(Relazione)
 
      Prefettura di Taranto - Ufficio Territoriale del Governo 
 
 
                AREA I - Ordine e sicurezza pubblica 
 
 
                                               Taranto, 28 marzo 2018 
 
                                      Al Signor Ministro dell'interno 
                                          Palazzo del Viminale - Roma 
 
Oggetto: Comune di Manduria. Relazione ai sensi  dell'art.  143,  III
  comma, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e  successive
  modificazioni. 
    Con prefettizia n. 242 RIS del 3  agosto  2017  lo  scrivente  ha
riferito in merito alla situazione  determinatasi  ed  alle  evidenze
emerse   riguardo   all'Amministrazione   comunale    di    Manduria,
sottoponendo alla valutazione di codesto Ministero l'opportunita'  di
effettuare un accesso presso il detto ente ai sensi dell'art. 143 del
decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, come sostituito dall'art.
2, comma 30, della legge 15 luglio 2009, n. 94. 
    Con decreto ministeriale n. 17102/12/81(1) in data 8 agosto 2017,
e'  stato  autorizzato  l'esercizio  dei  poteri  di  accesso  e   di
accertamento presso quell'Amministrazione  e,  conseguentemente,  con
decreto prefettizio n. 32532 Area I  del  23  agosto  2017  e'  stata
nominata la commissione d'indagine. 
    Con  successivo  provvedimento  n.  45788  del  22  novembre,  su
richiesta motivata della commissione, e' stata concessa la proroga di
ulteriori  tre  mesi  per  l'espletamento   degli   accertamenti   in
questione. 
    In data 16 febbraio 2018 la commissione ha depositato la  propria
relazione conclusiva ed il successivo 13 marzo e'  stato  sentito  al
riguardo il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica
integrato con la  partecipazione  dei  rappresentanti  della  Procura
distrettuale di Lecce e della Procura della Repubblica di Taranto. 
    Tutto cio' premesso, si trasmette, per le conseguenti valutazioni
e determinazioni, la relazione  dello  scrivente  prevista  dall'art.
143, III comma, del T.U.O.E.L. 
 
                                                 Il Prefetto: Cafagna 
Comune di Manduria. Relazione al Sig. Ministro dell'interno ai  sensi
  dell'art. 143, comma 3 del T.U.O.E.L. 
Premessa 
    A seguito di indagini condotte dalla Questura di Taranto sotto la
direzione della Procura di Lecce - Direzione distrettuale  antimafia,
il 4 luglio 2017 il giudice per le indagini preliminari del Tribunale
di Lecce ha disposto ventisette misure di custodia  cautelare  (venti
delle quali eseguite in carcere e sette  agli  arresti  domiciliari),
nei confronti di altrettante persone residenti in  diverse  province,
indagate per associazione di tipo  mafioso,  estorsione,  traffico  e
spaccio di sostanze stupefacenti ed altri gravi reati. Tra queste, un
consigliere  del  Comune  di  Manduria,  dimessosi  dalla  carica  il
precedente 30 giugno 2017, Omissis, nonche'  un  ex  assessore  dello
stesso Ente, Omissis per fatti in gran parte coincidenti con  l'epoca
in cui ha svolto la carica di amministratore dell'ente. 
    L'ordinanza cautelare in  parola  rappresenta  l'epilogo  di  una
complessa attivita' di indagine riguardante un'associazione di stampo
mafioso qualificabile come frangia della sacra corona unita  operante
sul versante orientale della provincia tarantina, capeggiata dal trio
Omissis, Omissis e Omissis, luogotenenti del boss manduriano  Omissis
(capo riconosciuto della S.C.U.). 
    I gravi  fatti  emersi  con  l'operazione  denominata  «Impresa»,
suffragati da elementi probatori  (intercettazioni  e  dichiarazioni)
appaiono indicativi  della  persistente  e  penetrante  capacita'  di
infiltrazione e condizionamento  della  malavita  organizzata  locale
nell'apparato politico amministrativo del Comune di Manduria,  atteso
che gia' in passato, nel corso di altra operazione condotta nel  2012
dalla  Direzione  distrettuale  antimafia  di  Lecce,  erano   emersi
rapporti  tra  soggetti  criminali   interessati   da   provvedimenti
giudiziari, appartenenti alla S.C.U. di Omissis  e  l'Amministrazione
manduriana. Tali rapporti erano stati oggetto di un accesso antimafia
che non aveva dato luogo a provvedimenti nei confronti dell'Ente. 
    Alla luce dei nuovi elementi emersi dall'attivita' giudiziaria  e
dagli approfondimenti delle Forze di Polizia, il Prefetto di  Taranto
ha proposto al Ministero dell'interno un accesso ispettivo  ai  sensi
dell'art. 143, comma 2, del TUEL come modificato dall'art.  2,  comma
30, della legge n. 94/2009. Successivamente al  decreto  ministeriale
di delega all'esercizio dei poteri di accesso e di  accertamento,  il
Prefetto, con provvedimento n. 32532/Area I del 23  agosto  2017,  ha
nominato una commissione di indagine incaricandola di eseguire mirati
approfondimenti  al   fine   di   verificare   eventuali   forme   di
condizionamento compromettenti il buon  andamento  e  l'imparzialita'
amministrativa,  nonche'  il  regolare  funzionamento   dei   servizi
nell'Amministrazione comunale di Manduria. 
    La commissione Omissis ha richiesto, ottenendola, una proroga  di
ulteriori tre mesi, e ha concluso gli accertamenti  e  rassegnato  le
proprie conclusioni, depositando il 16 febbraio 2018, un'articolata e
approfondita relazione finale. 
    Il 13 marzo successivo si e'  svolta  la  riunione  del  Comitato
provinciale per l'ordine e  la  sicurezza  pubblica,  allargata  alla
partecipazione  del  Procuratore  della  Repubblica  della  Direzione
distrettuale antimafia di Lecce e del Procuratore della Repubblica di
Taranto, nonche' con l'intervento dei  componenti  della  commissione
per l'accesso, allo scopo di acquisire  valutazioni  in  merito  alla
sussistenza di forme di condizionamento degli  organi  amministrativi
ed elettivi del Comune di Manduria. 
Situazione politico - amministrativa 
    Con 30.921 abitanti il Comune di Manduria  e'  il  quinto  centro
della Provincia di Taranto  per  popolazione  e  il  primo,  dopo  il
capoluogo,  per  sviluppo  territoriale  costiero,  spingendosi   nel
Salento fino alla Provincia di Lecce. 
    Gli organi politici sono stati rinnovati per  l'ultima  volta  in
occasione delle consultazioni elettorali  amministrative  del  maggio
2013, alle quali parteciparono 19 liste e 8 candidati  sindaci.  Dopo
il primo turno risultarono ammessi al ballottaggio Omissis, sostenuto
da una coalizione di  liste  civiche  (Omissis,  Omissis,  Omissis  e
Omissis) e Omissis, sostenuto  da  una  coalizione  di  centro-destra
(Omissis, Omissis, Omissis e Omissis). Ribaltando il risultato del 1°
turno, fu eletto con il 55,69% dei voti Omissis  e,  alla  coalizione
che lo appoggiava, furono attribuiti 15 dei  24  seggi  assegnati  al
consiglio, piu' precisamente quattro ciascuno a  Omissis,  Omissis  e
Omissis e tre a Omissis. 
    I  successivi  quattro  anni  di   amministrazione   sono   stati
caratterizzati  da  alcuni  mutamenti  in  seno  alla   giunta,   con
l'allargamento della maggioranza al Omissis tra il 2016 e il 2017. 
    Nei primi giorni di luglio 2017, a seguito di  indagini  condotte
dalla Questura di Taranto sotto la direzione della DDA di Lecce, sono
state eseguite 27 misure cautelari nei confronti di soggetti ritenuti
appartenenti al clan  Omissis  - Omissis  -  Omissis,  indicato  come
un'articolazione della Sacra Corona Unita, sui territori di  Manduria
e Sava. 
    Tra gli arrestati compaiono due  esponenti  di  primario  livello
nella  coalizione  di  maggioranza,  Omissis,  gia'  presidente   del
consiglio comunale, e Omissis, ex assessore. 
    Il 23 agosto 2017 si  e'  insediata  la  commissione  di  accesso
antimafia prevista dal comma  2  dell'art.  143  del  TUEL  e  il  28
successivo dieci consiglieri comunali hanno presentato la mozione  di
sfiducia al sindaco,  con  convocazione  monotematica  del  consiglio
fissata per il successivo 19 settembre. 
    Tale seduta non si e' svolta in quanto il giorno precedente  sono
state formalizzate  le  dimissioni  contestuali  di  13  consiglieri,
determinandosi  le  condizioni  per  lo  scioglimento  del  consiglio
comunale.  Il  20  settembre  2017  lo  scrivente  ha   disposto   la
sospensione  del  consiglio,  affidando   la   provvisoria   gestione
dell'Ente al  Commissario  prefettizio  dott.ssa  Francesca  Adelaide
Garufi, Prefetto in quiescenza, che tuttora  regge  l'amministrazione
in virtu' del decreto del Presidente della Repubblica di scioglimento
del 17 ottobre 2017. 
    Si rileva che,  sotto  quest'ultimo  aspetto,  si  e'  riproposto
quanto avvenuto nel corso della precedente consiliatura, allorche' le
dimissioni dei consiglieri e lo scioglimento anticipato  seguirono  a
poca distanza l'insediamento della commissione di accesso antimafia e
l'avvio del procedimento ex art. 143, che non diede  luogo  a  misure
sanzionatorie e sostitutive. 
La situazione della criminalita' organizzata 
La sacra corona unita e le nuove organizzazioni criminali 
    Il territorio  di  Manduria  e  dei  comuni  limitrofi  e'  stato
tradizionalmente caratterizzato dalla presenza della S.C.U., che come
noto sorse ad opera del mesagnese Omissis  nei  primi  anni  '80  nel
comune  brindisino  di  Mesagne,  quale  reazione  ai  tentativi   di
espansione della camorra napoletana e della 'ndrangheta. 
    In Manduria, in particolare, ha negli  anni  mantenuto  un  ruolo
preminente il sodalizio capeggiato da Omissis, detto «Omissis», posto
proprio dal predetto Omissis alla guida della frangia tarantina della
S.C.U., pluricondannato  per  associazione  a  delinquere  di  stampo
mafioso e indicato  negli  atti  processuali  «elemento  di  assoluto
vertice della SCU». 
    L'organizzazione, nel tempo, e' stata disarticolata o  quantomeno
limitata,  militarmente  ed  economicamente,   dall'energica   azione
preventiva e repressiva portata a compimento dalle Forze di Polizia e
dall'Autorita' giudiziaria. L'indebolimento della leadership, seguito
all'arresto dello Omissis, ha scatenato  nell'ultimo  decennio  degli
anni '90 una cruenta guerra di mafia che ha  visto  assurgere  ad  un
ruolo di primo piano nelle fila del gruppo  Omissis,  Omissis,  alias
Omissis, e Omissis, alias Omissis,  con  collegamenti  anche  con  la
malavita  tarantina,  dando  vita  ad  un  nuovo  sodalizio   mafioso
denominato «sacra corona libera» che agiva nelle province di Brindisi
e Taranto,  poi  anch'esso  decimato  dalle  numerose  operazioni  di
polizia giudiziaria. 
    L'arresto di Omissis  -  condannato  alla  pena  di  18  anni  di
reclusione - e di Omissis consentiva al clan Omissis di riprendere il
controllo del mercato degli stupefacenti e di avviare una nuova  fase
di alleanze con il clan Omissis, ma, una  volta  uscito  dal  carcere
nell'estate del 2010, e' proprio Omissis, ad  assumere  un  ruolo  di
primo piano all'interno dell'organizzazione criminale. 
    Dopo l'operazione «Giano» che nel 2012 ha inferto un  duro  colpo
alla compagine  delinquenziale  Omissis,  in  effetti,  il  ruolo  di
Omissis appare ulteriormente rafforzato e dalle attivita' di indagine
successive emerge che  non  solo  non  si  contrappone  affatto  allo
Omissis, ma anzi si puo' fondatamente ritenere che  sia  divenuto  il
reggente della frangia della SCU manduriana, benche' si mostri  molto
abile a non far trapelare i legami con il vecchio boss. E' a lui  che
la figlia dello Omissis, Omissis, si rivolge per risolvere situazioni
personali ed e' sempre a lui che alcuni esponenti di rilievo del clan
coinvolti   nell'inchiesta   chiedono   consiglio,    ricevendo    il
suggerimento a rivolgersi al suo difensore di fiducia. 
Le piu' rilevanti operazioni di polizia giudiziaria. 
    Cio'  che  caratterizza  in  maniera  evidente  la   criminalita'
organizzata  manduriana  e'  l'attitudine  ad   inquinare   la   vita
politico-amministrativa, come risulta gia'  dalla  citata  operazione
Giano, nel cui ambito, nel gennaio 2012, il Commissariato di P.S.  di
Manduria e  la  Squadra  Mobile  di  Taranto  diedero  esecuzione  ad
un'ordinanza di carcerazione a carico di 17  soggetti,  piu'  3  agli
arresti  domiciliari,  perche'   accusati,   a   vario   titolo,   di
associazione per delinquere di stampo mafioso,  estorsione,  illecita
detenzione e vendita di sostanze stupefacenti, porto e detenzione  di
armi e materiale esplodente. 
    In tale sede emerse come la consorteria mafiosa  Omissis,  grazie
anche al contributo del noto pregiudicato manduriano  Omissis,  fosse
riuscita  ad  infiltrarsi  nel  tessuto  connettivo  degli   apparati
amministrativi del Comune di Manduria. 
    In particolare, l'organizzazione era  riuscita  ad  ottenere  una
licenza per l'apertura di un bar, la  gestione  dell'appalto  per  il
servizio dei parcheggi  a  pagamento  con  parcometri  elettronici  e
ausiliari del traffico nonche' -  attraverso  un  prestanome  facente
parte della consorteria - la gestione delle aree adibite a parcheggio
in occasione della «Fiera Pessima»  (anni  2008,  2009,  2010)  dello
stesso paese, imponendo il servizio di guardiania benche' all'interno
della struttura fosse presente un servizio di vigilanza  privata;  il
tutto attraverso provvedimenti comunali  compiacenti,  finalizzati  a
garantire al clan vantaggi economici ingiusti attraverso il controllo
delle predette attivita' economiche. 
    Le indagini consentirono, inoltre, di appurare che l'associazione
aveva anche  dato  prova  di  essere  in  grado  di  procurare  voti,
orientandoli   a   vantaggio    di    esponenti    politici    locali
nell'aspettativa di ottenere favori. 
    L'analisi degli elementi emersi nel corso dell'operazione  porto'
il 29 marzo 2012 alla nomina di una commissione d'accesso  presso  il
Comune  di  Manduria,  ma  la  procedura  si  concluse  con   decreto
ministeriale del 30  gennaio  2013  nel  quale  non  si  ritenne  «la
concomitanza di  elementi  concreti,  univoci  e  rilevanti  tali  da
pregiudicare il funzionamento dei servizi ed  i  legittimi  interessi
della collettivita'». 
    L'ultima operazione di polizia giudiziaria «Impresa» (1) , che ha
interessato 75  soggetti  di  cui  27  destinatari  di  ordinanza  di
custodia cautelare, eseguita  nel  luglio  2017,  giunge  a  conferma
ulteriore della capacita' della SCU di  rigenerarsi  e  imporsi,  sia
pure in  modo  diverso,  per  il  tramite  di  parenti,  affiliati  e
luogotenenti in liberta'. Le  indagini  mettono  in  luce  una  nuova
organizzazione criminale, facente capo a Omissis - Omissis - Omissis,
operante nel versante orientale della provincia sull'asse San Giorgio
Jonico  -  Manduria  -  Sava,  che  si   impone   anche   nel   mondo
dell'imprenditoria,  del   commercio   e   della   politica   locale,
commettendo    estorsioni,    corruzioni,     voto     di     scambio
elettorale-mafioso, traffico e spaccio di stupefacenti,  riciclaggio,
detenzione di armi da fuoco, intestazione fittizia d'impresa, lesione
dolosa,    danneggiamento,    furto,    favoreggiamento    personale,
infiltrazioni nella gestione di  appalti  di  lavori  pubblici  o  di
servizi pubblici come il «118». 
    Il  provvedimento  ha  evidenziato  gli  aspetti  operativi   del
sodalizio, frangia della S.C.U., che  ha  confermato  la  particolare
capacita' di infiltrazione nelle attivita' economiche  e  negli  enti
locali, come dimostra la circostanza che  oltre  agli  amministratori
comunali di Manduria con lo stesso provvedimento sono stati arrestati
anche i sindaci dei comuni di Omissis ed Omissis. 
L'infiltrazione nel tessuto economico 
    Dall'O.C.C. n. 51/2017 emerge il chiaro interesse dei  gruppi  in
esame per il mondo degli  appalti  pubblici  attraverso  l'esercizio,
apparentemente legittimo,  di  attivita'  economiche  in  particolari
settori, quale quello del «movimento terra, scavi e lavori stradali». 
    Sono stati sviluppati approfondimenti in ordine ad alcune imprese
citate  nel  provvedimento  giudiziario,  aventi   sede   in   questa
provincia,  che  hanno  portato,  allo  stato,  all'adozione  di   un
provvedimento interdittivo nei confronti della societa', Omissis  con
sede legale in  Manduria  (TA),  ricollegabile  al  pluripregiudicato
Omissis, tratto in arresto per concorso esterno  ai  sensi  dell'art.
416-bis con l'O.C.C. n. 51/2017. 
    Il predetto, che annovera  una  precedente  condanna  passata  in
giudicato per estorsione a  dimostrazione  del  lungo  e  consolidato
legame intrattenuto con il  mondo  della  criminalita'  operante  sul
territorio, pur non essendo inserito organicamente nel  sodalizio  di
tipo mafioso, e' risultato aver sempre agito nella consapevolezza  di
fornire un apporto  causale  agli  scopi  dell'associazione  mafiosa,
mediante  una  serie  di  comportamenti  che  hanno  evidenziato  una
relazione fiduciaria e lo «stabile rapporto intercorso con  il  clan»
caratterizzato dal «conseguimento di reciproci  benefici  e  vantaggi
economici». 
    In sede di Gruppo interforze sono  in  corso  approfondimenti  in
ordine  ad  un'ulteriore  societa'  citata  nella  citata  O.C.C.  n.
51/2017, la Omissis, con sede legale in Sava, riconducibile a Omissis
(cugino  del  predetto  Omissis),  condannato   per   favoreggiamento
personale nei  confronti  di  Omissis  e  Omissis,  pluripregiudicati
condannati in data 19 gennaio 2018 per l'art. 416-bis. 
Principali sequestri e confische 
    Il 16 ottobre 2012, venne eseguito dal Comando provinciale  della
Guardia di Finanza di Taranto il  sequestro  anticipato  nr.  84/2012
R.M.P.S., emesso dal Tribunale di Taranto - Seconda sezione penale  -
in data 5 ottobre 2012, nei confronti di Omissis, a norma del decreto
legislativo 6 settembre 2011, n. 159. 
    I beni confiscati, che erano nella disponibilita'  o  titolarita'
del proposto, furono: due fabbricati siti in Manduria, il  patrimonio
aziendale della ditta individuale Omissis  di  Omissis  esercente  il
commercio  di  autovetture  ed  autoveicoli   leggeri,   i   rapporti
finanziari con saldo contabile positivo  accesi  dal  Omissis  presso
istituti ed intermediari autorizzati ed i veicoli che  alla  data  di
esecuzione del  provvedimento  sono  risultati  intestati  e/o  nella
disponibilita' del proposto. 
    Il 30 agosto 2016 e' stato eseguito il provvedimento di sequestro
e contestuale confisca n. 100/2015 R.M.P.S., n. 60/16 del  16  giugno
2016, emesso su proposta del direttore della D.I.A., dalla II Sezione
penale del Tribunale di Taranto dei beni  mobili,  immobili  e  saldi
attivi  di  conti  correnti  bancari   e   postali   ritenuti   nella
disponibilita' del pluripregiudicato Omissis. 
    Il patrimonio confiscato divenuto di proprieta' dello  Stato,  e'
costituito da  3  fabbricati  e  3  terreni  ubicati  nel  Comune  di
Manduria,  5  saldi   attivi   di   rapporti   bancari   e   postali;
un'autovettura. 
Attentati e atti intimidatori tra il 2012 e il 2017 
    4 gennaio 2012: ignoti imbrattano di vernice i muri della casa di
Omissis. 
    6 maggio 2012: ignoti incendiano tre auto d'epoca parcheggiate in
un cortile di proprieta' Omissis. 
    18 maggio 2012: viene danneggiato il  cancello  dell'ex  frantoio
Omissis, di proprieta' di Omissis. 
    18  luglio  2012:  ignoti  fanno  esplodere  un  ordigno   contro
l'abitazione di Omissis. 
    6 febbraio 2013: attentato incendiario contro  il  portone  della
sede Omissis. 
    21 aprile 2013: il chiosco bar della piazzetta di  Omissis  viene
distrutto da un incendio doloso. 
    23 maggio  2013:  la  Fiat  Punto  di  proprieta'  di  un  20enne
manduriano, incensurato, disoccupato, e' fatta  bersaglio  di  cinque
colpi di pistola. 
    22 luglio 2013: ignoti esplodono un colpo  di  fucile  contro  la
porta dell'abitazione di un pregiudicato locale. 
    5 agosto 2013: ignoti incendiano tre camion betoniera nel recinto
della ditta Omissis, di cui e' titolare Omissis. 
    7 dicembre 2013: attentato incendiario contro la villa estiva del
Omissis. 
    1°  aprile  2014:  incendiata  Omissis  di   proprieta'   di   un
ristoratore locale. 
    10 luglio 2014: incendiata l'auto di un avvocato, Omissis. 
    20 marzo 2015: rapina in  abitazione  di  Omissis  con  furto  di
autovettura poi rinvenuta bruciata. 
    28 ottobre 2015: recapitata ad un Omissis una busta contenente un
proiettile e frasi minacciose. 
    28 maggio 2016: un  incendio  doloso  danneggia  la  banchina  il
pavimento della Omissis. 
    27 novembre 2016: recapitata ad un Omissis una lettera contenente
una cartuccia. 
    28 dicembre 2016: un incendio  danneggia  gravemente  un  Omissis
sito sulla litoranea manduriana. 
    23 gennaio  2017:  atto  intimidatorio  ai  danni  dell'auto  del
responsabile Omissis. 
    22  febbraio  2017:  a   Campomarino,   un   incendio   distrugge
l'abitazione estiva di un Omissis. 
    3  aprile  2017:  inviata  al  Omissis  una   lettera   minatoria
contenente due petardi. 
    13 luglio 2017: due uomini a bordo di uno scooter, con una  mazza
metallica,  un  crick  o  grossa  chiave  inglese  e   una   pistola,
raggiungono un  noto  Omissis  seduto  al  tavolo  di  un  bar  e  lo
colpiscono con violenza alla testa. 
    18 luglio 2017: lettera minatoria al Omissis. 
Consiglio e giunta:  collegamenti  con  la  criminalita',  parentele,
  contiguita', frequentazioni. 
    A seguito delle elezioni di maggio/giugno 2013 la parte  politica
dell'Amministrazione comunale e' risultata composta dai  soggetti  di
seguito elencati. Per tutti coloro che hanno ricoperto una carica  in
seno all'Amministrazione comunale  sono  state  assunte  informazioni
(pregiudizi e pendenze penali) pure sotto riportate. 
    In momenti successivi alla elezione la composizione di  Consiglio
e Giunta e' stata  integrata  e  modificata  dal  subentro  di  nuovi
consiglieri ed assessori. 
    Omissis 
    Oltre agli elementi emersi a carico di  numerosi  consiglieri  ed
assessori dalle informazioni comunicate dalle Forze di  Polizia  -  e
prima di esaminare specifiche vicende che, almeno per alcuni di loro,
mettono ben in evidenza il grado di  partecipazione  all'associazione
mafiosa o quantomeno la disponibilita' ad assecondare  gli  interessi
di suoi esponenti -, si evidenziano  ulteriori  episodi  ed  aspetti,
ricavati in buona  parte  da  materiale  acquisito  nel  corso  delle
indagini  espletate  dalla  D.D.A.  di   Lecce,   che   costituiscono
importanti  elementi   sintomatici   del   grado   di   permeabilita'
dell'amministrazione comunale manduriana nel suo complesso. 
    Secondo quanto emerge in un'intercettazione  ambientale,  Omissis
avrebbe proposto alla ditta vincitrice  dell'appalto  dei  lavori  di
rigenerazione urbana nel quartiere S. Gemma - S. Antonio di Manduria,
la «Omissis srl - in ATI con la  «Omissis  srl»,  di  impiegare  come
guardiano all'interno del cantiere un noto pregiudicato  appartenente
alla compagine mafiosa guidata dal Omissis, tale  Omissis,  implicato
nell'indagine «Impresa» per tentata estorsione e associazione di tipo
mafioso. A riferire  la  circostanza  dell'affidamento  dell'incarico
deciso dal Omissis sarebbero stati due pregiudicati di  lungo  corso,
sodali del boss Omissis, tali Omissis (intenzionato a far lavorare il
proprio figlio presso il cantiere in questione) e  Omissis,  soggetto
che annovera gia' condanne passate in giudicato per i  reati  di  cui
all'art.   416-bis,   associazione   finalizzata   al   traffico   di
stupefacenti, estorsione, armi ed esplosivi. Nel corso  dell'indagine
non sono stati acquisiti elementi di riscontro, anche se e' certa  la
presenza del Omissis nel  cantiere  e  la  sua  assunzione  da  parte
dell'Omissis s.r.l. 
    Sempre  nel  corso  dell'attivita'  di  indagine  in   argomento,
Omissis, prima Omissis e poi Omissis di Manduria, e'  stato  sorpreso
dalla polizia giudiziaria, il giorno 25 maggio 2016, a dialogare  con
il mafioso Omissis, cognato del  boss  Omissis,  davanti  al  Palazzo
Municipale di Manduria. 
    Gia' nel corso della precedente  citata  operazione  «Giano»  era
stato accertato che  il  figlio  del  consigliere  Omissis  (Omissis)
intratteneva contatti con il gruppo di fuoco di Omissis, vale a  dire
con Omissis e Omissis. 
    Il   consigliere   Omissis   risulta    direttamente    coinvolto
nell'indagine «Impresa» per  favoreggiamento  personale,  in  quanto,
escusso dalla polizia giudiziaria,  non  ha  inteso  riferire  d'aver
subito un  tentativo  di  estorsione  (cd.  cavallo  di  ritorno)  in
occasione del furto dell'autovettura intestata a  sua  moglie  ed  ha
dichiarato invece di essersi rivolto, per il recupero del  mezzo,  al
cugino Omissis, padre di  Omissis  affiliato  al  mafioso  manduriano
Omissis. 
    Sempre  nel  corso  dell'indagine   «Impresa»   e'   emerso,   da
intercettazioni, che Omissis,  fratello  della  consigliera  Omissis,
intratteneva incontri con Omissis e durante  la  campagna  elettorale
inviava un messaggio al Omissis (uomo del  boss  Omissis),  palesando
l'esigenza di supporto elettorale: una chiara allusione,  quindi,  ai
voti di preferenza che sarebbero serviti per  la  sorella,  all'epoca
candidata Omissis con il partito Omissis. 
    Il consigliere Omissis e' cugino di primo grado del boss Omissis.
Nel corso delle indagini il Omissis risulta essersi recato a casa del
Omissis per risolvere una imprecisata vicenda ed aver avuto  altresi'
contatti telefonici con il medesimo.  Risultano  anche  contatti  tra
Omissis e Omissis (assessore e  soggetto  partecipe  all'associazione
mafiosa riconducibile al boss Omissis), al  quale  il  primo  avrebbe
assicurato il proprio sostegno affinche'  conservasse  la  carica  di
assessore. 
    Il  consigliere  Omissis  risulta  aver  avuto  gia'  in  passato
contatti con il mafioso manduriano Omissis, seppure nell'ambito della
propria professione sanitaria di medico urologo. Lo stesso ha redatto
infatti una relazione (come consulente tecnico sanitario nominato dal
difensore dell'imputato) in cui esaltava la patologia renale  di  cui
avrebbe sofferto il boss, affinche'  lo  stesso  venisse  scarcerato;
come controprestazione il  Omissis  gli  avrebbe  procurato  voti  di
preferenza in  occasione  delle  precedenti  elezioni  amministrative
manduriane. 
    Il consigliere Omissis risulta a sua  volta  interessato  ad  una
delle vicende amministrative che  saranno  successivamente  esaminate
(relativa all'assegnazione di un alloggio  di  edilizia  popolare  ad
Omissis, consuocera del boss Omissis), avendo avuto,  almeno  in  una
occasione,   un   appuntamento   con   Omissis,    altro    esponente
dell'articolazione  malavitosa  di  Manduria,  ed  essendosi  assunto
l'impegno di risolvere la questione. Al Omissis e' stato revocato  il
porto  d'armi,  in  quanto  e'  stato  accertato   che,   almeno   in
un'occasione, si recava in consiglio comunale armato. 
    Emblematiche sono poi le  figure  dell'assessore  Omissis  e  del
consigliere Omissis,  destinatari  delle  misure  cautelari  previste
nell'ordinanza del giudice per le indagini preliminari del  Tribunale
di Lecce del luglio scorso. 
    Il Omissis, secondo quanto emerge dalle  indagini,  ha  un  ruolo
rilevante nell'associazione criminale in quanto allo stesso spetta il
compito di «rappresentare» l'associazione  nell'ambito  della  giunta
comunale (a lui si riferisce il Omissis in una ambientale  successiva
alla  delega  assessorile  del  Omissis,  in  cui  afferma   «teniamo
l'assessore»). Anche il Tribunale del riesame ribadisce  che  Omissis
e' figura centrale in seno all'Amministrazione, punto di  riferimento
per il clan capeggiato dal citato Omissis (di cui fa parte) e,  nella
veste assessorile, chiamato ad intercedere  presso  le  altre  figure
istituzionali. Anche il Tribunale del riesame ha ritenuto sussistenti
in capo al Omissis gravi indizi di  colpevolezza  in  relazione  alla
condotta di partecipazione al sodalizio mafioso  promosso  e  diretto
dal  boss  Omissis.  Allo  stesso  vengono  attribuiti  i  ruoli   di
«accolito» e di «emissario» del boss Omissis, da cui avrebbe ricevuto
gli ordini e nei riguardi del  quale  si  sarebbe  messo  a  completa
disposizione, subendo anche toni e  modalita'  alquanto  brusche,  al
punto  da  essere  qualificato  quale  vero  e   proprio   «suddito»,
nell'ottica, quindi, di un  rapporto  tra  capo  e  sodale  di  rango
inferiore. Il Tribunale del  riesame  ha  attribuito  un  significato
pregnante alla  frase  oggetto  di  intercettazione,  pronunciata  da
Omissis, «teniamo il comune nelle mani» apparendo  alquanto  evidente
che il senso  della  stessa  debba  ricondursi  proprio  alla  carica
rivestita a quell'epoca dal Omissis. 
    Il Omissis, medico del pronto soccorso dell'ospedale di Manduria,
eletto consigliere  grazie  all'appoggio  del  gruppo  criminale  del
Omissis, e' protagonista di un  vero  e  proprio  scambio  elettorale
mafioso con il boss, di cui si parlera'  piu'  approfonditamente  nei
paragrafi  successivi.  Inoltre,  sempre  il  Omissis  interviene  in
maniera decisiva nei confronti dei consiglieri comunali  per  imporre
l'elezione nella carica di Presidente del consiglio  comunale.  Anche
su questo aspetto che denota in maniera netta e grave la capacita' di
condizionare   le   scelte   dell'organo    consiliare    da    parte
dell'organizzazione criminale, si riferira' in maniera approfondita. 
    Sulla contiguita'  (o  addirittura  appartenenza,  nel  caso  del
Omissis) di diverse figure della  vita  amministrativa  dell'Ente  al
contesto mafioso locale, ci si soffermera', infatti,  nell'esame  dei
singoli episodi presi in considerazione. 
    In tale contesto, si reputa importante evidenziare anche  i  piu'
recenti  casi  di  intimidazione  registrati  ai  danni   di   taluni
amministratori  e  dipendenti,  sintomatici  delle  pressioni  e  dei
condizionamenti esercitati dalla criminalita' locale  sulla  macchina
politico-amministrativa. 
    Il 23 febbraio 2017 in Maruggio (TA) presso la relativa  Stazione
dei Carabinieri, Omissis,  consigliere  di  minoranza  del  Consiglio
comunale di  Manduria  eletto  nella  lista  civica  di  centrodestra
«Omissis», denunciava che ignoti, nella serata del 22 febbraio  2017,
appiccavano un  incendio  presso  la  sua  residenza  estiva  ubicata
Omissis.  I  militari  della  stazione  Carabinieri  effettuavano  il
relativo sopralluogo accertando che i malfattori, dopo  aver  forzato
la porta d'ingresso, «si introducevano all'interno dell'abitazione  e
incendiavano il mobilio». Le fiamme venivano domate  dai  Vigili  del
Fuoco di Manduria. Il danno, ammontante a circa ventimila  euro,  non
era coperto da assicurazione. Omissis escludeva ogni collegamento con
la sua attivita' politica. 
    Altro atto intimidatorio  e'  stato  commesso  nei  confronti  di
Omissis, assessore manduriano Omissis fino al 27  novembre  2016.  Il
suddetto  ha  ricevuto  una  lettera  contenente  una  cartuccia  per
pistola. 
    Nell'aprile 2017, presso gli uffici del  municipio  di  Manduria,
Omissis, Omissis, rinveniva in una busta indirizzata al  Omissis  due
petardi integri ed un foglio riportante scritte chiaramente  riferite
alla vicenda del realizzando depuratore consortile di  Manduria,  San
Pietro in Bevagna e Sava. 
    A questi si aggiunge anche, il 18 luglio  2017,  un  episodio  ai
danni del Omissis, Omissis, che ha  ricevuto  una  lettera  minatoria
relativa a presunti abusi nello svolgimento  del  servizio.  In  tale
occasione il Omissis ha rammentato un precedente  attentato  avvenuto
nel  2002,  circostanza  in  cui  un  ordigno   e'   esploso   presso
l'abitazione dello  stesso  causando  la  demolizione  di  una  parte
dell'immobile e la distruzione dell'auto ivi custodita. 
Lo «scambio elettorale mafioso» 
    L'esame delle intercettazioni ambientali e  telefoniche  disposte
nel corso dell'operazione investigativa «Impresa», mostra un  preciso
condizionamento da parte degli ambienti malavitosi locali, e del boss
Omissis in  particolare,  sulle  elezioni  comunali  di  Manduria  ed
evidenzia altresi' come l'appoggio  del  boss  alla  lista  risultata
vincitrice abbia determinato  una  influenza  sugli  organi  politici
anche nelle fasi successive della vita amministrativa. 
    Le indagini confluite nell'operazione  di  polizia  citata  hanno
messo in luce come, in occasione delle  elezioni  amministrative  del
maggio 2013, si siano verificati numerosi e  frequenti  contatti  tra
candidati e personaggi della criminalita' che, in ragione di  accordi
intrapresi   con   gli   aspiranti   amministratori   locali,   hanno
condizionato  la  confluenza  dei  voti  determinando  l'elezione  di
candidati a loro graditi. 
    L'esistenza di accordi ed  il  rapporto  di  colleganza,  se  non
addirittura di sudditanza tra  il  boss  ed  alcuni  candidati  dallo
stesso  «appoggiati»,   costituiscono   elementi   inequivocabilmente
convergenti  dell'influenza  esercitata  dalla  malavita  locale  sia
sull'andamento delle elezioni che sulla vita degli organi comunali. 
    Secondo   quanto   affermato   dal   Consiglio   di   Stato    il
condizionamento mafioso riguardante le liste, costituisce  «un  segno
inequivocabile   dell'interesse   della   malavita   organizzata   ad
interferire  in  modo  illecito  sul   regolare   svolgimento   della
amministrazione dell'Ente» (C.d.S., sez. V, 18 marzo 2004 n. 1425). 
    Dalle risultanze  tecniche  dell'ordinanza  del  giudice  per  le
indagini preliminari  del  Tribunale  di  Lecce  emerge  che  Omissis
(unitamente a Omissis, Omissis e  Omissis)  ha  voluto  sostenere  la
lista civica «Omissis» in competizione  nelle  elezioni  comunali  di
Manduria del 26 e 27 maggio 2013. 
    In tale progetto  veniva  coinvolto,  in  primo  luogo,  Omissis,
Omissis, il quale eletto consigliere  con  395  voti  di  preferenza,
grazie al gruppo malavitoso di Omissis, chiede allo stesso  di  poter
ottenere anche la carica di Presidente del consiglio  comunale,  cosa
che  poi,  in  effetti,  avviene.  Partecipe  dell'accordo  e'  anche
Omissis, candidata non eletta; la stessa, pur  avendo  stretto  patti
con Omissis, riceve solo 44 voti, in quanto lo  stesso  boss  non  le
concede piu'  di  tanto  il  proprio  aiuto,  preferendo  dare  pieno
sostegno al Omissis (la prova  di  tale  progetto  elettorale  emerge
nella conversazione registrata il 28 aprile 2013). 
    Omissis, candidato non eletto, accolito del  Omissis,  riceve  98
voti di preferenza;  lo  stesso  stringe  di  sua  iniziativa,  senza
l'autorizzazione del boss Omissis, un  patto  politico  con  Omissis,
fautore insieme ad Omissis, della lista civica «Omissis», il quale e'
intenzionato ad assegnare un assessorato al Omissis (oltre  che  all'
Omissis stesso) per consentire il  ripescaggio  del  consigliere  non
eletto Omissis. 
    Le  attivita'  tecniche  dimostrano  che  il  Omissis  ha  dovuto
obbedire al volere del boss Omissis, il quale,  contrario  all'intesa
autonomamente stipulata, gli impartisce chiare disposizioni, causando
l'annullamento di tale accordo, al fine di  garantire  la  Presidenza
del Consiglio al Omissis,  nell'aspettativa  di  ricevere  in  cambio
denaro e favori. 
    Dalle  intercettazioni   emerge   che   anche   Omissis,   eletto
consigliere comunale con 256 voti di preferenza, intrattiene incontri
con Omissis, il quale lo costringe a sostenere Omissis per la  carica
di Presidente che, sempre secondo le risultanze tecniche, interessava
anche Omissis, leader della propria lista civica ed  eletto  con  226
voti di preferenza. 
    Invece,   stando   alla    ricostruzione    effettuata    tramite
intercettazioni ambientali, una volta  eletto  consigliere  comunale,
Omissis chiede l'intervento di Omissis per rendere possibile  la  sua
elezione alla carica di  Presidente  del  consiglio,  osteggiata  dai
consiglieri Omissis e Omissis -  elementi  della  struttura  portante
della  neo-coalizione  politica  che  sosteneva  la  candidatura  del
sindaco Omissis - che non lo ritengono all'altezza del ruolo.  Quanto
detto  risulta  oggetto  di  registrazione  nell'ambientale  n.  4079
captata all'ingresso dell'abitazione del Omissis, il giorno 13 giugno
2013. 
    Le ambientali dimostrano che Omissis interviene con fermezza  per
il  buon  esito  della  elezione  del  Omissis  alla  Presidenza  del
consiglio, mediante ricorso all'intimidazione ed  all'assoggettamento
di coloro i quali non volevano sostenerlo. 
    Oltre alla dazione in denaro di 1.550 euro mensili  pattuita  nel
periodo della campagna elettorale, Omissis si  mette  a  disposizione
del Omissis divenendo suo medico legale in un'azione  intrapresa  per
ottenere un risarcimento da sinistro stradale avvenuto due anni prima
(il 20 gennaio 2011) per il quale  lo  stesso  Omissis  incassa,  nel
luglio  2013,  l'assegno  bancario  di  euro  1.200,00;  inoltre   su
direttive del Omissis, il Omissis, in data 8 giugno  2013,  riconosce
10 giorni di prognosi alla vittima di un sinistro  stradale  avvenuto
diversi giorni prima. 
    Il ruolo imposto al Omissis, costretto da ordini di scuderia,  in
vista del piu' «redditizio» progetto del Omissis, a tirare i remi  in
barca rispetto all'accordo autonomamente stretto con altro  candidato
della medesima lista,  Omissis,  costituisce,  come  si  ricostruisce
dalle  risultanze  esplicitate  dal  pubblico  ministero,  una  delle
ingerenze arbitrarie e  «violente»  del  Omissis  nella  competizione
politica, orchestrata a monte con il manifesto fine di «governare» il
comune nell'ombra e senza esporsi troppo. 
    Fondamentale risulta il ruolo ricoperto dal  Omissis  all'interno
dell'associazione,  spettandogli  il  compito   di   «rappresentarla»
nell'ambito della Giunta.  Lo  si  apprende,  senza  equivoci,  dalla
conversazione captata in data 12 febbraio 2016, nella  quale  Omissis
informa Omissis che  il  Omissis  ha  ormai  ricevuto  la  carica  di
assessore.  Inoltre,  il  Omissis,  nell'avviare  una   conversazione
telefonica con il Omissis, dice  a  qualcuno  che  gli  e'  affianco:
«teniamo l'assessore» .... 
    Per  quanto  concerne  la  specifica  vicenda  dell'elezione  del
Presidente del consiglio comunale di Manduria, dal confronto  fra  le
risultanze  tecniche  dell'ordinanza  e   gli   atti   amministrativi
esaminati dalla commissione per  l'accesso  (delibere  di  consiglio,
verbali e videoregistrazioni delle sedute del consesso),  emerge  che
nella prima seduta del Consiglio comunale, avvenuta in data 8  luglio
2013, sedici consiglieri di maggioranza esprimono il proprio  voto  a
favore del Omissis mentre nove schede risultano  bianche.  L'elezione
non avviene per mancato raggiungimento del quorum previsto  in  prima
votazione, ma i contenuti delle intercettazioni,  risalenti  al  mese
precedente e riportati dal giudice per le  indagini  preliminari  del
Tribunale di Lecce, danno prova di un  intervento  del  boss  Omissis
esercitato sui consiglieri eletti affinche'  votassero  tutti  in  un
senso, nel caso di specie in favore del Omissis. 
    Si tratta di contenuti assai  significativi  nei  quali  il  boss
Omissis rappresenta di essere  riuscito  a  sottomettere  l'entourage
della lista civica «Omissis», inizialmente contrario all'elezione  di
Omissis alla carica di Presidente del consiglio, in  quanto  ritenuto
dai suoi stessi alleati persona non in  grado  di  assolvere  a  quel
compito. 
    La commissione di indagine ha poi verificato che nella seduta  di
consiglio comunale del 17  luglio  2013,  relativa  all'elezione  del
Presidente del consiglio comunale  in  seconda  votazione,  all'avvio
delle operazioni di voto prende la  parola  il  consigliere  Omissis,
della  lista  «Omissis»,  il  quale,  rivolgendosi   ai   consiglieri
presenti, dichiara: «La richiesta di intervento e' per ricordare  che
il nostro candidato alla Presidenza  del  consiglio  e'  il  Omissis,
mentre in seconda votazione,  noi,  alla  malcapitata,  Omissis,  che
sara' sicuramente la Vice Presidente di  questo  consiglio  comunale.
Noi speriamo che anche la minoranza condivida con noi questo percorso
politico che ci accingiamo ad affrontare ... Grazie». 
    In occasione di questa seconda seduta  la  maggioranza  richiesta
per l'elezione del Presidente del  consiglio  (maggioranza  assoluta)
veniva  raggiunta  con  15  voti,  ovviamente  tutti  a  favore   del
consigliere Omissis, a fronte di 9 schede bianche. 
    Raffrontando  quest'ultima  votazione  con  la   precedente,   la
commissione ha rilevato come la seconda  votazione  ha  evidentemente
risentito  soltanto  del  mancato  voto  della  consigliera  Omissis,
assente a causa di un furto con aggressione subito presso la  propria
abitazione. D'altra parte, per quanto in sede di prima votazione  non
si  era  registrato  alcun  intervento  analogo  a  quello   che   il
consigliere Omissis ha invece inteso fare in apertura  della  seconda
votazione, vale a dire una vera e propria dichiarazione «espressa» di
voto da parte della lista «Omissis», si deve ritenere che gia' a quel
tempo l'intesa «forzata» in seno  alla  maggioranza  fosse  stata  in
qualche modo raggiunta. 
    Quel  che  assume  rilevanza  in  questa  sede  e'   che   quanto
ricostruito attraverso le indagini consente intanto di affermare  che
Omissis  ha  chiesto  l'intervento  del  boss  Omissis  per   rendere
possibile  la  propria  elezione  alla  Presidenza   del   consiglio,
circostanza a cui si mostravano in un primo momento contrari, fra gli
altri, lo stesso consigliere Omissis e Omissis. 
    Le intercettazioni ambientali registrate nelle date del 12  e  13
giugno  2013  dimostrano  un  intervento  da  parte  di  Omissis  per
«assoggettare» coloro i quali non volevano sostenere il  Omissis.  Il
boss,  nel  corso  di  una  delle  tante   conversazioni   registrate
nell'ambito dell'indagine condotta  dalla  D.D.A.  di  Lecce,  rivela
d'aver  minacciato  piu'  componenti  della  coalizione  politica  di
maggioranza, dicendo loro che non  avrebbero  dovuto  farsi  sfuggire
l'occasione ricevuta e che, in caso contrario, vi sarebbero state per
loro gravi ripercussioni, compresa una mancata futura rielezione. 
    Ebbene, la dichiarazione di voto del  consigliere  Omissis  sopra
riportata prova come la «scelta politica» di quest'ultimo  sia  stata
realmente condizionata, come pure quelle degli altri  consiglieri  di
maggioranza. 
    Altrettanto significativo,  nell'ottica  ovviamente  di  misurare
l'entita'  del  «patto  di  scambio»  esistente  ed   il   grado   di
«condizionamento» che il predetto organo politico ha  subito  durante
l'intero periodo di vita dell'Amministrazione, e' che a seguito delle
dimissioni  del  Omissis  e'  stato  eletto  Presidente  proprio   il
consigliere Omissis, destinatario, assieme a Omissis ed al piu' volte
citato Omissis, delle «direttive» del boss Omissis. 
Bando di concorso per l'assegnazione, in  locazione  semplice,  degli
  alloggi di edilizia residenziale pubblica 
    La commissione di accesso ha fornito  un  quadro  approfondito  e
significativo   del    livello    di    compromissione    dell'azione
amministrativa a  seguito  delle  pressioni  esercitate  da  soggetti
notoriamente appartenenti e collegati ad esponenti della criminalita'
organizzata  nella  vicenda  legata  al  «bando   di   concorso   per
l'assegnazione, in locazione  semplice,  degli  alloggi  di  edilizia
residenziale pubblica» pubblicato in data  18  marzo  2013  dall'Area
tecnica del servizio urbanistica e gestione del  territorio,  ufficio
urbanistico del Comune di Manduria. 
    Nei fatti e' coinvolta, quale partecipante al bando, Omissis, che
e' compagna  di  Omissis  appartenente  all'articolazione  manduriana
della S.C.U., e madre di Omissis, a sua  volta  compagno  di  Omissis
(figlia del boss Omissis). Nella  vicenda  si  registra  l'intervento
dell'allora assessore  Omissis  e  di  altri  soggetti  impegnati  ad
individuare percorsi che assecondino le richieste di  Omissis  e  dei
suoi familiari. 
    La commissione ha potuto accertare,  all'esito  dell'esame  della
documentazione acquisita presso gli uffici comunali  e  sulla  scorta
della ricostruzione  e  delle  conseguenti  imputazioni  rilevate  in
ambito penale, che tale intervento abbia  sortito  realmente  i  suoi
effetti. 
    Infatti, a seguito di una farraginosa procedura conclusa con  una
irrituale, rinnovata istruttoria limitata alla posizione  della  sola
Omissis, l'Ente  e'  pervenuto  all'affidamento  del  tanto  agognato
alloggio, a cui peraltro aveva rinunciato  qualche  giorno  prima  il
co-indagato Omissis, anche quest'ultimo  parte  del  medesimo  gruppo
malavitoso operante in Manduria, composto da  soggetti  (fra  cui  il
gia' citato Omissis) vicini a Omissis e subordinati al boss Omissis. 
    La commissione per l'accesso ha provveduto ad acquisire tutta  la
documentazione relativa all'iter procedimentale  espletato  dall'Ente
dalla quale emergono contraddizioni, omissioni e persino  abnormita',
tali da far ritenere - anche alla luce dei  contenuti  dell'ordinanza
emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di
Lecce - che ci sia stato lo scopo precipuo di agevolare la  posizione
di taluni soggetti partecipanti, in  particolare  quella  della  gia'
menzionata Omissis, «consuocera» del boss. 
    Questi i fatti.  A  seguito  della  pubblicazione  del  bando  di
assegnazione degli alloggi, avvenuta  con  determina  n.  321  dell'8
maggio  2013,  venivano  nominati  i  componenti  della   commissione
comunale giudicatrice (Omissis). 
    Conclusa la fase di acquisizione delle varie domande, la predetta
commissione procedeva alla valutazione delle posizioni degli istanti,
assegnando il punteggio  e  formulando  una  graduatoria  provvisoria
pubblicata nell'albo, pretorio online del Comune di Manduria, come da
verbale della  commissione  giudicatrice  per  la  valutazione  delle
domande del 9 agosto 2013. 
    Nella  citata  graduatoria  provvisoria  Omissis   risultava   in
posizione utile (dodicesima), con 10 punti. 
    Il bando indicava alcune condizioni soggettive  ed  oggettive  in
ragione delle quali venivano conferiti punteggi diversi ed il  modulo
di domanda in effetti era tale da non ingenerare dubbi circa la  voce
reddituale da indicare. 
    Esaminando la domanda a firma della Omissis,  la  commissione  ha
rilevato come la stessa abbia indicato il numero dei componenti della
propria famiglia in tre ed il reddito complessivo del proprio  nucleo
familiare in 9.058,00 euro. 
    Sul frontespizio della pratica, nel riquadro «appunti e note alla
pratica»,  sono  stati  riscontrati  i   calcoli   effettuati   dalla
commissione comunale per giungere al punteggio complessivo di «10». 
    In realta', la commissione per  l'accesso  ha  accertato  che  il
punteggio attribuito alla Omissis appare falsato gia' in origine.  In
primo  luogo,  erroneamente  e'  stata  calcolata  dalla  commissione
comunale una riduzione di 1.032,92 euro in ragione della presenza  di
due figli a carico, quando in realta' si sarebbe dovuta applicare  la
diminuzione pari alla  meta'  per  la  presenza  di  un  solo  figlio
«minore». Inoltre l'istante ha dichiarato fra le  altre  cose,  quale
«condizione oggettiva», l'occupazione di un «alloggio  da  rilasciare
per  ordinanze  o  altri  provvedimenti  adottati   dalle   autorita'
competenti».  Tale  condizione   pero',   in   base   al   bando   di
partecipazione, e' sussistente qualora sia certificato  l'obbligo  di
«abbandonare l'alloggio a seguito di  ordinanze  di  sgombero  o  per
motivi di pubblica utilita' o per esigenze di  risanamento  edilizio,
risultanti da  provvedimenti  emessi  dall'autorita'  competente  non
oltre tre anni prima della data del bando». 
    Per suffragare l'esistenza di tale condizione, invece,  l'istante
ha esibito una documentazione dalla quale sarebbe risultato  soltanto
che l'immobile occupato era stato oggetto di preliminare di  vendita.
Nessuna ordinanza di sgombero,  quindi,  o  per  motivi  di  pubblica
utilita'  o  per  esigenze  di   risanamento   edilizio   ne'   alcun
provvedimento esecutivo dell'Autorita' giudiziaria e' stato  prodotto
dalla Omissis. 
    Nonostante  cio',  senza  chiedere  alcuna   integrazione   della
documentazione  prodotta,  la  commissione  comunale  attribuiva   il
punteggio «6», che consentiva alla Omissis di occupare una  posizione
utile in graduatoria. 
    Eguale trattamento non e' stato adottato nei confronti  di  altri
soggetti  partecipanti  al  bando.  Dai  verbali  della   commissione
provinciale alloggi ERP istituita presso il Comune di Taranto, a  cui
sono stati inoltrati i ricorsi avverso la graduatoria provvisoria, si
desume infatti che tra i motivi addotti per  l'esclusione  di  taluni
partecipanti vi e' pure quello di  non  aver  potuto  riconoscere  il
punteggio richiesto per sfratto «trattandosi di sfratto di  morosita'
e  non  per  fine  di  locazione»  ovvero  non  essendo  presente  un
«provvedimento di sfratto o altro provvedimento esecutivo». 
    Sulla base di quanto determinato dalla commissione comunale nella
prima fase istruttoria ed all'esito dei ricorsi avanzati dagli  altri
partecipanti, veniva emessa la determinazione  dirigenziale  nr.  837
R.G./22 dicembre 2015 con la quale veniva  approvata  la  graduatoria
definitiva in cui la Omissis veniva indicata in posizione «12ª». 
    Venivano invece esclusi,  rispetto  alla  precedente  graduatoria
provvisoria, altri partecipanti a seguito delle verifiche svolte  con
l'ausilio della Guardia di Finanza  dalle  quali  era  risultata  una
discrepanza,  in  alcuni  casi  molto  significativa,   tra   redditi
dichiarati  e  accertati.  Fra  le  posizioni  ritenute  incongruenti
figurava pure quella della Omissis, circostanza di cui la G.d.F. dava
comunicazione al Comune di Manduria con  nota  n.  0056441/15  del  7
febbraio 2015 evidenziando incoerenze sia  rispetto  alla  situazione
reddituale della donna che a quella del figlio convivente Omissis. 
    Nella citata determinazione comunale n. 837/2015,  si  dava  atto
inoltre  di  aver  formalmente   interpellato   l'ARCA   Jonica,   in
particolare sulla necessita', qualora «in sede di  autocertificazione
sia stata dichiarata la totale assenza di redditi  mentre,  all'esito
delle verifiche espletate siano emerse risultanze di  segno  opposto»
.... di  «rielaborare  il  punteggio  assegnato  in  sede  di  elenco
provvisorio ovvero disporre l'esclusione  dalla  graduatoria,  stante
che l'art. 6, comma 4, L.R. n. 10/14 non  distingue  tra  graduatoria
provvisoria e definitiva». 
    Al quesito l'Agenzia regionale per la casa  e  l'abitare  -  gia'
I.A.C.P. - rispondeva che: «il caso di dichiarazione mendace circa il
reddito, prodotto con autocertificazione, comporta l'esclusione dalla
graduatoria». 
    Dalla documentazione acquisita dalla commissione per l'accesso e'
emerso anche che con nota n. 23964 del 22 settembre 2015,  il  Comune
di  Manduria  comunicava  Omissis   l'avvio   del   procedimento   di
esclusione, precisando di aver proceduto  a  controlli  e  verifiche,
anche per mezzo della Guardia di Finanza,  all'esito  dei  quali  era
risultata  la  produzione  di  falsa  autodichiarazione  nella  parte
riguardante la situazione reddituale (essendo stato indicato in  euro
9.058,00 il reddito totale riferito all'anno  2011,  attestato  dalla
Guardia di Finanza in euro 9.860,54). 
    A sua volta, il successivo 1° ottobre 2015 la Omissis indirizzava
al R.U.P. Omissis le proprie deduzioni, adducendo di non  aver  fatto
alcuna falsa autodichiarazione reddituale ed attribuendo  difformita'
riscontrata all'erroneo rilascio di CUD «duplicati». 
    La documentazione acquisita in sede di accesso chiarisce come  si
sia intenzionalmente voluto agevolare la Omissis. Innanzitutto,  come
precisato  pure  dalla  stessa  Guardia  di  Finanza  con   nota   n.
0430325/2017  del  4  ottobre  2017  indirizzata   alla   commissione
d'accesso, il reddito indicato dal comune nella nota n. 23964 del  22
settembre 2015 (euro 9.863,00) con cui  si  comunicava  alla  Omissis
l'avvio  del  procedimento  di  esclusione  dal  bando,   non   trova
corrispondenza con quanto  rilevato  e  accertato  da  quella  stessa
Compagnia (euro 12.671,08 risultante dalla somma dei singoli  redditi
e delle indennita' accertate  in  capo  alla  Omissis  ed  al  figlio
convivente Omissis). 
    Si tratta di  una  circostanza  questa  di  rilievo,  poiche'  il
diverso  reddito  imputabile  al  nucleo   della   Omissis,   avrebbe
comportato, una volta apportate le  diminuzioni  previste  da  bando,
l'attribuzione di un punteggio differente (2 punti in luogo di  3)  e
il conseguente inquadramento in una diversa fascia reddituale. 
    Il comune non avrebbe  dovuto  attribuire  significato  dirimente
alle deduzioni  presentate  dalla  Omissis  ma,  piuttosto,  chiedere
delucidazioni in merito alla Guardia  di  Finanza.  L'Amministrazione
comunale,  invece,  non  ha  inteso  escludere   la   Omissis   dalla
graduatoria   definitiva,   pubblicata   nel   dicembre   2015,   sul
presupposto, errato, di uno scostamento di appena  qualche  centinaio
di euro tra reddito  (falsamente)  dichiarato  e  reddito  (ritenuto)
accertato. 
    Infatti  nella  determinazione  n.  837/2015  viene  deciso   che
«l'errata o  omessa  dichiarazione  del  reddito,  qualunque  sia  la
ragione che l'ha determinata, nel caso in cui lo scostamento sia tale
da rientrare nella medesima fascia  individuata  inizialmente  e  sia
stato assegnato un determinato punteggio  che  abbia  consentito  una
posizione utile nella graduatoria provvisoria,  si  ritiene  non  sia
motivo di  esclusione  dalla  graduatoria;  di  conseguenza  verranno
esclusi  dalla  graduatoria  coloro  che  hanno  sottoscritto   falsa
autodichiarazione in merito al possesso dei  requisiti  e,  nel  caso
particolare  del  reddito,   coloro   per   i   quali,   in   seguito
all'accertamento: 
      e' stato riscontrato il  possesso  di  un  reddito  complessivo
superiore a euro 13.000,00 (requisito fondamentale); 
      e' stato assegnato un punteggio maggiore in seguito  alla  loro
dichiarazione reddituale». 
    Secondo  quanto  sopra  precisato  la  Omissis   sarebbe   dovuta
rientrare  nella  seconda  ipotesi,  avendo  ottenuto  un   punteggio
maggiore (3 in luogo di 2) in  seguito  alla  dichiarazione  (errata)
reddituale. 
    Ma quel che interessa  maggiormente  e'  l'evoluzione  successiva
dell'intera vicenda, come emerge dall'intreccio tra quanto si  rileva
nella documentazione acquisita dalla  commissione  di  accesso  e  la
vicenda evidenziata nel corso dell'indagine sfociata nell'ordinanza a
cui si e' gia' fatto riferimento. 
    Si fa riferimento, in particolare, alle  telefonate  tra  Omissis
compagno della Omissis, e l'assessore Omissis, avvenute  nel  periodo
compreso tra il  26  aprile  2016  ed  il  2  maggio  2016.  In  tali
comunicazioni il Omissis  aggiornava  costantemente  gli  interessati
sugli sviluppi della vicenda; suggeriva quali condotte tenere  e  chi
avvicinare: il Omissis - si legge nelle trascrizioni «e allor  ...  e
tu domani vai e lo acchiappi il Omissis, bello mio ... ma come  avete
fatto questa graduatoria» -, il consigliere Omissis che «ha  promesso
di  impegnarsi  a  risolvere  la  questione»,  il  responsabile   del
procedimento Omissis, oggetto di intimidazioni  e  pressioni.  E'  la
Omissis a recarsi dall'Omissis in Comune, insieme al  suo  convivente
Omissis, alla suocera Omissis e al  noto  pregiudicato  Omissis,  per
minacciarlo,  senza  mezzi  termini,  rappresentandogli  che  avrebbe
potuto subire conseguenze qualora non  avesse  risolto  la  questione
dell'assegnazione dell'alloggio. 
    Confrontando gli esiti  dell'indagine  giudiziaria  e  di  quella
amministrativa, vi e' motivo  di  ritenere  che  in  quei  giorni  il
«condizionamento»  dell'Amministrazione   comunale   da   parte   dei
personaggi sopra richiamati sia avvenuto su piu' fronti  ed  ai  piu'
alti livelli rappresentativi. 
    Il 28 aprile 2016 viene assunta la determinazione n. 292,  a  cui
facevano  cenno   nelle   intercettazioni   telefoniche   Omissis   e
l'assessore  Omissis,  con  la  quale  si   annulla   la   precedente
determinazione n. 837 del 22 dicembre 2015  e  si  approva  la  nuova
graduatoria definitiva, nella quale si stabilisce l'esclusione  della
Omissis. 
    La particolarita'  di  quest'ultima  determinazione  risiede  nel
fatto che l'esclusione «tardiva» della Omissis - sicuramente fra quei
soggetti per i quali la Guardia di Finanza aveva accertato un reddito
diverso e nei cui confronti quindi, sulla  base  della  determina  n.
837/2015, si sarebbe dovuto procedere al ricalcolo del punteggio  con
conseguente esclusione dalla  graduatoria,  data  la  diversa  fascia
reddituale ad essa attribuibile -  veniva  giustificata  erroneamente
con la circostanza  dell'accertamento  di  un  «reddito  superiore  a
13.000,00 euro». 
    Se nella precedente determinazione si era stabilito che  l'errata
o  omessa  dichiarazione  del  reddito  non  costituiva   motivo   di
esclusione dalla graduatoria solo nel  caso  in  cui  lo  scostamento
fosse tale da rientrare nella medesima fascia reddituale  individuata
inizialmente, con questa nuova decisione si stabiliva che anche  «una
diversa  collocazione  nelle  fasce  reddituali»   (con   conseguente
attribuzione di un punteggio diverso) era «tollerabile». 
    L'importanza di questa «rivisitazione» la si coglie alla luce  di
quanto sarebbe avvenuto nei giorni successivi. 
    Risulta che la Omissis, appresa la notizia, si sia recata  presso
gli uffici del Comune di Manduria. A darne atto e'  stato  lo  stesso
Omissis in una nota a sua firma indirizzata al  Omissis,  all'Omissis
ed al  Omissis  (nota  n.  941  del  10  maggio  2016),  nella  quale
annunciava  il   «ricorso   in   opposizione   all'esclusione   dalla
graduatoria»  proposto  dalla  Omissis.  L'Omissis  precisa  di  aver
esaminato fra la sua  posta  una  «richiesta  di  accesso  agli  atti
amministrativi della Omissis Omissis, una diffida dello studio legale
Omissis,  ex  art.  328,  comma  2   del   codice   penale   relativa
all'esclusione della Omissis dalla graduatoria definitiva, un'istanza
in autotutela dello studio legale Omissis per la rivalutazione  della
situazione della Omissis sulla base delle controdeduzioni  presentate
e un ricorso in opposizione all'esclusione dalla graduatoria da parte
della stessa Omissis». 
    Gli  atti  menzionati,  tutti   presenti   nella   documentazione
acquisita, si inseriscono ovviamente nel contesto prima descritto, di
cui lo stesso Omissis ha riferito allorche' e' stato  successivamente
escusso dagli inquirenti e di cui danno atto i contenuti intercettati
dai medesimi organi. In particolare, va  evidenziata  la  circostanza
che l'assessore Omissis, la sera del 28 aprile 2016, comunicava  alla
Omissis - che a lui si rivolgeva per avanzare le proprie  rimostranze
per l'avvenuta esclusione della suocera - le difficolta' create dalla
Guardia di Finanza che pure quel giorno era stata in comune e le dava
il suggerimento di «acchiappare» direttamente Omissis. 
    Nella nota sopra richiamata, Omissis  faceva  presente  che  alla
luce delle richieste della  Omissis  e  della  disponibilita'  di  un
alloggio -  resosi  fruibile  a  seguito  della  rinuncia  ufficiale,
protocollata quel medesimo giorno  dall'avente  diritto  Omissis  (si
tratta di un cugino  del  Omissis,  anche  lui  facente  parte  della
medesima associazione mafiosa) - sarebbe  stato  «opportuno  rivedere
tutta la documentazione agli atti d'ufficio  presenti  nel  fascicolo
della Omissis». 
    Lo  stesso  Omissis  specificava  pero'  di  non   essere   nelle
condizioni tecniche, ma soprattutto «psicologiche» ed  «emotive»  per
affrontare da solo, la situazione in  essere  e  chiedeva,  pertanto,
l'istituzione di una commissione composta da  almeno  tre  funzionari
comunali competenti in  materia  di  disagio  sociale  e  di  aspetti
fiscali/tributari,  che  potessero  rivalutare  la  posizione   della
Omissis. 
    La commissione venne in effetti istituita: ve ne e' traccia in un
verbale redatto a mano, in cui si da' atto  che  in  data  13  maggio
2016, si riunivano «su espressa  disposizione  verbale  ed  informale
(data l'urgenza di  provvedere)  del  sindaco  all'esito  della  nota
protocollo 941 del 10 maggio 2016 INT con la quale  Omissis  chiedeva
il supporto  di  una  commissione  tecnica  composta  da  almeno  tre
funzionari dell'ente ...» i dipendenti comunali  Omissis,  Segretario
generale, Omissis, funzionario incaricato  ed  Omissis,  funzionario.
Gli stessi, composta la suddetta commissione, procedevano al  riesame
dell'istanza, delle dichiarazioni  e  della  documentazione  prodotta
dalla Omissis, nonche'  degli  esiti  dell'accertamento  sul  reddito
effettuati dalla Guardia di Finanza. 
    Stabilito (anche in questo  caso  erroneamente)  che  il  reddito
complessivo del nucleo familiare della  Omissis  ammontasse  ad  euro
13.147,62,  si  concludeva  che  «all'esito  di  una   piu'   attenta
interpretazione testuale delle disposizioni del bando ... il  reddito
complessivo riferito al nucleo familiare della Omissis riquantificato
e ricalcolato, ...(...)... da  prendere  in  considerazione  ai  fini
dell'ammissione era di euro 9.003,16». Cosi' ricalcolato il  reddito,
la medesima commissione procedeva ad attribuire il nuovo punteggio di
«2», determinando poi il punteggio complessivo in punti «9». 
    La   possibilita'   di   tale   «ricalcolo»,   con    conseguente
rideterminazione del punteggio, era esclusa dalla  determinazione  n.
837/15 (che  prevedeva  invece,  in  tali  casi,  l'esclusione  dalla
graduatoria), mentre e' stata  resa  possibile  dalla  seconda  delle
determinazioni richiamate, la 292/2016. 
    All'irregolarita' ed indeterminatezza delle decisioni che si sono
succedute nel tempo, va aggiunta l'irritualita' di un riesame operato
da una commissione interna, la cui costituzione e' stata decisa sulla
base di una «disposizione verbale ed informale del Omissis»,  che  si
e' occupata di una sola  posizione,  quella  appunto  della  Omissis,
senza invece procedere ad un eventuale  riesame  di  tutte  le  altre
posizioni. 
    In realta', se un errore nel calcolo dei redditi  da  considerare
ai fini dell'ammissione  era  stato  realmente  commesso,  lo  stesso
poteva essersi verificato anche con riferimento alle altre posizioni,
di quanti cioe', interessati al pari della  Omissis  all'assegnazione
di un alloggio, si erano magari visti esclusi per le medesime ragioni
o comunque assegnatari di un punteggio inferiore  rispetto  a  quello
che sarebbe stato loro legittimamente attribuito in caso  di  riesame
della documentazione. 
    Ovviamente nulla ha accertato la suddetta commissione comunale in
relazione alle altre condizioni per le quali la Omissis aveva chiesto
ed ottenuto un punteggio, fra le quali, piu' di  ogni  altra,  quella
legata all'occupazione di un «alloggio da rilasciare per ordinanze  o
altri provvedimenti adottati dalle autorita' competenti». 
    In conclusione, con  successiva  determinazione  n.  363  del  18
maggio 2016, preso atto della  dichiarazione  di  rinuncia  da  parte
dell'assegnatario  Omissis  collocato  al  n.  22  della  graduatoria
approvata con atto dirigenziale n. 292/2016, nonche' dell'esito della
revisione del punteggio da assegnare alla  Omissis  a  seguito  delle
istanze dalla  stessa  prodotte,  si  procedeva  all'assegnazione  ad
Omissis del punteggio complessivo e definitivo di 9 punti per effetto
del quale la stessa si collocava in graduatoria  in  posizione  utile
per conseguire l'assegnazione di alloggio ERP. 
Esercizio commerciale denominato Omissis 
    Altra  vicenda  esplicativa  dell'andamento  dell'Amministrazione
comunale e' quella che riguarda il bar denominato «Omissis»,  di  cui
e' titolare Omissis, soggetto interessato dall'ordinanza di  custodia
cautelare del giudice per le indagini preliminari  del  Tribunale  di
Lecce. 
    Emblematica e' l'allocazione dell'esercizio pubblico in questione
nella centrale Omissis, proprio di fronte  all'ingresso  del  Palazzo
Municipale di Manduria: si tratta, pertanto, di un  locale  ben  noto
agli stessi amministratori e dirigenti del Comune. 
    Proprio questi ultimi, come si vedra', assumono nella vicenda  un
comportamento   sintomatico   della   fragilita'   dell'Ente,   della
permeabilita'  dello  stesso   alle   ingerenze   criminali   nonche'
dell'alterazione  del  procedimento  di  formazione  della   volonta'
amministrativa, allorche' sono chiamati  ad  esprimere  pareri  o  ad
assumere decisioni sull'istanza presentata dal gestore del detto Bar,
Omissis, al fine di ottenere  l'autorizzazione  all'installazione  di
«dehors», ed all'occupazione del  suolo  pubblico  per  diversi  mesi
dell'anno, in particolare in vista di alcuni eventi  organizzati  nei
mesi di maggio e giugno 2016. 
    Nel provvedimento di applicazione di misure  cautelari  personali
piu' volte richiamato, al Omissis sono contestati i  delitti  di  cui
all'art. 416-bis codice penale in quanto facente parte, unitamente  a
Omissis, Omissis, Omissis  ed  altri  soggetti  dell'associazione  di
stampo mafioso qualificabile quale frangia della sacra corona  unita;
di estorsione aggravata  per  aver  compiuto,  sempre  unitamente  al
Omissis ed altri soggetti, atti idonei diretti in modo non equivoco a
costringere i vincitori  dell'appalto  di  realizzazione  della  272ª
«fiera pessima» manduriana dell'anno 2012 a versare  trentamila  euro
di tangente mediante reiterate minacce; di intestazione  fittizia  di
beni, per avere, anche in questo caso in concorso con il boss Omissis
(di cui  e'  stato  appurato  essere  socio  in  affari),  attribuito
fittiziamente e in  maniera  fraudolenta  ad  altri  (prestanomi)  la
titolarita' di ditte individuali, al fine di eludere le  disposizioni
in materia di misure di prevenzione patrimoniale e  di  agevolare  la
commissione dei delitti di cui agli articoli 648-bis, 648-ter c.p. 
    In effetti Omissis e' da  ritenersi  soggetto  inserito  a  pieno
titolo nel sodalizio mafioso. 
    Gli  accertamenti  svolti  dalla  commissione   d'accesso   hanno
riguardato in particolare la procedura relativa  alle  autorizzazioni
richieste da Omissis in vista di alcuni eventi dell'estate 2016. 
    Nell'indagine  penale  rileva  un  interessamento  dell'assessore
Omissis e dell'Omissis, consigliere comunale nonche'  Presidente  del
consiglio  comunale,  per  la  realizzazione  della  festa   musicale
caraibica del 26 maggio 2016 e, poi, dell'ulteriore  evento  musicale
denominato «i vasconnessi»,  programmato  per  il  successivo  giugno
2016. 
    L'indagine penale ha  evidenziato  «forzature»  amministrative  e
l'asservimento, anche in relazione a quest'altra vicenda, del Omissis
al Omissis. 
    Gli atti acquisiti dalla commissione d'accesso presso  il  Comune
di Manduria hanno posto in luce come, a fronte di reiterate richieste
di occupazione  temporanea  del  suolo  pubblico  per  arredo  urbano
(dehors) avanzate dal Omissis gia'  a  far  data  22  dicembre  2015,
Omissis,  pur  avvedendosi   di   palesi   difformita'   tra   quanto
rappresentato dal  medesimo  Omissis  (in  particolare  nell'indicare
l'area da occupare) e quanto invece  a  loro  gia'  noto  o  comunque
successivamente accertato in  sede  di  controlli,  hanno  omesso  di
definire la procedura avviata con il  mancato  accoglimento  o  anche
solo esprimere il  proprio  parere  negativo,  preferendo  piuttosto,
indugiare sulle ripetute istanze e consentire cosi' il  protrarsi  di
uno stato di fatto palesemente illegale, sotto gli occhi di tutti. 
    Si evince dagli atti  prodotti  che  in  data  22  dicembre  2015
Omissis richiedeva l'occupazione temporanea del  suolo  pubblico  per
arredo urbano (dehors) nella Omissis per complessivi mq. 10,  per  un
periodo di 31 giorni. 
    Ricevuta la predetta  istanza,  il  dirigente  Omissis,  chiedeva
parere Omissis, rappresentando l'urgenza del caso, posto «... che  il
dehors  [era]  stato  gia'  allestito  ...».  Analogo  parere  veniva
richiesto alla Omissis. 
    Omissis, dirigente Omissis, rispondeva di  «non  poter  esprimere
alcun  parere  in  quanto  il  dehors  gia'  allestito  si   presenta
differente dal layout allegato» all'istanza, dando cosi' contezza del
fatto di essere consapevole dell'esistenza di un'opera comunque priva
di  autorizzazione,  ma  soprattutto  «difforme»  rispetto  a  quanto
riportato nell'istanza di autorizzazione. 
    Omissis,   invece,   rilasciava   il   proprio    «nulla    osta»
all'occupazione del suolo pubblico nel  rispetto  delle  norme  sulla
viabilita' e sicurezza stradale, nonche' dell'art. 4 del  regolamento
dehors (durata dell'occupazione). 
    Acquisiti il «non» parere del dirigente del  settore  urbanistico
ed il  «nulla  osta»  Omissis,  in  data  26  gennaio  2016  Omissis,
demandava Omissis il controllo  sull'installazione  di  dehors  delle
attivita' commerciali su tutto il  territorio  comunale,  secondo  il
regolamento approvato con delibera di C.C. n. 7 del 2 febbraio 2012. 
    Sulla  base  di  quest'ultimo  input,  Omissis  provvedeva   agli
accertamenti richiesti,  dando  atto  con  nota  n.  1062/PL  dell'11
febbraio 2016  di  aver  proceduto  ad  elevare  quattro  verbali  di
violazioni nei confronti  di  altrettante  attivita',  fra  le  quali
quella riconducibile al Omissis. Con  verbale  n.  1173/13442  del  5
febbraio 2016 veniva infatti contestata a quest'ultimo la  violazione
dell'art. 20, commi  3  e  4,  del  C.d.S.,  per  aver  impegnato  il
marciapiede  per  piu'  della  meta'  della  sua  larghezza  con  una
struttura «dehors» occupante una superficie di mq.  17,50  (circa  il
doppio di quanto indicato nella richiesta di autorizzazione) senza il
prescritto titolo  autorizzativo,  violando  altresi'  l'art.  4  del
Regolamento dehors. La predetta sanzione (se ne da' atto nel  verbale
medesimo)  prevedeva  (o,  meglio,  avrebbe  dovuto   prevedere)   la
rimozione delle opere abusive a cura e  spese  del  trasgressore,  il
quale nella circostanza dichiarava che avrebbe provveduto a  smontare
tutta la struttura in breve tempo. 
    Gli esiti sopra riportati venivano  pure  comunicati  al  settore
urbanistico che ribadiva, in una risposta del 1° aprile  2016  (prot.
11006), di non  aver  espresso  parere  per  l'istanza  avanzata  dal
titolare del Bar Omissis «in  quanto  il  dehor  gia'  allestito  era
differente dal layout allegato alla richiesta». 
    Omissis, con nota del successivo 24 maggio 2016, a ridosso quindi
della festa caraibica che si sarebbe dovuta tenere  proprio  la  sera
del 26 maggio 2016, chiedeva al Omissis se «il sig. Omissis  [avesse]
ottemperato a quanto (...) accertato e disposto in  data  5  febbraio
2016, in merito alla violazione  ...»,  e  chiedeva  altresi'  se  il
predetto soggetto avesse altri precedenti simili. 
    Negli atti prodotti dal Comune di Manduria non si rinviene alcuna
risposta alla suddetta richiesta di chiarimenti. 
    L'attivita' di indagine di cui all'ordinanza di  applicazione  di
misure cautelari emessa  dal  giudice  per  le  indagini  preliminari
presso il Tribunale di Lecce ha dimostrato, sulla base di  chiari  ed
inequivocabili contenuti intercettati nel periodo compreso tra il  23
e il 26 maggio 2016, che il Omissis, al fine  di  dare  corso  a  una
festa caraibica prevista per il giorno 26 maggio  2016  nell'area  di
pertinenza   del   proprio   locale    «Omissis»,    aveva    chiesto
«preventivamente» un permesso ad occupare  il  suolo  pubblico  della
Omissis. 
    Nella vicenda si sono registrati, ancora una volta,  l'intervento
dell'assessore Omissis nonche' il coinvolgimento Omissis. Addirittura
gli inquirenti hanno avuto modo di accertare un incontro  tenuto  dal
Omissis con il boss Omissis all'interno  del  Palazzo  municipale  di
Manduria ed e' stato registrato un  contatto  diretto  dell'assessore
Omissis con il Omissis che il giorno 23 maggio 2016 gli  esponeva  al
telefono l'esigenza di protocollare la  richiesta  di  autorizzazione
all'occupazione  del   suolo   pubblico,   ricordandogli   anche   la
pianificazione di un successivo evento per il giorno 17 giugno  2016.
L'assessore Omissis  non  solo  indirizzava  il  Omissis  al  proprio
Omissis, dandogli garanzia che sarebbero state  soddisfatte  entrambe
le richieste, ma concordava con il medesimo anche  la  necessita'  di
darne avviso al Omissis ed Omissis per le dovute incombenze. 
    L'assessore Omissis, ritenuto partecipe dell'associazione mafiosa
proprio come lo stesso Omissis, non poteva non essere consapevole che
quest'ultimo altri non era che un socio in affari del  boss  Omissis.
D'altra parte, proprio all'interno del  Bar  Omissis  gli  inquirenti
hanno  documentato  (con  riprese  video)  un  «summit»  tenutosi  il
precedente 22 maggio 2016, fra gli stessi Omissis, Omissis, Omissis e
Omissis  (anche  lui  indagato  nel  medesimo   procedimento   penale
unitamente ai restanti soggetti). 
    In un'altra conversazione registrata il 25 maggio  2016,  Omissis
avvisa  Omissis  del  fatto  che  Omissis  non  gli  aveva   concesso
l'autorizzazione per il giorno 26 maggio  2016,  in  quanto  non  era
stata inoltrata la comunicazione al Commissariato  P.S.  di  Manduria
prevista dall'art. 18 T.U.L.P.S., ma gli era  stata  pero'  garantita
l'autorizzazione per il successivo evento del 17 giugno. Allo  stesso
tempo, Omissis invitava Omissis a parlarne di  persona  con  Omissis,
per provare a superare le sue resistenze. 
    Omissis decideva  a  quel  punto  di  coinvolgere  pure  Omissis,
invitandolo ad intervenire per risolvere la questione e per  ottenere
la firma Omissis sull'atto  autorizzatorio.  Omissis,  a  sua  volta,
mostrandosi conscio dell'esigenza del Omissis,  invitava  Omissis  ad
andare  assieme  a  lui  dal  Omissis  per  persuaderlo   a   firmare
l'autorizzazione. 
    L'Omissis  risulta,  anche  in   questa   situazione,   «abituale
interlocutore»  dell'organizzazione   all'interno   del   Comune   di
Manduria, consapevole del sodalizio esistente fra l'assessore Omissis
e il boss Omissis. 
    Il 26 maggio 2016 Omissis faceva presente al boss Omissis che  si
rendeva necessaria la sua presenza in Comune.  Gli  inquirenti  hanno
potuto accertare come effettivamente Omissis si sia portato  quel  26
maggio 2016 presso il Comune di Manduria, ove si  e'  incontrato  con
Omissis e con altro  soggetto  che  a  questi  si  accompagnava  (non
identificato,  ma  da   ritenersi   presumibilmente   un   dipendente
dell'Ente). Proprio all'ingresso del Comune, nella centrale  Omissis,
gli inquirenti  assistono  ad  una  stretta  di  mano  tra  il  detto
assessore ed il boss Omissis. Addirittura Omissis poggia  il  proprio
braccio sulle spalle del boss, mentre questi  discute  con  un  altro
soggetto sopraggiunto in quel momento. 
    Appare accertato anche il forte interesse del Omissis, il  quale,
lo stesso 26 maggio, chiedeva con insistenza al Omissis  la  data  di
protocollo  della  «precedente»  istanza  depositata   dal   Omissis,
ricevendo come risposta che «il documento era  stato  consegnato  dal
Omissis al dirigente Omissis».  Sempre  il  medesimo  giorno  Omissis
metteva al corrente Omissis  di  aver  parlato  con  tutti,  compreso
Omissis, ritenendo che il problema del Omissis andasse risolto. 
    I due facevano cenno pure a delle  spese  sostenute  dal  Omissis
affermando, in ultimo, che il soggetto aveva finalmente ottenuto cio'
che voleva e  che  sulla  questione  vi  era  stato  l'impegno  anche
dell'assessore Omissis. 
    Rilevante  appare  la  circostanza  che  Omissis  si  preoccupava
affinche' dell'esito della questione venisse dato immediato avviso al
Omissis, nei cui confronti, appare ragionevole  ritenere  che  avesse
assunto un preciso obbligo. 
    Sulla base  dell'attivita'  di  intercettazione,  gli  inquirenti
hanno potuto infine accertare che, benche'  il  Omissis  fosse  stato
«messo nelle condizioni  di  realizzare  la  festa  musicale»  grazie
all'intervento di Omissis,  Omissis  e  degli  altri  soggetti  sopra
citati, non aveva avuto piu' bisogno di occupare il suolo pubblico  a
causa del  modesto  numero  di  persone  giunte  sul  posto,  accolte
direttamente nell'area di pertinenza del bar Omissis. 
    E' bene evidenziare a questo punto che, interpellati anche  dalla
commissione  d'accesso  al  fine  di  ottenere   informazioni   sullo
svolgimento di spettacoli pubblici ed eventi tenutisi nei  giorni  26
maggio e 17 giugno 2016 organizzati  dal  locale  «Omissis»  sito  in
Omissis, i diversi referenti del Comune di Manduria hanno  comunicato
che agli atti dei loro uffici risultava solo il fascicolo riguardante
lo svolgimento della seconda  manifestazione,  «Vasconnessi»  del  17
giugno 2016, per la quale c'era l'autorizzazione. 
    Eppure  proprio  Omissis,  aveva   interessato   con   una   nota
protocollata il 26 maggio 2016 il Omissis affinche'  verificasse  che
il Omissis avesse adempiuto a  quanto  prescrittogli  nel  precedente
verbale di contestazione  del  5  febbraio  2016.  Ed  e'  l'indagato
Omissis, parlando con Omissis, ad  affermare  che  la  richiesta  del
Omissis era stata da lui consegnata nelle mani del Omissis, col quale
aveva avuto pure modo di affrontare la questione l'Omissis stesso. 
    La commissione di accesso ha inoltre acquisito ulteriori elementi
dagli uffici comunali  in  relazione  all'altro  evento  tenutosi  il
successivo 17 giugno 2016. 
    Negli atti prodotti vi e' una nuova istanza avanzata dallo stesso
Omissis il 31 maggio 2016,  analoga  alla  precedente,  vale  a  dire
sempre per l'occupazione in modo temporaneo del  suolo  pubblico  con
elementi di arredo dehors, ma per un'area complessiva di mq. 58,75  e
per un periodo, a partire dal 1° giugno 2016 al 1° settembre 2016.  A
seguito dell'istanza, Omissis comunicava a Omissis, con  nota  del  7
giugno  2016  a  firma   Omissis,   l'avvio   della   procedura   per
l'autorizzazione all'installazione, trasmettendo copia  del  progetto
con richiesta di parere ed autorizzazione di competenza. 
    Seguiva una deliberazione di giunta (n. 92  dell'8  giugno  2016,
presenti il sindaco Omissis, il vice sindaco Omissis e gli  assessori
Omissis, Omissis,  Omissis,  Omissis  e  Omissis)  con  la  quale  si
concedeva il patrocinio per l'evento pubblico musicale del 17  giugno
2016, subordinando  il  tutto  alla  verifica,  da  parte  Omissis  e
Omissis, dell'avvenuta regolarizzazione  del  pagamento  della  TOSAP
relativa al dehors. Quest'ultima deliberazione veniva  trasmessa,  il
successivo 13 giugno 2016, dal Omissis al Omissis ed all'Omissis, per
gli adempimenti di rispettiva competenza. 
    Con istanze depositate in data  14  giugno  2016  (protocolli  n.
19206  e  19301)  Omissis  avanzava  richiesta  di   rilascio   delle
autorizzazioni  e/o  del  N.O.  previsti  per  lo  svolgimento  della
manifestazione nonche' dell'autorizzazione ad occupare la Omissis. 
    Dalla documentazione tecnica allegata, si evince l'installazione,
in aggiunta alla struttura «dehor» annessa al bar, di un palco avente
dimensioni in pianta di mt. 8,00×6,00 (48 mq) e di due  «gazebo»  per
degustazione prodotti tipici, ciascuno occupante un'area di 9,00  mq.
Nell'istanza volta all'autorizzazione  per  l'occupazione  del  suolo
pubblico, Omissis comunicava di rimanere in attesa  della  Conferenza
di servizi per la regolarizzazione del pagamento della TOSAP. 
    Fra la documentazione prodotta e' altresi' presente un verbale di
riunione di conferenza servizi tenutasi il giorno 15 giugno 2016,  in
cui erano  presenti  lo  stesso  Omissis,  Omissis  e  Omissis  quale
delegata  dell'Omissis,  avente  quale  oggetto  il  rilascio   delle
autorizzazioni  «dehors»  per  l'occupazione  temporanea   di   suolo
pubblico nella stagione estiva 2016. 
    Per  quanto  concerne  la  posizione  del  Omissis,  in  sede  di
conferenza di servizi  i  tre  uffici  hanno  espresso  tutti  parere
favorevole, subordinando pero' il rilascio  dell'autorizzazione,  fra
le altre cose, all'acquisizione del parere della Sopraintendenza  per
i beni architettonici,  giusto  art.  7,  comma  8,  del  regolamento
comunale ed al rispetto di quant'altro previsto dall'art. 5, comma 4,
del medesimo regolamento, alla produzione all'atto del  ritiro  della
«ricevuta del versamento dei diritti di istruttoria di euro 30,00» ed
alla regolarizzazione della domanda con  l'apposizione  di  marca  da
bollo. Queste ultime  condizioni,  ma  soprattutto  il  rilascio  del
parere della Sopraintendenza, non si sono verificate. 
    Il giorno 16 giugno 2016 (precedente all'evento «i  vasconnessi»)
con nota a firma del funzionario direttivo amministrativo  Omissis  e
del Omissis, il settore attivita' produttive del Comune  di  Manduria
comunicava al Omissis che «al fine del  rilascio  dell'autorizzazione
all'installazione del dehor  era  stato  richiesto  il  parere  della
Sopraintendenza  per  i  beni  architettonici  e  che   il   relativo
procedimento si sarebbe concluso entro il 14 luglio 2016». 
    Lo stesso giorno con nota prot.  19589  il  responsabile  Omissis
autorizzava  la  caffetteria  gelateria  Omissis   del   Omissis   ad
organizzare e offrire  alla  comunita',  a  proprie  spese,  l'evento
pubblico previsto per il 17 giugno  2016  («i  vasconnessi»).  Rileva
come nel corpo della stessa  autorizzazione  si  sia  dato  atto  che
«l'azienda ...(...)... ha provveduto al  pagamento  della  T.O.S.A.P.
sia dell'occupazione del palco che quella relativa al dehor». 
    La  commissione  di  accesso  ha  evidenziato  al   riguardo   la
contraddittorieta' dell'ufficio che ha dato atto  del  pagamento  per
l'occupazione di suolo  pubblico  di  un'opera  per  la  quale  aveva
espresso, appena il giorno  precedente,  in  sede  di  conferenza  di
servizi, parere  favorevole,  subordinandolo  pero'  al  rilascio  di
uguale parere da parte  della  Soprintendenza  e  precisando  che  il
procedimento si sarebbe concluso entro il 14 luglio 2016. 
    Sempre  in  seno  alla  documentazione  prodotta  dal  Comune  di
Manduria e' presente un'ulteriore istanza avanzata  dal  Omissis  per
l'autorizzazione ad occupare in modo temporaneo il suolo pubblico  di
Piazza Garibaldi per un'area complessiva di mq. 22,80  dall'8  luglio
2016 al 1° settembre 2016. 
    Una nuova richiesta di autorizzazione il Omissis  l'avanzava  nel
novembre 2016, per un'area complessiva di mq. 17,85 e per il  periodo
dal 18 novembre 2016 al 10 gennaio 2017. Anche in  questo  caso,  con
nota n. 0037608 del 24 novembre 2016, il settore Omissis  trasmetteva
l'istanza in argomento alla Omissis per l'acquisizione del  parere  e
dell'autorizzazione di  competenza.  Il  parere  «favorevole»  veniva
rilasciato con nota n. 8982/P.L. del 26  novembre  2016.  Non  vi  e'
tuttavia traccia dell'autorizzazione che avrebbe dovuto rilasciare il
servizio Omissis. 
    Ancora con istanza depositata il 14 aprile 2017 Omissis  chiedeva
il «permesso a costruire» per installazione di «dehors  stagionale  e
continuativo». Ne seguiva l'avvio del procedimento, con comunicazione
e trasmissione degli elaborati tecnici  all'Omissis,  all'Omissis  ed
alla Omissis. 
    Da rilevare come anche in questo caso, in data  23  maggio  2017,
sia stato emesso dal Omissis  parere  favorevole.  Nessun  parere  e'
stato espresso invece (comunque nessuno  ne  e'  stato  prodotto)  da
parte del Omissis. 
    Da quanto rappresentato emerge quindi che in un periodo di  oltre
un anno (dal dicembre 2015 al novembre 2016) il Omissis ha  reiterato
la istanza  di  autorizzazione  all'occupazione  del  suolo  pubblico
presso la  Omissis,  sia  per  la  stagione  estiva  che  per  quella
invernale, e con indicazione di uno spazio sempre  diverso,  comunque
finalizzato  all'installazione  di  dehors.  Tuttavia,  mai   risulta
essergli stata rilasciata  un'autorizzazione,  anche  perche',  sulla
base  di  quanto  evidenziato  in  sede  di  accesso,  sarebbe  stato
necessario ottenere il parere favorevole della Omissis. 
    Eppure, sulla base di quanto piu' sopra evidenziato,  il  Omissis
ha certamente provveduto in quel lungo arco di tempo a  mantenere  le
installazioni abusive, senza che nessuno  degli  organi  deputati  ai
controlli e dal medesimo soggetto interessati per il  rilascio  delle
autorizzazioni, ben consci dell'esistenza degli arredi per il  dehor,
abbiano provveduto, realmente, a sanzionare il medesimo  obbligandolo
a rimuovere le opere. 
    Bisognera' attendere l'agosto  2017  -  dopo  l'esecuzione  delle
misure  cautelari  personali  emesse  dal  giudice  per  le  indagini
preliminari del Tribunale di Lecce - per giungere  ad  un  risultato;
infatti, solo a seguito di una segnalazione del Omissis (n.  64/4  di
prot. del 28 luglio 2017) in cui si dava atto che  nel  corso  di  un
servizio finalizzato a contrastare il fenomeno dell'utilizzo  abusivo
di spazi urbani di interesse storico culturale, tutelati ex  art  10,
comma 4, lettera  G  del  decreto  legislativo  n.  42/2004,  si  era
proceduto ad un controllo, fra  gli  altri,  anche  del  Bar  Omissis
riscontrando la mancanza di «qualsiasi autorizzazione di  occupazione
del suolo pubblico», il personale  della  Omissis  ha  effettuato  un
sopralluogo (a pochi metri dal comune) e dopo aver  accertato  in  un
verbale che il Omissis era privo di autorizzazione ha  trasmesso  gli
esiti al Omissis per i provvedimenti di competenza. 
    Con nota del 4 settembre 2017 lo stesso Omissis comunicava (prot.
6672/P.L.) ai dirigenti dell'Omissis, dell'Omissis e  per  conoscenza
al Omissis ed al Omissis che il Omissis non aveva  ancora  provveduto
all'immediata rimozione delle strutture  come  da  ordinanza  n.  235
dell'Omissis. Pertanto, con successiva ordinanza del 5 settembre 2017
nr. 254 il Omissis ordinava al Omissis, quale titolare dell'esercizio
pubblico denominato «Omissis», l'immediata rimozione della  struttura
antistante il bar in tutte le sue parti. Si tratta, appare  evidente,
di una decisione certamente intempestiva, ma soprattutto  indotta  da
altri organi. 
    Anche  nella  circostanza   appena   delineata,   sono   evidenti
comportamenti di inerzia, di permissivita' e di mancanza di controllo
da  parte  di  alcuni   funzionari   oltreche'   di   connivenza   di
amministratori. 
    Il gestore del Omissis, l'indagato Omissis, non poteva non essere
noto agli amministratori e dipendenti comunali quale socio  di  fatto
del Omissis, viste  peraltro  le  frequenti  visite  di  quest'ultimo
presso il  bar  gestito  dal  primo,  situato  di  fronte  alla  sede
comunale, luogo in cui teneva persino dei veri  e  propri  summit  di
mafia. Tuttavia, nonostante irregolarita' e/o difformita' progettuali
emerse  nel   corso   del   procedimento   volto   alla   concessione
dell'autorizzazione all'installazione di «dehors»,  l'Amministrazione
comunale ha  assunto  un  atteggiamento  «indulgente»,  omettendo  di
prendere una posizione netta e di intervenire al fine di eliminare le
opere e le installazioni abusive gia'  realizzate,  assecondando  uno
stato di illegalita' evidente. Anche in questo caso  i  comportamenti
riscontrati mostrano notevole fragilita'  e  permeabilita'  dell'Ente
alle ingerenze della criminalita' locale, nonche' condizionamento  ed
alterazione della volonta' amministrativa. 
Fiera pessima 
    La «Fiera  Pessima»  e'  una  fiera  campionaria  che  si  svolge
annualmente a Manduria nella seconda settimana di marzo, nei  settori
della produzione agroalimentare, dell'artigianato, del commercio, del
tempo libero e dei servizi e nel  corso  degli  anni  ha  assunto  il
carattere di fiera campionaria regionale, potendo  contare  su  oltre
trecento espositori provenienti dalle regioni centro meridionali. 
    L'indagine ha evidenziato il ruolo attivo nelle  diverse  vicende
collegate   negli   anni   all'organizzazione   e   gestione    della
manifestazione,  svolto  dal  Omissis,  al  quale  viene   contestata
l'estorsione perche', in concorso con Omissis ed  altri  soggetti  ha
compiuto atti idonei a costringere, mediante minacce  di  ritorsioni,
Omissis - titolare della ditta Omissis di Omissis assegnataria  delle
edizioni 272ª (anno 2012) e 273ª (anno 2013) della «Fiera Pessima»  -
a versare quindicimila euro. Omissis si sarebbe occupato  di  seguire
gli  spostamenti  della  vittima,  di  organizzare  un  incontro  tra
quest'ultima ed il boss Omissis ed avrebbe anche imposto al  predetto
Omissis la vigilanza all'interno della fiera nonche' l'assunzione  di
persone di propria fiducia. 
    Omissis, vice presidente Omissis, e' stato a sua volta  indagato,
unitamente ai gia' noti Omissis e Omissis, per  estorsione  aggravata
consumata ai danni dei vincitori dell'appalto  per  la  realizzazione
della 272ª «Fiera Pessima»  (anno  2012),  aggiudicata  in  un  primo
momento all'impresa Omissis ed alla ditta  «Omissis»  (a  loro  volta
subentrate alla ditta «Omissis» di Omissis, esclusa  dal  comune  per
carenza dei requisiti previsti dal bando di gara). 
    In quest'altra vicenda compare  ancora  una  volta  Omissis,  non
ancora assessore ma prossimo a candidarsi nelle elezioni  2013  nella
lista a sostegno del sindaco Omissis. Dalle indagini e' emerso  anche
che la Omissis di Omissis sarebbe stata  costretta  ad  assumere,  in
occasione della 273ª manifestazione fieristica tenutasi dal 7  al  12
marzo 2013, alcune persone indicate dal  Omissis,  fra  le  quali  la
sorella dello stesso, Omissis. Inoltre  Omissis  avrebbe  imposto  al
Omissis (ovviamente assieme  al  boss  Omissis)  anche  la  vigilanza
all'interno dell'evento in  questione.  Da  indagini  condotte  dalla
Guardia di Finanza sulle procedure di  affidamento  in  questione  e'
emerso che la Omissis, aggiudicataria  dell'appalto,  aveva  prodotto
false   documentazioni   afferenti   al   possesso   dei    requisiti
professionali richiesti dal bando di gara. 
    Analogo discorso si e' evidenziato anche nel 2014, in  quanto  la
Guardia di Finanza, nel corso  di  indagini  delegate  dalla  Procura
della  Repubblica  presso  il  Tribunale   di   Taranto   riguardanti
l'affidamento della gara di appalto per l'organizzazione  della  274ª
edizione della Fiera Pessima, ha accertato che la  ditta  individuale
«Omissis» di Omissis, con sede in Omissis,  risultata  aggiudicataria
del predetto appalto, ha prodotto false documentazioni  afferenti  il
possesso dei requisiti professionali richiesti dal bando di gara.  Le
circostanze  valutate  hanno  portato  l'organismo   accertatore   ad
ipotizzare che i componenti della commissione comunale aggiudicatrice
ed alcuni amministratori dell'Ente, pur con cognizione della falsita'
delle suindicate documentazioni, non abbiano posto in  essere  alcuna
verifica circa la sussistenza dei predetti requisiti professionali. 
    Nonostante tali circostanze sfociate in  un  avviso  di  garanzia
notificato dalla Guardia di Finanza all'Omissis nel 2017,  la  stessa
«Omissis» ha organizzato la fiera negli anni dal 2015, 2016  e  2017,
anche mediante affidamento diretto. 
    L'intreccio di interessi  che  emerge  in  occasione  dell'evento
fieristico manduriano nonche'  il  legame  tra  gli  esponenti  della
criminalita' organizzata che pretendono di controllare  le  attivita'
economiche allo stesso collegate e  gli  uomini  dell'Amministrazione
comunale di Manduria, sono testimoniati pure da ulteriori elementi di
indagine acquisiti nel marzo 2016, in coincidenza del  periodo  della
«Fiera Pessima». 
    Omissis,  ormai  subentrato  in  Giunta   comunale   con   delega
assessorile, tiene un incontro con un  giostraio  (Omissis)  che  nel
mostrare interesse  ad  ottenere  anche  per  l'anno  successivo  una
«altrettanta ed adeguata»  sistemazione  per  il  Luna  Park  facendo
affidamento sull'impegno del Omissis medesimo, lascia intendere,  con
un chiaro riferimento al boss Omissis ed alle  «visite»  ricevute  da
costui, di  essere  stato  indotto  ad  elargire  numerosi  biglietti
omaggio. 
    E' la stessa polizia giudiziaria  a  dare  conto  degli  incontri
tenuti dal Omissis con  diversi  giostrai  nel  periodo  della  Fiera
Pessima.  Il  boss  mostra,  in  effetti,  interesse  a  dirimere  le
questioni dei giostrai: alcuni si erano rivolti a lui gia'  nel  2013
per risolvere un problema insorto con alcuni proprietari dei  terreni
su cui intendevano installare le proprie attrazioni in  quanto  dagli
stessi diffidati ad utilizzare la medesima zona degli anni precedenti
asseritamente occupata in dispregio di qualsivoglia autorizzazione  e
concessione e senza il rispetto della normativa sulla sicurezza. 
Le risultanze della commissione per l'accesso 
    La  commissione  per  l'accesso  ha  condotto  una   attenta   ed
approfondita analisi di documenti, informative e procedimenti al fine
di verificare, in funzione preventiva, se l'attivita'  amministrativa
dell'Ente sia stata indirizzata e informata a criteri di trasparenza,
buon andamento ed imparzialita' in modo da garantire  l'esistenza  di
una libera ed incondizionata formazione della volonta'  degli  organi
istituzionali, scevra da qualsiasi condizionamento esterno. 
    Attraverso l'acquisizione del contributo informativo delle  Forze
dell'Ordine operanti sul territorio, la verifica di  procedimenti  ed
atti amministrativi connessi con  le  fattispecie  evidenziate  nella
citata   ordinanza,   l'acquisizione   dagli   uffici   comunali   di
documentazione   relativa   a   vicende    amministrative    ritenute
significative  ai  fini  del  ricercato  possibile   condizionamento,
l'audizione di dipendenti e l'esame  del  contesto  territoriale,  la
commissione   e'   pervenuta   alla   conclusione   di   un'attivita'
amministrativa  deviata  dai   suoi   canoni   costitutivi   per   il
soddisfacimento di interessi legati alla criminalita' locale. 
    La commissione si e' costantemente confrontata  con  i  contenuti
dell'ordinanza emessa dal giudice per  le  indagini  preliminari  del
Tribunale di Lecce  da  cui  emerge  come  l'associazione  di  stampo
mafioso promossa ed organizzata dal trio Omissis, Omissis e  Omissis,
frangia della SCU nel versante  orientale  della  provincia,  si  sia
imposta su soggetti dell'imprenditoria, del commercio, della politica
avvalendosi dell'intimidazione e della  capacita'  di  controllo  del
territorio. 
    La commissione d'accesso si e' avvalsa delle  attivita'  tecniche
(intercettazioni telefoniche e ambientali) acquisite nell'indagine di
polizia giudiziaria ed indicate de relato nella ordinanza  cautelare.
Le stesse non sono quindi soggette a  tutele  o  vincoli  di  segreto
istruttorio, in quanto sono divenute pubbliche. 
    Dall'istruttoria  svolta  dalla  commissione  emergono   elementi
chiari e concordanti  di  collegamento  e  condizionamento,  tali  da
determinare  un'alterazione  del  procedimento  di  formazione  della
volonta' degli organi elettivi e amministrativi e da compromettere il
buon andamento ed  il  regolare  funzionamento  degli  uffici  e  dei
servizi comunali. 
    La Corte costituzionale ha stabilito, nella sentenza n. 103/1993,
che  gli  elementi  su  cui  deve  poggiare  lo   scioglimento   sono
innanzitutto i collegamenti diretti o indiretti degli  amministratori
locali con la criminalita' organizzata o il  condizionamento  che  la
mafia impone agli amministratori a cui si connettono pregiudizi quali
la mancanza di libera determinazione  per  gli  organi  elettivi  e/o
amministrativi   (dirigenti,   personale   dipendente),   l'andamento
negativo dell'Ente locale, il malfunzionamento dei  servizi  affidati
all'Ente, oppure il pericolo per l'ordine e la sicurezza pubblica. 
    Secondo la commissione  per  l'accesso,  le  vicende  oggetto  di
accertamento consentono di rinvenire ciascuno  degli  elementi  sopra
richiamati, sintomatici della capacita'  di  infiltrazione  da  parte
della criminalita' organizzata locale da un lato, e di  permeabilita'
dell'apparato politico e amministrativo dall'altro. 
Comitato provinciale ordine e sicurezza pubblica del 13 marzo 2018 
    Il 13 marzo  scorso  si  e'  tenuta  una  riunione  del  Comitato
provinciale  per  l'ordine  e   la   sicurezza   pubblica,   con   la
partecipazione del  sostituto  procuratore  D.D.A.  di  Lecce  e  del
Procuratore della Repubblica aggiunto di  Taranto,  nel  corso  della
quale  sono  stati  esposti  dettagliatamente  i   contenuti   e   le
conclusioni del lavoro svolto dalla commissione d'accesso  presso  il
Comune di Manduria. 
    Tutti i componenti del consesso hanno  dato  pieno  assenso  alle
conclusioni espresse dalla commissione d'accesso. 
    Omissis, nel condividere l'impianto motivazionale della relazione
svolta dalla commissione d'accesso e le conclusioni a cui  la  stessa
e'  pervenuta,  ha  evidenziato  che  lo  scenario  delineatosi   con
l'operazione «Impresa»  ha  confermato,  anzi,  ha  aggravato  quanto
emerso nell'operazione Giano del 2012 che gia' determino'  la  nomina
di una commissione d'accesso la quale concluse il lavoro con  analoga
proposta. 
    Omissis  ritiene  che  i  fatti  presi  in  considerazione   sono
emblematici  della  connivenza   tra   Amministrazione   comunale   e
criminalita' che emerge in maniera chiara in occasione  dell'elezione
a Omissis del Omissis e della nomina, quale  assessore,  del  Omissis
che e' perfettamente incardinato  nell'organizzazione.  Si  sofferma,
quindi  sullo   spessore   criminale   dei   capi   dell'associazione
disarticolata, e in particolare del Omissis,  personaggio  di  grosso
calibro  se  si  pensa  ai   collegamenti   dello   stesso   con   il
pluripregiudicato Omissis, detenuto per lungo tempo con Omissis. 
    Anche Omissis ha condiviso le risultanze e la proposta  formulata
dalla  commissione  d'accesso,  ritenendo   che   siano   stati   ben
evidenziati gli elementi di condizionamento. Ha anche  aggiunto,  per
quanto di propria competenza, che la esistenza  di  reati  contro  la
pubblica amministrazione e' spesso da ascrivere ad una  posizione  di
soggezione dell'apparato  politico-amministrativo  alla  criminalita'
operante sul territorio. 
Conclusioni 
    Gli  esiti   dell'attivita'   della   commissione   di   accesso,
intrecciandosi ed integrando - attraverso l'acquisizione di  verbali,
atti  deliberativi,  determine,  provvedimenti  dirigenziali   -   le
risultanze di fonte giudiziaria poste in evidenza nell'ordinanza  del
giudice per le indagini preliminari di Lecce,  forniscono  un  quadro
grave e pesante della capacita' del boss Omissis e dei suoi adepti di
inquinare   e   condizionare   le   scelte   politiche   e   l'azione
amministrativa   del    Comune    di    Manduria,    compromettendone
l'imparzialita' e il buon andamento in maniera  non  occasionale,  ma
sistematica. 
    Emerge, infatti, l'esistenza di un disegno criminale,  che  dalla
fase elettorale al successivo svolgimento della vita  amministrativa,
e'  portato  avanti  dal  Omissis,  gia'  condannato  per  416-bis  -
associazione     di     stampo     mafioso,     tentato      omicidio
aggravato,associazione  a  delinquere  finalizzata  al  traffico   di
stupefacenti (sentenza del 17 gennaio 2003 definitiva il  20  gennaio
2004 anni 18 e mesi sei di  reclusione)  e  ritenuto  reggente  della
frangia della S.C.U. manduriana,  fino  a  fargli  dire  «teniamo  il
comune nelle mani». 
    Questo progetto trae origine dal sostegno  che  Omissis,  insieme
agli accoliti Omissis, Omissis e Omissis,  offre  alla  Lista  Civica
«Omissis», che compete nel turno elettorale del 2013 nella coalizione
di Omissis, che sara' poi eletto Omissis. 
    Di quella lista fanno parte tra gli altri, Omissis, indagato  per
voto di scambio e coinvolto anche in  un'indagine  di  certificazioni
infedeli per incidenti stradali, Omissis, ritenuto affiliato al  clan
e sottoposto del Omissis,  Omissis,  infermiere  in  servizio  sempre
presso lo stesso ospedale, i quali hanno avuto  poi,  con  l'appoggio
diretto del  boss,  un  ruolo  di  primo  piano  nell'amministrazione
comunale, ricoprendo il Omissis e l'Omissis la carica  di  Presidente
del consiglio e il Omissis quella di assessore. 
    A tal riguardo, il Omissis, in verita', e' acclarato che  non  si
limiti solo a sostenere, ma in effetti orienti le decisioni e imponga
le sue scelte,  annullando  quelle  che  non  corrispondono  ai  suoi
desiderata e intervenendo per l'elezione del  Omissis,  che  ha  gia'
appoggiato in campagna elettorale, quale Presidente del consiglio, in
cambio di 1.550  euro  mensili  e  dell'assistenza  medico-legale  in
un'azione per un risarcimento stradale. 
    Al  Omissis  spetta,  invece,   il   compito   di   rappresentare
l'associazione all'interno della Giunta, come si apprende dal Omissis
che  al  riguardo  dichiara  -  senza  mezzi   termini   -   «teniamo
l'assessore». 
    L'Omissis, come altri consiglieri, compare in piu' vicende con un
ruolo dialogante nei confronti dei componenti del  clan  e  intercede
per risolvere a loro favore alcune situazioni.  Altri  consiglieri  e
amministratori come  Omissis,  Omissis,  Omissis,  Omissis,  Omissis,
Omissis, per ragioni di parentela o consuetudine e a causa di  motivi
professionali  o  d'interesse,  intrattengono  rapporti  ed   entrano
direttamente o indirettamente in contatto con diversi  esponenti  del
clan. Cio' si traduce  in  un'azione  di  pressione  sulla  struttura
burocratico-amministrativa, che appare sottomessa e  intimidita,  che
tergiversa, non decide, in alcuni casi - come per  Omissis  -  chiede
aiuto al Omissis e al Omissis o - come per il Omissis  fatto  oggetto
di minacce e anni addietro di un grave attentato  dinamitardo  -  non
da' seguito ai provvedimenti adottati. 
    Relativamente alle  posizioni  dei  Omissis,  che  pure  appaiono
coinvolti in alcune delle vicende descritte, ne' in sede  giudiziaria
ne' nella relazione di accesso, si  evidenziano  profili  diretti  di
responsabilita'. 
    Emerge,   invece,   la   responsabilita'   di   esponenti   della
amministrazione  e  del  consiglio  in  un  contesto  inquinato   che
favorisce  l'illegalita'   come   si   rileva   da   alcune   vicende
amministrative gravi sulle quali la  commissione  di  accesso  si  e'
soffermata, rimarcando elementi  concreti,  univoci  e  rilevanti  di
colleganza e condizionamento criminale. 
    Si  tratta  delle  condotte  amministrative  rivolte   attraverso
ritardi, raggiri, lungaggini, omissioni, a favorire  illegittimamente
le attivita' del Bar «Omissis», intestato al  socio  e  affiliato  al
clan, Omissis, rinviando ad libitum l'intervento per la rimozione  di
un dehors non autorizzato e anzi patrocinando con delibera di Giunta,
un'iniziativa estiva, mentre era ben noto  a  tutti  che  l'esercizio
pubblico in questione, posto di fronte al Palazzo di Citta',  in  cui
si svolgevano summit di mafia, fosse  direttamente  riconducibile  al
Omissis. 
    Allo  stesso  modo,  la  regolarita'   delle   procedure   e   la
legittimita' degli atti sono piegate con  lo  scopo  di  favorire  il
conseguimento di un alloggio di  edilizia  residenziale  pubblica  da
parte di Omissis, compagna dell'affiliato Omissis  e  consuocera  del
boss Omissis, pluricondannato ed elemento di assoluto  vertice  della
S.C.U.,  merce'  l'intimidazione  e  l'asservimento  della  struttura
politico-burocratica dell'Ente, che giunge -  su  disposizione  dello
stesso Omissis - ad istituire una commissione ad hoc con  il  compito
di esaminare la sola posizione dell'Omissis. 
    Nelle  vicende  relative  alla  Fiera  Pessima,  il  Omissis  con
l'ausilio del Omissis, che di li' a poco si candidera'  al  consiglio
comunale, spadroneggia con minacce  estorsive  sull'assegnazione  dei
servizi e della gestione dell'evento, imponendo guardianie inutili  e
assunzioni nel 2012 e nel 2013 alla cooperativa  a  r.l.  Omissis.  A
carico  di  quest'ultima,  peraltro,  come  della  Omissis  che   nel
quadriennio successivo dal 2014 al  2017  ha  organizzato  la  fiera,
pende procedimento penale  per  aver  prodotto  false  documentazioni
afferenti il possesso dei requisiti professionali richiesti dal bando
di gara, in assenza dei necessari controlli da parte dell'Ente. 
    In occasione della Fiera  Pessima,  e'  sempre  il  Omissis  che,
avvalendosi della forza di intimidazione di capo clan, si sostituisce
all'amministrazione nella vertenza tra i giostrai e i proprietari dei
terreni individuati  per  dare  ospitalita'  alle  attrazioni,  e  si
propone come «intermediario» e  garante  di  una  composizione  degli
interessi  privati,  che  e'  recepita  senza  discussione  dall'Ente
locale. 
    In maniera dettagliata la commissione di accesso  ha  indicato  e
descritto puntualmente fatti e comportamenti, delineando un quadro di
forte compromissione della legalita' e del rispetto dei  principi  di
buon andamento dell'azione amministrativa, ascrivendo al patto tra la
componente politica e  il  clan  Omissis,  siglato  fin  dal  momento
elettorale,  l'origine   dell'infiltrazione   criminale,   ma   anche
dimostrando, attraverso vicende  eclatanti,  la  pervasivita'  di  un
modus operandi in contrasto con l'interesse pubblico. 
    La ricostruzione e le valutazioni della  commissione  di  accesso
hanno trovato piena condivisione da parte della Procura  distrettuale
antimafia di Lecce e  della  Procura  della  Repubblica  di  Taranto,
nonche' da parte dei vertici provinciali delle  Forze  dell'Ordine  e
della DIA nel corso  del  Comitato  provinciale  per  l'ordine  e  la
sicurezza pubblica del 13 marzo 2018  e,  pertanto,  ravvisandosi  la
sussistenza delle condizioni  previste  dall'art.  143  comma  1,  lo
scrivente sottopone a codesto Ministero gli elementi suesposti  e  le
rassegnate conclusioni. 
 
                                                 Il Prefetto: Cafagna 
 

(1) N. 4129/12 R.G.N. R., n. 2922/13 R.  Gip,  n.  36/12  D.D.A.,  n.
    51/17 o.c.c., emessa il 14 giugno 2017, a firma del  giudice  per
    le indagini preliminari presso il Tribunale di Lecce ed  eseguita
    dalla Questura di Taranto,  con  l'ausilio  dello  S.C.O.,  delle
    squadre  mobili  di  Lecce,  Foggia  e  Brindisi,   del   reparto
    prevenzione crimine e del reparto volo di Bari.