(Allegato)
                                                             Allegato 
 
 
  A. GENERALITA' 
 
  A.1. - Ambito di applicazione 
  Le presenti Norme si applicano a tutti gli sbarramenti di  ritenuta
del territorio nazionale. Per gli  sbarramenti  la  cui  altezza  non
supera i 10 m e che determinano un volume di invaso non  superiore  a
100.000 m3, come definiti al cap.  B1,  l'Amministrazione  competente
alla vigilanza sulla sicurezza potra' decidere caso per  caso  e,  in
relazione alle caratteristiche dell'impianto di ritenuta, quali delle
norme seguenti siano da applicare. 
  Il progetto e la costruzione delle opere e degli interventi oggetto
delle presenti Norme devono conformarsi alle vigenti  Norme  Tecniche
per le Costruzioni di cui al D.M. 14 gennaio 2008 (NTC), nel rispetto
delle disposizioni particolari indicate nel seguito. 
 
  A.2. - Finalita' 
  Le presenti Norme hanno la finalita' di assicurare, anche  in  caso
di eventi estremi,  la  permanenza  della  funzione  di  contenimento
dell'acqua di invaso e della  funzionalita'  degli  organi  necessari
alla vuotatura controllata del serbatoio. Per le "dighe di  interesse
strategico",  definite  al  cap.  C.7.7.2,  le  presenti  Norme  sono
finalizzate anche all'accertamento del requisito di  mantenimento  in
esercizio dell'opera. 
 
  A.3. - Criteri di progetto 
  Il progetto deve  essere  basato  su  indagini  e  procedimenti  di
analisi di diversa complessita' in  relazione  anche  al  livello  di
approfondimento richiesto. 
  Gli studi idrologico, geologico,  geomorfologico,  idrogeologico  e
sismotettonico devono essere svolti fin  dalle  fasi  iniziali  della
progettazione  per  accertare   la   fattibilita'   dell'opera,   con
particolare   riferimento   alla    disponibilita'    idrica,    alla
pericolosita' sismica dell'area, alla tenuta idraulica del  serbatoio
e alla stabilita' delle imposte e dei versanti. 
  In questa fase  deve  essere  effettuata  la  scelta  del  tipo  di
sbarramento. 
  Nelle successive  fasi  della  progettazione  devono  anche  essere
svolte  indagini  specificamente  riferite  alla  qualificazione  dei
materiali,  nonche'  alle  verifiche   geotecniche   e   strutturali.
Particolare attenzione deve essere  rivolta  alla  valutazione  delle
caratteristiche  di  permeabilita'  dei  terreni  e  delle  rocce  in
fondazione e nelle spalle della diga. 
  Nei casi in cui la complessita'  della  situazione  geotecnica  non
renda possibile, sotto il profilo tecnico-economico,  la  definizione
senza   apprezzabile   incertezza   dei   modelli    geotecnici    e,
conseguentemente, di alcune soluzioni, la progettazione  puo'  essere
basata sul Metodo Osservazionale, nei termini indicati nelle NTC. 
 
  B. CLASSIFICAZIONE E DEFINIZIONI 
 
  B.1. - Definizioni 
  Altezza della diga: e' la differenza tra  la  quota  del  piano  di
coronamento e quella del punto piu' depresso dei  paramenti.  Per  le
traverse prive di coronamento si fa riferimento alla quota del  punto
piu' elevato della struttura di ritenuta. 
  Altezza di massima ritenuta: differenza tra  la  quota  di  massimo
invaso e quella del punto piu' depresso del paramento di monte. 
  Fetch: massima lunghezza in linea retta dello specchio liquido  del
serbatoio alla quota del massimo invaso. 
  Franco: differenza tra la quota del piano di coronamento  e  quella
di massimo invaso. 
  Franco netto: differenza tra la quota del piano  di  coronamento  e
quella  di  massimo  invaso  incrementata  della  semialtezza   della
maggiore tra l'onda generata  dal  vento  ovvero  quella  di  massima
regolazione incrementata della  semialtezza  dell'onda  da  sisma  di
progetto, calcolate come all'art. C2. Per il calcolo del franco netto
dovranno essere, inoltre, considerati i fenomeni di  interazione  tra
moto ondoso e diga: "riflessione" e "risalita" (run-up).  Per  queste
due ultime componenti, ai fini del mantenimento del franco  previsto,
si potra' anche ricorrere ad un idoneo muro paraonde, di altezza  non
superiore a 1,4 m. 
  Impianto di ritenuta:  l'insieme  dello  sbarramento,  delle  opere
complementari ed accessorie,  dei  pendii  costituenti  le  sponde  e
dell'acqua invasata. 
  NTC: Norme Tecniche per le costruzioni. 
  Opere complementari e accessorie: opere direttamente connesse  alla
sicurezza e  alla  funzionalita'  degli  impianti  di  ritenuta,  ivi
compresi  gli  interventi  di  sistemazione,  impermeabilizzazione  e
consolidamento delle sponde del serbatoio, gli impianti e  i  sistemi
di sorveglianza, allarme ed illuminazione, la  casa  di  guardia,  la
viabilita' di servizio, le opere  di  adduzione  di  derivazione  dal
serbatoio. 
  Opere o organi di scarico o scarichi: insieme delle opere civili  e
impiantistiche  necessarie  per  lo  scarico,  libero  o  volontario,
dell'acqua invasata. 
  Progetto di gestione dell'invaso: progetto di cui all'art  114  del
decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e  successive  modifiche  e
integrazioni. 
  Quota di massimo invaso: quota massima cui puo' giungere il livello
dell'invaso ove si manifesti il piu' gravoso evento di piena previsto
in progetto. Non si considera la sopraelevazione del moto ondoso. 
  Quota massima di regolazione: quota del livello d'acqua al quale ha
inizio, automaticamente, lo sfioro dagli appositi dispositivi. 
  Sbarramento: struttura di ritenuta dell'acqua,  costituita  da  una
diga o da una traversa, e dalle opere di scarico. 
  Sponde del serbatoio: complesso dei pendii naturali  o  artificiali
costituenti, insieme allo  sbarramento,  il  serbatoio,  nonche'  dei
pendii  a  quota  superiore  a  quella  di  massimo  invaso,  le  cui
condizioni  di  stabilita'  possano  essere  influenzate  dall'invaso
ovvero  possano  influenzare  la   sicurezza   o   la   funzionalita'
dell'invaso stesso. 
  Volume di invaso:  volume  del  serbatoio  compreso  tra  la  quota
massima di regolazione  e  la  quota  del  punto  piu'  depresso  del
paramento di monte. 
  Volume di laminazione: volume del serbatoio compreso tra  la  quota
di massimo invaso e quella massima di  regolazione;  per  i  serbatoi
realizzati per sola laminazione delle piene e' la capacita'  compresa
tra la quota di massimo invaso e quella della soglia dei  dispositivi
di scarico. 
  Volume morto: volume del serbatoio compreso tra la quota del  punto
piu' depresso del paramento di monte e la piu'  bassa  tra  la  quota
dell'imbocco dell'opera di presa o dello scarico di fondo. 
  Volume totale di invaso: volume del serbatoio compreso tra la quota
di massimo invaso e quella del punto piu' depresso del  paramento  di
monte. 
  Volume utile di regolazione: volume del serbatoio compreso  tra  la
quota massima di regolazione e quella minima alla quale  e'  derivata
l'acqua invasata. 
 
  B.2. - Classificazione delle dighe 
  Agli effetti delle norme che seguono, le  dighe  sono  classificate
nei tipi seguenti: 
  a. Dighe di calcestruzzo: 
  a.1 a gravita' 
  a. 1. 1. ordinarie 
  a.1.2. alleggerite 
  a.2. a volta 
  a.2.1. ad arco 
  a.2.2. ad arco gravita' 
  a.2.3 a cupola 
  b. Dighe di materiali sciolti: 
  b. 1. di terra omogenea 
  b.2. di terra e/o pietrame, con struttura di tenuta interna 
  b.3. di terra e/ o pietrame, con struttura di tenuta esterna 
  c. Traverse fluviali 
  d. Dighe di tipo misto e di tipo vario 
 
  C. DISPOSIZIONI COMUNI 
 
  C.1. - Portata di progetto e dispositivi di scarico 
  In fase di costruzione, le  opere  di  deviazione  provvisoria  del
corso d'acqua devono essere dimensionate per  una  portata  di  piena
corrispondente ad un periodo di ritorno correlato con le esigenze  di
protezione civile, connesse con la sicurezza idraulica dei  territori
di valle e  dell'area  di  cantiere,  e  con  il  previsto  tempo  di
costruzione. 
  Gli scarichi di superficie della diga  devono  essere  dimensionati
per l'onda con portata al colmo di piena corrispondente al periodo di
ritorno di 1000 anni, per le dighe in calcestruzzo, e  di  3000  anni
per le dighe di materiali  sciolti,  tenendo  conto  dell'effetto  di
laminazione esercitato dal serbatoio. 
  La  portata  di   piena   dovra'   essere   valutata   con   metodi
probabilistici basati sull'informazione pluviometrica  e  idrometrica
completa, desumibile dalle serie storiche e dai  loro  aggiornamenti,
per il bacino idrografico sotteso dalla sezione dello sbarramento. 
  In  assenza  o  carenza  di  informazioni,  si  potra'  fare  anche
riferimento a dati  di  bacini  limitrofi  idrologicamente  omogenei,
utilizzando appropriate e giustificate metodologie di calcolo. 
  Le verifiche devono comprendere anche la  stima  della  portata  di
piena con periodo di ritorno di 50, 100, 200 e 500 anni. 
  Gli scarichi di superficie della diga dovranno essere  dimensionati
in modo tale che il franco netto non sia inferiore a  1,0  m  per  le
dighe di calcestruzzo e ai seguenti valori per le dighe di  materiali
sciolti: 
    

|===============================================|======|============|
|         altezza della diga: fino a [m]        |  15  |  90 o piu' |
|===============================================|======|============|
|         franco netto [m]                      | 1,5  |     3,5    |
|===============================================|======|============|

    
  Per i valori intermedi dell'altezza della diga, il franco netto  e'
determinato per interpolazione. 
  Ai valori sopra indicati  sono  da  aggiungere,  per  le  dighe  di
materiali sciolti, i previsti abbassamenti del coronamento  derivanti
dai cedimenti del terreno  e  del  rilevato  dopo  il  termine  della
costruzione, nonche'  quelli  derivanti  dalle  azioni  sismiche,  da
calcolarsi con adeguati modelli; questi ultimi non dovranno  comunque
essere assunti inferiori a 0,5 cm per metro di altezza della diga. 
  Per tutti i tipi di dighe dovra'  essere  valutato  il  periodo  di
ritorno dell'evento di piena che annulla il franco netto. 
  Per le dighe di calcestruzzo, lo scarico di superficie puo'  essere
composto da soglie libere o presidiate da paratoie. Per le  dighe  di
materiali sciolti, lo scarico di superficie deve essere  composto  da
soglie libere o in parte presidiate con paratoie;  in  questo  ultimo
caso, le soglie libere dovranno essere dimensionate per esitare, alla
quota di massimo invaso, almeno il 50%  della  portata  di  progetto,
tenendo conto dell'effetto di laminazione esercitato dal serbatoio. 
  In caso di soglie presidiate con paratoie dovra' essere considerata
l'ipotesi del mancato funzionamento di almeno il 50% delle  paratoie,
nel caso di dighe di materiali sciolti, e  di  almeno  il  20%  delle
paratoie, nel caso di dighe di calcestruzzo, verificando che in  tale
condizione il franco netto si riduca, al peggio,  a  1/3  dei  valori
sopra indicati. Il  calcolo  puo'  considerare  il  contributo  della
portata che effluisce  sopra  le  paratoie  chiuse,  se  queste  sono
tracimabili. 
  La conformazione dello scarico di superficie deve  essere  tale  da
assicurare il transito di eventuali corpi galleggianti  tra  la  vena
liquida e le sovrastrutture (passerelle, paratoie sollevate, ecc). 
  Nel caso delle dighe di materiali sciolti  dotate  di  scarichi  di
superficie soggetti ad ingolfamento,  come  i  calici,  la  quota  di
ingolfamento dovra' essere superiore di almeno  1  m  alla  quota  di
massimo  invaso.  L'opera  va  dimensionata  per  poter  esitare   il
materiale galleggiante che giunga allo  scarico.  I  calici  dovranno
essere dotati di idonei  aerofori  in  corrispondenza  del  passaggio
della corrente dal  pozzo  verticale  o  subverticale  alla  galleria
suborizzontale e di ogni altro punto di singolarita'  della  corrente
dove possano innescarsi fenomeni di cavitazione. 
  I serbatoi dovranno essere provvisti  di  scarico  di  fondo  e  di
esaurimento. Di norma per  sbarramenti  alti  piu'  di  50  m  o  che
invasino piu' di 50 milioni di m3, e' da prevedersi  uno  scarico  di
mezzofondo. Questo deve essere dimensionato per scaricare, con invaso
alla quota massima di regolazione, una portata almeno pari alla meta'
della portata dello scarico di fondo.  L'eventuale  esclusione  dello
scarico di mezzofondo o differenti valori del rapporto della  portata
scaricata  rispetto   allo   scarico   di   fondo   dovranno   essere
adeguatamente motivati. 
  Gli scarichi a battente, nel  loro  insieme  con  esclusione  dello
scarico di esaurimento, devono rendere possibile la vuotatura del 75%
del volume d'invaso del serbatoio a partire dalla  quota  massima  di
regolazione, in un periodo di 3 giorni se la capacita' del  serbatoio
e' inferiore o uguale a 50 milioni di m3, ovvero in 8  giorni  se  la
capacita' del serbatoio e' uguale o superiore a 200  milioni  di  m3;
per i valori intermedi si procedera' per interpolazione. 
  In casi ordinari le portate immesse in alveo durante  la  vuotatura
del serbatoio non debbono mettere in pericolo il territorio di valle. 
  Gli scarichi in pressione richiedono due organi di  intercettazione
in serie. 
  A  meno  che  non  sia   altrimenti   giustificato,   il   corretto
funzionamento dei dispositivi di scarico e  dei  relativi  organi  di
dissipazione di energia alla  restituzione  di  valle  dovra'  essere
verificato con prove su modello fisico. 
  La manovra degli organi di intercettazione  degli  scarichi  dovra'
essere effettuabile sia direttamente in  posto,  sia  a  distanza,  e
mediante almeno due fonti indipendenti di energia, oltre che a mano. 
  In relazione a prevedibili fenomeni di interrimento del  serbatoio,
gli scarichi di fondo, in particolare  gli  imbocchi,  devono  essere
opportunamente progettati  per  garantire  la  funzionalita'  durante
tutta la vita utile della diga. 
  Gli scarichi devono essere verificati nei  confronti  delle  azioni
sismiche, secondo quanto specificato al cap. C.6. 
  I serbatoi di laminazione, il cui volume di invaso e' almeno per  i
2/3 riservato alla laminazione delle piene, devono essere  dotati  di
opere  di  scarico  di  fondo  e,  quando  previsto,  di  mezzofondo,
presidiate  da  paratoie.  La  tipologia  e  la  funzionalita'  delle
paratoie saranno fissate secondo i criteri sopra richiamati. 
 
  C.2. - Onde da vento e da sisma nel serbatoio 
  In mancanza di piu'  precise  indagini  possono  essere  assunti  i
valori della massima ampiezza delle onde generate nel  serbatoio  dal
vento di velocita' U (km/ora) incrementati dalla risalita  contro  il
paramento dello sbarramento, dati nella tabella seguente. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  Si assume che il franco netto cosi' garantito sia  sempre  adeguato
nei confronti dell'onda generata dal sisma. 
 
  C.3. - Studio geologico 
  Lo  studio   geologico   deve   fornire   il   quadro   conoscitivo
dell'ambiente  fisico  che  accoglie  le  opere   sotto   i   profili
litologico,     strutturale,     sismotettonico,      geomorfologico,
idrogeologico e, piu' in generale,  di  pericolosita'  geologica  del
territorio. 
  Lo studio geologico e' in genere basato su: 
  - raccolta e studio di documenti esistenti; lo studio  di  immagini
da foto aeree e rilevamenti satellitari; 
  - rilevamenti sul terreno; 
  - indagini dirette ed indirette  nel  sottosuolo  (geofisiche,  con
sondaggi, con scavi accessibili). 
  Lo studio deve consentire la formulazione di un  modello  geologico
da prendere a riferimento per la progettazione delle  opere  e  degli
interventi. 
  Il modello geologico deve essere corredato  di  informazioni  sulla
distribuzione spaziale dei terreni, sugli elementi strutturali, sulla
storia geologica del  sito,  sulla  genesi  e  sulle  caratteristiche
fisiche significative dei diversi terreni. Esso  costituisce  per  il
progettista un riferimento per identificare i problemi  geotecnici  e
per definire il programma delle indagini geotecniche. 
 
  C.4. -Scelta del tipo di diga e criteri di esclusione 
  La scelta del tipo di diga e la determinazione del volume di invaso
devono essere  basati  su  studi  geologici,  idrologici,  idraulici,
geotecnici e sull'accertamento della disponibilita' dei materiali  da
costruzione. 
  E' esclusa la fattibilita' di nuove dighe di  calcestruzzo  qualora
siano presenti nella stretta di sbarramento strutture  sismogenetiche
in grado di produrre una accertata fagliazione di superificie. 
  E' esclusa la fattibilita' di dighe di  materiali  sciolti  se  nel
volume significativo sono presenti terreni liquefacibili o  solubili,
argille di elevata sensitivita',  cavita',  che  non  possano  essere
efficacemente  consolidati.  La   presenza   di   terreni   altamente
compressibili richiede la valutazione degli effetti, anche in caso di
sisma, sulla struttura. 
  E' esclusa la fattibilita' di dighe  di  qualsiasi  tipo  se  sulle
spalle  dell'opera  di  sbarramento,  anche  a  quote  superiori   al
coronamento della diga, esistono condizioni di  prevedibile  pericolo
di  frane  tali  da  costituire  pregiudizio  per  la  sicurezza  del
serbatoio. E' parimenti esclusa la fattibilita',  se  le  sponde  del
serbatoio   siano   interessate   da   frane   non   stabilizzate   o
preventivamente stabilizzabili, i  cui  effetti  possano  causare  il
raggiungimento di uno degli stati limite indicati al  cap.  C.6.;  la
stabilizzazione geotecnica e la sistemazione idraulica delle spalle e
delle sponde, anche a quota  superiore  al  coronamento  della  diga,
devono essere previste in progetto. 
 
  C.5. - Indagini e caratterizzazione geotecnica 
  Le indagini geotecniche sono definite dal progettista  in  funzione
delle scelte tipologiche dell'opera e degli interventi, tenendo conto
dello studio geologico del sito, per pervenire alla  valutazione  dei
parametri fisico-meccanici ed  idraulici  di  progetto  da  impiegare
nelle verifiche di sicurezza e di funzionalita'. 
  Le  indagini  geotecniche   devono   comprendere   in   particolare
l'accertamento delle caratteristiche di permeabilita' dei  terreni  e
delle rocce compresi nei volumi significativi dei diversi  manufatti,
in vista di specifici interventi e/o opere di  tenuta  idraulica.  In
previsione di interventi per  il  miglioramento  e  il  rinforzo  dei
terreni e  delle  rocce  e'  necessaria  una  specifica,  preventiva,
sperimentazione in sito per verificare l'idoneita' delle  metodologie
previste e l'efficacia dei trattamenti  effettuati;  in  particolare,
l'impiego   di   iniezioni   permeanti   richiede   la    valutazione
sperimentale, in sito, della permeabilita' alle previste miscele. 
  Particolari indagini e  controlli  devono  essere  predisposti  per
verificare  la  stabilita'  dei  versanti  nel  bacino  d'invaso   e,
particolarmente, nelle zone d'imposta delle spalle dello sbarramento. 
  Specifiche indagini ed analisi geotecniche devono essere  eseguite,
in zona sismica, per valutare  eventuali  significativi  fenomeni  di
amplificazione locale. 
  Durante gli scavi che precedono la costruzione  della  diga  verra'
eseguito   l'accertamento   continuo    della    rispondenza    delle
caratteristiche  dei  terreni  e  delle  rocce  alle  previsioni  del
progetto esecutivo. 
 
  C.6. - Stati limite 
  In generale, la  valutazione  della  sicurezza  dei  serbatoi  deve
essere  effettuata   con   riferimento   alle   seguenti   condizioni
caratteristiche: 
  1. normale funzionamento; 
  2. danni riparabili, senza rilascio incontrollato di acqua; 
  3. danni non riparabili, senza rilascio incontrollato di acqua; 
  4. danni che determinano il  rilascio  incontrollato  di  acqua,  o
comunque rischio di perdite di vite umane; 
  5. collasso della struttura. 
  L'uscita  o  l'entrata  nelle  varie   condizioni   caratteristiche
definiscono quattro stati limite, due di esercizio (Stato  Limite  di
immediata Operativita', SLO, e Stato Limite  di  danno,  SLD)  e  due
ultimi (Stato Limite di Salvaguardia della Vita, SLV, e Stato  Limite
di Collasso, SLC). 
  Lo stato limite SLO e' definito dall'uscita dalla condizione 1. 
  Lo stato limite SLD e' definito dal passaggio  dalla  condizione  2
alla condizione 3. 
  Lo stato limite SLV e' definito dal raggiungimento della condizione
4. 
  Lo stato limite SLC e' definito dal raggiungimento della condizione
5. 
  In  assenza  di  azione  sismica   e'   sufficiente   prendere   in
considerazione un solo stato limite di esercizio  (SLE),  coincidente
con SLD e un solo stato limite ultimo (SLU), coincidente con SLV. Per
le dighe non strategiche, in presenza di azioni sismiche, puo' essere
omessa la verifica allo stato limite di immediata Operativita' (SLO). 
  Ogni componente del serbatoio, critico  ai  fini  della  sicurezza,
deve essere preso in considerazione nei  riguardi  di  ciascun  stato
limite. 
  Devono  essere  prese  in   considerazione   almeno   le   seguenti
situazioni, corrispondenti al raggiungimento di stati  limite  ultimi
con perdita non controllata dell'acqua invasata: 
  1. instabilita' del corpo diga e dei terreni o ammassi rocciosi  di
imposta; 
  2. instabilita' per scorrimento, anche parziale, del corpo  diga  o
meccanismi di rottura locali; 
  3. rottura per erosione interna; fessurazioni nel corpo  diga,  nei
terreni o ammassi rocciosi di fondazione, negli elementi di tenuta  o
nelle superfici di contatto manufatto-terreno, tali da provocare  una
filtrazione incontrollata; 
  4. deformazioni del corpo diga e/o dei terreni o  ammassi  rocciosi
di fondazione, tali da provocare danni strutturali allo sbarramento o
la tracimazione; 
  5. instabilita' dei pendii che possano  provocare  la  tracimazione
della diga o danni strutturali; 
  6. rottura o danno degli organi di  scarico  e  in  generale  delle
opere  accessorie,  che  impediscano  il  deflusso  controllato   dal
serbatoio; 
  7. condizione di piena che porti alla tracimazione del  coronamento
con conseguenti danni gravi fino alla possibilita' di collasso  dello
sbarramento. 
  Gli stati limite di esercizio saranno precisati in progetto,  nelle
particolari situazioni,  con  stretto  riferimento  alle  prestazioni
richieste dall'opera e saranno  oggetto  di  specifiche  analisi  per
dimostrare che le soluzioni progettuali  sono  studiate  in  modo  da
contenerne gli effetti  entro  limiti  ammissibili.  L'ammissibilita'
sara' fissata  dal  progettista,  secondo  il  tipo  di  opera  nelle
differenti situazioni progettuali, in termini di sforzi, spostamenti,
gradienti piezometrici, portate filtranti, stato di fessurazione  nel
corpo diga, nei terreni ed in corrispondenza dei principali  contatti
tra materiali  diversi;  saranno  considerati  altresi'  i  possibili
effetti  reversibili  e  irreversibili  delle  temute  anomalie   sul
funzionamento degli scarichi e dei sistemi  di  misura  e  controllo,
anche in presenza di frane ed interrimento. 
  I principali stati limite di esercizio da considerare sono: 
  1. eccesso di tensioni  o  deformazioni  del  corpo  diga  e/o  nei
terreni di fondazione; 
  2. danneggiamento degli organi di scarico superficiali o profondi; 
  3. danneggiamento delle opere di derivazione; 
  4. danneggiamento dei sistemi di misura e controllo. 
 
  C.7. - Azioni 
  In generale le azioni da considerare nelle verifiche sono: 
  - il peso proprio 
  - la spinta idrostatica 
  - le coazioni d'origine termica e da ritiro 
  - le sottospinte 
  - la spinta del ghiaccio 
  - la spinta dovuta all'interrimento 
  - l'azione sismica 
  Le azioni dovranno essere valutate come di seguito indicato  e  tra
loro combinate con i criteri esposti al cap.C.8. 
 
  C.7.1 Peso proprio 
  L'azione del peso proprio e' data dal peso dello sbarramento e  dal
peso delle opere accessorie gravanti  sulla  diga  medesima.  Se  del
caso, si terra' conto delle sequenze costruttive  e  d'iniezione  dei
giunti sulla distribuzione degli sforzi di peso proprio. 
 
  C.7.2. Spinta idrostatica 
  La spinta idrostatica sul paramento a monte sara' valutata  facendo
riferimento alle situazioni progettuali indicate per le  combinazioni
delle azioni. 
  La spinta idrostatica sul paramento a  valle,  sara'  trascurata  o
corrispondera' alla condizione piu' sfavorevole. 
 
  C.7.3 Coazioni d'origine termica e da ritiro 
  Per le dighe murarie dovra' essere  valutato  lo  stato  tensionale
conseguente ai fenomeni di sviluppo  e  dissipazione  del  calore  di
idratazione del  legante,  al  ritiro  ed  alle  variazioni  termiche
ambientali. 
  Nella valutazione del campo termico si dovra'  tenere  conto  delle
caratteristiche del calcestruzzo, delle  condizioni  ambientali,  dei
metodi  di  posa  in  opera  e  degli  eventuali   provvedimenti   di
raffreddamento artificiale. Per l'andamento annuale della temperatura
dell'aria e dell'acqua si adottera' una legge sinusoidale; il massimo
ed il  minimo  saranno  i  valori  osservati  in  un  arco  di  tempo
sufficientemente lungo; in assenza di tali dati si fara'  ricorso  ai
valori desumibili dalle stazioni meteorologiche prossime al sito.  In
difetto di valutazioni  approfondite  e  documentate,  l'effetto  del
ritiro e dell'esaurimento del calore  di  presa  sara'  equiparato  a
quello di un abbassamento termico da stimarsi  con  riferimento  alle
caratteristiche  delle  miscele  ed  al  tipo  di  struttura,   delle
condizioni climatiche della zona, della successione  dei  getti,  che
comunque dovra' risultare almeno compreso fra 5° C e 10° C. Il valore
caratteristico della differenza di temperatura  da  utilizzare  nella
combinazione delle azioni  deve  essere  valutato  sulla  base  delle
condizioni ambientali e di esposizione della diga. 
 
  C.7.4 Sottospinte 
  Per le dighe di calcestruzzo le sottospinte dovute  alle  pressioni
interstiziali  devono  essere  valutate,  in   corrispondenza   delle
discontinuita' (superficie e ammasso di fondazione, riprese di getto)
e in particolare di ogni altra superficie tracciata  nel  corpo  diga
e/o nel  terreno  di  fondazione,  in  funzione  dei  dispositivi  di
drenaggio. I valori  caratteristici  delle  sottospinte  sono  quelli
indicati al cap. D.2.2. 
 
  C.7.5 Spinta del ghiaccio 
  Per  dighe  in  zone  in  cui  e'  possibile  la  formazione  sulla
superficie del serbatoio di  uno  strato  di  ghiaccio  con  spessore
superiore a 20 cm, sara' considerata tra le azioni la relativa spinta
orizzontale,  il  cui  valore  caratteristico  puo'  essere   assunto
corrispondente alla pressione di 150 kPa, applicata sulla  proiezione
verticale della superficie di contatto tra ghiaccio e paramento della
diga. 
 
  C.7.6 Spinta dovuta all'interrimento 
  Il valore caratteristico della spinta  dovuta  all'interrimento  e'
quello massimo stabilito in progetto in  funzione  del  fenomeno  del
trasporto solido, del volume morto del serbatoio e  del  progetto  di
gestione dell'invaso e, comunque, nel  rispetto  della  funzionalita'
degli organi di scarico e di presa. 
 
  C.7.7 Azioni sismiche 
 
  C.7.7.1 - Criteri generali 
  Le azioni sismiche di progetto, in  base  alle  quali  valutare  il
rispetto della sicurezza nei diversi stati limite, si  definiscono  a
partire  dalla  "pericolosita'  sismica  di   base"   del   sito   di
costruzione. In  assenza  di  specifici  studi  sismotettonici  e  di
pericolosita' sismica, si fa riferimento a quanto definito nelle NTC.
Le azioni sono  definite  in  termini  di  accelerazione  orizzontale
massima  attesa  ag  in  condizioni  di  campo  libero,  su  sito  di
riferimento rigido con superficie topografica orizzontale, nonche' di
ordinate dello spettro di risposta elastico in accelerazione ad  essa
corrispondente,  con  riferimento  a   prefissate   probabilita'   di
eccedenza PVR nel periodo di riferimento VR, come definiti nelle NTC.
E' ammesso l'uso di accelerogrammi, purche' correttamente commisurati
alla pericolosita' sismica del sito, nei limiti e con le prescrizioni
di cui alle stesse NTC. 
  Le forme spettrali sono definite per ciascuna delle probabilita' di
superamento nel periodo di riferimento PVR. 
  Per le dighe ubicate in aree  per  le  quali  l'azione  sismica  di
progetto per un TR = 475 anni deve essere riferita ad un valore ag  >
0.15  g  (come  definito  nelle  NTC),  e'   necessario   lo   studio
sismotettonico del sito, da cui fare  derivare  l'azione  sismica  di
progetto, i cui effetti non devono comunque risultare meno gravosi di
quelli  corrispondenti  all'azione  sismica   definita   nelle   NTC,
relativamente a sito di riferimento rigido con superficie topografica
orizzontale. 
 
  C.7.7.2 - Periodo di riferimento per l'azione sismica 
    
  Il periodo di riferimento, VR , per l'azione sismica e' definito in
  funzione della vita nominale, VN, e del coefficiente  d'uso,  CU  ,
    
  dalla relazione: 
  VR = VN · C 
  Dette: "Dighe di dimensioni contenute": le dighe che non superano i
15 metri di altezza  e  che  determinano  un  volume  di  invaso  non
superiore a 1.000.000 di metri cubi, "grandi  dighe":  le  dighe  che
superano i 15 metri di altezza o che determinano un volume di  invaso
superiore a 1.000.000 di metri cubi, ai fini della determinazione del
periodo di riferimento per l'azione sismica si definiscono: 
  A. "Dighe di importanza strategica" o "strategiche",  le  dighe  la
cui funzionalita' durante  e  a  seguito  di  eventi  sismici  assume
rilievo fondamentale per le finalita' di protezione civile: le  dighe
cosi'  classificate  in  base  ai  Decreti  del  Dipartimento   della
protezione civile; le dighe cosi' classificate in base a  regolamenti
regionali; per queste ultime, in assenza di specifica  individuazione
o classificazione si definiscono strategiche le dighe che  realizzano
serbatoi a prevalente utilizzazione idroelettrica o potabile; 
  B. "Dighe rilevanti per le conseguenze di un  eventuale  collasso":
tutte le  grandi  dighe;  le  dighe  cosi'  classificate  in  base  a
regolamenti regionali; 
  C. "Dighe di importanza normale": tutte le dighe  non  appartenenti
alle fattispecie A e  B  (si  tratta  solo  di  dighe  di  dimensioni
contenute). 
  Di seguito si riporta  la  tabella  riepilogativa  che  contiene  i
valori della vita nominale e dei coefficienti d'uso da adottare nelle
verifiche, come definiti nelle NTC. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  C.7.7.3 - Azioni inerziali dell'acqua contenuta nel serbatoio. 
  In mancanza di piu' accurate  valutazioni,  le  azioni  di  inerzia
dell'acqua, da aggiungere a quelli di inerzia  della  massa  muraria,
possono essere assimilate  ad  una  distribuzione  di  pressione  sul
paramento  a  monte  della  diga  che,  nel  caso   di   corpo   diga
sufficientemente rigido, vale: 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  a = accelerazione orizzontale massima al sito; 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  Nelle predette espressioni si definiscono: 
  a) permanenti (G): le azioni che agiscono durante tutta la vita 
  nominale della costruzione la cui variazione di intensita' nel 
  tempo e' cosi' piccola e lenta da poterle considerare con 
  sufficiente approssimazione costanti nel tempo: peso proprio  della
diga; spinte dell'acqua; eventuali spinte degli interrimenti (G1 ); 
  • peso proprio di tutti gli elementi non strutturali, ove rilevanti
(G2 ); 
  • ritiro e viscosita'; 
b) variabili  (Q):  le  azioni  sulla   struttura   o   sull'elemento
  strutturale   con   valori   istantanei   che   possono   risultare
  sensibilmente diversi fra loro nel tempo: 
  • di lunga durata: agiscono con un'intensita' significativa,  anche
non continuativamente, per un tempo non  trascurabile  rispetto  alla
vita nominale della struttura, quali le coazioni di  origine  termica
dovute alle variazioni di temperatura esterna; 
  • di breve durata: agiscono per un periodo di tempo breve  rispetto
alla vita nominale della struttura,  quali  le  coazioni  di  origine
termica determinate dallo sviluppo del calore di idratazione  durante
il processo di presa del calcestruzzo, la spinta del ghiaccio; 
c) eccezionali (A): le azioni che si verificano solo  eccezionalmente
  nel corso della vita nominale della  struttura  ed  in  particolare
  l'incremento di spinta dell'acqua in condizioni di massimo invaso; 
d) sismiche (E): azioni derivanti dai terremoti. Per la  combinazione
  tra azioni sismiche nelle direzioni orizzontali (parallela al piano
  della sezione maestra della diga x e ad essa ortogonale y) e  nella
  direzione verticale z si assumeranno  i  seguenti  coefficienti  di
  concomitanza: 
 
Tab. C5 
    

|=====================================|=========|=========|=========|
|              direzione              |    x    |    y    |    z    |
|=====================================|=========|=========|=========|
|                                     |    1    |   0.3   |   0.3   |
|           coefficienti di           |---------|---------|---------|
|            concomitanza             |   0.3   |    1    |   0.3   |
|                                     |---------|---------|---------|
|                                     |   0.3   |   0.3   |    1    |
|=====================================|=========|=========|=========|

    
  Si definiscono, in particolare, le seguenti combinazioni di carico: 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  C.9. - Verifiche della sicurezza e delle prestazioni 
  Le verifiche per la sicurezza e le prestazioni devono essere svolte
conformemente ai principi contenuti nel cap.2 delle NTC. 
  Le verifiche hanno lo scopo di garantire che,  sotto  ogni  aspetto
(idraulico, strutturale, geotecnico), l'impianto nel suo complesso  e
i singoli elementi che lo compongono siano proporzionati con adeguati
margini di sicurezza nei confronti di tutti i possibili stati  limite
(ultimi, di esercizio). 
  La sicurezza e'  ottenuta  applicando  coefficienti  parziali  alle
azioni o all'effetto delle azioni, alle resistenze dei  materiali  ed
alle resistenze globali. 
  Devono essere adottati  i  valori  dei  coefficienti  di  sicurezza
parziali  riportati  nelle  NTC,   salvo   quanto   diversamente   ed
esplicitamente indicato nel seguito. 
  Per ciascuno stato limite, conformemente  alle  prescrizioni  delle
NTC, deve essere rispettata la condizione: 
  Ed ) ≤ Rd ) 
    
  dove Ed ) e' il  valore  di  progetto  dell'azione  o  dell'effetto
    
  dell'azione e Rd ) e' la resistenza di progetto del sistema. 
  Nelle verifiche nei confronti degli stati limite strutturali  (STR)
e geotecnici (GEO) di cui al § 2.6.1 delle NTC, i valori di Ed  e  di
Rd si valutano adoperando, in alternativa, i due approcci progettuali
illustrati nello stesso § 2.6.1 delle NTC, denominati Approccio  1  e
Approccio 2. 
  Nell'Approccio 1 si impiegano due diverse combinazioni di gruppi di
coefficienti parziali, rispettivamente definiti per le azioni, per la
resistenza dei materiali e, eventualmente, per la resistenza  globale
del sistema. Nell'Approccio 2 si impiega  un'unica  combinazione  dei
gruppi di coefficienti  parziali  definiti  per  le  azioni,  per  la
resistenza dei materiali e, eventualmente, per la resistenza globale. 
  I valori dei coefficienti di sicurezza  parziali  sulle  proprieta'
meccaniche dei terreni stabiliti dalle NTC si riferiscono al criterio
di resistenza di Mohr-Coulomb. Nel caso in cui si faccia  uso  di  un
criterio di resistenza diverso, ai relativi parametri  di  resistenza
dovranno  essere  applicati  coefficienti   di   sicurezza   parziali
congruenti con quelli previsti dalle NTC. 
 
  C.10. - Stabilita' delle sponde 
  Le condizioni di  sicurezza  delle  sponde  lungo  i  versanti  che
delimitano l'invaso,  devono  essere  verificate  nei  confronti  dei
possibili stati limite, comprendendo, tra questi, in  funzione  anche
dei  volumi  mobilitabili,  la   possibilita'   di   ostruzione   e/o
danneggiamento degli scarichi, la formazione di onde,  l'innalzamento
del livello di invaso, alle quali possa  conseguire  la  tracimazione
della diga. Le verifiche devono riguardare sia le condizioni statiche
delle sponde sia le loro condizioni durante e dopo il sisma. 
  Le indagini per lo studio  della  stabilita'  delle  sponde  devono
comprendere   l'accertamento   delle    condizioni    geologiche    e
geomorfologiche  dei  relativi  versanti   e   la   caratterizzazione
geotecnica dei terreni e delle rocce,  con  particolare  riguardo  ai
parametri di resistenza e al regime delle pressioni interstiziali nel
sottosuolo. Particolare attenzione alla stabilita' delle sponde  deve
essere destinata nei serbatoi per la  laminazione  delle  piene,  con
specifico riferimento alle condizioni di invaso e svaso rapidi. 
  Le  verifiche  di  sicurezza  devono  essere  svolte   secondo   le
indicazioni delle NTC. 
 
  C.11. - Monitoraggio 
  I progetti devono comprendere un piano generale degli apparecchi  e
dispositivi di controllo del comportamento, da installare  nel  corpo
diga e nei terreni di fondazione, per  il  relativo  inserimento  nel
Foglio di condizioni per la costruzione e nel  Foglio  di  condizioni
per l'esercizio e la manutenzione,  di  cui  al  Regolamento  per  la
disciplina del  procedimento  di  approvazione  dei  progetti  e  del
controllo  sulla  costruzione  e  l'esercizio  degli  sbarramenti  di
ritenuta. 
  L'acquisizione e  l'elaborazione  delle  osservazioni  sperimentali
dovranno  garantire  la  continua  verifica  della  rispondenza   del
comportamento reale dell'opera a quello atteso. 
  Sono di norma da prevedere osservazioni  e  misure  delle  seguenti
grandezze: grandezze meteorologiche; livelli nel  serbatoio  e  nelle
eventuali falde a valle; portate e volumi scaricati; perdite  d'acqua
dalla struttura e dal suo contorno; temperature esterne  ed  interne;
sottopressioni e/o pressioni interstiziali al fine di  controllare  i
processi di filtrazione  determinati  dall'invaso;  tensioni  totali,
deformazioni e spostamenti della struttura, dei terreni di fondazione
e delle eventuali aree instabili  o  potenzialmente  instabili  sulle
sponde; registrazioni in occasione di eventi sismici. 
  Gli strumenti di misura devono essere idonei alla  teletrasmissione
in tempo reale dei dati acquisiti secondo il  protocollo  informatico
definito dall'Autorita' di controllo. Le  misure  strumentali  devono
potersi in ogni  caso  acquisire  anche  con  lettura  diretta  dallo
strumento  e  devono  essere  archiviate  anche   localmente,   nello
strumento stesso o presso la casa di guardia. 
  Nel piano di cui al primo comma, dovranno anche indicarsi i tipi di
strumenti e  la  frequenza  delle  osservazioni  di  ciascuna  specie
durante  la  costruzione,  gli  invasi  sperimentali  e  il   normale
esercizio. 
  Nel  corso  della   costruzione   dell'opera   di   sbarramento   e
dell'esercizio   sperimentale,   dovranno   essere   progressivamente
aggiornati i modelli geologici, i modelli  geotecnica,  e  i  modelli
idrologici e  idraulici,  nonche'  i  modelli  comportamentali  dello
sbarramento, da utilizzare per la migliore interpretazione  dei  dati
di monitoraggio, ai fini anche delle attivita' di collaudo. 
  Durante gli scavi che precedono la costruzione  della  diga  verra'
eseguito   l'accertamento   continuo    della    rispondenza    delle
caratteristiche  dei  terreni  e  delle  rocce  alle  previsioni  del
progetto esecutivo. 
 
  D. DIGHE DI CALCESTRUZZO 
 
  D.l. - Caratteristiche generali 
  La tenuta e' di norma assicurata dal corpo  diga  medesimo  o,  per
tipi particolari, da ulteriori dispositivi sul paramento di monte. 
  Con riferimento alla statica si distinguono strutture: 
  a) a gravita', di calcestruzzo ordinario o rullato; 
  b) a gravita' alleggerite; 
  c) a volta, del tipo ad arco, arco gravita' o cupola. 
 
  D.1.1. Materiali e controlli 
 
  D.1.1.1 Calcestruzzo 
  Le caratteristiche dei componenti, la distribuzione  granulometrica
e la dimensione massima degli  aggregati,  la  dose  di  cemento,  il
rapporto acqua-cemento, la specie e la dose di eventuali additivi, il
procedimento di confezione, trasporto, posa in opera e  compattazione
dovranno  conferire  al  calcestruzzo   i   migliori   requisiti   di
omogeneita', compattezza, tenuta idraulica,  resistenza  meccanica  e
durabilita',  con  particolare  riferimento  all'azione   del   gelo,
all'azione chimica  dell'acqua  del  serbatoio  ed  all'azione  degli
agenti atmosferici. 
  Per  la  confezione  del  calcestruzzo  ordinario  sara'  adoperato
cemento della composizione  piu'  opportuna  sia  per  la  resistenza
meccanica a lunga maturazione, sia per  lo  sviluppo  del  calore  di
idratazione, per  il  ritiro  e  per  la  resistenza  all'aggressione
chimica. In linea generale sono da preferire  cementi  pozzolanici  a
basso calore di idratazione, a lenta presa e lento  incremento  della
resistenza. 
  Nei getti massivi, per ridurre l'incremento di  temperatura  dovuto
alle reazioni  di  idratazione  del  cemento,  e  per  migliorare  la
lavorabilita'  e  la  durabilita'  dei   calcestruzzi   agli   agenti
atmosferici,  potranno  essere  adoperate  ceneri   volanti.   Queste
dovranno essere sottoposte a prove di  accettazione,  riguardanti  la
massa volumica, la finezza, la perdita  al  fuoco,  il  contenuto  di
cloruri,  solfati  e  calce  libera,  l'attivita'   pozzolanica,   ed
eventuali altre caratteristiche in relazione al tipo di cenere. 
  In sede di progettazione definitiva verranno  eseguiti,  presso  un
laboratorio  ufficiale,  prove  preliminari  sulla  composizione  del
calcestruzzo,  con  gli  aggregati,  gli  additivi  ed   il   cemento
prescelti; la sperimentazione verra' a precisare la composizione  del
calcestruzzo per ottenere le  migliori  caratteristiche  relative  al
particolare uso. Dovranno essere documentate pure le  caratteristiche
del calcestruzzo in assenza di additivi. Prima della  costruzione  si
procedera' ad una serie di prove di qualifica, presso un  laboratorio
autorizzato, da prendere a riferimento per i  controlli  in  fase  di
costruzione. 
  In linea generale per la  composizione  prescelta  dovranno  essere
determinati le caratteristiche  chimico  fisiche  dei  componenti  la
miscela  e  per  il  calcestruzzo  fresco:  la  massa  volumica,   la
lavorabilita',  i  tempi  di  inizio  e  fine  presa   alle   diverse
temperature ambiente  prevedibili  durante  la  costruzione;  per  il
calcestruzzo indurito a 7, 28,  90  giorni,  la  massa  volumica,  le
resistenze a compressione  e  a  trazione,  il  modulo  elastico,  lo
scorrimento  viscoso,  il  ritiro,  il  coefficiente  di  dilatazione
lineare, la determinazione, con il metodo adiabatico, del  calore  di
idratazione, con particolare riferimento alle velocita'  di  sviluppo
della temperatura del calcestruzzo, la permeabilita',  la  resistenza
al gelo. 
  In fase  di  getto  particolare  cura  dovra'  essere  posta  nello
spandimento in  strati  uniformi  e  nella  compattazione  con  mezzi
meccanici di vibrazione, alla quale  sara'  commisurato  lo  spessore
massimo degli strati. 
  La sequenza e le condizioni di getto  saranno  programmate  tenendo
conto delle condizioni climatiche  in  relazione  allo  sviluppo  del
calore  di  idratazione  in  condizioni  adiabatiche,  del  tipo   di
struttura, della distanza tra i giunti, della lunghezza degli  strati
da monte a valle, della sequenza dei getti e del tipo dei casseri,  e
del tempo trascorso tra il momento del getto e l'inizio  della  presa
del calcestruzzo dello strato sottostante. 
  In funzione del tempo massimo, oltre il quale il piano  di  ripresa
e' da considerarsi "giunto freddo", intendendosi con "giunto  freddo"
quello in cui l'avvenuta presa del calcestruzzo sottostante impedisce
l'adesione fra gli strati dovranno  essere  progettualmente  indicati
gli interventi sulle superfici di ripresa dei  getti.  Nelle  riprese
dopo sospensioni a  lungo  termine  sono  da  adottare  provvedimenti
integrativi per  la  tenuta  e/o  il  drenaggio  in  prossimita'  del
paramento a monte. 
  Durante la costruzione verranno sistematicamente controllate le 
  caratteristiche del calcestruzzo prelevando campioni dai getti e 
  sottoponendoli a prove nel laboratorio di cantiere. Ulteriori 
  verifiche dovranno essere eseguite presso laboratori ufficiali. I 
  risultati saranno elaborati e riassunti con criteri statistici. Nel 
  primo periodo dei getti la frequenza dei prelievi per le  prove  di
compressione e trazione sara' di almeno un prelievo per ogni 500 m3 
  di impasto e, comunque, non inferiore ad un prelievo per ogni 
  giorno di lavoro fino a trenta prelievi. Successivamente, la 
  frequenza potra' essere ridotta, ma non al di sotto di un  prelievo
ogni 3000 m3 di impasto oppure di un prelievo ogni tre giorni di 
  getto. 
  Con i risultati delle  prove  effettuate  verranno  determinate  le
resistenze caratteristiche, secondo le disposizioni di cui  alle  NTC
relative alle opere di calcestruzzo. 
 
  D.1.1.2 Calcestruzzo rullato 
  Il calcestruzzo rullato (RCC) e' un conglomerato composto da 
  aggregati, acqua e leganti, posto in opera per strati continui di 
  spessore generalmente previsto di 30 cm, come nei rilevati e 
  compattato con rulli vibranti. Il legante e' generalmente 
  costituito da cemento Portland o pozzolanico e ceneri volanti o 
  materiali pozzolanici. La dose minima di legante per il corpo  diga
non puo' essere inferiore a 150 kg/m3 e il diametro massimo degli 
  aggregati e' generalmente inferiore a 100 mm. 
  Per cemento, aggregati, ceneri, additivi e conglomerato valgono  le
disposizioni di  cui  al  cap.  D.1.1.1,  estendendo  il  periodo  di
stagionatura fino ad almeno 180 giorni. 
  Negli studi e nelle prove preliminari e' necessario determinare  il
contenuto di acqua della miscela, sia in rapporto alle  quantita'  di
cemento e cenere, sia nei riguardi della consistenza del calcestruzzo
fresco,  che  deve  essere  lavorabile  per  compattazione   mediante
rullatura. Dovranno inoltre essere  eseguite  prove  (in  sito  o  in
laboratorio) per la determinazione della resistenza a compressione, a
trazione e allo scorrimento sulle superfici di sovrapposizione  degli
strati e di permeabilita' al contatto tra questi. 
  La stesa degli strati (spessore e tempo di ricopertura) e i  metodi
di rullatura devono essere definiti in progetto. Questi  ultimi  sono
finalizzati al conseguimento di una densita'  non  inferiore  al  95%
della massa volumica ottenuta in laboratorio nelle  prove  effettuate
in fase di progetto. Il progetto  dovra'  definire  anche  i  diversi
trattamenti da attuare sulle superfici di ripresa per i casi  in  cui
il ricoprimento avvenga entro od oltre il tempo limite di  formazione
del giunto "freddo".  Successivamente  ai  getti  verranno  eseguiti,
mediante taglio con attrezzatura  adeguata,  i  giunti  verticali  di
contrazione, protetti a monte da dispositivi di tenuta.  La  distanza
tra i giunti deve essere stabilita a  seguito  di  uno  studio  delle
tensioni di origine termica, con  particolare  riferimento  a  quelle
connesse con lo sviluppo del calore di idratazione. 
  Al fine di verificare tempi,  sequenze,  modalita',  lavorazioni  e
trattamenti, dovra' essere  eseguita  fuori  dall'impronta  diga  una
"stesa sperimentale" di idonee dimensioni costituita da  piu'  strati
sovrapposti, effettuata con l'impasto, la tecnica ed  il  macchinario
prescelti. 
  La permeabilita' del calcestruzzo in opera, non dovra'  superare  i
10-8 ÷10-10 m/s, a meno che la tenuta sia demandata a dispositivo 
  indipendente dal corpo diga, ubicato in corrispondenza del 
  paramento   di   monte   (rivestimento   in   calcestruzzo   armato
convenzionale, con geomembrane, ecc.). 
 
  D.1.2. - Stati limite e situazioni progettuali 
  Per  i  diversi  stati  limite  dovranno  essere   considerate   le
situazioni progettuali riportate al cap. C.6. 
  In  particolare  le  verifiche  allo  stato   limite   ultimo   per
scorrimento saranno condotte secondo quanto indicato al  cap.  D.2.2.
1. 
 
  D.l.3. - Analisi sismiche 
  Le analisi sismiche delle dighe  di  calcestruzzo  potranno  essere
eseguite con riferimento ai metodi di seguito specificati. 
 
  Analisi pseudostatiche 
  Nel caso dell'analisi pseudostatica  si  applicano  alla  diga,  in
aggiunta  agli  altri  carichi  gia'  presenti,  le  forze  d'inerzia
prodotte dal sisma, rappresentate da carichi statici  equivalenti,  e
la sovrappressione dinamica come indicato nel cap. C.7.7.3. 
  La risultante delle forze di inerzia orizzontali e' calcolata  come
prodotto del coefficiente sismico per la massa  della  struttura.  Il
valore del coefficiente sismico dipende dal periodo  fondamentale  di
vibrazione  della  struttura  e  si  ricava  dallo  spettro  elastico
definito al cap. C.7.7. 1. 
  Nella valutazione del periodo proprio  della  struttura  si  terra'
conto delle caratteristiche del corpo diga, del livello di  invaso  e
dell'interazione con i terreni di fondazione. 
  Lo spettro elastico potra' essere ridotto  per  tener  conto  dello
smorzamento complessivo. Questo puo' assumersi  pari  al  5%  per  il
corpo  diga,  eventuali  incrementi  per  tener  conto  del   livello
dell'acqua di invaso e dell'interazione  con  i  terreni  di  imposta
devono essere adeguatamente motivati. 
  Al fine della valutazione della risposta, e' possibile  scalare  lo
spettro elastico per tener conto di  eventuali  deformazioni  residue
nell'ammasso di fondazione e nel corpo diga, se  compatibili  con  la
condizione di verifica dello stato limite della diga stessa, mediante
metodi di comprovata validita'. 
  Si terra' conto di  un  adeguato  criterio  della  gerarchia  delle
resistenze, incrementando in modo opportuno le azioni di verifica del
corpo diga rispetto a  quelle  di  verifica  della  fondazione,  come
conseguenza di possibili sopraresistenze della fondazione rispetto ai
valori dei parametri assunti per la verifica. 
  Nella verifica, se il  corpo  diga  puo'  considerarsi  rigido  per
l'azione  sismica   verticale   e   qualora   possa   ritenersi   che
l'interazione con il terreno non  modifichi  la  risposta  all'azione
verticale,  l'azione  verticale  stessa  puo'  assumersi  pari   alla
accelerazione verticale di picco del terreno, come definita nella NTC
al punto 3.2.3.2.2. Quando l'interazione con il terreno dia luogo  ad
un periodo  proprio  del  moto  verticale  maggiore  di  0.03  s,  si
valutera' la forza d'inerzia  verticale  con  le  stesse  metodologie
utilizzate per valutare la forza d'inerzia orizzontale. 
  La combinazione delle due componenti puo' stimarsi come indicato al
punto 7.3.5 della NTC. 
  Per le dighe a gravita' ordinarie, ove adeguatamente  giustificato,
e' consentito l'uso di  modelli  piani  riferiti  ai  singoli  conci.
Particolare attenzione dovra' essere rivolta ai casi per i  quali  il
comportamento tridimensionale puo' essere significativo, quali  conci
adiacenti tra loro interconnessi (ad esempio quando i giunti non sono
estesi a tutta l'altezza della diga), curvatura  significativa  della
diga in pianta, valle profonda e stretta. Nelle analisi si  considera
l'azione sismica agente nelle direzioni orizzontali e verticali con i
criteri esposti nel cap. C.8. 
  Gli effetti delle discontinuita' nelle strutture - quali ad esempio
la presenza del  giunto  tra  la  struttura  e  il  pulvino,  bruschi
cambiamenti di sezione, di rigidezza o di allineamento  -  richiedono
particolari valutazioni. 
  Qualora si adotti l'analisi statica non lineare e si  ipotizzi  che
la struttura e le sue fondazioni possano subire  anche  significative
escursioni in campo non lineare  il  comportamento  dei  materiali  e
delle interfacce deve  essere  modellato  motivando  adeguatamente  i
parametri di resistenza adottati nonche' il criterio per  individuare
il sistema equivalente ad  un  grado  di  liberta'  per  valutare  lo
spostamento massimo dato lo spettro di risposta dell'azione. Dovranno
essere effettuate adeguate valutazioni parametriche per tener  conto,
in  modo  cautelativo,  della  incertezza  nella  determinazione  dei
parametri del modello. 
 
  Analisi dinamiche 
  Con l'analisi dinamica si calcola la risposta  sismica  della  diga
utilizzando modelli numerici lineari o non lineari della struttura  e
dell'ammasso roccioso di fondazione. 
  Il moto sismico puo' essere  definito  mediante  accelerogrammi  o,
nelle analisi  lineari,  come  spettro  di  risposta;  se  specifiche
analisi prevedono che differenti zone della fondazione possano essere
soggette a differente scuotimento, si puo' ricorrere all'analisi  con
eccitazione  multipla,   utilizzando   procedimenti   adeguati   alla
complessita' del problema. Comunque si dovra'  valutare  la  risposta
nel caso di azione sincrona. 
  Nelle analisi si considera l'azione sismica agente nelle  direzioni
orizzontali e verticale con i criteri esposti nel cap. C.8. 
 
  D.l.4. - Particolari costruttivi 
 
  Coronamento 
  La larghezza del coronamento dovra' essere tale  da  consentire  il
transito con mezzi adeguati per la sorveglianza  e  la  manutenzione.
Detta  larghezza  deve  comunque  consentire  la  percorribilita'  in
sicurezza del coronamento e non dovra' essere inferiore a 4  m;  alle
estremita' saranno previste apposite piazzole di manovra. 
 
  Scarico di superficie in corpo diga 
  Il profilo della sommita' e del  paramento  di  valle  delle  dighe
tracimabili deve essere conformato in  modo  che  la  vena  sfiorante
aderisca, con contenute depressioni, su tutta l'altezza,  ovvero  che
se ne distacchi subito dopo la soglia sommitale; in  questo  caso  si
deve provvedere, con dispositivi adeguati, all'aerazione della  vena.
Con l'ausilio  di  modelli  fisici,  saranno  studiati  provvedimenti
protettivi dalle erosioni alla base della struttura. 
  Per le dighe di calcestruzzo rullato,  al  getto  con  calcestruzzo
convenzionale della soglia di sommita', si abbinano, per  lo  scivolo
lungo  il  paramento  di  valle,  soluzioni   sia   in   calcestruzzo
tradizionale, sia in calcestruzzo rullato con gradonatura  di  alzata
pari all'altezza di uno strato o suo multiplo, su  cui  la  corrente,
saltando dissipa parte della  propria  energia.  Per  questa  seconda
soluzione  saranno  da  studiare  per  lo  scivolo  sia  gli  aspetti
idraulici (lama  d'acqua  emulsionata),  sia  gli  aspetti  meccanici
connessi alle sollecitazioni dinamiche di compressione e trazione che
si  verificano  sulle  superfici  orizzontali   e   verticali   della
gradonatura. 
 
  Cunicoli di ispezione,drenaggi e condotti in corpo diga 
  Entro la struttura, in prossimita' del piede del paramento di monte
e lungo l'intero sviluppo di esso, e' da disporre, quando e  dove  lo
spessore, anche  agli  effetti  statici,  lo  consente,  un  cunicolo
praticabile, al quale faranno  capo  le  estremita'  superiori  delle
perforazioni drenanti in fondazione e le estremita'  inferiori  delle
canne drenanti nella struttura. 
  Il  sistema  di  raccolta  delle  portate  di   permeazione   sara'
realizzato in modo da consentire  l'individuazione  dell'origine  dei
flussi idrici; per il deflusso  delle  acque  a  valle  sara'  sempre
privilegiata la soluzione a gravita'. 
  Il  cunicolo  dovra'  avere  dimensioni  che  consentano  l'agevole
esecuzione di successive perforazioni ed iniezioni. 
  Per le dighe di calcestruzzo rullato eventuali condotti di scarico,
qualora non sia possibile ubicarli esternamente, al fine  di  evitare
interferenze con il sistema costruttivo  a  getto  continuo,  saranno
incorporati nella diga in getti di calcestruzzo tradizionale. 
 
  Fondazione 
  Gli scavi  saranno  condotti  con  gli  accorgimenti  affinche'  la
superficie finale risulti fresca e non sconnessa. 
 
  Prima di iniziare il getto del calcestruzzo si dovra'  controllare,
zona per zona, che la  superficie  di  fondazione  non  abbia  subito
alterazioni. Essa verra' ripulita con  getti  di  acqua  ed  aria  in
pressione ed i detriti saranno accuratamente asportati. 
  Nella  fondazione  sara'  realizzato  uno  schermo  di  tenuta  con
iniezioni di cemento o di altre idonee sostanze. Iniezioni cementizie
sono da eseguire anche lungo il piede del paramento a monte  ai  fini
della tenuta fra roccia e struttura muraria. 
 
  Giunti di dilatazione 
  Per le dighe a gravita' di calcestruzzo rullato i  giunti  potranno
essere realizzati con taglio dello  strato,  eseguito  immediatamente
dopo la compattazione o successivamente  sul  calcestruzzo  indurito,
con metodi atti  ad  assicurare  continuita'  e  planarita',  nonche'
verticalita'   della   traccia   del   taglio   sui   paramenti.   In
corrispondenza del paramento  di  monte  dovranno  essere  introdotti
dispositivi di tenuta. 
  Idonee soluzioni dovranno essere studiate e giustificate quando nel
calcolo si ammetta la collaborazione tra conci adiacenti. 
 
  D.2. - Dighe a gravita' 
 
  D.2.1. - Caratteristiche generali 
  Si definiscono a gravita' ordinarie le strutture  di  calcestruzzo,
posto in opera secondo quanto  stabilito  al  cap.  D.1.1.,  ad  asse
planimetrico rettilineo o a debole curvatura, con profilo trasversale
fondamentale triangolare a sezioni orizzontali piene, divise in conci
da giunti permanenti, secondo piani normali al  loro  asse,  posti  a
distanze sufficienti a prevenire fessurazioni da cause termiche o  da
ritiro. 
  Si definiscono a gravita' alleggerite le strutture, a speroni  e  a
vani interni, costituite da una successione di elementi  indipendenti
(speroni) con profilo fondamentale triangolare, a reciproco  contatto
lungo il paramento di monte ed, eventualmente, anche in  tutto  o  in
parte lungo quello di valle e con superfici laterali distanziate  nel
tratto intermedio; gli elementi  possono  essere  pieni  o  cavi  nel
tratto mediano delle sezioni orizzontali. 
 
  D.2.2. - Verifiche agli stati limite 
  Le verifiche di sicurezza delle  dighe  a  gravita'  devono  essere
condotte per i diversi stati  limite  e  per  le  diverse  situazioni
progettuali di cui ai capp. C.6, C.8 e D.1.2, ove applicabili, e  con
riferimento ai criteri di cui al cap. C.9. 
  In particolare, le  verifiche  nei  confronti  dello  stato  limite
ultimo  di  scorrimento  (SLU),  all'interno  del  corpo  diga  e  in
fondazione, dovranno essere condotte secondo  i  criteri  di  seguito
esposti. 
 
  D.2.2.1 - Verifiche agli stati limite ultimi (SLU) 
  Per le dighe di calcestruzzo a gravita', le verifiche nei confronti
dello SLU di scorrimento sono eseguite in corrispondenza di  piani  a
varie quote nella struttura, in  corrispondenza  del  piano  di  posa
della fondazione e in corrispondenza di superfici interne ai  terreni
o alle rocce di fondazione. 
  In quest'ultimo  caso,  e'  necessario  individuare  le  principali
famiglie  di  discontinuita'  nell'ammasso  roccioso  di  fondazione,
caratterizzarne le  proprieta'  meccaniche  e  studiare  i  possibili
cinematismi di scorrimento 
  Ai  fini  delle  verifiche  possono  essere  portati  in  conto   i
contributi di resistenza aggiuntivi offerti da  eventuali  interventi
di rinforzo dei terreni o dell'ammasso roccioso di fondazione. 
  Per le fasi  di  costruzione,  dovra'  essere  esaminata  anche  la
stabilita'  allo  scorrimento  dei  conci  di  sponda  in   direzione
longitudinale,  tenendo  conto  delle   situazione   transitorie   di
progetto. 
  Le verifiche relative a stati limite ultimi che comportino il 
  raggiungimento della resistenza in fondazione possono essere 
  eseguite con uno dei due approcci di progetto descritti al § 2.6.1 
  delle NTC. Per le verifiche rispetto al raggiungimento  del  carico
limite in fondazione si adoperano i coefficienti yR specificati 
  nelle NTC al § 6.4.2.1. Per le verifiche allo scorrimento e per 
  entrambi gli approcci di progetto di cui al § 2.6.1  delle  NTC  si
deve adottare yR = 1.0 in fase costruttiva e yR = 1.15 nelle 
  condizioni di serbatoio pieno. 
  Nelle  verifiche  allo  scorrimento  sul  piano   di   posa   delle
fondazione,  ai  fini  del  calcolo  non  e'  ammessa  una   pendenza
favorevole maggiore di 0,05. Analoghe prescrizione  si  applica  alle
riprese di getto. 
  In mancanza di piu' accurate valutazioni, quando la diga e'  munita
di canne o fori  drenanti,  nel  corpo  ed  entro  la  fondazione,  a
distanza tra loro non superiore a m 2,50 e di diametro non  inferiore
a 200 mm in fondazione e 120 mm nel corpo,  i  valori  caratteristici
delle  sottopressioni  determinanti  la  spinta  dell'acqua  verranno
assunte linearmente  decrescenti  in  direzione  monte-valle,  da  un
valore  pari  alla  massima  pressione  idrostatica  di   invaso   in
corrispondenza del parametro di  monte,  alla  pressione  idrostatica
massima che si puo' verificare lungo la  linea  dei  drenaggi  tenuto
conto della quota di libero efflusso di essi, indi  al  valore  dalla
massima pressione idrostatica che puo' verificarsi in  corrispondenza
del paramento di valle. Le massime pressioni idrostatiche a monte e a
valle della diga dovranno essere determinate in funzione dei  livelli
di invaso corrispondenti alle specifiche situazioni di progetto. 
  In ogni caso, la pressione  lungo  la  linea  dei  drenaggi  e'  da
assumere mai inferiore alla pressione idrostatica di valle  aumentata
di 0,35 volte la differenza tra la pressione idrostatica di  monte  e
quella di valle. 
  Quando i drenaggi non soddisfano alle condizioni sopra indicate  le
sottopressioni verranno assunte variabili  linearmente  su  tutto  lo
spessore della struttura fra i valori estremi sopraindicati. 
  In situazioni  geometriche  non  regolari  la  distribuzione  delle
sottopressioni dovra' essere valutata mediante  apposite  analisi  di
filtrazione. 
 
  D.2.2.2 - Verifiche agli stati limite di esercizio (SLE) 
  Ai fini delle verifiche nei confronti  dello  SLE  per  eccesso  di
tensioni dovra' risultare: 
  combinazione caratteristica quasi permanente e per le  verifiche  a
serbatoio pieno riferite al paramento di monte: 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  D.2.3.  -  Disposizioni  particolari  per  le  dighe   a   gravita'
alleggerita 
  Se  il  valore  del  rapporto  fra  l'interasse  di  due   elementi
affiancati e lo spessore minimo di essi o  la  somma  degli  spessori
minimi, se trattasi di elementi cavi, e' compresa fra due  e  quattro
per almeno 2/3 dell'altezza dell'elemento, le verifiche di  sicurezza
sono da  condurre  secondo  le  indicazioni  relative  alle  dighe  a
gravita' ordinaria, salvo che le sottopressioni si riterranno  agenti
soltanto sotto la testa di monte dell'elemento, con riduzione a  zero
sul contorno di valle di essa. 
  Se il rapporto predetto e' minore di due, valgono integralmente  le
norme per le dighe a gravita' ordinaria; se e' superiore a quattro la
struttura e' da considerarsi tra quelle di tipo diverso,  di  cui  al
cap. G . 
  Le parti  di  diverso  spessore  di  uno  stesso  elemento  saranno
raccordate con adeguata gradualita'. 
  Nei  casi  di   notevole   disuniformita'   delle   caratteristiche
meccaniche della roccia di fondazione ed, in particolare, di notevole
differenza delle caratteristiche stesse sull'area di base di  singoli
elementi, ciascuno di  questi  dovra'  poggiare  su  di  uno  zoccolo
ampiamente armato, all'elemento stesso raccordato, di larghezza  alla
base, in direzione trasversale, convenientemente maggiore  di  quelle
del gambo (o dei gambi) dell'elemento. 
  Gli zoccoli a contatto fra di loro  agli  estremi  di  monte  e  di
valle,  saranno  ivi  divisi  l'un  l'altro  da  giunti   permanenti;
centralmente essi saranno ampiamente distaccati, lasciando libero  un
ampio vano atto a consentire la dissipazione di sottopressioni, fermo
restando che esse dovranno essere valutate con la regola precisata E.
1. Analogo vano dello zoccolo e'  necessario  in  corrispondenza  del
vano interno degli elementi cavi. 
  Ove  non  siano  realizzate  queste  condizioni,  valgono  per   la
determinazione della sottospinta le norme indicate  per  le  dighe  a
gravita' ordinarie. 
  E' opportuno che zoccolo ed elemento siano divisi l'uno  dall'altro
da un  giunto  permanente,  conformato  secondo  una  superficie  con
generatrici orizzontali  in  direzione  trasversale,  con  direttrice
lievemente risalente da monte a valle. 
  La superficie di fondazione, o diretta dei singoli elementi, ovvero
degli zoccoli, dovra' avere risalienza, ancorche' modesta, da monte a
valle. La fondazione  diretta  dei  gambi  dovra'  essere  pressoche'
orizzontale nella direzione trasversale, su tutta  la  larghezza  del
gambo. 
  Sono da evitare gli elementi cavi aventi notevole dislivello fra le
superfici di appoggio dei due gambi. Sono in ogni  caso  da  adottare
disposizioni strutturali atte a prevenire il pericolo di fessurazione
da tensioni secondarie, conseguenti al dislivello predetto. 
 
  D.3. - Dighe a volta 
 
  D.3.1. - Caratteristiche generali 
  Si intendono per dighe a volta le strutture monolitiche, o a giunti
bloccati fra conci, con sezioni  orizzontali  decisamente  arcuate  e
impostate contro roccia,  direttamente  o  attraverso  una  struttura
intermedia di ripartizione (pulvino). 
  I giunti fra i conci, in cui per ragioni costruttive  le  strutture
potranno essere divise, sono da bloccare solo dopo trascorso un tempo
sufficiente  a  consentire  liberamente  la   maggior   parte   delle
deformazioni derivanti dal  raffreddamento  del  calcestruzzo  e  dal
ritiro. 
  Si distinguono convenzionalmente, ai fini dell'analisi strutturale,
in: 
  a) dighe ad arco, quando la forma ed i rapporti di dimensione  sono
tali che la resistenza alla spinta dell'acqua, ed  eventualmente  del
ghiaccio, ed alle azioni sismiche e' sopportata in grande  prevalenza
per effetto della curvatura longitudinale (arco); 
  b) dighe ad  arco-gravita',  quando  la  forma  ed  i  rapporti  di
dimensione sono tali  che  alla  resistenza  predetta  concorrono  in
misura singolarmente  non  modesta,  sia  l'effetto  della  curvatura
longitudinale, sia quello trasversale di mensola; 
  c) dighe a cupola, quando la forma ed i rapporti di dimensione sono
tali che la reattivita' elastica e' assimilabile a quella di lastra a
doppia curvatura. 
  L'attribuzione delle singole opere ad uno dei tipi sopra  elencati,
da cui conseguono i diversi criteri  adottati  nell'analisi  statica,
dovra' essere ampiamente giustificata. 
 
  D.3.2. - Verifiche agli stati limite 
  Le verifiche saranno condotte,  nel  rispetto  dei  principi  sopra
indicati, utilizzando, generalmente,  modelli  adeguati  al  tipo  di
sbarramento ed alle caratteristiche fisiche, meccaniche e strutturali
dell'ammasso roccioso di fondazione. 
  Ai fini delle verifiche nei confronti  dello  SLE  per  eccesso  di
tensioni dovra' risultare: 
  combinazione caratteristica quasi permanente e per le  verifiche  a
serbatoio pieno riferite al paramento di monte: 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  E. DIGHE DI MATERIALI SCIOLTI 
 
  E.1. - Caratteristiche generali 
  Queste dighe  sono  formate  con  materiali  ricavati  da  depositi
naturali o per abbattimento di formazioni rocciose,  posti  in  opera
con modalita' controllate  per  raggiungere  le  caratteristiche  del
manufatto previste in progetto. 
  La scelta di una diga di materiali  sciolti  e'  determinata  dalla
geologia  del  sito  e  dalla   morfologia   delle   imposte,   dalle
caratteristiche geotecniche dei terreni e delle rocce di fondazione e
d'imposta delle spalle, dalla  sismicita'  del  sito,  oltre  che  da
motivi d'ordine generale, economico e costruttivo. 
  La scelta di questo  tipo  di  diga  e'  peraltro  vincolata  dalla
disponibilita' di depositi  naturali  o  di  idonei  banchi  rocciosi
coltivabili,   a   distanza   conveniente    secondo    il    profilo
tecnico-economico. 
  Le dighe di materiali sciolti sono classificabili in funzione della
collocazione del dispositivo di tenuta: 
  - all'interno del corpo del rilevato; 
  - sul paramento di monte del rilevato. 
  Per opere di limitata importanza, la tenuta puo' essere affidata al
corpo del rilevato, a permeabilita' uniforme. 
 
  E.2 - Materiali e controlli 
  L'idoneita'  dei  materiali  per  la  costituzione  del  corpo  del
rilevato, le modalita' per  la  loro  costituzione  e  le  proprieta'
fisiche e meccaniche dopo la loro messa in opera, sono determinate in
fase di  progettazione  mediante  prove  in  sito  e  in  laboratorio
nonche',  eventualmente,  su  modelli  fisici   rappresentativi.   E'
necessario che le caratteristiche di progetto dei  materiali  per  la
costituzione del corpo del rilevato e la loro  messa  in  opera,  con
particolare  riguardo  alle   caratteristiche   meccaniche   e   alla
permeabilita', siano verificate con rilevati sperimentali  realizzati
impiegando i  previsti  mezzi  di  cantiere,  per  controllare  anche
eventuali trattamenti di miscelazione. 
  Non e' ammesso  l'uso  di  materiali  alterabili  al  contatto  con
l'acqua e  l'aria  o  contenenti,  in  apprezzabile  misura,  residui
organici o sostanze solubili. 
  I materiali saranno posti in  opera  per  strati  suborizzontali  e
compattati  in  modo  da  ottenere  le  caratteristiche  fissate   in
progetto.   L'altezza   degli   strati   sara'    commisurata    alle
caratteristiche dei materiali e ai mezzi meccanici di  compattamento;
il collegamento fra i singoli strati dovra' essere  garantito,  anche
dopo periodi di sospensione. 
  Le caratteristiche dei  materiali  devono  essere  sistematicamente
controllate su campioni da sottoporre  a  prove  nel  laboratorio  di
cantiere.  Riscontri  devono  essere   eseguiti   presso   laboratori
autorizzati. 
 
  E.3. -Stati Limite e situazioni progettuali 
  Oltre  alle   situazioni   generali   riportate   nel   cap.   C.6,
corrispondenti al raggiungimento di  stati  limite  ultimi,  sono  da
considerare le seguenti: 
  1. instabilita' dei paramenti; 
  2. rottura per  liquefazione  del  corpo  diga  o  dei  terreni  di
fondazione; 
  3. rottura per erosione interna o sifonamento; 
  4. lacerazione dell'eventuale manto  o  rottura  del  diaframma  di
tenuta. 
 
  E.4. - Combinazioni delle azioni 
  Le azioni devono essere combinate secondo quanto indicato  al  cap.
C.8 e, comunque, in modo  da  comprendere  tutte  le  condizioni  che
possano essere ragionevolmente  previste  durante  la  costruzione  e
l'esercizio del serbatoio. 
  La verifica alla rapida vuotatura potra' essere  omessa  quando  la
tenuta sia affidata ad un manto sul paramento di monte, per il  quale
sia stata verificata l'efficienza del dreno. 
 
  E.5 - Verifiche di sicurezza 
  Le verifiche di sicurezza, relative agli stati limite ultimi  e  di
esercizio, devono essere svolte nel rispetto  dei  principi  generali
indicati al cap. C.9. 
 
  E.5.1. - Verifiche nei confronti degli stati limite ultimi (SLU) 
  L'analisi deve proporsi di individuare le superfici di potenziale 
  scorrimento piu' prossime all'instabilita', sia all'interno del 
  rilevato, sia nell'insieme costituito dal rilevato e dai terreni di 
  fondazione. Le relative verifiche possono essere svolte con il solo 
  Approccio 1, con riferimento alla combinazione 2 dei coefficienti 
  di sicurezza parziali previsti dalle NTC; nelle verifiche, si  deve
porre yR = 1.1 nelle fasi costruttive e nelle condizioni di svaso 
  rapido, e yR = 1.2 nelle condizioni di serbatoio pieno. 
  Le  verifiche   nei   confronti   del   sifonamento   si   eseguono
conformemente a quanto previsto al § 6.2.3.2 delle NTC, utilizzando i
coefficienti parziali  sulle  azioni,  yF,  riportati  nella  tabella
6.2.IV delle NTC. 
  Possono comunque essere assunti valori  dei  coefficienti  parziali
piu' cautelativi  di  quelli  previsti  dalle  NTC,  da  giustificare
tenendo conto  della  pericolosita'  del  fenomeno  in  relazione  ai
possibili effetti della condizione di instabilita'. 
 
  E.5.2. - Verifiche nei confronti degli stati  limite  di  esercizio
(SLE) 
  Le opere devono essere verificate nei confronti degli stati  limite
di  esercizio.  A  tale  scopo,  il  progetto  deve  esplicitare   le
prescrizioni relative agli spostamenti compatibili e  le  prestazioni
attese per l'opera stessa. 
  Per ciascun stato limite di esercizio  deve  essere  rispettata  la
condizione Ed ≤ Cd , dove Ed e' il valore  di  progetto  dell'effetto
delle azioni e Cd e' il prescritto valore limite dell'effetto delle 
  azioni. 
  In generale, nei modelli e nei calcoli  si  deve  tener  conto  del
comportamento non lineare e dei fenomeni di interazione tra  le  fasi
dei terreni e dei materiali da costruzione,  nonche'  della  sequenza
delle operazioni di costruzione  ed  invaso.  Particolare  attenzione
deve essere rivolta alla previsione del  decorso  dei  cedimenti  nel
tempo, comprendendo sia  i  fenomeni  idrodinamici,  sia  i  fenomeni
dovuti  alla  viscosita'  strutturale  dello  scheletro  solido   dei
terreni,  e  alla  valutazione  dei  cedimenti   differenziali,   per
valutarne l'ammissibilita' nel  corso  dell'esercizio  dell'opera  di
sbarramento. 
  In funzione del calcolo dei cedimenti  dovra'  essere  definita  la
monta da assegnare al rilevato, anche ai fini  del  mantenimento  del
franco idraulico. 
 
  E.6 - Analisi sismiche 
  In presenza di azioni sismiche,  le  verifiche  agli  stati  limite
ultimi  possono  essere  eseguite  mediante  analisi  semplificate  e
mediante analisi dinamiche. 
  Nelle analisi e' necessario portare in conto  la  risposta  sismica
dei terreni di fondazione e di quelli costituenti il corpo diga. 
  Effettuando analisi con il metodo degli  spostamenti  (Newmark),  o
analisi piu' complete con  metodi  dinamici,  l'azione  sismica  deve
essere rappresentata da  accelerogrammi  registrati,  rappresentativi
della  sismicita'  del  sito,  o,  in  subordine,  da  accelerogrammi
sintetici che tengano conto dei possibili meccanismi  di  sorgente  e
dei fenomeni di propagazione,  giustificando  le  scelte  effettuate,
purche'  siano   giustificate   le   scelte   sulle   caratteristiche
sismogenetiche della sorgente e sul mezzo di propagazione. In  queste
analisi, devono essere impiegati  almeno  cinque  accelerogrammi  che
soddisfino i requisiti indicati. 
  Nella scelta dei valori dei parametri geotecnici che caratterizzano
il corpo diga e i terreni di fondazione,  si  deve  tener  conto  dei
comportamenti di tipo fragile,  con  riduzione  della  resistenza  al
taglio al crescere delle deformazioni. Nella scelta  dei  modelli  di
analisi e/o dei valori dei  parametri  geotecnici,  si  deve  inoltre
tener conto  dei  possibili  incrementi  di  pressione  interstiziale
indotti nei terreni saturi in condizioni sismiche e dei loro  effetti
meccanici. 
  Le analisi devono comprendere la valutazione degli spostamenti,  in
particolare dei cedimenti, anche al fine  di  verificare  l'idoneita'
dei franchi idraulici. 
 
  E.7 - Particolari costruttivi 
  La larghezza del coronamento deve essere sufficiente per  porre  in
opera i materiali fino in sommita' a  regola  d'arte,  con  i  metodi
costruttivi stabiliti. Detta larghezza deve  comunque  consentire  la
percorribilita' in sicurezza del  coronamento  e  non  dovra'  essere
inferiore a 4 m; alle estremita' saranno previste  apposite  piazzole
di manovra. 
  Le superfici di contatto tra  materiali  di  granulometria  diversa
dovranno essere opportunamente protette  da  filtri  o  materiali  di
transizione [manti  o  strati  di  protezione],  ove  necessario  per
garantirne la compatibilita'; l'efficacia di tali dispositivi  dovra'
essere dimostrata nel progetto  nei  confronti  dei  possibili  stati
limite. 
  Il gradiente piezometrico associato al moto di filtrazione, e, piu'
in generale, la pressione interstiziale nel rilevato e nei terreni di
fondazione, in costruzione  e  in  esercizio,  saranno  regolati  con
opportuni dreni anche al fine di  individuare  la  provenienza  delle
perdite e di valutare la loro entita'. 
  Condotte di qualunque specie (di scarico, di derivazione ed  altro,
ad esclusione  dei  dreni)  non  dovranno  traversare  il  corpo  del
rilevato, ma potranno essere ammesse in fondazione a  condizione  che
siano incassate in trincee in roccia  lapidea  in  posto  ed  abbiano
ricoprimento di calcestruzzo di conveniente spessore. 
  Dispositivi di scarico nel corpo diga sono  ammessi  solo  per  gli
sbarramenti con struttura di tenuta interna e  solo  se  inseriti  in
appositi conci di calcestruzzo provvisti  di  ogni  accorgimento  per
garantire l'idoneita' del contatto con il rilevato. 
  L'insieme  dei  dispositivi  di  tenuta  idraulica   nel   rilevato
(diaframma, nucleo, o parte del rilevato in caso  di  diga  omogenea)
dovranno essere estesi fino in prossimita' del piano  di  coronamento
ed ammorsati  nella  formazione  di  base,  considerata  tecnicamente
impermeabile. Se questa e' assente o si trova a notevole profondita',
la continuita' del dispositivo di tenuta in fondazione dovra'  essere
assicurata con taglioni, paratie,  schermi  in  grado  di  ridurre  i
gradienti idraulici in misura  tale  che  siano  sicuramente  evitate
erosioni interne del terreno. 
  E' di norma da prevedere  la  realizzazione  in  fondazione  di  un
cunicolo longitudinale ispezionabile, anche per  il  controllo  delle
perdite. 
 
  F. TRAVERSE FLUVIALI 
 
  E' definita traversa fluviale ogni sbarramento avente  la  funzione
primaria di stabilizzare a un valore  assegnato  la  quota  idrica  a
monte; pertanto puo' essere secondaria  la  funzione  di  regolazione
delle portate. 
  Si distinguono in traverse a  soglia  fissa  e  traverse  mobili  o
presidiate da paratoie. 
  Per i corsi d'acqua arginati, si applicano  tutte  le  disposizioni
delle presenti norme agli argini del tronco fluviale compreso tra  la
traversa e la sezione di incrocio del profilo  di  rigurgito  che  si
diparte dalla traversa alla  quota  massima  di  regolazione  con  il
profilo che si realizzava nelle condizioni naturali del corso d'acqua
con   la   portata   mediamente   superata   270   giorni   all'anno,
antecedentemente alla costruzione della traversa. 
  Qualora il rigurgito che si diparte dalla traversa interessi argini
gia'  esistenti,  deve  essere  dimostrata  la  loro  idoneita'  alla
permanente trattenuta  dell'acqua  in  condizioni  di  sicurezza.  In
particolare le verifiche di sicurezza degli argini devono considerare
la permanenza in alveo di un livello di pelo libero pari  alla  quota
massima di invaso. Il limite dei  tronchi  arginali  interessati  dal
volume di rigurgito deve essere materializzato sul terreno. 
  In ogni caso, le portate di progetto per il  dimensionamento  della
traversa e degli eventuali argini dell'impianto devono coincidere. 
  Il profilo di piena corrispondente alla portata di  dimensionamento
definita al cap. C.1 e' determinato considerando che: 
  1. per le traverse a soglia fissa, siano chiusi tutti gli  scarichi
ausiliari  (prese,  luci  sghiaiatrici,  ecc.)  e  la  portata  passi
interamente sulla  soglia  fissa.  Il  calcolo  deve  considerare  la
occlusione di almeno il 20% della luce libera causata da accumulo  di
materiale  galleggiante  a  monte   delle   pile   della   passerella
sormontante lo sfioratore; la riduzione della luce libera sale al 50%
se la luce tra le pile e' non superiore a 12 m. 
  2. per le traversa mobili, sia chiuso, per blocco  delle  paratoie,
almeno il 30% delle luci principali se  queste  hanno  larghezza  non
inferiore a 12 m; in caso contrario, il calcolo deve  considerare  la
occlusione di almeno il 50% della residua luce libera  per  eventuale
accumulo di materiale galleggiante. 
  Nella  progettazione  della  traversa  devono  essere  studiate  le
condizioni di trasporto solido nel fiume da  sbarrare,  per  valutare
l'entita'  dell'erosione  a  valle  e   dell'interrimento   a   monte
dell'opera, da considerare ai fini della verifica delle condizioni di
sicurezza  dello  sbarramento.  Ogni  studio  su  modello   idraulico
riguardante la interazione tra la struttura e il letto fluviale  deve
considerare il fondo mobile in condizioni di letto vivo, a  meno  che
non sia altrimenti giustificato. 
 
  G - DIGHE DI TIPO MISTO E DI TIPO DIVERSO 
 
  Per le dighe di tipo misto, costituite in  parte  da  strutture  di
calcestruzzo ed in parte da strutture di materiali  sciolti,  valgono
per le  singole  parti  le  rispettive  norme.  Il  contatto  fra  le
strutture differenti dovra' essere adeguatamente preso in esame nella
definizione degli stati limite. 
  Si intendono di tipo diverso tutte le dighe che non rientrano nelle
tipologie definite in precedenza. 
  I progetti di tali strutture ed  i  criteri  di  esecuzione  devono
essere in armonia con quanto indicato nelle presenti norme per i tipi
strutturali assimilabili. 
 
  H. DIGHE ESISTENTI 
 
  H.1. - Generalita' 
  E' definita diga  esistente  quella  che  abbia,  alla  data  della
redazione  della  valutazione  di  sicurezza  e/o  del  progetto   di
intervento, la struttura completamente realizzata. 
  Per quanto non diversamente specificato nel presente  articolo,  le
disposizioni di carattere generale  contenute  negli  altri  articoli
delle presenti norme costituiscono il riferimento anche per le  dighe
esistenti. Nel caso  di  interventi  non  strutturali  dovra'  essere
valutata la loro possibile influenza sugli SLU e gli SLE della diga o
di parti di essa. 
  La valutazione della sicurezza e la progettazione degli  interventi
sulle dighe esistenti devono  essere  conformi  ai  criteri  generali
stabiliti dalle vigenti NTC ed in particolare  devono  essere  basate
sulle informazioni, le indagini e le misure acquisite nel corso della
costruzione e dell'esercizio della  diga  e  su  quelle  acquisite  a
seguito di specifiche indagini per identificare le condizioni attuali
dell'opera. 
  Le dighe esistenti dovranno essere sottoposte a  valutazione  della
sicurezza dell'intera struttura o di parti di essa  quando  ricorrono
le condizioni generali stabilite dalle NTC o dal Regolamento  per  la
disciplina del  procedimento  di  approvazione  dei  progetti  e  del
controllo  sulla  costruzione  e  l'esercizio  degli  sbarramenti  di
ritenuta. 
  La valutazione della sicurezza di uno sbarramento  puo'  riguardare
la stabilita' legata al comportamento del corpo  diga,  tenuto  conto
delle  condizioni  geologiche  ed  idrologiche,  nei   suoi   aspetti
strutturali, geotecnici, inclusa la risposta alle azioni sismiche, ed
idraulici. 
  La valutazione della sicurezza dovra' effettuarsi ogni  qual  volta
si eseguano gli interventi strutturali di cui all'articolo seguente e
dovra' determinare il livello di sicurezza prima e dopo l'intervento. 
 
  H.2. - Interventi 
  Sono individuate le seguenti categorie di intervento: 
  1. interventi  di  ristrutturazione  mediante  lavori  e  opere  di
trasformazione anche parziale 
  - di adeguamento, atti  a  conseguire  i  livelli  di  sicurezza  e
funzionalita'  previsti   dalle   presenti   norme   per   le   nuove
realizzazioni; 
  - di miglioramento atti ad aumentare la sicurezza preesistente, pur
senza necessariamente raggiungere i livelli richiesti  per  le  nuove
realizzazioni; l'incremento della sicurezza da conseguire deve essere
adeguatamente dimostrato in progetto; 
  - di riparazione  o  interventi  locali  che  interessino  elementi
isolati e che, comunque, comportino miglioramento delle condizioni di
sicurezza preesistenti; 
  - di declassamento, con riduzione dell'altezza della diga  e/o  del
volume di invaso del serbatoio; 
  2. interventi di  dismissione  per  privare  lo  sbarramento  della
funzione di ritenuta idraulica, garantendo la sicurezza  del  sito  e
dei territori di valle. 
 
  H.2.1. -Intervento di adeguamento 
  E' fatto obbligo di procedere alla valutazione della  sicurezza  e,
qualora necessario, ad interventi di adeguamento in caso di: 
a) sopraelevazione della  diga  e/o  significativi  incrementi  delle
quote idriche di progetto; 
b) variazioni di  classe  d'uso  e/o  variazioni  di  utilizzo  della
  risorsa che comportino  significativi  incrementi  dei  carichi  di
  progetto di cui al precedente cap. C; 
c) interventi strutturali per trasformare la diga mediante un insieme
  sistematico di opere che  portino  ad  un'opera  dal  comportamento
  strutturale diverso dal precedente. 
  In  ogni  caso,  il  progetto  dovra'  essere  riferito  all'intera
costruzione e dovra' riportare le verifiche  dell'intero  sbarramento
di ritenuta secondo le indicazioni del presente capitolo. 
 
  H.2.2. - Intervento di miglioramento 
  E' fatto obbligo di procedere almeno ad interventi di miglioramento
idraulico, in conseguenza alla valutazione della sicurezza  idraulica
in base ai criteri di cui al cap. H.3.4.,  se  il  tempo  di  ritorno
della portata di piena scaricabile rispettando  il  franco  idraulico
indicato al cap. C.1 risulti inferiore a 500 anni  per  le  dighe  di
calcestruzzo e a 1000 anni per le dighe di materiali sciolti. 
  E' fatto obbligo di procedere almeno ad interventi di miglioramento
sismico quando le analisi svolte come prescritto ai capp. H.3  e  H.4
per valutare la sicurezza sismica lascino prevedere il raggiungimento
di uno SLU (SLV/SLC). 
  Il progetto e la valutazione della sicurezza dovranno essere estesi
a tutte  le  parti  della  struttura  potenzialmente  interessate  da
modifiche di comportamento, nonche' all'opera nel  suo  insieme,  ove
necessario. 
 
  H.2.3. - Intervento locale o riparazione 
  In generale, gli interventi di questo  tipo  riguarderanno  singole
parti  e/o  elementi  dello  sbarramento  e  interesseranno  porzioni
limitate della diga. Il progetto e  la  valutazione  della  sicurezza
potranno essere riferiti alle sole parti  e/o  elementi  interessati,
per documentare  che,  rispetto  alla  configurazione  precedente  al
danno, al degrado o alla variante, esse comportino  un  miglioramento
delle condizioni di sicurezza preesistenti. 
  H.2.4. - Declassamento 
  L'intervento  di  declassamento  e'   tale   di   trasformare   uno
sbarramento -  di  competenza  statale  o  regionale  ai  fini  della
vigilanza sulla sicurezza - in uno sbarramento di altezza e/o  volume
di  invaso  inferiori,  con  passaggio   di   competenza   ad   altra
amministrazione  territoriale  e  comporta  l'obbligo  di  realizzare
interventi di miglioramento ovvero di adeguamento  per  conseguire  i
livelli di sicurezza previsti dalle vigenti norme. 
 
  H.2.5. - Dismissione 
  L'intervento   di   dismissione   ha   l'obiettivo    di    privare
permanentemente lo sbarramento della funzione di ritenuta  idraulica,
garantendo la sicurezza del sito e dei territori di valle. 
  Le eventuali opere residuali, nel rispetto della normativa e  delle
prescrizioni in materia  di  ambiente  e  acque  pubbliche,  dovranno
comunque consentire lo smaltimento,  senza  significativo  rigurgito,
della portata che l'Autorita' idraulica dell'asta fluviale  prende  a
riferimento per la progettazione delle opere idrauliche, e  giudicata
compatibile con il buon regime delle acque dalla medesima Autorita'. 
 
  H.3. - Disposizioni comuni 
 
  H.3.1 - Quadro conoscitivo 
  La predisposizione del piano degli accertamenti  e  delle  indagini
per identificare le condizioni attuali della diga  deve  tener  conto
dei dati acquisiti nelle fasi di progetto e di  costruzione,  nonche'
dei risultati progressivamente acquisiti tramite la strumentazione di
controllo. 
  L'inquadramento dei problemi e delle cause  che  hanno  determinato
l'esigenza di interventi comprendera' la descrizione,  documentazione
ed analisi critica  dei  fenomeni  rilevati,  la  definizione  di  un
modello di riferimento  idoneo  a  riprodurre  i  fenomeni  osservati
basato sul quadro dei rilievi quantitativi disponibili, anche al fine
di valutare l'idoneita' delle soluzioni proposte. 
 
  H.3.2 - Caratterizzazione meccanica dei materiali 
  In base al quadro delle conoscenze  di  cui  al  precedente  H.3.1,
devono essere  programmate  indagini  integrative,  indirizzate  alla
caratterizzazione meccanica dei materiali costituenti il corpo diga e
dei terreni di fondazione e d'imposta, con specifico riferimento alle
metodologie   d'analisi   previste   per   la    valutazione    della
vulnerabilita' sismica. 
 
  Dighe di calcestruzzo e muratura 
  Si dovranno accertare, mediante prove in sito ed in laboratorio  su
campioni prelevati dal corpo diga, le caratteristiche  dei  materiali
componenti e la loro variabilita' nell'ambito del corpo diga  stesso,
ricostruendo  la  situazione   di   fatto.   I   parametri   ricavati
indirettamente con prove non distruttive saranno correlati  a  misure
dirette ottenute sui campioni. Dovranno essere altresi'  identificati
i fenomeni di filtrazione in fondazione. 
  Si individueranno le eventuali fessure significative  presenti;  si
indaghera' anche lo stato delle eventuali  armature,  dei  giunti  ed
eventuali dispositivi di tenuta. Nelle dighe di muratura di  pietrame
si valutera' lo stato di consistenza dei blocchi e delle malte. 
  E' infine utile valutare  sperimentalmente  il  livello  tensionale
locale. 
 
  Dighe di materiali sciolti 
  Si dovranno accertare, mediante prove in sito ed in laboratorio  su
campioni prelevati dal corpo diga, le caratteristiche  dei  materiali
componenti e la loro variabilita' nell'ambito del corpo diga  stesso,
ricostruendo  la  situazione  di  fatto.  Dovranno  essere   altresi'
identificati i fenomeni di filtrazione attraverso il corpo diga e  in
fondazione. 
 
  H. 3.3.- Prescrizioni costruttive 
  Per le dighe esistenti progettate  e  realizzate  nel  rispetto  di
previgenti norme tecniche, a completamento  del  quadro  conoscitivo,
dovranno essere accertate ed  esaminate  le  difformita'  costruttive
rispetto alle prescrizioni od obblighi imposti dalle  presenti  norme
per le dighe di nuova costruzione.  L'esame  dovra'  evidenziare  gli
elementi di vulnerabilita' per la sicurezza dello sbarramento.  Fermo
restando  quanto  di  seguito  stabilito  per  il  franco  idraulico,
difformita' rispetto a prescrizioni costruttive  potranno  ammettersi
ove  giustificate  sulla  base  di  un  quadro  conoscitivo   globale
sufficientemente approfondito e sulla  base  di  specifici  piani  di
controllo e manutenzione periodici. In particolare eventuali condotte
attraversanti dighe di materiali sciolti o di  muratura  di  pietrame
potranno  essere  ammessi  solo  se   le   relative   condizioni   di
manutenzione / tenuta/ funzionalita' siano  periodicamente  accertate
mediante specifici controlli. 
 
  H.3.4. - Azioni 
  I valori delle azioni e le loro combinazioni da considerare nel 
  calcolo, sia per la valutazione della sicurezza sia per il progetto 
  degli interventi, sono quelle definite dalla presente norma per le 
  dighe di nuova costruzione, salvo quanto di seguito precisato. Per 
  i carichi permanenti e variabili, un'accurata definizione dello 
  stato di fatto  e  dei  materiali  potra'  consentire  di  adottare
coefficienti parziali modificati, assegnando valori di yG e yQ 
  adeguatamente motivati. 
  Il campo di pressioni interstiziali  in  fondazione  potra'  essere
adottato tenendo conto delle  misure  disponibili,  se  adeguate  per
qualita' e numero. 
  Il periodo di  riferimento  dell'azione  sismica  sara'  quello  di
seguito indicato. 
  H.3.4.1. - Azioni sismiche 
  Le dighe in muratura di pietrame con  malta  sono  assimilate  alle
dighe in calcestruzzo. 
  Nella definizione delle azioni sismiche vale quanto riportato al 
  precedente cap.7 per le dighe di nuova costruzione, salvo  assumere
per le dighe esistenti una vita  nominale  VN  pari  a  50  anni;  in
situazioni particolari potranno motivatamente assumersi valori di  VN
maggiori. 
  Ai fini delle verifiche sismiche per le dighe  esistenti,  si  puo'
ammettere che l'opera o qualcuno  dei  suoi  componenti  critici  non
soddisfino  i  requisiti  dimensionali  e  costruttivi  minimi  e  le
prescrizioni di verifica stabilite per le dighe di nuova costruzione,
purche' siano effettuate con esito positivo tutte  le  analisi  e  le
verifiche secondo le norme di cui al presente capo. 
  Il periodo  di  riferimento  dell'azione  sismica  e'  definito  in
funzione della vita nominale VN e del coefficiente d'uso  CU  secondo
la  relazione  valida  per  le  dighe  di  nuova  costruzione  e  con
riferimento alla seguente tabella H1. 
Tab.H 1 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  Conseguentemente, i periodi di riferimento minimi risultano: 
Tab. H2 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
    
  e, con riferimento alle prefissate probabilita'  di  eccedenza  PVR
    
  definite nelle vigenti NTC, i periodi di ritorno dell'azione 
  sismica agente in ciascuno degli stati limite di cui  al  cap.  C.6
sono: 
Tab.H3 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
  H.4 . Verifiche della sicurezza e delle prestazioni 
  I criteri ed i metodi definiti per le dighe  di  nuova  costruzione
saranno applicati agli interventi sulle dighe esistenti, salvo quanto
diversamente specificato nel seguito. 
 
  H.4.1. - Valutazione della sicurezza idraulica 
  La valutazione delle portate di piena prendera' a riferimento anche
i dati registrati  durante  l'esercizio  dello  sbarramento  (livelli
d'invaso,  portate  affluenti,  derivate  e  scaricate,  incidenti  o
elementi di vulnerabilita' idraulica) nel corso di eventi di piena. 
  Il franco netto e' determinato come disposto dagli art. C1 e C2. 
  Potranno essere consentite modalita' di scarico  della  portata  di
piena di riferimento anche difformi da quelle previste per  le  dighe
di nuova costruzione,  purche'  adeguatamente  giustificate  da  dati
sulla  funzionalita'  ed  efficienza   degli   scarichi   nel   corso
dell'esercizio. 
  In conseguenza della valutazione  della  sicurezza  idraulica,  nei
casi previsti  dall'art.  H.2,  saranno  individuati  gli  interventi
strutturali o non strutturali idonei a consentire il miglioramento  o
l'adeguamento della sicurezza idraulica del serbatoio. 
  Gli scarichi e le  opere  complementari  e  accessorie  della  diga
(scarichi  di  superficie,  scarichi   profondi,   loro   organi   di
intercettazione  e  movimentazione  e  strumentazione  di  controllo)
devono  essere  considerati  tra  i  componenti  nella  rivalutazione
sismica delle dighe, al fine di individuare, se essi sono  componenti
critici. In particolare e' da valutare se il  mancato  funzionamento,
il danneggiamento o la rottura di essi puo' portare alla  perdita  di
controllo dell'invaso o di funzionalita' del serbatoio. 
  In  particolare  deve  essere  comunque  garantita,  come   minimo,
l'operativita' degli scarichi profondi e di superficie. 
  Qualora gli  scarichi  siano  insufficienti  e',  in  generale,  da
migliorare l'efficienza di quelli di superficie. 
  A garanzia della sicurezza idraulica dei territori di  valle  anche
per l'impianto di ritenuta esistente  dovra'  essere  predisposto  il
"Piano di laminazione" di cui all'art. 29 del Regolamento. 
 
  H.4.2. Metodologie d'analisi sismica  per  le  dighe  di  materiali
sciolti 
  Le analisi della risposta meccanica di  queste  dighe  per  effetto
dell'azione  sismica  devono   comprendere   la   valutazione   degli
spostamenti,  in  particolare  dei  cedimenti  del  coronamento,  per
rendere possibile le  verifiche  di  sicurezza  nei  confronti  della
tracimazione. 
  La presenza di materiali scarsamente addensati e saturi, nel  corpo
diga o nel terreno di fondazione, richiede  anche  una  verifica  nei
confronti della liquefazione. 
  Nel caso  di  dighe  strategiche  e'  sempre  richiesta  un'analisi
dinamica. La scelta dello specifico tipo di analisi dinamica  dipende
sia dal tempo di ritorno dell'azione sismica considerata,  sia  dalle
caratteristiche geotecniche dei materiali presenti. 
 
  H.4.3. Metodologie d'analisi sismica per le dighe murarie 
  Quando si effettua una  valutazione  quantitativa  della  sicurezza
sismica  e'  richiesta,  oltre  alla  previsione  del   comportamento
dell'opera nei confronti delle azioni sismiche attese, anche la stima
dell'azione sismica massima che la diga puo' sopportare. 
  Le analisi strutturali saranno effettuate con modelli adeguati. 
  Eventuali analisi lineari  dovranno  tener  conto  dello  stato  di
fessurazione presente anche con la scelta di opportuni  parametri  di
deformazione.  Si  controllera'  che  lo  stato   di   sollecitazione
ottenuto, sia a livello locale che globale, sia  compatibile  con  il
modello adottato. 
  Eventuali  analisi  non  lineari   richiedono   di   modellare   il
comportamento dei materiali e delle interfacce , sia  in  termini  di
resistenza che di  deformabilita',  anche  alla  luce  di  specifiche
indagini. 
  Il criterio di verifica dovra' essere coerente con  il  modello  di
calcolo adottato. 
  Nelle verifiche allo SLU i livelli di deformazione sia  locale  che
globale dovranno essere confrontabili con i requisiti  relativi  agli
stati limite SLU ed SLC. Nello SLU dovra' comunque  essere  garantita
la capacita'  di  contenimento  dell'acqua,  mentre  potranno  essere
accettati collassi locali. 
 
  H.4.4. Stabilita' allo scorrimento delle dighe a gravita'  e  delle
traverse 
  Le forze sismiche di taglio parallele alla superficie  di  verifica
devono essere valutate  riducendo  opportunamente  i  valori  che  si
otterrebbero con una analisi dinamica  elastica  lineare,  secondo  i
criteri indicati per le dighe di nuova costruzione. 
  E' inoltre sempre opportuno eseguire analisi parametriche,  facendo
variare i parametri meccanici utilizzati sia  di  resistenza  che  di
rigidezza. 
 
  H.5. - Disposizioni per le dighe di tipologie diverse 
  Le  dighe  esistenti  di  tipologia  non  prevista  per  le   nuove
costruzioni, quali dighe di muratura di pietrame, con o senza  malta,
e le dighe di calcestruzzo a volte  o  solette  e  contrafforti  e  a
blocchi saranno esaminate secondo i principi  di  cui  alle  presenti
norme  e  tenuto  conto,  ove  compatibili,  delle   norme   tecniche
applicabili all'epoca della costruzione. 
  Particolare attenzione dovra' essere posta all'individuazione degli
elementi di vulnerabilita', con specifico  riguardo  all'esigenza  di
garantire livelli di sicurezza analoghi a  quelli  stabiliti  per  le
dighe  delle  tipologie  ordinarie,  ed  alla  caratterizzazione  dei
materiali ed elementi compositivi dello sbarramento.