(Allegato 1)
                                                           Allegato 1 
 
                               Nota 95 
 
 Farmaci per:                 --  La prescrizione a carico del SSN 
 • la cheratosi attinica:     --  dei farmaci topici per la cheratosi 
 - diclofenac 3% in           --  attinica e' limitata ai pazienti 
   ialuronato di sodio        --  adulti immunocompetenti con lesioni 
 - 5-Fluorouracile/Acido      --  multiple in numero ≥ 6. 
     salicilico               -- 
                              --  Per localizzazioni al viso e/o al 
 • la cheratosi attinica non  --  cuoio capelluto: 
   ipercheratosica non        --    - Diclofenac 3% in ialuronato di 
   ipertrofica:               --      sodio# 
 - Imiquimod crema 3,75%      --    - 5-Fluorouracile/Acido 
 - Ingenolo mebutato gel      --      salicilico§ 
                              --    - Imiquimod 3,75% 
                              --    - Ingenolo mebutato* 
                              --  Per localizzazioni al tronco e/o 
                              --  alle estremita': 
                              --    - Diclofenac 3% in ialuronato 
                                      di sodio# 
                              --    - Ingenolo mebutato * 
                              --  # non devono essere applicati piu' 
                              --  di 8 g al giorno 
                              --  § esclusivamente per lesioni di 
                              --  grado I/II localizzate al viso 
                              --  e/o cuoio capelluto calvo 
                              --  * ogni singolo trattamento puo' 
                              --  interessare al massimo 2 superfici 
                              --  non contigue ognuna di dimensioni 
                              --  fino a 25 cm2 
                              --  La scelta di iniziare un 
                              --  trattamento farmacologico in 
                              --  alternativa ad un trattamento 
                              --  fisico (crioterapia e curettage) 
                              --  dovra' tener conto 
                              --  della possibilita' 
                              --  di una corretta somministrazione e 
                              --  gestione degli eventi avversi. 
                              --  I Pazienti per ogni trattamento 
                              --  scelto dovranno essere edotti dei 
                              --  benefici e dei rischi. 
 
 
  Premessa 
 
  Le cheratosi attiniche (AK) si presentano clinicamente come piccole
macchie, papule o placche desquamanti ed eritematose in aree di  cute
foto-danneggiata. 
  Le lesioni possono essere uniche e ben definite o multiple. Le aree
fotoesposte (viso, dorso delle  mani,  tronco,  e  soprattutto  cuoio
capelluto dei soggetti calvi) sono le piu'  interessate.  L'incidenza
e' in aumento in relazione sia all'allungamento della vita  sia  alle
abitudini che portano a una maggiore esposizione solare. 
  La diagnosi e' in genere clinica  e  raramente  viene  eseguito  un
esame istologico. Gli  studi  sulla  prevalenza  riportano  dati  non
omogenei con una variabilita' tra 1,4% e 59%, dovuta  in  parte  alle
differenze relative alle  aree  geografiche  e  alle  popolazioni  in
studio, e in parte alle differenti  modalita'  di  valutazione  e  di
conta delle  lesioni.  Le  AK  sono  considerate  forme  iniziali  di
carcinomi squamo-cellulari  (SCC),  espressione  di  un  processo  di
carcinogenesi in piu' fasi. 
  Le lesioni se non trattate possono rimanere stabili  per  un  certo
periodo, e in una percentuale che varia dallo 0,5% al 20%  progredire
verso un SCC, o, in casi sporadici, regredire. 
  Non esistono  criteri  certi  che  consentano  di  identificare  le
lesioni che avranno maggiore probabilita' di progredire verso un SCC. 
  Nei  soggetti  con  lesioni  multiple   l'incidenza   di   SCC   e'
significativamente aumentata (da 8 a  11  volte  piu'  frequente  nei
soggetti con piu' di  10  lesioni).  L'esame  istologico  di  lesioni
clinicamente diagnosticate come cheratosi attinica  puo'  evidenziare
un SCC in circa il 10-15% dei casi. Sebbene il rischio di  evoluzione
verso un SCC sia relativamente basso per ogni singola  manifestazione
di AK, gli studi istologici dimostrano che il 60-80% dei SCC  origina
da una AK. Di conseguenza  il  trattamento  precoce  della  cheratosi
attinica e' considerato importante dalla letteratura dermatologica. 
  Le lesioni  derivano  dall'accumulo  dei  danni  indotti  dagli  UV
(infiammazione,  alterazioni   del   ciclo   cellulare,   mutagenesi,
alterazioni della capacita' di riparo  del  DNA,  immuno-soppressione
locale) e insorgono su aree foto-danneggiate, concetto definito  come
"campo di cancerizzazione" (field cancerization), cioe' di un'area di
epidermide caratterizzata dalla presenza di lesioni pre  neoplastiche
dovute a unita' clonali di cellule con alterazioni  geniche,  indotte
dall'esposizione a carcinogeni. 
  La  definizione  del  campo  di  cancerizzazione  ha  stimolato  lo
sviluppo di terapie mediche per  la  cheratosi  attinica  basate  sul
trattamento sia delle aree lesionali sia  di  quelle  peri  lesionali
apparentemente sane, con l'obbiettivo di eliminare la  lesione  e  di
arrestare la progressione del processo di cancerizzazione e prevenire
possibili recidive. 
 
  I trattamenti disponibili 
 
  Diclofenac 3% in ialuronato di sodio 
  (applicazione: 2 volte al giorno per 60-90 giorni) 
  Il diclofenac e' un inibitore non specifico della  ciclo-ossigenasi
2 (COX2). L'over-espressione della COX2,  riscontrata  nei  carcinomi
cutanei, e' indice della reazione infiammatoria indotta dalla cronica
esposizione agli UV e porta alla generazione di metaboliti dell'acido
arachidonico capaci di alterare il ciclo cellulare. 
  Una metanalisi di 3 studi verso placebo mostra che  la  risoluzione
completa  delle  lesioni  si  osserva  in  circa  il  40%  dei  casi,
esattamente nel 30% dei pazienti trattati per 3 mesi e  nel  40%  dei
trattati per 6 mesi in un'analisi per protocol. I risultati  positivi
raddoppiano se si considerano anche le risposte  parziali.  Non  sono
riportate differenze nella risposta in relazione  all'area  trattata.
Gli studi comparativi presenti in letteratura  sono  condotti  versus
terapia fotodinamica (MAL PDT) e 5% 5-FU. In  ambedue  gli  studi  il
diclofenac/HA e' risultato meno efficace anche se meglio tollerato. 
 
  Eventi avversi 
  La tollerabilita' e' buona anche dopo trattamento di aree  ampie  e
gli effetti collaterali sono lievi  e  principalmente  legati  a  una
modica irritazione nel sito di applicazione. Sono descritti rari casi
di dermatiti da contatto o di fotodermatiti.  L'uso  dovrebbe  essere
escluso in pazienti con sensibilita'  ai  FANS  ed  effettuato  sotto
costante  sorveglianza  nei  pazienti  con  storia  di  sanguinamento
gastrointestinale. 
 
  5-Fluorouracile/Acido salicilico (5-FU/SA) 
  (applicazione:  una  volta  al  giorno  sulle  cheratosi  attiniche
  finche' le lesioni non sono  completamente  guarite  o  fino  a  un
  massimo di 12 settimane.  Se  si  verificano  effetti  indesiderati
  gravi, ridurre la frequenza di  applicazione  del  medicinale  a  3
  volte a settimana, finche' gli effetti indesiderati non migliorano.
  I dati disponibili indicano la  possibilita'  di  trattare  fino  a
  dieci lesioni contemporaneamente. L'area totale di  pelle  trattata
  con Actikerall non deve eccedere 25 cm2 ) 
  Il principio attivo fluorouracile e'  un  citostatico  con  effetto
antimetabolita. Avendo una struttura simile  a  quella  della  timina
(5-metiluracile) presente  negli  acidi  nucleici,  il  fluorouracile
previene la formazione e l'utilizzo della timina stessa, inibendo  in
tal  modo  la  sintesi  del  DNA  e  dell'RNA  e  determinando  cosi'
l'inibizione della crescita cellulare. L'acido salicilico  topico  ha
effetto cheratolitico e riduce l'ipercheratosi associata a  cheratosi
attinica. 
  Actikerall e'  indicato  per  il  tra^amento  topico  di  cheratosi
a^niche  ipercheratosiche  leggermente   rilevabili   al   ta^o   e/o
moderatamente   spesse    (grado    I/II)    in    pazienti    adulti
immunocompetenti. 
  L'intensita' dei gradi I/II si basa sulla scala a 4 punti di  Olsen
et al. (J Am Acad Dermatol 1991) e identifica i gradi lievi  (macchie
piatte e rosa, senza segni di ipercheratosi ed  eritema,  leggermente
percepibili al tatto, con cheratosi attinica piu' evidente  al  tatto
che alla vista) e moderato (papule e placche eritematose  da  rosa  a
rosse   con   superficie    ipercheratotica,    cheratosi    attinica
moderatamente spessa, evidente sia al tatto che alla vista). 
  Al momento non sono disponibili dati relativi  al  trattamento  con
Actikerall su parti del corpo che non  siano  viso,  fronte  e  cuoio
capelluto calvo. 
  In uno studio clinico  di  Fase  III  multicentrico,  randomizzato,
controllato  vs  placebo,  in  doppio  cieco,  a  3  bracci,   gruppi
paralleli, 470 pazienti con cheratosi attinica di grado I e  II  sono
stati trattati con 5-FU/SA, o con un placebo o con un gel  contenente
diclofenac (30 mg/g). In totale, 187 pazienti sono stati sottoposti a
trattamento con l'associazione fissa 5-FU/SA  fino  a  12  settimane.
L'end-point  primario  consisteva   nella   risoluzione   a   livello
istologico di una lesione a 8 settimane dopo la fine del trattamento.
Nel 72% dei soggetti appartenenti al gruppo trattato con 5-FU/SA,  la
cheratosi  attinica  non  e'  piu'  stata   rilevata   nel   campione
istologico, mentre i tassi di risoluzione relativi al gruppo trattato
con  diclofenac  e  al   gruppo   placebo   sono   risultati   essere
rispettivamente 59,1% e 44,8% (analisi per-protocol). Anche il numero
di soggetti con una risposta completa (tutte le lesioni  clinicamente
risolte) e' risultato  essere  piu'  alto  nel  gruppo  trattato  con
5-FU/SA (55,4%) rispetto al gruppo trattato con diclofenac (32%) e al
gruppo placebo (15,1%). L'efficacia clinica  e'  stata  ulteriormente
supportata da uno studio di Fase II  multicentrico,  randomizzato,  a
gruppi paralleli, a confronto con  la  crioterapia.  La  combinazione
5-FU/SA, a 8 settimane dalla fine di un trattamento  di  6  settimane
(n=33), ha mostrato una risoluzione a livello  istologico  piu'  alta
rispetto alla crioterapia, valutata a  14  settimane  dopo  il  primo
trattamento al giorno 1, con un secondo trattamento al giorno 21,  se
necessario (n=33) (62,1% vs 41,9%). Al sesto mese di  follow  up,  il
tasso di recidiva di cheratosi attinica risulta essere piu' basso nel
gruppo trattato con 5-FU/SA (27.3% vs 67.7%). 
 
  Eventi avversi 
  Nella maggior parte dei pazienti trattati con la soluzione  per  la
cheratosi a^nica si sono manifestate irritazione  e  inIammazione  da
leggera a moderata al sito di applicazione. In caso di reazioni gravi
la frequenza  del  tra^amento  puo'  essere  rido^a.  Poiche'  questo
prodotto medicinale ha un  forte  effe^o  ammorbidente  sull'epitelio
corneale,  e'  possibile  che  si   manifestino   una   decolorazione
biancastra e una desquamazione della cute, in particolare nelle  zone
circostanti le cheratosi attiniche. L'acido salicilico  contenuto  in
questo medicinale puo' provocare  nei  pazienti  predisposti  leggeri
segni  di  irritazione,  come  dermatite  e  reazioni  allergiche  da
contatto. Tali reazioni possono manifestarsi sotto forma di  prurito,
arrossamento e piccole vesciche, anche in zone non  corrispondenti  a
quelle in cui il prodo^o e' stato applicato. 
 
  Imiquimod 3,75% 
  (applicazione: giornaliera per 2 settimane, seguite da 2  settimane
di sospensione e poi da altre 2 di trattamento) 
  L'imiquimod e' un attivatore dei Toll Like Receptor 7 e 8 (TLR-7  e
TLR-8)   presenti   sulle   cellule   presentanti   l'antigene,   sui
cheratinociti, sui macrofagi e sui monociti. La stimolazione dei  TLR
porta alla  produzione  di  citochine  infiammatorie,  tra  le  quali
l'interferon  y  che  stimolano  l'immunita'  innata  inducendo   una
attivita' antitumorale. La molecola inoltre e' in grado di inibire la
neo-angiogenesi e di indurre l'apoptosi di cellule tumorali. 
  I due studi registrativi, con  analogo  disegno,  condotti  su  479
pazienti immunocompetenti con cheratosi  attinica  del  volto  o  del
cuoio capelluto calvo in cui imiquimod al 3,75% si e' confrontato con
placebo  hanno  dimostrato,  dopo  8  settimane   dal   termine   del
trattamento, la risoluzione completa di tutte le  lesioni  nel  35,6%
dei pazienti. Se si considera come efficacia anche la risoluzione  di
lesioni che si rendano evidenti  durante  il  trattamento  (Lmax)  il
numero assoluto di lesioni completamente risolte  nell'area  trattata
aumenta in modo rilevante. 
 
  Eventi avversi 
  E'  possibile  la  comparsa  di  reazioni  infiammatorie   la   cui
intensita' e' dipendente dalla reattivita' del soggetto  e  dall'area
trattata. Le reazioni indotte da imiquimod al 3,75%, sono  di  minore
entita' rispetto a quelle causate da imiquimod  al  5%.  Gli  effetti
collaterali sistemici,  quali  la  sintomatologia  influenzale,  sono
molto rari. 
 
  Ingenolo mebutato 
  (applicazione: la confezione, a  seconda  della  sede  di  utilizzo
  presenta una diversa concentrazione - viso e cuoio  capelluto:  150
  mcg/g, tronco ed estremita': 500 mcg/g . Il contenuto di ogni  tubo
  e'  sufficiente  per  una  superficie  massima  di  25  cm2  ;   la
  somministrazione e' di 3 giorni sul viso  e  cuoio  capelluto  e  2
  giorni sul tronco e sulle estremita'). 
  L'ingenolo mebutato e' un macrolide diterpene estratto dal  lattice
della Euphorbia Peplus. Il meccanismo di  azione  e'  basato  su  una
citotossicita' diretta, seguita da  una  reazione  infiammatoria  con
infiltrato di neutrofili che contribuisce all'eliminazione di cellule
neoplastiche residue. L'effetto citotossico e' causato dalla  necrosi
delle cellule per una alterazione delle  membrana  cellulare  e  allo
swelling mitocondriale. 
  Nei 4 studi registrativi (pubblicati in  un  unico  articolo)  sono
stati complessivamente studiati 547 pazienti con lesioni al  volto  o
al capo e 458 con  lesioni  al  tronco  o  agli  arti,  trattati  con
ingenolo mebutato rispettivamente alla concentrazione dello 0,015%  e
dello 0,05% o con placebo. Due mesi dopo la fine del trattamento  una
risoluzione completa si e' osservata nel 42% delle lesioni del viso e
cuoio capelluto e nel  34%  delle  lesioni  delle  estremita'  e  del
tronco; tale risultato permaneva in circa  il  90%  delle  lesioni  a
distanza di un anno.  Un  ulteriore  studio  riporta  la  risoluzione
completa a 8 settimane del 61% delle lesioni e  a  1  anno,  dopo  il
ritrattamento delle lesioni residue, una risoluzione complessiva  del
50%. 
  Uno studio recentemente pubblicato ha confrontato due strategie  di
applicazione del farmaco, trattamento contemporaneo o sequenziale, in
199  pazienti  con   lesioni   di   cheratosi   attinica   (AK)   non
ipercheratosiche  su  2  aree  separate  (volto/cuoio   capelluto   e
tronco/estremita') ciascuna con una superficie di 25  cm2.  Non  sono
emerse  differenze  statisticamente  significative  in   termini   di
tollerabilita'   tra   trattamento    simultaneo    e    sequenziale:
rispettivamente 11,8 e 10,6 punti sulla scala LRS per il  trattamento
di  viso/cuoio  capelluto  e  9,1   e   8,8   per   le   lesioni   di
tronco/estremita'.  Anche   l'efficacia   e'   risultata   pressoche'
sovrapponibile: la percentuale di pazienti in cui si e'  ottenuta  la
guarigione completa delle lesioni alla settimana 8 e' stata del 52,7%
nei gruppo col trattamento simultaneo e del 46,9% con il  trattamento
sequenziale. 
  E'  stato  recentemente  pubblicato  uno   studio   di   fase   IV,
multicentrico,  randomizzato,  in  aperto,  a  gruppi  paralleli  con
controllo attivo, che ha confrontato l'efficacia di ingenolo mebutato
0.015 gel vs diclofenac sodico 3%. Nello studio sono stati  arruolati
502 soggetti adulti che presentavano da 4 a 8  lesioni  di  cheratosi
attinica clinicamente tipiche e visibili in un'area di 25 cm2 su viso
o cuoio capelluto. In  questo  unico  studio  di  confronto  diretto,
ingenolo mebutato ha  dimostrato  un'efficacia  maggiore  rispetto  a
diclofenac sodico in termini di clearance completa e  parziale  delle
lesioni e in  termini  di  riduzione  del  numero  di  lesioni  nella
valutazione a  17  settimane,  a  fronte  pero'  di  un  profillo  di
sicurezza che, seppur di  difficile  interpretazione  considerata  la
diversa durata dei  trattamenti,  e'  caratterizzato  da  un  maggior
numero di eventi  avversi,  incluse  neoplasie  cutanee,  nel  gruppo
trattato con Ingenolo mebutato. 
 
  Eventi avversi 
  Il piu' comune evento avverso e' la comparsa di un notevole eritema
con desquamazione che puo' evolvere in vescicole, bolle e pustole con
erosioni, ulcerazioni e croste.  I  sintomi  scompaiono  generalmente
senza bisogno di terapia specifica in 2-4  settimane  senza  lasciare
esiti cicatriziali. L'uso clinico ha recentemente  portato  EMA  alla
modifica della scheda tecnica con l'aggiunta di  due  eventi  avversi
classificati  come  rari  e  cioe':  la  comparsa  di  una   alterata
pigmentazione della cute (ipo o iperpigmentazione) che puo' permanere
anche a un anno e la comparsa di angioedema. Si  segnala  inoltre  il
rischio di congiuntivite e ustioni corneali in  seguito  al  contatto
accidentale di ingenolo mebutato con gli occhi. 
 
  Raccomandazioni delle principali Linee Guida 
  Le  linee  guida  dell'International   League   of   Dermatological
Societies e dell'European Dermatological Forum nell'aggiornamento del
2015  ribadiscono  la  necessita'  del  trattamento  delle  cheratosi
attiniche per la prevenzione delle insorgenza del SCC e  identificano
in almeno  6  il  numero  di  lesioni  per  le  quali  e'  fortemente
raccomandato il trattamento  farmacologico,  mentre,  per  un  numero
inferiore di lesioni, il trattamento di scelta e' la crioterapia.  Le
Linee guida, incluse  le  piu'  aggiornate  linee  guida  italiane  e
inglesi, non esplicitano alcun criterio di scelta fra  un  farmaco  e
l'altro. 
  Per quanto riguarda i  singoli  trattamenti  farmacologici  topici,
poiche' tutti questi farmaci hanno dimostrato la  loro  efficacia  in
studi di confronto vs placebo e solo molto marginalmente in confronti
diretti, l'individuazione del loro posto in terapia  rimane  incerta.
Gli studi comparativi tra i diversi trattamenti sono  limitati  e  le
valutazioni effettuate attraverso  la  metanalisi  sono  condizionate
dalla possibile diversita' dei pazienti esaminati e del  grado  delle
manifestazioni presenti. La scelta del trattamento dovra' considerare
le  caratteristiche  dei  pazienti  in   rapporto   ai   criteri   di
reclutamento degli studi clinici, i dati di sicurezza disponibili, le
criticita' e i tempi della somministrazione in termini  di  modalita'
di utilizzo e in rapporto all'obiettivo clinico. 
 
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