(Allegato 1)
                                                           Allegato 1 
 
 
Prescrizioni - Parte prima 
    Il  soggetto  aggiudicatore  ovvero  il   soggetto   realizzatore
dell'opera dovra': 
    1. Realizzare tutti gli interventi, mitigativi e/o  compensativi,
di carattere generale e locale indicati dal Proponente  nello  Studio
di Impatto Ambientale e nelle risposte alle richieste di integrazione
formulate dalla commissione VIAS del MATTM, qualora  non  superate  o
modificate dalle presenti prescrizioni. 
    2. Sviluppare tutti gli interventi di carattere generale e locale
indicati  dal  Proponente  nei  documenti  di  controdeduzione   alle
Osservazioni del Pubblico. In  particolare  introdurre  nel  progetto
elementi di mitigazione e di compensazione (viabilita' complementari,
percorsi ciclo-pedonali, ecc.) in accordo con gli  Enti  territoriali
ed i Consorzi di Bonifica, qualora non superati  o  modificati  dalle
presenti prescrizioni. 
    3. Adottare un Sistema di Gestione Ambientale conforme alla norma
ISO 14001 o al Sistema EMAS (regolamento CE 761/2001). 
    4. Sostenere, a valere sul costo a vita  intera  dell'opera,  gli
oneri di funzionamento dell'Osservatorio Ambientale (e  del  relativo
supporto tecnico) che sara' istituito dal Ministero  dell'Ambiente  e
della Tutela  del  Territorio  e  dallo  stesso  presieduto,  con  la
partecipazione del Ministero delle infrastrutture  e  dei  trasporti,
della Regione Lombardia, della Regione Veneto e di  un  organismo  di
supporto  tecnico  costituito  da  Arpa  Lombardia  e  Arpa   Veneto.
L'Osservatorio avra' anche sede operativa  presso  il  territorio  ed
operera' ai fini  della  condivisione  dei  contenuti  del  Piano  di
Monitoraggio Ambienta e della verifica dei risultati. 
    Nell'ambito del monitoraggio ambientale l'Osservatorio dovra', in
coerenza con quanto previsto dai Piani  di  Azione  a  breve  termine
previsti  dall'art.  24  della  Direttiva   2008/50/CE,   intervenire
efficacemente per limitare le attivita' che contribuiscono al rischio
che i rispettivi  valori  limite  e  soglie  d'allarme  di  cui  agli
allegati VII XI e XIV della  Direttiva  2008/50/CE,  siano  superati.
Dovra' altresi' stabilire gli interventi e le azioni da  attuare  per
ridurre le emissioni inquinanti qualora il  sistema  di  monitoraggio
rilevi il superamento dei valori limite di cui all'allegato XI  della
Direttiva 2008/50/CE o la  soglia  di  allarme  per  l'ozono  di  cui
all'allegato XII. 
    Le attivita' di controllo e verifica  dei  dati  provenienti  dal
sistema  di  rilevamento  saranno  gestite  da  ARPAL  e  ARPAV,  che
informera' dei superamenti e avviera' le  procedure,  sulla  base  di
quanto   stabilito   dall'Osservatorio,   per   l'attivazione   degli
interventi di riduzione delle emissioni. 
    Le attivita'  di  verifica  e  controllo  delle  ARPA  competenti
dovranno comprendere quelle previste dall'art. 8 parte B del  decreto
ministeriale n. 161/2012 nell'ambito del  Piano  di  Utilizzo  e  dei
risultati delle caratterizzazioni in corso d'opera. 
    5. a. Adottare,  vista  la  mutata  situazione  estrattiva  nelle
Province di Brescia e Verona rispetto alla  data  delle  prescrizioni
CIPE (2003) e in attuazione alle istanze  del  territorio  nonche'  a
quanto prescritto dal MATTM e dalle Regioni, una nuova configurazione
per l'approvvigionamento degli inerti sulla base di quanto comunicato
dal Proponente nel corso della fase istruttoria. In caso di  modifica
sostanziale della suddetta  configurazione,  la  nuova  proposta,  se
prevedra' l'apertura di  nuovi  siti  di  approvvigionamento,  dovra'
essere risottomessa a procedura VIA. 
    b. Per quanto riguarda lo scavo  in  area  posta  in  prossimita'
all'imbocco Ovest della galleria di Lonato, nel comune di Lonato, per
una superficie di  circa  328.000  mq  destinata  a  futuro  comparto
logistico-industriale  con  abbassamento  della  quota   di   imposta
definitiva dei lotti, procedere al ripristino del  terreno,  mediante
reinterro di 1,50  mt,  a  quota  stabilita  dal  progetto  di  piano
attuativo previsto  pari  a  -2,50  mt,  con  caratteristiche  idonee
all'insediamento previsto. 
    6. a. Approfondire in fase di progettazione esecutiva il piano di
approvvigionamento degli inerti, predisponendo inoltre una  specifica
analisi ambientale riferita alla configurazione definitiva. 
    b. Valutare in particolare per i siti che si trovano  all'esterno
del Piano Cave il traffico indotto e  relativi  impatti  generati  su
qualita'  dell'aria,  traffico,  rumore,  acque  superficiali,  acque
sotterranee e consumo di suolo, ivi inclusi gli impatti cumulativi. 
    c.  Descrivere  compiutamente  la  movimentazione  degli   inerti
afferenti ad ogni cantiere, ivi inclusa la provenienza del materiale,
i quantitativi e  le  caratteristiche  dei  materiali  di  scavo,  le
modalita' di realizzazione dei rilevati, trincee, gallerie, l'invio a
discarica. 
    d. Definire altresi' le modalita' e procedure di  demolizione  di
opere esistenti, con relativa valutazione degli  impatti  e  siti  di
discarica. 
    e. Sottoporre a verifica presso  il  Ministero  dell'Ambiente  ed
eventualmente  a   ripubblicazione,   eventuali   scostamenti   dalle
previsioni comunicate al MATTM, nell'ambito delle procedure VIA e  di
Verifica di Ottemperanza. 
    7. Predisporre  un  dossier  per  ciascuna  area  di  cantiere  e
connesse aree tecniche e di deposito, aggiornato anche alla luce  del
parere di compatibilita'  ambientale  del  MATTM,  approfondendo  nel
dettaglio  la  dislocazione  delle  aree  e  relativa  logistica.  Il
documento con i relativi allegati dovra' caratterizzare il territorio
interessato, definire le opere e gli impianti che saranno  realizzati
(progetto quotato), identificare le interferenze ambientali  previste
mediante opportune matrici che permettano la loro quantificazione  (a
carico di tutte le componenti ambientali) e  le  relative  misure  di
prevenzione e mitigazione da porre in  atto,  ivi  incluse  eventuali
modifiche al Piano di Monitoraggio. 
    In particolare: 
    in merito  alle  possibili  interferenze  tra  cantieri  e  corsi
d'acqua appartenenti al reticolo idrico dovranno essere specificati i
punti di scarico nella rete superficiale ed approfondite le verifiche
idrauliche (anche tramite un monitoraggio quali/quantitativo), sia in
termini di rischio idraulico che  di  possibile  interferenza  con  i
corsi d'acqua, valutate anche  sulla  base  dei  consumi  idrici  dei
cantieri; 
    per quanto attiene alla necessita' di attingere ai corsi  d'acqua
superficiali per i lavori di  cantiere,  dovra'  essere  valutata  la
qualita' dei corsi  d'acqua  limitrofi  alle  aree  di  cantiere,  le
disponibilita' idriche prelevabili  nei  diversi  mesi  dell'anno  in
funzione del mantenimento della vita acquatica e delle altre esigenze
di prelievo, con particolare riferimento sia a periodi di  magra  che
all'uso consistente per  fini  irrigui  in  agricoltura,  specie  nel
semestre estivo. I prelievi dovranno comunque essere concordati con i
relativi Enti competenti; 
    dovra'  essere  aggiornato  l'elenco  dei  pozzi  di   captazione
idropotabile interferiti dalle aree  di  cantiere  e  dalla  relativa
viabilita'  di  servizio  al  cantiere.  A  valle  dell'aggiornamento
dell'elenco dei pozzi interessati; 
    effettuare presso gli Enti competenti la verifica  dell'eventuale
interferenza anche con la Zona di rispetto (cfr. decreto  legislativo
n. 152/06 art. 94); 
    approfondire le verifiche idrauliche di interferenza tra pozzi di
cantiere e preesistenti pozzi, fontanili e /o canali irrigui; 
    valutare soluzioni progettuali alternative alla  dispersione  nel
suolo o nei primi strati del sottosuolo  delle  acque  meteoriche  di
scolo  dei  cantieri,  progettando  un   sistema   di   collettamento
finalizzato ad allontanare e trattare  le  acque  inquinate  da  oli,
carburanti e altri inquinanti; 
    prevedere per ogni cantiere  operativo  e  logistico  lo  scarico
delle acque nere mediante allacciamento alla fognatura pubblica,  ove
possibile, o, in subordine, la realizzazione di  idoneo  impianto  di
depurazione; prevedere gli eventuali impatti prodotti, definendo  nel
PMA tutti i punti di monitoraggio previsti; 
    aggiornare la stima dei rifiuti prodotti dai cantieri indicando: 
    tipologia e quantitativi o luoghi, modalita'  e  tempi  del  loro
stoccaggio; 
    individuazione dei soggetti responsabili della gestione e avvio a
smaltimento o recupero dei rifiuti; 
    la destinazione finale di tutti i tipi di materiali rimossi. 
    Preliminarmente  all'inizio  delle  lavorazioni  dovranno  essere
precisate le eventuali modalita' di riutilizzo dei  terreni  scavati,
secondo quanto definito dalla normativa vigente. 
    Individuare le aree  destinate  allo  stoccaggio  temporaneo  del
terreno vegetale e  le  procedure  atte  a  mantenere  nel  tempo  la
vegetabilita'. 
    Predisporre,  inoltre,  uno  studio  inerente  il   traffico   di
cantiere, mediante un aggiornamento  delle  indagini  di  traffico  e
delle  caratteristiche  delle  infrastrutture  esistenti  e  mediante
l'applicazione di un modello di simulazione del traffico, al fine  di
minimizzare l'aggravio indotto dalla cantierizzazione sulle strade in
esercizio e garantire il piu' possibile l'efficienza della viabilita'
locale, anche in accordo con le Amministrazioni  locali.  Il  modello
dovra' tenere conto dei percorsi, del tipo di mezzi,  del  volume  di
traffico,  velocita',  calendario  e  orari  di  transito;   dovranno
altresi'  essere  considerati  i  percorsi  alternativi  in  caso  di
inagibilita' dei percorsi programmati e i percorsi di attraversamento
delle aree urbanizzate con eventuali misure di salvaguardia, cercando
comunque di  limitare  il  traffico  dei  mezzi  pesanti  nei  centri
abitati. 
    8. Aggiornare le cartografie di base e il  conseguente  progetto,
in particolare per quanto riguarda la ricucitura della rete viaria  e
la scelta degli itinerari di cantiere che dovranno tenere conto degli
ambiti  recentemente  urbanizzati  e   dell'attuale   calibro   delle
viabilita' interessate. 
    9. Verificare i manufatti di  risoluzione  delle  interferenze  e
delle opere di ricucitura con l'esistente viabilita', in relazione al
corretto dimensionamento  della  viabilita'  anche  per  il  regolare
transito dei mezzi impiegati per il trasporto collettivo. Il transito
dei mezzi dovra' essere salvaguardato anche nel corso delle attivita'
di cantiere e sull'eventuale viabilita' provvisoria. 
    10. Garantire l'accessibilita' a tutti  i  fondi  agricoli  ed  a
tutti  gli  edifici  contigui  alla  linea  AV,  anche  mediante   la
predisposizione  di  adeguati   passaggi   integrati   nella   stessa
infrastruttura per favorire la continuita' dell'attivita' agricola  e
del sistema idraulico (irriguo e di colo). 
    11. Recepire, nel progetto esecutivo,  le  prescrizioni  tecniche
impartite dagli enti gestori (Consorzi di Bonifica, Comuni,  ecc.)  e
stipulare con gli stessi una convenzione che regoli gli  aspetti  non
esauriti in sede di approvazione del progetto definitivo, ivi inclusa
la disciplina  della  manutenzione,  per  raggiungere  le  successive
intese necessarie per il rilascio  delle  concessioni  relative  alle
interferenze  di  ordine  idraulico,  irriguo   ed   ambientale.   In
particolare si dovra': 
    Compatibilizzare le opere della nuova linea ferroviaria  con  gli
interventi programmati dagli enti gestori in modo da armonizzarsi con
le future opere di difesa idraulica. 
    Valutare,  in  coordinamento  con  gli  enti  gestori,  l'impatto
dell'infrastruttura sulla rete di distribuzione idrica, e  che  siano
effettuati  gli  interventi  necessari  ad  annullare  tale  impatto,
inclusi lo spostamento o la sostituzione di condutture esistenti,  la
realizzazione di nuovi attraversamenti, l'infissione di pozzi irrigui
per l'alimentazione della rete. 
    Concordare le modifiche al reticolo idrico minore con i  relativi
gestori, al fine di garantire la continuita' del servizio irriguo. 
    Tenere conto della problematica della raccolta delle  acque  come
scolo  di  fine  campo  durante  la  pratica  irrigua  e   l'adeguato
smaltimento delle stesse senza danno alle colture. 
    Garantire l'impermeabilita' del sistema arginale dei corpi idrici
dopo l'intervento anche  per  la  tenuta  strutturale  dell'opera  in
progetto, che dovra' in ogni caso essere assicurata. 
    Preservare l'attuale reticolo idrografico minore  limitando,  per
quanto possibile, la tombinatura. 
    Limitare al minimo la costruzione  di  attraversamenti  idraulici
ferroviari sifonati o parzialmente sifonati. 
    I pozzetti di raccordo tra attraversamenti idraulici esistenti  e
nuove opere (in particolare nella  fascia  tra  due  viabilita')  non
dovranno presentare dislivelli  di  quota  tali  da  pregiudicare  il
regime idraulico del sistema. Si dovra' prevedere che i  pozzetti  di
raccordo a monte e valle dei nuovi attraversamenti idraulici, ora  in
terra, in calcestruzzo. 
    12. Uniformare le nuove opere irrigue - idrauliche alle  norme  e
direttive in materia di polizia idraulica di cui al regio decreto  n.
368 dell'8 maggio  1904,  Decreto  giunta  regionale  n.  10/883  del
31/10/2013 della Regione Lombardia, volte  a  tutelare  e  conservare
l'efficienza e la funzionalita'  di  impianti  ad  elevato  interesse
pubblico,  quali  quelli   idrovori,   irrigui,   di   scolo   e   di
allontanamento delle acque. 
    13. Assoggettare  a  provvedimento  Concessorio  regionale,  come
disposto della decreto giunta regionale Lombardia del  25/01/2002  n.
7/7868 punto 13 e s.m.i., le opere inerenti il reticolo idraulico. 
    14.  Valutare,  per  tutti  gli  attraversamenti  idraulici,   la
tipologia dei corpi idrici interessati, le quote di piena, i  franchi
idraulici, il  comportamento  del  corso  d'acqua  in  assenza  e  in
presenza dell'opera, nonche' durante la fase costruttiva, le tendenze
evolutive dell'alveo, la funzionalita' delle opere di protezione e di
difesa idraulica. 
    15. Effettuare gli sviluppi progettuali dei  previsti  interventi
di  mitigazione  ambientale  e  ripristino  attraverso  un   costante
confronto con le Istituzioni locali e  la  cittadinanza  interessata,
attraverso  l'Osservatorio  Ambientale,  al  fine  di  conseguire  la
massima condivisione sulle scelte da attuare in ordine a: 
    fruibilita' visiva dei beni storico/architettonici; 
    realizzazione  di  opere  a  verde  volte   alla   valorizzazione
paesaggistica  del  tracciato,  e   dei   manufatti   accessori,   al
consolidamento  dei  pendii  e  al   contenimento   dell'inquinamento
acustico; 
    studi sulle possibili interferenze sulle falde e  interventi  per
il contenimento degli impatti; 
    opere per garantire la continuita' dei percorsi  ciclopedonali  e
per incrementarne l'estensione; 
    studi specifici su ambiti particolari. 
    16. In  riferimento  alla  componente  paesaggio,  completare  la
presentazione di tutti gli interventi  di  mitigazione  paesaggistica
previsti in un unico documento organico di dettaglio, con particolare
attenzione  agli  interventi  previsti  per  la  salvaguardia   della
centuriazione romana e per i corridoi ecologici. 
    17. a. Aggiornare la verifica sulla presenza di fontanili,  punti
di captazione e zone di  vulnerabilita'.  In  particolare  si  dovra'
porre attenzione a tutte  quelle  situazioni  in  cui  la  fascia  di
rispetto  dei  200  metri  interessa  intrinsecamente  il   tracciato
ferroviario. A valle di tale verifica  ed  aggiornamento,  si  reputa
necessario adottare sistemi di  convogliamento  e  smaltimento  delle
acque meteoriche  che  minimizzino  gli  impatti  sia  sui  punti  di
captazione che sul contesto idrografico esistente; 
    b. Valutare l'opportunita' di effettuare uno studio  modellistico
in  relazione  ad  eventuali  modifiche  della  circolazione   idrica
sotterranea che  potrebbero  incidere  sulle  acque  superficiali  in
connessione con la falda (con particolare riguardo ai fontanili). 
    18. a. Prima dell'inizio dei lavori, aggiornare  e  integrare  le
valutazioni idrogeologiche (anche per quanto attiene  ai  livelli  di
falda  oggi  presenti  nelle  aree  di  interesse),   con   dettaglio
commisurato alla complessita' stratigrafica e tettonica, ricostruendo
le curve isopiezometriche  ed  estendendo  l'area  di  studio  ad  un
intorno   significativo   lungo   il   tracciato,   per    descrivere
adeguatamente  la  situazione  esistente  e  definire  le   soluzioni
progettuali delle opere e, con particolare riferimento alle trincee e
gallerie, verificare che le stesse non possano ostacolare i  deflussi
delle falde o favorire  fenomeni  di  depauperamento  della  risorsa,
approfondendo il tema del bilanciamento degli impatti. 
    La valutazione dovra' tenere  conto  delle  interferenze  locali,
anche e soprattutto recenti, dovute all'emungimento  degli  acquiferi
in misura superiore alla capacita' di ricarica spontanea delle  falde
e  al   conseguente   abbassamento   o   innalzamento   dei   livelli
piezometrici,  comprensivi  di  eventuali  fenomeni   di   subsidenza
artificiale locale, dei carichi legati al peso dei terrapieni e della
compattazione dei sedimenti. 
    Particolare  approfondimento  sul   bilancio   idrogeologico   e'
richiesto per la zona del laghetto del Frassino. 
    b. Adottare opportuni accorgimenti atti ad evitare l'interruzione
del flusso di falda e la contaminazione della medesima. 
    c. Valutare anche l'eventuale effetto indotto dalla realizzazione
della galleria di Lonato in termini di abbassamento della falda,  con
ripercussione sui fontanili,  laghetti  e  stagni  presenti  in  zona
(Stagno Lavagnone - sito patrimonio UNESCO). 
    d. Adottare le  necessarie  misure  atte  ad  assicurare  che  le
attivita' di perforazione e di esecuzione delle fondazioni di pile  e
spalle non determinino  l'insorgere  del  rischio  di  diffusione  di
sostanze   inquinanti   (fluidi   di   perforazione),   nelle   falde
superficiali. 
    e.  Adottare   le   misure   che   assicurino   che   l'eventuale
utilizzazione dei fanghi di perforazione non riduca la  permeabilita'
nelle formazioni litologiche interessate. 
    19.  a.  Approfondire,  in  fase  di   progettazione   esecutiva,
l'analisi di ulteriori elementi  di  qualita'  ecologica  e  chimica,
qualora disponibili, per la classificazione secondo i criteri di  cui
al Decreto ministeriale n. 260/2010  utili  ad  integrare  il  quadro
conoscitivo dell'ambiente idrico interferito. 
    b. Aggiornare inoltre il «quadro di riferimento ambientale» sulle
acque superficiali con particolare attenzione a: 
    andamento del bilancio idrogeologico del  laghetto  del  Frassino
ante operam; 
    bilanciamento degli «impatti» a seguito della realizzazione delle
gallerie artificiali in progetto. 
    20. Salvaguardare, nelle interferenze con  i  corsi  d'acqua,  la
morfologia naturale,  la  qualita'  ambientale  e  le  biodiversita',
prevedendo    altresi'    interventi    di    rinaturalizzazione    e
riqualificazione ambientale nel caso in  cui  si  creassero  in  fase
realizzativa situazioni di scarsa naturalita', operando con  tecniche
di ingegneria naturalistica. 
    21. Dettagliare  in  fase  di  progettazione  esecutiva  i  fossi
drenanti  previsti,  la  loro  gestione  in  fase  di  esercizio,  le
caratteristiche   idrologiche/idrauliche   dell'area   in   cui    si
inseriscono. 
    22. In corrispondenza delle teste dei fontanili intercettate  dal
sedime  ferroviario,  una  volta  realizzato  il  necessario  bypass,
ricostituire esattamente le condizioni  di  flora  caratteristici  di
tali sistemi antropici, ricomponendo  il  microsistema  ambientale  e
paesaggistico preesistente. Per il ripristino  del  letto  del  corso
d'acqua utilizzare prevalentemente materiali naturali. 
    23. a. Effettuare un'analisi sugli impatti in atmosfera che tenga
conto dei valori di fondo  di  qualita'  dell'aria  e  degli  effetti
cumulativi  dovuti  ad  eventuali  contemporaneita'  con   le   varie
attivita' di fronte avanzamento lavori, cantiere o cava  legate  alla
realizzazione della linea ferroviaria, previste nelle vicinanze. 
    b.  Effettuare  anche  una  valutazione   delle   emissioni   dei
principali  altri  inquinanti  derivanti  dai  motori  dei  mezzi  di
trasporto o d'opera (PM10, NOx, COV, CO), almeno, in via cautelativa,
nelle situazioni ipotizzate come piu' critiche per questo fattore (ad
es. principali cantieri operativi o cave), e verificarne gli  impatti
sui recettori, ivi incluse le colture di pregio. 
    Per le suddette valutazioni utilizzare il modello AERMOD, modello
gaussiano di riferimento dell'EPA per gli inquinanti primari, tenendo
conto del cronoprogramma dettagliato dei lavori  tale  da  permettere
una  quantificazione  degli  impatti  sia  per  tratte  omogenee  che
complessiva. 
    24. Posizionare le dune fonoassorbenti previste in  maniera  tale
da  salvaguardare  le  abitazioni  presenti  nelle  vicinanze  e   da
minimizzare l'impatto legato alle polveri ed al  rumore  in  fase  di
cantierizzazione. 
    25. In considerazione dell'elevato  numero  di  ricettori  per  i
quali le simulazioni modellistiche evidenziano possibili  esuberi  in
facciata anche nello  scenario  mitigato,  prevedere  sopralluoghi  a
campione  finalizzati  alla   verifica   dell'effettivo   stato   dei
serramenti e all'individuazione delle  possibili  situazioni  di  non
rispetto dei limiti interni. 
    26.  Approfondire   e   verificare   ulteriormente   gli   ambiti
assoggettati a specifica tutela paesaggistica. 
    In generale prestare la massima attenzione alla  conservazione  e
al mantenimento delle peculiarita' paesaggistiche  del  territorio  e
dei centri abitati interessati direttamente  e  indirettamente  dalla
realizzazione  del  manufatto  principale,  dall'organizzazione   dei
cantieri,  dalla  realizzazione  delle  opere  accessorie  e  per  il
reperimento degli inerti. 
    In particolare collocare, per quanto possibile, fuori dalle  aree
piu' sensibili dal punto  di  vista  paesaggistico  e  agricolo,  gli
impianti e servizi complementari e, quando possibile, i cantieri,  in
particolare quelli in cui sono previste le strutture  amministrative,
di alloggio del personale, ecc. 
    27. Verificare il rispetto del decreto legislativo n. 42  del  22
gennaio  2004  «Codice  dei  beni  culturali  e  del  paesaggio»  con
riferimento ai beni culturali di peculiare interesse militare. 
    28. Sviluppare le opere di sistemazione a  verde,  di  ripristino
ambientale e di rinaturazione  previste  in  progetto  applicando  le
tecniche dell'ingegneria naturalistica, assumendo  come  riferimento,
ad esempio: 
    «Linee guida per capitolati speciali per interventi di ingegneria
naturalistica e lavori di opere  a  verde»  Ministero  dell'ambiente,
Servizio VIA, Edizione 2006; 
    «Quaderno delle opere tipo  di  ingegneria  naturalistica»,  Reg.
Lombardia, 2000; 
    «Manuale di ingegneria naturalistica», Reg. Lazio, 2001; 
    «Atlante delle opere di sistemazione dei versanti», APAT, 2002. 
    29. Per gli interventi  di  ripristino  vegetazionale  utilizzare
specie arboree e arbustive  autoctone,  prevedendo  eventualmente  la
raccolta  in  loco  di  materiale  per  la   propagazione   (sementi,
talee,...) al fine di rispettare la diversita' biologica e prevedendo
la produzione di materiale vivaistico presso vivai specializzati  che
ne assicurino l'idoneita'  all'uso  anche  in  condizioni  ambientali
difficili.  I  progetti  di  recupero  andranno  concordati  con   le
Amministrazioni competenti. 
    30.  Con  riguardo   ai   fontanili   interessati   dalle   opere
ferroviarie,  rispettare  quanto  stabilito  per  la  Rete  Ecologica
Regionale, garantendo che sia mantenuta e migliorata  la  vegetazione
forestale circostante e siano mantenute le siepi arbustive  e  quelle
lianose di rovo, che  venga  effettuata  una  gestione  naturalistica
della rete idrica minore. 
    31. Indicare le mitigazioni specifiche per gli ambiti ripariali e
le indicazioni progettuali per i  ripristini  vegetazionali  in  fase
post operam nelle aree  ripariali  interferite  dalla  viabilita'  di
cantiere. 
    32. Indicare con precisione il numero e l'ubicazione dei passaggi
faunistici, il numero e l'ubicazione di quelli che saranno oggetto di
monitoraggio nonche' il coordinamento di  tali  passaggi  con  quelli
presenti in eventuali infrastrutture in  affiancamento,  al  fine  di
garantire la biopermeabilita' dell'area. 
    33.  Assicurare,  per  l'intero  sviluppo  dell'opera,   corridoi
protetti di attraversamento (sottopassi faunistici e ponti ecologici)
della fauna, in numero, forma e dimensioni adeguati per  mitigare  la
discontinuita' arrecata agli ecosistemi, posti a circa 0,8  km  l'uno
dall'altro, con tolleranza di 0,2 km per i casi di  interferenza  con
opere o edifici esistenti. 
    34. Porre attenzione ai siti potenzialmente inquinati nell'ambito
del monitoraggio ante operam e di realizzazione dell'opera stessa. 
    35. Predisporre uno studio sulla salute pubblica  rimodulando  la
caratterizzazione dello stato attuale della  popolazione  interessata
dal  progetto  utilizzando  dati   disponibili   almeno   a   livello
provinciale per profilo demografico,  cause  di  malattia,  cause  di
morte; lo studio dovra'  essere  pienamente  rispondente  alle  Linee
Guida per la VIA sulla componente salute  pubblica,  approvate  dalla
Regione Lombardia il 24 gennaio 2014, con decreto giunta  n.  X/1266.
In   particolare    nel    documento    sopracitato    si    richiede
l'identificazione  della   popolazione   potenzialmente   interessata
dall'opera e dalle sue ricadute, dei segmenti della  popolazione  cui
dedicare particolare attenzione, stimando sia  gli  effetti  positivi
sul  benessere  e  la  qualita'  della  vita  che  il  progetto  puo'
comportare sia quelli negativi con sviluppo di patologie e fattori di
rischio, affrontando le situazioni di incertezza conoscitiva, con  il
principio di precauzione, favorendo la adozione di decisioni  fondate
su evidenze scientificamente valide e condivise. 
    Oltre alla valutazione di  impatto  dell'opera  per  la  fase  di
esercizio - in particolare per le componenti rumore  e  vibrazioni  -
anche la fase di cantiere di lunga durata rappresenta di per se'  uno
scenario da studiare, sotto  il  profilo  dell'impatto  ambientale  e
sanitario, in particolare per la componente atmosfera. 
    Inoltre   quando   trattasi   di   un'opera   che   comporti   la
contemporaneita' di piu' cantiere, come in questo caso, e' necessaria
una valutazione di impatto cumulativo, sia per quanto  di  pertinenza
del progetto in senso stretto, sia per l'aggiungersi di  questo  agli
elementi di pressione ambientale e sanitaria gia' presenti nell'area. 
    36. a. Procedere con la Valutazione di Incidenza di cui  all'art.
5  del  decreto  Presidente  Repubblica  n.  357/1997,  in  caso   di
variazioni progettuali, tecniche/realizzative e/o operative  rispetto
al progetto  come  approvato  dal  CIPE,  in  sede  di  progettazione
esecutiva, limitatamente alle aree interessate dai  siti  di  tutela,
rispettando inoltre le disposizioni regionali in materia. 
    b. Informare altresi' l'Autorita' per la Valutazione di Incidenza
in relazione al Laghetto del Frassino, sugli esiti  del  monitoraggio
ambientale, l'avvio e la conclusione delle  fasi  operative  e  sugli
aggiornamenti del cronoprogramma. 
    37.  Adeguare  la  Progettazione  alle  Norme  Tecniche  per   le
Costruzioni approvate con decreto ministeriale del 14 gennaio 2008. 
    38. Rivisitare la progettazione con  riferimento  alla  normativa
Regionale  vigente  e  ai  criteri  ivi  indicati  tenuto  conto,  in
particolare, che la delibera della Regione Lombardia  2489/14,  nelle
more dell'entrata  in  vigore  della  nuova  classificazione  sismica
(Decreto giunta regionale n. 2129/14), riporta specifiche indicazioni
per i Comuni che saranno riclassificati dalla zona 4 alla  zona  3  e
dalla zona 3 alla zona 2. 
    39. Prevedere in fase di progettazione esecutiva  approfondimenti
volti al miglioramento della qualita' architettonica delle  opere  in
relazione al loro impatto  sul  paesaggio,  cosi'  come  puntualmente
previsto nel parere  del  MIBACT  con  particolare  riferimento  alle
barriere antirumore, ai viadotti ed alle opere di sostegno. 
    40. Verificare il rispetto del decreto ministeriale  LLPP  del  4
maggio 1990 per sottopassi di altezza libera inferiore a 5 m. 
    41. Sottoporre al Ministero della difesa le modifiche progettuali
che possono interferire con i beni del Ministero stesso. 
    42.  Definire  il  cronogramma   dettagliato   dei   lavori   che
interessano le interferenze con le infrastrutture in affiancamento in
coordinamento con i relativi enti gestori e i comuni interessati,  in
modo da limitare al minimo le ripercussioni sul traffico. 
    43.  Sottoscrivere  un  accordo  specifico  con  il   MIT   e   i
concessionari  autostradali  per  la  definizione  delle   reciproche
competenze in merito alla gestione e manutenzione delle opere. 
    44. Sottoscrivere un  Protocollo  d'intesa  con  l'Organizzazione
degli Agricoltori, conforme ad analogo protocollo  gia'  sottoscritto
nell'ambito dei lavori  della  AV  Treviglio-Brescia  in  esito  alla
sentenza della Corte costituzionale del 16 luglio 2011 n. 181. 
    45. Nell'ambito della definizione degli  indennizzi  per  terreni
interessati da occupazioni temporanee, porre la massima attenzione  a
quello  delle  aziende  agricole  la  cui  percentuale   di   terreno
espropriato o occupato temporaneamente sia potenzialmente in grado di
minarne il bilancio economico. 
    46. a. Analizzare  quali/quantitativamente  gli  impatti  indotti
sulle aziende agricole  interessate  dalle  opere  in  progetto,  con
particolare  riferimento   alla   ricomposizione   delle   proprieta'
frammentate, alla difesa  della  produzione  ed  alla  valorizzazione
economico-agraria   del   comprensorio.    Tali    analisi    saranno
propedeutiche alla  definizione  di  specifiche  modalita'  e  azioni
compensative e di minimizzazione dedicate alle aziende  agricole,  da
definire attraverso tavoli di confronto con le OOPP di settore e  con
le singole proprieta'. 
    b. Per quanto possibile, perseguire la  ricomposizione  fondiaria
tra proprieta' frontiste, la rimessa a  coltura  degli  interclusi  e
reliquati, il mantenimento dell'esercizio della pratica irrigua. 
    47.  Coerenziare,   per   quanto   tecnicamente   possibile,   il
posizionamento  delle  aree  tecniche   previste   con   le   attuali
suddivisioni particellari. 
    48. Revisionare il Progetto  di  Monitoraggio  Ambientale  (PMA),
anche  in   funzione   dell'aggiornamento   della   cantierizzazione,
provvedendo a: 
    applicare  le  norme  tecniche  dell'allegato  XXI  del   decreto
legislativo n. 163/2006 e le Linee Guida  redatte  dalla  Commissione
Speciale VIA del MATTM; 
    uniformare i contenuti della Relazione Generale con quelli  delle
singole Relazioni Specialistiche di ogni componente ambientale; 
    aggiornare i riferimenti normativi e bibliografici  per  ciascuna
componente trattata nel PMA; 
    aggiornare le informazioni territoriali, per  confermare/rivedere
i punti di impatto e, conseguentemente, definire le aree e i punti di
monitoraggio; 
    comprendere la verifica dell'efficacia  delle  misure  mitigative
previste in progetto. 
    Per ogni punto di monitoraggio si  dovra'  prevedere  una  scheda
descrittiva, con foto del sito di misura, planimetria del luogo  (CTR
e foto aerea), localizzazione e coordinate, ecc. 
    49. a. Concordare le modalita' di monitoraggio ambientale con  le
ARPA  interessate,  tali  modalita'  dovranno  essere  omogenee   per
l'intera tratta in progetto e comprendere la parte di competenza  del
Piano di Utilizzo. In particolare dovranno essere condivisi: 
    il numero e l'ubicazione dei punti di monitoraggio; 
    la localizzazione di dettaglio dei punti di  monitoraggio,  anche
attraverso sopralluoghi congiunti; 
    il dettaglio sulle metodiche  e  le  frequenze  di  misura  e  le
analisi dei dati; 
    la codifica dei punti  di  monitoraggio,  al  fine  di  agevolare
l'integrazione dei dati nei database dell'Agenzia; 
    i contenuti delle  schede  di  misura  per  la  restituzione  dei
risultati del monitoraggio; 
    i criteri  e  le  modalita'  di  trattamento  e  valutazione  dei
risultati del monitoraggio (indicatori, soglie, ecc.); 
    le modalita' di individuazione delle criticita',  in  particolare
dovranno essere definite le soglie di attenzione e di intervento  per
ciascun  indicatore,  i  tempi  di  segnalazione  e  le   azioni   da
intraprendere in caso di criticita', ivi incluse le emergenze di tipo
acustico; 
    le modalita' e le tempistiche di  comunicazione  della  periodica
programmazione delle attivita' di monitoraggio ad ARPA; 
    la  frequenza  e  le  modalita'   di   restituzione   dei   dati;
indicativamente,  i  report  di  monitoraggio  dovranno  essere  resi
disponibili con frequenza trimestrale. 
    b.  Individuare  il  Responsabile  Ambientale  e  trasmettere   i
risultati del monitoraggio ante  operam  ad  Arpa  prima  dell'inizio
delle attivita' di cantiere. 
    c. Trasmettere, inoltre,  i  dati  di  monitoraggio  ad  ARPA  in
formato XML  standard,  in  conformita'  al  protocollo  SOS  (Sensor
Observation Service), affinche' siano integrabili nei propri  sistemi
di gestione dei dati. 
    50. In considerazione degli obblighi di pubblicizzazione dei dati
ambientali,   predisporre   uno   specifico    Sistema    Informativo
Territoriale,  i  cui  contenuti  saranno   definiti   e   concordati
nell'ambito dell'Osservatorio Ambientale. 
    51. a. Fare in  modo  che  la  strumentazione,  le  modalita'  di
campionamento e le analisi siano  conformi  alle  norme  di  qualita'
vigenti;  i  laboratori  di  analisi  dovranno   essere   accreditati
(ACCREDIA). 
    b. Fare in modo che  gli  strumenti  di  campo  siano  tarati,  i
certificati siano resi disponibili e che ci si avvalga di  competenze
specialistiche qualificate. 
    52. Avviare, gia' nella fase di progettazione esecutiva  e  prima
dell'inizio dei lavori, le attivita' di monitoraggio ambientale  ante
operam. Il PMA dovra' essere ottimizzato sulla base di  una  puntuale
valutazione degli effetti ambientali di portata locale  ed  esteso  a
tutte le infrastrutture ferroviarie e viarie interferite in carico al
proponente. 
    53. Con riferimento alla componente atmosfera: 
    stralciare dal PMA la misura del parametro PTS, poiche' non  piu'
significativa; 
    valutare l'integrazione dei parametri da monitorare con i metalli
pesanti e l'ammoniaca; 
    garantire che in fase corso d'opera il monitoraggio sia su  tutti
i punti frequenza trimestrale ed essere eseguito in concomitanza alle
attivita' piu' impattanti dal punto  di  vista  dell'emissione  delle
polveri; 
    considerare  non  valide  le  misure  qualora  la  precipitazione
giornaliera cumulata sia superiore ad  1  mm.  Le  campagne  andranno
pertanto prolungate di tanti giorni quanti sono i giorni  di  pioggia
occorsi; 
    valutare l'eventuale necessita' di ulteriori  stazioni  fisse  di
monitoraggio dell'aria. 
    54. Con riferimento al  monitoraggio  della  componente  ambiente
idrico superficiale: 
    individuare e descrivere i corsi d'acqua che saranno  interessati
da prelievi  o  scarichi  legati  alle  attivita'  di  cantiere,  con
specifico  riferimento  alla  presenza  di  acqua  nei  vari  periodi
dell'anno, alle portate medie e ai periodi di piena e di magra; 
    prevedere l'esecuzione di almeno 2 campionamenti  rappresentativi
delle diverse condizioni stagionali per la fase ante operam; 
    tenere conto di eventuali  prescrizioni  contenute  nei  relativi
atti autorizzativi; 
    per tutti i corsi d'acqua naturali ed artificiali  con  substrato
non cementato nonche' per i fontanili, monitorare anche le  comunita'
macrobentonica, diatomica e macrofitica, secondo quanto previsto  dal
decreto ministeriale n. 260/2010; 
    adottare le indicazioni della normativa attualmente  vigente  per
quanto riguarda la classificazione dei corpi idrici e le metodiche di
monitoraggio,  utilizzando  tutti  gli  indici-indicatori   in   essa
previsti; 
    prevedere l'applicazione dell'indice IFF su alcuni corsi  d'acqua
da stabilire in accordo con ARPA. I rilievi dovranno essere  eseguiti
per l'intero tratto compreso tra le stazioni di monte e di  valle  o,
qualora non fosse possibile, soltanto  in  corrispondenza  delle  due
stazioni di monitoraggio; 
    prevedere anche il controllo delle sostanze presenti nelle schede
tecniche relative ai principali materiali presenti nelle  lavorazioni
e che possono venire dilavate; 
    conservare e analizzare i campioni prelevati  secondo  i  «Metodi
APAT-IRSA»; 
    qualora il monitoraggio in corso d'opera dovesse rinvenire valori
di concentrazione di un contaminante superiori al 75% dei  limiti  di
legge per la balneabilita', rinfittire i qualunque campionamenti  con
cadenza quindicinale. 
    55. Presso le postazioni in cui alla fine del corso d'opera delle
acque superficiali si sara' rilevata  una  alterazione  riconducibile
anche parzialmente alla costruzione  della  linea  AV,  estendere  il
monitoraggio anche  alla  fase  Post  Operam,  effettuando  2  misure
rappresentative delle  diverse  condizioni  stagionali,  al  fine  di
verificare  il  ripristino  delle  condizioni  ecologiche  dei  corsi
d'acqua (ipotizzando 5 corpi idrici). 
    56. Tra le postazioni del monitoraggio delle  acque  superficiali
prevedere: 
      un punto di monitoraggio nell'emissario del lago del  Frassino.
Nel periodo in cui vi saranno significative lavorazioni nel raggio di
1 km dal recettore (Frassino) si dovra' prevedere un monitoraggio con
una frequenza di 1 volta al mese per i soli parametri metalli pesanti
e idrocarburi totali. 
    57. Con riferimento al  monitoraggio  della  componente  ambiente
idrico sotterranee: 
    per  le  modalita'  di  prelievo/conservazione  dei  campioni  ed
analisi  di  laboratorio  fare  riferimento  al   documento   «Metodi
analitici per le acque» APAT e IRSA-CNR. In ogni caso i  campioni  di
acqua prelevati dovranno essere conservati a  temperatura  di  4°C  e
trasmessi al laboratorio entro 24h dal prelievo; 
    realizzare il prelievo del campione di  acqua  dopo  un  corretto
spurgo,  tramite  idonea  pompa  sommersa.  Il  pompaggio  dell'acqua
durante lo spurgo non deve  provocare  un  richiamo  improvviso,  con
brusche cadute di  acqua  all'interno  della  colonna,  onde  evitare
fenomeni di torbidita'. Per appurare l'efficienza dello spurgo e  per
un controllo della  stabilita'  e  della  qualita'  dei  campioni  e'
necessario effettuare, in tempi diversi (prima,  durante  e  dopo  lo
spurgo), le determinazioni analitiche  dei  parametri  in  situ  (pH,
temperatura, conducibilita' elettrica specifica, potenziale  Redox  e
Ossigeno disciolto). Le acque di spurgo dovranno  essere  raccolte  e
smaltite secondo la normativa vigente; 
    per l'aliquota destinata all'analisi  dei  metalli,  eseguire  la
filtrazione e la successiva acidificazione direttamente in campo; 
    eseguire le analisi chimiche presso laboratori  accreditati  alla
norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 e, comunque, le  metodiche  analitiche
dovranno essere concordate e condivise con ARPA prima dell'inizio del
monitoraggio AO; 
    esprimere la misura del livello statico nella  duplice  notazione
in m da p.c. e in m s.l.m.; 
    localizzare  i  punti  di  monitoraggio  per  coppie  monte-valle
idrogeologico nelle aree in cui le attivita'  di  cantierizzazione  e
costruzione dell'opera andranno ad interferire con la falda  (ad  es.
scavi di gallerie  o  trincee,  opere  di  fondazione,  iniezioni  in
profondita' mediante jet grouting, aree di cava, aree di  lavorazione
e stoccaggio di materiali potenzialmente  inquinanti,  etc),  tenendo
conto della direzione di flusso principale e di eventuali  situazioni
locali (es. falde sospese); 
    per ciascuna coppia di  punti,  a  monte  e  valle  idrogeologico
rispetto alle opere, eseguire il monitoraggio nello stesso giorno. 
    58. Per ciascuna fase di  monitoraggio  delle  acque  sotterranee
prevedere le seguenti frequenze: 
    fase AO (della durata di 1 anno): 4 misure del set  completo  dei
parametri che descrivano le variazioni stagionali; 
    fase di CO (per tutta  la  durata  delle  lavorazioni  fino  allo
smantellamento dei  cantieri):  misure  con  cadenza  trimestrale  (4
campagne/anno) sul set completo dei parametri. Presso  gli  eventuali
pozzi interni alle aree  di  lavoro  la  frequenza  di  campionamento
dovra' essere bimestrale. 
    59. a. Spingere tutti i piezometri di nuova realizzazione  almeno
fino alla prima falda ed essere muniti,  per  l'intera  lunghezza  di
porzione  satura,  di  tubazione  microfessurata.  Per  il   corretto
posizionamento dei tratti fessurati si  considerino  le  fluttuazioni
stagionali della falda. 
    Nel caso in cui saranno utilizzati per il monitoraggio piezometri
o pozzi gia' esistenti, sara' necessario  acquisire  informazioni  in
merito alle caratteristiche  tecniche,  stratigrafiche  e  funzionali
degli stessi. In tal caso, nella fase di censimento, sara' necessario
contattare gli enti gestori dei punti di captazione stessi. 
    b. Estendere il monitoraggio anche ai pozzi ad  uso  idropotabile
concordando con il gestore modalita' e frequenze di controllo. 
    c.  Valutare  la  possibilita'  di  realizzare   piezometri   con
misuratori in continuo  del  livello  di  falda  in  prossimita'  dei
fontanili di rilevanza ambientale,  al  fine  di  rilevare  eventuali
variazioni potenzialmente responsabili di prosciugamenti delle polle. 
    60. Con riferimento al monitoraggio della componente rumore: 
    riportare nel PMA  la  destinazione  d'uso  dei  ricettori  ed  i
conseguenti limiti di rumore vigente, per facilitare  la  valutazione
relativa al rispetto dei limiti; 
    eseguire le misure in condizioni meteorologiche conformi a quanto
previsto dal decreto ministeriale del 16 marzo 1998.  Per  le  misure
settimanali sara' concordata con ARPA una  regola  di  accettabilita'
dei dati rilevati in presenza di eventi meteorici; 
    per le misure con metodiche R1,  R8,  R24  acquisire  l'andamento
temporale del LAeq con tempo  di  integrazione  pari  a  1  sec.  con
restituzione delle time history; 
    per le misure relative al Fronte Avanzamento Lavori  (FAL)  e  ai
cantieri acquisire gli spettri e restituire le time history con passo
1 sec. a bande di 1/3 di ottava e i parametri LAF, LAFmax, LAFmin; 
    prevedere l'individuazione delle componenti tonali e impulsive; 
    prevedere per tutti i punti del  PMA  la  fase  Ante  Operam.  La
misura AO potra' eventualmente non essere eseguita nelle aree dove il
rumore  di  fondo  risulta  trascurabile,  per  i   punti   di   tipo
"Caratterizzazione ambientale" per i quali e' prevista la sola misura
di AO e sui punti dedicati  al  monitoraggio  dell'infrastruttura  in
esercizio interni alla fascia di pertinenza di 250 m, in  assenza  di
infrastrutture in affiancamento; 
    indicare  i  punti  in  cui  saranno  previste  sia   misure   AO
(finalizzate al confronto con la fase di costruzione) che  misure  AE
(finalizzate al confronto con la fase di esercizio ferroviario); 
    per le misure  di  tipo  R24  in  fase  PO  tra  i  parametri  da
restituire prevedere  il  parametro  LAeq,TR,  elaborato  secondo  le
indicazioni del Decreto ministeriale del 16/03/98, Allegato C,  punto
1, 
    acquisire anche i dati relativi alla velocita'  di  transito  dei
convogli al fine di correlare gli  eventi  sonori  registrati  con  i
transiti ferroviari; 
    per il monitoraggio del Fronte Avanzamento Lavori in fase di  CO,
eseguire i rilievi con cadenza trimestrale per tutto  il  periodo  in
cui il ricettore e' interessato da lavorazioni rumorose; 
    analizzare il  rumore  prodotto  dai  cantieri,  verificando  nei
recettori sensibili piu' vicini  ai  cantieri  e  fronte  avanzamento
lavori il rispetto dei limiti differenziali; 
    in caso  si  riscontrassero  criticita'  in  fase  di  CO  legate
all'attivita'  di  cantieri  e/o  del  fronte   avanzamento   lavori,
intensificare i rilievi allo  scopo  di  tenere  sotto  controllo  le
attivita' generatrici dell'impatto rilevato; 
    qualora la sorgente principale del  clima  acustico  attuale  sia
rappresentata  da  viabilita'  esistente  di  una   certa   rilevanza
(autostrade,  strade  statali  e   provinciali)   effettuare   misure
settimanali (R7) per la caratterizzazione ante operam; 
    effettuare il  monitoraggio  della  fase  post  operam  (PO)  con
l'infrastruttura in condizione a regime; 
    considerare l'utilizzo di dati sul rumore gia' disponibili solo a
titolo informativo. 
    61. In considerazione delle possibili difficolta'  ad  effettuare
rilievi di rumore in ambiente abitativo,  valutare,  in  accordo  con
ARPA: 
    l'effettiva opportunita' di prevedere misure di tipo R8; 
    di limitare le misure di tipo R4a ad alcuni casi e solo  in  fase
corso d'opera. 
    62. Analizzare  in  dettaglio  la  caratterizzazione  dei  limiti
acustici cui sono soggetti i ricettori del PMA e considerare anche la
problematica della concorsualita' con altre  infrastrutture  stradali
presenti nel territorio (afferenti per i  limiti  di  rumorosita'  al
decreto  Presidente  della  Repubblica  n.  142/2004),   secondo   le
specifiche fornite dal decreto ministeriale del 29 novembre  2000.  A
tal proposito va  ricordata  la  generalizzazione  della  formula  di
ripartizione dei limiti di immissione in presenza  di  infrastrutture
lineari  di  trasporto  concorrenti   che   Italferr   ha   elaborato
nell'ambito di precedenti procedimenti (tra i quali  la  gia'  citata
realizzazione della linea  ad  AV/AC  Padova -  Mestre),  rispetto  a
quanto riportato nell'allegato 4 del  suddetto  decreto  ministeriale
del 29 novembre 2000. 
    63. Al termine del monitoraggio predisporre una  relazione  sugli
esiti del monitoraggio riportante i livelli di  rumore  rilevati,  la
valutazione circa la conformita'  ai  limiti  e  l'indicazione  delle
eventuali  misure  di  mitigazione  acustica  che   a   seguito   del
monitoraggio  fossero  necessarie  nonche'  dei  tempi   della   loro
attuazione. 
    64. Con riferimento al monitoraggio della componente vibrazioni: 
    eseguire  misure  sui  ricettori  per  i  quali  le   simulazioni
modellistiche eseguite nell'ambito dello  Studio  Vibrazionale  hanno
evidenziato possibili criticita' in fase di esercizio (per  ricettori
tra loro vicini potra' essere eseguita la misura solo su quello  piu'
esposto); 
    effettuare le misure al primo e ultimo piano fuori-terra; 
    collocare gli accelerometri al centro della stanza, con gli  assi
in corrispondenza rispettivamente della  linea  ferroviaria,  la  sua
perpendicolare e la verticale; 
    qualora non sia possibile accedere all'interno  del  primo  piano
fuori terra, collocare gli accelerometri  all'esterno  dell'edificio,
mantenendo la distanza entro un metro dallo stesso, tenendo conto del
differente tipo di terreno; 
    durante tutto il tempo  della  misura  evitare  interferenze  con
movimenti dovuti a persone eventualmente  presenti;  nel  caso  fosse
impossibile, la misura dovra' essere schermata; 
    definire la  localizzazione  temporale  della  fase  ante  operam
finalizzata al confronto con le misure in fase post operam; 
    prevedere per la fase di CO misure semestrali nei punti lungo  il
Fronte Avanzamento Lavori e in occasione delle  lavorazioni  critiche
dal punto di vista delle  vibrazioni.  Anche  presso  i  cantieri  le
misure dovranno  avere  una  frequenza  semestrale,  programmando  le
misure  contestualmente  alle  lavorazioni  piu'   impattanti.   Tali
frequenze potranno essere intensificate in caso di criticita'; 
    analizzare le vibrazioni prodotte dai cantieri,  verificando  nei
recettori sensibili piu' vicini  ai  cantieri  e  fronte  avanzamento
lavori il rispetto dei limiti differenziali; 
    svolgere le misure di PO quando il traffico ferroviario  sara'  a
regime; prevedere 1 misura presidiata per ogni  punto  che  comprenda
almeno 4 passaggi per ogni binario e per ogni tipologia di convoglio.
Pertanto la durata della misura sara' adeguata al fine di comprendere
i passaggi di cui sopra e, comunque, non inferiore a 2 ore; 
    per una analisi accurata e cautelativa degli effetti vibrazionali
sui ricettori considerare una fascia di verifica con lo strumento del
monitoraggio post operam di 50 m dalla ferrovia. In tutti i  casi  in
cui si dovesse rilevare il superamento dei limiti si dovra'  definire
e porre in atto la relativa mitigazione finalizzata al  rispetto  del
limite. 
    65.  Con  riferimento  al  monitoraggio  della  componente  campi
elettromagnetici: 
    aggiornare  il  PMA  con  il  riferimento  normativo  al  decreto
ministeriale del 29 maggio  2008  «Approvazione  delle  procedure  di
misura e valutazione dell'induzione magnetica  (G.U.  n.  153  del  2
luglio 2008)»; 
    aggiornare  il  calcolo  del  campo  magnetico   risultante   dal
parallelismo  con  gli  elettrodotti  esistenti  sulla   base   delle
Disposizioni integrative/interpretative di ISPRA; 
    specificare  il  modello  e  le  caratteristiche  tecniche  della
strumentazione utilizzata per le misure,  con  specifico  riferimento
all'accuratezza e al range di misura; 
    eseguire una  campagna  di  monitoraggio,  secondo  le  modalita'
previste dalla norma CEI 211-6, nelle fasi  di  Ante  Operam  e  Post
Operam presso tutti  i  recettori  ricadenti  all'interno  delle  Dpa
calcolate; 
    fornire all'ARPA le misurazioni secondo modalita' concordate; 
    eseguire per  una  durata  di  24  ore  le  misure  di  induzione
magnetica in fase di Ante Operam presso i ricettori per  i  quali  e'
stata verificata in campo la  compresenza  di  sorgenti  preesistenti
entro una distanza di almeno 50 m dalla linea elettrica; 
    effettuare le misure di Post Operam quando il sistema ferroviario
sara' a regime; 
    garantire che il calcolo  dell'incremento  dei  valori  di  campo
magnetico, in merito al  parallelismo  degli  elettrodotti  di  nuova
realizzazione con quelli  esistenti  rispecchi  quanto  indicato  dal
documento ISPRA  «Disposizioni  integrative/interpretative»,  e  dare
successivamente seguito ad una fase  di  verifica  del  rispetto  dei
requisiti  previsti  dal  citato  documento   nelle   condizioni   di
parallelismo rispetto alla condizione imperturbata (esistente) e, nel
caso  di  non  conformita',  prevederne  le   opportune   misure   di
mitigazione. 
    66.  Effettuare  le  misure  di   monitoraggio   presso   Sezioni
Tipologiche da individuare lungo la linea  di  contatto  al  fine  di
verificare la validita' del modello previsionale,  per  valutare  gli
effetti  indotti  dal  campo  magnetico  generato  dal   sistema   di
alimentazione della linea AC/AV. 
    67.  Finalizzare  il  monitoraggio  della  componente  suolo   al
controllo della qualita' delle  proprieta'  pedologiche  dei  terreni
interferiti, affinche' l'area restituita al termine  dei  lavori  non
presenti un aumento  delle  criticita'  e/o  un  peggioramento  delle
funzionalita' rispetto alle condizioni iniziali. 
    Allo scopo dovranno prevedersi le seguenti tipologie di indagini: 
    Trivellazioni,  per  la  verifica   dell'omogeneita'   pedologica
dell'area; 
    Profili pedologici per la caratterizzazione pedologica del sito; 
    Campionamento di orizzonti pedologici del profilo; 
    Campionamento  medio  omogeneizzato  dell'orizzonte  soggetto   a
scotico (un campione globale medio omogenizzato derivante da campioni
elementari prelevati in modo omogeneo nell'area); 
    Campionamento  medio  omogeneizzato   dei   cumuli   di   terreno
accantonato dallo scotico (un  campione  globale  medio  omogenizzato
derivante da campioni  elementari  prelevati  in  modo  omogeneo  nel
cumulo per la determinazione di parametri pedologici medi); 
    Rilievo  morfologico  per  verificare  l'assenza  di   variazioni
macroscopiche (prevedendo analisi visive/fotografiche  nel  corso  di
sopralluoghi nelle principali aree di lavoro); 
    Analisi       di       laboratorio        delle        proprieta'
chimico-fisiche-pedologiche dei campioni derivanti dal profilo e  dai
campionamenti medi omogeneizzati. 
    68. Indagare ogni punto di monitoraggio del suolo con le seguenti
modalita': 
    Trivellazioni: n. 1 volta in fase AO e PO, 
    Profili pedologici: n. 1 volta in fase AO e PO, 
    Campionamento orizzonti del profilo pedologico:  n.  1  volta  in
fase AO e PO, 
    Campionamento  medio  omogeneizzato  dell'orizzonte  soggetto   a
scotico: n. 1 volta in fase AO e PO, 
    Campionamento medio omogeneizzato dei cumuli: in fase di CO n.  1
campionamento ogni 6 mesi, 
    Rilievo morfologico: in fase di CO n. 1 rilievo ogni 6 mesi, 
    Analisi       di       laboratorio        delle        proprieta'
chimico-fisiche-pedologiche: in funzione dei campionamenti. 
    Dovra' essere fornita  una  descrizione  dettagliata  delle  aree
interessate dai cantieri, specificandone le  estensioni  e  tutte  le
attivita'  di  lavorazione  previste,  oltre  ad   un   inquadramento
bibliografico di dettaglio proveniente da  fonti  autorevoli  (ERSAF,
Geoportale  Lombardia,  studi   di   enti   di   ricerca),   stralcio
cartografico e descrizione delle proprieta' pedologiche. 
    Le aree soggette  a  monitoraggio  con  estensione  significativa
dovranno prevedere piu' punti di rilievo. 
    In  funzione  di  proprieta'  sito  specifiche  o  di   eventuali
criticita' delle singole aree, potranno  essere  integrate  ulteriori
indagini, tra le quali: prove di conducibilita' idraulica e/o  misura
della densita' apparente. 
    69. Con riferimento al monitoraggio della componente vegetazione,
flora, fauna ed ecosistemi: 
    garantire  la  continuita'  del  monitoraggio  ambientale   delle
componenti  naturalistiche  con  il  lotto  funzionale  Treviglio   -
Brescia; 
    implementare  la  conoscenza  del  territorio   realizzando   una
campagna di censimento  che  preveda  periodi  di  campionamento  con
uscite almeno stagionali (un minimo di 4 durante l'arco dell'anno) in
modo da poter disporre di dati raccolti  da  sopralluoghi  effettuati
anche durante la primavera al fine di rilevare e meglio  identificare
tutte le specie vegetali presenti; 
    considerare le specie potenzialmente presenti sul territorio; 
    definire  e  descrivere  l'ambito  di  riferimento  adottato  per
l'analisi faunistica; 
    approfondire la caratterizzazione faunistica con sopralluoghi nel
periodo primaverile-estivo-autunnale,  anche  nelle  aree  a  matrice
agricola, volto all'individuazione delle emergenze faunistiche citate
nei S.I.A.; 
    effettuare il monitoraggio della fauna  e  degli  ecosistemi  per
almeno un anno in fase ante operam e per tre annualita' in fase  post
operam; durante il corso dei lavori  il  monitoraggio  dovra'  essere
effettuato per l'intera fase di corso d'opera; 
    individuare nuovi punti di monitoraggio della fauna  lungo  tutta
l'area di cantiere tenendo conto  di  tutti  i  fattori  che  possano
intervenire nell'ambito delle lavorazioni e non solo delle  emergenze
faunistiche individuate; 
    non limitare il  monitoraggio  post  operam  alle  sole  aree  di
ripristino vegetazionale  previste,  ma  tenere  conto  di  tutte  le
mitigazioni per la fauna che dovranno essere previste  ed  attuate  e
inoltre  dovra'  essere  effettuato  su  tutti  i  gruppi  faunistici
monitorati ante e in corso d'opera in modo da verificare l'insorgenza
di eventuali impatti negativi non previsti; 
    nei punti  di  indagine  situati  nei  pressi  dei  cantieri,  in
sostituzione dell'indagine fitosanitaria, effettuare il  monitoraggio
della vegetazione mediante transetti dinamici; 
    valutare l'opportunita' di effettuare il monitoraggio anche delle
componenti faunistiche Rettili e Lepidotteri diurni; 
    attivare il monitoraggio  Ante  Operam  prima  dell'inizio  delle
attivita' di perimetrazione delle aree di cantiere; 
    distinguere  le  stazioni  di  monitoraggio  in  piu'  tipologie,
differenziate sia su base spaziale che  funzionale,  andranno  quindi
individuate stazioni di controllo (o  di  bianco),  stazioni  per  la
valutazione della fase di corso d'opera e stazioni per la valutazione
della fase di post operam (o di esercizio); 
    compatibilmente con l'idoneita' dei microhabitat in cui  eseguire
le indagini, identificare i punti di monitoraggio  in  modo  tale  da
portare   all'individuazione   di   ambiti   territoriali    compatti
circoscritti, che dovranno essere posizionati su  un  solo  lato  del
tracciato dell'infrastruttura, per evitare  il  pericolo  di  perdere
transetti di rilievo durante l'avanzamento lavori; 
    effettuare  il  monitoraggio  della  funzionalita'  dei  passaggi
faunistici attraverso la  ricerca  di  tracce,  a  testimonianza  del
passaggio della fauna, in un emiciclo di opportuno raggio per ciascun
lato dell'infrastruttura. Il termine  di  confronto  in  Ante  Operam
dovrebbe consistere nel monitoraggio della fauna presente nelle  aree
limitrofe al punto in cui verranno costruiti i  passaggi  stessi,  ai
due lati del tracciato. 
    70.  Predisporre  un  monitoraggio  specifico  per  valutare   le
ricadute  della  costruzione  e   dell'esercizio   dell'opera   sulle
comunita' naturalistiche ricadenti all'interno  del  Parco  Regionale
del Mincio. 
    71. Eseguire il monitoraggio della  comunita'  ittica  dei  fiumi
interessati dalla costruzione dei  viadotti  di  attraversamento,  al
fine di verificare non solo la sopravvivenza ma anche le possibilita'
riproduttive delle diverse popolazioni presenti. 
    72. Assicurare un  costante  monitoraggio  e  manutenzione  delle
essenze poste a dimora con  il  recupero  ambientale  per  verificare
l'attecchimento della vegetazione arboreo/arbustiva per i  primi  due
anni dal loro impianto. Dopo i primi due anni la manutenzione sara' a
carico del soggetto proprietario o a cui e' destinata la proprieta'. 
    73. In corrispondenza delle aree in cui sono presenti  fontanili,
integrare il PMA predisponendo il  monitoraggio  di  tutti  i  gruppi
faunistici presenti e non solo Uccelli e  Mammiferi,  in  particolare
saranno considerati anche gli organismi acquatici o che dipendono  in
parte, per il loro ciclo vitale, dall'acqua. 
    74. Con riferimento al monitoraggio della componente paesaggio: 
    Integrare le indagini conoscitive e le  indagini  di  campo  gia'
previste dal PMA con un'analisi specifica dell'uso del suolo e  della
sua  evoluzione,  al  fine  di  documentare  le  trasformazioni   del
territorio  indotte  dalla  realizzazione   dell'infrastruttura.   La
restituzione cartografica dovra' essere accompagnata da una relazione
che illustri le fonti  informative  utilizzate  e  le  trasformazioni
riscontrate. 
    Predisporre  le  fotosimulazioni,  ad  altezza  osservatore  ante
operam e post operam,  in  numero  adeguato  rispetto  ai  principali
luoghi  di  osservazione  e  fruizione  del  territorio,  verificando
puntualmente le relazioni di intervisibilita' tra opere e paesaggio. 
    Specificare metodi, tecniche e strumentazioni utilizzate  per  le
indagini di campo (caratteristiche della strumentazione, tecniche  di
ripresa,  metodiche  di  costruzione  e  restituzione   dell'immagine
definitiva). 
    Garantire  che  le  riprese   fotografiche   producano   immagini
naturali, prive di eccessive distorsioni  prospettiche,  al  fine  di
riprodurre la percezione di un osservatore umano. 
    Eseguire  le  indagini  fotografiche  con   cadenza   semestrale,
effettuando un rilievo nella stagione estiva e l'altro nella stagione
invernale, in tutte le fasi AO, CO e PO. 
    Integrare le informazioni riportate nella «Scheda Rilievo  Punto»
con: ora del rilievo, condizioni meteorologiche e metodica applicata,
comprensiva del dettaglio della strumentazione utilizzata. 
    Tra gli obiettivi del monitoraggio garantire  anche  la  verifica
dell'accettazione dell'opera realizzata da  parte  della  popolazione
residente, rappresentata dalle Agenzie Regionali  per  la  Protezione
dell'Ambiente. 
    75.  Verificare  le  previsioni  del  Piano   di   Utilizzo   con
riferimento al quadro progettuale comprensivo di tutti gli interventi
previsti e alla rispondenza al Progetto Definitivo approvato. 
    76. Nell'ipotesi di modifiche sostanziali del Piano di  Utilizzo,
provvedere all'aggiornamento  e  alla  trasmissione  al  MATTM  dello
stesso per la sua approvazione. 
    77. Considerato che  la  validita'  del  Piano  di  Utilizzo,  in
riferimento al c. 6 dell'art. 5 del decreto ministeriale n. 161/2012,
e' di 87 mesi dall'inizio dei lavori, trasmettere per approvazione al
MATTM qualsiasi eventuale modifica. 
    78. Garantire che il deposito del materiale  in  attesa  del  suo
riutilizzo presso le diverse aree non superi la durata del  Piano  di
Utilizzo stesso. 
    79. Garantire  la  tracciabilita'  dei  materiali  attraverso  la
conservazione dei documenti e  la  registrazione  dei  relativi  dati
mediante apposito strumento informatico. 
    80. Aggiornare il  Piano  di  Utilizzo  alla  scala  di  Progetto
Esecutivo e trasmetterlo al MATTM 90 giorni prima della presentazione
del Progetto Esecutivo dell'opera ai sensi della normativa vigente di
riferimento per tenere conto di tutte le prescrizioni contenute nella
determina direttoriale del  Ministero  dell'ambiente  n.  371  del  3
novembre 2016. 
    81.  In  occasione  dell'aggiornamento  del  Piano  di   Utilizzo
prevedere lo sviluppo dell'analisi dettagliata del bilancio  e  delle
caratterizzazione  delle  terre  provenienti  dagli   scavi   e   dai
fabbisogni   per    rilevati,    rimodellamenti,    calcestruzzi    e
pavimentazioni, comprensivo della relativa tempistica, anche per quei
siti di cui non sia stato a tutt'oggi permessa l'effettuazione  delle
indagini. 
    82.  In  occasione  dell'aggiornamento  del  Piano  di   Utilizzo
provvedere, per cio' che riguarda le modalita' di campionamento e  di
caratterizzazione  chimico-fisica  dei  materiali  di  scavo  e   dei
depositi temporanei e definitivi,  conformemente  agli  allegati  del
decreto legislativo n. 161/2012, all'aggiornamento con: 
    il  coordinamento  con  PUT  di  cui   al   Progetto   definitivo
dell'intera tratta Brescia Verona; 
    il piano di cantierizzazione finale e  i  relativi  percorsi  dei
materiali; 
    l'individuazione  delle  destinazioni  finali   o   di   recupero
individuate come idonee per ricevere i materiali  di  scavo  generati
dai lavori e con l'approvazione del Comune di riferimento; 
    il monitoraggio, in fase di cantiere, delta qualita' delle  acque
superficiali  mediante  campionature   ed   analisi   periodiche   da
concordare con il servizio ARPA di competenza. 
    83.  In  occasione  dell'aggiornamento  del  Piano  di   Utilizzo
prevedere, in coerenza con il decreto ministeriale  n.  161/2012,  la
definizione  puntuale  di  tutte   le   indicazioni   relative   alle
metodologie  di  trasporto  e  messa  in  opera  dei   materiali   da
riutilizzare, ed in particolare: 
    tutte le necessarie autorizzazioni di  competenza  del  Ministero
dei  beni  ambientali  e  culturali,  nonche'  tutte  le  valutazioni
dall'ARPA competente per territorio; 
    il dettaglio e l'aggiornamento periodico,  per  le  aree  ad  uso
promiscuo (materiale di riutilizzo  immediato-materiale  in  deposito
temporaneo per il trasporto al deposito dinale), la  separazione  tra
le sotto aree preposte, secondo le indicazioni previste nello  stesso
PUT; 
    la valutazione puntuale delle quantita' di materiali  provenienti
dalle demolizioni dei manufatti  presenti  all'interno  dell'area  di
progetto, da gestire in regime di rifiuto (Parte Quarta  del  decreto
legislativo n. 152/2006). 
    84.  In  occasione  dell'aggiornamento  del  Piano  di   Utilizzo
provvedere a sviluppare tutti gli interventi di carattere generale  e
locale, indicati nel PUT di progetto, previsti  per  approfondire  la
conoscenza del contesto  stratigrafico  e  soprattutto  idrogeologico
nelle tratte piu'  critiche  del  tracciato  (gallerie  Lonato  e  S.
Giorgio,  gallerie  del  sistema  del  Frassino,   ecc),   prevedendo
l'installazione di piezometri per controllo e monitoraggio falde. 
    85.  In  occasione  dell'aggiornamento  del  Piano  di   Utilizzo
provvedere  ad  individuare   il   Responsabile   Ambientale   e   la
trasmissione  dei  risultati  validati  del  Monitoraggio  Ambientale
ante-operam prima dell'inizio delle attivita' di cantiere. 
    86.  In  occasione  dell'aggiornamento  del  Piano  di   Utilizzo
prevedere, in relazione al Monitoraggio delle acque  superficiali  di
percolazione superficiale e/o di eventuale infiltrazione nelle  Falde
profonde, che: 
    il Monitoraggio in corso d'opera (CO) dei piezometri  predisposti
nei sondaggi abbia frequenza trimestrale nelle aree di intervento,  e
frequenza bimestrale sui pozzi interni all'area stessa (salvo diverse
disposizioni dell'Autorita' di Bacino); 
    il Monitoraggio (AO/CO) preveda le  misurazioni  piezometriche  e
chimico-fisiche: 
    misura del livello statico; 
    temperatura acqua/aria; 
    conducibilita' elettrica; 
    pH. (Intera tratta). 
    87.  In  occasione  dell'aggiornamento  del  Piano  di   Utilizzo
provvedere a concordare con ARPA un ampliamento del PMA, in tutte  le
zone interessate dai lavori, incluse le aree  interessate  dai  nuovi
siti di deposito finali, relativamente  al  controllo  degli  impatti
relativi al rumore ed  alla  qualita'  dell'aria,  con  lo  scopo  di
definire con essa e in accordo con le normative vigenti, le azioni di
mitigazione eventualmente necessarie, e, ad attivita' avviate: 
    effettuare una verifica puntuale sui  ricettori  piu'  vicini  ai
cantieri e/o tracciato, mediante monitoraggio fonometrico, al fine di
identificare  le  eventuali  criticita'  residue  e  di   conseguenza
individuare le tecniche di mitigazione piu' idonee; 
    aggiornare il Protocollo Operativo con Regione provincia  e  ARPA
locale, relativo a  rilevamento,  valutazione  e  monitoraggio  della
qualita' dell'aria  e  delle  misure  di  riduzione  delle  attivita'
inquinanti, comprendendovi i provvedimenti efficaci per  limitare,  o
sospendere,  le  attivita'  che  contribuiscono  al  rischio  che   i
rispettivi valori  limite,  valori  obiettivo  e  soglie  di  allarme
relativi alla componente, possano essere superati; 
    definire le modalita' per la stabilizzazione a calce delle  terre
cosi' come previsto dall'all. 3 del decreto ministeriale n. 161. 
    88.  In  occasione  dell'aggiornamento  del  Piano  di   Utilizzo
verificare, in relazione al piano di campionamento e monitoraggio  in
corso d'opera, che: 
    la procedura di campionamento sia in accordo con quanto  previsto
dall'allegato 8 (Procedure di campionamento in fase esecutiva e per i
controlli e le ispezioni) del decreto  ministeriale  n.  161  del  10
agosto 2012, in modo tale da  ottenere  un  campione  rappresentativo
secondo i criteri, le procedure, i metodi e gli standard di cui  alla
norma UNI  10802  «Rifiuti  liquidi,  granulari,  pastosi  e  fanghi-
Campionamento manuale e preparazione ed analisi degli eluati»; 
    i risultati siano comunicati alle ARPA Regionali di competenza. 
    89.  In  occasione  dell'aggiornamento  del  Piano  di   Utilizzo
provvedere, qualora il monitoraggio  in  corso  d'opera  delle  acque
superficiali  dovesse  rinvenire  valori  di  concentrazione  di   un
qualunque contaminante superiori  al  75%  dei  limiti  previsti  dal
decreto legislativo n. 116/2008 «Attuazione della Direttiva 2006/7/CE
relativa alla gestione della qualita' della acque  di  balneazione  e
abrogazione della Direttiva 76/160/CEE» e relativo decreto attuativo,
con particolare riferimento ai parametri battereologici per le  acque
interne,  a  ridi  legge  per  la  balneabilita',  a   rinfittire   i
campionamenti a cadenza quindicinale. 
    90.  In  occasione  dell'aggiornamento  del  Piano  di   Utilizzo
provvedere, nel caso in cui si dovesse  verificare  che  un  campione
mostri valori di concentrazione degli inquinanti ricercati  superiori
alle CSC di cui alla Tabella 1, colonna B (siti a destinazione  d'uso
«commerciale, industriale ed artigianale») Allegato 5, Parte  Quarta,
Titolo V del decreto legislativo n. 152/2006, a gestire il  materiale
presente nella relativa piazzola univocamente in ambito normativo  di
rifiuto (ai sensi della  Parte  Quarta  del  decreto  legislativo  n.
152/2006) in quanto non  risulta  verificata  la  condizione  di  cui
all'art. 4, co. 1 lettera d) del decreto ministeriale n. 161  del  10
agosto 2012. 
    91.  In  occasione  dell'aggiornamento  del  Piano  di   Utilizzo
prevedere che, in funzione dei risultati analitici che  saranno  resi
disponibili, si proceda - da  un  punto  di  vista  gestionale-  come
segue: 
    in  caso  di  rifiuto  classificabile  come  NON   pericoloso   e
rispettante i limiti per il recupero, il materiale sara'  avviato  ad
impianto autorizzato ai sensi dell'art. 208 del  decreto  legislativo
n.  152/2006,  per  l'esecuzione   delle   operazioni   di   recupero
(operazioni identificate con lettera R nell'Allegato C, Parte  Quarta
del decreto  legislativo  n.  152/2006);  il  rifiuto  sara'  avviato
all'impianto tramite automezzo autorizzato al trasporto rifiuti conto
terzi, accompagnato da FIR. La quarta copia del FIR  sara'  mantenuta
in cantiere, unitamente al registro di carico e scarico,  e  messa  a
disposizione degli Enti; 
    in caso di rifiuto classificabile come  NON  pericoloso,  ma  NON
rispettante i limiti per il recupero (rispetto dei limiti del Test di
Cessione eseguito ai sensi del decreto ministeriale  del  5  febbraio
1998), il rifiuto sara' avviato ad  impianto  autorizzato,  ai  sensi
dell'art. 208 del decreto legislativo n. 152/2006,  per  l'esecuzione
delle operazioni di smaltimento finale; si provvedera' ad avviare  il
rifiuto ad impianto di discarica per rifiuti inerti; il rifiuto sara'
avviato all'impianto tramite automezzo autorizzato  al  trasporto  di
rifiuti conto terzi, accompagnato da FIR. La  quarta  copia  del  FIR
sara' mantenuta in cantiere,  unitamente  al  registro  di  carico  e
scarico, e messa a disposizione degli Enti; 
    in caso di rifiuto  classificabile  come  pericoloso,  lo  stesso
sara' avviato ad impianto autorizzato, ai sensi dell'art. 208 decreto
legislativo  n.  152/2006,  per  l'esecuzione  delle  operazioni   di
smaltimento finale (D). In analogia al punto precedente, in  funzione
dei risultati analitici effettuati (con riferimento alla verifica  di
ammissibilita' in discarica ai sensi del decreto ministeriale del  27
settembre 2010) si provvedera' ad avviare il rifiuto ad  impianto  di
discarica per rifiuti non pericolosi (nel caso di rispetto dei limiti
di cui alla tabella 5 del decreto ministeriale del 27 settembre 2010)
o pericolosi (se i limiti predetti non dovessero essere  rispettati).
Anche in questo caso, come  prescritto  dal  decreto  legislativo  n.
152/2006, il rifiuto sara'  avviato  all'impianto  tramite  automezzo
autorizzato al trasporto rifiuti conto terzi, accompagnato da FIR. La
quarta copia del FIR  sara'  mantenuta  in  cantiere,  unitamente  al
registro di carico e scarico, e messo a disposizione degli Enti. 
    92.  In  occasione  dell'aggiornamento  del  Piano  di  Utilizzo,
provvedere alla redazione del piano di caratterizzazione da  eseguire
in corso d'opera dei materiali secondo quanto previsto  dall'Allegato
8  del  decreto  ministeriale  n.  161/2012  conformemente  a  quanto
progettato nel Piano, prevedendo anche la ricerca di tutti i  metalli
previsti dalla tabella 1 dell'allegato 5 al titolo V parte quarta del
decreto legislativo n. 152/2006 e ss.mm.ii. 
    93.  In  occasione  dell'aggiornamento  del  Piano  di  Utilizzo,
provvedere alla redazione del  piano  di  accertamento,  eseguito  in
contraddittorio con le ARPA competenti, per quanto attiene  eventuali
superamenti dei valori di fondo delle CSC per fenomeni naturali. 
    94.  In  occasione  dell'aggiornamento  del  Piano  di  Utilizzo,
provvedere  alla   caratterizzazione   delle   aree   risultate   non
accessibili all'atto della redazione del  PUT  oggetto  del  presente
parere. 
    95.  In  occasione  dell'aggiornamento  del  Piano  di  Utilizzo,
provvedere alla definizione della gestione in regime  di  rifiuto  di
tutti i materiali che presentino il superamento dei  valori  indicati
nella colonna B di cui alla tabella 1, Allegato 5, Titolo V, Parte IV
del decreto legislativo n. 152/2006 e ss.mm.ii., anche  per  un  solo
analita. 
    96.  In  occasione  dell'aggiornamento  del  Piano  di  Utilizzo,
provvedere alla definizione delle modalita' di prelievo dei  campioni
del fronte scavo  delle  gallerie  in  contraddittorio  con  le  ARPA
competenti. 
    97.  In  occasione  dell'aggiornamento  del  Piano  di  Utilizzo,
provvedere  all'approfondimento   della   conoscenza   del   contesto
stratigrafico e soprattutto idrogeologico nelle tratte piu'  critiche
del tracciato (Gallerie Lonato e san Giorgio,  Gallerie  del  sistema
del Frassino, ecc.), prevedendo l'installazione di piezometri per  il
controllo e il monitoraggio delle falde. 
    98.  In  occasione  dell'aggiornamento  del  Piano  di  Utilizzo,
provvedere all'aggiornamento di  tutta  la  cartografia  allegata  al
Piano. 
    99.  In  occasione  dell'aggiornamento  del  Piano  di  Utilizzo,
provvedere  all'individuazione  e  alla  comunicazione  del  soggetto
esecutore del Piano di Utilizzo. 
    100.  Provvedere,  qualora  non  possano  essere  verificate   le
condizioni relative allo scenario delineato nella documentazione  del
Progetto   Definitivo   relativamente   al   sistema   delle    cave,
all'aggiornamento del Piano di Utilizzo e alla  sua  trasmissione  al
MATTM per l'approvazione. 
    101.  In  occasione  dell'aggiornamento  del  Piano  di  Utilizzo
provvedere all'aggiornamento della mappatura dei siti  critici  lungo
tutto il tracciato del Lotto. 
    102.  In  occasione  dell'aggiornamento  del  Piano  di  Utilizzo
provvedere   all'aggiornamento   del   piano   di    cantierizzazione
dell'intera opera, indicando l'estensione e l'ubicazione di tutte  le
aree di cantiere, delle aree tecniche e di stoccaggio temporaneo  del
materiale  di  smarino,  degli  impianti  e  delle  attrezzature  dei
cantieri operativi, ecc. 
    103.  In  occasione  dell'aggiornamento  del  Piano  di  Utilizzo
provvedere all'approfondimento di tutta la documentazione relativa ai
flussi dei materiali suddivisi per siti di destinazione temporanea  e
definitiva, nonche' all'individuazione delle destinazioni finali  e/o
di recupero  del  materiale,  allegando  anche  tutte  le  necessarie
autorizzazioni previste. 
    104.  In  occasione  dell'aggiornamento  del  Piano  di  Utilizzo
provvedere all'aggiornamento  degli  elaborati  progettuali  relativi
alla viabilita' di cantiere prevista, comprendendo anche  l'eventuale
utilizzo del sistema viabilistico esistente. 
    105. Provvedere a trasmettere al Ministero dell'ambiente  per  le
verifiche di competenza la documentazione in  riscontro  a  tutte  le
prescrizioni inerenti il Piano di Utilizzo. 
    106. Tenere conto  che  la  durata  di  validita'  del  Piano  di
Utilizzo e' di 87 mesi dalla data di inizio lavori,  comprensiva  dei
38 mesi necessari alla realizzazione delle opere in variante  oggetto
del   Piano   gia'    autorizzato    con    determina    direttoriale
DVA-DEC-2015-187 del 5 giugno 2015, che deve comunque avvenire  entro
due anni dalla data di presentazione del Piano di Utilizzo cosi' come
integrato  in  data  13  ottobre  2016  (salvo   proroghe),   dandone
comunicazione al MATTM. 
    107. Presentare, ai sensi dell'art. 12 del  decreto  ministeriale
n.  161/2012,  alla  Direzione  generale  per  le  valutazioni  e  le
autorizzazioni ambientali del Ministero dell'ambiente e della  tutela
del territorio e del  mare  la  Dichiarazione  di  avvenuto  utilizzo
(D.A.U.), corredata della documentazione completa  in  conformita'  a
quanto richiesto dal MATTM. 
    108.  Provvedere  ad   inserire   sul   portale   dell'ISPRA   le
informazioni secondo le specifiche del Disciplinare Terre e Rocce  di
Scavo, definendo, tra le altre questioni, quelle relative al sito  di
produzione, al sito di deposito intermedio e al sito di destinazione. 
    109. Garantire, per i primi  due  anni  dalla  piantumazione,  la
manutenzione delle aree a  verde.  Successivamente,  la  manutenzione
delle aree sara' a carico  del  relativo  proprietario;  a  tal  fine
verra' predisposta apposita convenzione. 
    110. Trasferire in proprieta', gestione e manutenzione (inclusi i
relativi  oneri)  agli  Enti  destinatari  competenti  le  opere   di
viabilita' e le piste ciclabili, inclusi  i  relativi  impianti,  con
esclusione delle  strutture  degli  scatolari  sotto  l'impronta  del
sedime ferroviario. 
    Restano a carico dell'opera ferroviaria esclusivamente gli  oneri
manutentivi dei sistemi di sicurezza (parapetti, barriere  guardrail,
reti, ecc.), degli appoggi, dei giunti,  delle  impermeabilizzazioni,
delle strutture (pile, spalle, impalcati da ponte, muri andatori o di
continuita',  ecc.),  dell'impiantistica  elettrica   (illuminazione,
pompaggi, semaforica, ecc.) delle opere viarie regionali, provinciali
e comunali per la sola parte interferente con la sede ferroviaria. 
    111. Procedere in fase di cantiere in modo da arrecare il  minore
danno possibile alle attivita' agricole, garantendo, nel  tempo,  sia
la continuita' della viabilita'  poderale,  sia  l'accesso  ai  fondi
agricoli mediante passaggi di adeguate dimensioni. 
    112. Programmare l'esecuzione dei lavori di ricucitura della rete
stradale in modo di arrecare  le  minori  interferenze  possibili  al
traffico, prevedendo  le  interruzioni  /  limitazioni  del  traffico
secondo  modalita'  e  tempistiche  concordate   con   i   Comuni   e
condividendo il programma e i percorsi alternativi. 
    113. Adottare in fase di cantiere gli accorgimenti necessari  per
limitare  le  interferenze  sulla  fauna,  adottando  in  particolare
impianti  a  luce  direzionata,  senza  dispersione  del  fascio   di
illuminazione, e lampade a basso impatto ecologico. 
    114.  Ridurre   l'attivita'   estrattiva   durante   il   periodo
riproduttivo  e  di  deposizione  e   schiusa   uova   delle   specie
avifaunistiche protette. 
    115. Anticipare, per quanto possibile, le  opere  di  mitigazione
ambientale laddove queste ultime non interferiscano con le  attivita'
di cantiere. 
    116. Adottare la stabilizzazione delle piste  di  cantiere  anche
con leganti. 
    117. Realizzare le operazioni  di  scotico  delle  aree  occupate
temporaneamente, che  a  fine  lavori  dovranno  essere  ripristinate
all'uso agricolo, interessando lo strato vegetale nella sua interezza
e comunque per una profondita' non inferiore a 40 cm. 
    118. Con riferimento al reticolo idrografico di competenza AIPO: 
    comunicare all'Agenzia le date di inizio lavori delle  opere  che
interessano i corpi idrici; 
    sottoporre a preventiva autorizzazione  da  parte  di  AIPO  ogni
variazione progettuale inerente gli  aspetti  idraulici  che  dovesse
intervenire in fase di esecuzione; 
    garantire, in tutte le fasi  lavorative,  le  quote  di  sommita'
spondale e/o arginale  cosi'  come  l'accessibilita'  alle  piste  di
servizio per lo svolgimento dei compiti di AIPO; 
    concordare in fase esecutiva con AIPO eventuali opere di rinforzo
e ringrosso delle sponde dei tratti pensili e/o sagome arginali. 
    119. Garantire al personale dei gestori della rete irrigua ed  ai
relativi  mezzi  d'opera  la  completa  accessibilita'  ai  manufatti
esistenti e a  quelli  di  nuova  realizzazione,  esterni  al  sedime
ferroviario nonche' la manovrabilita' e la facilita' di accesso delle
nuove strutture di deviazione dell'acqua sia consorziali che private,
da realizzarsi in carpenteria metallica (paratoie, viti  senza  fine,
rulli movimentatori, ecc.), sia nella fase  di  costruzione,  sia  al
termine dei lavori. 
    120. In fase  di  esecuzione  dei  lavori,  garantire  sempre  la
continuita' della distribuzione  irrigua  e  quella  delle  acque  di
scolo, anche con opere provvisionali da definire e concordare tramite
uno specifico piano per l'intera tratta. 
    121. Relativamente agli attraversamenti dei corsi d'acqua: 
    garantire che non vengano peggiorate in alcun modo le  condizioni
di deflusso nei corsi d'acqua interferiti; 
    garantire  la  sicurezza  dell'infrastruttura  in  progetto   nei
riguardi delle azioni idrodinamiche dei corsi d'acqua in  piena,  sia
dal punto di vista degli allagamenti sia con riferimento alle  azioni
concentrate da parte delle correnti idriche sulle opere in alveo. 
    122. Garantire che i materiali litoidi derivanti dagli  scavi  di
fondazione   e   riprofilatura   delle   sponde   siano   interamente
riutilizzati nell'ambito del cantiere o posizionati in zone  indicate
da AIPO, per quanto di competenza. 
    123. Verificare nel tempo le norme di sicurezza vigenti,  laddove
applicabili all'opera in oggetto. 
    124.  a.  Adottare   tutti   gli   accorgimenti   necessari   per
scongiurare, nel corso dei  lavori,  possibili  interferenze  tra  le
falde e le sostanze potenzialmente inquinanti  derivanti  dai  lavori
medesimi. 
    In particolare, durante la fase di cantiere, dovra' essere  posta
attenzione nella regimazione delle acque meteoriche e  nell'escludere
la possibilita' di sversamenti di  oli  e  carburanti  da  parte  dei
macchinari presenti, nel rispetto di quanto previsto dalla disciplina
di settore. 
    b. Tenere al riparo dalle precipitazioni atmosferiche durante  la
fase di cantiere tutti i prodotti, le materie prime o i  rifiuti  che
potrebbero rilasciare per dilavamento o incidente sostanze  tossiche,
nocive, corrosive o potenzialmente inquinanti; in caso di sversamenti
accidentali, mettere  in  atto  tutte  le  procedure  necessarie  per
salvaguardare le matrici ambientali coinvolte. 
    c. Porre particolare attenzione  nel  corso  delle  attivita'  di
costruzione delle gallerie. 
    125. Assicurare che la quota di posa dei pozzi  perdenti  per  la
dispersione delle acque meteoriche tenga conto dell'estensione  dello
strato del sottosuolo idoneo a ricevere le acque di dilavamento. 
    126. a. Attuare tutte le attenzioni al fine di  evitare,  durante
le fasi di cantiere, dispersioni  in  alveo  di  calcestruzzo,  fango
bentonico, idrocarburi, oli e reflui civili; 
    b. evitare  lo  sversamento  del  materiale  terroso  nei  canali
limitrofi alle aree di lavoro. 
    127. Ripristinare i corsi  d'acqua  interessati  da  lavorazioni,
comprese le rive, e  ripiantumare  le  specie  arboree  eventualmente
asportate. 
    128. Adottare tutte le tecniche gestionali volte  a  ridurre  ove
possibile la diffusione di polveri con particolare  riferimento  alle
aree di cantiere, alle aree di movimentazione di inerti  polverulenti
ed alle  piste  non  asfaltate  mediante  l'adozione  delle  seguenti
misure: 
    limitazione della velocita' (non superiori a 25-30 km/h), 
    bagnatura delle piste di cantiere e delle strade  in  prossimita'
dell'uscita dai cantieri, 
    nei periodi  siccitosi  e  comunque  con  scarsa  umidita'  della
superficie  stradale,  bagnature  (con  frequenza  da  adattare  alle
condizioni operative e meteorologiche), 
    lavaggio  dei  pneumatici  di  tutti  i  mezzi  in  uscita  sulla
viabilita' ordinaria, 
    periodica  pulizia  delle  strade  pubbliche  interessate   dalla
viabilita' di cantiere da valutare in accordo con le  Amministrazioni
locali; 
    utilizzo di mezzi di cantiere dotati  possibilmente  di  efficaci
dispositivi antiparticolato, 
    informazione alle maestranze delle prescrizioni impartite al fini
di ridurre al minimo le dispersioni polverulenti; 
    realizzazione di barriere/dune frangivento, 
    in casi particolarmente  critici,  eventuale  interruzione  delle
lavorazioni quando la velocita' del vento e' superiore a 10 m/s. 
    129.  Umidificare  opportunamente  il  materiale   di   pezzatura
grossolana, stoccato in cumuli, in caso di vento superiore ai 5 m/s. 
    130. Dotare i mezzi utilizzati per il trasporto  delle  terre  di
scavo e dei materiali per le opere di ripristino di specifico  telone
di chiusura. Per trasporti che interessino centri abitati o avvengano
a meno di 100 metri da essi, dovranno mantenersi i teloni tirati. 
    131. a. Per  cemento,  calce,  intonaci  ed  altri  materiali  da
cantiere allo stato solido polverulento, prevedere stoccaggi in  sili
e adottare sistemi di movimentazione di tipo pneumatico presidiati da
opportuni filtri in grado di garantire  valori  di  emissione  di  10
mg/Nmc. 
    b. Dotare  i  filtri  di  sistemi  di  controllo  dell'efficienza
(pressostati con dispositivo d'allarme). 
    132. Dotare di carter eventuali tramogge o  nastri  trasportatori
di materiale sfuso o secco, di ridotte dimensioni granulometriche. 
    133. Adottare sistemi di carico di carburante in circuito  chiuso
dall'autocisterna al serbatoio di stoccaggio, mentre durante la  fase
di  riempimento  dei  serbatoi  dei  veicoli  utilizzare  sistemi  di
erogazione  dotati  di  tenuta   sui   serbatoi   con   contemporanea
aspirazione e abbattimento dei vapori, mediante  impianto  a  carboni
attivi. 
    134. a. Verificare dal punto di vista dei possibili impatti sulla
qualita' dell'aria in fase di costruzione le seguenti situazioni: 
    recettore posto a  nord  di  Cascina  Montelungo,  in  comune  di
Desenzano del Garda, e in  affaccio  a  una  pista  di  cantiere  non
asfaltata; 
    recettori e colture pregiate individuati a nord della BAP 101 e a
nord delle BAP 102 e 103; 
    b. Valutare l'eventuale necessita' di  posizionare  una  barriera
antipolvere mobile a protezione dei recettori posti  nelle  vicinanze
delle seguenti aree di stoccaggio/cantiere: 
    progr. 101 + 450; 
    progr. 102 + 200-350; 
    cantiere L.4.0.2 (direzione sud); 
    progr. 123 + 270. 
    135. Silenziare, in fase  di  cantiere,  le  sorgenti  di  rumore
secondo le migliori tecnologie disponibili in conformita' al  decreto
ministeriale del 1° aprile  2004  «Linee  guida  per  l'utilizzo  dei
sistemi innovativi nelle valutazioni di impatto ambientale». 
    136. Quantificare  le  aree  arboree  e  arbustive  che  verranno
eliminate in fase di  cantierizzazione  ed  eseguire  nuovi  impianti
compensativi  di   essenza   autoctone   in   aree   indicate   dalle
amministrazioni comunali. 
    137.   Salvaguardare   dai   lavori   e,   laddove   danneggiate,
ripristinare  tutte  le  formazioni  vegetali  arboree  ed  arbustive
localizzate fino ad una  distanza  di  100  m  dai  cantieri,  aventi
rilevanza sotto l'aspetto naturalistico e paesaggistico. 
    138. Prevedere  un'organizzazione  della  cantieristica  tale  da
minimizzare la durata delle occupazioni temporanee. 
    139. a. Ripristinare all'uso precedente la  fase  di  costruzione
tutte le aree occupate temporaneamente  per  la  realizzazione  delle
opere a fine lavori ad eccezione di quelle aree per le quali  risulti
approvato/previsto un nuovo utilizzo. 
    b. Curare particolarmente, per  le  aree  da  recuperare  all'uso
agricolo,   il   riposizionamento    degli    orizzonti    pedologici
ripristinando le condizioni fisico  chimiche  del  suolo  interessato
(anche tramite abbondanti concimazioni organiche,  sovesci,  ecc...),
in  modo  da  restituire  i  terreni  ai  proprietari  in  condizioni
agronomiche ottimali. 
    140. a.  Ripristinare  le  strade  esistenti  utilizzate  per  la
viabilita' di cantiere, qualora  ammalorate,  in  modo  da  garantire
durante   i   lavori,   condizioni   paragonabili   a   quelle   ante
cantierizzazione. 
    b.  Prevedere   il   costante   monitoraggio   della   viabilita'
interessata,   durante   tutto   il   periodo   previsto    per    la
cantierizzazione. 
    141. Effettuare una costante manutenzione dell'armamento al  fine
di evitare che fenomeni  di  usura  e  degrado  producano  incrementi
significativi delle vibrazioni ai  recettori  con  superamenti  delle
soglie di percezione. 
    142. Provvedere, in fase di definizione del  progetto  esecutivo,
ad eseguire i saggi nelle aree a maggior  rischio  archeologico  come
indicato nelle note della Direzione generale archeologia n. 11945 del
30 dicembre 2015, della Soprintendenza Archeologia della Lombardia n.
13780 del 4 dicembre 2015  e  della  Soprintendenza  Archeologia  del
Veneto n. 14928 del 27 novembre 2015. 
    143. Prevedere lo «sterro cauto» in fase di scotico lungo tutti i
tratti non urbanizzati  interferenti  con  le  opere  in  progetto  e
l'assistenza  continuativa   da   parte   di   operatori   archeologi
specializzati nel corso di tutte le operazioni  di  movimento  terra,
comprese quelle relative alle opere di cantierizzazione, deposito  di
materiali, creazione di piste di accesso e  altre  opere  accessorie.
(Regione Lombardia) 
    144.  Assicurare,  tramite  un  sistema  informativo  in  rete  e
specifici incontri pubblici, un'adeguata  informazione  ai  cittadini
sul progetto, sugli aspetti ambientali e sull'avanzamento dei lavori. 
    145. A seguito della realizzazione della linea AV assicurare  che
la linea storica sia  dedicata  al  servizio  ferroviario  prevedendo
fermate intermedie tra  Brescia  e  Verona  con  la  possibilita'  di
incrementare frequenza e qualita' dei treni. 
    146.  Sviluppare  il  progetto  esecutivo  in  conformita'   alle
modifiche del progetto definitivo adottate a  seguito  del  confronto
con  il  territorio,  assicurando  un  raccordo  con   le   attivita'
dell'Osservatorio Ambientale. 
    147. Approfondire tutti gli aspetti riguardanti  le  interferenze
con le infrastrutture in affiancamento. 
    148. Assicurare che la successione  delle  fasi  costruttive  sia
orientata  all'attivazione  di  fasi  funzionali  che  consentano  al
territorio di beneficiare del servizio  ferroviario  nel  piu'  breve
tempo possibile. 
    149.   Durante   la   fase   di    cantiere    provvedere    alla
ricaratterizzazione dei materiali relativi agli scavi dove sono stati
registrati superamenti relativi ai limiti di colonna B della  Tabella
1 dell'Allegato 5, al Titolo V Parte IV del  decreto  legislativo  n.
152/2006 e ss.mm.ii. 
    150.   Durante   la   fase   di    cantiere    provvedere    alla
ricaratterizzazione dei materiali relativi agli scavi dove sono stati
registrati superamenti relativi ai limiti di colonna A della  Tabella
1 dell'Allegato 5, al Titolo V Parte IV del  decreto  legislativo  n.
152/2006 e ss.mm.ii. anche per un  solo  analita,  qualora  s'intenda
utilizzare i suddetti  materiali  in  un'area  a  destinazione  d'uso
urbanistica «Verde pubblico, privato e residenziale» e, nel  caso  le
analisi confermassero il superamento dei limiti di cui  alla  colonna
A,  il  materiale  relativo  ai  cumuli  che  hanno  registrato  tale
superamento  siano   collocati   nell'area   a   destinazione   d'uso
urbanistica   «commerciale   e   industriale»   (zona   di    servizi
infrastrutturali di rilievo nazionale). 
    151.  Durante  la  fase  di  cantiere  effettuare   la   prevista
caratterizzazione completa sul  tal  quale  e  il  relativo  test  di
cessione ai sensi del decreto ministeriale del 5 febbraio 1998 o  del
decreto ministeriale del  27  settembre  2010;  nel  caso  in  cui  i
materiali provenienti dall'attivita' di scavo,  durante  le  fasi  di
caratterizzazione in corso d'opera, non rientrino  nella  definizione
di sottoprodotto ai sensi dell'art. 184-bis, e, nel caso di eventuali
superamenti delle CSC della colonna B di cui alla tabella 1, Allegato
5, Titolo V, Parte IV del decreto legislativo n. 152/2006 e ss.mm.ii.
gli stessi dovranno essere considerati rifiuti. 
    152. Durante la fase di cantiere separare fisicamente  e  gestire
autonomamente le aree di deposito  temporaneo  delle  terre  rispetto
alle aree di deposito dei rifiuti. 
    153.   Durante   la   fase   di    cantiere    provvedere    alla
caratterizzazione delle  acque  sotterranee  in  caso  di  scavi  che
interessino zone sature, ricomprendendo tra le sostanze  da  indagare
tutti i metalli e gli inquinanti inorganici ai sensi della  normativa
vigente. 
    154. Durante la fase  di  cantiere  provvedere  alla  definizione
delle  specifiche  e  delle  modalita'  di  analisi  e  gestione  dei
materiali provenienti dai siti critici che  verranno  individuati  in
corso di progettazione esecutiva e durante i lavori. 
    155. a. Durante la fase di cantiere, in merito ai trattamenti  di
normale  pratica  industriale  (con  particolare   riferimento   alla
stabilizzazione  delle  terre  a  calce  e/o   pozzolana),   ritenuta
necessaria un'estrema cautela riguardo alle suddette  lavorazioni,  a
causa dei possibili impatti conseguenti alla dispersione della  calce
nell'ambiente, concordare preventivamente le modalita' operative  con
le ARPA competenti. 
    b. Tenuto conto che per la  calce  viva  esiste  un  valore  IDLH
«Immediately Dangeorus for Life  and  Health»,  ovvero  di  immediata
pericolosita'  per  la  vita  e  la  salute,  corrispondente  a   una
concentrazione in aria di 25 mg/m3, garantire che gli  intervalli  di
tempo tra le operazioni di spargimento e quelle di miscelazione siano
ridotti al massimo a 15 minuti. 
    156. In riferimento alla stabilizzazione delle terre a calce  e/o
pozzolana, sospendere l'attivita'  in  corrispondenza  di  condizioni
anemologiche caratterizzate da raffiche di vento superiori a 5 m/s. 
    157. In riferimento alla stabilizzazione delle terre a calce  e/o
pozzolana, effettuare la registrazione in  continuo  della  velocita'
del  vento  durante  le  operazioni  utilizzando  una  strumentazione
anemometrica posta a un'altezza non inferiore a  5  metri  dal  piano
campagna, in prossimita' del cantiere di attivita' e  in  assenza  di
ostacoli  rilevanti  per  un  raggio  di  circa  50  metri   intorno,
registrandone i dati. 
    158. In riferimento alla stabilizzazione delle terre a calce  e/o
pozzolana, garantire che la superficie trattata a calce  giornalmente
non sia superiore a quella lavorabile nel medesimo periodo  di  tempo
(completamento delle fasi di miscelazione e compattazione) al fine di
prevenire l'asportazione eolica della calce. 
    159. In riferimento alla stabilizzazione delle terre a calce  e/o
pozzolana,  garantire  che  la   compattazione   sia   condotta   con
metodologie e velocita' di lavoro  atte  a  non  creare  sviluppo  di
polveri. 
    160. In riferimento alla stabilizzazione delle terre a calce  e/o
pozzolana, garantire che il  personale  addetto  alle  operazioni  di
stabilizzazione con la calce sia informato anche di tutti gli aspetti
ambientali correlati alla lavorazione e  sia  formato  rispetto  alle
procedure e alle attivita' da mettere in  atto  per  evitare  impatti
sull'ambiente. 
    161. In riferimento alla stabilizzazione delle terre a calce  e/o
pozzolana, garantire che le aree sottoposte al  trattamento  a  calce
siano realizzate con sistemi chiusi di raccolta acque,  nel  caso  di
eventuale fuoriuscita d'acqua essa sia raccolta opportunamente con un
sistema  di  regimazione  ai  fini  dello  smaltimento   oppure   del
trattamento con impianto specificamente autorizzato. 
    162. In riferimento alla stabilizzazione delle terre a calce  e/o
pozzolana, garantire che, considerato che le superfici  laterali  dei
rilevati costruiti ricorrendo al trattamento a calce risultano essere
punti sottoposti a spolvero, causa erosione eolica dovuta a una  loro
minore compattazione, sia definito come s'intende operare per evitare
eventuali problemi di tale natura. 
    163. In riferimento alla stabilizzazione delle terre a calce  e/o
pozzolana, garantire che siano evidenziate le soluzioni  che  saranno
adottate per evitare il versamento di acqua a  pH  elevato  in  corsi
d'acqua superficiali  poiche'  dall'esperienza  sul  campo  e'  stato
rilevato che, successivamente alle attivita' di trattamento, si  puo'
verificare la percolazione delle acque piovane con  trascinamento  di
calce  non  reagita  all'interno  di  sistemi   di   raccolta   acque
superficiali (in particolare per rilevati di un certo  spessore  e  a
seguito di eventi piovosi di una certa entita'). 
    164. In riferimento alla stabilizzazione delle terre a calce  e/o
pozzolana,  garantire  che  le  schede  di  sicurezza  dei   prodotti
utilizzati siano aggiornate secondo la normativa vigente. 
    165. In riferimento alla stabilizzazione delle terre a calce  e/o
pozzolana, garantire che: 
    i depositi della calce viva siano realizzati per quanto possibile
vicino alle aree di trattamento; 
    le aree dove sono collocati tali depositi siano  predisposte  per
la raccolta di eventuali acque di dilavamento e mantenute pulite; 
    in caso  di  versamento  accidentale  della  calce,  in  fase  di
riempimento degli stoccaggi o di travaso nei mezzi per  il  trasporto
sui luoghi di lavoro, si provveda immediatamente a nebulizzare  acqua
allo  scopo   di   contenere   eventuale   spolvero,   senza   creare
ruscellamento e comunque provvedendo a raccogliere le eventuali acque
di dilavamento prodotte  e,  nel  caso  di  grossi  quantitativi,  il
materiale sia raccolto in maniera da evitare spolvero. 
    166. In riferimento alla stabilizzazione delle terre a calce  e/o
pozzolana, garantire che i mezzi di trasporto della calce all'interno
e all'esterno delle strade di cantiere abbiano  le  ruote  pulite  al
fine di evitare il trascinamento della calce lungo la sede viaria sia
asfaltata sia non asfaltata. 
    167. Durante la fase di  cantiere,  in  merito  all'utilizzo  dei
fanghi  bentonitici  e  delle  cementiti  per  la  realizzazione   di
fondazioni profonde di tipo  indiretto  e  per  il  contenimento  dei
terreni durante gli scavi  dei  diaframmi,  comunicare  l'indicazione
precisa dei  quantitativi  di  materiale  risultante  dalle  suddette
lavorazioni e dei siti di discarica quale destinazione finale  per  i
rifiuti di questo tipo, nonche' tutte le  procedure  di  gestione  di
questi materiali durante le lavorazioni. 
    168. Laddove l'attivazione del «Lotto Brescia Est-Verona (escluso
Nodo)» dovesse  intervenire  nel  periodo  antecedente  l'entrata  in
funzione del «Nodo di Verona», realizzare un bivio provvisorio con la
linea storica in prossimita' della fine della  tratta  di  competenza
del GC. 
    169. Ridurre le aree di mitigazioni a verde che insistono su aree
attualmente coltivate  a  vigneto,  mantenendo  solo  quelle  che,  a
seguito degli espropri per le opere ferroviarie, per  dimensioni  e/o
ubicazione, non risulteranno piu' coltivabili proficuamente. 
    170. Adottare un sistema di incentivazione per  la  creazione  di
nuove aree a vigneto negli stessi  ambiti  territoriali  mediante  il
coinvolgimento delle Regioni  secondo  gli  indirizzi  contenuti  nel
parere della Commissione Tecnica di Verifica dell'Impatto  Ambientale
- VIA e VAS del MATTM n. 1984 del 5 febbraio  2016,  condiviso  dalla
Regione Lombardia con nota prot. S1.2016.0003898 del 2 febbraio  2016
e dalla Regione Veneto con nota prot. 56107 del 12 febbraio 2016. 
    171. In fase di progettazione esecutiva specificare le  modalita'
di raccolta e allontanamento  delle  acque  meteoriche  nell'area  di
cantiere relativa alla costruzione della sottostazione di Calcinato. 
    172. In  particolare,  per  i  ricettori  L116-S-04  e  L116-S-09
(Desenzano sul Garda), corrispondenti ad edifici  scolastici,  stante
la tipologia di ricettore (scuole)  e  gli  esuberi  evidenziati  dal
modello, eseguire sopralluoghi sul campo  finalizzati  alla  verifica
dell'effettivo stato dei serramenti e  alla  valutazione  qualitativa
delle loro capacita' di fonoisolamento. 
    173.  Predisporre  approfondimenti  in  fase   di   progettazione
esecutiva al fine di verificare che non ci siano  effetti  diretti  o
indiretti sugli habitat  e  sulle  specie  tutelate  dalle  Direttive
comunitarie  92/43  e  09/147  in  corrispondenza  del  Laghetto  del
Frassino. 
    174. Attuare gli interventi identificabili come «precauzioni» nei
confronti del sito Natura 2000 «Laghetto del Frassino» solo nel  caso
in  cui  queste  non  determinino,  anche  indirettamente,  incidenze
significative e negative. 
    175. Redigere, in fase di progettazione esecutiva,  il  piano  di
sicurezza in corrispondenza delle industrie  a  rischio  rilevante  e
verificare, ed eventualmente aggiornare, il piano quando sara' emesso
il Piano di Emergenza Esterno da parte del Prefetto di Verona. 
    176.  Redigere  i  progetti  illuminotecnici  degli  impianti  di
illuminazione secondo quanto previsto dalla  legge  regionale  del  7
agosto 2009 n. 17. 
    177.  Con   riferimento   all'Elettrodotto   doppia   terna   SSE
Calcinato-SE Lonato, garantire: 
    la conformita' al vincolo determinato dalla fascia di rispetto ai
sensi di quanto stabilito dalla legge n. 36/01; 
    il rispetto dei limiti di esposizione ed  obiettivi  di  qualita'
fissati dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri  dell'8
luglio 2003. 
    il mantenimento delle qualita' pedologiche del terreno di scotico
accantonato temporaneamente durante la fase di  realizzazione  e  che
sara' successivamente riutilizzato per  il  rivestimento  delle  aree
restituite ai proprietari; 
    L'elettrodotto non dovra' essere in condizioni normali esercito a
valori di corrente superiori a quelli utilizzati per  le  simulazioni
dei campi magnetici e dichiarati nello studio. 
    178.  Prevedere  un'alternativa  di  tracciato  in  aereo  tra  i
sostegni 25 e 32 posto piu' a sud rispetto al tracciato originale  di
PD; il nuovo tracciato, partendo dal sostegno  35  in  corrispondenza
della SS567, dovra' collocarsi a nord dell'area dedicata al  poligono
di tiro, ponendosi tra quest'ultimo e l'insediamento  agricolo  posto
immediatamente  a  nord  del  poligono,  per  poi  ricongiungersi  al
tracciato originario al sostegno 25 posto in  corrispondenza  di  Via
Vallone. 
    179. In relazione al SIC/ZPS IT3210003  «Laghetto  del  Frassino»
attuare il monitoraggio degli habitat, habitat  di  specie  e  specie
tutelate dalle Direttive comunitarie 92/43/Cee e 091147/Ce,  al  fine
di misurarne la variazione  del  grado  di  conservazione  secondo  i
sottocriteri definiti con Decisione 2011/484/Ue, verificando che: 
    sia in accordo ai requisiti fissati nell'allegato  A  al  decreto
giunta regionale n. 2299/2014 (par.2.1.3); 
    sia esteso a  tutte  le  aree  interessate  dagli  interventi  in
argomento (individuando opportunamente le unita' ambientali  omogenee
per ciascun habitat e specie entro  cui  provvedere  alla  stima  dei
parametri  corrispondenti   alla   condizione   non   soggetta   alle
interferenze - c.d.«bianco»); 
    interessi tutti i gruppi faunistici ed in  particolare  oltre  ad
uccelli e mammiferi anche a organismi acquatici o  che  dipendono  in
parte, per il loro ciclo vitale, dall'acqua. 
    180. Nel comune di Calcinato: 
    a. Eliminare il cavalcaferrovia di Via Cavour  previsto  alla  pk
100+187; 
    b. Riqualificare la viabilita' esistente tra Via  Manzoni  e  Via
Cavour, a partire dal nuovo sottopasso poderale; 
    c. Realizzare una nuova  rotatoria  all'incrocio  della  suddetta
viabilita' con Via Cavour di dimensioni il piu' possibile limitate. 
    181. Nel comune di Calcinato, mantenere l'attuale  cavalcavia  di
sovrappasso dell'A4 (posto alla pk 100+514 circa della linea AV), non
potendosene prevedere il prolungamento  sopra  la  linea  AV  per  le
differenze  di  quote  che  non  consentirebbero  il  rispetto  delle
pendenze, con funzione di strada poderale e prevedere il collegamento
con le aree poste a nord della linea AV attraverso  la  realizzazione
di una nuova viabilita'  limitrofa  all'A4  ed  un  nuovo  sottopasso
poderale di dimensioni 5×5 mt alla pk 100+157. 
    182. Nel comune di Calcinato, realizzare una nuova  rotatoria  in
corrispondenza dell'incrocio tra Via Cavour e Via Statale. 
    183. Nel comune di Calcinato, in  ragione  dell'eliminazione  del
previsto nuovo cavalcavia di Via Cavour, assicurare  il  collegamento
viario tra le frazioni Ponte San Marco, Calcinatello e  il  capoluogo
comunale per mezzo di una nuova viabilita' che colleghera'  l'attuale
Via Cavour a Via Stazione attraverso: 
    i. un nuovo tratto di viabilita' tra Via Cavour e l'inizio di Via
Zemogna con nuovo ponte sul Chiese; 
    ii.  una  nuova  rotatoria  su  Via  Cavour   in   corrispondenza
dell'incrocio con la nuova viabilita' di cui al punto precedente; 
    iii. la realizzazione di una pista ciclabile su Via Cavour  dalla
rotatoria di cui al punto ii) sino all'incrocio con Via Bianchi; 
    iv. la riqualificazione di Via Zemogna con inserimento  di  pista
ciclabile dal termine della nuova viabilita' di cui la punto  i)  con
Via Stazione; 
    v. l'illuminazione pubblica dei tratti viari di tutti i  suddetti
interventi. 
    184. Ampliare, nel comune di Calcinato, il parco giochi  posto  a
sud nell'area precedentemente occupata dall'innesto di Via Berlinguer
con Via Stazione, innesto eliminato nel progetto definitivo in quanto
interferente con la rampa del cavalcavia. 
    185. Realizzare, nel comune di Calcinato, una nuova rotatoria tra
Via Berlinguer e Via Stazione, a Nord dell'attuale accesso. 
    186. Realizzare, nel comune di  Calcinato,  una  nuova  rotatoria
all'incrocio tra la Via Santi Faustino e Giovita e la Via Statale, in
localita' Ponte San Marco. 
    187. Nel comune di Calcinato: 
    a. Modificare il collegamento della Via Rovadino e  Via  Pradella
utilizzando un percorso parallelo  alla  Via  Rovadino,  e  traslando
verso Sud la rotatoria prevista; 
    b. Modificare altresi' la viabilita' di accesso  alle  abitazioni
poste a Sud della  suddetta  rotatoria  utilizzando  un  percorso  al
confine dei fondi e, per quanto possibile, sulla sede  delle  attuali
strade poderali. 
    188.   Realizzare,   nel   comune   di   Calcinato,   una   pista
ciclopedonale, dotata  di  adeguata  illuminazione,  lungo  il  nuovo
collegamento tra Via Rovadino e Via Pradella (vedi punto  precedente)
e lungo la Via Rovadino a nord e  a  sud  della  nuova  rotatoria  di
progetto, dal sottopasso autostradale a Via S. Anna. 
    189. Eliminare, al fine di ridurre gli impatti sul territorio, il
nuovo cavalcaferrovia previsto alla pk  103-039  di  Via  S.Anna  nel
comune di Calcinato. 
    190. Nel comune di Calcinato: 
    a. Modificare la rotatoria posta al termine della rampa  sud  del
cavalcavia, con previsione  di  una  rotatoria  adeguata  a  smistare
adeguatamente le seguenti viabilita': Via Stazione  (innesti  nord  e
sud), Via Zemogna, Via Cimitero; 
    b.  Salvaguardare,  con  la  nuova  previsione  progettuale,  gli
attuali campi sortivi  posti  all'incrocio  tra  Via  Zemogna  e  Via
Stazione; 
    c. Delocalizzare inoltre la Santella e il monumento  presenti  in
prossimita' del previsto nuovo cavalcaferrovia di Via Stazione  prima
dell'inizio dei lavori di costruzione del cavalcaferrovia stesso. 
    191. Rilocare il canile esistente nel  comune  di  Calcinato,  in
prossimita' della pk 1+500  circa  dell'Interconnessione  di  Brescia
est, all'interno dell'area interclusa tra linea AV ed autostrada A4 e
limitrofo all'area di servizio. 
    192. Eliminare il previsto nuovo sottopasso di Via  Campagna  nel
comune di Calcinato al km 2+160 dell'interconnessione di Brescia Est,
garantendo   il   collegamento   tra   le   aree    poste    a    sud
dell'Interconnessione  con  quelle  poste  a   nord   attraverso   la
riqualificazione della viabilita' parallela all'A4. 
    193. Nel comune di Castelnuovo del Garda: 
    a. Prevedere l'ampliamento del viadotto ferroviario  AV  sul  Rio
Tionello per permettere il  passaggio  dell'attuale  pista  ciclabile
denominata «Graspo del Moro» (almeno di 2,50 m); 
    b. prevedere altresi' la realizzazione di  detta  pista  per  una
lunghezza di circa 960 m in modo da consentire, sia a Nord che a  Sud
della linea AV, il ricongiugimento con la pista attuale. 
    194. Realizzare, nel comune di Castelnuovo del Garda, la bonifica
del sito di preesistente discarica di car fluff  rinvenuta  nell'area
della ditta OHA s.r.l (in fallimento), interessata dalla  costruzione
della rampa  nord  del  cavalcaferrovia  SP27  di  Mongabia  alla  pk
128+748. 
    195.  Realizzare,  nel  comune  di  Castelnuovo  del  Garda,   un
allargamento di circa 2,5 m del cavalcavia di Via  Mongabia  alla  pk
128+748 per consentire una futura costruzione di pista ciclabile. 
    196. Dopo la realizzazione della galleria  artificiale  Paradiso,
concordare con gli enti deputati il ripristino del Colle San  Lorenzo
nel comune di Castelnuovo del Garda. 
    197. Ripristinare,  nel  comune  di  Castelnuovo  del  Garda,  la
viabilita' di accesso al centro «Pesca OK». 
    198. Al fine  di  minimizzare  l'impatto  dei  Cantieri  L.4.0.2,
L.4/5.B.1  sul  sito  archeologico  del  Lavagnone   (Sito   UNESCO),
rilocalizzare tali  cantieri  allontanandoli  significativamente  dal
sito archeologico. Mantenere un'area tecnica in corrispondenza  della
porzione  Nord-Ovest   del   cantiere   L.4.O.2   in   corrispondenza
dell'imbocco  della  galleria  naturale  di  Lonato  sufficientemente
distante dal sito archeologico vincolato. 
    199. Con riferimento al progetto di ricucitura  della  viabilita'
nell'area di via Grezze in comune di Desenzano del Garda: 
    Eliminare la rotatoria ed i rami  Est  e  Ovest  di  via  Bornade
mantenendo il collegamento in progetto tra Via Bornate e Via Grezze; 
    Realizzare,  in  sostituzione  dell'attuale  sottopasso  di   Via
Grezze, una nuova strada ad Ovest dell'attuale sedime che sovrappassi
la  galleria  artificiale  della  linea   ferroviaria   e   scavalchi
l'autostrada A4 con un nuovo cavalcavia. Adeguare il collegamento tra
Via Bornade e Via Grezze solo in  corrispondenza  della  galleria  al
fine di salvaguardare le alberature esistenti; 
    Realizzare  una  nuova   viabilita'   dal   suddetto   punto   di
attraversamento della galleria con innesto a T ad un gruppo  di  case
poste a Sud della linea AV alla pk 112+300. 
    200. Spostare l'area  di  stoccaggio  L.5.S.T.3,  nel  comune  di
Desenzano del Garda, in  area  da  concordare  con  l'Amministrazione
comunale e  ridurre  per  quanto  possibile  l'attigua  area  tecnica
L.5.A.T.1. 
    201. Rettificare la prevista  pista  di  cantiere  asfaltata  che
attraversa la cascina Grattarola, nel comune di Desenzano del  Garda,
prevedendola all'esterno della stessa. 
    202. Nel comune di Desenzano del Garda, al fine di  salvaguardare
la Cascina San Rocco Lugana, spostare a Ovest dell'opera di  scavalco
che preveda l'allineamento dell'asse di  attraversamento  coincidente
con il ponte esistente che attualmente scavalca l'autostrada. 
    Inoltre,  al  fine  di  minimizzare  il  consumo   di   suolo   a
viticultura,  ridisegnare  la  viabilita'  prevista   nell'area   del
cavalcavia (concordandola con le proprieta' interessate)  e  spostare
la vasca di laminazione in progetto. 
    203. Rettificare la pista di cantiere nel comune di Desenzano del
Garda per evitare la demolizione parziale della Cascina Ronchedone. 
    204. Realizzare, nel comune di Lonato, il cavalcaferrovia alla pk
105+630 a Est del manufatto esistente per non  insistere  sul  nucleo
storico  della  localita'  Campagna,   con   riposizionamento   della
rotatoria a Nord, l'inserimento di una rotatoria di ricucitura con la
viabilita' esistente a Sud e la realizzazione di  una  viabilita'  di
by-pass della frazione Campagna. Durante  i  lavori  non  isolare  la
frazione Campagna. 
    205. Nel comune di Lonato: 
    a. Garantire durante tutta la fase di costruzione  l'operativita'
della   ditta   Feralpi,   prevendendo   una    fasizzazione    della
cantierizzazione in modo da limitare le interferenze con il piazzale. 
    b. Dimensionare,  inoltre,  la  galleria  artificiale  di  Lonato
affinche' sia idonea a sopportare  i  carichi  relativi  al  traffico
veicolare pesante al di sopra della galleria, al fine  di  permettere
le manovre e la sosta di tutti gli eventuali autoarticolati, inerenti
l'operativita' della ditta Feralpi, sulle  aree  al  di  sotto  delle
quali si trova la galleria. 
    c.  Prevedere  modifiche   progettuali   al   fine   di   evitare
delocalizzazioni degli attuali impianti presenti  nell'area  Feralpi.
L'utilizzo  delle  aree  RFI  da  parte  di  Feralpi  dovra'   essere
regolamentato tramite apposita convenzione. 
    206. Nel comune di Lonato: 
    a. Realizzare una nuova strada di  collegamento  tra  la  rotonda
esistente su Via Molini / Via Moro e lo svincolo della  SS11  a  Nord
per uno sviluppo complessivo di circa 1,2 km; 
    b. Realizzare inoltre  due  nuove  rotatorie  lungo  la  suddetta
viabilita' (Via Fenil Nuovo Molini, Via Bettola). 
    L'acquisizione delle aree sara' a carico del Comune. 
    207.   Garantire   durante   tutta   la   fase   di   costruzione
l'operativita' della ditta Wierer (comune di Lonato). 
    208.  Qualora  si  riscontrassero  contaminazioni,  redigere   un
programma di bonifica dettagliato relativo alla galleria  di  Lonato,
sviluppato sulla base delle risultanze delle indagini effettuate,  in
cui sia prevista la messa in atto di idonee misure di  prevenzione  e
contenimento della contaminazione. 
    209. In considerazione della mancata realizzazione  dello  «Shunt
di  Brescia»,  ottimizzare  il  tracciato  dell'interconnessione   di
Brescia Est, ricompresa nel 2^ Lotto costruttivo, e le opere ad  esso
correlate. 
    210. Nel comune di Mazzano: 
    a. Sostituire  il  sottopasso  carrabile  di  progetto  limitrofo
all'attuale sede degli  Alpini  con  sottopasso  ciclopedonale  nella
stessa sede ma con sezione ridotta; 
    b. Eliminare la viabilita' stradale prevista in progetto a Nord e
a Sud della linea ferroviaria compresa la rotatoria ed  in  sua  vece
realizzare i collegamenti del sottopasso con la viabilita'  esistente
a Nord e a Sud per una lunghezza complessiva di circa 300 metri. 
    211. Nel comune di  Mazzano,  al  fine  di  evitare  fenomeni  di
dilavamento  della  collina   prospiciente   Via   Mazzucchelli   che
interessano la viabilita' di adduzione al  sottopasso  al  km  4+796,
realizzare  un  idoneo  canale,  o  altra  opera  che  risolva   tale
inconveniente. 
    212. Nel comune di Mazzano: 
    a. Realizzare un nuovo sottopasso poderale in corrispondenza  del
confine con il comune di Calcinato che include anche la realizzazione
di un sottopasso poderale a spinta sulla linea ferroviaria esistente. 
    b.  Realizzare  la  viabilita'  poderale  di  ricucitura  con  la
viabilita' esistente parallela all'opera ferroviaria (a Nord e a Sud)
per una lunghezza complessiva di circa 900 metri a Sud e 700 metri  a
Nord. 
    213. Nel comune di Mazzano,  riqualificare  Via  Spazzini  e  Via
Conciliazione mediante asfaltatura del sedime  stradale,  rifacimento
dei marciapiedi  e  posizionamento  di  illuminazione  pubblica,  ove
mancante, per una lunghezza complessiva di circa 1.450 metri. 
    214. Nel comune di Mazzano, eliminare la viabilita'  di  cantiere
ricadente  all'interno  del   vincolo   paesaggistico   della   Villa
Mazzucchelli, rivedendo l'organizzazione della cantierizzazione. 
    215.  Nel  comune  di  Mazzano,  installare  16  dossi   per   la
limitazione della velocita' su Via Mazzucchelli nelle aree  limitrofe
ai lavori AV. 
    216. In fase di progettazione esecutiva, verificare adeguatamente
gli ambiti assoggettati a specifica  tutela  paesaggistica  anche  in
relazione alle modifiche apportate alle opere  rispetto  al  progetto
definitivo presentato in CdS. 
    217. Nel comune di Peschiera del Garda: 
    a. Prevedere, in fase di progettazione esecutiva, sifoni o  altri
accorgimenti per evitare impatti sui corsi d'acqua  di  alimentazione
del laghetto del Frassino. 
    b. Adottare, per quanto riguarda le  opere  che  intercettino  la
falda, specialmente nel contesto idrografico relativo al Laghetto del
Frassino, opportuni accorgimenti atti ad evitare  l'interruzione  del
flusso di falda e la contaminazione della  medesima,  anche  mediante
opportuni approfondimenti progettuali. 
    218. Nel comune di Peschiera del Garda,  prevedere,  in  fase  di
progettazione  esecutiva,  lo  spostamento  del  cantiere   operativo
L.5.O.1 in modo da non recare impatto ai limitrofi pozzi esistenti ed
alle colture viticole. 
    219. Nel comune di Peschiera del Garda: 
    a. Concordare  con  la  societa'  Azienda  Gardesana  Servizi  le
modalita' di approvvigionamento idrico per i fabbisogni del  cantiere
logistico L.5.L.1. 
    b. Inoltre verificare la soluzione piu' idonea e meno  impattante
per lo smaltimento dei reflui domestici e delle acque nere. 
    220. Prevedere un  riassetto  dei  cantieri  nel  territorio  del
comune di Peschiera, eliminando il cantiere L.5.O.2. 
    221. Nel comune di Peschiera del Garda,  prevedere,  in  fase  di
progettazione  esecutiva,  idonee  ottimizzazioni  all'innesto  della
rampa nord del  cavalcaferrovia  Ghirolda  alla  pk  120+124  con  la
viabilita' esistente in corrispondenza della  localita'  Massoni,  in
modo da recare il minimo impatto, in particolare durante la  fase  di
costruzione, al nucleo abitato. 
    222. Rivedere la progettazione della viabilita' e  degli  accessi
in corrispondenza del  Santuario  Madonna  del  Frassino  (comune  di
Peschiera del Garda) cercando  di  contenere  i  disagi  sull'attuale
utilizzo dell'area e garantire la continuita' del traffico nonche' un
miglior inserimento ambientale della nuova linea AV (che  nel  tratto
prospicente il santuario e' prevista  in  galleria  artificiale),  in
particolare con: 
    cambiamento della modalita' costruttiva lungo tutto il fronte del
santuario: da palancolati a berlinesi, cosi'  da  ridurre  al  minimo
l'ingombro dell'area dello scavo e dell'area di lavoro; 
    eliminazione di ogni commistione tra mezzi di cantiere e traffico
privato; 
    mantenimento della viabilita' veicolare  nel  sottopasso  di  Via
Pignolini-Via Frassino durante la fase di costruzione; 
    nuova  rotatoria  sulla  Via  Pignolini   con   possibilita'   di
inversione di marcia e accesso al parcheggio posto a sud; 
    mantenimento dell'accesso al parcheggio  nord  con  conservazione
della maggior parte dei posti auto esistenti; 
    mantenimento dell'accesso al santuario come oggi durante la  fase
di costruzione senza commistione con i mezzi di cantiere; 
    riduzione della larghezza della  pista  di  cantiere  davanti  al
santuario; 
    inserimento di elementi protettivi  e  di  schermatura  visiva  a
specchio, con funzione fonoassorbente e di contenimento  dell'impatto
per le polveri; 
    riduzione dell'abbattimento dei cipressi esistenti; 
    riduzione della rotatoria di cantiere di  incrocio  tra  pista  e
strada di accesso al cantiere L.5.L.1, con riduzione  del  numero  di
cipressi rimossi; 
    mantenimento della «strada dei frati»  con  l'istituzione  di  un
ingresso a senso unico; 
    esecuzione di monitoraggio durante la costruzione  e  post-operam
delle vibrazioni; 
    ripristino dell'accesso ciclopedonale che sottopassa l'A4 da nord
alla fine dei lavori. 
    223. Realizzare, nel comune di Peschiera del Garda, una  bretella
di collegamento tra la SP n. 56 e la SP n. 28 a nord dell'autostrada,
come da studio redatto da Veneto Strade SpA. con  acquisizione  delle
aree e relativa permessualistica a cura e carico della Regione Veneto 
    224. Concordare  la  ricomposizione  ad  alto  valore  paesistico
ambientale,   dell'estradosso   della   galleria    artificiale    in
corrispondenza del Santuario della Madonna del  Frassino  (comune  di
Peschiera del Garda), con le autorita' locali, compatibilmente con  i
vincoli ferroviari. 
    225. Predisporre un approfondimento idraulico per  verificare  le
interferenze delle attivita' di costruzione con il reticolo idraulico
in localita' Broglie (comune di  Peschiera  del  Garda),  verificando
altresi'  l'eventuale  necessita'  di   realizzare   una   cassa   di
espansione/vasca di laminazione. 
    226. Al fine di evitare da parte dei mezzi  pesanti  di  cantiere
l'attraversamento dell'abitato di Dolci, l'utilizzo della  viabilita'
tra il cantiere logistico L.5.L.1 e la localita' Tresole,  l'utilizzo
della strada Peschiera (in comune di Ponti sul Mincio)  sino  al  suo
incrocio con la SP 77 e l'utilizzo della  strada  di  attraversamento
dell'abitato di Broglie, nel comune di Peschiera del Garda: 
    realizzare una viabilita' di  cantiere  di  collegamento  tra  il
cantiere logistico L.5.L.1 e le piste poste ad Est di Colle Baccotto;
detta viabilita' dovra' essere mantenuta e a fine  lavori  ceduta  al
Comune; 
    realizzare una rotatoria all'incrocio tra la suddetta pista e  la
Via Mantova, a nord dell'abitato di  Dolci;  detta  rotatoria  dovra'
essere a fine lavori ceduta al Comune; 
    istituire un senso unico, per un breve tratto  in  corrispondenza
del santuario del Frassino, sulla  viabilita'  pubblica  tra  la  Via
Pignolini  ed  il  parcheggio  del  santuario,   per   garantire   la
continuita' della pista di cantiere  anche  davanti  al  santuario  e
poter collegare i fronti di lavoro da ovest ad est. 
    227. In comune di Pozzolengo prevedere una diversa soluzione  del
progetto  del  cavalcavia  presso  Cascina  Roveglia   (km   119+372)
riducendo il numero di campate ed eliminando la rotatoria a Nord,  al
fine di minimizzare l'impatto paesaggistico ed il consumo di suolo. 
    228. In comune di Pozzolengo inserire un tracciato  ciclopedonale
nel manufatto di attraversamento al km 119+372 e nei connessi  tratti
di viabilita' comunale oggetto di interventi. 
    229. In comune di Pozzolengo eliminare la  rotatoria  prevista  a
nord  del  cavalcaferrovia   al   km   119+372,   sostituendola   con
un'intersezione di minore ingombro in relazione  al  tipo  di  strade
collegate. 
    230. Rivedere, per quanto tecnicamente possibile, la collocazione
e l'ubicazione delle aree di stoccaggio previste in prossimita' della
Cascina Roveglia e la conseguente ridefinizione della  viabilita'  di
accesso a tali aree, in condivisione con il Comune di Pozzolengo. 
    231. Realizzare una viabilita' della  stessa  sezione  di  quella
attuale (Via Libia) sul tracciato della pista di cantiere prevista  a
sud della linea AV dalla pk 135+500 fino all'intersezione con  la  SP
n. 26, nonche' una rotatoria con dimensioni adeguate  al  livello  di
strada provinciale  in  corrispondenza  dell'innesto  della  suddetta
nuova viabilita' con la SP n. 26.  La  rotatoria  sara'  dimensionata
considerando il possibile traffico  futuro,  anche  in  funzione  del
possibile intervento CORBAZ // AGROMAR, e prevedera' inoltre un nuovo
ramo per accogliere la pista di cantiere che dopo i  lavori  potrebbe
essere trasformata in viabilita' pubblica. 
    232. Prolungare l'attuale sottopasso  esistente  sotto  la  linea
storica in localita' Betlemme  (comune  di  Sommacampagna),  alla  pk
138+774 anche in corrispondenza della linea AV. 
    233. Mantenere, nel comune di Sommacampagna, il  ponte  scatolare
previsto per la pista di cantiere alla pk 138+821. 
    234. Realizzare, nel comune di Sommacampagna, una fascia  boscata
con funzioni di mascheramento della sottostazione elettrica  prevista
alla pk 136+026. 
    235.  Nel  comune  di  Sommacampagna,  individuare  e  comunicare
all'amministrazione comunale in fase di  progettazione  esecutiva  le
eventuali   fasce   di   rispetto   urbanistico   conseguenti    alla
realizzazione della sottostazione elettrica alla pk 136+026. 
    236.   Realizzare   l'elettrodotto,   previsto   in   comune   di
Sommacampagna tra l'esistente elettrodotto  RFI  e  la  sottostazione
elettrica, in cavidotto interrato per tutta la  sua  lunghezza,  come
prescritto  dal  MATTM  nell'ambito  della  procedura   VIA   (parere
Commissione VIA n. 1767 del  17  aprile  2015)  tenuto  del  contesto
ambientale, nonostante le  indicazioni  di  cui  alla  delibera  CIPE
120/2003. 
    237. Eliminare la prevista rotonda ad uso  cantierizzazione  alla
pk 138+000 circa, in localita' Betlemme  (comune  di  Sommacampagna),
perche' interferente con la cava esistente. 
    238. Realizzare i seguenti interventi sulla SP  26  Morenica,  in
ragione del fatto che questa e' di  fondamentale  importanza  per  il
territorio e che la stessa sara' interessata dal transito  dei  mezzi
di cantiere (in corrispondenza della pk ferroviaria 136+079): 
    a. allargamento del sottopasso esistente sotto la  linea  storica
con realizzazione della pista ciclopedonale; 
    b. allargamento del sottopasso previsto sotto  la  linea  AV  con
realizzazione del sottopasso ciclopedonale; immediatamente a sud  del
sottopasso sara' previsto un piccolo slargo di sosta per  i  ciclisti
in transito. 
    c.  riqualificazione  della  SP  Morenica   nel   territorio   di
Sommacampagna con realizzazione di pista  ciclopedonale  dal  confine
con il Comune di Sona sino alla rotonda di  innesto  con  il  casello
autostradale;  nel  tratto  finale   la   pista   verra'   realizzata
sull'attuale cavalcavia  autostradale  con  posa  di  new  jersey  di
separazione dalla viabilita' veicolare; la pista dovra' prevedere una
piccola siepe  di  separazione,  posizionata  lungo  la  barriera  di
sicurezza  nello  spazio  dell'arginello  ivi  previsto,  formata  da
«cespugli» che non necessitino di irrigazione; sara' inoltre previsto
uno slargo di  sosta  al  limite  di  intervento  prima  del  casello
autostradale; 
    d. riqualificazione della SP Morenica nel territorio di Sona  con
realizzazione di pista ciclopedonale dal confine  con  il  Comune  di
Sommacampagna sino a via Molinara/via Trentino; 
    e. realizzazione di rotatoria all'incrocio tra la SP  Morenica  e
la Via Morsara in Comune di Sona. 
    239.  Eliminare  il  sottopasso  previsto  alla  pk  134+410   in
localita'  Brognol-Valle,  mantenendo  in  sua  vece  il   sottopasso
esistente sotto la linea storica  e  prolungandolo,  anche  sotto  la
linea AV alla pk 134+394, con dimensioni 4 × 4 m. 
    240. Delocalizzare la ditta ANCAP su una nuova area  ubicata  nel
comune di Sona come indicato nella lettera della Provincia di  Verona
prot. 2082 del 12 gennaio 2015. 
    241. Mantenere i sottopassi esistenti sotto la linea storica alle
pk 136+500 circa, 136+750 circa prolungandoli anche  sotto  la  linea
AV, prevedendo l'innesto sulla pista di cantiere. 
    242. Realizzare un sottopasso ciclopedonale  su  Via  Mincio  nei
pressi di quello  stradale  previsto  alla  pk  137+987,  realizzando
inoltre  una  pista  ciclabile  dal  confine   con   il   comune   di
Sommacampagna fino all'incrocio con la Via  Emilia,  nonche'  per  un
tratto di circa 300 metri su Via Bellona e Via Morsara. 
    243.  Nel  comune  di  Sommacampagna  riqualificare  Via   Canova
attraverso i seguenti interventi: 
    a. realizzazione di rotatoria all'incrocio tra  Via  Belvedere  e
Via Cason adeguata al traffico  in  transito,  con  corredo  vegetale
composto da piante autoctone e/o tipiche del luogo che non  necessiti
di particolari necessita' di irrigazione; 
    b. realizzazione di rotatoria all'incrocio tra  Via  Macaccara  e
Via Cason, con posizionamento distanziato dalle abitazioni  esistenti
e salvaguardando la vegetazione posta lungo Via Macaccara; 
    c. realizzazione di  rotatoria  ellittica  all'incrocio  tra  Via
Verona e Via Canova adeguata al traffico in transito; 
    d. allargamento della Via Cason - Via Canova dalla  rotatoria  a)
alla rotatoria c) con sezione stradale di 7 metri,  realizzazione  di
pista ciclopedonale  e  filare  alberato  sul  lato  dell'abitato  di
Caselle nei tratti privi  di  vegetazione.  In  corrispondenza  delle
abitazioni  poste  immediatamente  a  nord  dell'incrocio   tra   Via
Maccacarra e Via Cason, si dovra' provvedere ad uno spostamento della
carreggiata stradale ad ovest degli edifici per superare la strettoia
esistente tra gli edifici stessi. 
    244. Eliminare il cavalcaferrovia di Via De Amicis previsto  alla
pk 140+661. 
    245. Approfondire,  in  fase  di  progettazione  esecutiva,  ogni
aspetto  riguardante  le  possibili  interferenze  con   il   sistema
idrogeologico e con il sottosuolo  in  relazione  alla  realizzazione
della galleria naturale di San Giorgio (comune di Sona). 
    246.  Realizzare,  nel  comune  di   Sona,   una   rotatoria   in
corrispondenza dell'incrocio tra Via Campagnola e Via Terminon,  alla
fine della rampa nord del sottopasso previsto alla pk 133+920. 
    247. Realizzare, nel comune di Sona, una pista  ciclopedonale  in
affiancamento a  Via  Campagnola/Via  Piona,  dall'incrocio  con  Via
Piedicolle fino all'incrocio  con  Strada  San  Giorgio,  incluso  un
sottopasso da realizzare per l'attraversamento  della  linea  AV  nei
pressi  della  pk  133+900.   Per   l'attraversamento   della   linea
ferroviaria storica la pista ciclabile si potra' utilizzare l'attuale
sottopasso stradale. 
    248.   Verificare   in   sede   di    progettazione    esecutiva,
compatibilmente con le esigenze tecniche, la possibilita' di  ridurre
o delocalizzare l'area di stoccaggio L.7.S.T.1  attualmente  prevista
in localita' Terminon (comune di Sona), anche in considerazione della
destinazione urbanistica prevista come centro raccolta rifiuti. 
    249.  Verificare  il  rispetto  dei  limiti  acustici  del   polo
scolastico sito presso l'abitato di Lugagnano (comune di Sona) e,  in
caso di esito negativo, rivedere le mitigazioni antirumore previste. 
    250. Relativamente al Santuario del Frassino, sito nel comune  di
Peschiera del  Garda,  data  la  prossimita'  dell'infrastruttura  al
complesso monumentale, effettuare il monitoraggio del monumento ed in
particolare degli apparati decorativi esterni; si prescrive  altresi'
un intervento di preconsolidamento di tali  apparati  (da  sottoporre
alla  preventiva  autorizzazione  da   parte   della   Soprintendenza
Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona,  Rovigo
e Vicenza) prima  dei  lavori  di  scavo,  al  fine  di  limitare  la
possibilita' di eventuali danni causati dalle  vibrazioni.  Qualsiasi
anomalia dovesse risultare dal  monitoraggio  in  fase  di  cantiere,
dovra' essere tempestivamente comunicata alla  citata  Soprintendenza
per le valutazioni di competenza. 
    251.  Provvedere  al  finanziamento  del  restauro  delle   opere
pittoriche della facciata del Santuario della Madonna  del  Frassino,
su progettazione redatta di intesa con la Soprintendenza  Archeologia
Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza. 
    252. Per le pile del viadotto Mincio  (comune  di  Peschiera  del
Garda), che interessano l'alveo attivo: 
    analizzare tutte  le  problematiche  legate  alla  compatibilita'
idraulica la quale dovra' essere soddisfatta verificando  l'eventuale
alterazione delle dinamiche  fluviali  derivanti  dalla  loro  azione
congiunta alle citate pile del ponte autostradale; 
    garantire che le fondazioni e le  relative  opere  di  protezione
siano tali da non interferire  in  alcun  modo  con  l'andamento  dei
flussi e del trasporto solido del fiume. 
    253. Nel comune di Desenzano del Garda: 
    a. Nell'area che si osserva dalla Torre di San Martino, prevedere
una tipologia di mitigazione verde analoga a quella proposta  per  il
paesaggio  morenico:  un  sistema  di  uno  o  piu'  filari  d'alberi
variamente disposti anche a macchie boschive, articolati  e  misti  a
sistemi di vegetazione piu'  bassa  che  filtrino  opportunamente  la
lettura della rigida fascia determinata dalla cesura delle barriere. 
    b. In considerazione della possibilita' di  fruizione  di  questo
paesaggio speciale anche da parte di chi lo attraversa con  la  linea
AV/AC, prevedere, lungo il corso di tale fascia verde  a  mitigazione
delle barriere, l'inserimento di uno o piu' tratti senza  mitigazioni
arboree e con elementi antirumore in materiale trasparente. 
    c. In fase esecutiva, effettuare una valutazione congiunta con le
autorita' competenti relativa alla piu' opportuna individuazione  dei
punti ideali nei quali prevedere queste «finestre paesaggistiche». 
    254. Per quanto riguarda il Viadotto Chiese (comune di Calcinato)
- valutate le indubbie qualita' dell'ambito paesaggistico interessato
dall'attraversamento del viadotto, direttamente fruibile dal percorso
ciclopedonale esistente che lambisce il lungofiume quasi in tutto  il
tratto a nord e sud del previsti tracciato ferroviario -  predisporre
una   soluzione   architettonica   qualitativamente   adeguata   alle
caratteristiche del paesaggio. In tal senso si dovra' predisporre  un
nuovo progetto architettonico che preveda l'inserimento  di  elementi
di semplificazione/ammorbidimento  delle  linee  architettoniche  del
manufatto e di barriere acustiche trasparenti. 
    255.  Nel  comune  di  Calcinato,  spostare   la   rotatoria   in
prossimita'  della  PK  99+200,   in   corrispondenza   dell'incrocio
esistente, riducendone le dimensioni al minimo possibile. 
    256. Nel comune di Peschiera del Garda: 
    a. Con riferimento al vincolato complesso Corte di Mano di Ferro,
redigere e  sottoporre  al  Ministero  dei  beni  e  delle  attivita'
culturali e del turismo in fase esecutiva, un  adeguato  progetto  di
inserimento paesaggistico, specie con riferimento alle  soluzioni  di
schermatura dell'infrastruttura  (autostrada)  e  degli  insediamenti
produttivi esistenti sul lato nord del Complesso, mediante la messa a
dimora di filari di essenze arboree di adeguata eta'  e  sviluppo  di
chioma nonche' alle sistemazioni del terreno, in corrispondenza della
galleria, che dovra' prevedere acclivita' morbide e di tipo naturali. 
    b.  Inoltre,  sostituire  la  rampa  carrabile   dell'uscita   di
sicurezza della galleria artificiale Madonna  del  Frassino  Est  con
uscite pedonali. 
    c. Ripristinare, nelle condizioni ante  operam,  i  due  rami  di
viabilita' di cantiere (non asfaltata per 2090 mq  ed  asfaltata  per
3533 mq) temporanei e funzionali alla fase di realizzazione. 
    257. In fase  di  progettazione  esecutiva  sviluppare,  in  modo
adeguato e conformemente alle normative di settore, l'attraversamento
di Via Bologna (comune di Castel nuovo del Garda) mediante rotonda. 
    258. In fase  di  progettazione  esecutiva,  a  tutela  dell'area
boscata in Localita' Madonna di  Monte  e  fatte  salve  le  previste
autorizzazioni in materia, ricostituire l'area boscata  nella  misura
sottratta dall'opera in progetto in altra area individuata dal Comune
di Sommacampagna. 
    259. Garantire la continuita' delle attivita' autorizzate a  cava
Ballarini (comune  di  Castelnuovo  del  Garda),  fermo  restando  il
rispetto del vincolo ex decreto del Presidente  della  Repubblica  n.
753/80. 
    260. Nel comune di Castelnuovo del Garda, modificare la rotatoria
prevista a Nord  del  cavalcavia  di  Mongabia  per  includere  anche
l'incrocio con Via Sei Fontane. 
    261.  Nel  comune  di  Castelnuovo  del  Garda,   modificare   il
sottopasso di Via  Mantovana  con  il  prolungamento  del  sottopasso
esistente sotto  l'autostrada  A4,  prevedendo  l'altezza  del  nuovo
sottopasso AV fino ad un minimo di 4,5 metri, senza realizzare quello
previsto in progetto. 
    262.  Nel  comune  di  Castelnuovo  del  Garda,  ripristinare  il
percorso di Via San Lorenzo prevedendo il transito sopra la  galleria
artificiale. 
    263. Nel comune di Castelnuovo del  Garda,  trasferire  il  posto
tecnologico previsto alla pk 129+345 in area interclusa prevedendo un
sottopasso di collegamento alla pk 129+105. 
    264. In corrispondenza dell'Azienda Agricola Serraglio (comune di
Desenzano del Garda): 
    intervenire sul tracciato planimetrico della galleria artificiale
apportando uno spostamento a Sud di circa 37 metri e  modificando  la
modalita' di scavo con l'adozione di paratie in modo da salvaguardare
le stalle, i fienili e le aree di manovra per i mezzi agricoli; 
    garantire la possibilita' di coltivazione a seminativo  sopra  il
sedime della galleria ferroviaria mediante adeguato ricoprimento; 
    garantire   la    continuazione    dell'attivita'    dell'azienda
realizzando opportuni  accessi  dalla  viabilita'.  Le  modalita'  di
accesso  dovranno  essere  definite  e  concordate  direttamente  con
l'azienda; 
    realizzare l'ampliamento del fienile e delle trincee  orizzontali
di dimensioni pari a quelle attuali anche sul sedime ferroviario; 
    adottare tutte le misure per mitigare gli impatti durante la fase
di costruzione della linea, in particolare  per  quanto  riguarda  le
polveri  che  dovranno  essere  anche  controllate  nell'ambito   del
monitoraggio ambientale ante-operam e durante la costruzione; 
    prevedere un monitoraggio dello  stato  di  fatto  degli  edifici
della tenuta e della evoluzione durante la costruzione. 
    265. Nel comune di  Desenzano  del  Garda,  per  quanto  riguarda
l'attuale  cavalcavia  autostradale  alla   progressiva   ferroviaria
115+700,   nei   pressi   della   Cascina   Armea,   sostituire    il
cavalcaferrovia  previsto  in  progetto  alla  pk  115+158   con   un
cavalcaferrovia alla pk  115+700  in  posizione  obliqua  secondo  il
tracciato dell'asse viario esistente, integrandolo con una viabilita'
di ricucitura per la capezzagna posta nell'area a Sud che  attraversa
i vigneti esistenti. 
    266. Nel comune di Pozzolengo, traslare il tracciato  ferroviario
del minimo necessario per evitare la demolizione  del  fabbricato  di
Cascina  Roveglia,  prevedendo  interventi  con   micropali   (doppia
berlinese  con  setto  antivibrante)  e   di   consolidamento   sotto
l'edificio. 
    267. Nel comune di Pozzolengo, inserire una  nuova  rotatoria  in
corrispondenza dell'incrocio dei tre  rami  di  Via  Sirmione  ed  un
marciapiede di circa 500 metri su Via Sirmione dalla suddetta rotonda
fino a Via Benaco. 
    268. Nel comune di Pozzolengo, realizzare un nuovo  sottopasso  a
spinta in corrispondenza dell'attraversamento della linea ferroviaria
storica da parte di Via Massoni. 
    269. Nel comune di Sona, per evitare il  transito  dei  mezzi  di
cantiere in San Giorgio in Salici, realizzare una pista  di  cantiere
lungo l'autostrada A4 da pk 130+650 circa a pk 132+500 circa. 
    270. Nel comune di Sona, realizzare una pista ciclabile in  terra
battuta attrezzata con polifere  per  eventuale  futuro  impianto  di
illuminazione (quest'ultimo escluso dalla  prescrizione)  sul  sedime
della galleria artificiale San Giorgio, previo assenso della DTP  RFI
di Verona. 
    271. Nel comune di Sona, garantire il transito  sulla  viabilita'
esistente  alla  pk  132+870  sopra  la  galleria   artificiale,   in
corrispondenza dell'uscita di sicurezza della galleria. 
    272. Nel comune di Sommacampagna, adeguare Via  Siberie  mediante
allargamento della sede stradale tra  il  sottopasso  previsto  sulla
linea AV e l'incrocio con Via Ceolara. L'onere di acquisizione  delle
aree sara' a carico del Comune. 
    273. Nel comune di Sommacampagna, realizzare un'area  boscata  in
localita' Betlemme tra l'abitato e la linea AV, su aree  che  saranno
espropriate da parte del Comune con oneri a carico del Proponente. 
    274. Nel comune di Sona, in ragione della  mancata  realizzazione
del cavalcavia di Via  De  Amicis,  per  il  traffico  dei  mezzi  di
cantiere in direzione nord in comune di Sona,  utilizzare  una  delle
seguenti alternative di percorso: 
    a. Via De Amicis nella sola  direzione  est  (tratto  attualmente
sterrato), parallelamente alla linea ferroviaria  storica  (a  Nord),
sottopassando l'A22 Autostrada del Brennero, verso la  Via  Cason  in
comune di Verona; 
    b. una nuova pista di cantiere parallela alla linea  storica  che
congiunge la localita' Messedaglia alla Via  Stazione  in  comune  di
Sona. 
    275. Nel comune di Sona: 
    a. Sostituire il cavalcaferrovia di Via Rampa (pk 139+931) con un
sottopasso. 
    b. Realizzare il nuovo sottovia sulla sede di  quello  esistente,
tale da consentire di sottopassare la linea storica, la  nuova  linea
AV ed il canale presente a nord della linea storica. 
    c. Mantenere la rotatoria come prevista in PD  al  termine  della
rampa sud del cavalcavia, ma posizionata all'incrocio tra via Rampa e
via Belvedere. 
    276.  Nel  comune  di  Sona,  presso  Corte  Messedaglia  ed   in
particolare di fronte alla Chiesetta  di  Santa  Maria  del  Carmine,
struttura del Settecento, rimodellare opportunamente  il  terreno  ed
adeguare eventualmente gli interventi a verde al fine di  evitare  la
vista di elementi della galleria artificiale che fuoriescano rispetto
al piano campagna. 
    277. Nel comune di Calcinato, in fase  esecutiva,  verificare  la
possibilita' di  ottimizzare/ridurre  l'area  tecnica  AT.GN01  e  la
connessa area di stoccaggio L.3.ST.52. 
    278. Nel comune di Calcinato,  modificare  le  ultime  4  campate
dell'elettrodotto  Lonato  -  Calcinato  in  modo   da   massimizzare
l'affiancamento  all'elettrodotto  esistente  Terna  ed  in  modo  da
evitare lo scavalco del cavalcavia di Via Moncalvo. 
    279. Nel comune di Lonato assicurare la disponibilita' di aree di
stoccaggio della ditta Wierer i cui piazzali sono  interferiti  dalla
linea ferroviaria. 
    280. Nel  comune  di  Ponti  sul  Mincio,  realizzare  una  nuova
rotatoria  tra  la  SP19  e  le  via  Dolci  e  Valscarpina,  nonche'
riqualificare la SP19, per  il  tratto  interessato  dall'abitato  in
localita' Ferrares-Zecchinetti, con costruzione di marciapiedi. 
    281.  Nel   comune   di   Peschiera   del   Garda,   ripristinare
tempestivamente le aree  limitrofe  alla  Villa  de  Peverelli  Della
Cella, sottoposta a tutela  in  forza  del  decreto  ministeriale  14
febbraio 2013, che risultano interessate  dal  tracciato  ferroviario
totalmente in galleria lungo un'area al confine nord e da un'area  di
cantiere  che  occupa,  nella  temporaneita'  legata  al  periodo  di
realizzazione della tratta, parte  dell'area  a  verde  sottoposta  a
tutela. 
    282. Relativamente  agli  itinerari  di  cantiere  in  comune  di
Desenzano, utilizzare la strada collinare  di  via  Tiracollo  con  i
mezzi di cantiere con  le  limitazioni  dovute  alle  caratteristiche
della  strada,  sia  per  l'acclivita'  del  percorso  sia   per   le
difficolta' con la circolazione veicolare leggera presso lo  svincolo
ed il parcheggio del centro commerciale  Il  Leone  posti  all'inizio
dell'itinerario collinare di via Tiracollo. 
    283. In comune di Mazzano limitare al  minimo  indispensabile  le
aree adibite  a  stoccaggio  materiali  ed  inerti  ed  eventualmente
rilocalizzarle in  aree  limitrofe  alle  opere  in  accordo  con  le
indicazioni degli Enti Locali. 
    284. Prevedere la cessione al Comune di Calcinato della pista  di
cantiere che collega la Via Manzoni (pk 0+700  interconnessione)  con
Via Brescia (altezza Cascina Margherita - pk 1+500 interconnessione);
la pista verra' ceduta nello stato in cui si trovera' a  fine  lavori
con acquisizione delle aree a carico del proponente. 
    285. Nel comune di Castelnuovo del Garda, prevedere,  durante  la
costruzione del sottopasso di Via Mantovana alla  pk  126+852  e  del
cavalcaferrovia SP27 di Mongabia alla pk  128+748,  che  la  chiusura
delle strada attuale di Via Mantovana e di Via Stazione  non  avvenga
contemporaneamente. 
    286. Nel comune di Peschiera del Garda,  stante  l'attuale  stato
della viabilita' che collega il cavalcavia Ghirolda verso Sud,  e  in
particolare,  in  localita'  Pigno,  verificare  la  sussistenza   di
viabilita' alternativa al  transito  dei  mezzi  di  cantiere  o,  in
subordine, la necessita' di adeguamento della suddetta strada. 
    287.  Nel  comune  di  Peschiera   del   Garda,   verificare   la
possibilita'   di   ridurre   l'utilizzo    della    viabilita'    di
attraversamento della frazione Broglie da parte dei mezzi di cantiere
o, in subordine, prevedere  gli  adeguamenti  necessari  in  modo  da
ridurre  l'impatto  con  il  traffico  attuale  e  con  le   funzioni
residenziali esistenti. 
    288. Nel comune di Peschiera del  Garda,  prevedere,  durante  la
fase di costruzione, un percorso alternativo  temporaneo  alla  pista
ciclabile  interregionale  Peschiera-Mantova  in  corrispondenza  del
viadotto Mincio, in modo da non interrompere la  funzionalita'  della
pista stessa. 
    289.   a.   Concordare   con   l'amministrazione   comunale    di
Sommacampagna la cessione a quest'ultima delle piste di  cantiere,  o
parte di esse, ubicate a sud della linea AV nel tratto tra la SP26  e
il confine comunale con Verona; la cessione avverra' nello  stato  in
cui  si  troveranno  dette  piste  al  termine  dei  lavori   e   con
acquisizione delle aree a carico del Comune. 
    b. Trasferire contestualmente a  sud  del  tacciato  della  pista
ceduta al Comune di Sommacampagna le opere di mitigazione a verde ove
queste risultino sulla stessa  sede  della  pista,  con  acquisizione
della aree necessarie a carico del Comune. 
    290. Nel Comune di Sommacampagna, utilizzare le  essenze  arboree
per le mitigazioni a verde in accordo  all'art.  40  del  Regolamento
Edilizio Comunale. 
    291.  Concordare  con  l'amministrazione  comunale  di  Sona   la
cessione a quest'ultima delle piste di cantiere,  o  parte  di  esse,
ubicate a nord della linea AV in corrispondenza di Via de Amicis;  la
cessione avverra' nello stato in cui si  troveranno  dette  piste  al
termine dei lavori e con acquisizione delle aree a carico del Comune. 
    292. Nel Comune di Peschiera del Garda: 
    a. Durante l'esecuzione dei lavori e  in  esercizio  della  nuova
ferrovia AC/AV provvedere al monitoraggio strutturale  del  Santuario
anche per le parti decorative. 
    b. Comunicare tempestivamente alla Soprintendenza  Belle  Arti  e
Paesaggio  per  le  valutazioni  di  competenza,  qualsiasi  anomalia
dovesse risultare dal monitoraggio in fase di cantiere. 
    293. Data la specificita' del sito Laghetto del Frassino  (comune
di Peschiera del Garda), adottare tutte le misure di precauzione atte
a evitare i possibili effetti negativi sulle acque sotterranee presso
le seguenti aree: 
    Cantiere Operativo L.5.0.1 
    Area Tecnica Stoccaggio L.5.A.T.8 
    Area Tecnica Stoccaggio L.5.S.T.18 
    Area Tecnica Stoccaggio L.5.S.T.19 
    294. Nel comune di Sona, in  fase  di  costruzione  del  Viadotto
Tione (pk 130+400), assicurare  la  massima  attenzione  agli  ambiti
naturalistici  presenti  adottando  tutte  le  misure  necessarie   a
preservare la vegetazione. 
    295. Nel comune di Sona, valutare la possibilita' di  localizzare
il cantiere operativo L.7.O.1 nell'area di cava di  Via  Siberie,  la
cui attivita' e' in fase di ultimazione. 
    296.  Come  previsto  dall'art.  5,  comma  4,  del  decreto  del
Presidente  del  Consiglio  dei  ministri  8  luglio  2003,   durante
l'esercizio della linea ferroviaria, fornire ad ARPA,  con  modalita'
concordate con essa e con frequenza trimestrale, almeno 12 valori  di
corrente   circolanti   sugli   elettrodotti   per   ciascun   giorno
corrispondenti ai valori medi delle correnti registrate ogni due  ore
nelle normali condizioni di  esercizio,  in  modo  da  consentire  la
verifica del rispetto dei limiti di esposizione e degli obiettivi  di
qualita'. 
    297. In  relazione  alla  Galleria  Naturale  di  Lonato  (GN02),
durante la fase di cantiere: 
      eseguire  le  attivita'  di  caratterizzazione  dei   materiali
comprendendo oltre agli analiti previsti dal decreto ministeriale  n.
161/2012, anche i seguenti analiti: 
        nel caso si utilizzasse il prodotto BASF - Rheosoil 143: 
    tensioattivi anionici; 
    acido acrilico; 
        nel caso si utilizzasse il prodotto Mapei Polyfoamer FP: 
    tensioattivi anionici; 
    tensioattivi non ionici; 
    acrilamide; 
    acido acrilico. 
    298. In  relazione  alla  Galleria  Naturale  di  Lonato  (GN02),
durante la fase di cantiere, confrontare gli esiti  analitici  per  i
parametri aggiuntivi non presenti nella  Tabella  1  dell'Allegato  5
alla parte quarta del decreto legislativo n.  152/2006  e  ss.mm.ii.,
con i seguenti limiti di riferimento ai fini di riutilizzo: 
    a. tensioattivi anionici = 2,8 mg/Kg 
    b. tensioattivi non ionici = 5,0 mg/Kg 
    c. acrilamide = 0,3 mg/Kg, acido acrilico = 3,0 mg/Kg. 
    299. In  relazione  alla  Galleria  Naturale  di  Lonato  (GN02),
durante  la  fase  di  cantiere,  trasmettere  i  rapporti  di  prova
certificati    da    laboratori    accreditati    derivanti     dalla
caratterizzazione dei  materiali  scavati  in  accordo  con  le  ARPA
competenti. 
    300. In  relazione  alla  Galleria  Naturale  di  Lonato  (GN02),
durante la fase di cantiere, trasmettere uno studio eco-tossicologico
redatto da Ente o Istituto accreditato sull'utilizzo  degli  additivi
previsti nella realizzazione  dell'opera,  condiviso  con  l'Istituto
Superiore della Sanita' relativamente ai rischi sulla salute umana. 
    301. In  relazione  alla  Galleria  Naturale  di  Lonato  (GN02),
durante la fase di cantiere, prevedere  il  trasporto  dei  materiali
provenienti  dagli  scavi  in   apposite   vasche   di   maturazione,
preventivamente progettate nelle loro dimensioni, ubicazione, numero,
layout, ecc., tramite nastro trasportatore a perfetta tenuta stagna. 
    302. In  relazione  alla  Galleria  Naturale  di  Lonato  (GN02),
durante la fase di  cantiere,  prevedere  la  stesura  dei  materiali
scavati all'interno di singole vasche in cumuli di 3.000-4.000 mc per
consentirne l'asciugatura e la maturazione, al fine di conferire agli
stessi migliori caratteristiche di movimentazione, umidita'  ottimale
e di favorire la biodegradazione naturale degli  additivi  utilizzati
nelle operazioni di scavo. 
    303. Con riferimento agli aspetti geotecnici: 
    adeguare la progettazione alle NTC2008, tenendo conto dei recenti
aggiornamenti circa la sismicita' di base del territorio; 
    approfondire le verifiche di sicurezza dei pali di fondazione nei
confronti delle  azioni  orizzontali  e  della  resistenza  laterale,
adottando adeguati valori del coefficiente «beta»; 
    effettuare le verifiche a liquefazione ai sensi  della  normativa
vigente; 
    garantire che l'eventuale presenza di  trovanti  all'interno  dei
depositi  glaciali   attraversati   dalle   gallerie   naturali   non
pregiudichi la realizzazione delle opere; 
    rivalutare il ricorso ai tamponi in jet-grouting per l'esecuzione
delle  fondazioni   dirette   di   numerosi   viadotti,   alla   luce
dell'adeguamento della progettazione alle vigenti norme tecniche; 
    approfondire le verifiche  del  rivestimento  delle  gallerie  in
presenza di copertura estremamente modesta; 
    approfondire per la galleria artificiale Frassino la verifica dei
livelli di deformabilita' della struttura di sostegno provvisoria,  i
potenziali risentimenti sulle opere adiacenti  nonche'  i  potenziali
effetti degli aggottamenti in termini di stabilita' del fondo scavo. 
    304.  Con  riferimento  alle  opere   idrauliche,   adeguare   la
progettazione alle NTC2008,  rispettando  per  i  ponti  la  distanza
minima tra le pile e tra pila e spalla. 
    305. Verificare gli  impatti  sul  reticolo  idrico  superficiale
tenendo conto dei «Piani di gestione delle alluvioni»  redatti  dalle
competenti Autorita' di Bacino. 
    306.  Verificare   eventuali   ricadute   sugli   interventi   di
smaltimento delle acque di piattaforma  alla  luce  di  analisi  piu'
aggiornate sulle precipitazioni atmosferiche. 
    307. Per quanto riguarda i tombini: 
    verificare la possibilita' di sostituire, laddove il rilevato  lo
consente, le sezioni circolari dei tombini con  sezioni  rettangolari
al fine di garantire la praticabilita'; 
    verificare la necessita' di inserire un'opera di dissipazione; 
    utilizzare adeguate protezioni contro l'usura; 
    garantire adeguata protezione contro l'ingresso di materiali  che
possano bloccarsi all'interno del tombino stesso; 
    considerare con particolare  attenzione  l'attraversamento  a  pk
131+9 dove il canale, essendo il tracciato in galleria,  passa  sopra
questa ultima. 
    308. Assicurare  la  piena  rispondenza  del  progetto  alle  STI
(Specifiche Tecniche di Interoperabilita'). 
    In particolare per la sicurezza in galleria bisognera': 
    prevedere l'istituzione di una sala operativa per il monitoraggio
della sicurezza e la gestione delle emergenze; 
    dotare  gli  impianti  di  protezione  attiva  e  passiva  -   in
particolare i filtri lungo le vie di fuga - di appositi strumenti  di
rilevazione e segnalazione di situazioni  di  criticita',  asservendo
gli  impianti   automatici   e/o   fissi   di   sicurezza;   analoghe
caratteristiche dovranno essere assicurate  in  caso  di  avaria  dei
gruppi elettrogeni; 
    assicurare che l'impianto di protezione  della  rete  antincendio
sia conforme alle norme UNI; 
    prevedere specifici  programmi  di  manutenzione  per  tutti  gli
impianti di sicurezza, con indicazione dei soggetti responsabili; 
    riportare nel progetto il quadro normativo di riferimento per gli
impianti di sicurezza; 
    assicurare che gli impianti di diffusione allarme siano  conformi
alle   norme   UNI   9795-2013,   EN-UNI54-1-2011,   EN-UNI54-3-2014,
EN-UNI54-23-2010; 
    redigere un piano di emergenza con le procedure da seguire; 
    installare la segnaletica di sicurezza secondo le norme vigenti; 
    assicurare  la  rispondenza  alle  norme  di   cui   al   decreto
ministeriale del 28 ottobre 2005, per quanto applicabili, le STI-STR,
al decreto del Presidente della Repubblica n. 151/2011 e  al  decreto
ministeriale del 7 agosto 2012. 
    309. Approfondire tutti gli aspetti riguardanti  le  interferenze
con le viabilita' minori, anche in rapporto alla priorita' di  queste
ultime, con riferimento alle norme tecniche di progettazione  di  cui
al decreto ministeriale del 5 novembre 2001 e al decreto ministeriale
del 19 aprile 2006. 
Raccomandazioni - Parte seconda 
    Si  raccomanda  al  soggetto  aggiudicatore  ovvero  il  soggetto
realizzatore dell'opera di: 
    1. Tenere conto nella progettazione esecutiva, per le  opere  non
di  pertinenza  ferroviaria,  degli  effettivi  e  vigenti   vincoli,
desumibili  dagli  elaborati  dei  piani   urbanistici   dei   Comuni
interessati dall'opera infrastrutturale e dalla sua cantierizzazione. 
    2 a. Verificare la possibilita' di ottenere in locazione aree e/o
edifici  industriali  dismessi  e/o   temporaneamente   inutilizzati,
presenti   nell'intorno   dell'opera,    che    possano    costituire
un'alternativa,  anche  solo  parziale,  ai  cantieri  logistici,  di
stoccaggio, tecnici, ecc., riducendo  cosi'  l'occupazione  di  suolo
agricolo. 
    b. Accertare altresi' la  possibilita'  di  utilizzare  strutture
ricettive esistenti per le maestranze. 
    Laddove   praticabili,   queste   soluzioni,   dovranno    essere
disciplinate da apposite convenzioni. 
    3 a. Concordare con le Amministrazioni comunali l'utilizzo  della
viabilita' pubblica esistente per il transito dei mezzi di  cantiere,
evitando, laddove possibile, il transito di mezzi pesanti nei  centri
abitati. 
    b. Comunicare altresi' alle amministrazioni comunali la tipologia
dei  mezzi  di  cantiere  che  saranno  impiegati  e  dare   adeguata
informativa sulle attivita' di cantiere. 
    4. Adeguare nella prima fase dei lavori, ove necessario, le  sedi
viarie utilizzate per il  traffico  dei  mezzi  pesanti  per  evitare
l'utilizzo di tracciati alternativi, anche temporaneamente. 
    5. Predisporre,  durante  tutto  il  periodo  di  esecuzione  dei
lavori, le necessarie precauzioni per  garantire  il  deflusso  delle
acque anche in caso di eventi meteorologici importanti. Nei tratti in
cui le lavorazioni andranno ad  intercettare  la  falda  si  dovranno
attuare tutti gli accorgimenti progettuali necessari per garantire il
naturale deflusso sotterraneo  di  falda.  Nei  canali  che  verranno
deviati  ed  unificati  nei  punti  di  sottopasso  delle   strutture
ferroviarie si dovra' porre attenzione alle  pendenze,  che  dovranno
essere idonee al deflusso e a garantire  il  naturale  rimpinguamento
delle zone a valle, evitando punti di stagnazione. 
    6. Porre la massima  attenzione  nello  smaltimento  delle  acque
provenienti da lavorazioni, lavaggio  di  materiali  inerti  prodotti
negli impianti di frantumazione e selezione, lavaggio di automezzi; 
    7 a. Utilizzare mezzi di trasporto con  capacita'  differenziata,
in  modo  da  ottimizzare  i  carichi  sfruttandone  al  massimo   la
capacita'. 
    b. Privilegiare, per il materiale sfuso, l'impiego  di  mezzi  di
grande capacita',  al  fine  di  ridurre  il  numero  di  veicoli  in
circolazione nelle zone limitrofe a ciascun cantiere. 
    c. Prevedere, in uscita dal singolo cantiere, una  postazione  di
lavaggio  delle  ruote  e  dell'esterno  dei   mezzi,   per   evitare
dispersioni di materiale polveroso lungo i percorsi stradali. 
    8. Utilizzare gruppi elettrogeni e gruppi di produzione di calore
in grado di assicurare le massime prestazioni energetiche, al fine di
minimizzare le emissioni in atmosfera. 
    9. Utilizzare tutti gli accorgimenti tecnici e gestionali al fine
di minimizzare l'impatto sulla qualita' dell'aria e sul rumore, fra i
quali: 
    a. utilizzare, ove possibile, mezzi d'opera omologati rispetto ai
limiti di emissione in atmosfera stabiliti dalle piu'  recenti  norme
nazionali e comunitarie alla data di inizio  lavori  del  cantiere  e
macchine operatrici (off road,  gruppi  elettrogeni),  con  motori  a
ciclo diesel, dotate, ove  possibile,  di  specifici  dispositivi  di
contenimento del particolato ad alta efficienza; 
    b. effettuare periodici controlli  degli  scarichi  di  mezzi  ed
apparecchiature, assicurandosi che siano  conformi  alle  indicazioni
normative vigenti; 
    c. adottare macchine conformi alle direttive  CE  in  materia  di
emissione acustica; 
    d. impiegare avvisatori acustici solo  qualora  non  sostituibili
con altri di  tipo  luminoso,  nel  rispetto  della  normativa  sulla
sicurezza dei lavoratori; 
    e. promuovere una preventiva informazione, in caso di lavorazioni
particolarmente rumorose od impattanti, alle  persone  potenzialmente
disturbate dalla rumorosita'  del  cantiere,  sui  tempi  e  modi  di
esercizio, nonche' sulla data di inizio e fine lavori. 
    10. Evitare, per quanto possibile, lavorazioni nelle ore notturne
in prossimita' di edifici abitati e zone residenziali. 
    11. Garantire l'irrigazione  costante  e  la  manutenzione  delle
«fasce  tampone»,  soprattutto  nelle  fasi  di  attecchimento  della
vegetazione. 
    12. Verificare l'elenco aggiornato  dei  siti  contaminati  prima
dell'installazione  dei  cantieri.  Al  fine  di  evitare   possibili
dispersioni conseguenti  ad  eventi  incidentali,  si  suggerisce  di
dotare  i  cantieri  di  presidi  per  il   contenimento   (materiale
assorbente, panne ecc). 
    13. Al  fine  di  evitare  che  sul  territorio  si  creino  aree
abbandonate / degradate, valutare  con  le  Amministrazioni  comunali
l'eventuale  cessione,  agli  Enti,  delle  aree  acquisite  per   la
realizzazione  dell'infrastruttura   ed   esterne   alla   recinzione
ferroviaria. 
    14. Informare, relativamente ai siti di interesse comunitario  di
cui alla Direttiva 92/43, le Autorita' regionali per  la  Valutazione
di Incidenza in merito alla fase attuativa dell'opera e in merito  al
monitoraggio ambientale 
    15. Verificare, in fase esecutiva, la possibilita' di localizzare
le piste di cantiere il piu' possibile lungo i confini di proprieta'. 
    16.   Posizionare,    ove    possibile,    i    nuovi    tralicci
dell'elettrodotto che ricadono in territorio agricolo produttivo  sui
confini dei vari appezzamenti o sui confini di proprieta',  limitando
cosi'  i  disagi  dovuti  alle  loro  interferenza  con  le  macchine
agricole. 
    17. Rispettare le norme vigenti in particolare con riferimento a: 
    mantenere un sistema di tracciabilita'  delle  terre  all'interno
dei  cantieri  che  consenta  di  seguire  i  percorsi  delle   terre
collegando  origine-destinazione,  che  possa  essere  consultato  in
qualsiasi momento dall'Autorita' di controllo; 
    concordare con ARPAV le modalita' per la stabilizzazione a  calce
delle terre cosi' come previsto dall'all. 3 del decreto  ministeriale
n. 161; 
    gestire correttamente i risultati delle indagini  sulle  terre  e
rocce da scavo. 
    18.  Durante  le  attivita'  di  realizzazione  dell'elettrodotto
Calcinato-Lonato, adottare,  ove  applicabili,  alcune  delle  misure
mitigative previste per le altre opere correlate, in  particolare  di
effettuare una regolare manutenzione dei  mezzi  e,  specialmente  in
periodo estivo o siccitoso, di mantenere un'adeguata  umidita'  delle
aree di transito ed eventualmente di scavo. 
    19.  Porre  particolare  attenzione  in  merito  alle   possibili
interferenze  della  costruzione   con   le   aree   di   particolare
sensibilita' ambientale ed eco-sistemica; in particolare si  segnala:
la fascia boscata alla progr. Km 110+750 (vincolo paesaggistico  art.
142  comma  g  del  decreto  legislativo  n.  42/2004  e  s.m.i.)   e
l'istituendo Parco Locale di Interesse Sovracomunale  (PLIS)  di  San
Martino, progr, Km 115+450. 
    20. Porre attenzione, in fase di costruzione del viadotto Mincio,
alla presenza del collettore fognario che raccoglie  i  reflui  sulla
sponda bresciana e su quella veronese. 
    21. Verificare la possibilita' di utilizzare  una  viabilita'  di
cantiere alternativa a Via Ceolara. 
    22.  Verificare,  in  sede  esecutiva,  la  possibilita'  di  non
utilizzare per il transito dei mezzi di cantiere  la  viabilita'  che
interessa l'abitato di San Giorgio in Salici,  prevedendo  una  pista
sul lato  nord  dell'autostrada  da  Via  Segradi  a  Via  Calvisana,
nonche', in luogo di Via Grola, una pista a  sud  lungo  l'autostrada
per poi proseguire sull'esistente Via Calvisana. 
    23  a.  Verificare,  in  sede  esecutiva,  la   possibilita'   di
utilizzare per il transito dei mezzi di cantiere  la  Via  De  Amicis
evitando l'attraversamento dell'abitato di Lugagnano. 
    b. Verificare inoltre la possibilita' di utilizzare come pista di
cantiere l'esistente strada vicinale che corre parallela  alla  linea
storica immediatamente a nord di  questa,  da  Via  De  Amicis  verso
Verona.