Allegato 1 Prescrizioni - Parte prima Il soggetto aggiudicatore ovvero il soggetto realizzatore dell'opera dovra': 1. Realizzare tutti gli interventi, mitigativi e/o compensativi, di carattere generale e locale indicati dal Proponente nello Studio di Impatto Ambientale e nelle risposte alle richieste di integrazione formulate dalla commissione VIAS del MATTM, qualora non superate o modificate dalle presenti prescrizioni. 2. Sviluppare tutti gli interventi di carattere generale e locale indicati dal Proponente nei documenti di controdeduzione alle Osservazioni del Pubblico. In particolare introdurre nel progetto elementi di mitigazione e di compensazione (viabilita' complementari, percorsi ciclo-pedonali, ecc.) in accordo con gli Enti territoriali ed i Consorzi di Bonifica, qualora non superati o modificati dalle presenti prescrizioni. 3. Adottare un Sistema di Gestione Ambientale conforme alla norma ISO 14001 o al Sistema EMAS (regolamento CE 761/2001). 4. Sostenere, a valere sul costo a vita intera dell'opera, gli oneri di funzionamento dell'Osservatorio Ambientale (e del relativo supporto tecnico) che sara' istituito dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e dallo stesso presieduto, con la partecipazione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, della Regione Lombardia, della Regione Veneto e di un organismo di supporto tecnico costituito da Arpa Lombardia e Arpa Veneto. L'Osservatorio avra' anche sede operativa presso il territorio ed operera' ai fini della condivisione dei contenuti del Piano di Monitoraggio Ambienta e della verifica dei risultati. Nell'ambito del monitoraggio ambientale l'Osservatorio dovra', in coerenza con quanto previsto dai Piani di Azione a breve termine previsti dall'art. 24 della Direttiva 2008/50/CE, intervenire efficacemente per limitare le attivita' che contribuiscono al rischio che i rispettivi valori limite e soglie d'allarme di cui agli allegati VII XI e XIV della Direttiva 2008/50/CE, siano superati. Dovra' altresi' stabilire gli interventi e le azioni da attuare per ridurre le emissioni inquinanti qualora il sistema di monitoraggio rilevi il superamento dei valori limite di cui all'allegato XI della Direttiva 2008/50/CE o la soglia di allarme per l'ozono di cui all'allegato XII. Le attivita' di controllo e verifica dei dati provenienti dal sistema di rilevamento saranno gestite da ARPAL e ARPAV, che informera' dei superamenti e avviera' le procedure, sulla base di quanto stabilito dall'Osservatorio, per l'attivazione degli interventi di riduzione delle emissioni. Le attivita' di verifica e controllo delle ARPA competenti dovranno comprendere quelle previste dall'art. 8 parte B del decreto ministeriale n. 161/2012 nell'ambito del Piano di Utilizzo e dei risultati delle caratterizzazioni in corso d'opera. 5. a. Adottare, vista la mutata situazione estrattiva nelle Province di Brescia e Verona rispetto alla data delle prescrizioni CIPE (2003) e in attuazione alle istanze del territorio nonche' a quanto prescritto dal MATTM e dalle Regioni, una nuova configurazione per l'approvvigionamento degli inerti sulla base di quanto comunicato dal Proponente nel corso della fase istruttoria. In caso di modifica sostanziale della suddetta configurazione, la nuova proposta, se prevedra' l'apertura di nuovi siti di approvvigionamento, dovra' essere risottomessa a procedura VIA. b. Per quanto riguarda lo scavo in area posta in prossimita' all'imbocco Ovest della galleria di Lonato, nel comune di Lonato, per una superficie di circa 328.000 mq destinata a futuro comparto logistico-industriale con abbassamento della quota di imposta definitiva dei lotti, procedere al ripristino del terreno, mediante reinterro di 1,50 mt, a quota stabilita dal progetto di piano attuativo previsto pari a -2,50 mt, con caratteristiche idonee all'insediamento previsto. 6. a. Approfondire in fase di progettazione esecutiva il piano di approvvigionamento degli inerti, predisponendo inoltre una specifica analisi ambientale riferita alla configurazione definitiva. b. Valutare in particolare per i siti che si trovano all'esterno del Piano Cave il traffico indotto e relativi impatti generati su qualita' dell'aria, traffico, rumore, acque superficiali, acque sotterranee e consumo di suolo, ivi inclusi gli impatti cumulativi. c. Descrivere compiutamente la movimentazione degli inerti afferenti ad ogni cantiere, ivi inclusa la provenienza del materiale, i quantitativi e le caratteristiche dei materiali di scavo, le modalita' di realizzazione dei rilevati, trincee, gallerie, l'invio a discarica. d. Definire altresi' le modalita' e procedure di demolizione di opere esistenti, con relativa valutazione degli impatti e siti di discarica. e. Sottoporre a verifica presso il Ministero dell'Ambiente ed eventualmente a ripubblicazione, eventuali scostamenti dalle previsioni comunicate al MATTM, nell'ambito delle procedure VIA e di Verifica di Ottemperanza. 7. Predisporre un dossier per ciascuna area di cantiere e connesse aree tecniche e di deposito, aggiornato anche alla luce del parere di compatibilita' ambientale del MATTM, approfondendo nel dettaglio la dislocazione delle aree e relativa logistica. Il documento con i relativi allegati dovra' caratterizzare il territorio interessato, definire le opere e gli impianti che saranno realizzati (progetto quotato), identificare le interferenze ambientali previste mediante opportune matrici che permettano la loro quantificazione (a carico di tutte le componenti ambientali) e le relative misure di prevenzione e mitigazione da porre in atto, ivi incluse eventuali modifiche al Piano di Monitoraggio. In particolare: in merito alle possibili interferenze tra cantieri e corsi d'acqua appartenenti al reticolo idrico dovranno essere specificati i punti di scarico nella rete superficiale ed approfondite le verifiche idrauliche (anche tramite un monitoraggio quali/quantitativo), sia in termini di rischio idraulico che di possibile interferenza con i corsi d'acqua, valutate anche sulla base dei consumi idrici dei cantieri; per quanto attiene alla necessita' di attingere ai corsi d'acqua superficiali per i lavori di cantiere, dovra' essere valutata la qualita' dei corsi d'acqua limitrofi alle aree di cantiere, le disponibilita' idriche prelevabili nei diversi mesi dell'anno in funzione del mantenimento della vita acquatica e delle altre esigenze di prelievo, con particolare riferimento sia a periodi di magra che all'uso consistente per fini irrigui in agricoltura, specie nel semestre estivo. I prelievi dovranno comunque essere concordati con i relativi Enti competenti; dovra' essere aggiornato l'elenco dei pozzi di captazione idropotabile interferiti dalle aree di cantiere e dalla relativa viabilita' di servizio al cantiere. A valle dell'aggiornamento dell'elenco dei pozzi interessati; effettuare presso gli Enti competenti la verifica dell'eventuale interferenza anche con la Zona di rispetto (cfr. decreto legislativo n. 152/06 art. 94); approfondire le verifiche idrauliche di interferenza tra pozzi di cantiere e preesistenti pozzi, fontanili e /o canali irrigui; valutare soluzioni progettuali alternative alla dispersione nel suolo o nei primi strati del sottosuolo delle acque meteoriche di scolo dei cantieri, progettando un sistema di collettamento finalizzato ad allontanare e trattare le acque inquinate da oli, carburanti e altri inquinanti; prevedere per ogni cantiere operativo e logistico lo scarico delle acque nere mediante allacciamento alla fognatura pubblica, ove possibile, o, in subordine, la realizzazione di idoneo impianto di depurazione; prevedere gli eventuali impatti prodotti, definendo nel PMA tutti i punti di monitoraggio previsti; aggiornare la stima dei rifiuti prodotti dai cantieri indicando: tipologia e quantitativi o luoghi, modalita' e tempi del loro stoccaggio; individuazione dei soggetti responsabili della gestione e avvio a smaltimento o recupero dei rifiuti; la destinazione finale di tutti i tipi di materiali rimossi. Preliminarmente all'inizio delle lavorazioni dovranno essere precisate le eventuali modalita' di riutilizzo dei terreni scavati, secondo quanto definito dalla normativa vigente. Individuare le aree destinate allo stoccaggio temporaneo del terreno vegetale e le procedure atte a mantenere nel tempo la vegetabilita'. Predisporre, inoltre, uno studio inerente il traffico di cantiere, mediante un aggiornamento delle indagini di traffico e delle caratteristiche delle infrastrutture esistenti e mediante l'applicazione di un modello di simulazione del traffico, al fine di minimizzare l'aggravio indotto dalla cantierizzazione sulle strade in esercizio e garantire il piu' possibile l'efficienza della viabilita' locale, anche in accordo con le Amministrazioni locali. Il modello dovra' tenere conto dei percorsi, del tipo di mezzi, del volume di traffico, velocita', calendario e orari di transito; dovranno altresi' essere considerati i percorsi alternativi in caso di inagibilita' dei percorsi programmati e i percorsi di attraversamento delle aree urbanizzate con eventuali misure di salvaguardia, cercando comunque di limitare il traffico dei mezzi pesanti nei centri abitati. 8. Aggiornare le cartografie di base e il conseguente progetto, in particolare per quanto riguarda la ricucitura della rete viaria e la scelta degli itinerari di cantiere che dovranno tenere conto degli ambiti recentemente urbanizzati e dell'attuale calibro delle viabilita' interessate. 9. Verificare i manufatti di risoluzione delle interferenze e delle opere di ricucitura con l'esistente viabilita', in relazione al corretto dimensionamento della viabilita' anche per il regolare transito dei mezzi impiegati per il trasporto collettivo. Il transito dei mezzi dovra' essere salvaguardato anche nel corso delle attivita' di cantiere e sull'eventuale viabilita' provvisoria. 10. Garantire l'accessibilita' a tutti i fondi agricoli ed a tutti gli edifici contigui alla linea AV, anche mediante la predisposizione di adeguati passaggi integrati nella stessa infrastruttura per favorire la continuita' dell'attivita' agricola e del sistema idraulico (irriguo e di colo). 11. Recepire, nel progetto esecutivo, le prescrizioni tecniche impartite dagli enti gestori (Consorzi di Bonifica, Comuni, ecc.) e stipulare con gli stessi una convenzione che regoli gli aspetti non esauriti in sede di approvazione del progetto definitivo, ivi inclusa la disciplina della manutenzione, per raggiungere le successive intese necessarie per il rilascio delle concessioni relative alle interferenze di ordine idraulico, irriguo ed ambientale. In particolare si dovra': Compatibilizzare le opere della nuova linea ferroviaria con gli interventi programmati dagli enti gestori in modo da armonizzarsi con le future opere di difesa idraulica. Valutare, in coordinamento con gli enti gestori, l'impatto dell'infrastruttura sulla rete di distribuzione idrica, e che siano effettuati gli interventi necessari ad annullare tale impatto, inclusi lo spostamento o la sostituzione di condutture esistenti, la realizzazione di nuovi attraversamenti, l'infissione di pozzi irrigui per l'alimentazione della rete. Concordare le modifiche al reticolo idrico minore con i relativi gestori, al fine di garantire la continuita' del servizio irriguo. Tenere conto della problematica della raccolta delle acque come scolo di fine campo durante la pratica irrigua e l'adeguato smaltimento delle stesse senza danno alle colture. Garantire l'impermeabilita' del sistema arginale dei corpi idrici dopo l'intervento anche per la tenuta strutturale dell'opera in progetto, che dovra' in ogni caso essere assicurata. Preservare l'attuale reticolo idrografico minore limitando, per quanto possibile, la tombinatura. Limitare al minimo la costruzione di attraversamenti idraulici ferroviari sifonati o parzialmente sifonati. I pozzetti di raccordo tra attraversamenti idraulici esistenti e nuove opere (in particolare nella fascia tra due viabilita') non dovranno presentare dislivelli di quota tali da pregiudicare il regime idraulico del sistema. Si dovra' prevedere che i pozzetti di raccordo a monte e valle dei nuovi attraversamenti idraulici, ora in terra, in calcestruzzo. 12. Uniformare le nuove opere irrigue - idrauliche alle norme e direttive in materia di polizia idraulica di cui al regio decreto n. 368 dell'8 maggio 1904, Decreto giunta regionale n. 10/883 del 31/10/2013 della Regione Lombardia, volte a tutelare e conservare l'efficienza e la funzionalita' di impianti ad elevato interesse pubblico, quali quelli idrovori, irrigui, di scolo e di allontanamento delle acque. 13. Assoggettare a provvedimento Concessorio regionale, come disposto della decreto giunta regionale Lombardia del 25/01/2002 n. 7/7868 punto 13 e s.m.i., le opere inerenti il reticolo idraulico. 14. Valutare, per tutti gli attraversamenti idraulici, la tipologia dei corpi idrici interessati, le quote di piena, i franchi idraulici, il comportamento del corso d'acqua in assenza e in presenza dell'opera, nonche' durante la fase costruttiva, le tendenze evolutive dell'alveo, la funzionalita' delle opere di protezione e di difesa idraulica. 15. Effettuare gli sviluppi progettuali dei previsti interventi di mitigazione ambientale e ripristino attraverso un costante confronto con le Istituzioni locali e la cittadinanza interessata, attraverso l'Osservatorio Ambientale, al fine di conseguire la massima condivisione sulle scelte da attuare in ordine a: fruibilita' visiva dei beni storico/architettonici; realizzazione di opere a verde volte alla valorizzazione paesaggistica del tracciato, e dei manufatti accessori, al consolidamento dei pendii e al contenimento dell'inquinamento acustico; studi sulle possibili interferenze sulle falde e interventi per il contenimento degli impatti; opere per garantire la continuita' dei percorsi ciclopedonali e per incrementarne l'estensione; studi specifici su ambiti particolari. 16. In riferimento alla componente paesaggio, completare la presentazione di tutti gli interventi di mitigazione paesaggistica previsti in un unico documento organico di dettaglio, con particolare attenzione agli interventi previsti per la salvaguardia della centuriazione romana e per i corridoi ecologici. 17. a. Aggiornare la verifica sulla presenza di fontanili, punti di captazione e zone di vulnerabilita'. In particolare si dovra' porre attenzione a tutte quelle situazioni in cui la fascia di rispetto dei 200 metri interessa intrinsecamente il tracciato ferroviario. A valle di tale verifica ed aggiornamento, si reputa necessario adottare sistemi di convogliamento e smaltimento delle acque meteoriche che minimizzino gli impatti sia sui punti di captazione che sul contesto idrografico esistente; b. Valutare l'opportunita' di effettuare uno studio modellistico in relazione ad eventuali modifiche della circolazione idrica sotterranea che potrebbero incidere sulle acque superficiali in connessione con la falda (con particolare riguardo ai fontanili). 18. a. Prima dell'inizio dei lavori, aggiornare e integrare le valutazioni idrogeologiche (anche per quanto attiene ai livelli di falda oggi presenti nelle aree di interesse), con dettaglio commisurato alla complessita' stratigrafica e tettonica, ricostruendo le curve isopiezometriche ed estendendo l'area di studio ad un intorno significativo lungo il tracciato, per descrivere adeguatamente la situazione esistente e definire le soluzioni progettuali delle opere e, con particolare riferimento alle trincee e gallerie, verificare che le stesse non possano ostacolare i deflussi delle falde o favorire fenomeni di depauperamento della risorsa, approfondendo il tema del bilanciamento degli impatti. La valutazione dovra' tenere conto delle interferenze locali, anche e soprattutto recenti, dovute all'emungimento degli acquiferi in misura superiore alla capacita' di ricarica spontanea delle falde e al conseguente abbassamento o innalzamento dei livelli piezometrici, comprensivi di eventuali fenomeni di subsidenza artificiale locale, dei carichi legati al peso dei terrapieni e della compattazione dei sedimenti. Particolare approfondimento sul bilancio idrogeologico e' richiesto per la zona del laghetto del Frassino. b. Adottare opportuni accorgimenti atti ad evitare l'interruzione del flusso di falda e la contaminazione della medesima. c. Valutare anche l'eventuale effetto indotto dalla realizzazione della galleria di Lonato in termini di abbassamento della falda, con ripercussione sui fontanili, laghetti e stagni presenti in zona (Stagno Lavagnone - sito patrimonio UNESCO). d. Adottare le necessarie misure atte ad assicurare che le attivita' di perforazione e di esecuzione delle fondazioni di pile e spalle non determinino l'insorgere del rischio di diffusione di sostanze inquinanti (fluidi di perforazione), nelle falde superficiali. e. Adottare le misure che assicurino che l'eventuale utilizzazione dei fanghi di perforazione non riduca la permeabilita' nelle formazioni litologiche interessate. 19. a. Approfondire, in fase di progettazione esecutiva, l'analisi di ulteriori elementi di qualita' ecologica e chimica, qualora disponibili, per la classificazione secondo i criteri di cui al Decreto ministeriale n. 260/2010 utili ad integrare il quadro conoscitivo dell'ambiente idrico interferito. b. Aggiornare inoltre il «quadro di riferimento ambientale» sulle acque superficiali con particolare attenzione a: andamento del bilancio idrogeologico del laghetto del Frassino ante operam; bilanciamento degli «impatti» a seguito della realizzazione delle gallerie artificiali in progetto. 20. Salvaguardare, nelle interferenze con i corsi d'acqua, la morfologia naturale, la qualita' ambientale e le biodiversita', prevedendo altresi' interventi di rinaturalizzazione e riqualificazione ambientale nel caso in cui si creassero in fase realizzativa situazioni di scarsa naturalita', operando con tecniche di ingegneria naturalistica. 21. Dettagliare in fase di progettazione esecutiva i fossi drenanti previsti, la loro gestione in fase di esercizio, le caratteristiche idrologiche/idrauliche dell'area in cui si inseriscono. 22. In corrispondenza delle teste dei fontanili intercettate dal sedime ferroviario, una volta realizzato il necessario bypass, ricostituire esattamente le condizioni di flora caratteristici di tali sistemi antropici, ricomponendo il microsistema ambientale e paesaggistico preesistente. Per il ripristino del letto del corso d'acqua utilizzare prevalentemente materiali naturali. 23. a. Effettuare un'analisi sugli impatti in atmosfera che tenga conto dei valori di fondo di qualita' dell'aria e degli effetti cumulativi dovuti ad eventuali contemporaneita' con le varie attivita' di fronte avanzamento lavori, cantiere o cava legate alla realizzazione della linea ferroviaria, previste nelle vicinanze. b. Effettuare anche una valutazione delle emissioni dei principali altri inquinanti derivanti dai motori dei mezzi di trasporto o d'opera (PM10, NOx, COV, CO), almeno, in via cautelativa, nelle situazioni ipotizzate come piu' critiche per questo fattore (ad es. principali cantieri operativi o cave), e verificarne gli impatti sui recettori, ivi incluse le colture di pregio. Per le suddette valutazioni utilizzare il modello AERMOD, modello gaussiano di riferimento dell'EPA per gli inquinanti primari, tenendo conto del cronoprogramma dettagliato dei lavori tale da permettere una quantificazione degli impatti sia per tratte omogenee che complessiva. 24. Posizionare le dune fonoassorbenti previste in maniera tale da salvaguardare le abitazioni presenti nelle vicinanze e da minimizzare l'impatto legato alle polveri ed al rumore in fase di cantierizzazione. 25. In considerazione dell'elevato numero di ricettori per i quali le simulazioni modellistiche evidenziano possibili esuberi in facciata anche nello scenario mitigato, prevedere sopralluoghi a campione finalizzati alla verifica dell'effettivo stato dei serramenti e all'individuazione delle possibili situazioni di non rispetto dei limiti interni. 26. Approfondire e verificare ulteriormente gli ambiti assoggettati a specifica tutela paesaggistica. In generale prestare la massima attenzione alla conservazione e al mantenimento delle peculiarita' paesaggistiche del territorio e dei centri abitati interessati direttamente e indirettamente dalla realizzazione del manufatto principale, dall'organizzazione dei cantieri, dalla realizzazione delle opere accessorie e per il reperimento degli inerti. In particolare collocare, per quanto possibile, fuori dalle aree piu' sensibili dal punto di vista paesaggistico e agricolo, gli impianti e servizi complementari e, quando possibile, i cantieri, in particolare quelli in cui sono previste le strutture amministrative, di alloggio del personale, ecc. 27. Verificare il rispetto del decreto legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004 «Codice dei beni culturali e del paesaggio» con riferimento ai beni culturali di peculiare interesse militare. 28. Sviluppare le opere di sistemazione a verde, di ripristino ambientale e di rinaturazione previste in progetto applicando le tecniche dell'ingegneria naturalistica, assumendo come riferimento, ad esempio: «Linee guida per capitolati speciali per interventi di ingegneria naturalistica e lavori di opere a verde» Ministero dell'ambiente, Servizio VIA, Edizione 2006; «Quaderno delle opere tipo di ingegneria naturalistica», Reg. Lombardia, 2000; «Manuale di ingegneria naturalistica», Reg. Lazio, 2001; «Atlante delle opere di sistemazione dei versanti», APAT, 2002. 29. Per gli interventi di ripristino vegetazionale utilizzare specie arboree e arbustive autoctone, prevedendo eventualmente la raccolta in loco di materiale per la propagazione (sementi, talee,...) al fine di rispettare la diversita' biologica e prevedendo la produzione di materiale vivaistico presso vivai specializzati che ne assicurino l'idoneita' all'uso anche in condizioni ambientali difficili. I progetti di recupero andranno concordati con le Amministrazioni competenti. 30. Con riguardo ai fontanili interessati dalle opere ferroviarie, rispettare quanto stabilito per la Rete Ecologica Regionale, garantendo che sia mantenuta e migliorata la vegetazione forestale circostante e siano mantenute le siepi arbustive e quelle lianose di rovo, che venga effettuata una gestione naturalistica della rete idrica minore. 31. Indicare le mitigazioni specifiche per gli ambiti ripariali e le indicazioni progettuali per i ripristini vegetazionali in fase post operam nelle aree ripariali interferite dalla viabilita' di cantiere. 32. Indicare con precisione il numero e l'ubicazione dei passaggi faunistici, il numero e l'ubicazione di quelli che saranno oggetto di monitoraggio nonche' il coordinamento di tali passaggi con quelli presenti in eventuali infrastrutture in affiancamento, al fine di garantire la biopermeabilita' dell'area. 33. Assicurare, per l'intero sviluppo dell'opera, corridoi protetti di attraversamento (sottopassi faunistici e ponti ecologici) della fauna, in numero, forma e dimensioni adeguati per mitigare la discontinuita' arrecata agli ecosistemi, posti a circa 0,8 km l'uno dall'altro, con tolleranza di 0,2 km per i casi di interferenza con opere o edifici esistenti. 34. Porre attenzione ai siti potenzialmente inquinati nell'ambito del monitoraggio ante operam e di realizzazione dell'opera stessa. 35. Predisporre uno studio sulla salute pubblica rimodulando la caratterizzazione dello stato attuale della popolazione interessata dal progetto utilizzando dati disponibili almeno a livello provinciale per profilo demografico, cause di malattia, cause di morte; lo studio dovra' essere pienamente rispondente alle Linee Guida per la VIA sulla componente salute pubblica, approvate dalla Regione Lombardia il 24 gennaio 2014, con decreto giunta n. X/1266. In particolare nel documento sopracitato si richiede l'identificazione della popolazione potenzialmente interessata dall'opera e dalle sue ricadute, dei segmenti della popolazione cui dedicare particolare attenzione, stimando sia gli effetti positivi sul benessere e la qualita' della vita che il progetto puo' comportare sia quelli negativi con sviluppo di patologie e fattori di rischio, affrontando le situazioni di incertezza conoscitiva, con il principio di precauzione, favorendo la adozione di decisioni fondate su evidenze scientificamente valide e condivise. Oltre alla valutazione di impatto dell'opera per la fase di esercizio - in particolare per le componenti rumore e vibrazioni - anche la fase di cantiere di lunga durata rappresenta di per se' uno scenario da studiare, sotto il profilo dell'impatto ambientale e sanitario, in particolare per la componente atmosfera. Inoltre quando trattasi di un'opera che comporti la contemporaneita' di piu' cantiere, come in questo caso, e' necessaria una valutazione di impatto cumulativo, sia per quanto di pertinenza del progetto in senso stretto, sia per l'aggiungersi di questo agli elementi di pressione ambientale e sanitaria gia' presenti nell'area. 36. a. Procedere con la Valutazione di Incidenza di cui all'art. 5 del decreto Presidente Repubblica n. 357/1997, in caso di variazioni progettuali, tecniche/realizzative e/o operative rispetto al progetto come approvato dal CIPE, in sede di progettazione esecutiva, limitatamente alle aree interessate dai siti di tutela, rispettando inoltre le disposizioni regionali in materia. b. Informare altresi' l'Autorita' per la Valutazione di Incidenza in relazione al Laghetto del Frassino, sugli esiti del monitoraggio ambientale, l'avvio e la conclusione delle fasi operative e sugli aggiornamenti del cronoprogramma. 37. Adeguare la Progettazione alle Norme Tecniche per le Costruzioni approvate con decreto ministeriale del 14 gennaio 2008. 38. Rivisitare la progettazione con riferimento alla normativa Regionale vigente e ai criteri ivi indicati tenuto conto, in particolare, che la delibera della Regione Lombardia 2489/14, nelle more dell'entrata in vigore della nuova classificazione sismica (Decreto giunta regionale n. 2129/14), riporta specifiche indicazioni per i Comuni che saranno riclassificati dalla zona 4 alla zona 3 e dalla zona 3 alla zona 2. 39. Prevedere in fase di progettazione esecutiva approfondimenti volti al miglioramento della qualita' architettonica delle opere in relazione al loro impatto sul paesaggio, cosi' come puntualmente previsto nel parere del MIBACT con particolare riferimento alle barriere antirumore, ai viadotti ed alle opere di sostegno. 40. Verificare il rispetto del decreto ministeriale LLPP del 4 maggio 1990 per sottopassi di altezza libera inferiore a 5 m. 41. Sottoporre al Ministero della difesa le modifiche progettuali che possono interferire con i beni del Ministero stesso. 42. Definire il cronogramma dettagliato dei lavori che interessano le interferenze con le infrastrutture in affiancamento in coordinamento con i relativi enti gestori e i comuni interessati, in modo da limitare al minimo le ripercussioni sul traffico. 43. Sottoscrivere un accordo specifico con il MIT e i concessionari autostradali per la definizione delle reciproche competenze in merito alla gestione e manutenzione delle opere. 44. Sottoscrivere un Protocollo d'intesa con l'Organizzazione degli Agricoltori, conforme ad analogo protocollo gia' sottoscritto nell'ambito dei lavori della AV Treviglio-Brescia in esito alla sentenza della Corte costituzionale del 16 luglio 2011 n. 181. 45. Nell'ambito della definizione degli indennizzi per terreni interessati da occupazioni temporanee, porre la massima attenzione a quello delle aziende agricole la cui percentuale di terreno espropriato o occupato temporaneamente sia potenzialmente in grado di minarne il bilancio economico. 46. a. Analizzare quali/quantitativamente gli impatti indotti sulle aziende agricole interessate dalle opere in progetto, con particolare riferimento alla ricomposizione delle proprieta' frammentate, alla difesa della produzione ed alla valorizzazione economico-agraria del comprensorio. Tali analisi saranno propedeutiche alla definizione di specifiche modalita' e azioni compensative e di minimizzazione dedicate alle aziende agricole, da definire attraverso tavoli di confronto con le OOPP di settore e con le singole proprieta'. b. Per quanto possibile, perseguire la ricomposizione fondiaria tra proprieta' frontiste, la rimessa a coltura degli interclusi e reliquati, il mantenimento dell'esercizio della pratica irrigua. 47. Coerenziare, per quanto tecnicamente possibile, il posizionamento delle aree tecniche previste con le attuali suddivisioni particellari. 48. Revisionare il Progetto di Monitoraggio Ambientale (PMA), anche in funzione dell'aggiornamento della cantierizzazione, provvedendo a: applicare le norme tecniche dell'allegato XXI del decreto legislativo n. 163/2006 e le Linee Guida redatte dalla Commissione Speciale VIA del MATTM; uniformare i contenuti della Relazione Generale con quelli delle singole Relazioni Specialistiche di ogni componente ambientale; aggiornare i riferimenti normativi e bibliografici per ciascuna componente trattata nel PMA; aggiornare le informazioni territoriali, per confermare/rivedere i punti di impatto e, conseguentemente, definire le aree e i punti di monitoraggio; comprendere la verifica dell'efficacia delle misure mitigative previste in progetto. Per ogni punto di monitoraggio si dovra' prevedere una scheda descrittiva, con foto del sito di misura, planimetria del luogo (CTR e foto aerea), localizzazione e coordinate, ecc. 49. a. Concordare le modalita' di monitoraggio ambientale con le ARPA interessate, tali modalita' dovranno essere omogenee per l'intera tratta in progetto e comprendere la parte di competenza del Piano di Utilizzo. In particolare dovranno essere condivisi: il numero e l'ubicazione dei punti di monitoraggio; la localizzazione di dettaglio dei punti di monitoraggio, anche attraverso sopralluoghi congiunti; il dettaglio sulle metodiche e le frequenze di misura e le analisi dei dati; la codifica dei punti di monitoraggio, al fine di agevolare l'integrazione dei dati nei database dell'Agenzia; i contenuti delle schede di misura per la restituzione dei risultati del monitoraggio; i criteri e le modalita' di trattamento e valutazione dei risultati del monitoraggio (indicatori, soglie, ecc.); le modalita' di individuazione delle criticita', in particolare dovranno essere definite le soglie di attenzione e di intervento per ciascun indicatore, i tempi di segnalazione e le azioni da intraprendere in caso di criticita', ivi incluse le emergenze di tipo acustico; le modalita' e le tempistiche di comunicazione della periodica programmazione delle attivita' di monitoraggio ad ARPA; la frequenza e le modalita' di restituzione dei dati; indicativamente, i report di monitoraggio dovranno essere resi disponibili con frequenza trimestrale. b. Individuare il Responsabile Ambientale e trasmettere i risultati del monitoraggio ante operam ad Arpa prima dell'inizio delle attivita' di cantiere. c. Trasmettere, inoltre, i dati di monitoraggio ad ARPA in formato XML standard, in conformita' al protocollo SOS (Sensor Observation Service), affinche' siano integrabili nei propri sistemi di gestione dei dati. 50. In considerazione degli obblighi di pubblicizzazione dei dati ambientali, predisporre uno specifico Sistema Informativo Territoriale, i cui contenuti saranno definiti e concordati nell'ambito dell'Osservatorio Ambientale. 51. a. Fare in modo che la strumentazione, le modalita' di campionamento e le analisi siano conformi alle norme di qualita' vigenti; i laboratori di analisi dovranno essere accreditati (ACCREDIA). b. Fare in modo che gli strumenti di campo siano tarati, i certificati siano resi disponibili e che ci si avvalga di competenze specialistiche qualificate. 52. Avviare, gia' nella fase di progettazione esecutiva e prima dell'inizio dei lavori, le attivita' di monitoraggio ambientale ante operam. Il PMA dovra' essere ottimizzato sulla base di una puntuale valutazione degli effetti ambientali di portata locale ed esteso a tutte le infrastrutture ferroviarie e viarie interferite in carico al proponente. 53. Con riferimento alla componente atmosfera: stralciare dal PMA la misura del parametro PTS, poiche' non piu' significativa; valutare l'integrazione dei parametri da monitorare con i metalli pesanti e l'ammoniaca; garantire che in fase corso d'opera il monitoraggio sia su tutti i punti frequenza trimestrale ed essere eseguito in concomitanza alle attivita' piu' impattanti dal punto di vista dell'emissione delle polveri; considerare non valide le misure qualora la precipitazione giornaliera cumulata sia superiore ad 1 mm. Le campagne andranno pertanto prolungate di tanti giorni quanti sono i giorni di pioggia occorsi; valutare l'eventuale necessita' di ulteriori stazioni fisse di monitoraggio dell'aria. 54. Con riferimento al monitoraggio della componente ambiente idrico superficiale: individuare e descrivere i corsi d'acqua che saranno interessati da prelievi o scarichi legati alle attivita' di cantiere, con specifico riferimento alla presenza di acqua nei vari periodi dell'anno, alle portate medie e ai periodi di piena e di magra; prevedere l'esecuzione di almeno 2 campionamenti rappresentativi delle diverse condizioni stagionali per la fase ante operam; tenere conto di eventuali prescrizioni contenute nei relativi atti autorizzativi; per tutti i corsi d'acqua naturali ed artificiali con substrato non cementato nonche' per i fontanili, monitorare anche le comunita' macrobentonica, diatomica e macrofitica, secondo quanto previsto dal decreto ministeriale n. 260/2010; adottare le indicazioni della normativa attualmente vigente per quanto riguarda la classificazione dei corpi idrici e le metodiche di monitoraggio, utilizzando tutti gli indici-indicatori in essa previsti; prevedere l'applicazione dell'indice IFF su alcuni corsi d'acqua da stabilire in accordo con ARPA. I rilievi dovranno essere eseguiti per l'intero tratto compreso tra le stazioni di monte e di valle o, qualora non fosse possibile, soltanto in corrispondenza delle due stazioni di monitoraggio; prevedere anche il controllo delle sostanze presenti nelle schede tecniche relative ai principali materiali presenti nelle lavorazioni e che possono venire dilavate; conservare e analizzare i campioni prelevati secondo i «Metodi APAT-IRSA»; qualora il monitoraggio in corso d'opera dovesse rinvenire valori di concentrazione di un contaminante superiori al 75% dei limiti di legge per la balneabilita', rinfittire i qualunque campionamenti con cadenza quindicinale. 55. Presso le postazioni in cui alla fine del corso d'opera delle acque superficiali si sara' rilevata una alterazione riconducibile anche parzialmente alla costruzione della linea AV, estendere il monitoraggio anche alla fase Post Operam, effettuando 2 misure rappresentative delle diverse condizioni stagionali, al fine di verificare il ripristino delle condizioni ecologiche dei corsi d'acqua (ipotizzando 5 corpi idrici). 56. Tra le postazioni del monitoraggio delle acque superficiali prevedere: un punto di monitoraggio nell'emissario del lago del Frassino. Nel periodo in cui vi saranno significative lavorazioni nel raggio di 1 km dal recettore (Frassino) si dovra' prevedere un monitoraggio con una frequenza di 1 volta al mese per i soli parametri metalli pesanti e idrocarburi totali. 57. Con riferimento al monitoraggio della componente ambiente idrico sotterranee: per le modalita' di prelievo/conservazione dei campioni ed analisi di laboratorio fare riferimento al documento «Metodi analitici per le acque» APAT e IRSA-CNR. In ogni caso i campioni di acqua prelevati dovranno essere conservati a temperatura di 4°C e trasmessi al laboratorio entro 24h dal prelievo; realizzare il prelievo del campione di acqua dopo un corretto spurgo, tramite idonea pompa sommersa. Il pompaggio dell'acqua durante lo spurgo non deve provocare un richiamo improvviso, con brusche cadute di acqua all'interno della colonna, onde evitare fenomeni di torbidita'. Per appurare l'efficienza dello spurgo e per un controllo della stabilita' e della qualita' dei campioni e' necessario effettuare, in tempi diversi (prima, durante e dopo lo spurgo), le determinazioni analitiche dei parametri in situ (pH, temperatura, conducibilita' elettrica specifica, potenziale Redox e Ossigeno disciolto). Le acque di spurgo dovranno essere raccolte e smaltite secondo la normativa vigente; per l'aliquota destinata all'analisi dei metalli, eseguire la filtrazione e la successiva acidificazione direttamente in campo; eseguire le analisi chimiche presso laboratori accreditati alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 e, comunque, le metodiche analitiche dovranno essere concordate e condivise con ARPA prima dell'inizio del monitoraggio AO; esprimere la misura del livello statico nella duplice notazione in m da p.c. e in m s.l.m.; localizzare i punti di monitoraggio per coppie monte-valle idrogeologico nelle aree in cui le attivita' di cantierizzazione e costruzione dell'opera andranno ad interferire con la falda (ad es. scavi di gallerie o trincee, opere di fondazione, iniezioni in profondita' mediante jet grouting, aree di cava, aree di lavorazione e stoccaggio di materiali potenzialmente inquinanti, etc), tenendo conto della direzione di flusso principale e di eventuali situazioni locali (es. falde sospese); per ciascuna coppia di punti, a monte e valle idrogeologico rispetto alle opere, eseguire il monitoraggio nello stesso giorno. 58. Per ciascuna fase di monitoraggio delle acque sotterranee prevedere le seguenti frequenze: fase AO (della durata di 1 anno): 4 misure del set completo dei parametri che descrivano le variazioni stagionali; fase di CO (per tutta la durata delle lavorazioni fino allo smantellamento dei cantieri): misure con cadenza trimestrale (4 campagne/anno) sul set completo dei parametri. Presso gli eventuali pozzi interni alle aree di lavoro la frequenza di campionamento dovra' essere bimestrale. 59. a. Spingere tutti i piezometri di nuova realizzazione almeno fino alla prima falda ed essere muniti, per l'intera lunghezza di porzione satura, di tubazione microfessurata. Per il corretto posizionamento dei tratti fessurati si considerino le fluttuazioni stagionali della falda. Nel caso in cui saranno utilizzati per il monitoraggio piezometri o pozzi gia' esistenti, sara' necessario acquisire informazioni in merito alle caratteristiche tecniche, stratigrafiche e funzionali degli stessi. In tal caso, nella fase di censimento, sara' necessario contattare gli enti gestori dei punti di captazione stessi. b. Estendere il monitoraggio anche ai pozzi ad uso idropotabile concordando con il gestore modalita' e frequenze di controllo. c. Valutare la possibilita' di realizzare piezometri con misuratori in continuo del livello di falda in prossimita' dei fontanili di rilevanza ambientale, al fine di rilevare eventuali variazioni potenzialmente responsabili di prosciugamenti delle polle. 60. Con riferimento al monitoraggio della componente rumore: riportare nel PMA la destinazione d'uso dei ricettori ed i conseguenti limiti di rumore vigente, per facilitare la valutazione relativa al rispetto dei limiti; eseguire le misure in condizioni meteorologiche conformi a quanto previsto dal decreto ministeriale del 16 marzo 1998. Per le misure settimanali sara' concordata con ARPA una regola di accettabilita' dei dati rilevati in presenza di eventi meteorici; per le misure con metodiche R1, R8, R24 acquisire l'andamento temporale del LAeq con tempo di integrazione pari a 1 sec. con restituzione delle time history; per le misure relative al Fronte Avanzamento Lavori (FAL) e ai cantieri acquisire gli spettri e restituire le time history con passo 1 sec. a bande di 1/3 di ottava e i parametri LAF, LAFmax, LAFmin; prevedere l'individuazione delle componenti tonali e impulsive; prevedere per tutti i punti del PMA la fase Ante Operam. La misura AO potra' eventualmente non essere eseguita nelle aree dove il rumore di fondo risulta trascurabile, per i punti di tipo "Caratterizzazione ambientale" per i quali e' prevista la sola misura di AO e sui punti dedicati al monitoraggio dell'infrastruttura in esercizio interni alla fascia di pertinenza di 250 m, in assenza di infrastrutture in affiancamento; indicare i punti in cui saranno previste sia misure AO (finalizzate al confronto con la fase di costruzione) che misure AE (finalizzate al confronto con la fase di esercizio ferroviario); per le misure di tipo R24 in fase PO tra i parametri da restituire prevedere il parametro LAeq,TR, elaborato secondo le indicazioni del Decreto ministeriale del 16/03/98, Allegato C, punto 1, acquisire anche i dati relativi alla velocita' di transito dei convogli al fine di correlare gli eventi sonori registrati con i transiti ferroviari; per il monitoraggio del Fronte Avanzamento Lavori in fase di CO, eseguire i rilievi con cadenza trimestrale per tutto il periodo in cui il ricettore e' interessato da lavorazioni rumorose; analizzare il rumore prodotto dai cantieri, verificando nei recettori sensibili piu' vicini ai cantieri e fronte avanzamento lavori il rispetto dei limiti differenziali; in caso si riscontrassero criticita' in fase di CO legate all'attivita' di cantieri e/o del fronte avanzamento lavori, intensificare i rilievi allo scopo di tenere sotto controllo le attivita' generatrici dell'impatto rilevato; qualora la sorgente principale del clima acustico attuale sia rappresentata da viabilita' esistente di una certa rilevanza (autostrade, strade statali e provinciali) effettuare misure settimanali (R7) per la caratterizzazione ante operam; effettuare il monitoraggio della fase post operam (PO) con l'infrastruttura in condizione a regime; considerare l'utilizzo di dati sul rumore gia' disponibili solo a titolo informativo. 61. In considerazione delle possibili difficolta' ad effettuare rilievi di rumore in ambiente abitativo, valutare, in accordo con ARPA: l'effettiva opportunita' di prevedere misure di tipo R8; di limitare le misure di tipo R4a ad alcuni casi e solo in fase corso d'opera. 62. Analizzare in dettaglio la caratterizzazione dei limiti acustici cui sono soggetti i ricettori del PMA e considerare anche la problematica della concorsualita' con altre infrastrutture stradali presenti nel territorio (afferenti per i limiti di rumorosita' al decreto Presidente della Repubblica n. 142/2004), secondo le specifiche fornite dal decreto ministeriale del 29 novembre 2000. A tal proposito va ricordata la generalizzazione della formula di ripartizione dei limiti di immissione in presenza di infrastrutture lineari di trasporto concorrenti che Italferr ha elaborato nell'ambito di precedenti procedimenti (tra i quali la gia' citata realizzazione della linea ad AV/AC Padova - Mestre), rispetto a quanto riportato nell'allegato 4 del suddetto decreto ministeriale del 29 novembre 2000. 63. Al termine del monitoraggio predisporre una relazione sugli esiti del monitoraggio riportante i livelli di rumore rilevati, la valutazione circa la conformita' ai limiti e l'indicazione delle eventuali misure di mitigazione acustica che a seguito del monitoraggio fossero necessarie nonche' dei tempi della loro attuazione. 64. Con riferimento al monitoraggio della componente vibrazioni: eseguire misure sui ricettori per i quali le simulazioni modellistiche eseguite nell'ambito dello Studio Vibrazionale hanno evidenziato possibili criticita' in fase di esercizio (per ricettori tra loro vicini potra' essere eseguita la misura solo su quello piu' esposto); effettuare le misure al primo e ultimo piano fuori-terra; collocare gli accelerometri al centro della stanza, con gli assi in corrispondenza rispettivamente della linea ferroviaria, la sua perpendicolare e la verticale; qualora non sia possibile accedere all'interno del primo piano fuori terra, collocare gli accelerometri all'esterno dell'edificio, mantenendo la distanza entro un metro dallo stesso, tenendo conto del differente tipo di terreno; durante tutto il tempo della misura evitare interferenze con movimenti dovuti a persone eventualmente presenti; nel caso fosse impossibile, la misura dovra' essere schermata; definire la localizzazione temporale della fase ante operam finalizzata al confronto con le misure in fase post operam; prevedere per la fase di CO misure semestrali nei punti lungo il Fronte Avanzamento Lavori e in occasione delle lavorazioni critiche dal punto di vista delle vibrazioni. Anche presso i cantieri le misure dovranno avere una frequenza semestrale, programmando le misure contestualmente alle lavorazioni piu' impattanti. Tali frequenze potranno essere intensificate in caso di criticita'; analizzare le vibrazioni prodotte dai cantieri, verificando nei recettori sensibili piu' vicini ai cantieri e fronte avanzamento lavori il rispetto dei limiti differenziali; svolgere le misure di PO quando il traffico ferroviario sara' a regime; prevedere 1 misura presidiata per ogni punto che comprenda almeno 4 passaggi per ogni binario e per ogni tipologia di convoglio. Pertanto la durata della misura sara' adeguata al fine di comprendere i passaggi di cui sopra e, comunque, non inferiore a 2 ore; per una analisi accurata e cautelativa degli effetti vibrazionali sui ricettori considerare una fascia di verifica con lo strumento del monitoraggio post operam di 50 m dalla ferrovia. In tutti i casi in cui si dovesse rilevare il superamento dei limiti si dovra' definire e porre in atto la relativa mitigazione finalizzata al rispetto del limite. 65. Con riferimento al monitoraggio della componente campi elettromagnetici: aggiornare il PMA con il riferimento normativo al decreto ministeriale del 29 maggio 2008 «Approvazione delle procedure di misura e valutazione dell'induzione magnetica (G.U. n. 153 del 2 luglio 2008)»; aggiornare il calcolo del campo magnetico risultante dal parallelismo con gli elettrodotti esistenti sulla base delle Disposizioni integrative/interpretative di ISPRA; specificare il modello e le caratteristiche tecniche della strumentazione utilizzata per le misure, con specifico riferimento all'accuratezza e al range di misura; eseguire una campagna di monitoraggio, secondo le modalita' previste dalla norma CEI 211-6, nelle fasi di Ante Operam e Post Operam presso tutti i recettori ricadenti all'interno delle Dpa calcolate; fornire all'ARPA le misurazioni secondo modalita' concordate; eseguire per una durata di 24 ore le misure di induzione magnetica in fase di Ante Operam presso i ricettori per i quali e' stata verificata in campo la compresenza di sorgenti preesistenti entro una distanza di almeno 50 m dalla linea elettrica; effettuare le misure di Post Operam quando il sistema ferroviario sara' a regime; garantire che il calcolo dell'incremento dei valori di campo magnetico, in merito al parallelismo degli elettrodotti di nuova realizzazione con quelli esistenti rispecchi quanto indicato dal documento ISPRA «Disposizioni integrative/interpretative», e dare successivamente seguito ad una fase di verifica del rispetto dei requisiti previsti dal citato documento nelle condizioni di parallelismo rispetto alla condizione imperturbata (esistente) e, nel caso di non conformita', prevederne le opportune misure di mitigazione. 66. Effettuare le misure di monitoraggio presso Sezioni Tipologiche da individuare lungo la linea di contatto al fine di verificare la validita' del modello previsionale, per valutare gli effetti indotti dal campo magnetico generato dal sistema di alimentazione della linea AC/AV. 67. Finalizzare il monitoraggio della componente suolo al controllo della qualita' delle proprieta' pedologiche dei terreni interferiti, affinche' l'area restituita al termine dei lavori non presenti un aumento delle criticita' e/o un peggioramento delle funzionalita' rispetto alle condizioni iniziali. Allo scopo dovranno prevedersi le seguenti tipologie di indagini: Trivellazioni, per la verifica dell'omogeneita' pedologica dell'area; Profili pedologici per la caratterizzazione pedologica del sito; Campionamento di orizzonti pedologici del profilo; Campionamento medio omogeneizzato dell'orizzonte soggetto a scotico (un campione globale medio omogenizzato derivante da campioni elementari prelevati in modo omogeneo nell'area); Campionamento medio omogeneizzato dei cumuli di terreno accantonato dallo scotico (un campione globale medio omogenizzato derivante da campioni elementari prelevati in modo omogeneo nel cumulo per la determinazione di parametri pedologici medi); Rilievo morfologico per verificare l'assenza di variazioni macroscopiche (prevedendo analisi visive/fotografiche nel corso di sopralluoghi nelle principali aree di lavoro); Analisi di laboratorio delle proprieta' chimico-fisiche-pedologiche dei campioni derivanti dal profilo e dai campionamenti medi omogeneizzati. 68. Indagare ogni punto di monitoraggio del suolo con le seguenti modalita': Trivellazioni: n. 1 volta in fase AO e PO, Profili pedologici: n. 1 volta in fase AO e PO, Campionamento orizzonti del profilo pedologico: n. 1 volta in fase AO e PO, Campionamento medio omogeneizzato dell'orizzonte soggetto a scotico: n. 1 volta in fase AO e PO, Campionamento medio omogeneizzato dei cumuli: in fase di CO n. 1 campionamento ogni 6 mesi, Rilievo morfologico: in fase di CO n. 1 rilievo ogni 6 mesi, Analisi di laboratorio delle proprieta' chimico-fisiche-pedologiche: in funzione dei campionamenti. Dovra' essere fornita una descrizione dettagliata delle aree interessate dai cantieri, specificandone le estensioni e tutte le attivita' di lavorazione previste, oltre ad un inquadramento bibliografico di dettaglio proveniente da fonti autorevoli (ERSAF, Geoportale Lombardia, studi di enti di ricerca), stralcio cartografico e descrizione delle proprieta' pedologiche. Le aree soggette a monitoraggio con estensione significativa dovranno prevedere piu' punti di rilievo. In funzione di proprieta' sito specifiche o di eventuali criticita' delle singole aree, potranno essere integrate ulteriori indagini, tra le quali: prove di conducibilita' idraulica e/o misura della densita' apparente. 69. Con riferimento al monitoraggio della componente vegetazione, flora, fauna ed ecosistemi: garantire la continuita' del monitoraggio ambientale delle componenti naturalistiche con il lotto funzionale Treviglio - Brescia; implementare la conoscenza del territorio realizzando una campagna di censimento che preveda periodi di campionamento con uscite almeno stagionali (un minimo di 4 durante l'arco dell'anno) in modo da poter disporre di dati raccolti da sopralluoghi effettuati anche durante la primavera al fine di rilevare e meglio identificare tutte le specie vegetali presenti; considerare le specie potenzialmente presenti sul territorio; definire e descrivere l'ambito di riferimento adottato per l'analisi faunistica; approfondire la caratterizzazione faunistica con sopralluoghi nel periodo primaverile-estivo-autunnale, anche nelle aree a matrice agricola, volto all'individuazione delle emergenze faunistiche citate nei S.I.A.; effettuare il monitoraggio della fauna e degli ecosistemi per almeno un anno in fase ante operam e per tre annualita' in fase post operam; durante il corso dei lavori il monitoraggio dovra' essere effettuato per l'intera fase di corso d'opera; individuare nuovi punti di monitoraggio della fauna lungo tutta l'area di cantiere tenendo conto di tutti i fattori che possano intervenire nell'ambito delle lavorazioni e non solo delle emergenze faunistiche individuate; non limitare il monitoraggio post operam alle sole aree di ripristino vegetazionale previste, ma tenere conto di tutte le mitigazioni per la fauna che dovranno essere previste ed attuate e inoltre dovra' essere effettuato su tutti i gruppi faunistici monitorati ante e in corso d'opera in modo da verificare l'insorgenza di eventuali impatti negativi non previsti; nei punti di indagine situati nei pressi dei cantieri, in sostituzione dell'indagine fitosanitaria, effettuare il monitoraggio della vegetazione mediante transetti dinamici; valutare l'opportunita' di effettuare il monitoraggio anche delle componenti faunistiche Rettili e Lepidotteri diurni; attivare il monitoraggio Ante Operam prima dell'inizio delle attivita' di perimetrazione delle aree di cantiere; distinguere le stazioni di monitoraggio in piu' tipologie, differenziate sia su base spaziale che funzionale, andranno quindi individuate stazioni di controllo (o di bianco), stazioni per la valutazione della fase di corso d'opera e stazioni per la valutazione della fase di post operam (o di esercizio); compatibilmente con l'idoneita' dei microhabitat in cui eseguire le indagini, identificare i punti di monitoraggio in modo tale da portare all'individuazione di ambiti territoriali compatti circoscritti, che dovranno essere posizionati su un solo lato del tracciato dell'infrastruttura, per evitare il pericolo di perdere transetti di rilievo durante l'avanzamento lavori; effettuare il monitoraggio della funzionalita' dei passaggi faunistici attraverso la ricerca di tracce, a testimonianza del passaggio della fauna, in un emiciclo di opportuno raggio per ciascun lato dell'infrastruttura. Il termine di confronto in Ante Operam dovrebbe consistere nel monitoraggio della fauna presente nelle aree limitrofe al punto in cui verranno costruiti i passaggi stessi, ai due lati del tracciato. 70. Predisporre un monitoraggio specifico per valutare le ricadute della costruzione e dell'esercizio dell'opera sulle comunita' naturalistiche ricadenti all'interno del Parco Regionale del Mincio. 71. Eseguire il monitoraggio della comunita' ittica dei fiumi interessati dalla costruzione dei viadotti di attraversamento, al fine di verificare non solo la sopravvivenza ma anche le possibilita' riproduttive delle diverse popolazioni presenti. 72. Assicurare un costante monitoraggio e manutenzione delle essenze poste a dimora con il recupero ambientale per verificare l'attecchimento della vegetazione arboreo/arbustiva per i primi due anni dal loro impianto. Dopo i primi due anni la manutenzione sara' a carico del soggetto proprietario o a cui e' destinata la proprieta'. 73. In corrispondenza delle aree in cui sono presenti fontanili, integrare il PMA predisponendo il monitoraggio di tutti i gruppi faunistici presenti e non solo Uccelli e Mammiferi, in particolare saranno considerati anche gli organismi acquatici o che dipendono in parte, per il loro ciclo vitale, dall'acqua. 74. Con riferimento al monitoraggio della componente paesaggio: Integrare le indagini conoscitive e le indagini di campo gia' previste dal PMA con un'analisi specifica dell'uso del suolo e della sua evoluzione, al fine di documentare le trasformazioni del territorio indotte dalla realizzazione dell'infrastruttura. La restituzione cartografica dovra' essere accompagnata da una relazione che illustri le fonti informative utilizzate e le trasformazioni riscontrate. Predisporre le fotosimulazioni, ad altezza osservatore ante operam e post operam, in numero adeguato rispetto ai principali luoghi di osservazione e fruizione del territorio, verificando puntualmente le relazioni di intervisibilita' tra opere e paesaggio. Specificare metodi, tecniche e strumentazioni utilizzate per le indagini di campo (caratteristiche della strumentazione, tecniche di ripresa, metodiche di costruzione e restituzione dell'immagine definitiva). Garantire che le riprese fotografiche producano immagini naturali, prive di eccessive distorsioni prospettiche, al fine di riprodurre la percezione di un osservatore umano. Eseguire le indagini fotografiche con cadenza semestrale, effettuando un rilievo nella stagione estiva e l'altro nella stagione invernale, in tutte le fasi AO, CO e PO. Integrare le informazioni riportate nella «Scheda Rilievo Punto» con: ora del rilievo, condizioni meteorologiche e metodica applicata, comprensiva del dettaglio della strumentazione utilizzata. Tra gli obiettivi del monitoraggio garantire anche la verifica dell'accettazione dell'opera realizzata da parte della popolazione residente, rappresentata dalle Agenzie Regionali per la Protezione dell'Ambiente. 75. Verificare le previsioni del Piano di Utilizzo con riferimento al quadro progettuale comprensivo di tutti gli interventi previsti e alla rispondenza al Progetto Definitivo approvato. 76. Nell'ipotesi di modifiche sostanziali del Piano di Utilizzo, provvedere all'aggiornamento e alla trasmissione al MATTM dello stesso per la sua approvazione. 77. Considerato che la validita' del Piano di Utilizzo, in riferimento al c. 6 dell'art. 5 del decreto ministeriale n. 161/2012, e' di 87 mesi dall'inizio dei lavori, trasmettere per approvazione al MATTM qualsiasi eventuale modifica. 78. Garantire che il deposito del materiale in attesa del suo riutilizzo presso le diverse aree non superi la durata del Piano di Utilizzo stesso. 79. Garantire la tracciabilita' dei materiali attraverso la conservazione dei documenti e la registrazione dei relativi dati mediante apposito strumento informatico. 80. Aggiornare il Piano di Utilizzo alla scala di Progetto Esecutivo e trasmetterlo al MATTM 90 giorni prima della presentazione del Progetto Esecutivo dell'opera ai sensi della normativa vigente di riferimento per tenere conto di tutte le prescrizioni contenute nella determina direttoriale del Ministero dell'ambiente n. 371 del 3 novembre 2016. 81. In occasione dell'aggiornamento del Piano di Utilizzo prevedere lo sviluppo dell'analisi dettagliata del bilancio e delle caratterizzazione delle terre provenienti dagli scavi e dai fabbisogni per rilevati, rimodellamenti, calcestruzzi e pavimentazioni, comprensivo della relativa tempistica, anche per quei siti di cui non sia stato a tutt'oggi permessa l'effettuazione delle indagini. 82. In occasione dell'aggiornamento del Piano di Utilizzo provvedere, per cio' che riguarda le modalita' di campionamento e di caratterizzazione chimico-fisica dei materiali di scavo e dei depositi temporanei e definitivi, conformemente agli allegati del decreto legislativo n. 161/2012, all'aggiornamento con: il coordinamento con PUT di cui al Progetto definitivo dell'intera tratta Brescia Verona; il piano di cantierizzazione finale e i relativi percorsi dei materiali; l'individuazione delle destinazioni finali o di recupero individuate come idonee per ricevere i materiali di scavo generati dai lavori e con l'approvazione del Comune di riferimento; il monitoraggio, in fase di cantiere, delta qualita' delle acque superficiali mediante campionature ed analisi periodiche da concordare con il servizio ARPA di competenza. 83. In occasione dell'aggiornamento del Piano di Utilizzo prevedere, in coerenza con il decreto ministeriale n. 161/2012, la definizione puntuale di tutte le indicazioni relative alle metodologie di trasporto e messa in opera dei materiali da riutilizzare, ed in particolare: tutte le necessarie autorizzazioni di competenza del Ministero dei beni ambientali e culturali, nonche' tutte le valutazioni dall'ARPA competente per territorio; il dettaglio e l'aggiornamento periodico, per le aree ad uso promiscuo (materiale di riutilizzo immediato-materiale in deposito temporaneo per il trasporto al deposito dinale), la separazione tra le sotto aree preposte, secondo le indicazioni previste nello stesso PUT; la valutazione puntuale delle quantita' di materiali provenienti dalle demolizioni dei manufatti presenti all'interno dell'area di progetto, da gestire in regime di rifiuto (Parte Quarta del decreto legislativo n. 152/2006). 84. In occasione dell'aggiornamento del Piano di Utilizzo provvedere a sviluppare tutti gli interventi di carattere generale e locale, indicati nel PUT di progetto, previsti per approfondire la conoscenza del contesto stratigrafico e soprattutto idrogeologico nelle tratte piu' critiche del tracciato (gallerie Lonato e S. Giorgio, gallerie del sistema del Frassino, ecc), prevedendo l'installazione di piezometri per controllo e monitoraggio falde. 85. In occasione dell'aggiornamento del Piano di Utilizzo provvedere ad individuare il Responsabile Ambientale e la trasmissione dei risultati validati del Monitoraggio Ambientale ante-operam prima dell'inizio delle attivita' di cantiere. 86. In occasione dell'aggiornamento del Piano di Utilizzo prevedere, in relazione al Monitoraggio delle acque superficiali di percolazione superficiale e/o di eventuale infiltrazione nelle Falde profonde, che: il Monitoraggio in corso d'opera (CO) dei piezometri predisposti nei sondaggi abbia frequenza trimestrale nelle aree di intervento, e frequenza bimestrale sui pozzi interni all'area stessa (salvo diverse disposizioni dell'Autorita' di Bacino); il Monitoraggio (AO/CO) preveda le misurazioni piezometriche e chimico-fisiche: misura del livello statico; temperatura acqua/aria; conducibilita' elettrica; pH. (Intera tratta). 87. In occasione dell'aggiornamento del Piano di Utilizzo provvedere a concordare con ARPA un ampliamento del PMA, in tutte le zone interessate dai lavori, incluse le aree interessate dai nuovi siti di deposito finali, relativamente al controllo degli impatti relativi al rumore ed alla qualita' dell'aria, con lo scopo di definire con essa e in accordo con le normative vigenti, le azioni di mitigazione eventualmente necessarie, e, ad attivita' avviate: effettuare una verifica puntuale sui ricettori piu' vicini ai cantieri e/o tracciato, mediante monitoraggio fonometrico, al fine di identificare le eventuali criticita' residue e di conseguenza individuare le tecniche di mitigazione piu' idonee; aggiornare il Protocollo Operativo con Regione provincia e ARPA locale, relativo a rilevamento, valutazione e monitoraggio della qualita' dell'aria e delle misure di riduzione delle attivita' inquinanti, comprendendovi i provvedimenti efficaci per limitare, o sospendere, le attivita' che contribuiscono al rischio che i rispettivi valori limite, valori obiettivo e soglie di allarme relativi alla componente, possano essere superati; definire le modalita' per la stabilizzazione a calce delle terre cosi' come previsto dall'all. 3 del decreto ministeriale n. 161. 88. In occasione dell'aggiornamento del Piano di Utilizzo verificare, in relazione al piano di campionamento e monitoraggio in corso d'opera, che: la procedura di campionamento sia in accordo con quanto previsto dall'allegato 8 (Procedure di campionamento in fase esecutiva e per i controlli e le ispezioni) del decreto ministeriale n. 161 del 10 agosto 2012, in modo tale da ottenere un campione rappresentativo secondo i criteri, le procedure, i metodi e gli standard di cui alla norma UNI 10802 «Rifiuti liquidi, granulari, pastosi e fanghi- Campionamento manuale e preparazione ed analisi degli eluati»; i risultati siano comunicati alle ARPA Regionali di competenza. 89. In occasione dell'aggiornamento del Piano di Utilizzo provvedere, qualora il monitoraggio in corso d'opera delle acque superficiali dovesse rinvenire valori di concentrazione di un qualunque contaminante superiori al 75% dei limiti previsti dal decreto legislativo n. 116/2008 «Attuazione della Direttiva 2006/7/CE relativa alla gestione della qualita' della acque di balneazione e abrogazione della Direttiva 76/160/CEE» e relativo decreto attuativo, con particolare riferimento ai parametri battereologici per le acque interne, a ridi legge per la balneabilita', a rinfittire i campionamenti a cadenza quindicinale. 90. In occasione dell'aggiornamento del Piano di Utilizzo provvedere, nel caso in cui si dovesse verificare che un campione mostri valori di concentrazione degli inquinanti ricercati superiori alle CSC di cui alla Tabella 1, colonna B (siti a destinazione d'uso «commerciale, industriale ed artigianale») Allegato 5, Parte Quarta, Titolo V del decreto legislativo n. 152/2006, a gestire il materiale presente nella relativa piazzola univocamente in ambito normativo di rifiuto (ai sensi della Parte Quarta del decreto legislativo n. 152/2006) in quanto non risulta verificata la condizione di cui all'art. 4, co. 1 lettera d) del decreto ministeriale n. 161 del 10 agosto 2012. 91. In occasione dell'aggiornamento del Piano di Utilizzo prevedere che, in funzione dei risultati analitici che saranno resi disponibili, si proceda - da un punto di vista gestionale- come segue: in caso di rifiuto classificabile come NON pericoloso e rispettante i limiti per il recupero, il materiale sara' avviato ad impianto autorizzato ai sensi dell'art. 208 del decreto legislativo n. 152/2006, per l'esecuzione delle operazioni di recupero (operazioni identificate con lettera R nell'Allegato C, Parte Quarta del decreto legislativo n. 152/2006); il rifiuto sara' avviato all'impianto tramite automezzo autorizzato al trasporto rifiuti conto terzi, accompagnato da FIR. La quarta copia del FIR sara' mantenuta in cantiere, unitamente al registro di carico e scarico, e messa a disposizione degli Enti; in caso di rifiuto classificabile come NON pericoloso, ma NON rispettante i limiti per il recupero (rispetto dei limiti del Test di Cessione eseguito ai sensi del decreto ministeriale del 5 febbraio 1998), il rifiuto sara' avviato ad impianto autorizzato, ai sensi dell'art. 208 del decreto legislativo n. 152/2006, per l'esecuzione delle operazioni di smaltimento finale; si provvedera' ad avviare il rifiuto ad impianto di discarica per rifiuti inerti; il rifiuto sara' avviato all'impianto tramite automezzo autorizzato al trasporto di rifiuti conto terzi, accompagnato da FIR. La quarta copia del FIR sara' mantenuta in cantiere, unitamente al registro di carico e scarico, e messa a disposizione degli Enti; in caso di rifiuto classificabile come pericoloso, lo stesso sara' avviato ad impianto autorizzato, ai sensi dell'art. 208 decreto legislativo n. 152/2006, per l'esecuzione delle operazioni di smaltimento finale (D). In analogia al punto precedente, in funzione dei risultati analitici effettuati (con riferimento alla verifica di ammissibilita' in discarica ai sensi del decreto ministeriale del 27 settembre 2010) si provvedera' ad avviare il rifiuto ad impianto di discarica per rifiuti non pericolosi (nel caso di rispetto dei limiti di cui alla tabella 5 del decreto ministeriale del 27 settembre 2010) o pericolosi (se i limiti predetti non dovessero essere rispettati). Anche in questo caso, come prescritto dal decreto legislativo n. 152/2006, il rifiuto sara' avviato all'impianto tramite automezzo autorizzato al trasporto rifiuti conto terzi, accompagnato da FIR. La quarta copia del FIR sara' mantenuta in cantiere, unitamente al registro di carico e scarico, e messo a disposizione degli Enti. 92. In occasione dell'aggiornamento del Piano di Utilizzo, provvedere alla redazione del piano di caratterizzazione da eseguire in corso d'opera dei materiali secondo quanto previsto dall'Allegato 8 del decreto ministeriale n. 161/2012 conformemente a quanto progettato nel Piano, prevedendo anche la ricerca di tutti i metalli previsti dalla tabella 1 dell'allegato 5 al titolo V parte quarta del decreto legislativo n. 152/2006 e ss.mm.ii. 93. In occasione dell'aggiornamento del Piano di Utilizzo, provvedere alla redazione del piano di accertamento, eseguito in contraddittorio con le ARPA competenti, per quanto attiene eventuali superamenti dei valori di fondo delle CSC per fenomeni naturali. 94. In occasione dell'aggiornamento del Piano di Utilizzo, provvedere alla caratterizzazione delle aree risultate non accessibili all'atto della redazione del PUT oggetto del presente parere. 95. In occasione dell'aggiornamento del Piano di Utilizzo, provvedere alla definizione della gestione in regime di rifiuto di tutti i materiali che presentino il superamento dei valori indicati nella colonna B di cui alla tabella 1, Allegato 5, Titolo V, Parte IV del decreto legislativo n. 152/2006 e ss.mm.ii., anche per un solo analita. 96. In occasione dell'aggiornamento del Piano di Utilizzo, provvedere alla definizione delle modalita' di prelievo dei campioni del fronte scavo delle gallerie in contraddittorio con le ARPA competenti. 97. In occasione dell'aggiornamento del Piano di Utilizzo, provvedere all'approfondimento della conoscenza del contesto stratigrafico e soprattutto idrogeologico nelle tratte piu' critiche del tracciato (Gallerie Lonato e san Giorgio, Gallerie del sistema del Frassino, ecc.), prevedendo l'installazione di piezometri per il controllo e il monitoraggio delle falde. 98. In occasione dell'aggiornamento del Piano di Utilizzo, provvedere all'aggiornamento di tutta la cartografia allegata al Piano. 99. In occasione dell'aggiornamento del Piano di Utilizzo, provvedere all'individuazione e alla comunicazione del soggetto esecutore del Piano di Utilizzo. 100. Provvedere, qualora non possano essere verificate le condizioni relative allo scenario delineato nella documentazione del Progetto Definitivo relativamente al sistema delle cave, all'aggiornamento del Piano di Utilizzo e alla sua trasmissione al MATTM per l'approvazione. 101. In occasione dell'aggiornamento del Piano di Utilizzo provvedere all'aggiornamento della mappatura dei siti critici lungo tutto il tracciato del Lotto. 102. In occasione dell'aggiornamento del Piano di Utilizzo provvedere all'aggiornamento del piano di cantierizzazione dell'intera opera, indicando l'estensione e l'ubicazione di tutte le aree di cantiere, delle aree tecniche e di stoccaggio temporaneo del materiale di smarino, degli impianti e delle attrezzature dei cantieri operativi, ecc. 103. In occasione dell'aggiornamento del Piano di Utilizzo provvedere all'approfondimento di tutta la documentazione relativa ai flussi dei materiali suddivisi per siti di destinazione temporanea e definitiva, nonche' all'individuazione delle destinazioni finali e/o di recupero del materiale, allegando anche tutte le necessarie autorizzazioni previste. 104. In occasione dell'aggiornamento del Piano di Utilizzo provvedere all'aggiornamento degli elaborati progettuali relativi alla viabilita' di cantiere prevista, comprendendo anche l'eventuale utilizzo del sistema viabilistico esistente. 105. Provvedere a trasmettere al Ministero dell'ambiente per le verifiche di competenza la documentazione in riscontro a tutte le prescrizioni inerenti il Piano di Utilizzo. 106. Tenere conto che la durata di validita' del Piano di Utilizzo e' di 87 mesi dalla data di inizio lavori, comprensiva dei 38 mesi necessari alla realizzazione delle opere in variante oggetto del Piano gia' autorizzato con determina direttoriale DVA-DEC-2015-187 del 5 giugno 2015, che deve comunque avvenire entro due anni dalla data di presentazione del Piano di Utilizzo cosi' come integrato in data 13 ottobre 2016 (salvo proroghe), dandone comunicazione al MATTM. 107. Presentare, ai sensi dell'art. 12 del decreto ministeriale n. 161/2012, alla Direzione generale per le valutazioni e le autorizzazioni ambientali del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare la Dichiarazione di avvenuto utilizzo (D.A.U.), corredata della documentazione completa in conformita' a quanto richiesto dal MATTM. 108. Provvedere ad inserire sul portale dell'ISPRA le informazioni secondo le specifiche del Disciplinare Terre e Rocce di Scavo, definendo, tra le altre questioni, quelle relative al sito di produzione, al sito di deposito intermedio e al sito di destinazione. 109. Garantire, per i primi due anni dalla piantumazione, la manutenzione delle aree a verde. Successivamente, la manutenzione delle aree sara' a carico del relativo proprietario; a tal fine verra' predisposta apposita convenzione. 110. Trasferire in proprieta', gestione e manutenzione (inclusi i relativi oneri) agli Enti destinatari competenti le opere di viabilita' e le piste ciclabili, inclusi i relativi impianti, con esclusione delle strutture degli scatolari sotto l'impronta del sedime ferroviario. Restano a carico dell'opera ferroviaria esclusivamente gli oneri manutentivi dei sistemi di sicurezza (parapetti, barriere guardrail, reti, ecc.), degli appoggi, dei giunti, delle impermeabilizzazioni, delle strutture (pile, spalle, impalcati da ponte, muri andatori o di continuita', ecc.), dell'impiantistica elettrica (illuminazione, pompaggi, semaforica, ecc.) delle opere viarie regionali, provinciali e comunali per la sola parte interferente con la sede ferroviaria. 111. Procedere in fase di cantiere in modo da arrecare il minore danno possibile alle attivita' agricole, garantendo, nel tempo, sia la continuita' della viabilita' poderale, sia l'accesso ai fondi agricoli mediante passaggi di adeguate dimensioni. 112. Programmare l'esecuzione dei lavori di ricucitura della rete stradale in modo di arrecare le minori interferenze possibili al traffico, prevedendo le interruzioni / limitazioni del traffico secondo modalita' e tempistiche concordate con i Comuni e condividendo il programma e i percorsi alternativi. 113. Adottare in fase di cantiere gli accorgimenti necessari per limitare le interferenze sulla fauna, adottando in particolare impianti a luce direzionata, senza dispersione del fascio di illuminazione, e lampade a basso impatto ecologico. 114. Ridurre l'attivita' estrattiva durante il periodo riproduttivo e di deposizione e schiusa uova delle specie avifaunistiche protette. 115. Anticipare, per quanto possibile, le opere di mitigazione ambientale laddove queste ultime non interferiscano con le attivita' di cantiere. 116. Adottare la stabilizzazione delle piste di cantiere anche con leganti. 117. Realizzare le operazioni di scotico delle aree occupate temporaneamente, che a fine lavori dovranno essere ripristinate all'uso agricolo, interessando lo strato vegetale nella sua interezza e comunque per una profondita' non inferiore a 40 cm. 118. Con riferimento al reticolo idrografico di competenza AIPO: comunicare all'Agenzia le date di inizio lavori delle opere che interessano i corpi idrici; sottoporre a preventiva autorizzazione da parte di AIPO ogni variazione progettuale inerente gli aspetti idraulici che dovesse intervenire in fase di esecuzione; garantire, in tutte le fasi lavorative, le quote di sommita' spondale e/o arginale cosi' come l'accessibilita' alle piste di servizio per lo svolgimento dei compiti di AIPO; concordare in fase esecutiva con AIPO eventuali opere di rinforzo e ringrosso delle sponde dei tratti pensili e/o sagome arginali. 119. Garantire al personale dei gestori della rete irrigua ed ai relativi mezzi d'opera la completa accessibilita' ai manufatti esistenti e a quelli di nuova realizzazione, esterni al sedime ferroviario nonche' la manovrabilita' e la facilita' di accesso delle nuove strutture di deviazione dell'acqua sia consorziali che private, da realizzarsi in carpenteria metallica (paratoie, viti senza fine, rulli movimentatori, ecc.), sia nella fase di costruzione, sia al termine dei lavori. 120. In fase di esecuzione dei lavori, garantire sempre la continuita' della distribuzione irrigua e quella delle acque di scolo, anche con opere provvisionali da definire e concordare tramite uno specifico piano per l'intera tratta. 121. Relativamente agli attraversamenti dei corsi d'acqua: garantire che non vengano peggiorate in alcun modo le condizioni di deflusso nei corsi d'acqua interferiti; garantire la sicurezza dell'infrastruttura in progetto nei riguardi delle azioni idrodinamiche dei corsi d'acqua in piena, sia dal punto di vista degli allagamenti sia con riferimento alle azioni concentrate da parte delle correnti idriche sulle opere in alveo. 122. Garantire che i materiali litoidi derivanti dagli scavi di fondazione e riprofilatura delle sponde siano interamente riutilizzati nell'ambito del cantiere o posizionati in zone indicate da AIPO, per quanto di competenza. 123. Verificare nel tempo le norme di sicurezza vigenti, laddove applicabili all'opera in oggetto. 124. a. Adottare tutti gli accorgimenti necessari per scongiurare, nel corso dei lavori, possibili interferenze tra le falde e le sostanze potenzialmente inquinanti derivanti dai lavori medesimi. In particolare, durante la fase di cantiere, dovra' essere posta attenzione nella regimazione delle acque meteoriche e nell'escludere la possibilita' di sversamenti di oli e carburanti da parte dei macchinari presenti, nel rispetto di quanto previsto dalla disciplina di settore. b. Tenere al riparo dalle precipitazioni atmosferiche durante la fase di cantiere tutti i prodotti, le materie prime o i rifiuti che potrebbero rilasciare per dilavamento o incidente sostanze tossiche, nocive, corrosive o potenzialmente inquinanti; in caso di sversamenti accidentali, mettere in atto tutte le procedure necessarie per salvaguardare le matrici ambientali coinvolte. c. Porre particolare attenzione nel corso delle attivita' di costruzione delle gallerie. 125. Assicurare che la quota di posa dei pozzi perdenti per la dispersione delle acque meteoriche tenga conto dell'estensione dello strato del sottosuolo idoneo a ricevere le acque di dilavamento. 126. a. Attuare tutte le attenzioni al fine di evitare, durante le fasi di cantiere, dispersioni in alveo di calcestruzzo, fango bentonico, idrocarburi, oli e reflui civili; b. evitare lo sversamento del materiale terroso nei canali limitrofi alle aree di lavoro. 127. Ripristinare i corsi d'acqua interessati da lavorazioni, comprese le rive, e ripiantumare le specie arboree eventualmente asportate. 128. Adottare tutte le tecniche gestionali volte a ridurre ove possibile la diffusione di polveri con particolare riferimento alle aree di cantiere, alle aree di movimentazione di inerti polverulenti ed alle piste non asfaltate mediante l'adozione delle seguenti misure: limitazione della velocita' (non superiori a 25-30 km/h), bagnatura delle piste di cantiere e delle strade in prossimita' dell'uscita dai cantieri, nei periodi siccitosi e comunque con scarsa umidita' della superficie stradale, bagnature (con frequenza da adattare alle condizioni operative e meteorologiche), lavaggio dei pneumatici di tutti i mezzi in uscita sulla viabilita' ordinaria, periodica pulizia delle strade pubbliche interessate dalla viabilita' di cantiere da valutare in accordo con le Amministrazioni locali; utilizzo di mezzi di cantiere dotati possibilmente di efficaci dispositivi antiparticolato, informazione alle maestranze delle prescrizioni impartite al fini di ridurre al minimo le dispersioni polverulenti; realizzazione di barriere/dune frangivento, in casi particolarmente critici, eventuale interruzione delle lavorazioni quando la velocita' del vento e' superiore a 10 m/s. 129. Umidificare opportunamente il materiale di pezzatura grossolana, stoccato in cumuli, in caso di vento superiore ai 5 m/s. 130. Dotare i mezzi utilizzati per il trasporto delle terre di scavo e dei materiali per le opere di ripristino di specifico telone di chiusura. Per trasporti che interessino centri abitati o avvengano a meno di 100 metri da essi, dovranno mantenersi i teloni tirati. 131. a. Per cemento, calce, intonaci ed altri materiali da cantiere allo stato solido polverulento, prevedere stoccaggi in sili e adottare sistemi di movimentazione di tipo pneumatico presidiati da opportuni filtri in grado di garantire valori di emissione di 10 mg/Nmc. b. Dotare i filtri di sistemi di controllo dell'efficienza (pressostati con dispositivo d'allarme). 132. Dotare di carter eventuali tramogge o nastri trasportatori di materiale sfuso o secco, di ridotte dimensioni granulometriche. 133. Adottare sistemi di carico di carburante in circuito chiuso dall'autocisterna al serbatoio di stoccaggio, mentre durante la fase di riempimento dei serbatoi dei veicoli utilizzare sistemi di erogazione dotati di tenuta sui serbatoi con contemporanea aspirazione e abbattimento dei vapori, mediante impianto a carboni attivi. 134. a. Verificare dal punto di vista dei possibili impatti sulla qualita' dell'aria in fase di costruzione le seguenti situazioni: recettore posto a nord di Cascina Montelungo, in comune di Desenzano del Garda, e in affaccio a una pista di cantiere non asfaltata; recettori e colture pregiate individuati a nord della BAP 101 e a nord delle BAP 102 e 103; b. Valutare l'eventuale necessita' di posizionare una barriera antipolvere mobile a protezione dei recettori posti nelle vicinanze delle seguenti aree di stoccaggio/cantiere: progr. 101 + 450; progr. 102 + 200-350; cantiere L.4.0.2 (direzione sud); progr. 123 + 270. 135. Silenziare, in fase di cantiere, le sorgenti di rumore secondo le migliori tecnologie disponibili in conformita' al decreto ministeriale del 1° aprile 2004 «Linee guida per l'utilizzo dei sistemi innovativi nelle valutazioni di impatto ambientale». 136. Quantificare le aree arboree e arbustive che verranno eliminate in fase di cantierizzazione ed eseguire nuovi impianti compensativi di essenza autoctone in aree indicate dalle amministrazioni comunali. 137. Salvaguardare dai lavori e, laddove danneggiate, ripristinare tutte le formazioni vegetali arboree ed arbustive localizzate fino ad una distanza di 100 m dai cantieri, aventi rilevanza sotto l'aspetto naturalistico e paesaggistico. 138. Prevedere un'organizzazione della cantieristica tale da minimizzare la durata delle occupazioni temporanee. 139. a. Ripristinare all'uso precedente la fase di costruzione tutte le aree occupate temporaneamente per la realizzazione delle opere a fine lavori ad eccezione di quelle aree per le quali risulti approvato/previsto un nuovo utilizzo. b. Curare particolarmente, per le aree da recuperare all'uso agricolo, il riposizionamento degli orizzonti pedologici ripristinando le condizioni fisico chimiche del suolo interessato (anche tramite abbondanti concimazioni organiche, sovesci, ecc...), in modo da restituire i terreni ai proprietari in condizioni agronomiche ottimali. 140. a. Ripristinare le strade esistenti utilizzate per la viabilita' di cantiere, qualora ammalorate, in modo da garantire durante i lavori, condizioni paragonabili a quelle ante cantierizzazione. b. Prevedere il costante monitoraggio della viabilita' interessata, durante tutto il periodo previsto per la cantierizzazione. 141. Effettuare una costante manutenzione dell'armamento al fine di evitare che fenomeni di usura e degrado producano incrementi significativi delle vibrazioni ai recettori con superamenti delle soglie di percezione. 142. Provvedere, in fase di definizione del progetto esecutivo, ad eseguire i saggi nelle aree a maggior rischio archeologico come indicato nelle note della Direzione generale archeologia n. 11945 del 30 dicembre 2015, della Soprintendenza Archeologia della Lombardia n. 13780 del 4 dicembre 2015 e della Soprintendenza Archeologia del Veneto n. 14928 del 27 novembre 2015. 143. Prevedere lo «sterro cauto» in fase di scotico lungo tutti i tratti non urbanizzati interferenti con le opere in progetto e l'assistenza continuativa da parte di operatori archeologi specializzati nel corso di tutte le operazioni di movimento terra, comprese quelle relative alle opere di cantierizzazione, deposito di materiali, creazione di piste di accesso e altre opere accessorie. (Regione Lombardia) 144. Assicurare, tramite un sistema informativo in rete e specifici incontri pubblici, un'adeguata informazione ai cittadini sul progetto, sugli aspetti ambientali e sull'avanzamento dei lavori. 145. A seguito della realizzazione della linea AV assicurare che la linea storica sia dedicata al servizio ferroviario prevedendo fermate intermedie tra Brescia e Verona con la possibilita' di incrementare frequenza e qualita' dei treni. 146. Sviluppare il progetto esecutivo in conformita' alle modifiche del progetto definitivo adottate a seguito del confronto con il territorio, assicurando un raccordo con le attivita' dell'Osservatorio Ambientale. 147. Approfondire tutti gli aspetti riguardanti le interferenze con le infrastrutture in affiancamento. 148. Assicurare che la successione delle fasi costruttive sia orientata all'attivazione di fasi funzionali che consentano al territorio di beneficiare del servizio ferroviario nel piu' breve tempo possibile. 149. Durante la fase di cantiere provvedere alla ricaratterizzazione dei materiali relativi agli scavi dove sono stati registrati superamenti relativi ai limiti di colonna B della Tabella 1 dell'Allegato 5, al Titolo V Parte IV del decreto legislativo n. 152/2006 e ss.mm.ii. 150. Durante la fase di cantiere provvedere alla ricaratterizzazione dei materiali relativi agli scavi dove sono stati registrati superamenti relativi ai limiti di colonna A della Tabella 1 dell'Allegato 5, al Titolo V Parte IV del decreto legislativo n. 152/2006 e ss.mm.ii. anche per un solo analita, qualora s'intenda utilizzare i suddetti materiali in un'area a destinazione d'uso urbanistica «Verde pubblico, privato e residenziale» e, nel caso le analisi confermassero il superamento dei limiti di cui alla colonna A, il materiale relativo ai cumuli che hanno registrato tale superamento siano collocati nell'area a destinazione d'uso urbanistica «commerciale e industriale» (zona di servizi infrastrutturali di rilievo nazionale). 151. Durante la fase di cantiere effettuare la prevista caratterizzazione completa sul tal quale e il relativo test di cessione ai sensi del decreto ministeriale del 5 febbraio 1998 o del decreto ministeriale del 27 settembre 2010; nel caso in cui i materiali provenienti dall'attivita' di scavo, durante le fasi di caratterizzazione in corso d'opera, non rientrino nella definizione di sottoprodotto ai sensi dell'art. 184-bis, e, nel caso di eventuali superamenti delle CSC della colonna B di cui alla tabella 1, Allegato 5, Titolo V, Parte IV del decreto legislativo n. 152/2006 e ss.mm.ii. gli stessi dovranno essere considerati rifiuti. 152. Durante la fase di cantiere separare fisicamente e gestire autonomamente le aree di deposito temporaneo delle terre rispetto alle aree di deposito dei rifiuti. 153. Durante la fase di cantiere provvedere alla caratterizzazione delle acque sotterranee in caso di scavi che interessino zone sature, ricomprendendo tra le sostanze da indagare tutti i metalli e gli inquinanti inorganici ai sensi della normativa vigente. 154. Durante la fase di cantiere provvedere alla definizione delle specifiche e delle modalita' di analisi e gestione dei materiali provenienti dai siti critici che verranno individuati in corso di progettazione esecutiva e durante i lavori. 155. a. Durante la fase di cantiere, in merito ai trattamenti di normale pratica industriale (con particolare riferimento alla stabilizzazione delle terre a calce e/o pozzolana), ritenuta necessaria un'estrema cautela riguardo alle suddette lavorazioni, a causa dei possibili impatti conseguenti alla dispersione della calce nell'ambiente, concordare preventivamente le modalita' operative con le ARPA competenti. b. Tenuto conto che per la calce viva esiste un valore IDLH «Immediately Dangeorus for Life and Health», ovvero di immediata pericolosita' per la vita e la salute, corrispondente a una concentrazione in aria di 25 mg/m3, garantire che gli intervalli di tempo tra le operazioni di spargimento e quelle di miscelazione siano ridotti al massimo a 15 minuti. 156. In riferimento alla stabilizzazione delle terre a calce e/o pozzolana, sospendere l'attivita' in corrispondenza di condizioni anemologiche caratterizzate da raffiche di vento superiori a 5 m/s. 157. In riferimento alla stabilizzazione delle terre a calce e/o pozzolana, effettuare la registrazione in continuo della velocita' del vento durante le operazioni utilizzando una strumentazione anemometrica posta a un'altezza non inferiore a 5 metri dal piano campagna, in prossimita' del cantiere di attivita' e in assenza di ostacoli rilevanti per un raggio di circa 50 metri intorno, registrandone i dati. 158. In riferimento alla stabilizzazione delle terre a calce e/o pozzolana, garantire che la superficie trattata a calce giornalmente non sia superiore a quella lavorabile nel medesimo periodo di tempo (completamento delle fasi di miscelazione e compattazione) al fine di prevenire l'asportazione eolica della calce. 159. In riferimento alla stabilizzazione delle terre a calce e/o pozzolana, garantire che la compattazione sia condotta con metodologie e velocita' di lavoro atte a non creare sviluppo di polveri. 160. In riferimento alla stabilizzazione delle terre a calce e/o pozzolana, garantire che il personale addetto alle operazioni di stabilizzazione con la calce sia informato anche di tutti gli aspetti ambientali correlati alla lavorazione e sia formato rispetto alle procedure e alle attivita' da mettere in atto per evitare impatti sull'ambiente. 161. In riferimento alla stabilizzazione delle terre a calce e/o pozzolana, garantire che le aree sottoposte al trattamento a calce siano realizzate con sistemi chiusi di raccolta acque, nel caso di eventuale fuoriuscita d'acqua essa sia raccolta opportunamente con un sistema di regimazione ai fini dello smaltimento oppure del trattamento con impianto specificamente autorizzato. 162. In riferimento alla stabilizzazione delle terre a calce e/o pozzolana, garantire che, considerato che le superfici laterali dei rilevati costruiti ricorrendo al trattamento a calce risultano essere punti sottoposti a spolvero, causa erosione eolica dovuta a una loro minore compattazione, sia definito come s'intende operare per evitare eventuali problemi di tale natura. 163. In riferimento alla stabilizzazione delle terre a calce e/o pozzolana, garantire che siano evidenziate le soluzioni che saranno adottate per evitare il versamento di acqua a pH elevato in corsi d'acqua superficiali poiche' dall'esperienza sul campo e' stato rilevato che, successivamente alle attivita' di trattamento, si puo' verificare la percolazione delle acque piovane con trascinamento di calce non reagita all'interno di sistemi di raccolta acque superficiali (in particolare per rilevati di un certo spessore e a seguito di eventi piovosi di una certa entita'). 164. In riferimento alla stabilizzazione delle terre a calce e/o pozzolana, garantire che le schede di sicurezza dei prodotti utilizzati siano aggiornate secondo la normativa vigente. 165. In riferimento alla stabilizzazione delle terre a calce e/o pozzolana, garantire che: i depositi della calce viva siano realizzati per quanto possibile vicino alle aree di trattamento; le aree dove sono collocati tali depositi siano predisposte per la raccolta di eventuali acque di dilavamento e mantenute pulite; in caso di versamento accidentale della calce, in fase di riempimento degli stoccaggi o di travaso nei mezzi per il trasporto sui luoghi di lavoro, si provveda immediatamente a nebulizzare acqua allo scopo di contenere eventuale spolvero, senza creare ruscellamento e comunque provvedendo a raccogliere le eventuali acque di dilavamento prodotte e, nel caso di grossi quantitativi, il materiale sia raccolto in maniera da evitare spolvero. 166. In riferimento alla stabilizzazione delle terre a calce e/o pozzolana, garantire che i mezzi di trasporto della calce all'interno e all'esterno delle strade di cantiere abbiano le ruote pulite al fine di evitare il trascinamento della calce lungo la sede viaria sia asfaltata sia non asfaltata. 167. Durante la fase di cantiere, in merito all'utilizzo dei fanghi bentonitici e delle cementiti per la realizzazione di fondazioni profonde di tipo indiretto e per il contenimento dei terreni durante gli scavi dei diaframmi, comunicare l'indicazione precisa dei quantitativi di materiale risultante dalle suddette lavorazioni e dei siti di discarica quale destinazione finale per i rifiuti di questo tipo, nonche' tutte le procedure di gestione di questi materiali durante le lavorazioni. 168. Laddove l'attivazione del «Lotto Brescia Est-Verona (escluso Nodo)» dovesse intervenire nel periodo antecedente l'entrata in funzione del «Nodo di Verona», realizzare un bivio provvisorio con la linea storica in prossimita' della fine della tratta di competenza del GC. 169. Ridurre le aree di mitigazioni a verde che insistono su aree attualmente coltivate a vigneto, mantenendo solo quelle che, a seguito degli espropri per le opere ferroviarie, per dimensioni e/o ubicazione, non risulteranno piu' coltivabili proficuamente. 170. Adottare un sistema di incentivazione per la creazione di nuove aree a vigneto negli stessi ambiti territoriali mediante il coinvolgimento delle Regioni secondo gli indirizzi contenuti nel parere della Commissione Tecnica di Verifica dell'Impatto Ambientale - VIA e VAS del MATTM n. 1984 del 5 febbraio 2016, condiviso dalla Regione Lombardia con nota prot. S1.2016.0003898 del 2 febbraio 2016 e dalla Regione Veneto con nota prot. 56107 del 12 febbraio 2016. 171. In fase di progettazione esecutiva specificare le modalita' di raccolta e allontanamento delle acque meteoriche nell'area di cantiere relativa alla costruzione della sottostazione di Calcinato. 172. In particolare, per i ricettori L116-S-04 e L116-S-09 (Desenzano sul Garda), corrispondenti ad edifici scolastici, stante la tipologia di ricettore (scuole) e gli esuberi evidenziati dal modello, eseguire sopralluoghi sul campo finalizzati alla verifica dell'effettivo stato dei serramenti e alla valutazione qualitativa delle loro capacita' di fonoisolamento. 173. Predisporre approfondimenti in fase di progettazione esecutiva al fine di verificare che non ci siano effetti diretti o indiretti sugli habitat e sulle specie tutelate dalle Direttive comunitarie 92/43 e 09/147 in corrispondenza del Laghetto del Frassino. 174. Attuare gli interventi identificabili come «precauzioni» nei confronti del sito Natura 2000 «Laghetto del Frassino» solo nel caso in cui queste non determinino, anche indirettamente, incidenze significative e negative. 175. Redigere, in fase di progettazione esecutiva, il piano di sicurezza in corrispondenza delle industrie a rischio rilevante e verificare, ed eventualmente aggiornare, il piano quando sara' emesso il Piano di Emergenza Esterno da parte del Prefetto di Verona. 176. Redigere i progetti illuminotecnici degli impianti di illuminazione secondo quanto previsto dalla legge regionale del 7 agosto 2009 n. 17. 177. Con riferimento all'Elettrodotto doppia terna SSE Calcinato-SE Lonato, garantire: la conformita' al vincolo determinato dalla fascia di rispetto ai sensi di quanto stabilito dalla legge n. 36/01; il rispetto dei limiti di esposizione ed obiettivi di qualita' fissati dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell'8 luglio 2003. il mantenimento delle qualita' pedologiche del terreno di scotico accantonato temporaneamente durante la fase di realizzazione e che sara' successivamente riutilizzato per il rivestimento delle aree restituite ai proprietari; L'elettrodotto non dovra' essere in condizioni normali esercito a valori di corrente superiori a quelli utilizzati per le simulazioni dei campi magnetici e dichiarati nello studio. 178. Prevedere un'alternativa di tracciato in aereo tra i sostegni 25 e 32 posto piu' a sud rispetto al tracciato originale di PD; il nuovo tracciato, partendo dal sostegno 35 in corrispondenza della SS567, dovra' collocarsi a nord dell'area dedicata al poligono di tiro, ponendosi tra quest'ultimo e l'insediamento agricolo posto immediatamente a nord del poligono, per poi ricongiungersi al tracciato originario al sostegno 25 posto in corrispondenza di Via Vallone. 179. In relazione al SIC/ZPS IT3210003 «Laghetto del Frassino» attuare il monitoraggio degli habitat, habitat di specie e specie tutelate dalle Direttive comunitarie 92/43/Cee e 091147/Ce, al fine di misurarne la variazione del grado di conservazione secondo i sottocriteri definiti con Decisione 2011/484/Ue, verificando che: sia in accordo ai requisiti fissati nell'allegato A al decreto giunta regionale n. 2299/2014 (par.2.1.3); sia esteso a tutte le aree interessate dagli interventi in argomento (individuando opportunamente le unita' ambientali omogenee per ciascun habitat e specie entro cui provvedere alla stima dei parametri corrispondenti alla condizione non soggetta alle interferenze - c.d.«bianco»); interessi tutti i gruppi faunistici ed in particolare oltre ad uccelli e mammiferi anche a organismi acquatici o che dipendono in parte, per il loro ciclo vitale, dall'acqua. 180. Nel comune di Calcinato: a. Eliminare il cavalcaferrovia di Via Cavour previsto alla pk 100+187; b. Riqualificare la viabilita' esistente tra Via Manzoni e Via Cavour, a partire dal nuovo sottopasso poderale; c. Realizzare una nuova rotatoria all'incrocio della suddetta viabilita' con Via Cavour di dimensioni il piu' possibile limitate. 181. Nel comune di Calcinato, mantenere l'attuale cavalcavia di sovrappasso dell'A4 (posto alla pk 100+514 circa della linea AV), non potendosene prevedere il prolungamento sopra la linea AV per le differenze di quote che non consentirebbero il rispetto delle pendenze, con funzione di strada poderale e prevedere il collegamento con le aree poste a nord della linea AV attraverso la realizzazione di una nuova viabilita' limitrofa all'A4 ed un nuovo sottopasso poderale di dimensioni 5×5 mt alla pk 100+157. 182. Nel comune di Calcinato, realizzare una nuova rotatoria in corrispondenza dell'incrocio tra Via Cavour e Via Statale. 183. Nel comune di Calcinato, in ragione dell'eliminazione del previsto nuovo cavalcavia di Via Cavour, assicurare il collegamento viario tra le frazioni Ponte San Marco, Calcinatello e il capoluogo comunale per mezzo di una nuova viabilita' che colleghera' l'attuale Via Cavour a Via Stazione attraverso: i. un nuovo tratto di viabilita' tra Via Cavour e l'inizio di Via Zemogna con nuovo ponte sul Chiese; ii. una nuova rotatoria su Via Cavour in corrispondenza dell'incrocio con la nuova viabilita' di cui al punto precedente; iii. la realizzazione di una pista ciclabile su Via Cavour dalla rotatoria di cui al punto ii) sino all'incrocio con Via Bianchi; iv. la riqualificazione di Via Zemogna con inserimento di pista ciclabile dal termine della nuova viabilita' di cui la punto i) con Via Stazione; v. l'illuminazione pubblica dei tratti viari di tutti i suddetti interventi. 184. Ampliare, nel comune di Calcinato, il parco giochi posto a sud nell'area precedentemente occupata dall'innesto di Via Berlinguer con Via Stazione, innesto eliminato nel progetto definitivo in quanto interferente con la rampa del cavalcavia. 185. Realizzare, nel comune di Calcinato, una nuova rotatoria tra Via Berlinguer e Via Stazione, a Nord dell'attuale accesso. 186. Realizzare, nel comune di Calcinato, una nuova rotatoria all'incrocio tra la Via Santi Faustino e Giovita e la Via Statale, in localita' Ponte San Marco. 187. Nel comune di Calcinato: a. Modificare il collegamento della Via Rovadino e Via Pradella utilizzando un percorso parallelo alla Via Rovadino, e traslando verso Sud la rotatoria prevista; b. Modificare altresi' la viabilita' di accesso alle abitazioni poste a Sud della suddetta rotatoria utilizzando un percorso al confine dei fondi e, per quanto possibile, sulla sede delle attuali strade poderali. 188. Realizzare, nel comune di Calcinato, una pista ciclopedonale, dotata di adeguata illuminazione, lungo il nuovo collegamento tra Via Rovadino e Via Pradella (vedi punto precedente) e lungo la Via Rovadino a nord e a sud della nuova rotatoria di progetto, dal sottopasso autostradale a Via S. Anna. 189. Eliminare, al fine di ridurre gli impatti sul territorio, il nuovo cavalcaferrovia previsto alla pk 103-039 di Via S.Anna nel comune di Calcinato. 190. Nel comune di Calcinato: a. Modificare la rotatoria posta al termine della rampa sud del cavalcavia, con previsione di una rotatoria adeguata a smistare adeguatamente le seguenti viabilita': Via Stazione (innesti nord e sud), Via Zemogna, Via Cimitero; b. Salvaguardare, con la nuova previsione progettuale, gli attuali campi sortivi posti all'incrocio tra Via Zemogna e Via Stazione; c. Delocalizzare inoltre la Santella e il monumento presenti in prossimita' del previsto nuovo cavalcaferrovia di Via Stazione prima dell'inizio dei lavori di costruzione del cavalcaferrovia stesso. 191. Rilocare il canile esistente nel comune di Calcinato, in prossimita' della pk 1+500 circa dell'Interconnessione di Brescia est, all'interno dell'area interclusa tra linea AV ed autostrada A4 e limitrofo all'area di servizio. 192. Eliminare il previsto nuovo sottopasso di Via Campagna nel comune di Calcinato al km 2+160 dell'interconnessione di Brescia Est, garantendo il collegamento tra le aree poste a sud dell'Interconnessione con quelle poste a nord attraverso la riqualificazione della viabilita' parallela all'A4. 193. Nel comune di Castelnuovo del Garda: a. Prevedere l'ampliamento del viadotto ferroviario AV sul Rio Tionello per permettere il passaggio dell'attuale pista ciclabile denominata «Graspo del Moro» (almeno di 2,50 m); b. prevedere altresi' la realizzazione di detta pista per una lunghezza di circa 960 m in modo da consentire, sia a Nord che a Sud della linea AV, il ricongiugimento con la pista attuale. 194. Realizzare, nel comune di Castelnuovo del Garda, la bonifica del sito di preesistente discarica di car fluff rinvenuta nell'area della ditta OHA s.r.l (in fallimento), interessata dalla costruzione della rampa nord del cavalcaferrovia SP27 di Mongabia alla pk 128+748. 195. Realizzare, nel comune di Castelnuovo del Garda, un allargamento di circa 2,5 m del cavalcavia di Via Mongabia alla pk 128+748 per consentire una futura costruzione di pista ciclabile. 196. Dopo la realizzazione della galleria artificiale Paradiso, concordare con gli enti deputati il ripristino del Colle San Lorenzo nel comune di Castelnuovo del Garda. 197. Ripristinare, nel comune di Castelnuovo del Garda, la viabilita' di accesso al centro «Pesca OK». 198. Al fine di minimizzare l'impatto dei Cantieri L.4.0.2, L.4/5.B.1 sul sito archeologico del Lavagnone (Sito UNESCO), rilocalizzare tali cantieri allontanandoli significativamente dal sito archeologico. Mantenere un'area tecnica in corrispondenza della porzione Nord-Ovest del cantiere L.4.O.2 in corrispondenza dell'imbocco della galleria naturale di Lonato sufficientemente distante dal sito archeologico vincolato. 199. Con riferimento al progetto di ricucitura della viabilita' nell'area di via Grezze in comune di Desenzano del Garda: Eliminare la rotatoria ed i rami Est e Ovest di via Bornade mantenendo il collegamento in progetto tra Via Bornate e Via Grezze; Realizzare, in sostituzione dell'attuale sottopasso di Via Grezze, una nuova strada ad Ovest dell'attuale sedime che sovrappassi la galleria artificiale della linea ferroviaria e scavalchi l'autostrada A4 con un nuovo cavalcavia. Adeguare il collegamento tra Via Bornade e Via Grezze solo in corrispondenza della galleria al fine di salvaguardare le alberature esistenti; Realizzare una nuova viabilita' dal suddetto punto di attraversamento della galleria con innesto a T ad un gruppo di case poste a Sud della linea AV alla pk 112+300. 200. Spostare l'area di stoccaggio L.5.S.T.3, nel comune di Desenzano del Garda, in area da concordare con l'Amministrazione comunale e ridurre per quanto possibile l'attigua area tecnica L.5.A.T.1. 201. Rettificare la prevista pista di cantiere asfaltata che attraversa la cascina Grattarola, nel comune di Desenzano del Garda, prevedendola all'esterno della stessa. 202. Nel comune di Desenzano del Garda, al fine di salvaguardare la Cascina San Rocco Lugana, spostare a Ovest dell'opera di scavalco che preveda l'allineamento dell'asse di attraversamento coincidente con il ponte esistente che attualmente scavalca l'autostrada. Inoltre, al fine di minimizzare il consumo di suolo a viticultura, ridisegnare la viabilita' prevista nell'area del cavalcavia (concordandola con le proprieta' interessate) e spostare la vasca di laminazione in progetto. 203. Rettificare la pista di cantiere nel comune di Desenzano del Garda per evitare la demolizione parziale della Cascina Ronchedone. 204. Realizzare, nel comune di Lonato, il cavalcaferrovia alla pk 105+630 a Est del manufatto esistente per non insistere sul nucleo storico della localita' Campagna, con riposizionamento della rotatoria a Nord, l'inserimento di una rotatoria di ricucitura con la viabilita' esistente a Sud e la realizzazione di una viabilita' di by-pass della frazione Campagna. Durante i lavori non isolare la frazione Campagna. 205. Nel comune di Lonato: a. Garantire durante tutta la fase di costruzione l'operativita' della ditta Feralpi, prevendendo una fasizzazione della cantierizzazione in modo da limitare le interferenze con il piazzale. b. Dimensionare, inoltre, la galleria artificiale di Lonato affinche' sia idonea a sopportare i carichi relativi al traffico veicolare pesante al di sopra della galleria, al fine di permettere le manovre e la sosta di tutti gli eventuali autoarticolati, inerenti l'operativita' della ditta Feralpi, sulle aree al di sotto delle quali si trova la galleria. c. Prevedere modifiche progettuali al fine di evitare delocalizzazioni degli attuali impianti presenti nell'area Feralpi. L'utilizzo delle aree RFI da parte di Feralpi dovra' essere regolamentato tramite apposita convenzione. 206. Nel comune di Lonato: a. Realizzare una nuova strada di collegamento tra la rotonda esistente su Via Molini / Via Moro e lo svincolo della SS11 a Nord per uno sviluppo complessivo di circa 1,2 km; b. Realizzare inoltre due nuove rotatorie lungo la suddetta viabilita' (Via Fenil Nuovo Molini, Via Bettola). L'acquisizione delle aree sara' a carico del Comune. 207. Garantire durante tutta la fase di costruzione l'operativita' della ditta Wierer (comune di Lonato). 208. Qualora si riscontrassero contaminazioni, redigere un programma di bonifica dettagliato relativo alla galleria di Lonato, sviluppato sulla base delle risultanze delle indagini effettuate, in cui sia prevista la messa in atto di idonee misure di prevenzione e contenimento della contaminazione. 209. In considerazione della mancata realizzazione dello «Shunt di Brescia», ottimizzare il tracciato dell'interconnessione di Brescia Est, ricompresa nel 2^ Lotto costruttivo, e le opere ad esso correlate. 210. Nel comune di Mazzano: a. Sostituire il sottopasso carrabile di progetto limitrofo all'attuale sede degli Alpini con sottopasso ciclopedonale nella stessa sede ma con sezione ridotta; b. Eliminare la viabilita' stradale prevista in progetto a Nord e a Sud della linea ferroviaria compresa la rotatoria ed in sua vece realizzare i collegamenti del sottopasso con la viabilita' esistente a Nord e a Sud per una lunghezza complessiva di circa 300 metri. 211. Nel comune di Mazzano, al fine di evitare fenomeni di dilavamento della collina prospiciente Via Mazzucchelli che interessano la viabilita' di adduzione al sottopasso al km 4+796, realizzare un idoneo canale, o altra opera che risolva tale inconveniente. 212. Nel comune di Mazzano: a. Realizzare un nuovo sottopasso poderale in corrispondenza del confine con il comune di Calcinato che include anche la realizzazione di un sottopasso poderale a spinta sulla linea ferroviaria esistente. b. Realizzare la viabilita' poderale di ricucitura con la viabilita' esistente parallela all'opera ferroviaria (a Nord e a Sud) per una lunghezza complessiva di circa 900 metri a Sud e 700 metri a Nord. 213. Nel comune di Mazzano, riqualificare Via Spazzini e Via Conciliazione mediante asfaltatura del sedime stradale, rifacimento dei marciapiedi e posizionamento di illuminazione pubblica, ove mancante, per una lunghezza complessiva di circa 1.450 metri. 214. Nel comune di Mazzano, eliminare la viabilita' di cantiere ricadente all'interno del vincolo paesaggistico della Villa Mazzucchelli, rivedendo l'organizzazione della cantierizzazione. 215. Nel comune di Mazzano, installare 16 dossi per la limitazione della velocita' su Via Mazzucchelli nelle aree limitrofe ai lavori AV. 216. In fase di progettazione esecutiva, verificare adeguatamente gli ambiti assoggettati a specifica tutela paesaggistica anche in relazione alle modifiche apportate alle opere rispetto al progetto definitivo presentato in CdS. 217. Nel comune di Peschiera del Garda: a. Prevedere, in fase di progettazione esecutiva, sifoni o altri accorgimenti per evitare impatti sui corsi d'acqua di alimentazione del laghetto del Frassino. b. Adottare, per quanto riguarda le opere che intercettino la falda, specialmente nel contesto idrografico relativo al Laghetto del Frassino, opportuni accorgimenti atti ad evitare l'interruzione del flusso di falda e la contaminazione della medesima, anche mediante opportuni approfondimenti progettuali. 218. Nel comune di Peschiera del Garda, prevedere, in fase di progettazione esecutiva, lo spostamento del cantiere operativo L.5.O.1 in modo da non recare impatto ai limitrofi pozzi esistenti ed alle colture viticole. 219. Nel comune di Peschiera del Garda: a. Concordare con la societa' Azienda Gardesana Servizi le modalita' di approvvigionamento idrico per i fabbisogni del cantiere logistico L.5.L.1. b. Inoltre verificare la soluzione piu' idonea e meno impattante per lo smaltimento dei reflui domestici e delle acque nere. 220. Prevedere un riassetto dei cantieri nel territorio del comune di Peschiera, eliminando il cantiere L.5.O.2. 221. Nel comune di Peschiera del Garda, prevedere, in fase di progettazione esecutiva, idonee ottimizzazioni all'innesto della rampa nord del cavalcaferrovia Ghirolda alla pk 120+124 con la viabilita' esistente in corrispondenza della localita' Massoni, in modo da recare il minimo impatto, in particolare durante la fase di costruzione, al nucleo abitato. 222. Rivedere la progettazione della viabilita' e degli accessi in corrispondenza del Santuario Madonna del Frassino (comune di Peschiera del Garda) cercando di contenere i disagi sull'attuale utilizzo dell'area e garantire la continuita' del traffico nonche' un miglior inserimento ambientale della nuova linea AV (che nel tratto prospicente il santuario e' prevista in galleria artificiale), in particolare con: cambiamento della modalita' costruttiva lungo tutto il fronte del santuario: da palancolati a berlinesi, cosi' da ridurre al minimo l'ingombro dell'area dello scavo e dell'area di lavoro; eliminazione di ogni commistione tra mezzi di cantiere e traffico privato; mantenimento della viabilita' veicolare nel sottopasso di Via Pignolini-Via Frassino durante la fase di costruzione; nuova rotatoria sulla Via Pignolini con possibilita' di inversione di marcia e accesso al parcheggio posto a sud; mantenimento dell'accesso al parcheggio nord con conservazione della maggior parte dei posti auto esistenti; mantenimento dell'accesso al santuario come oggi durante la fase di costruzione senza commistione con i mezzi di cantiere; riduzione della larghezza della pista di cantiere davanti al santuario; inserimento di elementi protettivi e di schermatura visiva a specchio, con funzione fonoassorbente e di contenimento dell'impatto per le polveri; riduzione dell'abbattimento dei cipressi esistenti; riduzione della rotatoria di cantiere di incrocio tra pista e strada di accesso al cantiere L.5.L.1, con riduzione del numero di cipressi rimossi; mantenimento della «strada dei frati» con l'istituzione di un ingresso a senso unico; esecuzione di monitoraggio durante la costruzione e post-operam delle vibrazioni; ripristino dell'accesso ciclopedonale che sottopassa l'A4 da nord alla fine dei lavori. 223. Realizzare, nel comune di Peschiera del Garda, una bretella di collegamento tra la SP n. 56 e la SP n. 28 a nord dell'autostrada, come da studio redatto da Veneto Strade SpA. con acquisizione delle aree e relativa permessualistica a cura e carico della Regione Veneto 224. Concordare la ricomposizione ad alto valore paesistico ambientale, dell'estradosso della galleria artificiale in corrispondenza del Santuario della Madonna del Frassino (comune di Peschiera del Garda), con le autorita' locali, compatibilmente con i vincoli ferroviari. 225. Predisporre un approfondimento idraulico per verificare le interferenze delle attivita' di costruzione con il reticolo idraulico in localita' Broglie (comune di Peschiera del Garda), verificando altresi' l'eventuale necessita' di realizzare una cassa di espansione/vasca di laminazione. 226. Al fine di evitare da parte dei mezzi pesanti di cantiere l'attraversamento dell'abitato di Dolci, l'utilizzo della viabilita' tra il cantiere logistico L.5.L.1 e la localita' Tresole, l'utilizzo della strada Peschiera (in comune di Ponti sul Mincio) sino al suo incrocio con la SP 77 e l'utilizzo della strada di attraversamento dell'abitato di Broglie, nel comune di Peschiera del Garda: realizzare una viabilita' di cantiere di collegamento tra il cantiere logistico L.5.L.1 e le piste poste ad Est di Colle Baccotto; detta viabilita' dovra' essere mantenuta e a fine lavori ceduta al Comune; realizzare una rotatoria all'incrocio tra la suddetta pista e la Via Mantova, a nord dell'abitato di Dolci; detta rotatoria dovra' essere a fine lavori ceduta al Comune; istituire un senso unico, per un breve tratto in corrispondenza del santuario del Frassino, sulla viabilita' pubblica tra la Via Pignolini ed il parcheggio del santuario, per garantire la continuita' della pista di cantiere anche davanti al santuario e poter collegare i fronti di lavoro da ovest ad est. 227. In comune di Pozzolengo prevedere una diversa soluzione del progetto del cavalcavia presso Cascina Roveglia (km 119+372) riducendo il numero di campate ed eliminando la rotatoria a Nord, al fine di minimizzare l'impatto paesaggistico ed il consumo di suolo. 228. In comune di Pozzolengo inserire un tracciato ciclopedonale nel manufatto di attraversamento al km 119+372 e nei connessi tratti di viabilita' comunale oggetto di interventi. 229. In comune di Pozzolengo eliminare la rotatoria prevista a nord del cavalcaferrovia al km 119+372, sostituendola con un'intersezione di minore ingombro in relazione al tipo di strade collegate. 230. Rivedere, per quanto tecnicamente possibile, la collocazione e l'ubicazione delle aree di stoccaggio previste in prossimita' della Cascina Roveglia e la conseguente ridefinizione della viabilita' di accesso a tali aree, in condivisione con il Comune di Pozzolengo. 231. Realizzare una viabilita' della stessa sezione di quella attuale (Via Libia) sul tracciato della pista di cantiere prevista a sud della linea AV dalla pk 135+500 fino all'intersezione con la SP n. 26, nonche' una rotatoria con dimensioni adeguate al livello di strada provinciale in corrispondenza dell'innesto della suddetta nuova viabilita' con la SP n. 26. La rotatoria sara' dimensionata considerando il possibile traffico futuro, anche in funzione del possibile intervento CORBAZ // AGROMAR, e prevedera' inoltre un nuovo ramo per accogliere la pista di cantiere che dopo i lavori potrebbe essere trasformata in viabilita' pubblica. 232. Prolungare l'attuale sottopasso esistente sotto la linea storica in localita' Betlemme (comune di Sommacampagna), alla pk 138+774 anche in corrispondenza della linea AV. 233. Mantenere, nel comune di Sommacampagna, il ponte scatolare previsto per la pista di cantiere alla pk 138+821. 234. Realizzare, nel comune di Sommacampagna, una fascia boscata con funzioni di mascheramento della sottostazione elettrica prevista alla pk 136+026. 235. Nel comune di Sommacampagna, individuare e comunicare all'amministrazione comunale in fase di progettazione esecutiva le eventuali fasce di rispetto urbanistico conseguenti alla realizzazione della sottostazione elettrica alla pk 136+026. 236. Realizzare l'elettrodotto, previsto in comune di Sommacampagna tra l'esistente elettrodotto RFI e la sottostazione elettrica, in cavidotto interrato per tutta la sua lunghezza, come prescritto dal MATTM nell'ambito della procedura VIA (parere Commissione VIA n. 1767 del 17 aprile 2015) tenuto del contesto ambientale, nonostante le indicazioni di cui alla delibera CIPE 120/2003. 237. Eliminare la prevista rotonda ad uso cantierizzazione alla pk 138+000 circa, in localita' Betlemme (comune di Sommacampagna), perche' interferente con la cava esistente. 238. Realizzare i seguenti interventi sulla SP 26 Morenica, in ragione del fatto che questa e' di fondamentale importanza per il territorio e che la stessa sara' interessata dal transito dei mezzi di cantiere (in corrispondenza della pk ferroviaria 136+079): a. allargamento del sottopasso esistente sotto la linea storica con realizzazione della pista ciclopedonale; b. allargamento del sottopasso previsto sotto la linea AV con realizzazione del sottopasso ciclopedonale; immediatamente a sud del sottopasso sara' previsto un piccolo slargo di sosta per i ciclisti in transito. c. riqualificazione della SP Morenica nel territorio di Sommacampagna con realizzazione di pista ciclopedonale dal confine con il Comune di Sona sino alla rotonda di innesto con il casello autostradale; nel tratto finale la pista verra' realizzata sull'attuale cavalcavia autostradale con posa di new jersey di separazione dalla viabilita' veicolare; la pista dovra' prevedere una piccola siepe di separazione, posizionata lungo la barriera di sicurezza nello spazio dell'arginello ivi previsto, formata da «cespugli» che non necessitino di irrigazione; sara' inoltre previsto uno slargo di sosta al limite di intervento prima del casello autostradale; d. riqualificazione della SP Morenica nel territorio di Sona con realizzazione di pista ciclopedonale dal confine con il Comune di Sommacampagna sino a via Molinara/via Trentino; e. realizzazione di rotatoria all'incrocio tra la SP Morenica e la Via Morsara in Comune di Sona. 239. Eliminare il sottopasso previsto alla pk 134+410 in localita' Brognol-Valle, mantenendo in sua vece il sottopasso esistente sotto la linea storica e prolungandolo, anche sotto la linea AV alla pk 134+394, con dimensioni 4 × 4 m. 240. Delocalizzare la ditta ANCAP su una nuova area ubicata nel comune di Sona come indicato nella lettera della Provincia di Verona prot. 2082 del 12 gennaio 2015. 241. Mantenere i sottopassi esistenti sotto la linea storica alle pk 136+500 circa, 136+750 circa prolungandoli anche sotto la linea AV, prevedendo l'innesto sulla pista di cantiere. 242. Realizzare un sottopasso ciclopedonale su Via Mincio nei pressi di quello stradale previsto alla pk 137+987, realizzando inoltre una pista ciclabile dal confine con il comune di Sommacampagna fino all'incrocio con la Via Emilia, nonche' per un tratto di circa 300 metri su Via Bellona e Via Morsara. 243. Nel comune di Sommacampagna riqualificare Via Canova attraverso i seguenti interventi: a. realizzazione di rotatoria all'incrocio tra Via Belvedere e Via Cason adeguata al traffico in transito, con corredo vegetale composto da piante autoctone e/o tipiche del luogo che non necessiti di particolari necessita' di irrigazione; b. realizzazione di rotatoria all'incrocio tra Via Macaccara e Via Cason, con posizionamento distanziato dalle abitazioni esistenti e salvaguardando la vegetazione posta lungo Via Macaccara; c. realizzazione di rotatoria ellittica all'incrocio tra Via Verona e Via Canova adeguata al traffico in transito; d. allargamento della Via Cason - Via Canova dalla rotatoria a) alla rotatoria c) con sezione stradale di 7 metri, realizzazione di pista ciclopedonale e filare alberato sul lato dell'abitato di Caselle nei tratti privi di vegetazione. In corrispondenza delle abitazioni poste immediatamente a nord dell'incrocio tra Via Maccacarra e Via Cason, si dovra' provvedere ad uno spostamento della carreggiata stradale ad ovest degli edifici per superare la strettoia esistente tra gli edifici stessi. 244. Eliminare il cavalcaferrovia di Via De Amicis previsto alla pk 140+661. 245. Approfondire, in fase di progettazione esecutiva, ogni aspetto riguardante le possibili interferenze con il sistema idrogeologico e con il sottosuolo in relazione alla realizzazione della galleria naturale di San Giorgio (comune di Sona). 246. Realizzare, nel comune di Sona, una rotatoria in corrispondenza dell'incrocio tra Via Campagnola e Via Terminon, alla fine della rampa nord del sottopasso previsto alla pk 133+920. 247. Realizzare, nel comune di Sona, una pista ciclopedonale in affiancamento a Via Campagnola/Via Piona, dall'incrocio con Via Piedicolle fino all'incrocio con Strada San Giorgio, incluso un sottopasso da realizzare per l'attraversamento della linea AV nei pressi della pk 133+900. Per l'attraversamento della linea ferroviaria storica la pista ciclabile si potra' utilizzare l'attuale sottopasso stradale. 248. Verificare in sede di progettazione esecutiva, compatibilmente con le esigenze tecniche, la possibilita' di ridurre o delocalizzare l'area di stoccaggio L.7.S.T.1 attualmente prevista in localita' Terminon (comune di Sona), anche in considerazione della destinazione urbanistica prevista come centro raccolta rifiuti. 249. Verificare il rispetto dei limiti acustici del polo scolastico sito presso l'abitato di Lugagnano (comune di Sona) e, in caso di esito negativo, rivedere le mitigazioni antirumore previste. 250. Relativamente al Santuario del Frassino, sito nel comune di Peschiera del Garda, data la prossimita' dell'infrastruttura al complesso monumentale, effettuare il monitoraggio del monumento ed in particolare degli apparati decorativi esterni; si prescrive altresi' un intervento di preconsolidamento di tali apparati (da sottoporre alla preventiva autorizzazione da parte della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza) prima dei lavori di scavo, al fine di limitare la possibilita' di eventuali danni causati dalle vibrazioni. Qualsiasi anomalia dovesse risultare dal monitoraggio in fase di cantiere, dovra' essere tempestivamente comunicata alla citata Soprintendenza per le valutazioni di competenza. 251. Provvedere al finanziamento del restauro delle opere pittoriche della facciata del Santuario della Madonna del Frassino, su progettazione redatta di intesa con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza. 252. Per le pile del viadotto Mincio (comune di Peschiera del Garda), che interessano l'alveo attivo: analizzare tutte le problematiche legate alla compatibilita' idraulica la quale dovra' essere soddisfatta verificando l'eventuale alterazione delle dinamiche fluviali derivanti dalla loro azione congiunta alle citate pile del ponte autostradale; garantire che le fondazioni e le relative opere di protezione siano tali da non interferire in alcun modo con l'andamento dei flussi e del trasporto solido del fiume. 253. Nel comune di Desenzano del Garda: a. Nell'area che si osserva dalla Torre di San Martino, prevedere una tipologia di mitigazione verde analoga a quella proposta per il paesaggio morenico: un sistema di uno o piu' filari d'alberi variamente disposti anche a macchie boschive, articolati e misti a sistemi di vegetazione piu' bassa che filtrino opportunamente la lettura della rigida fascia determinata dalla cesura delle barriere. b. In considerazione della possibilita' di fruizione di questo paesaggio speciale anche da parte di chi lo attraversa con la linea AV/AC, prevedere, lungo il corso di tale fascia verde a mitigazione delle barriere, l'inserimento di uno o piu' tratti senza mitigazioni arboree e con elementi antirumore in materiale trasparente. c. In fase esecutiva, effettuare una valutazione congiunta con le autorita' competenti relativa alla piu' opportuna individuazione dei punti ideali nei quali prevedere queste «finestre paesaggistiche». 254. Per quanto riguarda il Viadotto Chiese (comune di Calcinato) - valutate le indubbie qualita' dell'ambito paesaggistico interessato dall'attraversamento del viadotto, direttamente fruibile dal percorso ciclopedonale esistente che lambisce il lungofiume quasi in tutto il tratto a nord e sud del previsti tracciato ferroviario - predisporre una soluzione architettonica qualitativamente adeguata alle caratteristiche del paesaggio. In tal senso si dovra' predisporre un nuovo progetto architettonico che preveda l'inserimento di elementi di semplificazione/ammorbidimento delle linee architettoniche del manufatto e di barriere acustiche trasparenti. 255. Nel comune di Calcinato, spostare la rotatoria in prossimita' della PK 99+200, in corrispondenza dell'incrocio esistente, riducendone le dimensioni al minimo possibile. 256. Nel comune di Peschiera del Garda: a. Con riferimento al vincolato complesso Corte di Mano di Ferro, redigere e sottoporre al Ministero dei beni e delle attivita' culturali e del turismo in fase esecutiva, un adeguato progetto di inserimento paesaggistico, specie con riferimento alle soluzioni di schermatura dell'infrastruttura (autostrada) e degli insediamenti produttivi esistenti sul lato nord del Complesso, mediante la messa a dimora di filari di essenze arboree di adeguata eta' e sviluppo di chioma nonche' alle sistemazioni del terreno, in corrispondenza della galleria, che dovra' prevedere acclivita' morbide e di tipo naturali. b. Inoltre, sostituire la rampa carrabile dell'uscita di sicurezza della galleria artificiale Madonna del Frassino Est con uscite pedonali. c. Ripristinare, nelle condizioni ante operam, i due rami di viabilita' di cantiere (non asfaltata per 2090 mq ed asfaltata per 3533 mq) temporanei e funzionali alla fase di realizzazione. 257. In fase di progettazione esecutiva sviluppare, in modo adeguato e conformemente alle normative di settore, l'attraversamento di Via Bologna (comune di Castel nuovo del Garda) mediante rotonda. 258. In fase di progettazione esecutiva, a tutela dell'area boscata in Localita' Madonna di Monte e fatte salve le previste autorizzazioni in materia, ricostituire l'area boscata nella misura sottratta dall'opera in progetto in altra area individuata dal Comune di Sommacampagna. 259. Garantire la continuita' delle attivita' autorizzate a cava Ballarini (comune di Castelnuovo del Garda), fermo restando il rispetto del vincolo ex decreto del Presidente della Repubblica n. 753/80. 260. Nel comune di Castelnuovo del Garda, modificare la rotatoria prevista a Nord del cavalcavia di Mongabia per includere anche l'incrocio con Via Sei Fontane. 261. Nel comune di Castelnuovo del Garda, modificare il sottopasso di Via Mantovana con il prolungamento del sottopasso esistente sotto l'autostrada A4, prevedendo l'altezza del nuovo sottopasso AV fino ad un minimo di 4,5 metri, senza realizzare quello previsto in progetto. 262. Nel comune di Castelnuovo del Garda, ripristinare il percorso di Via San Lorenzo prevedendo il transito sopra la galleria artificiale. 263. Nel comune di Castelnuovo del Garda, trasferire il posto tecnologico previsto alla pk 129+345 in area interclusa prevedendo un sottopasso di collegamento alla pk 129+105. 264. In corrispondenza dell'Azienda Agricola Serraglio (comune di Desenzano del Garda): intervenire sul tracciato planimetrico della galleria artificiale apportando uno spostamento a Sud di circa 37 metri e modificando la modalita' di scavo con l'adozione di paratie in modo da salvaguardare le stalle, i fienili e le aree di manovra per i mezzi agricoli; garantire la possibilita' di coltivazione a seminativo sopra il sedime della galleria ferroviaria mediante adeguato ricoprimento; garantire la continuazione dell'attivita' dell'azienda realizzando opportuni accessi dalla viabilita'. Le modalita' di accesso dovranno essere definite e concordate direttamente con l'azienda; realizzare l'ampliamento del fienile e delle trincee orizzontali di dimensioni pari a quelle attuali anche sul sedime ferroviario; adottare tutte le misure per mitigare gli impatti durante la fase di costruzione della linea, in particolare per quanto riguarda le polveri che dovranno essere anche controllate nell'ambito del monitoraggio ambientale ante-operam e durante la costruzione; prevedere un monitoraggio dello stato di fatto degli edifici della tenuta e della evoluzione durante la costruzione. 265. Nel comune di Desenzano del Garda, per quanto riguarda l'attuale cavalcavia autostradale alla progressiva ferroviaria 115+700, nei pressi della Cascina Armea, sostituire il cavalcaferrovia previsto in progetto alla pk 115+158 con un cavalcaferrovia alla pk 115+700 in posizione obliqua secondo il tracciato dell'asse viario esistente, integrandolo con una viabilita' di ricucitura per la capezzagna posta nell'area a Sud che attraversa i vigneti esistenti. 266. Nel comune di Pozzolengo, traslare il tracciato ferroviario del minimo necessario per evitare la demolizione del fabbricato di Cascina Roveglia, prevedendo interventi con micropali (doppia berlinese con setto antivibrante) e di consolidamento sotto l'edificio. 267. Nel comune di Pozzolengo, inserire una nuova rotatoria in corrispondenza dell'incrocio dei tre rami di Via Sirmione ed un marciapiede di circa 500 metri su Via Sirmione dalla suddetta rotonda fino a Via Benaco. 268. Nel comune di Pozzolengo, realizzare un nuovo sottopasso a spinta in corrispondenza dell'attraversamento della linea ferroviaria storica da parte di Via Massoni. 269. Nel comune di Sona, per evitare il transito dei mezzi di cantiere in San Giorgio in Salici, realizzare una pista di cantiere lungo l'autostrada A4 da pk 130+650 circa a pk 132+500 circa. 270. Nel comune di Sona, realizzare una pista ciclabile in terra battuta attrezzata con polifere per eventuale futuro impianto di illuminazione (quest'ultimo escluso dalla prescrizione) sul sedime della galleria artificiale San Giorgio, previo assenso della DTP RFI di Verona. 271. Nel comune di Sona, garantire il transito sulla viabilita' esistente alla pk 132+870 sopra la galleria artificiale, in corrispondenza dell'uscita di sicurezza della galleria. 272. Nel comune di Sommacampagna, adeguare Via Siberie mediante allargamento della sede stradale tra il sottopasso previsto sulla linea AV e l'incrocio con Via Ceolara. L'onere di acquisizione delle aree sara' a carico del Comune. 273. Nel comune di Sommacampagna, realizzare un'area boscata in localita' Betlemme tra l'abitato e la linea AV, su aree che saranno espropriate da parte del Comune con oneri a carico del Proponente. 274. Nel comune di Sona, in ragione della mancata realizzazione del cavalcavia di Via De Amicis, per il traffico dei mezzi di cantiere in direzione nord in comune di Sona, utilizzare una delle seguenti alternative di percorso: a. Via De Amicis nella sola direzione est (tratto attualmente sterrato), parallelamente alla linea ferroviaria storica (a Nord), sottopassando l'A22 Autostrada del Brennero, verso la Via Cason in comune di Verona; b. una nuova pista di cantiere parallela alla linea storica che congiunge la localita' Messedaglia alla Via Stazione in comune di Sona. 275. Nel comune di Sona: a. Sostituire il cavalcaferrovia di Via Rampa (pk 139+931) con un sottopasso. b. Realizzare il nuovo sottovia sulla sede di quello esistente, tale da consentire di sottopassare la linea storica, la nuova linea AV ed il canale presente a nord della linea storica. c. Mantenere la rotatoria come prevista in PD al termine della rampa sud del cavalcavia, ma posizionata all'incrocio tra via Rampa e via Belvedere. 276. Nel comune di Sona, presso Corte Messedaglia ed in particolare di fronte alla Chiesetta di Santa Maria del Carmine, struttura del Settecento, rimodellare opportunamente il terreno ed adeguare eventualmente gli interventi a verde al fine di evitare la vista di elementi della galleria artificiale che fuoriescano rispetto al piano campagna. 277. Nel comune di Calcinato, in fase esecutiva, verificare la possibilita' di ottimizzare/ridurre l'area tecnica AT.GN01 e la connessa area di stoccaggio L.3.ST.52. 278. Nel comune di Calcinato, modificare le ultime 4 campate dell'elettrodotto Lonato - Calcinato in modo da massimizzare l'affiancamento all'elettrodotto esistente Terna ed in modo da evitare lo scavalco del cavalcavia di Via Moncalvo. 279. Nel comune di Lonato assicurare la disponibilita' di aree di stoccaggio della ditta Wierer i cui piazzali sono interferiti dalla linea ferroviaria. 280. Nel comune di Ponti sul Mincio, realizzare una nuova rotatoria tra la SP19 e le via Dolci e Valscarpina, nonche' riqualificare la SP19, per il tratto interessato dall'abitato in localita' Ferrares-Zecchinetti, con costruzione di marciapiedi. 281. Nel comune di Peschiera del Garda, ripristinare tempestivamente le aree limitrofe alla Villa de Peverelli Della Cella, sottoposta a tutela in forza del decreto ministeriale 14 febbraio 2013, che risultano interessate dal tracciato ferroviario totalmente in galleria lungo un'area al confine nord e da un'area di cantiere che occupa, nella temporaneita' legata al periodo di realizzazione della tratta, parte dell'area a verde sottoposta a tutela. 282. Relativamente agli itinerari di cantiere in comune di Desenzano, utilizzare la strada collinare di via Tiracollo con i mezzi di cantiere con le limitazioni dovute alle caratteristiche della strada, sia per l'acclivita' del percorso sia per le difficolta' con la circolazione veicolare leggera presso lo svincolo ed il parcheggio del centro commerciale Il Leone posti all'inizio dell'itinerario collinare di via Tiracollo. 283. In comune di Mazzano limitare al minimo indispensabile le aree adibite a stoccaggio materiali ed inerti ed eventualmente rilocalizzarle in aree limitrofe alle opere in accordo con le indicazioni degli Enti Locali. 284. Prevedere la cessione al Comune di Calcinato della pista di cantiere che collega la Via Manzoni (pk 0+700 interconnessione) con Via Brescia (altezza Cascina Margherita - pk 1+500 interconnessione); la pista verra' ceduta nello stato in cui si trovera' a fine lavori con acquisizione delle aree a carico del proponente. 285. Nel comune di Castelnuovo del Garda, prevedere, durante la costruzione del sottopasso di Via Mantovana alla pk 126+852 e del cavalcaferrovia SP27 di Mongabia alla pk 128+748, che la chiusura delle strada attuale di Via Mantovana e di Via Stazione non avvenga contemporaneamente. 286. Nel comune di Peschiera del Garda, stante l'attuale stato della viabilita' che collega il cavalcavia Ghirolda verso Sud, e in particolare, in localita' Pigno, verificare la sussistenza di viabilita' alternativa al transito dei mezzi di cantiere o, in subordine, la necessita' di adeguamento della suddetta strada. 287. Nel comune di Peschiera del Garda, verificare la possibilita' di ridurre l'utilizzo della viabilita' di attraversamento della frazione Broglie da parte dei mezzi di cantiere o, in subordine, prevedere gli adeguamenti necessari in modo da ridurre l'impatto con il traffico attuale e con le funzioni residenziali esistenti. 288. Nel comune di Peschiera del Garda, prevedere, durante la fase di costruzione, un percorso alternativo temporaneo alla pista ciclabile interregionale Peschiera-Mantova in corrispondenza del viadotto Mincio, in modo da non interrompere la funzionalita' della pista stessa. 289. a. Concordare con l'amministrazione comunale di Sommacampagna la cessione a quest'ultima delle piste di cantiere, o parte di esse, ubicate a sud della linea AV nel tratto tra la SP26 e il confine comunale con Verona; la cessione avverra' nello stato in cui si troveranno dette piste al termine dei lavori e con acquisizione delle aree a carico del Comune. b. Trasferire contestualmente a sud del tacciato della pista ceduta al Comune di Sommacampagna le opere di mitigazione a verde ove queste risultino sulla stessa sede della pista, con acquisizione della aree necessarie a carico del Comune. 290. Nel Comune di Sommacampagna, utilizzare le essenze arboree per le mitigazioni a verde in accordo all'art. 40 del Regolamento Edilizio Comunale. 291. Concordare con l'amministrazione comunale di Sona la cessione a quest'ultima delle piste di cantiere, o parte di esse, ubicate a nord della linea AV in corrispondenza di Via de Amicis; la cessione avverra' nello stato in cui si troveranno dette piste al termine dei lavori e con acquisizione delle aree a carico del Comune. 292. Nel Comune di Peschiera del Garda: a. Durante l'esecuzione dei lavori e in esercizio della nuova ferrovia AC/AV provvedere al monitoraggio strutturale del Santuario anche per le parti decorative. b. Comunicare tempestivamente alla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le valutazioni di competenza, qualsiasi anomalia dovesse risultare dal monitoraggio in fase di cantiere. 293. Data la specificita' del sito Laghetto del Frassino (comune di Peschiera del Garda), adottare tutte le misure di precauzione atte a evitare i possibili effetti negativi sulle acque sotterranee presso le seguenti aree: Cantiere Operativo L.5.0.1 Area Tecnica Stoccaggio L.5.A.T.8 Area Tecnica Stoccaggio L.5.S.T.18 Area Tecnica Stoccaggio L.5.S.T.19 294. Nel comune di Sona, in fase di costruzione del Viadotto Tione (pk 130+400), assicurare la massima attenzione agli ambiti naturalistici presenti adottando tutte le misure necessarie a preservare la vegetazione. 295. Nel comune di Sona, valutare la possibilita' di localizzare il cantiere operativo L.7.O.1 nell'area di cava di Via Siberie, la cui attivita' e' in fase di ultimazione. 296. Come previsto dall'art. 5, comma 4, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 luglio 2003, durante l'esercizio della linea ferroviaria, fornire ad ARPA, con modalita' concordate con essa e con frequenza trimestrale, almeno 12 valori di corrente circolanti sugli elettrodotti per ciascun giorno corrispondenti ai valori medi delle correnti registrate ogni due ore nelle normali condizioni di esercizio, in modo da consentire la verifica del rispetto dei limiti di esposizione e degli obiettivi di qualita'. 297. In relazione alla Galleria Naturale di Lonato (GN02), durante la fase di cantiere: eseguire le attivita' di caratterizzazione dei materiali comprendendo oltre agli analiti previsti dal decreto ministeriale n. 161/2012, anche i seguenti analiti: nel caso si utilizzasse il prodotto BASF - Rheosoil 143: tensioattivi anionici; acido acrilico; nel caso si utilizzasse il prodotto Mapei Polyfoamer FP: tensioattivi anionici; tensioattivi non ionici; acrilamide; acido acrilico. 298. In relazione alla Galleria Naturale di Lonato (GN02), durante la fase di cantiere, confrontare gli esiti analitici per i parametri aggiuntivi non presenti nella Tabella 1 dell'Allegato 5 alla parte quarta del decreto legislativo n. 152/2006 e ss.mm.ii., con i seguenti limiti di riferimento ai fini di riutilizzo: a. tensioattivi anionici = 2,8 mg/Kg b. tensioattivi non ionici = 5,0 mg/Kg c. acrilamide = 0,3 mg/Kg, acido acrilico = 3,0 mg/Kg. 299. In relazione alla Galleria Naturale di Lonato (GN02), durante la fase di cantiere, trasmettere i rapporti di prova certificati da laboratori accreditati derivanti dalla caratterizzazione dei materiali scavati in accordo con le ARPA competenti. 300. In relazione alla Galleria Naturale di Lonato (GN02), durante la fase di cantiere, trasmettere uno studio eco-tossicologico redatto da Ente o Istituto accreditato sull'utilizzo degli additivi previsti nella realizzazione dell'opera, condiviso con l'Istituto Superiore della Sanita' relativamente ai rischi sulla salute umana. 301. In relazione alla Galleria Naturale di Lonato (GN02), durante la fase di cantiere, prevedere il trasporto dei materiali provenienti dagli scavi in apposite vasche di maturazione, preventivamente progettate nelle loro dimensioni, ubicazione, numero, layout, ecc., tramite nastro trasportatore a perfetta tenuta stagna. 302. In relazione alla Galleria Naturale di Lonato (GN02), durante la fase di cantiere, prevedere la stesura dei materiali scavati all'interno di singole vasche in cumuli di 3.000-4.000 mc per consentirne l'asciugatura e la maturazione, al fine di conferire agli stessi migliori caratteristiche di movimentazione, umidita' ottimale e di favorire la biodegradazione naturale degli additivi utilizzati nelle operazioni di scavo. 303. Con riferimento agli aspetti geotecnici: adeguare la progettazione alle NTC2008, tenendo conto dei recenti aggiornamenti circa la sismicita' di base del territorio; approfondire le verifiche di sicurezza dei pali di fondazione nei confronti delle azioni orizzontali e della resistenza laterale, adottando adeguati valori del coefficiente «beta»; effettuare le verifiche a liquefazione ai sensi della normativa vigente; garantire che l'eventuale presenza di trovanti all'interno dei depositi glaciali attraversati dalle gallerie naturali non pregiudichi la realizzazione delle opere; rivalutare il ricorso ai tamponi in jet-grouting per l'esecuzione delle fondazioni dirette di numerosi viadotti, alla luce dell'adeguamento della progettazione alle vigenti norme tecniche; approfondire le verifiche del rivestimento delle gallerie in presenza di copertura estremamente modesta; approfondire per la galleria artificiale Frassino la verifica dei livelli di deformabilita' della struttura di sostegno provvisoria, i potenziali risentimenti sulle opere adiacenti nonche' i potenziali effetti degli aggottamenti in termini di stabilita' del fondo scavo. 304. Con riferimento alle opere idrauliche, adeguare la progettazione alle NTC2008, rispettando per i ponti la distanza minima tra le pile e tra pila e spalla. 305. Verificare gli impatti sul reticolo idrico superficiale tenendo conto dei «Piani di gestione delle alluvioni» redatti dalle competenti Autorita' di Bacino. 306. Verificare eventuali ricadute sugli interventi di smaltimento delle acque di piattaforma alla luce di analisi piu' aggiornate sulle precipitazioni atmosferiche. 307. Per quanto riguarda i tombini: verificare la possibilita' di sostituire, laddove il rilevato lo consente, le sezioni circolari dei tombini con sezioni rettangolari al fine di garantire la praticabilita'; verificare la necessita' di inserire un'opera di dissipazione; utilizzare adeguate protezioni contro l'usura; garantire adeguata protezione contro l'ingresso di materiali che possano bloccarsi all'interno del tombino stesso; considerare con particolare attenzione l'attraversamento a pk 131+9 dove il canale, essendo il tracciato in galleria, passa sopra questa ultima. 308. Assicurare la piena rispondenza del progetto alle STI (Specifiche Tecniche di Interoperabilita'). In particolare per la sicurezza in galleria bisognera': prevedere l'istituzione di una sala operativa per il monitoraggio della sicurezza e la gestione delle emergenze; dotare gli impianti di protezione attiva e passiva - in particolare i filtri lungo le vie di fuga - di appositi strumenti di rilevazione e segnalazione di situazioni di criticita', asservendo gli impianti automatici e/o fissi di sicurezza; analoghe caratteristiche dovranno essere assicurate in caso di avaria dei gruppi elettrogeni; assicurare che l'impianto di protezione della rete antincendio sia conforme alle norme UNI; prevedere specifici programmi di manutenzione per tutti gli impianti di sicurezza, con indicazione dei soggetti responsabili; riportare nel progetto il quadro normativo di riferimento per gli impianti di sicurezza; assicurare che gli impianti di diffusione allarme siano conformi alle norme UNI 9795-2013, EN-UNI54-1-2011, EN-UNI54-3-2014, EN-UNI54-23-2010; redigere un piano di emergenza con le procedure da seguire; installare la segnaletica di sicurezza secondo le norme vigenti; assicurare la rispondenza alle norme di cui al decreto ministeriale del 28 ottobre 2005, per quanto applicabili, le STI-STR, al decreto del Presidente della Repubblica n. 151/2011 e al decreto ministeriale del 7 agosto 2012. 309. Approfondire tutti gli aspetti riguardanti le interferenze con le viabilita' minori, anche in rapporto alla priorita' di queste ultime, con riferimento alle norme tecniche di progettazione di cui al decreto ministeriale del 5 novembre 2001 e al decreto ministeriale del 19 aprile 2006. Raccomandazioni - Parte seconda Si raccomanda al soggetto aggiudicatore ovvero il soggetto realizzatore dell'opera di: 1. Tenere conto nella progettazione esecutiva, per le opere non di pertinenza ferroviaria, degli effettivi e vigenti vincoli, desumibili dagli elaborati dei piani urbanistici dei Comuni interessati dall'opera infrastrutturale e dalla sua cantierizzazione. 2 a. Verificare la possibilita' di ottenere in locazione aree e/o edifici industriali dismessi e/o temporaneamente inutilizzati, presenti nell'intorno dell'opera, che possano costituire un'alternativa, anche solo parziale, ai cantieri logistici, di stoccaggio, tecnici, ecc., riducendo cosi' l'occupazione di suolo agricolo. b. Accertare altresi' la possibilita' di utilizzare strutture ricettive esistenti per le maestranze. Laddove praticabili, queste soluzioni, dovranno essere disciplinate da apposite convenzioni. 3 a. Concordare con le Amministrazioni comunali l'utilizzo della viabilita' pubblica esistente per il transito dei mezzi di cantiere, evitando, laddove possibile, il transito di mezzi pesanti nei centri abitati. b. Comunicare altresi' alle amministrazioni comunali la tipologia dei mezzi di cantiere che saranno impiegati e dare adeguata informativa sulle attivita' di cantiere. 4. Adeguare nella prima fase dei lavori, ove necessario, le sedi viarie utilizzate per il traffico dei mezzi pesanti per evitare l'utilizzo di tracciati alternativi, anche temporaneamente. 5. Predisporre, durante tutto il periodo di esecuzione dei lavori, le necessarie precauzioni per garantire il deflusso delle acque anche in caso di eventi meteorologici importanti. Nei tratti in cui le lavorazioni andranno ad intercettare la falda si dovranno attuare tutti gli accorgimenti progettuali necessari per garantire il naturale deflusso sotterraneo di falda. Nei canali che verranno deviati ed unificati nei punti di sottopasso delle strutture ferroviarie si dovra' porre attenzione alle pendenze, che dovranno essere idonee al deflusso e a garantire il naturale rimpinguamento delle zone a valle, evitando punti di stagnazione. 6. Porre la massima attenzione nello smaltimento delle acque provenienti da lavorazioni, lavaggio di materiali inerti prodotti negli impianti di frantumazione e selezione, lavaggio di automezzi; 7 a. Utilizzare mezzi di trasporto con capacita' differenziata, in modo da ottimizzare i carichi sfruttandone al massimo la capacita'. b. Privilegiare, per il materiale sfuso, l'impiego di mezzi di grande capacita', al fine di ridurre il numero di veicoli in circolazione nelle zone limitrofe a ciascun cantiere. c. Prevedere, in uscita dal singolo cantiere, una postazione di lavaggio delle ruote e dell'esterno dei mezzi, per evitare dispersioni di materiale polveroso lungo i percorsi stradali. 8. Utilizzare gruppi elettrogeni e gruppi di produzione di calore in grado di assicurare le massime prestazioni energetiche, al fine di minimizzare le emissioni in atmosfera. 9. Utilizzare tutti gli accorgimenti tecnici e gestionali al fine di minimizzare l'impatto sulla qualita' dell'aria e sul rumore, fra i quali: a. utilizzare, ove possibile, mezzi d'opera omologati rispetto ai limiti di emissione in atmosfera stabiliti dalle piu' recenti norme nazionali e comunitarie alla data di inizio lavori del cantiere e macchine operatrici (off road, gruppi elettrogeni), con motori a ciclo diesel, dotate, ove possibile, di specifici dispositivi di contenimento del particolato ad alta efficienza; b. effettuare periodici controlli degli scarichi di mezzi ed apparecchiature, assicurandosi che siano conformi alle indicazioni normative vigenti; c. adottare macchine conformi alle direttive CE in materia di emissione acustica; d. impiegare avvisatori acustici solo qualora non sostituibili con altri di tipo luminoso, nel rispetto della normativa sulla sicurezza dei lavoratori; e. promuovere una preventiva informazione, in caso di lavorazioni particolarmente rumorose od impattanti, alle persone potenzialmente disturbate dalla rumorosita' del cantiere, sui tempi e modi di esercizio, nonche' sulla data di inizio e fine lavori. 10. Evitare, per quanto possibile, lavorazioni nelle ore notturne in prossimita' di edifici abitati e zone residenziali. 11. Garantire l'irrigazione costante e la manutenzione delle «fasce tampone», soprattutto nelle fasi di attecchimento della vegetazione. 12. Verificare l'elenco aggiornato dei siti contaminati prima dell'installazione dei cantieri. Al fine di evitare possibili dispersioni conseguenti ad eventi incidentali, si suggerisce di dotare i cantieri di presidi per il contenimento (materiale assorbente, panne ecc). 13. Al fine di evitare che sul territorio si creino aree abbandonate / degradate, valutare con le Amministrazioni comunali l'eventuale cessione, agli Enti, delle aree acquisite per la realizzazione dell'infrastruttura ed esterne alla recinzione ferroviaria. 14. Informare, relativamente ai siti di interesse comunitario di cui alla Direttiva 92/43, le Autorita' regionali per la Valutazione di Incidenza in merito alla fase attuativa dell'opera e in merito al monitoraggio ambientale 15. Verificare, in fase esecutiva, la possibilita' di localizzare le piste di cantiere il piu' possibile lungo i confini di proprieta'. 16. Posizionare, ove possibile, i nuovi tralicci dell'elettrodotto che ricadono in territorio agricolo produttivo sui confini dei vari appezzamenti o sui confini di proprieta', limitando cosi' i disagi dovuti alle loro interferenza con le macchine agricole. 17. Rispettare le norme vigenti in particolare con riferimento a: mantenere un sistema di tracciabilita' delle terre all'interno dei cantieri che consenta di seguire i percorsi delle terre collegando origine-destinazione, che possa essere consultato in qualsiasi momento dall'Autorita' di controllo; concordare con ARPAV le modalita' per la stabilizzazione a calce delle terre cosi' come previsto dall'all. 3 del decreto ministeriale n. 161; gestire correttamente i risultati delle indagini sulle terre e rocce da scavo. 18. Durante le attivita' di realizzazione dell'elettrodotto Calcinato-Lonato, adottare, ove applicabili, alcune delle misure mitigative previste per le altre opere correlate, in particolare di effettuare una regolare manutenzione dei mezzi e, specialmente in periodo estivo o siccitoso, di mantenere un'adeguata umidita' delle aree di transito ed eventualmente di scavo. 19. Porre particolare attenzione in merito alle possibili interferenze della costruzione con le aree di particolare sensibilita' ambientale ed eco-sistemica; in particolare si segnala: la fascia boscata alla progr. Km 110+750 (vincolo paesaggistico art. 142 comma g del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e l'istituendo Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS) di San Martino, progr, Km 115+450. 20. Porre attenzione, in fase di costruzione del viadotto Mincio, alla presenza del collettore fognario che raccoglie i reflui sulla sponda bresciana e su quella veronese. 21. Verificare la possibilita' di utilizzare una viabilita' di cantiere alternativa a Via Ceolara. 22. Verificare, in sede esecutiva, la possibilita' di non utilizzare per il transito dei mezzi di cantiere la viabilita' che interessa l'abitato di San Giorgio in Salici, prevedendo una pista sul lato nord dell'autostrada da Via Segradi a Via Calvisana, nonche', in luogo di Via Grola, una pista a sud lungo l'autostrada per poi proseguire sull'esistente Via Calvisana. 23 a. Verificare, in sede esecutiva, la possibilita' di utilizzare per il transito dei mezzi di cantiere la Via De Amicis evitando l'attraversamento dell'abitato di Lugagnano. b. Verificare inoltre la possibilita' di utilizzare come pista di cantiere l'esistente strada vicinale che corre parallela alla linea storica immediatamente a nord di questa, da Via De Amicis verso Verona.