(Allegati-Allegato)
                                                             Allegato 
 
                   Al Presidente della Repubblica 
 
    Il Comune di Siderno (Reggio Calabria),  i  cui  organi  elettivi
sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 31 maggio
2015, presenta forme d'ingerenza della criminalita'  organizzata  che
compromettono   la   libera    determinazione    e    l'imparzialita'
dell'amministrazione nonche' il buon andamento  ed  il  funzionamento
dei servizi, con grave pregiudizio per lo stato dell'ordine  e  della
sicurezza pubblica. 
    A  seguito  di  un  attento  monitoraggio  svolto  nei  confronti
dell'ente, il prefetto di Reggio Calabria, con decreto del 19 ottobre
2017, successivamente prorogato,  ha  disposto  l'accesso  presso  il
comune ex art. 143 del decreto legislativo 18 agosto  2000,  n.  267,
per gli accertamenti di rito. 
    Al termine delle indagini, la commissione incaricata dell'accesso
ha depositato le proprie conclusioni, sulla  scorta  delle  quali  il
prefetto, sentito  nella  seduta  del  23  maggio  2018  il  comitato
provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica,  integrato  con  la
partecipazione del Procuratore  della  Repubblica  presso  il  locale
Tribunale - titolare della Direzione distrettuale  antimafia  nonche'
del Procuratore della Repubblica presso il  Tribunale  di  Locri,  ha
trasmesso l'allegata relazione del 25 maggio  2018,  che  costituisce
parte integrante della presente proposta, in cui si  da'  atto  della
sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti
diretti  e  indiretti  degli  amministratori  con   la   criminalita'
organizzata e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando,
pertanto, i presupposti per l'adozione del provvedimento dissolutorio
di cui al richiamato art. 143. 
    Gli accertamenti posti  in  essere  dall'organo  ispettivo  hanno
disvelato un quadro fattuale ancorato a  prassi  amministrative  poco
trasparenti  ovvero  decisamente  illegittime,  che  denunciano   una
obiettiva    sovraesposizione    dell'istituzione     locale     alle
pregiudizievoli richieste di un ambiente connotato dalla pervasivita'
di consorterie di tipo mafioso. 
    Il Comune di Siderno - il cui organo consiliare  era  stato  gia'
sciolto per infiltrazioni della criminalita' organizzata con  decreto
del Presidente della Repubblica del 9 aprile 2013 - e' uno  dei  piu'
importanti centri economici della locride,  anche  in  considerazione
delle numerose  attivita'  commerciali  presenti  lungo  il  versante
ionico del suo territorio. 
    In quell'area e' stata giudizialmente  accertata  la  consolidata
presenza di una potente 'ndrina  con  ramificazioni  in  altre  parti
della penisola nonche'  all'estero  e  con  una  forte  capacita'  di
penetrazione nel settore degli appalti pubblici, la quale  -  tra  la
fine degli anni '80 e gli inizi degli anni '90 del secolo scorso - e'
uscita vittoriosa da una sanguinosa faida con una consorteria rivale. 
    In  tale   contesto,   il   prefetto   stigmatizza   le   minacce
intimidatorie di cui sono stati destinatari, a  febbraio  2016  ed  a
dicembre 2017, un consulente dell'ente e tre componenti il  consiglio
comunale, uno dei quali - dimissionario nello stesso mese di dicembre
2017 - a febbraio dello scorso anno  aveva  anche  subito  l'incendio
della propria autovettura. 
    Le  verifiche  espletate  in   sede   ispettiva   hanno   inoltre
evidenziato la fitta rete di rapporti di parentela, di affinita' e di
frequentazione che legano diversi  membri  degli  organi  elettivi  e
dell'apparato  burocratico  del  comune  -  alcuni  dei   quali   con
pregiudizi penali - a  persone  controindicate  ovvero  ad  esponenti
della 'ndrangheta locale. 
    Al riguardo,  e'  ampiamente  riconosciuto  che  il  reticolo  di
rapporti  e  collegamenti  -  tanto  piu'  rilevante  in  un   ambito
territoriale notoriamente compromesso  dalla  radicata  ingerenza  di
associazioni   malavitose   -   determina   un   quadro    indiziario
significativo da cui  si  puo'  desumere  un  oggettivo  pericolo  di
permeabilita' ai condizionamenti o alle ingerenze della  criminalita'
organizzata, a fronte del quale si rendono necessarie  idonee  misure
di prevenzione. 
    Gli esiti dell'accesso hanno  altresi'  messo  in  luce  elementi
fattuali e vicende che confermano il predetto  quadro  indiziario  ed
attestano uno sviamento dell'azione  amministrativa  dell'istituzione
locale a vantaggio degli interessi di ambienti controindicati. 
    Emblematiche in tal senso  sono  le  risultanze  di  una  recente
operazione  di  polizia  giudiziaria  sfociata   nell'esecuzione   di
provvedimenti di fermo di indiziati di delitto emessi  dalla  Procura
della Repubblica di Roma e dalla Procura della Repubblica  di  Reggio
Calabria in relazione  al  reato  di  associazione  di  tipo  mafioso
finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti,  ricettazione
e traffico di armi. Piu'  nel  dettaglio,  nell'ambito  della  citata
operazione di polizia giudiziaria e' emerso da fonti di prova che, in
vista  delle  consultazioni  amministrative  di   maggio   2015,   la
summenzionata 'ndrina ha assicurato il proprio sostegno elettorale in
favore di un soggetto candidatosi alla carica di consigliere comunale
nella lista dell'attuale organo di vertice dell'ente e risultato  poi
eletto con il  maggior  numero  di  preferenze  rispetto  agli  altri
candidati di quella lista. 
    Con  riferimento  all'attivita'  gestionale   posta   in   essere
dall'amministrazione  comunale,  il  prefetto  e  la  commissione  di
indagine segnalano che nel settore dei contratti pubblici si e' fatto
ripetutamente   ricorso   al   metodo    dell'affidamento    diretto,
all'artificioso  frazionamento  del  valore  degli  appalti  ed  alla
mancata o tardiva adozione delle determine a contrarre, in  contrasto
con le disposizioni di legge  vigenti  in  materia  e  con  le  norme
regolamentari  dell'istituzione  locale.   Segnatamente,   e'   stato
accertato  l'omesso  espletamento  di  accertamenti   antimafia   nei
confronti delle ditte aggiudicatarie in violazione dell'art. 100  del
decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159. 
    In particolare, dalla relazione  di  accesso  risulta  che  delle
descritte  irregolarita'  ed  omissioni  ha  beneficiato  anche   una
societa' a cui il comune, nel 2016  e  nel  2017,  ha  reiteratamente
affidato lavori in via diretta ed in economia, pur essendo  stata  la
stessa destinataria di un provvedimento interdittivo fin da  febbraio
2012. 
    Una vicenda analoga  e'  stata  riscontrata  con  riferimento  ad
un'altra ditta nei confronti della quale ad ottobre  2013  era  stata
adottata un'informativa interdittiva, la quale e' risultata anch'essa
piu' volte affidataria nel 2016 e nel 2017 di forniture comunali,  in
via diretta ed in economia. 
    La commissione di indagine rimarca inoltre che con  determina  di
luglio  2015,  a  seguito  di  un  procedimento  connotato  da  gravi
anomalie, i lavori di smaltimento dei fanghi prodotti dal trattamento
delle acque  reflue  urbane  sono  stati  aggiudicati  ad  un'impresa
destinataria di due interdittive antimafia emesse  rispettivamente  a
luglio 2009 e ad agosto 2016. 
    Ulteriore vicenda sintomatica e' quella relativa  alla  procedura
per l'affidamento dell'incarico concernente l'elaborazione del  piano
comunale spiaggia, la cui importanza risulta evidente ai  fini  della
salvaguardia e  della  corretta  gestione  del  patrimonio  demaniale
marittimo che, come sopra evidenziato, riveste un  valore  nevralgico
nell'economia dell'ente. Al  riguardo,  l'attivita'  di  indagine  ha
messo in luce che nei confronti della societa' aggiudicataria -  alla
quale  l'incarico  era  stato  conferito  fin  da  dicembre  2016   -
l'amministrazione comunale ha provveduto  a  richiedere,  soltanto  a
gennaio 2018 e  quindi  ad  accesso  gia'  in  corso,  le  prescritte
informazioni antimafia, ancora una volta in violazione del richiamato
art. 100 del decreto legislativo n. 159 del 2011 ed in contrasto  con
le cautele che sarebbe necessario adottare a tutela  della  legalita'
in un contesto ambientale  in  cui  e'  consolidata  la  presenza  di
sodalizi criminali. 
    Sempre con riferimento al  settore  dei  contratti  pubblici,  il
prefetto sottolinea che il presidente di un'associazione locale  -  a
cui il comune ha affidato in concessione la gestione di  un  impianto
sportivo a decorrere da settembre 2003 - annovera frequentazioni  con
affiliati alla 'ndrina radicata nel territorio. In proposito,  assume
rilevanza emblematica la circostanza che l'impianto in  questione  al
tempo  dell'accesso  risultava  di   fatto   gestito   dalla   citata
associazione, pur avendo l'amministrazione comunale proceduto - nello
scorso mese di febbraio - alla revoca del  contratto  di  concessione
per morosita' nel pagamento dei canoni. 
    In ordine  al  settore  delle  concessioni  demaniali  marittime,
l'organo ispettivo pone  in  rilievo  che  dal  2015  a  luglio  2017
l'amministrazione comunale ha  adottato  numerosi  provvedimenti  di'
rinnovo di pregressi titoli abilitativi, condizionandone  l'efficacia
alle risultanze delle richieste di informazioni  antimafia  inoltrate
alla prefettura di' Reggio Calabria. E' stato peraltro acclarato  che
uno dei soci di un'impresa concessionaria e'  stretto  affine  di  un
personaggio  apicale  della  consorteria  localmente  dominante.  Gli
accertamenti esperiti  hanno  anche  messo  in  luce  i  rapporti  di
affinita' esistenti tra alcuni esponenti di famiglie malavitose ed  i
legali rappresentanti di altre due societa' titolari  di  concessioni
demaniali  marittime,  destinatarie  -   a   febbraio   2017   -   di
certificazione   interdittiva   antimafia   emessa   dalla   predetta
prefettura. 
    In quel contesto  rileva  inoltre  la  circostanza  che,  sebbene
diversi beni confiscati alla  criminalita'  organizzata  siano  stati
trasferiti, all'esito delle prescritte procedure di assegnazione,  al
patrimonio indisponibile  dell'ente  per  finalita'  istituzionali  o
sociali ai sensi dell'art. 48,  comma  3,  lettera  c),  del  decreto
legislativo n. 159 del  2011,  a  tutt'oggi,  nessuno  di  quei  beni
risulta utilizzato per le citate finalita'. 
    Infine,   sul   piano   economico-finanziario    le    risultanze
dell'accesso hanno disvelato una situazione di  diffusa  mala  gestio
caratterizzata da gravi inefficienze  nell'attivita'  di  riscossione
delle  entrate  tributarie  e  dalla  conseguente,  scarsa  capacita'
dell'amministrazione comunale di fare fronte alle spese correnti. 
    Le  circostanze,  analiticamente  esaminate  e   dettagliatamente
riferite nella relazione del prefetto, hanno rivelato  una  serie  di
condizionamenti  nell'amministrazione  comunale  di  Siderno  (Reggio
Calabria) volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali che
hanno  determinato  lo  svilimento  e  la  perdita  di   credibilita'
dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della
collettivita',  rendendo  necessario  l'intervento  dello  Stato  per
assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'. 
    Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del
provvedimento di  scioglimento  del  consiglio  comunale  di  Siderno
(Reggio Calabria), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo  18
agosto 2000, n. 267. 
    In  relazione  alla  presenza  ed  all'estensione  dell'influenza
criminale,  si  rende  necessario  che  la  durata   della   gestione
commissariale sia determinata in diciotto mesi. 
 
      Roma, 8 agosto 2018 
 
                                    Il Ministro dell'interno: Salvini