Art. 6. Legame con l'ambiente geografico L'«Insalata di Lusia» e' apprezzata dal consumatore per la leggerezza del cespo, per la sua buona conservazione, per l'assenza di fibrosita' (la pianta e' composta in larga parte d'acqua), per la croccantezza delle foglie giovani, fresche e turgide e per il suo gusto, dovuto ad una naturale sapidita'. Tali qualita' sono legate alla zona geografica e alla particolare combinazione di alcuni fattori pedoclimatici del territorio di produzione dell'«Insalata di Lusia» quali la presenza di terreni fertili sciolti ricchi di sali minerali, l'umidita' atmosferica, la presenza d'acqua costante lungo i canali. La particolarita' gustativa dell'insalata di Lusia e' la percettibile sapidita' che ne rende superfluo il condimento con il sale e che e' dovuta alla presenza nei terreni di abbondanti sali minerali. Infatti, i terreni della zona oggetto dell'I.G.P. e' formato da uno strato superficiale di sabbie portate dalle numerose alluvioni, causate in periodi pre romanici e nell'alto medioevo dallo straripamento di alcuni rami del Tartaro e in periodo medioevale e moderno dalle rotte dell'Adige. L'ultima grande rotta dell'Adige risale a fine 1800 e le immense dune di sabbia formate da quell'alluvione sono state spianate con lungo lavoro che e' durato fino al 1960. Su questa sabbia, unificata da un secolo di vegetazione spontanea, viene piantata l'insalata di Lusia, piu' ricca delle altre in contenuto di betacarotene e soprattutto in potassio e calcio. L'alta falda sotto il coltivo alimentata dall'Adige, che in questa zona e' completamente pensile, e i fossetti d'irrigazione tenuti sempre pieni tengono costante l'umidita' del terreno tanto da poter limitare le irrigazioni alla fase immediatamente successiva al trapianto. Cio' comporta minor dilavamento della foglia con conseguente minor dispersione dei nutrienti che contiene e minor necessita' di trattamenti antifungini. La falda superficiale si trova ad un metro di profondita' ed e' mantenuta costante grazie ad un sistema di canali artificiali. L'insieme di questi fattori consente di diminuire gli interventi irrigui e di conseguenza la diffusione di marciumi, lasciando intatto il gusto fresco e la croccantezza tipiche della «Insalata di Lusia», che la contraddistinguono da insalate prodotte in altre zone. La disponibilita' di acqua garantita dal fiume Adige, l'altezza della falda freatica e la tessitura del terreno, consentono la coltivazione dell'insalata anche nei periodi estivi (luglio - agosto), con ottimi risultati garantendone la presenza sul mercato per 10 - 11 mesi all'anno. In effetti, i terreni sciolti e di medio impasto con tessitura grossolana, tipici della zona arginale del fiume Adige, e la buona permeabilita', che favorisce lo sgrondo dell'acqua piovana, permettono di eseguire le lavorazioni in modo ottimale con qualsiasi condizione climatico-meteorologica. Oltre a quanto detto, anche l'esperienza maturata nel corso di un cinquantennio di coltivazione delle insalate e il sapiente lavoro dei produttori, ha permesso di affinare le tecniche produttive, ottimizzando cosi' le sinergie derivanti da un giusto equilibrio tra fattori climatici ed agronomici. Alla fine del 1800 i terreni di Lusia e dei comuni limitrofi furono ricoperti da uno spesso strato di sabbia riversato dall'alluvione del fiume Adige. La formazione di un nuovo suolo molto permeabile costrinse gli abitanti ad abbandonare le colture tradizionali (grano e mais). Ma gia' dai primi anni del 1900 fecero la loro comparsa le colture orticole, che sfruttando le caratteristiche del nuovo terreno unite alla abbondante disponibilita' di acqua derivata dalla vicinanza del fiume Adige, consentivano delle produzioni di qualita'. Una lettera degli anni 30, di un produttore dell'epoca indirizzata ad un'autorita' ecclesiastica, descrive le condizioni dei terreni, degli orticoltori, e della loro difficolta' nel commercializzare i propri prodotti orticoli. Gia' in quegli anni su alcuni quaderni manoscritti da produttori della zona compariva il termine di insalata che si utilizzava per indicare in modo generico sia le lattughe sia le indivie. Ma gia' nel 1933 in altri quaderni compariva la dicitura «latuga» o «salata» che identificava la lattuga cappuccia. La prima documentazione statistica risale agli anni 50 e coincide con la fondazione della centrale ortofrutticola di Lusia. Nei dati statistici del 1956, le «insalate» risultano essere il secondo prodotto, per quantita', transitato per il mercato locale, dopo la patata. Negli anni 60 alcuni commercianti della zona, grazie agli scambi commerciali con il mercato ortofrutticolo di Verona, notarono la lattuga gentile. Questa tipologia fu presto introdotta nelle aziende locali. Qui, grazie alle favorevoli condizioni pedoclimatiche, si ottennero ottimi risultati quali-quantitativi tanto da indurre i produttori ad iniziare una selezione varietale atta ad individuare le cultivar che esaltassero le caratteristiche organolettiche di questa insalata. La dimostrazione dell'uso consolidato della denominazione «Insalata di Lusia» e' provata tra l'altro dall'uso del termine «salatari» per definire gli abitanti del comprensorio di Lusia. Tale termine dialettale significa «produttori d'insalata» e la sua diffusione e' indice della fama di ortolani degli abitanti della zona (definita la «Capitale degli orti») e soprattutto della ormai nota insalata che si produce nel loro territorio.