(Allegato-Art. 6)
                               Art. 6. 
                        Legame con l'ambiente 
 
    La Lucanica di Picerno I.G.P.  viene  realizzata  secondo  metodi
consolidati e storici e deve le sue caratteristiche ad una  serie  di
collegamenti con l'ambiente in senso lato e comprensivi  del  fattore
umano,  della  secolare  metodologia  di  preparazione  e  del   loro
interagire. Nell'insieme, queste quattordici  realta'  amministrative
dell'Appennino lucano delimitano  un  territorio  altamente  omogeneo
sotto diversi profilo (storico, geografico, idrografico). 
    Il caratteristico aroma di semi di finocchio  selvatico  presente
nell'impasto nonche' la locale e sapiente lavorazione  caratterizzano
la Lucanica di Picerno I.G.P.. 
    La Lucanica di Picerno  I.G.P.  presenta  una  colorazione  rosso
rubino e la fetta morbida  e  compatta  assume  al  palato  un  gusto
intenso e prevalente di seme di finocchio unito all'aroma di speziato
del pepe nero contribuendo nel complesso a delineare il  suo  profilo
sensoriale distintivo. 
    Il caratteristico profilo sensoriale e' testimoniato  da  analisi
effettuate dal prof. Erminio Monteleone dell'Universita' degli  studi
della Basilicata, secondo il metodo  Flavour  Profile,  che  mostrano
come, da una scala di valutazione lineare non strutturata di 100, che
rappresenta l'intensita' percepita, l'aroma di «finocchio selvatico»,
e' prevalente sugli aromi «speziato» e «peperone». 
    La  scelta  degli  ingredienti,  primo  fra  tutti  il  finocchio
selvatico, unitamente alla indubbia  vocazione  salumiera  dell'area,
contribuisce quindi alla creazione di un prodotto  ben  distinguibile
per aspetti organolettici dalle altre produzioni locali dello  stesso
genere. 
    Le  condizioni  climatiche  della  zona,  tipiche  dell'Appennino
lucano, consistenti  in  estati  calde  e  siccitose  a  cui  seguono
stagioni con precipitazioni abbondanti, assumono di sovente carattere
nevoso  nei  mesi  invernali.  Tali  condizioni  termo   igrometriche
costituiscono i fattori  principali  che  favoriscono  la  rigogliosa
crescita del finocchio, ingrediente utilizzato  tradizionalmente  per
la produzione della Lucanica di Picerno. La  presenza  del  finocchio
selvatico   influenza   il   gusto    e    l'aroma    dell'insaccato,
differenziandola dagli altri  prodotti  analoghi  sul  mercato,  come
storicamente  e'  sempre  stato.  Infatti   la   ricetta   picernese,
proveniente dalla tradizione casalinga contadina prevedeva l'utilizzo
di questa spezia  nel  rapporto  di  un  centinaio  di  semi  per  kg
d'impasto, a sottolineare l'aspetto peculiare di questo  prodotto.  A
tal proposito va rilevato che a Picerno esisteva un  vero  e  proprio
mercato del finocchio selvatico. Presenti ovunque, i semi  di  questa
antica pianta aromatica  perenne,  venivano  raccolti  e  venduti  da
persone  anziane.  Tradizionalmente  queste  particolari   condizioni
climatiche favorivano la stagionatura  attraverso  il  raffreddamento
delle carni e le proliferazioni microbiche  poco  acidificanti  nelle
frazioni interne ed esterne del salume conferendo le  caratteristiche
di aroma e sapore proprie del prodotto. Anche  la  sospensione  della
Lucanica  di  Picerno  secondo  il  metodo  tradizionale,   lasciando
disidratare  l'insaccato  sugli  appositi  carrelli,  permetteva   di
ottenere la caratteristica forma «U», che tutt'oggi  la  distingue  e
mostra un evidente prova della specificita' del prodotto. 
    Esiste un forte radicamento della produzione  della  Lucanica  di
Picerno  sul  territorio,  manifestato  dalla  presenza  di  numerosi
operatori che, secondo  i  metodi  artigianali  utilizzati  dai  loro
progenitori, prestano particolare cura alla scelta delle carni,  alla
loro lavorazione ed alla stagionatura, realizzando cosi' un  prodotto
tipico, a conferma di  un  legame  che  unisce  la  produzione  della
Lucanica di  Picerno  dalle  sue  origini  fino  ad  oggi.  Il  forte
radicamento  della  realizzazione   dell'insaccato   nel   territorio
delimitato dall'art. 3 del presente disciplinare,  nel  tempo  si  e'
esteso ad una produzione industriale,  ma  sempre  nel  rispetto  dei
metodi di lavorazione artigianale. 
    La tipica ricetta tradizionale, cosi' come oggi e' conosciuta, si
e' evoluta nel corso dei secoli,  come  documentato  nel  lavoro  del
prof.  Ettore  Bove  (ordinario  di  Economia  e   politica   agraria
all'Universita'  degli  studi  della  Basilicata)  «La  Lucanica   di
Picerno» (pubblicato da EditricErmes). Dallo studio del  prof.  Bove,
emerge che i primi  popoli  italici  a  cimentarsi  con  questo  tipo
d'insaccato  siano  stati  i  lucani,  gli  abitanti  della   Lucania
preromana. Le fonti  storiche  dell'epoca  (Marco  Terenzio  Varrone,
Marziale, Apicio,  Cicerone),  infatti,  testimoniano  che  i  romani
quando parlavano di «Luganega» si riferivano  all'insaccato  da  loro
scoperto in terra lucana. A quei tempi, la Lucania, molto piu' estesa
dell'attuale Basilicata, delimitava un territorio coperto da  boschi,
particolarmente ricchi di specie quercine,  dove  il  maiale  trovava
condizioni ideali di crescita e riproduzione nutrendosi  di  ghiande.
Le citazioni  nei  canti  popolari  sono  un'ulteriore  testimonianza
dell'evoluzione della ricetta dell'insaccato che nel nome, conosciuto
anche al di fuori dei confini nazionali, rimanda alla Lucania romana. 
    Quando, quasi mezzo secolo fa, in Basilicata  partono  le  prime,
significative, iniziative di preparazione di salumi  anche  su  scala
non  familiare,  i  lucani  si  riappropriano  del  nome   originario
dell'insaccato luganega associandolo al  territorio  di  provenienza.
Cosi', con l'insediamento, agli  inizi  degli  anni  '70  del  secolo
scorso, di un primo piccolo salumificio a Picerno, il  generico  nome
di salsiccia attribuito dai consumatori  all'insaccato  scoperto  dai
romani, in terra lucana, inizia a perdere  posizioni  nel  linguaggio
corrente per essere sostituito da «Lucanica di Picerno». 
    Da allora, l'attivita' di trasformazione della  carne  suina  nel
piccolo centro del Melandro si e' allargata, nel  rispetto  di  norme
consolidate  nel  tempo,  l'insaccato  apprezzato  e  conosciuto  dai
consumatori come «Lucanica di Picerno». 
    Infatti, numerose sono le recensioni che legano  la  Lucanica  di
Picerno alla gastronomia delle aree interne, citandola come  uno  dei
piu' apprezzati insaccati presenti sul mercato  dei  salumi.  Occorre
sottolineare che  la  bonta'  di  questa  tanto  decantata  salsiccia
conosciuta fin dal tempo dei romani,  rimane  inevitabilmente  legata
alla sua tradizione sviluppatasi e  mantenutasi  intatta  nella  zona
omogenea, sotto diversi profili, delimitata dall'art. 3 del  presente
disciplinare. A questo si aggiungano anche le numerose manifestazioni
e gli eventi che continuano ad essere organizzati sia in  Italia  che
all'estero dalle autorita' locali e regionali in onore della Lucanica
di Picerno con allestimento di stand di degustazione  e  divulgazione
di  materiale  informativo  sulle  caratteristiche  e  sulla  storica
produzione realizzata nei salumifici di Picerno. 
    Tutti gli aspetti  descritti,  primo  fra  tutti  l'utilizzo  del
finocchio  selvatico,  che  per  caratteristiche   organolettiche   e
quantita' utilizzata esalta in maniera distintiva il sapore e l'aroma
della Lucanica di Picerno,  dimostrano  l'esigenza  di  conservare  e
preservare il legame di questa salsiccia con la storia, la tradizione
e la realta' territoriale delimitata dall'art. 3.