(Allegato-art. 5)
                               Art. 5. 
 
                        Metodo di ottenimento 
 
    Le condizioni ed  i  sistemi  di  coltivazione,  conservazione  e
trasformazione dei pomodori destinati alla  produzione  della  D.O.P.
«Pomodorino del Piennolo del Vesuvio»,  devono  essere  quelli  della
zona, e comunque atti a conferire  al  prodotto  che  ne  deriva,  le
specifiche caratteristiche qualitative di cui all'art. 2. 
    Non e' ammessa la coltivazione  in  ambiente  protetto  (serre  o
tunnel) o fuori suolo. 
    Per  quanto  riguarda  gli  impianti  produttivi  e  la   tecnica
colturale  da  adottare,  devono  essere   rispettate   le   seguenti
prescrizioni: Materiale di  propagazione:  devono  essere  utilizzate
piantine autoprodotte o piantine sane e certificate  ai  sensi  della
normativa fitosanitaria vigente, provenienti  da  vivai  iscritti  al
Registro ufficiale dei produttori regionale; 
    impianto: va eseguito tra il 15 marzo e il 15 maggio con messa  a
dimora di piantine radicate in semenzai allestiti sul suolo oppure in
contenitori alveolati; 
    sistemi e distanze di  piantagione:  i  sesti  d'impianto  devono
essere compresi fra 15 e 30 cm sulla fila e fra 80 e 120  cm  fra  le
file. Le piantine vanno trapiantate in file  parallele  fra  loro  in
modo che le distanze sulla fila fra le piante e  fra  le  file  siano
regolari. La densita' d'impianto non deve essere superiore  a  55.000
piante per ettaro; e' consentita  la  coltura  in  consociazione,  in
questo caso  le  prescrizioni  di  densita'  devono  applicarsi  alle
porzioni di suolo effettivamente investite a pomodoro; 
    forma di allevamento: il «Pomodorino del Piennolo del Vesuvio» va
coltivato esclusivamente in  pieno  campo;  le  piante,  allevate  in
verticale, con sviluppo in altezza fino ad un metro,  sono  sostenute
con legature di fili tesi fra  paletti  di  sostegno  o  da  cannucce
infisse al suolo, in gruppi di tre, a mo'  di  capannina.  In  questa
maniera le bacche non toccano il suolo ed i frutti, ricevendo i raggi
del sole in maniera uniforme, acquistano la colorazione rosso ardente
che li contraddistingue; 
    la concimazione e' eseguita con fertilizzanti  organici,  che  si
prestano particolarmente ad ammendare ed integrare le  dotazioni  dei
suoli lavici, poco humificati;  e'  consentito  anche  il  ricorso  a
concimi minerali; 
    irrigazione:  sono  ammessi  solo   i   metodi   di   irrigazione
localizzata  o  di  microdistribuzione  dell'acqua  ed   e'   vietata
l'irrigazione  a  pioggia  con  grandi  volumi  e   l'irrigazione   a
scorrimento,  cio'  allo  scopo  di   salvaguardare   le   condizioni
pedoclimatiche. Infatti la coltivazione su suolo asciutto  e  lavico,
caratterizzato da elevate escursioni termiche  fra  giorno  e  notte,
favorisce la lunga  e  naturale  conservazione,  conferendo  maggiore
consistenza alla buccia ed elevata sapidita' alle bacche; 
    difesa  antiparassitaria:  e'  consentita  nel   rispetto   della
normativa vigente; 
    e' vietata la distribuzione  in  campo  di  prodotti  ormonali  e
disseccanti che interferiscono con il naturale ciclo della pianta; 
    la raccolta dei pomodorini deve essere  effettuata  a  mano,  nel
periodo compreso tra il 20 giugno ed il 31 agosto; 
    la produzione unitaria  massima  e'  fissata  in  25  tonnellate,
rapportata ad ettaro di coltura specializzata; 
    le bacche raccolte devono  essere  sane  e  indenni  da  attacchi
parassitari tali da pregiudicarne la buona conservazione; 
    il prodotto puo' essere venduto: 
    fresco, allo stato di bacche o di grappoli posti alla rinfusa  in
idonei contenitori; 
    conservato, allo stato di bacche o di grappoli posti alla rinfusa
in idonei contenitori, o in piennoli. 
    Per quanto riguarda la conservazione dei pomodorini «al piennolo»
devono essere rispettate le seguenti prescrizioni: 
    i grappoli o «schiocche», una volta raccolti,  vengono  sistemati
su un filo di fibra vegetale, legato a cerchio, cosi' da comporre  un
unico  grande  grappolo,  o   «piennolo»,   del   peso,   a   termine
conservazione, compreso fra kg 1 e 5.  I  piennoli,  cosi'  ottenuti,
vanno tenuti sospesi da terra mediante ganci o su idonei supporti, in
luogo asciutto e ventilato; 
    durante le fasi di conservazione, sia per il prodotto al piennolo
che per quello  in  imballaggi,  non  deve  essere  effettuato  alcun
trattamento chimico. Possono essere usati unicamente  sistemi  fisici
per la miglior protezione del prodotto e che non siano  in  grado  di
alterarne le caratteristiche, quali: retine  contro  gli  insetti  ed
apparecchi ad ultrasuoni; 
    la conservabilita' dei piennoli non ha una durata definita ed  e'
ancorata al permanere  delle  buone  caratteristiche  di  aspetto  ed
organolettiche del prodotto.