(Allegato)
                                  Allegato 
 
                  Disciplinare di produzione della 
                   Indicazione geografica protetta 
                     «Carota Novella di Ispica» 
 
                               Art. 1. 
 
                            Denominazione 
 
    L'indicazione Geografica Protetta «Carota Novella di  Ispica»  e'
riservata esclusivamente alle carote che rispondono  alle  condizioni
ed ai requisiti stabiliti dal presente disciplinare di produzione. 
 
                               Art. 2. 
 
              Descrizione e caratteristiche al consumo 
 
    La «Carota Novella di Ispica» ad indicazione geografica  protetta
e' il prodotto della coltivazione della specie Daucus carota L. 
    Le varieta' utilizzate derivano dal  gruppo  di  varieta'  carota
semilunga nantese e  i  relativi  ibridi,  quali:  Exelso,  Dordogne,
Nanco', Concerto, Romance, Naval, Chambor, Selene. 
    Potranno essere  aggiunti  altri  ibridi  purche'  derivanti  dal
gruppo di varieta' carota semilunga nantese e  purche'  i  produttori
abbiano  dimostrato  attraverso  prove  sperimentali  documentate  la
conformita' ai parametri qualitativi della Carota Novella di  Ispica.
L'utilizzo dei nuovi ibridi ai fini  della  produzione  della  Carota
Novella di Ispica e' consentito  previa  valutazione  positiva  delle
prove sperimentali da parte del Ministero  delle  politiche  agricole
alimentari e forestali che potra'  acquisire  allo  scopo  il  parere
tecnico dell'organismo di controllo o di altro soggetto. 
    All'atto della sua immissione  al  consumo  presenta  i  seguenti
parametri qualitativi: 
      1) Morfologici: 
        forma cilindrica-conica; 
        assenza di radichette secondarie e radice apicale; 
        aspetto lucido dell'epidermide; 
        uniformita' di colore; 
        assenza di fessurazioni del fittone; 
        calibro minimo: diametro 15 mm - peso 50 g; 
        calibro massimo: diametro 40 mm - peso 150 g.; 
      2) Fisici: 
        polpa tenera, consistente e croccante; 
        cuore poco fibroso; 
      3) Chimici - nutrizionali: 
        contenuto in glucidi: > 5% del peso fresco; 
        contenuto in beta-carotene, in considerazione  dell'epoca  di
produzione: > 4 mg/100 g di prodotto fresco; 
        contenuto in sali minerali: compreso tra 0.5% e 0.9%; 
      4) Organolettici - sensoriali: 
    Le caratteristiche sensoriali sono state valutate  attraverso  il
metodo UNI 10957 del 2003 che  ha  portato  alla  definizione  di  un
profilo sensoriale costruito mediante un  panel  di  12  assaggiatori
esperti, secondo quanto definito dalla norma  ISO  8586-2  del  2008.
Tutte le valutazioni sono state effettuate in locali  di  analisi  in
linea con quanto definito dallo standard UNI ISO  8589  del  1989.  I
descrittori  sono  stati  quantificati  utilizzando  una   scala   di
intensita' a 5 punti secondo lo schema UNI ISO 4121 del 1989  con  un
intervallo che va dalla piu' bassa intensita' (valore  1)  alla  piu'
alta (valore 5). 
    Il  punteggio  minimo  espresso  dai  giudici  per  i  principali
descrittori sono i seguenti: 
      intensita' del colore 2.5; 
      odore tipico di carota 2.5; 
      aroma erbaceo 2.5; 
      croccantezza 2.5. 
    Puo' ottenere  il  riconoscimento  solo  la  «Carota  Novella  di
Ispica» appartenente alle categorie commerciali Extra e I ,  definite
dalla norma CEE-ONU riguardante la commercializzazione e il controllo
della qualita' commerciale delle carote, cosi' distinte: 
a) Categoria extra. 
    Le carote di questa categoria devono essere di qualita' superiore
e obbligatoriamente lavate. 
    Le radici devono essere: 
      intere; 
      lisce; 
      di aspetto fresco; 
      di forma regolare; 
      non spaccate; 
      senza ammaccature e screpolature; 
      esenti da danni provocati da gelo. 
    Esse non  devono  presentare  la  colorazione  verde  o  rosso  -
violacea. 
b) Categoria 1ª. 
    Le carote di questa categoria devono essere di buona qualita'. 
    Le radici devono essere: 
      intere; 
      di aspetto fresco. 
 
                               Art. 3. 
 
                         Zona di produzione 
 
    La  zona  di  produzione  dell'Indicazione  Geografica   Protetta
(I.G.P.) «Carota Novella di Ispica» comprende i comuni delle seguenti
province fino ad un'altitudine di 550 m.s.l: 
      provincia  di  Ragusa:  comuni  di  Acate,  Chiaramonte  Gulfi,
Comiso, Ispica,  Modica,  Pozzallo,  Ragusa,  Santa  Croce  Camerina,
Scicli, Vittoria; 
      provincia di Siracusa: comuni di Noto,  Pachino,  Portopalo  di
Capo Passero, Rosolini; 
      provincia di Catania: comune di Caltagirone; 
      provincia di Caltanissetta: comune di Niscemi. 
    Le aree interessate alla coltivazione della Carota  di  Ispica  e
appartenenti ai suddetti comuni, sono da sempre state  caratterizzate
da un'omogeneita' delle condizioni climatiche e  pedologiche  che  ne
hanno permesso la  coltivazione  fin  dagli  anni  '50.  Infatti,  il
territorio  di  produzione  della  «Carota  Novella  di  Ispica»   e'
caratterizzato da temperature medie invernali elevate, elevato numero
di ore di  luce  solare,  terreni  di  medio  impasto  tendente  allo
sciolto, talvolta al sabbioso,  con  scheletro  non  grossolano,  con
buona dotazione di elementi nutritivi, con buone  caratteristiche  di
profondita' e freschezza. 
    La  zona  di  produzione  delimitata  ha   inizio   sulla   costa
sud-occidentale  presso  la  foce  del  torrente  Acate  e   prosegue
risalendo il torrente, che  prende  il  nome  di  Ficuzza,  lungo  il
confine geografico tra le province  di  Ragusa  e  Caltanissetta.  In
contrada  Baudarello  continua  sul  confine  tra  le   province   di
Caltanissetta e Catania. 
    Giunti a casa Iacona  in  contrada  Terrana,  lascia  il  confine
percorrendo una stradella che, costeggiando buona parte  del  vallone
Terrana, passa nei pressi della torre di Terrana, delle case capreria
Cocuzza, del mulino Terrana, del Palazzetto e delle  case  di  Cristo
incrociando in fine il confine tra le province di Catania  e  Ragusa.
Prosegue poi  percorrendo  tale  confine  fino  all'incrocio  con  la
statale 514 RG-CT e lungo detta statale continua per circa km.  8  in
direzione Ragusa fino in c/da Favarotta. 
    Da qui prosegue lungo la strada provinciale n. 77,  attraversando
le contrade Ganzeria e Cifali dove presso le case Pizzarelle continua
lungo una stradella vicinale, passando presso  le  case  Muliesina  e
case Don Pietro per giungere alle case Canicarao. Da  qui'  lungo  la
strada vicinale giunge in contrada Pupi di Canicarao presso l'abitato
di Comiso che viene escluso aggirandolo in direzione Nord-Ovest  fino
a incontrare la strada provinciale n.  20  Comiso-S.  Croce  Camerina
percorrendola  in  direzione  S.  Croce  fino  all'incrocio  con   la
ferrovia. Prosegue poi lungo  quest'ultima  fino  alle  case  Paolina
scendendo per un tratto di circa 1 km, sulla strada provinciale n. 13
fino in contrada Passolato, dove  si  prosegue  lungo  la  linea  che
separa la zona pianeggiante  da  quella  collinare  per  arrivare  in
contrada Mistretta al km. 1 della SP 21. Da qui in linea  diretta  si
prosegue giungendo al km. 19 della SP 60, Ragusa - S. Croce Camerina,
in contrada Malavita. Tale strada  si  percorre  fino  a  raggiungere
l'abitato di S. Croce Camerina  che  viene  aggirato  percorrendo  la
tangenziale  Sud-Est,  immettendosi  cosi'  sulla  SP  36  S.   Croce
Camerina-Marina di Ragusa che si percorre fino all'abitato di  Marina
di Ragusa. 
    Escludendo il centro abitato si  percorre  la  SP  89  Marina  di
Ragusa-Donnalucata fino a incrociare il fiume Irminio, lungo il quale
si risale fino in  contrada  Scarfaletto  per  proseguire  lungo  una
strada vicinale, fino alle  case  Roccasalva  sulla  SP  38,  che  si
percorre giungendo in contrada Fondo di Marta. Da detta  contrada  si
percorre, in direzione sud, il confine naturale sul ciglio  superiore
del versante destro  del  torrente  Modica-Scicli  che,  da  contrada
Bommacchiella, dopo circa km. 4 incrocia la SP 39 in  contrada  Porta
di Ferro. Proseguendo lungo la cava di Pizzilucca si arriva alle case
Timpa Rossa dalle quali si prosegue per una strada  vicinale  fino  a
incrociare la  SP  56  Scicli-Cava  D'Alica.  Proseguendo  su  questa
passata da Villa S. Marco ci si immette lungo la cava  S.  Bartolomeo
che si percorre fino a incrociare la SS 194 Modica-Pozzallo.  Da  qui
percorrendo porzioni delle SP 41, 43 e 96 si arriva sulla SS  115  al
km. 344,500 presso la bettola del Capitano. 
    Da qui si prosegue per la SP 32 che passa per la Cava d'Ispica  e
prosegue per contrada Favarottella e ancora  per  case  Poidomani  da
dove si prosegue percorrendo una stradella  vicinale  che  porta  sul
fiume Tellaro passando per  case  Terrenazzo.  Passato  il  fiume  in
contrada Tatatauso si percorre la strada che porta alla SS  115  dove
prosegue in direzione di Noto. In prossimita' di Noto prosegue  sulla
strada  che  incrocia  la  SS  115  e  che  da  Noto  porta  fino   a
Calabernardo. 
 
                               Art. 4. 
 
                        Origine del prodotto 
 
    Ogni fase del processo produttivo viene  monitorata  documentando
per ognuna gli input e  gli  output.  In  questo  modo  e  attraverso
l'iscrizione  in  appositi  elenchi  gestiti   dalla   struttura   di
controllo, delle particelle catastali su cui avviene la coltivazione,
dei   produttori,   dei   condizionatori,   nonche'   attraverso   la
dichiarazione tempestiva entro il mese di dicembre, alla struttura di
controllo, delle quantita' prodotte, e' garantita  la  tracciabilita'
del prodotto. 
    Ogni  produttore  deve  possedere  degli  appositi  quaderni   di
campagna dove registrare tutte le operazioni colturali  (lavorazioni,
trattamenti di fertilizzazione,  fitosanitari,  etc.),  negli  stessi
verra' annotato un codice per ogni lotto seminato,  che  seguira'  la
partita  in  tutte  le  fasi  successive   (coltivazione,   raccolta,
trasporto  in  magazzino,  lavorazione  e  commercializzazione)   per
garantire  in  qualsiasi  momento  la  tracciabilita'  e  la   totale
trasparenza a tutela del consumatore. 
    Tutte le persone, fisiche o  giuridiche,  iscritte  nei  relativi
elenchi, sono assoggettate al controllo da parte della  struttura  di
controllo, secondo quanto disposto dal disciplinare di  produzione  e
dal relativo piano di controllo. 
 
                               Art. 5. 
 
                       Tecniche di produzione 
 
    5.1 - Lavorazioni preparatorie. 
    Le lavorazioni preparatorie principali  consistono  nell'eseguire
un'aratura profonda 40-50 cm  almeno  un  mese  prima  della  semina.
Successivamente   si   eseguiranno   le   lavorazioni    preparatorie
complementari volte ad ottenere un amminutamento e affinamento  dello
strato arato, mediante strumenti discissori e una  o  piu'  fresature
per interrare la concimazione di base. Ultima lavorazione prima della
semina sara' effettuata con  l'aiolatrice  per  la  formazione  delle
prode rialzate in cui vengono seminate le carote. 
    5.2 - Tecniche di avvicendamento. 
    La rotazione colturale  deve  essere  effettuata  allo  scopo  di
ridurre le problematiche  fitosanitarie  e  di  evitare  fenomeni  di
stanchezza  del  terreno.  A  tal  fine  dovra'  essere  attuata  una
rotazione triennale e, pertanto, la coltivazione di carota non potra'
ritornare sullo stesso appezzamento prima  che  siano  trascorse  due
annate agrarie. E' ammessa la coltivazione sullo stesso  appezzamento
per due annate successive solo nei terreni in cui non sia  stata  mai
coltivata la carota (ad  esempio  terreni  in  cui  vi  e'  stato  un
espianto di colture arboree). 
    La  rotazione  non  e'  di  tipo  «chiuso»,  nel  senso  che   la
coltivazione di carota puo' essere avvicendata con ortaggi  da  pieno
campo, cereali e leguminose con schemi di rotazione «aperta», secondo
le programmazioni colturali aziendali. 
    E' da escludere ogni forma di consociazione. 
    5.3 - Semina. 
    La semina e' eseguita in autunno e effettuata  con  l'ausilio  di
seminatrici  pneumatiche  di  precisione  a  sesto   prestabilito   e
successiva  rullatura  con  interramento  medio  del  seme  a  cm  1.
L'investimento colturale varia da 1.500.000 a 2.000.000 di  semi  per
ettaro di superficie a seconda del sistema colturale adottato. 
    5.4 - Fertilizzazione. 
    La  fertilizzazione  viene  effettuata  con  un   intervento   in
pre-semina  (concimazione  di  base)  e   un   paio   di   interventi
post-emergenza (concimazione di copertura). Le  unita'  fertilizzanti
(U.F.) distribuite vengono  calcolate  in  relazione  ai  livelli  di
asportazione della coltura per una resa media stimata in  400  -  500
quintali per ettaro, privilegiando sempre concimi misto-organici onde
evitare accumulo di nitrati nei fittoni. E' ammesso l'uso di  concimi
a base di meso e micro elementi. 
    In ogni caso non possono essere superate le seguenti quantita' di
U.F. ad ettaro: 
      
 
              +---------+-----------+---------+-------+
              |    N    |    P2O5   |   K2O   |  MgO  |
              +---------+-----------+---------+-------+
              |   150   |     80    |   240   |  40   |
              +---------+-----------+---------+-------+
 
    Sono ammesse due o piu' sarchiature atte  ad  eliminare  le  erbe
infestanti, migliorare la sofficita'  del  terreno  e  distribuire  i
concimi di copertura. 
    5.5 - Irrigazione. 
    Svolgendosi  il  ciclo  vegetativo  della  pianta   nel   periodo
autunnale  -  invernale  -  primaverile,  le   irrigazioni   verranno
effettuate per  aspersione  o  irrigazione  localizzata,  utilizzando
150-300 mc di acqua per ettaro. 
    5.6 - Difesa fitosanitaria. 
    La difesa fitosanitaria viene basata  sui  principi  della  lotta
integrata, attraverso interventi agronomici  (semine  rade,  rispetto
delle rotazioni colturali, scelta degli appezzamenti di  coltivazione
in funzione dell'esposizione, semine tardive nella seconda decade  di
ottobre meno suscettibili agli  attacchi  di  alternaria),  biologici
(utilizzo di Bacillus per la lotta a  lepidotteri  nottuidi,  oculata
scelta delle varieta') e chimici. 
    La lotta chimica va effettuata solo nei casi in cui  il  fitofago
raggiunge le soglia di intervento o nei casi in cui si verificano  le
condizioni ottimali di sviluppo di alcuni patogeni. 
    Per  le  malattie  crittogamiche   quali:   Sclerotinia,   Oidio,
Rizoctonia, si interviene  alla  comparsa  dei  sintomi,  mentre  per
l'Alternaria il mezzo  chimico  viene  utilizzato  dopo  una  attenta
valutazione di alcuni parametri riguardanti le condizioni  favorevoli
di sviluppo del  patogeno  (elevata  umidita',  prolungata  bagnatura
delle foglie, temperature diurne superiori ai  10°  C)  e  lo  stadio
fenologico delle piante (elevato vigore,  notevole  sviluppo  epigeo,
tenerezza dei tessuti). 
    I danni  da  fitofagi  sulla  «Carota  Novella  di  Ispica»  sono
normalmente poco rilevanti perche' quasi tutto il ciclo della coltura
coincide  con  il  periodo  di  riposo  invernale  degli  insetti  e,
pertanto, gli interventi con insetticidi chimici sono molto limitati. 
    Tuttavia, in caso di erosioni precoci delle plantule, da parte di
lepidotteri nottuidi (Agrotis spp.), il trattamento  e'  giustificato
al raggiungimento della soglia di intervento (1-2  larve  oppure  1-2
piante erose per metro quadrato). 
    5.7 - Raccolta. 
    La raccolta, effettuata giornalmente, sara'  eseguita  a  partire
dal 1° febbraio e fino al 15 di giugno. 
    Viene  eseguita  con  l'ausilio  di  macchine   raccoglitrici   a
operazioni riunite atte, come  tali,  a  svolgere  l'intera  fase  di
raccolta in una sola passata in campo. Tali macchine sono, in genere,
di tipo trainato o portato posteriormente dalla trattrice, con organi
di lavoro comandati dalla p.d.p. e operano  su  una  o  due  file  di
lavoro. 
    Sono costituite da:  un  apparato  defogliatore  o  cimatore;  un
apparato sterratore e caricatore dei fittoni in appositi contenitori. 
    L'apparato estirpatore consiste in un  vomerino  che  solleva  il
fittone, completo di apparato fogliare. Questo poi viene preso da una
coppia di cinghie gommate che lo sollevano portandolo al  dispositivo
di cimatura del tipo a lama  oscillante.  Mentre  le  foglie  vengono
espulse verso la parte posteriore cadendo a terra, i  fittoni  cadono
in un sottostante trasportatore trasversale a barrette  rivestite  di
gomma che provvedono ad una  prima  separazione  dalla  terra.  Altri
trasportatori - elevatori, poi completano tale pulizia, provvedendo a
riversare i fittoni in appositi contenitori  (bins)  che,  una  volta
riempiti, vengono scaricati a terra. 
    5.8 - Lavorazione del prodotto. 
    La  lavorazione  del  prodotto  fresco  raccolto  sara'  eseguita
giornalmente con le linee di lavorazioni presenti nelle  aziende.  Le
fasi principali che caratterizzano il processo di  lavorazione  delle
carote sono le seguenti:  lavaggio,  selezione  scarti,  calibratura,
confezionamento. Le strutture di condizionamento e lavorazione devono
ricadere nella zona di produzione individuata all'art. 3 del presente
disciplinare, al fine di garantire la qualita',  il  controllo  e  la
tracciabilita' del prodotto. 
    La data finale per la commercializzazione  viene  fissata  al  15
giugno. Le operazioni di produzione e di primo condizionamento devono
avvenire nella zona di produzione individuata al punto 4.3,  al  fine
di garantire la  qualita',  il  controllo  e  la  tracciabilita'  del
prodotto.  Sono  ammesse  ulteriori  riconfezionamenti  al  di  fuori
dell'area geografica delimitata. 
 
                               Art. 6. 
 
                        Legame con l'ambiente 
 
    Il riconoscimento della Carota Novella di Ispica come indicazione
geografica  protetta  e'   giustificato   dalla   caratteristica   di
precocita' del prodotto. 
    La particolare combinazione di fattori pedoclimatici e produttivi
nell'area delimitata a cui si fa riferimento, consente al  territorio
di esprimersi al meglio, offrendo al prodotto le note caratteristiche
organolettiche, giustificando quindi la sua reputazione. 
    Le favorevoli condizioni pedo-climatiche  caratterizzano  l'epoca
di produzione della «Carota Novella di Ispica». Infatti, la Carota di
Ispica e' «novella» cioe' raggiunge la maturazione  commerciale  gia'
ai primi di febbraio (1° febbraio) e fino agli inizi  di  giugno  (15
giugno). Si delinea cosi' un prodotto novello, tipico siciliano,  che
si lega totalmente al territorio di produzione. 
    La «Carota Novella di Ispica», pertanto, e' una  carota  presente
sul  mercato  nel  periodo  invernale   -   primaverile   avente   le
caratteristiche organolettiche tipiche  del  prodotto  fresco,  quali
croccantezza, profumo intenso ed un aroma di erbaceo. 
    Il territorio di produzione della «Carota Novella di  Ispica»  e'
caratterizzato da temperature medie invernali elevate, elevato numero
di ore di luce solare,  terreni  di  buona  fertilita'.  I  parametri
qualitativi e il particolare ciclo produttivo  risultano  intimamente
legati alle caratteristiche  fisiche  (pedologiche  e  climatiche)  e
biochimiche  (processi  di  trasformazione  e   utilizzazione   delle
sostanze necessarie alla vita) che interagendo, fanno del  territorio
ibleo un indispensabile  sistema  armonico,  capace  di  esaltarli  e
caratterizzarli. 
    La vocazionalita' del territorio ne facilita la  coltivazione  in
quanto le ottimali condizioni ambientali e in  particolare  il  clima
temperato e asciutto della fascia costiera, consentono alla pianta di
mantenere un'ottima salubrita' generale.  Nel  contempo  l'estensione
del comprensorio consente alle aziende un piu'  ampio  avvicendamento
colturale  con  altre  ortive,  evitando  i  fenomeni   negativi   di
stanchezza del terreno. Tutto questo, in generale, permette una netta
riduzione degli interventi fitoiatrici. 
    Nel territorio interessato alla produzione della «Carota  Novella
di Ispica» non si verificano ne' eccessivi cali di  temperatura,  ne'
eccessi di piovosita' o di aridita'. E' dimostrato che le temperature
che si verificano nel comprensorio sono quelle  che  favoriscono  una
colorazione molto intensa, anche per effetto non  indifferente  della
luminosita', una conformazione molto regolare e un'ottimizzazione dei
contenuti in zuccheri, beta carotene e sali minerali. Anche i terreni
rispondono alle esigenze della coltivazione, che predilige  il  medio
impasto tendente allo sciolto,  con  scheletro  non  grossolano,  con
buona dotazione di elementi nutritivi, con buone  caratteristiche  di
profondita' e freschezza, ma che va bene anche in terreni tendenti al
sabbioso purche' sostenuti da adeguate  concimazioni  e  irrigazioni.
Questi di fatto sono le caratteristiche pedologiche  delle  superfici
su cui si sviluppa la coltivazione della «Carota Novella di Ispica». 
    Nasce cosi' in un'intima connessione tra l'area di  produzione  e
la carota novella. Il consumatore identifica le  sue  caratteristiche
con il territorio di origine. I vecchi  produttori  ricordano  ancora
che gli importatori europei dicevano di riconoscere immediatamente un
carico di «Carota Novella di Ispica», appena si apriva il vagone  che
le conteneva, per il profumo particolare e intenso che si sviluppava. 
    Nello stesso tempo nel territorio, a cominciare dagli  anni  '50,
accadeva una rivoluzione socio - economica che segnera' il territorio
e che ne caratterizzera' il suo sviluppo nel futuro. 
    Rimane ancora il ricordo di quel grosso  fenomeno  sociale  della
migrazione bracciantile che avveniva  nelle  provincie  di  Ragusa  e
Siracusa nel periodo della raccolta della «Carota Novella di  Ispica»
che,  nel  passato  impegnava  notevoli  quantita'   di   manodopera,
innescando un flusso verso le zone del comprensorio  proveniente,  in
particolare, dall'area montana dove  le  occasioni  di  lavoro  erano
limitate. 
    Sin dagli anni 70 l'intima connessione della «Carota  Novella  di
Ispica» con  il  territorio  del  comprensorio  delimitato  e'  stata
occasione  di  pubblicazioni   scientifiche   (Pina   avveduto,   «La
coltivazione della Carota ad Ispica», L.E.R, 1972), convegni, tesi di
laurea  con  riferimenti  a  prove  e  sperimentazioni   svolte   nel
territorio del comprensorio, (G. Corallo, «La carota ad Ispica», A.A.
1969-1670, Universita' degli studi di Catania -Facolta' di economia e
commercio). 
    Le origini documentate della coltivazione della carota di  Ispica
risalgono al 1955 e a pochi anni dopo  le  prime  notizie  sulla  sua
esportazione. Dagli anni '50, la coltivazione della Carota di  Ispica
si e' progressivamente allargata fino a comprendere l'area delimitata
al  punto  4,  sia  per  motivi  legati  al  fenomeno  agrario  della
«stanchezza del terreno»  sia  per  il  grande  successo  commerciale
riscontrato sui mercati nazionali ed esteri. Importanti testimonianze
sono fornite dalla pubblicazione di Pina  Avveduto  «La  Coltivazione
della Carota ad Ispica» del 1972, l'autrice relativamente alla rapida
espansione della coltivazione della Carota di Ispica scriveva:  «Come
e' intuibile, la rapida diffusione della nuova coltivazione e'  stata
favorita dalla facile commerciabilita'  del  prodotto,  accettato  ed
anzi richiesto da tutti i mercati nazionali ed internazionali  per  i
sui pregi intrinseci [...]. La nostra carota infatti si fa  preferire
per   precocita',   qualita'   di   forma   (pezzatura),   proprieta'
organolettiche (colore, sapore), proprieta'  chimiche  (ricchezza  di
carotene e glucosio)». 
 
                               Art. 7. 
 
                              Controlli 
 
    Il controllo sulla conformita' del prodotto  al  disciplinare  e'
svolto,  da  una  struttura  di  controllo,  conformemente  a  quanto
stabilito dagli articoli 10 e 11 del  reg.  (CE)  n.  510/2006.  Tale
struttura e' l'Organismo di  controllo  suolo  e  salute,  via  Paolo
Borsellino, 12/B -  61032  Fano  (PU),  tel./fax.  +39  0721  860543,
e-mail: info@suoloesalute.it. 
 
                               Art. 8. 
 
                     Confezione ed etichettatura 
 
    La Carota Novella di Ispica IGP  e'  confezionata  in  imballaggi
sigillati, in maniera tale che l'apertura della  confezione  comporti
la rottura del sigillo. Sono ammesse le seguenti confezioni: 
      vassoio fino a 2 kg ricoperto da film di protezione; 
      sacco di peso compreso  tra  0.5  e  6  kg,  in  polietilene  o
polipropilene; 
      cassa con sacco salva-freschezza di peso compreso tra  6  e  12
kg. 
    La confezione reca obbligatoriamente sulla etichetta a  caratteri
di stampa chiari e leggibili, oltre al simbolo grafico comunitario  e
le informazioni corrispondenti ai  requisiti  di  legge  le  seguenti
ulteriori indicazioni: 
      logo della denominazione «Carota Novella di Ispica» IGP; 
      il  nome,  la   ragione   sociale,   l'indirizzo   dell'azienda
produttrice e confezionatrice; 
      la categoria commerciale di appartenenza «extra» e «I». 
    E'   vietata   l'aggiunta   di   qualsiasi   qualificazione   non
espressamente prevista. E' tuttavia ammesso l'utilizzo di indicazioni
che facciano riferimento a marchi privati, purche' questi non abbiano
significato  laudativo  o  siano  tali  da  trarre  in   inganno   il
consumatore. 
    Il logo della «Carota Novella di Ispica» si compone di  un  segno
grafico (colore arancio) che rappresenta una carota, sormontato da un
triangolo irregolare (verde) con il vertice rivolto verso  il  basso.
Il segno grafico  e'  disposto  a  sinistra  rispetto  alla  dicitura
«Carota Novella di Ispica». La «N» maiuscola di  «Novella»  interseca
la sagoma della carota circa a meta' della propria altezza, mentre la
dicitura «di  Ispica»  viene  riportata  sotto  «Novella»,  tutte  le
lettere sono  di  colore  verde.  I  caratteri  hanno  le  estremita'
arrotondate. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
    I colori pantone di riferimento sono: 
      pantone 348 C (verde) stampa in quadricromia: C=100; M=0; Y=79;
K=27; 
      pantone 144c  (arancio)  stampa  in  quadricromia:  C=0;  M=47;
Y=100; K=0.