretta rivestendola con carta di alluminio. 
  L'interferenza dell'ozono durante la  fase  di  campionamento  deve
essere eliminata facendo passare l'aria da analizzare  attraverso  un
dispositivo in grado  di  rimuovere  l'ozono,  indicato  come  «ozono
scrubber». 
3.2. Metodo di campionamento 
  Per il campionamento della  formaldeide  devono  essere  utilizzate
cartucce di gel  di  silice  ricoperte  di  2,4  dinitrofenilidrazina
(1,4-DNPH) e dei seguenti materiali e strumentazione: 
    pompa di campionamento il cui flusso non deve essere inferiore di
2 L/min, tenendo conto che la caduta di pressione nella cartuccia  di
campionamento e' dell'ordine di 19 kPa con un flusso di 1,5L/min;  la
pompa deve essere equipaggiata di regolatore di portata; 
    contatore volumetrico per gas a secco; 
    ozono-scrubber costituto da un denuder anulare ricoperto  di  una
soluzione satura di KI. 
  I denuders anulari sono costituiti da due tubi di  vetro  coassiali
lunghi circa 10 cm e con diametri dell'anello  di  10  e  13  mm.  Il
ricoprimento  del  denuder  deve  essere  eseguito  introducendo  una
soluzione satura di KI nell'intercapedine  anulare  per  bagnarne  le
pareti. L'eccesso di KI deve essere  scaricato  e  le  pareti  devono
essere asciugate  mediante  un  flusso  di  azoto  puro.  Un  denuder
ricoperto  di  KI   delle   dimensioni   sopra   riportate   presenta
un'efficienza per l'ozono vicina all'unita' (E > 99,9%)  con  portate
di aria di 1 L/min. La sua capacita' operativa fino a quando E scende
a 95% e' pari a 250 µg di  ozono  (2000  ppb/h).  In  alternativa  e'
possibile  utilizzare  come  ozono  scrubber  cartucce   commerciali,
contenenti KI granulare. 
  L'aria campione deve essere raccolta connettendo  l'ingresso  della
cartuccia ricoperta di DNPH con il denuder ricoperto con KI o con  la
cartuccia contenente KI granulare. L'uscita della cartuccia  di  DNPH
deve  essere  collegata  alla  pompa  di  aspirazione   dell'aria   e
quest'ultima a sua volta al contatore volumetrico di aria. 
3.3. Procedura di campionamento 
  Assemblare il sistema di campionamento e assicurarsi che  la  pompa
sia capace di garantire una  portata  di  aria  costante  durante  il
periodo di campionamento. Prima di  procedere  con  il  campionamento
assicurarsi che la linea di prelievo dell'aria non presenti  perdite.
Questa verifica viene effettuata occludendo  l'ingresso  dell'aria  a
monte dell'ozono scrubber e controllando che il contatore volumetrico
non indichi alcun passaggio di aria nella linea. 
  Installare la linea di campionamento nel  sito  di  monitoraggio  e
verificare che il flusso di aria sia vicino a quello programmato.  Il
flusso di aria puo' variare da 0,5 a 1,2 L/min e  generalmente  viene
regolato a 1 L/min. Le moli totali di formaldeide nel volume di  aria
campionata non devono eccedere quelle di DNPH nella cartuccia  (2  mg
oppure 0,01 millimoli/cartuccia). In generale una stima  conservativa
del volume del campione puo' essere  approssimativamente  quella  del
50% della capacita' di saturazione della DNPH. 
  Terminato il campionamento, rimuovere  la  cartuccia  di  DNPH  dal
sistema e chiuderla da entrambi i lati  con  appositi  tappi,  quindi
riporla in un contenitore di vetro etichettato che  va  mantenuto  in
ambiente refrigerato. 
  Il periodo di conservazione del campione  in  ambiente  refrigerato
prima dell'analisi di laboratorio non puo' eccedere i 30 giorni. 
3.4. Procedure di estrazione 
  Rimuovere la cartuccia campionata dal contenitore; iniettare  nella
cartuccia mediante siringa 3 mL di CH 3 CN ad un flusso non superiore
a  1,5  ml/min  in  direzione  inversa  a  quella  di  campionamento.
All'eluato vanno aggiunti 2 ml di acqua  per  ottenere  una  migliore
prestazione cromatografica. 
3.5. Analisi mediante HPLC 
  L'analisi del campione deve essere effettuata utilizzando un'unita'
base  HPLC  costituita  da  una  pompa  isocratica,  una  valvola  di
iniezione dotata di loop da 20 µL, una colonna cromatografica in fase
inversa tipo ODS (5µ m, 250 x 4,6 mm), un rivelatore ad  assorbimento
UV   regolato   alla   lunghezza   d'onda   di   360    nm    e    un
processore-integratore di dati cromatografici. 
  Prima di ciascun'analisi  verificare  che  la  linea  di  base  del
rivelatore non presenti deriva. 
  Preparare   la   fase   mobile,   costituita   da    una    miscela
acetonitrile-acqua (60:40). 
  Caricare il serbatoio dell'HPLC con la miscela eluente  e  regolare
il flusso della pompa peristaltica ad 1.0 ml/min. 
  Caricare l'iniettore con 100 µl di soluzione campione mediante  una
siringa per HPLC. Azionare  la  valvola  dell'iniettore  in  modo  da
introdurre il contenuto del loop (20 µL) nella colonna  separativa  e
procedere con l'analisi cromatografica. 
  Procedere all'identificazione e quantificazione dell'idrazone della
formaldeide. 
  Se la concentrazione dell'analita eccede il range di linearita' del
rivelatore, il campione deve essere  opportunamente  diluito  con  la
fase mobile. 
3.6. Calcolo delle concentrazioni 
  La concentrazione della formaldeide nel campione di aria,  espresso
in µg/m³ e' dato da 
    C = [H (p)·v·k (c - c 0 ) / H (s)·V] 
    Dove: 
      C = concentrazione  della  formaldeide  nel  campione  di  aria
(µg/m³), 
      c  =  concentrazione  dell'idrazone  della  formaldeide   nello
standard (µg/ml), 
      c 0  =  concentrazione  dell'idrazone  della  formaldeide   nel
«bianco» (cartuccia non esposta), 
      H (s) = altezza/area del picco della formaldeide nello standard
(unita'), 
      H (p) = altezza/area del picco della formaldeide  nel  campione
(unita'), 
      k = fattore di conversione  da  idrazine  della  formaldeide  a
formaldeide (= 0.143), 
      V = volume di aria campionata (m³), 
      v = volume della soluzione iniettata (ml). 
  N.B. La concentrazione c 0 del bianco va determinata per ogni lotto
di cartucce ricoperte di DNPH utilizzate. 
3.7. Calibrazione dell'HPLC 
  Preparare una soluzione stock di calibrazione sciogliendo 10 mg  di
2,4 dinitrofenilidrazone della formaldeide in 100 ml di acetonitrile. 
  Da questa soluzione si prelevano 4 standard  di  calibrazione  alle
concentrazioni di interesse (0.25, 0.50, 1.0 e 2.0 µg/ml)  attraverso
opportuna diluizione con la miscela eluente. 
  Analizzare ciascuno standard di calibrazione tre volte  e  tabulare
l'area di risposta strumentale in funzione della concentrazione. 
  Costruire la curva di calibrazione. La risposta e'  lineare  quando
si ottiene un coefficiente di correlazione di almeno 0,99. 
  Eseguire quotidianamente il controllo della risposta del rivelatore
iniettando  una  soluzione  standard  avente  concentrazione  pari  o
superiore a 10 volte il limite di rivelabilita'  strumentale  (es.  1
µg/ml). 
  La risposta ottenuta non deve scostarsi piu'  del  10%  dal  valore
medio registrato con soluzioni di uguale concentrazione. 
  Se si osserva una variabilita' maggiore e'  necessario  ripetere  i
test di calibrazione oppure eseguire una nuova curva di  calibrazione
utilizzando soluzioni standard preparate di fresco.».