Art. 5 Tecniche di produzione e raccolta Esigenze di terreno e clima: l'insalata di Lusia deve essere coltivata in terreni con substrato sciolto o franco, caratterizzati da una tessitura piuttosto grossolana che li renda particolarmente permeabili. Pertanto il terreno deve essere costituito da una percentuale di sabbia non inferiore al 30% e da una quantita' di argilla non superiore al 20%. Inoltre deve poter disporre di acqua per l'irrigazione. Preparazione del terreno: la produzione dell'Insalata di Lusia puo' avvenire sia in pieno campo, sia in coltura protetta. Per la preparazione del terreno e' obbligatorio effettuare una aratura (o lavorazione equipollente) almeno una volta all'anno, per interrare sia i residui colturali della coltura precedente, sia i concimi usati per la concimazione di fondo, alla profondita' di 30 - 40 cm. Per la coltivazione in serra, considerate le difficolta' che puo' comportare una tale lavorazione in ambienti limitati, in alternativa e' ammessa una vangatura o una estirpatura. Per i cicli di coltivazione successivi sono ammesse lavorazioni atte a ripristinare la struttura del terreno e all'interramento di eventuali residui colturali mediante aratura o vangatura o zappatura o estirpatura. Successivamente alle suddette lavorazioni, e quindi in pre trapianto, seguira' una fresatura o erpicatura seguita da una rullatura per affinare e livellare il terreno creando le migliori condizioni per l'attecchimento delle piantine poste a dimora. Avvicendamento: viste le caratteristiche fisico-agronomiche del suolo della zona delimitata (buona percorribilita' e lavorabilita', buona accettazione delle piogge e capacita' di ritenzione idrica bassa) non e' obbligatorio alcun tipo di avvicendamento. Trapianto tipo e sesto d'impianto: tale operazione si effettua utilizzando piantine con minimo 3 foglie vere dotate di pane di terra. Si adotta il seguente sesto d'impianto: tra le file da 30 - 40 cm; sulla fila da 30 - 35 cm. Per le operazioni di trapianto, qualora si utilizzino trapiantatrici o agevolatrici meccaniche, considerando che le stesse non possono garantire la precisione, e' ammissibile una tolleranza delle distanze di trapianto pari ad un 10%. Fertilizzazione: le analisi del terreno devono essere eseguite ogni cinque anni. Per azoto, fosforo e potassio la quantita' delle unita' fertilizzanti da apportare per singolo ciclo colturale va decisa in funzione dell'analisi del terreno e non puo' comunque superare le seguenti unita' per ettaro: azoto = 150; fosforo = 100; potassio = 200. Per evitare il depauperamento della sostanza organica, e' obbligatorio apportarne sotto forma di letame di bovino maturo o altri composti organici. Per quanto riguarda l'apporto di letame questo andra' distribuito nel periodo compreso tra la raccolta delle ultime produzioni dell'anno solare e i primi trapianti del nuovo anno. Le unita' fertilizzanti distribuite in questo periodo, considerando la lenta mineralizzazione di questo prodotto, andranno ripartite per i tre cicli colturali seguenti. L'apporto di altri prodotti organici (con titolo di azoto compreso tra l'1,0% e il 3,5%) deve essere effettuato per ogni ciclo colturale con quantita' non superiori alle 2 tonnellate ad ettaro. Vista la permeabilita' dei terreni, l'apporto di concimi chimici azotati deve essere frazionato in almeno due interventi di cui quello in pre trapianto non deve superare il 50% della quantita' da distribuire mentre l'ultimo deve essere effettuato non oltre i 15 giorni seguenti il trapianto. Irrigazione: si dovra' intervenire, adottando volumi d'acqua ridotti e costanti, una o due volte al giorno dopo la messa a dimora delle piantine e fino al superamento della crisi di trapianto, la cui durata non deve superare i 15 giorni dal trapianto stesso. Successivamente si dovranno limitare gli apporti idrici in quanto la presenza di una falda freatica alta tipica della zona, consente alla coltura di sopperire alle normali esigenze idriche. Inoltre, l'intervento irriguo eseguito dopo la crisi di trapianto, se non necessario, risulta dannoso in quanto favorisce lo sviluppo di marciumi. Circa il metodo di irrigazione sono consentiti l'utilizzo di «manichetta» (irrigazione a goccia) o l'aspersione a bassa portata (piccoli irrigatori) per evitare il compattamento del terreno. Difesa fitosanitaria e controllo delle infestanti: e' richiesta una corretta applicazione delle pratiche colturali quali la concimazione, l'irrigazione, la scelta del materiale vivaistico al fine di consentire una riduzione degli attacchi parassitari. si dovranno utilizzare prodotti ammessi dalle vigenti normative; i trattamenti dovranno essere eseguiti con attrezzature in buona efficienza e, in ogni caso, tarati almeno una volta ogni 5 anni; il contenimento delle malerbe deve essere effettuato con tecniche agronomiche (pacciamatura, false semine, sarchiatura, fresatura) e/o prodotti chimici (diserbanti). Produzione e raccolta: la produzione unitaria massima, per ciclo produttivo, riferita ad ettaro e' di: tonnellate 55 per la cultivar cappuccia; tonnellate 50 per la cultivar gentile. Alla raccolta seguira' una toelettatura, che consiste in una pulizia del cespo (eliminazione delle foglie basali), cui seguira' la collocazione dei cespi di lattuga nei contenitori utilizzati per la vendita (vedi art. 8). Entrambe le operazioni si eseguono in campo allo scopo di evitare ulteriori manipolazioni che comporterebbero un peggioramento qualitativo del prodotto. Una volta eseguite queste operazioni il prodotto verra' trasportato nel centro aziendale del produttore dove verra' effettuato il lavaggio della lattuga senza toglierla dall'imballaggio. Effettuato il lavaggio si completera' l'operazione di confezionamento mediante l'apposizione sulla parte superiore dell'imballaggio di una pellicola trasparente. Nel caso in cui la singola azienda sia associata ad una cooperativa di produttori, il lavaggio potra' essere eseguito presso la sede della cooperativa stessa. E' importante che il confezionamento avvenga in zona in quanto le fasi di raccolta, toelettatura, lavaggio e confezionamento devono essere molto ravvicinate, per evitare il decadimento delle caratteristiche fisiche ed organolettiche del prodotto. Sottoporre infatti l'«Insalata di Lusia» a manipolazioni eccessive e a lunghi trasporti comporterebbe la perdita delle caratteristiche di turgidita' e croccantezza delle foglie. Successivamente alle operazioni di confezionamento sopra descritte, l'IGP «Insalata di Lusia» puo' essere sottoposta a lavorazioni di IV gamma. Per questa operazione non sono previste limitazioni all'area di produzione.