Allegato
A. GENERALITA'
A.1. - Ambito di applicazione
Le presenti Norme si applicano a tutti gli sbarramenti di ritenuta
del territorio nazionale. Per gli sbarramenti la cui altezza non
supera i 10 m e che determinano un volume di invaso non superiore a
100.000 m3, come definiti al cap. B1, l'Amministrazione competente
alla vigilanza sulla sicurezza potra' decidere caso per caso e, in
relazione alle caratteristiche dell'impianto di ritenuta, quali delle
norme seguenti siano da applicare.
Il progetto e la costruzione delle opere e degli interventi oggetto
delle presenti Norme devono conformarsi alle vigenti Norme Tecniche
per le Costruzioni di cui al D.M. 14 gennaio 2008 (NTC), nel rispetto
delle disposizioni particolari indicate nel seguito.
A.2. - Finalita'
Le presenti Norme hanno la finalita' di assicurare, anche in caso
di eventi estremi, la permanenza della funzione di contenimento
dell'acqua di invaso e della funzionalita' degli organi necessari
alla vuotatura controllata del serbatoio. Per le "dighe di interesse
strategico", definite al cap. C.7.7.2, le presenti Norme sono
finalizzate anche all'accertamento del requisito di mantenimento in
esercizio dell'opera.
A.3. - Criteri di progetto
Il progetto deve essere basato su indagini e procedimenti di
analisi di diversa complessita' in relazione anche al livello di
approfondimento richiesto.
Gli studi idrologico, geologico, geomorfologico, idrogeologico e
sismotettonico devono essere svolti fin dalle fasi iniziali della
progettazione per accertare la fattibilita' dell'opera, con
particolare riferimento alla disponibilita' idrica, alla
pericolosita' sismica dell'area, alla tenuta idraulica del serbatoio
e alla stabilita' delle imposte e dei versanti.
In questa fase deve essere effettuata la scelta del tipo di
sbarramento.
Nelle successive fasi della progettazione devono anche essere
svolte indagini specificamente riferite alla qualificazione dei
materiali, nonche' alle verifiche geotecniche e strutturali.
Particolare attenzione deve essere rivolta alla valutazione delle
caratteristiche di permeabilita' dei terreni e delle rocce in
fondazione e nelle spalle della diga.
Nei casi in cui la complessita' della situazione geotecnica non
renda possibile, sotto il profilo tecnico-economico, la definizione
senza apprezzabile incertezza dei modelli geotecnici e,
conseguentemente, di alcune soluzioni, la progettazione puo' essere
basata sul Metodo Osservazionale, nei termini indicati nelle NTC.
B. CLASSIFICAZIONE E DEFINIZIONI
B.1. - Definizioni
Altezza della diga: e' la differenza tra la quota del piano di
coronamento e quella del punto piu' depresso dei paramenti. Per le
traverse prive di coronamento si fa riferimento alla quota del punto
piu' elevato della struttura di ritenuta.
Altezza di massima ritenuta: differenza tra la quota di massimo
invaso e quella del punto piu' depresso del paramento di monte.
Fetch: massima lunghezza in linea retta dello specchio liquido del
serbatoio alla quota del massimo invaso.
Franco: differenza tra la quota del piano di coronamento e quella
di massimo invaso.
Franco netto: differenza tra la quota del piano di coronamento e
quella di massimo invaso incrementata della semialtezza della
maggiore tra l'onda generata dal vento ovvero quella di massima
regolazione incrementata della semialtezza dell'onda da sisma di
progetto, calcolate come all'art. C2. Per il calcolo del franco netto
dovranno essere, inoltre, considerati i fenomeni di interazione tra
moto ondoso e diga: "riflessione" e "risalita" (run-up). Per queste
due ultime componenti, ai fini del mantenimento del franco previsto,
si potra' anche ricorrere ad un idoneo muro paraonde, di altezza non
superiore a 1,4 m.
Impianto di ritenuta: l'insieme dello sbarramento, delle opere
complementari ed accessorie, dei pendii costituenti le sponde e
dell'acqua invasata.
NTC: Norme Tecniche per le costruzioni.
Opere complementari e accessorie: opere direttamente connesse alla
sicurezza e alla funzionalita' degli impianti di ritenuta, ivi
compresi gli interventi di sistemazione, impermeabilizzazione e
consolidamento delle sponde del serbatoio, gli impianti e i sistemi
di sorveglianza, allarme ed illuminazione, la casa di guardia, la
viabilita' di servizio, le opere di adduzione di derivazione dal
serbatoio.
Opere o organi di scarico o scarichi: insieme delle opere civili e
impiantistiche necessarie per lo scarico, libero o volontario,
dell'acqua invasata.
Progetto di gestione dell'invaso: progetto di cui all'art 114 del
decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e successive modifiche e
integrazioni.
Quota di massimo invaso: quota massima cui puo' giungere il livello
dell'invaso ove si manifesti il piu' gravoso evento di piena previsto
in progetto. Non si considera la sopraelevazione del moto ondoso.
Quota massima di regolazione: quota del livello d'acqua al quale ha
inizio, automaticamente, lo sfioro dagli appositi dispositivi.
Sbarramento: struttura di ritenuta dell'acqua, costituita da una
diga o da una traversa, e dalle opere di scarico.
Sponde del serbatoio: complesso dei pendii naturali o artificiali
costituenti, insieme allo sbarramento, il serbatoio, nonche' dei
pendii a quota superiore a quella di massimo invaso, le cui
condizioni di stabilita' possano essere influenzate dall'invaso
ovvero possano influenzare la sicurezza o la funzionalita'
dell'invaso stesso.
Volume di invaso: volume del serbatoio compreso tra la quota
massima di regolazione e la quota del punto piu' depresso del
paramento di monte.
Volume di laminazione: volume del serbatoio compreso tra la quota
di massimo invaso e quella massima di regolazione; per i serbatoi
realizzati per sola laminazione delle piene e' la capacita' compresa
tra la quota di massimo invaso e quella della soglia dei dispositivi
di scarico.
Volume morto: volume del serbatoio compreso tra la quota del punto
piu' depresso del paramento di monte e la piu' bassa tra la quota
dell'imbocco dell'opera di presa o dello scarico di fondo.
Volume totale di invaso: volume del serbatoio compreso tra la quota
di massimo invaso e quella del punto piu' depresso del paramento di
monte.
Volume utile di regolazione: volume del serbatoio compreso tra la
quota massima di regolazione e quella minima alla quale e' derivata
l'acqua invasata.
B.2. - Classificazione delle dighe
Agli effetti delle norme che seguono, le dighe sono classificate
nei tipi seguenti:
a. Dighe di calcestruzzo:
a.1 a gravita'
a. 1. 1. ordinarie
a.1.2. alleggerite
a.2. a volta
a.2.1. ad arco
a.2.2. ad arco gravita'
a.2.3 a cupola
b. Dighe di materiali sciolti:
b. 1. di terra omogenea
b.2. di terra e/o pietrame, con struttura di tenuta interna
b.3. di terra e/ o pietrame, con struttura di tenuta esterna
c. Traverse fluviali
d. Dighe di tipo misto e di tipo vario
C. DISPOSIZIONI COMUNI
C.1. - Portata di progetto e dispositivi di scarico
In fase di costruzione, le opere di deviazione provvisoria del
corso d'acqua devono essere dimensionate per una portata di piena
corrispondente ad un periodo di ritorno correlato con le esigenze di
protezione civile, connesse con la sicurezza idraulica dei territori
di valle e dell'area di cantiere, e con il previsto tempo di
costruzione.
Gli scarichi di superficie della diga devono essere dimensionati
per l'onda con portata al colmo di piena corrispondente al periodo di
ritorno di 1000 anni, per le dighe in calcestruzzo, e di 3000 anni
per le dighe di materiali sciolti, tenendo conto dell'effetto di
laminazione esercitato dal serbatoio.
La portata di piena dovra' essere valutata con metodi
probabilistici basati sull'informazione pluviometrica e idrometrica
completa, desumibile dalle serie storiche e dai loro aggiornamenti,
per il bacino idrografico sotteso dalla sezione dello sbarramento.
In assenza o carenza di informazioni, si potra' fare anche
riferimento a dati di bacini limitrofi idrologicamente omogenei,
utilizzando appropriate e giustificate metodologie di calcolo.
Le verifiche devono comprendere anche la stima della portata di
piena con periodo di ritorno di 50, 100, 200 e 500 anni.
Gli scarichi di superficie della diga dovranno essere dimensionati
in modo tale che il franco netto non sia inferiore a 1,0 m per le
dighe di calcestruzzo e ai seguenti valori per le dighe di materiali
sciolti:
|===============================================|======|============|
| altezza della diga: fino a [m] | 15 | 90 o piu' |
|===============================================|======|============|
| franco netto [m] | 1,5 | 3,5 |
|===============================================|======|============|
Per i valori intermedi dell'altezza della diga, il franco netto e'
determinato per interpolazione.
Ai valori sopra indicati sono da aggiungere, per le dighe di
materiali sciolti, i previsti abbassamenti del coronamento derivanti
dai cedimenti del terreno e del rilevato dopo il termine della
costruzione, nonche' quelli derivanti dalle azioni sismiche, da
calcolarsi con adeguati modelli; questi ultimi non dovranno comunque
essere assunti inferiori a 0,5 cm per metro di altezza della diga.
Per tutti i tipi di dighe dovra' essere valutato il periodo di
ritorno dell'evento di piena che annulla il franco netto.
Per le dighe di calcestruzzo, lo scarico di superficie puo' essere
composto da soglie libere o presidiate da paratoie. Per le dighe di
materiali sciolti, lo scarico di superficie deve essere composto da
soglie libere o in parte presidiate con paratoie; in questo ultimo
caso, le soglie libere dovranno essere dimensionate per esitare, alla
quota di massimo invaso, almeno il 50% della portata di progetto,
tenendo conto dell'effetto di laminazione esercitato dal serbatoio.
In caso di soglie presidiate con paratoie dovra' essere considerata
l'ipotesi del mancato funzionamento di almeno il 50% delle paratoie,
nel caso di dighe di materiali sciolti, e di almeno il 20% delle
paratoie, nel caso di dighe di calcestruzzo, verificando che in tale
condizione il franco netto si riduca, al peggio, a 1/3 dei valori
sopra indicati. Il calcolo puo' considerare il contributo della
portata che effluisce sopra le paratoie chiuse, se queste sono
tracimabili.
La conformazione dello scarico di superficie deve essere tale da
assicurare il transito di eventuali corpi galleggianti tra la vena
liquida e le sovrastrutture (passerelle, paratoie sollevate, ecc).
Nel caso delle dighe di materiali sciolti dotate di scarichi di
superficie soggetti ad ingolfamento, come i calici, la quota di
ingolfamento dovra' essere superiore di almeno 1 m alla quota di
massimo invaso. L'opera va dimensionata per poter esitare il
materiale galleggiante che giunga allo scarico. I calici dovranno
essere dotati di idonei aerofori in corrispondenza del passaggio
della corrente dal pozzo verticale o subverticale alla galleria
suborizzontale e di ogni altro punto di singolarita' della corrente
dove possano innescarsi fenomeni di cavitazione.
I serbatoi dovranno essere provvisti di scarico di fondo e di
esaurimento. Di norma per sbarramenti alti piu' di 50 m o che
invasino piu' di 50 milioni di m3, e' da prevedersi uno scarico di
mezzofondo. Questo deve essere dimensionato per scaricare, con invaso
alla quota massima di regolazione, una portata almeno pari alla meta'
della portata dello scarico di fondo. L'eventuale esclusione dello
scarico di mezzofondo o differenti valori del rapporto della portata
scaricata rispetto allo scarico di fondo dovranno essere
adeguatamente motivati.
Gli scarichi a battente, nel loro insieme con esclusione dello
scarico di esaurimento, devono rendere possibile la vuotatura del 75%
del volume d'invaso del serbatoio a partire dalla quota massima di
regolazione, in un periodo di 3 giorni se la capacita' del serbatoio
e' inferiore o uguale a 50 milioni di m3, ovvero in 8 giorni se la
capacita' del serbatoio e' uguale o superiore a 200 milioni di m3;
per i valori intermedi si procedera' per interpolazione.
In casi ordinari le portate immesse in alveo durante la vuotatura
del serbatoio non debbono mettere in pericolo il territorio di valle.
Gli scarichi in pressione richiedono due organi di intercettazione
in serie.
A meno che non sia altrimenti giustificato, il corretto
funzionamento dei dispositivi di scarico e dei relativi organi di
dissipazione di energia alla restituzione di valle dovra' essere
verificato con prove su modello fisico.
La manovra degli organi di intercettazione degli scarichi dovra'
essere effettuabile sia direttamente in posto, sia a distanza, e
mediante almeno due fonti indipendenti di energia, oltre che a mano.
In relazione a prevedibili fenomeni di interrimento del serbatoio,
gli scarichi di fondo, in particolare gli imbocchi, devono essere
opportunamente progettati per garantire la funzionalita' durante
tutta la vita utile della diga.
Gli scarichi devono essere verificati nei confronti delle azioni
sismiche, secondo quanto specificato al cap. C.6.
I serbatoi di laminazione, il cui volume di invaso e' almeno per i
2/3 riservato alla laminazione delle piene, devono essere dotati di
opere di scarico di fondo e, quando previsto, di mezzofondo,
presidiate da paratoie. La tipologia e la funzionalita' delle
paratoie saranno fissate secondo i criteri sopra richiamati.
C.2. - Onde da vento e da sisma nel serbatoio
In mancanza di piu' precise indagini possono essere assunti i
valori della massima ampiezza delle onde generate nel serbatoio dal
vento di velocita' U (km/ora) incrementati dalla risalita contro il
paramento dello sbarramento, dati nella tabella seguente.
Parte di provvedimento in formato grafico
Si assume che il franco netto cosi' garantito sia sempre adeguato
nei confronti dell'onda generata dal sisma.
C.3. - Studio geologico
Lo studio geologico deve fornire il quadro conoscitivo
dell'ambiente fisico che accoglie le opere sotto i profili
litologico, strutturale, sismotettonico, geomorfologico,
idrogeologico e, piu' in generale, di pericolosita' geologica del
territorio.
Lo studio geologico e' in genere basato su:
- raccolta e studio di documenti esistenti; lo studio di immagini
da foto aeree e rilevamenti satellitari;
- rilevamenti sul terreno;
- indagini dirette ed indirette nel sottosuolo (geofisiche, con
sondaggi, con scavi accessibili).
Lo studio deve consentire la formulazione di un modello geologico
da prendere a riferimento per la progettazione delle opere e degli
interventi.
Il modello geologico deve essere corredato di informazioni sulla
distribuzione spaziale dei terreni, sugli elementi strutturali, sulla
storia geologica del sito, sulla genesi e sulle caratteristiche
fisiche significative dei diversi terreni. Esso costituisce per il
progettista un riferimento per identificare i problemi geotecnici e
per definire il programma delle indagini geotecniche.
C.4. -Scelta del tipo di diga e criteri di esclusione
La scelta del tipo di diga e la determinazione del volume di invaso
devono essere basati su studi geologici, idrologici, idraulici,
geotecnici e sull'accertamento della disponibilita' dei materiali da
costruzione.
E' esclusa la fattibilita' di nuove dighe di calcestruzzo qualora
siano presenti nella stretta di sbarramento strutture sismogenetiche
in grado di produrre una accertata fagliazione di superificie.
E' esclusa la fattibilita' di dighe di materiali sciolti se nel
volume significativo sono presenti terreni liquefacibili o solubili,
argille di elevata sensitivita', cavita', che non possano essere
efficacemente consolidati. La presenza di terreni altamente
compressibili richiede la valutazione degli effetti, anche in caso di
sisma, sulla struttura.
E' esclusa la fattibilita' di dighe di qualsiasi tipo se sulle
spalle dell'opera di sbarramento, anche a quote superiori al
coronamento della diga, esistono condizioni di prevedibile pericolo
di frane tali da costituire pregiudizio per la sicurezza del
serbatoio. E' parimenti esclusa la fattibilita', se le sponde del
serbatoio siano interessate da frane non stabilizzate o
preventivamente stabilizzabili, i cui effetti possano causare il
raggiungimento di uno degli stati limite indicati al cap. C.6.; la
stabilizzazione geotecnica e la sistemazione idraulica delle spalle e
delle sponde, anche a quota superiore al coronamento della diga,
devono essere previste in progetto.
C.5. - Indagini e caratterizzazione geotecnica
Le indagini geotecniche sono definite dal progettista in funzione
delle scelte tipologiche dell'opera e degli interventi, tenendo conto
dello studio geologico del sito, per pervenire alla valutazione dei
parametri fisico-meccanici ed idraulici di progetto da impiegare
nelle verifiche di sicurezza e di funzionalita'.
Le indagini geotecniche devono comprendere in particolare
l'accertamento delle caratteristiche di permeabilita' dei terreni e
delle rocce compresi nei volumi significativi dei diversi manufatti,
in vista di specifici interventi e/o opere di tenuta idraulica. In
previsione di interventi per il miglioramento e il rinforzo dei
terreni e delle rocce e' necessaria una specifica, preventiva,
sperimentazione in sito per verificare l'idoneita' delle metodologie
previste e l'efficacia dei trattamenti effettuati; in particolare,
l'impiego di iniezioni permeanti richiede la valutazione
sperimentale, in sito, della permeabilita' alle previste miscele.
Particolari indagini e controlli devono essere predisposti per
verificare la stabilita' dei versanti nel bacino d'invaso e,
particolarmente, nelle zone d'imposta delle spalle dello sbarramento.
Specifiche indagini ed analisi geotecniche devono essere eseguite,
in zona sismica, per valutare eventuali significativi fenomeni di
amplificazione locale.
Durante gli scavi che precedono la costruzione della diga verra'
eseguito l'accertamento continuo della rispondenza delle
caratteristiche dei terreni e delle rocce alle previsioni del
progetto esecutivo.
C.6. - Stati limite
In generale, la valutazione della sicurezza dei serbatoi deve
essere effettuata con riferimento alle seguenti condizioni
caratteristiche:
1. normale funzionamento;
2. danni riparabili, senza rilascio incontrollato di acqua;
3. danni non riparabili, senza rilascio incontrollato di acqua;
4. danni che determinano il rilascio incontrollato di acqua, o
comunque rischio di perdite di vite umane;
5. collasso della struttura.
L'uscita o l'entrata nelle varie condizioni caratteristiche
definiscono quattro stati limite, due di esercizio (Stato Limite di
immediata Operativita', SLO, e Stato Limite di danno, SLD) e due
ultimi (Stato Limite di Salvaguardia della Vita, SLV, e Stato Limite
di Collasso, SLC).
Lo stato limite SLO e' definito dall'uscita dalla condizione 1.
Lo stato limite SLD e' definito dal passaggio dalla condizione 2
alla condizione 3.
Lo stato limite SLV e' definito dal raggiungimento della condizione
4.
Lo stato limite SLC e' definito dal raggiungimento della condizione
5.
In assenza di azione sismica e' sufficiente prendere in
considerazione un solo stato limite di esercizio (SLE), coincidente
con SLD e un solo stato limite ultimo (SLU), coincidente con SLV. Per
le dighe non strategiche, in presenza di azioni sismiche, puo' essere
omessa la verifica allo stato limite di immediata Operativita' (SLO).
Ogni componente del serbatoio, critico ai fini della sicurezza,
deve essere preso in considerazione nei riguardi di ciascun stato
limite.
Devono essere prese in considerazione almeno le seguenti
situazioni, corrispondenti al raggiungimento di stati limite ultimi
con perdita non controllata dell'acqua invasata:
1. instabilita' del corpo diga e dei terreni o ammassi rocciosi di
imposta;
2. instabilita' per scorrimento, anche parziale, del corpo diga o
meccanismi di rottura locali;
3. rottura per erosione interna; fessurazioni nel corpo diga, nei
terreni o ammassi rocciosi di fondazione, negli elementi di tenuta o
nelle superfici di contatto manufatto-terreno, tali da provocare una
filtrazione incontrollata;
4. deformazioni del corpo diga e/o dei terreni o ammassi rocciosi
di fondazione, tali da provocare danni strutturali allo sbarramento o
la tracimazione;
5. instabilita' dei pendii che possano provocare la tracimazione
della diga o danni strutturali;
6. rottura o danno degli organi di scarico e in generale delle
opere accessorie, che impediscano il deflusso controllato dal
serbatoio;
7. condizione di piena che porti alla tracimazione del coronamento
con conseguenti danni gravi fino alla possibilita' di collasso dello
sbarramento.
Gli stati limite di esercizio saranno precisati in progetto, nelle
particolari situazioni, con stretto riferimento alle prestazioni
richieste dall'opera e saranno oggetto di specifiche analisi per
dimostrare che le soluzioni progettuali sono studiate in modo da
contenerne gli effetti entro limiti ammissibili. L'ammissibilita'
sara' fissata dal progettista, secondo il tipo di opera nelle
differenti situazioni progettuali, in termini di sforzi, spostamenti,
gradienti piezometrici, portate filtranti, stato di fessurazione nel
corpo diga, nei terreni ed in corrispondenza dei principali contatti
tra materiali diversi; saranno considerati altresi' i possibili
effetti reversibili e irreversibili delle temute anomalie sul
funzionamento degli scarichi e dei sistemi di misura e controllo,
anche in presenza di frane ed interrimento.
I principali stati limite di esercizio da considerare sono:
1. eccesso di tensioni o deformazioni del corpo diga e/o nei
terreni di fondazione;
2. danneggiamento degli organi di scarico superficiali o profondi;
3. danneggiamento delle opere di derivazione;
4. danneggiamento dei sistemi di misura e controllo.
C.7. - Azioni
In generale le azioni da considerare nelle verifiche sono:
- il peso proprio
- la spinta idrostatica
- le coazioni d'origine termica e da ritiro
- le sottospinte
- la spinta del ghiaccio
- la spinta dovuta all'interrimento
- l'azione sismica
Le azioni dovranno essere valutate come di seguito indicato e tra
loro combinate con i criteri esposti al cap.C.8.
C.7.1 Peso proprio
L'azione del peso proprio e' data dal peso dello sbarramento e dal
peso delle opere accessorie gravanti sulla diga medesima. Se del
caso, si terra' conto delle sequenze costruttive e d'iniezione dei
giunti sulla distribuzione degli sforzi di peso proprio.
C.7.2. Spinta idrostatica
La spinta idrostatica sul paramento a monte sara' valutata facendo
riferimento alle situazioni progettuali indicate per le combinazioni
delle azioni.
La spinta idrostatica sul paramento a valle, sara' trascurata o
corrispondera' alla condizione piu' sfavorevole.
C.7.3 Coazioni d'origine termica e da ritiro
Per le dighe murarie dovra' essere valutato lo stato tensionale
conseguente ai fenomeni di sviluppo e dissipazione del calore di
idratazione del legante, al ritiro ed alle variazioni termiche
ambientali.
Nella valutazione del campo termico si dovra' tenere conto delle
caratteristiche del calcestruzzo, delle condizioni ambientali, dei
metodi di posa in opera e degli eventuali provvedimenti di
raffreddamento artificiale. Per l'andamento annuale della temperatura
dell'aria e dell'acqua si adottera' una legge sinusoidale; il massimo
ed il minimo saranno i valori osservati in un arco di tempo
sufficientemente lungo; in assenza di tali dati si fara' ricorso ai
valori desumibili dalle stazioni meteorologiche prossime al sito. In
difetto di valutazioni approfondite e documentate, l'effetto del
ritiro e dell'esaurimento del calore di presa sara' equiparato a
quello di un abbassamento termico da stimarsi con riferimento alle
caratteristiche delle miscele ed al tipo di struttura, delle
condizioni climatiche della zona, della successione dei getti, che
comunque dovra' risultare almeno compreso fra 5° C e 10° C. Il valore
caratteristico della differenza di temperatura da utilizzare nella
combinazione delle azioni deve essere valutato sulla base delle
condizioni ambientali e di esposizione della diga.
C.7.4 Sottospinte
Per le dighe di calcestruzzo le sottospinte dovute alle pressioni
interstiziali devono essere valutate, in corrispondenza delle
discontinuita' (superficie e ammasso di fondazione, riprese di getto)
e in particolare di ogni altra superficie tracciata nel corpo diga
e/o nel terreno di fondazione, in funzione dei dispositivi di
drenaggio. I valori caratteristici delle sottospinte sono quelli
indicati al cap. D.2.2.
C.7.5 Spinta del ghiaccio
Per dighe in zone in cui e' possibile la formazione sulla
superficie del serbatoio di uno strato di ghiaccio con spessore
superiore a 20 cm, sara' considerata tra le azioni la relativa spinta
orizzontale, il cui valore caratteristico puo' essere assunto
corrispondente alla pressione di 150 kPa, applicata sulla proiezione
verticale della superficie di contatto tra ghiaccio e paramento della
diga.
C.7.6 Spinta dovuta all'interrimento
Il valore caratteristico della spinta dovuta all'interrimento e'
quello massimo stabilito in progetto in funzione del fenomeno del
trasporto solido, del volume morto del serbatoio e del progetto di
gestione dell'invaso e, comunque, nel rispetto della funzionalita'
degli organi di scarico e di presa.
C.7.7 Azioni sismiche
C.7.7.1 - Criteri generali
Le azioni sismiche di progetto, in base alle quali valutare il
rispetto della sicurezza nei diversi stati limite, si definiscono a
partire dalla "pericolosita' sismica di base" del sito di
costruzione. In assenza di specifici studi sismotettonici e di
pericolosita' sismica, si fa riferimento a quanto definito nelle NTC.
Le azioni sono definite in termini di accelerazione orizzontale
massima attesa ag in condizioni di campo libero, su sito di
riferimento rigido con superficie topografica orizzontale, nonche' di
ordinate dello spettro di risposta elastico in accelerazione ad essa
corrispondente, con riferimento a prefissate probabilita' di
eccedenza PVR nel periodo di riferimento VR, come definiti nelle NTC.
E' ammesso l'uso di accelerogrammi, purche' correttamente commisurati
alla pericolosita' sismica del sito, nei limiti e con le prescrizioni
di cui alle stesse NTC.
Le forme spettrali sono definite per ciascuna delle probabilita' di
superamento nel periodo di riferimento PVR.
Per le dighe ubicate in aree per le quali l'azione sismica di
progetto per un TR = 475 anni deve essere riferita ad un valore ag >
0.15 g (come definito nelle NTC), e' necessario lo studio
sismotettonico del sito, da cui fare derivare l'azione sismica di
progetto, i cui effetti non devono comunque risultare meno gravosi di
quelli corrispondenti all'azione sismica definita nelle NTC,
relativamente a sito di riferimento rigido con superficie topografica
orizzontale.
C.7.7.2 - Periodo di riferimento per l'azione sismica
Il periodo di riferimento, VR , per l'azione sismica e' definito in
funzione della vita nominale, VN, e del coefficiente d'uso, CU ,
dalla relazione:
VR = VN · C
Dette: "Dighe di dimensioni contenute": le dighe che non superano i
15 metri di altezza e che determinano un volume di invaso non
superiore a 1.000.000 di metri cubi, "grandi dighe": le dighe che
superano i 15 metri di altezza o che determinano un volume di invaso
superiore a 1.000.000 di metri cubi, ai fini della determinazione del
periodo di riferimento per l'azione sismica si definiscono:
A. "Dighe di importanza strategica" o "strategiche", le dighe la
cui funzionalita' durante e a seguito di eventi sismici assume
rilievo fondamentale per le finalita' di protezione civile: le dighe
cosi' classificate in base ai Decreti del Dipartimento della
protezione civile; le dighe cosi' classificate in base a regolamenti
regionali; per queste ultime, in assenza di specifica individuazione
o classificazione si definiscono strategiche le dighe che realizzano
serbatoi a prevalente utilizzazione idroelettrica o potabile;
B. "Dighe rilevanti per le conseguenze di un eventuale collasso":
tutte le grandi dighe; le dighe cosi' classificate in base a
regolamenti regionali;
C. "Dighe di importanza normale": tutte le dighe non appartenenti
alle fattispecie A e B (si tratta solo di dighe di dimensioni
contenute).
Di seguito si riporta la tabella riepilogativa che contiene i
valori della vita nominale e dei coefficienti d'uso da adottare nelle
verifiche, come definiti nelle NTC.
Parte di provvedimento in formato grafico
C.7.7.3 - Azioni inerziali dell'acqua contenuta nel serbatoio.
In mancanza di piu' accurate valutazioni, le azioni di inerzia
dell'acqua, da aggiungere a quelli di inerzia della massa muraria,
possono essere assimilate ad una distribuzione di pressione sul
paramento a monte della diga che, nel caso di corpo diga
sufficientemente rigido, vale:
Parte di provvedimento in formato grafico
a = accelerazione orizzontale massima al sito;
Parte di provvedimento in formato grafico
Nelle predette espressioni si definiscono:
a) permanenti (G): le azioni che agiscono durante tutta la vita
nominale della costruzione la cui variazione di intensita' nel
tempo e' cosi' piccola e lenta da poterle considerare con
sufficiente approssimazione costanti nel tempo: peso proprio della
diga; spinte dell'acqua; eventuali spinte degli interrimenti (G1 );
• peso proprio di tutti gli elementi non strutturali, ove rilevanti
(G2 );
• ritiro e viscosita';
b) variabili (Q): le azioni sulla struttura o sull'elemento
strutturale con valori istantanei che possono risultare
sensibilmente diversi fra loro nel tempo:
• di lunga durata: agiscono con un'intensita' significativa, anche
non continuativamente, per un tempo non trascurabile rispetto alla
vita nominale della struttura, quali le coazioni di origine termica
dovute alle variazioni di temperatura esterna;
• di breve durata: agiscono per un periodo di tempo breve rispetto
alla vita nominale della struttura, quali le coazioni di origine
termica determinate dallo sviluppo del calore di idratazione durante
il processo di presa del calcestruzzo, la spinta del ghiaccio;
c) eccezionali (A): le azioni che si verificano solo eccezionalmente
nel corso della vita nominale della struttura ed in particolare
l'incremento di spinta dell'acqua in condizioni di massimo invaso;
d) sismiche (E): azioni derivanti dai terremoti. Per la combinazione
tra azioni sismiche nelle direzioni orizzontali (parallela al piano
della sezione maestra della diga x e ad essa ortogonale y) e nella
direzione verticale z si assumeranno i seguenti coefficienti di
concomitanza:
Tab. C5
|=====================================|=========|=========|=========|
| direzione | x | y | z |
|=====================================|=========|=========|=========|
| | 1 | 0.3 | 0.3 |
| coefficienti di |---------|---------|---------|
| concomitanza | 0.3 | 1 | 0.3 |
| |---------|---------|---------|
| | 0.3 | 0.3 | 1 |
|=====================================|=========|=========|=========|
Si definiscono, in particolare, le seguenti combinazioni di carico:
Parte di provvedimento in formato grafico
C.9. - Verifiche della sicurezza e delle prestazioni
Le verifiche per la sicurezza e le prestazioni devono essere svolte
conformemente ai principi contenuti nel cap.2 delle NTC.
Le verifiche hanno lo scopo di garantire che, sotto ogni aspetto
(idraulico, strutturale, geotecnico), l'impianto nel suo complesso e
i singoli elementi che lo compongono siano proporzionati con adeguati
margini di sicurezza nei confronti di tutti i possibili stati limite
(ultimi, di esercizio).
La sicurezza e' ottenuta applicando coefficienti parziali alle
azioni o all'effetto delle azioni, alle resistenze dei materiali ed
alle resistenze globali.
Devono essere adottati i valori dei coefficienti di sicurezza
parziali riportati nelle NTC, salvo quanto diversamente ed
esplicitamente indicato nel seguito.
Per ciascuno stato limite, conformemente alle prescrizioni delle
NTC, deve essere rispettata la condizione:
Ed ) ≤ Rd )
dove Ed ) e' il valore di progetto dell'azione o dell'effetto
dell'azione e Rd ) e' la resistenza di progetto del sistema.
Nelle verifiche nei confronti degli stati limite strutturali (STR)
e geotecnici (GEO) di cui al § 2.6.1 delle NTC, i valori di Ed e di
Rd si valutano adoperando, in alternativa, i due approcci progettuali
illustrati nello stesso § 2.6.1 delle NTC, denominati Approccio 1 e
Approccio 2.
Nell'Approccio 1 si impiegano due diverse combinazioni di gruppi di
coefficienti parziali, rispettivamente definiti per le azioni, per la
resistenza dei materiali e, eventualmente, per la resistenza globale
del sistema. Nell'Approccio 2 si impiega un'unica combinazione dei
gruppi di coefficienti parziali definiti per le azioni, per la
resistenza dei materiali e, eventualmente, per la resistenza globale.
I valori dei coefficienti di sicurezza parziali sulle proprieta'
meccaniche dei terreni stabiliti dalle NTC si riferiscono al criterio
di resistenza di Mohr-Coulomb. Nel caso in cui si faccia uso di un
criterio di resistenza diverso, ai relativi parametri di resistenza
dovranno essere applicati coefficienti di sicurezza parziali
congruenti con quelli previsti dalle NTC.
C.10. - Stabilita' delle sponde
Le condizioni di sicurezza delle sponde lungo i versanti che
delimitano l'invaso, devono essere verificate nei confronti dei
possibili stati limite, comprendendo, tra questi, in funzione anche
dei volumi mobilitabili, la possibilita' di ostruzione e/o
danneggiamento degli scarichi, la formazione di onde, l'innalzamento
del livello di invaso, alle quali possa conseguire la tracimazione
della diga. Le verifiche devono riguardare sia le condizioni statiche
delle sponde sia le loro condizioni durante e dopo il sisma.
Le indagini per lo studio della stabilita' delle sponde devono
comprendere l'accertamento delle condizioni geologiche e
geomorfologiche dei relativi versanti e la caratterizzazione
geotecnica dei terreni e delle rocce, con particolare riguardo ai
parametri di resistenza e al regime delle pressioni interstiziali nel
sottosuolo. Particolare attenzione alla stabilita' delle sponde deve
essere destinata nei serbatoi per la laminazione delle piene, con
specifico riferimento alle condizioni di invaso e svaso rapidi.
Le verifiche di sicurezza devono essere svolte secondo le
indicazioni delle NTC.
C.11. - Monitoraggio
I progetti devono comprendere un piano generale degli apparecchi e
dispositivi di controllo del comportamento, da installare nel corpo
diga e nei terreni di fondazione, per il relativo inserimento nel
Foglio di condizioni per la costruzione e nel Foglio di condizioni
per l'esercizio e la manutenzione, di cui al Regolamento per la
disciplina del procedimento di approvazione dei progetti e del
controllo sulla costruzione e l'esercizio degli sbarramenti di
ritenuta.
L'acquisizione e l'elaborazione delle osservazioni sperimentali
dovranno garantire la continua verifica della rispondenza del
comportamento reale dell'opera a quello atteso.
Sono di norma da prevedere osservazioni e misure delle seguenti
grandezze: grandezze meteorologiche; livelli nel serbatoio e nelle
eventuali falde a valle; portate e volumi scaricati; perdite d'acqua
dalla struttura e dal suo contorno; temperature esterne ed interne;
sottopressioni e/o pressioni interstiziali al fine di controllare i
processi di filtrazione determinati dall'invaso; tensioni totali,
deformazioni e spostamenti della struttura, dei terreni di fondazione
e delle eventuali aree instabili o potenzialmente instabili sulle
sponde; registrazioni in occasione di eventi sismici.
Gli strumenti di misura devono essere idonei alla teletrasmissione
in tempo reale dei dati acquisiti secondo il protocollo informatico
definito dall'Autorita' di controllo. Le misure strumentali devono
potersi in ogni caso acquisire anche con lettura diretta dallo
strumento e devono essere archiviate anche localmente, nello
strumento stesso o presso la casa di guardia.
Nel piano di cui al primo comma, dovranno anche indicarsi i tipi di
strumenti e la frequenza delle osservazioni di ciascuna specie
durante la costruzione, gli invasi sperimentali e il normale
esercizio.
Nel corso della costruzione dell'opera di sbarramento e
dell'esercizio sperimentale, dovranno essere progressivamente
aggiornati i modelli geologici, i modelli geotecnica, e i modelli
idrologici e idraulici, nonche' i modelli comportamentali dello
sbarramento, da utilizzare per la migliore interpretazione dei dati
di monitoraggio, ai fini anche delle attivita' di collaudo.
Durante gli scavi che precedono la costruzione della diga verra'
eseguito l'accertamento continuo della rispondenza delle
caratteristiche dei terreni e delle rocce alle previsioni del
progetto esecutivo.
D. DIGHE DI CALCESTRUZZO
D.l. - Caratteristiche generali
La tenuta e' di norma assicurata dal corpo diga medesimo o, per
tipi particolari, da ulteriori dispositivi sul paramento di monte.
Con riferimento alla statica si distinguono strutture:
a) a gravita', di calcestruzzo ordinario o rullato;
b) a gravita' alleggerite;
c) a volta, del tipo ad arco, arco gravita' o cupola.
D.1.1. Materiali e controlli
D.1.1.1 Calcestruzzo
Le caratteristiche dei componenti, la distribuzione granulometrica
e la dimensione massima degli aggregati, la dose di cemento, il
rapporto acqua-cemento, la specie e la dose di eventuali additivi, il
procedimento di confezione, trasporto, posa in opera e compattazione
dovranno conferire al calcestruzzo i migliori requisiti di
omogeneita', compattezza, tenuta idraulica, resistenza meccanica e
durabilita', con particolare riferimento all'azione del gelo,
all'azione chimica dell'acqua del serbatoio ed all'azione degli
agenti atmosferici.
Per la confezione del calcestruzzo ordinario sara' adoperato
cemento della composizione piu' opportuna sia per la resistenza
meccanica a lunga maturazione, sia per lo sviluppo del calore di
idratazione, per il ritiro e per la resistenza all'aggressione
chimica. In linea generale sono da preferire cementi pozzolanici a
basso calore di idratazione, a lenta presa e lento incremento della
resistenza.
Nei getti massivi, per ridurre l'incremento di temperatura dovuto
alle reazioni di idratazione del cemento, e per migliorare la
lavorabilita' e la durabilita' dei calcestruzzi agli agenti
atmosferici, potranno essere adoperate ceneri volanti. Queste
dovranno essere sottoposte a prove di accettazione, riguardanti la
massa volumica, la finezza, la perdita al fuoco, il contenuto di
cloruri, solfati e calce libera, l'attivita' pozzolanica, ed
eventuali altre caratteristiche in relazione al tipo di cenere.
In sede di progettazione definitiva verranno eseguiti, presso un
laboratorio ufficiale, prove preliminari sulla composizione del
calcestruzzo, con gli aggregati, gli additivi ed il cemento
prescelti; la sperimentazione verra' a precisare la composizione del
calcestruzzo per ottenere le migliori caratteristiche relative al
particolare uso. Dovranno essere documentate pure le caratteristiche
del calcestruzzo in assenza di additivi. Prima della costruzione si
procedera' ad una serie di prove di qualifica, presso un laboratorio
autorizzato, da prendere a riferimento per i controlli in fase di
costruzione.
In linea generale per la composizione prescelta dovranno essere
determinati le caratteristiche chimico fisiche dei componenti la
miscela e per il calcestruzzo fresco: la massa volumica, la
lavorabilita', i tempi di inizio e fine presa alle diverse
temperature ambiente prevedibili durante la costruzione; per il
calcestruzzo indurito a 7, 28, 90 giorni, la massa volumica, le
resistenze a compressione e a trazione, il modulo elastico, lo
scorrimento viscoso, il ritiro, il coefficiente di dilatazione
lineare, la determinazione, con il metodo adiabatico, del calore di
idratazione, con particolare riferimento alle velocita' di sviluppo
della temperatura del calcestruzzo, la permeabilita', la resistenza
al gelo.
In fase di getto particolare cura dovra' essere posta nello
spandimento in strati uniformi e nella compattazione con mezzi
meccanici di vibrazione, alla quale sara' commisurato lo spessore
massimo degli strati.
La sequenza e le condizioni di getto saranno programmate tenendo
conto delle condizioni climatiche in relazione allo sviluppo del
calore di idratazione in condizioni adiabatiche, del tipo di
struttura, della distanza tra i giunti, della lunghezza degli strati
da monte a valle, della sequenza dei getti e del tipo dei casseri, e
del tempo trascorso tra il momento del getto e l'inizio della presa
del calcestruzzo dello strato sottostante.
In funzione del tempo massimo, oltre il quale il piano di ripresa
e' da considerarsi "giunto freddo", intendendosi con "giunto freddo"
quello in cui l'avvenuta presa del calcestruzzo sottostante impedisce
l'adesione fra gli strati dovranno essere progettualmente indicati
gli interventi sulle superfici di ripresa dei getti. Nelle riprese
dopo sospensioni a lungo termine sono da adottare provvedimenti
integrativi per la tenuta e/o il drenaggio in prossimita' del
paramento a monte.
Durante la costruzione verranno sistematicamente controllate le
caratteristiche del calcestruzzo prelevando campioni dai getti e
sottoponendoli a prove nel laboratorio di cantiere. Ulteriori
verifiche dovranno essere eseguite presso laboratori ufficiali. I
risultati saranno elaborati e riassunti con criteri statistici. Nel
primo periodo dei getti la frequenza dei prelievi per le prove di
compressione e trazione sara' di almeno un prelievo per ogni 500 m3
di impasto e, comunque, non inferiore ad un prelievo per ogni
giorno di lavoro fino a trenta prelievi. Successivamente, la
frequenza potra' essere ridotta, ma non al di sotto di un prelievo
ogni 3000 m3 di impasto oppure di un prelievo ogni tre giorni di
getto.
Con i risultati delle prove effettuate verranno determinate le
resistenze caratteristiche, secondo le disposizioni di cui alle NTC
relative alle opere di calcestruzzo.
D.1.1.2 Calcestruzzo rullato
Il calcestruzzo rullato (RCC) e' un conglomerato composto da
aggregati, acqua e leganti, posto in opera per strati continui di
spessore generalmente previsto di 30 cm, come nei rilevati e
compattato con rulli vibranti. Il legante e' generalmente
costituito da cemento Portland o pozzolanico e ceneri volanti o
materiali pozzolanici. La dose minima di legante per il corpo diga
non puo' essere inferiore a 150 kg/m3 e il diametro massimo degli
aggregati e' generalmente inferiore a 100 mm.
Per cemento, aggregati, ceneri, additivi e conglomerato valgono le
disposizioni di cui al cap. D.1.1.1, estendendo il periodo di
stagionatura fino ad almeno 180 giorni.
Negli studi e nelle prove preliminari e' necessario determinare il
contenuto di acqua della miscela, sia in rapporto alle quantita' di
cemento e cenere, sia nei riguardi della consistenza del calcestruzzo
fresco, che deve essere lavorabile per compattazione mediante
rullatura. Dovranno inoltre essere eseguite prove (in sito o in
laboratorio) per la determinazione della resistenza a compressione, a
trazione e allo scorrimento sulle superfici di sovrapposizione degli
strati e di permeabilita' al contatto tra questi.
La stesa degli strati (spessore e tempo di ricopertura) e i metodi
di rullatura devono essere definiti in progetto. Questi ultimi sono
finalizzati al conseguimento di una densita' non inferiore al 95%
della massa volumica ottenuta in laboratorio nelle prove effettuate
in fase di progetto. Il progetto dovra' definire anche i diversi
trattamenti da attuare sulle superfici di ripresa per i casi in cui
il ricoprimento avvenga entro od oltre il tempo limite di formazione
del giunto "freddo". Successivamente ai getti verranno eseguiti,
mediante taglio con attrezzatura adeguata, i giunti verticali di
contrazione, protetti a monte da dispositivi di tenuta. La distanza
tra i giunti deve essere stabilita a seguito di uno studio delle
tensioni di origine termica, con particolare riferimento a quelle
connesse con lo sviluppo del calore di idratazione.
Al fine di verificare tempi, sequenze, modalita', lavorazioni e
trattamenti, dovra' essere eseguita fuori dall'impronta diga una
"stesa sperimentale" di idonee dimensioni costituita da piu' strati
sovrapposti, effettuata con l'impasto, la tecnica ed il macchinario
prescelti.
La permeabilita' del calcestruzzo in opera, non dovra' superare i
10-8 ÷10-10 m/s, a meno che la tenuta sia demandata a dispositivo
indipendente dal corpo diga, ubicato in corrispondenza del
paramento di monte (rivestimento in calcestruzzo armato
convenzionale, con geomembrane, ecc.).
D.1.2. - Stati limite e situazioni progettuali
Per i diversi stati limite dovranno essere considerate le
situazioni progettuali riportate al cap. C.6.
In particolare le verifiche allo stato limite ultimo per
scorrimento saranno condotte secondo quanto indicato al cap. D.2.2.
1.
D.l.3. - Analisi sismiche
Le analisi sismiche delle dighe di calcestruzzo potranno essere
eseguite con riferimento ai metodi di seguito specificati.
Analisi pseudostatiche
Nel caso dell'analisi pseudostatica si applicano alla diga, in
aggiunta agli altri carichi gia' presenti, le forze d'inerzia
prodotte dal sisma, rappresentate da carichi statici equivalenti, e
la sovrappressione dinamica come indicato nel cap. C.7.7.3.
La risultante delle forze di inerzia orizzontali e' calcolata come
prodotto del coefficiente sismico per la massa della struttura. Il
valore del coefficiente sismico dipende dal periodo fondamentale di
vibrazione della struttura e si ricava dallo spettro elastico
definito al cap. C.7.7. 1.
Nella valutazione del periodo proprio della struttura si terra'
conto delle caratteristiche del corpo diga, del livello di invaso e
dell'interazione con i terreni di fondazione.
Lo spettro elastico potra' essere ridotto per tener conto dello
smorzamento complessivo. Questo puo' assumersi pari al 5% per il
corpo diga, eventuali incrementi per tener conto del livello
dell'acqua di invaso e dell'interazione con i terreni di imposta
devono essere adeguatamente motivati.
Al fine della valutazione della risposta, e' possibile scalare lo
spettro elastico per tener conto di eventuali deformazioni residue
nell'ammasso di fondazione e nel corpo diga, se compatibili con la
condizione di verifica dello stato limite della diga stessa, mediante
metodi di comprovata validita'.
Si terra' conto di un adeguato criterio della gerarchia delle
resistenze, incrementando in modo opportuno le azioni di verifica del
corpo diga rispetto a quelle di verifica della fondazione, come
conseguenza di possibili sopraresistenze della fondazione rispetto ai
valori dei parametri assunti per la verifica.
Nella verifica, se il corpo diga puo' considerarsi rigido per
l'azione sismica verticale e qualora possa ritenersi che
l'interazione con il terreno non modifichi la risposta all'azione
verticale, l'azione verticale stessa puo' assumersi pari alla
accelerazione verticale di picco del terreno, come definita nella NTC
al punto 3.2.3.2.2. Quando l'interazione con il terreno dia luogo ad
un periodo proprio del moto verticale maggiore di 0.03 s, si
valutera' la forza d'inerzia verticale con le stesse metodologie
utilizzate per valutare la forza d'inerzia orizzontale.
La combinazione delle due componenti puo' stimarsi come indicato al
punto 7.3.5 della NTC.
Per le dighe a gravita' ordinarie, ove adeguatamente giustificato,
e' consentito l'uso di modelli piani riferiti ai singoli conci.
Particolare attenzione dovra' essere rivolta ai casi per i quali il
comportamento tridimensionale puo' essere significativo, quali conci
adiacenti tra loro interconnessi (ad esempio quando i giunti non sono
estesi a tutta l'altezza della diga), curvatura significativa della
diga in pianta, valle profonda e stretta. Nelle analisi si considera
l'azione sismica agente nelle direzioni orizzontali e verticali con i
criteri esposti nel cap. C.8.
Gli effetti delle discontinuita' nelle strutture - quali ad esempio
la presenza del giunto tra la struttura e il pulvino, bruschi
cambiamenti di sezione, di rigidezza o di allineamento - richiedono
particolari valutazioni.
Qualora si adotti l'analisi statica non lineare e si ipotizzi che
la struttura e le sue fondazioni possano subire anche significative
escursioni in campo non lineare il comportamento dei materiali e
delle interfacce deve essere modellato motivando adeguatamente i
parametri di resistenza adottati nonche' il criterio per individuare
il sistema equivalente ad un grado di liberta' per valutare lo
spostamento massimo dato lo spettro di risposta dell'azione. Dovranno
essere effettuate adeguate valutazioni parametriche per tener conto,
in modo cautelativo, della incertezza nella determinazione dei
parametri del modello.
Analisi dinamiche
Con l'analisi dinamica si calcola la risposta sismica della diga
utilizzando modelli numerici lineari o non lineari della struttura e
dell'ammasso roccioso di fondazione.
Il moto sismico puo' essere definito mediante accelerogrammi o,
nelle analisi lineari, come spettro di risposta; se specifiche
analisi prevedono che differenti zone della fondazione possano essere
soggette a differente scuotimento, si puo' ricorrere all'analisi con
eccitazione multipla, utilizzando procedimenti adeguati alla
complessita' del problema. Comunque si dovra' valutare la risposta
nel caso di azione sincrona.
Nelle analisi si considera l'azione sismica agente nelle direzioni
orizzontali e verticale con i criteri esposti nel cap. C.8.
D.l.4. - Particolari costruttivi
Coronamento
La larghezza del coronamento dovra' essere tale da consentire il
transito con mezzi adeguati per la sorveglianza e la manutenzione.
Detta larghezza deve comunque consentire la percorribilita' in
sicurezza del coronamento e non dovra' essere inferiore a 4 m; alle
estremita' saranno previste apposite piazzole di manovra.
Scarico di superficie in corpo diga
Il profilo della sommita' e del paramento di valle delle dighe
tracimabili deve essere conformato in modo che la vena sfiorante
aderisca, con contenute depressioni, su tutta l'altezza, ovvero che
se ne distacchi subito dopo la soglia sommitale; in questo caso si
deve provvedere, con dispositivi adeguati, all'aerazione della vena.
Con l'ausilio di modelli fisici, saranno studiati provvedimenti
protettivi dalle erosioni alla base della struttura.
Per le dighe di calcestruzzo rullato, al getto con calcestruzzo
convenzionale della soglia di sommita', si abbinano, per lo scivolo
lungo il paramento di valle, soluzioni sia in calcestruzzo
tradizionale, sia in calcestruzzo rullato con gradonatura di alzata
pari all'altezza di uno strato o suo multiplo, su cui la corrente,
saltando dissipa parte della propria energia. Per questa seconda
soluzione saranno da studiare per lo scivolo sia gli aspetti
idraulici (lama d'acqua emulsionata), sia gli aspetti meccanici
connessi alle sollecitazioni dinamiche di compressione e trazione che
si verificano sulle superfici orizzontali e verticali della
gradonatura.
Cunicoli di ispezione,drenaggi e condotti in corpo diga
Entro la struttura, in prossimita' del piede del paramento di monte
e lungo l'intero sviluppo di esso, e' da disporre, quando e dove lo
spessore, anche agli effetti statici, lo consente, un cunicolo
praticabile, al quale faranno capo le estremita' superiori delle
perforazioni drenanti in fondazione e le estremita' inferiori delle
canne drenanti nella struttura.
Il sistema di raccolta delle portate di permeazione sara'
realizzato in modo da consentire l'individuazione dell'origine dei
flussi idrici; per il deflusso delle acque a valle sara' sempre
privilegiata la soluzione a gravita'.
Il cunicolo dovra' avere dimensioni che consentano l'agevole
esecuzione di successive perforazioni ed iniezioni.
Per le dighe di calcestruzzo rullato eventuali condotti di scarico,
qualora non sia possibile ubicarli esternamente, al fine di evitare
interferenze con il sistema costruttivo a getto continuo, saranno
incorporati nella diga in getti di calcestruzzo tradizionale.
Fondazione
Gli scavi saranno condotti con gli accorgimenti affinche' la
superficie finale risulti fresca e non sconnessa.
Prima di iniziare il getto del calcestruzzo si dovra' controllare,
zona per zona, che la superficie di fondazione non abbia subito
alterazioni. Essa verra' ripulita con getti di acqua ed aria in
pressione ed i detriti saranno accuratamente asportati.
Nella fondazione sara' realizzato uno schermo di tenuta con
iniezioni di cemento o di altre idonee sostanze. Iniezioni cementizie
sono da eseguire anche lungo il piede del paramento a monte ai fini
della tenuta fra roccia e struttura muraria.
Giunti di dilatazione
Per le dighe a gravita' di calcestruzzo rullato i giunti potranno
essere realizzati con taglio dello strato, eseguito immediatamente
dopo la compattazione o successivamente sul calcestruzzo indurito,
con metodi atti ad assicurare continuita' e planarita', nonche'
verticalita' della traccia del taglio sui paramenti. In
corrispondenza del paramento di monte dovranno essere introdotti
dispositivi di tenuta.
Idonee soluzioni dovranno essere studiate e giustificate quando nel
calcolo si ammetta la collaborazione tra conci adiacenti.
D.2. - Dighe a gravita'
D.2.1. - Caratteristiche generali
Si definiscono a gravita' ordinarie le strutture di calcestruzzo,
posto in opera secondo quanto stabilito al cap. D.1.1., ad asse
planimetrico rettilineo o a debole curvatura, con profilo trasversale
fondamentale triangolare a sezioni orizzontali piene, divise in conci
da giunti permanenti, secondo piani normali al loro asse, posti a
distanze sufficienti a prevenire fessurazioni da cause termiche o da
ritiro.
Si definiscono a gravita' alleggerite le strutture, a speroni e a
vani interni, costituite da una successione di elementi indipendenti
(speroni) con profilo fondamentale triangolare, a reciproco contatto
lungo il paramento di monte ed, eventualmente, anche in tutto o in
parte lungo quello di valle e con superfici laterali distanziate nel
tratto intermedio; gli elementi possono essere pieni o cavi nel
tratto mediano delle sezioni orizzontali.
D.2.2. - Verifiche agli stati limite
Le verifiche di sicurezza delle dighe a gravita' devono essere
condotte per i diversi stati limite e per le diverse situazioni
progettuali di cui ai capp. C.6, C.8 e D.1.2, ove applicabili, e con
riferimento ai criteri di cui al cap. C.9.
In particolare, le verifiche nei confronti dello stato limite
ultimo di scorrimento (SLU), all'interno del corpo diga e in
fondazione, dovranno essere condotte secondo i criteri di seguito
esposti.
D.2.2.1 - Verifiche agli stati limite ultimi (SLU)
Per le dighe di calcestruzzo a gravita', le verifiche nei confronti
dello SLU di scorrimento sono eseguite in corrispondenza di piani a
varie quote nella struttura, in corrispondenza del piano di posa
della fondazione e in corrispondenza di superfici interne ai terreni
o alle rocce di fondazione.
In quest'ultimo caso, e' necessario individuare le principali
famiglie di discontinuita' nell'ammasso roccioso di fondazione,
caratterizzarne le proprieta' meccaniche e studiare i possibili
cinematismi di scorrimento
Ai fini delle verifiche possono essere portati in conto i
contributi di resistenza aggiuntivi offerti da eventuali interventi
di rinforzo dei terreni o dell'ammasso roccioso di fondazione.
Per le fasi di costruzione, dovra' essere esaminata anche la
stabilita' allo scorrimento dei conci di sponda in direzione
longitudinale, tenendo conto delle situazione transitorie di
progetto.
Le verifiche relative a stati limite ultimi che comportino il
raggiungimento della resistenza in fondazione possono essere
eseguite con uno dei due approcci di progetto descritti al § 2.6.1
delle NTC. Per le verifiche rispetto al raggiungimento del carico
limite in fondazione si adoperano i coefficienti yR specificati
nelle NTC al § 6.4.2.1. Per le verifiche allo scorrimento e per
entrambi gli approcci di progetto di cui al § 2.6.1 delle NTC si
deve adottare yR = 1.0 in fase costruttiva e yR = 1.15 nelle
condizioni di serbatoio pieno.
Nelle verifiche allo scorrimento sul piano di posa delle
fondazione, ai fini del calcolo non e' ammessa una pendenza
favorevole maggiore di 0,05. Analoghe prescrizione si applica alle
riprese di getto.
In mancanza di piu' accurate valutazioni, quando la diga e' munita
di canne o fori drenanti, nel corpo ed entro la fondazione, a
distanza tra loro non superiore a m 2,50 e di diametro non inferiore
a 200 mm in fondazione e 120 mm nel corpo, i valori caratteristici
delle sottopressioni determinanti la spinta dell'acqua verranno
assunte linearmente decrescenti in direzione monte-valle, da un
valore pari alla massima pressione idrostatica di invaso in
corrispondenza del parametro di monte, alla pressione idrostatica
massima che si puo' verificare lungo la linea dei drenaggi tenuto
conto della quota di libero efflusso di essi, indi al valore dalla
massima pressione idrostatica che puo' verificarsi in corrispondenza
del paramento di valle. Le massime pressioni idrostatiche a monte e a
valle della diga dovranno essere determinate in funzione dei livelli
di invaso corrispondenti alle specifiche situazioni di progetto.
In ogni caso, la pressione lungo la linea dei drenaggi e' da
assumere mai inferiore alla pressione idrostatica di valle aumentata
di 0,35 volte la differenza tra la pressione idrostatica di monte e
quella di valle.
Quando i drenaggi non soddisfano alle condizioni sopra indicate le
sottopressioni verranno assunte variabili linearmente su tutto lo
spessore della struttura fra i valori estremi sopraindicati.
In situazioni geometriche non regolari la distribuzione delle
sottopressioni dovra' essere valutata mediante apposite analisi di
filtrazione.
D.2.2.2 - Verifiche agli stati limite di esercizio (SLE)
Ai fini delle verifiche nei confronti dello SLE per eccesso di
tensioni dovra' risultare:
combinazione caratteristica quasi permanente e per le verifiche a
serbatoio pieno riferite al paramento di monte:
Parte di provvedimento in formato grafico
D.2.3. - Disposizioni particolari per le dighe a gravita'
alleggerita
Se il valore del rapporto fra l'interasse di due elementi
affiancati e lo spessore minimo di essi o la somma degli spessori
minimi, se trattasi di elementi cavi, e' compresa fra due e quattro
per almeno 2/3 dell'altezza dell'elemento, le verifiche di sicurezza
sono da condurre secondo le indicazioni relative alle dighe a
gravita' ordinaria, salvo che le sottopressioni si riterranno agenti
soltanto sotto la testa di monte dell'elemento, con riduzione a zero
sul contorno di valle di essa.
Se il rapporto predetto e' minore di due, valgono integralmente le
norme per le dighe a gravita' ordinaria; se e' superiore a quattro la
struttura e' da considerarsi tra quelle di tipo diverso, di cui al
cap. G .
Le parti di diverso spessore di uno stesso elemento saranno
raccordate con adeguata gradualita'.
Nei casi di notevole disuniformita' delle caratteristiche
meccaniche della roccia di fondazione ed, in particolare, di notevole
differenza delle caratteristiche stesse sull'area di base di singoli
elementi, ciascuno di questi dovra' poggiare su di uno zoccolo
ampiamente armato, all'elemento stesso raccordato, di larghezza alla
base, in direzione trasversale, convenientemente maggiore di quelle
del gambo (o dei gambi) dell'elemento.
Gli zoccoli a contatto fra di loro agli estremi di monte e di
valle, saranno ivi divisi l'un l'altro da giunti permanenti;
centralmente essi saranno ampiamente distaccati, lasciando libero un
ampio vano atto a consentire la dissipazione di sottopressioni, fermo
restando che esse dovranno essere valutate con la regola precisata E.
1. Analogo vano dello zoccolo e' necessario in corrispondenza del
vano interno degli elementi cavi.
Ove non siano realizzate queste condizioni, valgono per la
determinazione della sottospinta le norme indicate per le dighe a
gravita' ordinarie.
E' opportuno che zoccolo ed elemento siano divisi l'uno dall'altro
da un giunto permanente, conformato secondo una superficie con
generatrici orizzontali in direzione trasversale, con direttrice
lievemente risalente da monte a valle.
La superficie di fondazione, o diretta dei singoli elementi, ovvero
degli zoccoli, dovra' avere risalienza, ancorche' modesta, da monte a
valle. La fondazione diretta dei gambi dovra' essere pressoche'
orizzontale nella direzione trasversale, su tutta la larghezza del
gambo.
Sono da evitare gli elementi cavi aventi notevole dislivello fra le
superfici di appoggio dei due gambi. Sono in ogni caso da adottare
disposizioni strutturali atte a prevenire il pericolo di fessurazione
da tensioni secondarie, conseguenti al dislivello predetto.
D.3. - Dighe a volta
D.3.1. - Caratteristiche generali
Si intendono per dighe a volta le strutture monolitiche, o a giunti
bloccati fra conci, con sezioni orizzontali decisamente arcuate e
impostate contro roccia, direttamente o attraverso una struttura
intermedia di ripartizione (pulvino).
I giunti fra i conci, in cui per ragioni costruttive le strutture
potranno essere divise, sono da bloccare solo dopo trascorso un tempo
sufficiente a consentire liberamente la maggior parte delle
deformazioni derivanti dal raffreddamento del calcestruzzo e dal
ritiro.
Si distinguono convenzionalmente, ai fini dell'analisi strutturale,
in:
a) dighe ad arco, quando la forma ed i rapporti di dimensione sono
tali che la resistenza alla spinta dell'acqua, ed eventualmente del
ghiaccio, ed alle azioni sismiche e' sopportata in grande prevalenza
per effetto della curvatura longitudinale (arco);
b) dighe ad arco-gravita', quando la forma ed i rapporti di
dimensione sono tali che alla resistenza predetta concorrono in
misura singolarmente non modesta, sia l'effetto della curvatura
longitudinale, sia quello trasversale di mensola;
c) dighe a cupola, quando la forma ed i rapporti di dimensione sono
tali che la reattivita' elastica e' assimilabile a quella di lastra a
doppia curvatura.
L'attribuzione delle singole opere ad uno dei tipi sopra elencati,
da cui conseguono i diversi criteri adottati nell'analisi statica,
dovra' essere ampiamente giustificata.
D.3.2. - Verifiche agli stati limite
Le verifiche saranno condotte, nel rispetto dei principi sopra
indicati, utilizzando, generalmente, modelli adeguati al tipo di
sbarramento ed alle caratteristiche fisiche, meccaniche e strutturali
dell'ammasso roccioso di fondazione.
Ai fini delle verifiche nei confronti dello SLE per eccesso di
tensioni dovra' risultare:
combinazione caratteristica quasi permanente e per le verifiche a
serbatoio pieno riferite al paramento di monte:
Parte di provvedimento in formato grafico
E. DIGHE DI MATERIALI SCIOLTI
E.1. - Caratteristiche generali
Queste dighe sono formate con materiali ricavati da depositi
naturali o per abbattimento di formazioni rocciose, posti in opera
con modalita' controllate per raggiungere le caratteristiche del
manufatto previste in progetto.
La scelta di una diga di materiali sciolti e' determinata dalla
geologia del sito e dalla morfologia delle imposte, dalle
caratteristiche geotecniche dei terreni e delle rocce di fondazione e
d'imposta delle spalle, dalla sismicita' del sito, oltre che da
motivi d'ordine generale, economico e costruttivo.
La scelta di questo tipo di diga e' peraltro vincolata dalla
disponibilita' di depositi naturali o di idonei banchi rocciosi
coltivabili, a distanza conveniente secondo il profilo
tecnico-economico.
Le dighe di materiali sciolti sono classificabili in funzione della
collocazione del dispositivo di tenuta:
- all'interno del corpo del rilevato;
- sul paramento di monte del rilevato.
Per opere di limitata importanza, la tenuta puo' essere affidata al
corpo del rilevato, a permeabilita' uniforme.
E.2 - Materiali e controlli
L'idoneita' dei materiali per la costituzione del corpo del
rilevato, le modalita' per la loro costituzione e le proprieta'
fisiche e meccaniche dopo la loro messa in opera, sono determinate in
fase di progettazione mediante prove in sito e in laboratorio
nonche', eventualmente, su modelli fisici rappresentativi. E'
necessario che le caratteristiche di progetto dei materiali per la
costituzione del corpo del rilevato e la loro messa in opera, con
particolare riguardo alle caratteristiche meccaniche e alla
permeabilita', siano verificate con rilevati sperimentali realizzati
impiegando i previsti mezzi di cantiere, per controllare anche
eventuali trattamenti di miscelazione.
Non e' ammesso l'uso di materiali alterabili al contatto con
l'acqua e l'aria o contenenti, in apprezzabile misura, residui
organici o sostanze solubili.
I materiali saranno posti in opera per strati suborizzontali e
compattati in modo da ottenere le caratteristiche fissate in
progetto. L'altezza degli strati sara' commisurata alle
caratteristiche dei materiali e ai mezzi meccanici di compattamento;
il collegamento fra i singoli strati dovra' essere garantito, anche
dopo periodi di sospensione.
Le caratteristiche dei materiali devono essere sistematicamente
controllate su campioni da sottoporre a prove nel laboratorio di
cantiere. Riscontri devono essere eseguiti presso laboratori
autorizzati.
E.3. -Stati Limite e situazioni progettuali
Oltre alle situazioni generali riportate nel cap. C.6,
corrispondenti al raggiungimento di stati limite ultimi, sono da
considerare le seguenti:
1. instabilita' dei paramenti;
2. rottura per liquefazione del corpo diga o dei terreni di
fondazione;
3. rottura per erosione interna o sifonamento;
4. lacerazione dell'eventuale manto o rottura del diaframma di
tenuta.
E.4. - Combinazioni delle azioni
Le azioni devono essere combinate secondo quanto indicato al cap.
C.8 e, comunque, in modo da comprendere tutte le condizioni che
possano essere ragionevolmente previste durante la costruzione e
l'esercizio del serbatoio.
La verifica alla rapida vuotatura potra' essere omessa quando la
tenuta sia affidata ad un manto sul paramento di monte, per il quale
sia stata verificata l'efficienza del dreno.
E.5 - Verifiche di sicurezza
Le verifiche di sicurezza, relative agli stati limite ultimi e di
esercizio, devono essere svolte nel rispetto dei principi generali
indicati al cap. C.9.
E.5.1. - Verifiche nei confronti degli stati limite ultimi (SLU)
L'analisi deve proporsi di individuare le superfici di potenziale
scorrimento piu' prossime all'instabilita', sia all'interno del
rilevato, sia nell'insieme costituito dal rilevato e dai terreni di
fondazione. Le relative verifiche possono essere svolte con il solo
Approccio 1, con riferimento alla combinazione 2 dei coefficienti
di sicurezza parziali previsti dalle NTC; nelle verifiche, si deve
porre yR = 1.1 nelle fasi costruttive e nelle condizioni di svaso
rapido, e yR = 1.2 nelle condizioni di serbatoio pieno.
Le verifiche nei confronti del sifonamento si eseguono
conformemente a quanto previsto al § 6.2.3.2 delle NTC, utilizzando i
coefficienti parziali sulle azioni, yF, riportati nella tabella
6.2.IV delle NTC.
Possono comunque essere assunti valori dei coefficienti parziali
piu' cautelativi di quelli previsti dalle NTC, da giustificare
tenendo conto della pericolosita' del fenomeno in relazione ai
possibili effetti della condizione di instabilita'.
E.5.2. - Verifiche nei confronti degli stati limite di esercizio
(SLE)
Le opere devono essere verificate nei confronti degli stati limite
di esercizio. A tale scopo, il progetto deve esplicitare le
prescrizioni relative agli spostamenti compatibili e le prestazioni
attese per l'opera stessa.
Per ciascun stato limite di esercizio deve essere rispettata la
condizione Ed ≤ Cd , dove Ed e' il valore di progetto dell'effetto
delle azioni e Cd e' il prescritto valore limite dell'effetto delle
azioni.
In generale, nei modelli e nei calcoli si deve tener conto del
comportamento non lineare e dei fenomeni di interazione tra le fasi
dei terreni e dei materiali da costruzione, nonche' della sequenza
delle operazioni di costruzione ed invaso. Particolare attenzione
deve essere rivolta alla previsione del decorso dei cedimenti nel
tempo, comprendendo sia i fenomeni idrodinamici, sia i fenomeni
dovuti alla viscosita' strutturale dello scheletro solido dei
terreni, e alla valutazione dei cedimenti differenziali, per
valutarne l'ammissibilita' nel corso dell'esercizio dell'opera di
sbarramento.
In funzione del calcolo dei cedimenti dovra' essere definita la
monta da assegnare al rilevato, anche ai fini del mantenimento del
franco idraulico.
E.6 - Analisi sismiche
In presenza di azioni sismiche, le verifiche agli stati limite
ultimi possono essere eseguite mediante analisi semplificate e
mediante analisi dinamiche.
Nelle analisi e' necessario portare in conto la risposta sismica
dei terreni di fondazione e di quelli costituenti il corpo diga.
Effettuando analisi con il metodo degli spostamenti (Newmark), o
analisi piu' complete con metodi dinamici, l'azione sismica deve
essere rappresentata da accelerogrammi registrati, rappresentativi
della sismicita' del sito, o, in subordine, da accelerogrammi
sintetici che tengano conto dei possibili meccanismi di sorgente e
dei fenomeni di propagazione, giustificando le scelte effettuate,
purche' siano giustificate le scelte sulle caratteristiche
sismogenetiche della sorgente e sul mezzo di propagazione. In queste
analisi, devono essere impiegati almeno cinque accelerogrammi che
soddisfino i requisiti indicati.
Nella scelta dei valori dei parametri geotecnici che caratterizzano
il corpo diga e i terreni di fondazione, si deve tener conto dei
comportamenti di tipo fragile, con riduzione della resistenza al
taglio al crescere delle deformazioni. Nella scelta dei modelli di
analisi e/o dei valori dei parametri geotecnici, si deve inoltre
tener conto dei possibili incrementi di pressione interstiziale
indotti nei terreni saturi in condizioni sismiche e dei loro effetti
meccanici.
Le analisi devono comprendere la valutazione degli spostamenti, in
particolare dei cedimenti, anche al fine di verificare l'idoneita'
dei franchi idraulici.
E.7 - Particolari costruttivi
La larghezza del coronamento deve essere sufficiente per porre in
opera i materiali fino in sommita' a regola d'arte, con i metodi
costruttivi stabiliti. Detta larghezza deve comunque consentire la
percorribilita' in sicurezza del coronamento e non dovra' essere
inferiore a 4 m; alle estremita' saranno previste apposite piazzole
di manovra.
Le superfici di contatto tra materiali di granulometria diversa
dovranno essere opportunamente protette da filtri o materiali di
transizione [manti o strati di protezione], ove necessario per
garantirne la compatibilita'; l'efficacia di tali dispositivi dovra'
essere dimostrata nel progetto nei confronti dei possibili stati
limite.
Il gradiente piezometrico associato al moto di filtrazione, e, piu'
in generale, la pressione interstiziale nel rilevato e nei terreni di
fondazione, in costruzione e in esercizio, saranno regolati con
opportuni dreni anche al fine di individuare la provenienza delle
perdite e di valutare la loro entita'.
Condotte di qualunque specie (di scarico, di derivazione ed altro,
ad esclusione dei dreni) non dovranno traversare il corpo del
rilevato, ma potranno essere ammesse in fondazione a condizione che
siano incassate in trincee in roccia lapidea in posto ed abbiano
ricoprimento di calcestruzzo di conveniente spessore.
Dispositivi di scarico nel corpo diga sono ammessi solo per gli
sbarramenti con struttura di tenuta interna e solo se inseriti in
appositi conci di calcestruzzo provvisti di ogni accorgimento per
garantire l'idoneita' del contatto con il rilevato.
L'insieme dei dispositivi di tenuta idraulica nel rilevato
(diaframma, nucleo, o parte del rilevato in caso di diga omogenea)
dovranno essere estesi fino in prossimita' del piano di coronamento
ed ammorsati nella formazione di base, considerata tecnicamente
impermeabile. Se questa e' assente o si trova a notevole profondita',
la continuita' del dispositivo di tenuta in fondazione dovra' essere
assicurata con taglioni, paratie, schermi in grado di ridurre i
gradienti idraulici in misura tale che siano sicuramente evitate
erosioni interne del terreno.
E' di norma da prevedere la realizzazione in fondazione di un
cunicolo longitudinale ispezionabile, anche per il controllo delle
perdite.
F. TRAVERSE FLUVIALI
E' definita traversa fluviale ogni sbarramento avente la funzione
primaria di stabilizzare a un valore assegnato la quota idrica a
monte; pertanto puo' essere secondaria la funzione di regolazione
delle portate.
Si distinguono in traverse a soglia fissa e traverse mobili o
presidiate da paratoie.
Per i corsi d'acqua arginati, si applicano tutte le disposizioni
delle presenti norme agli argini del tronco fluviale compreso tra la
traversa e la sezione di incrocio del profilo di rigurgito che si
diparte dalla traversa alla quota massima di regolazione con il
profilo che si realizzava nelle condizioni naturali del corso d'acqua
con la portata mediamente superata 270 giorni all'anno,
antecedentemente alla costruzione della traversa.
Qualora il rigurgito che si diparte dalla traversa interessi argini
gia' esistenti, deve essere dimostrata la loro idoneita' alla
permanente trattenuta dell'acqua in condizioni di sicurezza. In
particolare le verifiche di sicurezza degli argini devono considerare
la permanenza in alveo di un livello di pelo libero pari alla quota
massima di invaso. Il limite dei tronchi arginali interessati dal
volume di rigurgito deve essere materializzato sul terreno.
In ogni caso, le portate di progetto per il dimensionamento della
traversa e degli eventuali argini dell'impianto devono coincidere.
Il profilo di piena corrispondente alla portata di dimensionamento
definita al cap. C.1 e' determinato considerando che:
1. per le traverse a soglia fissa, siano chiusi tutti gli scarichi
ausiliari (prese, luci sghiaiatrici, ecc.) e la portata passi
interamente sulla soglia fissa. Il calcolo deve considerare la
occlusione di almeno il 20% della luce libera causata da accumulo di
materiale galleggiante a monte delle pile della passerella
sormontante lo sfioratore; la riduzione della luce libera sale al 50%
se la luce tra le pile e' non superiore a 12 m.
2. per le traversa mobili, sia chiuso, per blocco delle paratoie,
almeno il 30% delle luci principali se queste hanno larghezza non
inferiore a 12 m; in caso contrario, il calcolo deve considerare la
occlusione di almeno il 50% della residua luce libera per eventuale
accumulo di materiale galleggiante.
Nella progettazione della traversa devono essere studiate le
condizioni di trasporto solido nel fiume da sbarrare, per valutare
l'entita' dell'erosione a valle e dell'interrimento a monte
dell'opera, da considerare ai fini della verifica delle condizioni di
sicurezza dello sbarramento. Ogni studio su modello idraulico
riguardante la interazione tra la struttura e il letto fluviale deve
considerare il fondo mobile in condizioni di letto vivo, a meno che
non sia altrimenti giustificato.
G - DIGHE DI TIPO MISTO E DI TIPO DIVERSO
Per le dighe di tipo misto, costituite in parte da strutture di
calcestruzzo ed in parte da strutture di materiali sciolti, valgono
per le singole parti le rispettive norme. Il contatto fra le
strutture differenti dovra' essere adeguatamente preso in esame nella
definizione degli stati limite.
Si intendono di tipo diverso tutte le dighe che non rientrano nelle
tipologie definite in precedenza.
I progetti di tali strutture ed i criteri di esecuzione devono
essere in armonia con quanto indicato nelle presenti norme per i tipi
strutturali assimilabili.
H. DIGHE ESISTENTI
H.1. - Generalita'
E' definita diga esistente quella che abbia, alla data della
redazione della valutazione di sicurezza e/o del progetto di
intervento, la struttura completamente realizzata.
Per quanto non diversamente specificato nel presente articolo, le
disposizioni di carattere generale contenute negli altri articoli
delle presenti norme costituiscono il riferimento anche per le dighe
esistenti. Nel caso di interventi non strutturali dovra' essere
valutata la loro possibile influenza sugli SLU e gli SLE della diga o
di parti di essa.
La valutazione della sicurezza e la progettazione degli interventi
sulle dighe esistenti devono essere conformi ai criteri generali
stabiliti dalle vigenti NTC ed in particolare devono essere basate
sulle informazioni, le indagini e le misure acquisite nel corso della
costruzione e dell'esercizio della diga e su quelle acquisite a
seguito di specifiche indagini per identificare le condizioni attuali
dell'opera.
Le dighe esistenti dovranno essere sottoposte a valutazione della
sicurezza dell'intera struttura o di parti di essa quando ricorrono
le condizioni generali stabilite dalle NTC o dal Regolamento per la
disciplina del procedimento di approvazione dei progetti e del
controllo sulla costruzione e l'esercizio degli sbarramenti di
ritenuta.
La valutazione della sicurezza di uno sbarramento puo' riguardare
la stabilita' legata al comportamento del corpo diga, tenuto conto
delle condizioni geologiche ed idrologiche, nei suoi aspetti
strutturali, geotecnici, inclusa la risposta alle azioni sismiche, ed
idraulici.
La valutazione della sicurezza dovra' effettuarsi ogni qual volta
si eseguano gli interventi strutturali di cui all'articolo seguente e
dovra' determinare il livello di sicurezza prima e dopo l'intervento.
H.2. - Interventi
Sono individuate le seguenti categorie di intervento:
1. interventi di ristrutturazione mediante lavori e opere di
trasformazione anche parziale
- di adeguamento, atti a conseguire i livelli di sicurezza e
funzionalita' previsti dalle presenti norme per le nuove
realizzazioni;
- di miglioramento atti ad aumentare la sicurezza preesistente, pur
senza necessariamente raggiungere i livelli richiesti per le nuove
realizzazioni; l'incremento della sicurezza da conseguire deve essere
adeguatamente dimostrato in progetto;
- di riparazione o interventi locali che interessino elementi
isolati e che, comunque, comportino miglioramento delle condizioni di
sicurezza preesistenti;
- di declassamento, con riduzione dell'altezza della diga e/o del
volume di invaso del serbatoio;
2. interventi di dismissione per privare lo sbarramento della
funzione di ritenuta idraulica, garantendo la sicurezza del sito e
dei territori di valle.
H.2.1. -Intervento di adeguamento
E' fatto obbligo di procedere alla valutazione della sicurezza e,
qualora necessario, ad interventi di adeguamento in caso di:
a) sopraelevazione della diga e/o significativi incrementi delle
quote idriche di progetto;
b) variazioni di classe d'uso e/o variazioni di utilizzo della
risorsa che comportino significativi incrementi dei carichi di
progetto di cui al precedente cap. C;
c) interventi strutturali per trasformare la diga mediante un insieme
sistematico di opere che portino ad un'opera dal comportamento
strutturale diverso dal precedente.
In ogni caso, il progetto dovra' essere riferito all'intera
costruzione e dovra' riportare le verifiche dell'intero sbarramento
di ritenuta secondo le indicazioni del presente capitolo.
H.2.2. - Intervento di miglioramento
E' fatto obbligo di procedere almeno ad interventi di miglioramento
idraulico, in conseguenza alla valutazione della sicurezza idraulica
in base ai criteri di cui al cap. H.3.4., se il tempo di ritorno
della portata di piena scaricabile rispettando il franco idraulico
indicato al cap. C.1 risulti inferiore a 500 anni per le dighe di
calcestruzzo e a 1000 anni per le dighe di materiali sciolti.
E' fatto obbligo di procedere almeno ad interventi di miglioramento
sismico quando le analisi svolte come prescritto ai capp. H.3 e H.4
per valutare la sicurezza sismica lascino prevedere il raggiungimento
di uno SLU (SLV/SLC).
Il progetto e la valutazione della sicurezza dovranno essere estesi
a tutte le parti della struttura potenzialmente interessate da
modifiche di comportamento, nonche' all'opera nel suo insieme, ove
necessario.
H.2.3. - Intervento locale o riparazione
In generale, gli interventi di questo tipo riguarderanno singole
parti e/o elementi dello sbarramento e interesseranno porzioni
limitate della diga. Il progetto e la valutazione della sicurezza
potranno essere riferiti alle sole parti e/o elementi interessati,
per documentare che, rispetto alla configurazione precedente al
danno, al degrado o alla variante, esse comportino un miglioramento
delle condizioni di sicurezza preesistenti.
H.2.4. - Declassamento
L'intervento di declassamento e' tale di trasformare uno
sbarramento - di competenza statale o regionale ai fini della
vigilanza sulla sicurezza - in uno sbarramento di altezza e/o volume
di invaso inferiori, con passaggio di competenza ad altra
amministrazione territoriale e comporta l'obbligo di realizzare
interventi di miglioramento ovvero di adeguamento per conseguire i
livelli di sicurezza previsti dalle vigenti norme.
H.2.5. - Dismissione
L'intervento di dismissione ha l'obiettivo di privare
permanentemente lo sbarramento della funzione di ritenuta idraulica,
garantendo la sicurezza del sito e dei territori di valle.
Le eventuali opere residuali, nel rispetto della normativa e delle
prescrizioni in materia di ambiente e acque pubbliche, dovranno
comunque consentire lo smaltimento, senza significativo rigurgito,
della portata che l'Autorita' idraulica dell'asta fluviale prende a
riferimento per la progettazione delle opere idrauliche, e giudicata
compatibile con il buon regime delle acque dalla medesima Autorita'.
H.3. - Disposizioni comuni
H.3.1 - Quadro conoscitivo
La predisposizione del piano degli accertamenti e delle indagini
per identificare le condizioni attuali della diga deve tener conto
dei dati acquisiti nelle fasi di progetto e di costruzione, nonche'
dei risultati progressivamente acquisiti tramite la strumentazione di
controllo.
L'inquadramento dei problemi e delle cause che hanno determinato
l'esigenza di interventi comprendera' la descrizione, documentazione
ed analisi critica dei fenomeni rilevati, la definizione di un
modello di riferimento idoneo a riprodurre i fenomeni osservati
basato sul quadro dei rilievi quantitativi disponibili, anche al fine
di valutare l'idoneita' delle soluzioni proposte.
H.3.2 - Caratterizzazione meccanica dei materiali
In base al quadro delle conoscenze di cui al precedente H.3.1,
devono essere programmate indagini integrative, indirizzate alla
caratterizzazione meccanica dei materiali costituenti il corpo diga e
dei terreni di fondazione e d'imposta, con specifico riferimento alle
metodologie d'analisi previste per la valutazione della
vulnerabilita' sismica.
Dighe di calcestruzzo e muratura
Si dovranno accertare, mediante prove in sito ed in laboratorio su
campioni prelevati dal corpo diga, le caratteristiche dei materiali
componenti e la loro variabilita' nell'ambito del corpo diga stesso,
ricostruendo la situazione di fatto. I parametri ricavati
indirettamente con prove non distruttive saranno correlati a misure
dirette ottenute sui campioni. Dovranno essere altresi' identificati
i fenomeni di filtrazione in fondazione.
Si individueranno le eventuali fessure significative presenti; si
indaghera' anche lo stato delle eventuali armature, dei giunti ed
eventuali dispositivi di tenuta. Nelle dighe di muratura di pietrame
si valutera' lo stato di consistenza dei blocchi e delle malte.
E' infine utile valutare sperimentalmente il livello tensionale
locale.
Dighe di materiali sciolti
Si dovranno accertare, mediante prove in sito ed in laboratorio su
campioni prelevati dal corpo diga, le caratteristiche dei materiali
componenti e la loro variabilita' nell'ambito del corpo diga stesso,
ricostruendo la situazione di fatto. Dovranno essere altresi'
identificati i fenomeni di filtrazione attraverso il corpo diga e in
fondazione.
H. 3.3.- Prescrizioni costruttive
Per le dighe esistenti progettate e realizzate nel rispetto di
previgenti norme tecniche, a completamento del quadro conoscitivo,
dovranno essere accertate ed esaminate le difformita' costruttive
rispetto alle prescrizioni od obblighi imposti dalle presenti norme
per le dighe di nuova costruzione. L'esame dovra' evidenziare gli
elementi di vulnerabilita' per la sicurezza dello sbarramento. Fermo
restando quanto di seguito stabilito per il franco idraulico,
difformita' rispetto a prescrizioni costruttive potranno ammettersi
ove giustificate sulla base di un quadro conoscitivo globale
sufficientemente approfondito e sulla base di specifici piani di
controllo e manutenzione periodici. In particolare eventuali condotte
attraversanti dighe di materiali sciolti o di muratura di pietrame
potranno essere ammessi solo se le relative condizioni di
manutenzione / tenuta/ funzionalita' siano periodicamente accertate
mediante specifici controlli.
H.3.4. - Azioni
I valori delle azioni e le loro combinazioni da considerare nel
calcolo, sia per la valutazione della sicurezza sia per il progetto
degli interventi, sono quelle definite dalla presente norma per le
dighe di nuova costruzione, salvo quanto di seguito precisato. Per
i carichi permanenti e variabili, un'accurata definizione dello
stato di fatto e dei materiali potra' consentire di adottare
coefficienti parziali modificati, assegnando valori di yG e yQ
adeguatamente motivati.
Il campo di pressioni interstiziali in fondazione potra' essere
adottato tenendo conto delle misure disponibili, se adeguate per
qualita' e numero.
Il periodo di riferimento dell'azione sismica sara' quello di
seguito indicato.
H.3.4.1. - Azioni sismiche
Le dighe in muratura di pietrame con malta sono assimilate alle
dighe in calcestruzzo.
Nella definizione delle azioni sismiche vale quanto riportato al
precedente cap.7 per le dighe di nuova costruzione, salvo assumere
per le dighe esistenti una vita nominale VN pari a 50 anni; in
situazioni particolari potranno motivatamente assumersi valori di VN
maggiori.
Ai fini delle verifiche sismiche per le dighe esistenti, si puo'
ammettere che l'opera o qualcuno dei suoi componenti critici non
soddisfino i requisiti dimensionali e costruttivi minimi e le
prescrizioni di verifica stabilite per le dighe di nuova costruzione,
purche' siano effettuate con esito positivo tutte le analisi e le
verifiche secondo le norme di cui al presente capo.
Il periodo di riferimento dell'azione sismica e' definito in
funzione della vita nominale VN e del coefficiente d'uso CU secondo
la relazione valida per le dighe di nuova costruzione e con
riferimento alla seguente tabella H1.
Tab.H 1
Parte di provvedimento in formato grafico
Conseguentemente, i periodi di riferimento minimi risultano:
Tab. H2
Parte di provvedimento in formato grafico
e, con riferimento alle prefissate probabilita' di eccedenza PVR
definite nelle vigenti NTC, i periodi di ritorno dell'azione
sismica agente in ciascuno degli stati limite di cui al cap. C.6
sono:
Tab.H3
Parte di provvedimento in formato grafico
H.4 . Verifiche della sicurezza e delle prestazioni
I criteri ed i metodi definiti per le dighe di nuova costruzione
saranno applicati agli interventi sulle dighe esistenti, salvo quanto
diversamente specificato nel seguito.
H.4.1. - Valutazione della sicurezza idraulica
La valutazione delle portate di piena prendera' a riferimento anche
i dati registrati durante l'esercizio dello sbarramento (livelli
d'invaso, portate affluenti, derivate e scaricate, incidenti o
elementi di vulnerabilita' idraulica) nel corso di eventi di piena.
Il franco netto e' determinato come disposto dagli art. C1 e C2.
Potranno essere consentite modalita' di scarico della portata di
piena di riferimento anche difformi da quelle previste per le dighe
di nuova costruzione, purche' adeguatamente giustificate da dati
sulla funzionalita' ed efficienza degli scarichi nel corso
dell'esercizio.
In conseguenza della valutazione della sicurezza idraulica, nei
casi previsti dall'art. H.2, saranno individuati gli interventi
strutturali o non strutturali idonei a consentire il miglioramento o
l'adeguamento della sicurezza idraulica del serbatoio.
Gli scarichi e le opere complementari e accessorie della diga
(scarichi di superficie, scarichi profondi, loro organi di
intercettazione e movimentazione e strumentazione di controllo)
devono essere considerati tra i componenti nella rivalutazione
sismica delle dighe, al fine di individuare, se essi sono componenti
critici. In particolare e' da valutare se il mancato funzionamento,
il danneggiamento o la rottura di essi puo' portare alla perdita di
controllo dell'invaso o di funzionalita' del serbatoio.
In particolare deve essere comunque garantita, come minimo,
l'operativita' degli scarichi profondi e di superficie.
Qualora gli scarichi siano insufficienti e', in generale, da
migliorare l'efficienza di quelli di superficie.
A garanzia della sicurezza idraulica dei territori di valle anche
per l'impianto di ritenuta esistente dovra' essere predisposto il
"Piano di laminazione" di cui all'art. 29 del Regolamento.
H.4.2. Metodologie d'analisi sismica per le dighe di materiali
sciolti
Le analisi della risposta meccanica di queste dighe per effetto
dell'azione sismica devono comprendere la valutazione degli
spostamenti, in particolare dei cedimenti del coronamento, per
rendere possibile le verifiche di sicurezza nei confronti della
tracimazione.
La presenza di materiali scarsamente addensati e saturi, nel corpo
diga o nel terreno di fondazione, richiede anche una verifica nei
confronti della liquefazione.
Nel caso di dighe strategiche e' sempre richiesta un'analisi
dinamica. La scelta dello specifico tipo di analisi dinamica dipende
sia dal tempo di ritorno dell'azione sismica considerata, sia dalle
caratteristiche geotecniche dei materiali presenti.
H.4.3. Metodologie d'analisi sismica per le dighe murarie
Quando si effettua una valutazione quantitativa della sicurezza
sismica e' richiesta, oltre alla previsione del comportamento
dell'opera nei confronti delle azioni sismiche attese, anche la stima
dell'azione sismica massima che la diga puo' sopportare.
Le analisi strutturali saranno effettuate con modelli adeguati.
Eventuali analisi lineari dovranno tener conto dello stato di
fessurazione presente anche con la scelta di opportuni parametri di
deformazione. Si controllera' che lo stato di sollecitazione
ottenuto, sia a livello locale che globale, sia compatibile con il
modello adottato.
Eventuali analisi non lineari richiedono di modellare il
comportamento dei materiali e delle interfacce , sia in termini di
resistenza che di deformabilita', anche alla luce di specifiche
indagini.
Il criterio di verifica dovra' essere coerente con il modello di
calcolo adottato.
Nelle verifiche allo SLU i livelli di deformazione sia locale che
globale dovranno essere confrontabili con i requisiti relativi agli
stati limite SLU ed SLC. Nello SLU dovra' comunque essere garantita
la capacita' di contenimento dell'acqua, mentre potranno essere
accettati collassi locali.
H.4.4. Stabilita' allo scorrimento delle dighe a gravita' e delle
traverse
Le forze sismiche di taglio parallele alla superficie di verifica
devono essere valutate riducendo opportunamente i valori che si
otterrebbero con una analisi dinamica elastica lineare, secondo i
criteri indicati per le dighe di nuova costruzione.
E' inoltre sempre opportuno eseguire analisi parametriche, facendo
variare i parametri meccanici utilizzati sia di resistenza che di
rigidezza.
H.5. - Disposizioni per le dighe di tipologie diverse
Le dighe esistenti di tipologia non prevista per le nuove
costruzioni, quali dighe di muratura di pietrame, con o senza malta,
e le dighe di calcestruzzo a volte o solette e contrafforti e a
blocchi saranno esaminate secondo i principi di cui alle presenti
norme e tenuto conto, ove compatibili, delle norme tecniche
applicabili all'epoca della costruzione.
Particolare attenzione dovra' essere posta all'individuazione degli
elementi di vulnerabilita', con specifico riguardo all'esigenza di
garantire livelli di sicurezza analoghi a quelli stabiliti per le
dighe delle tipologie ordinarie, ed alla caratterizzazione dei
materiali ed elementi compositivi dello sbarramento.