(Allegato-Relazione del Prefetto)
                  PREFETTURA - UFFICIO TERRITORIALE 
                    DEL GOVERNO DI CALTANISSETTA 
 
                             - Area I - 
 
Prot. n.105/A.F.I./O.E.S. 
 
                                      Caltanissetta, 14 febbraio 2019 
 
                                        All'on. Ministro dell'interno 
 
                                                                 Roma 
 
    Oggetto: Comune di San Cataldo (CL) - Relazione sull'esito  degli
accertamenti  ispettivi  volti  a  verificare  la   sussistenza   dei
presupposti per l'adozione del provvedimento di cui all'art. 143  del
decreto legislativo n. 267/2000. 
 
Premessa 
 
    Con decreto n. 17102/128/97(7)-Uff. V - Affari territoriali del 2
novembre 2018 il Ministro dell'interno ha delegato questa  prefettura
ad esercitare i poteri di accesso e di accertamento nei confronti del
Comune di San Cataldo (CL). 
    Con decreto n. 610/Area funz. I/O.E.S./Area I  del  successivo  7
novembre 2018 e' stata, conseguentemente, nominata la Commissione  di
accesso  e   di   accertamento   per   lo   svolgimento   di   mirati
approfondimenti  atti  a  verificare  la  sussistenza   di   elementi
integranti la fattispecie dissolutoria attinente al condizionamento o
alla infiltrazione della criminalita' organizzata. 
    L'iniziativa  ha  avuto  impulso   dall'operazione   di   polizia
giudiziaria denominata Omissis, con cui il 9 luglio 2018, al  termine
di una complessa attivita' investigativa che ha disvelato gravi forme
di infiltrazione mafiosa nella gestione del servizio di igiene urbana
ed una rete di rapporti di soggetti che illecitamente  hanno  gestito
alcune gare di appalto del Comune di San Cataldo (CL),  militari  dei
comandi provinciali dell'Arma dei  carabinieri  e  della  Guardia  di
finanza di Caltanissetta hanno  eseguito  l'ordinanza  nn.  507/16  e
301/17 RGIP, emessa il 28 giugno 2018 dal  giudice  per  le  indagini
preliminari presso il  Tribunale  di  Caltanissetta,  applicativa  di
misure cautelari restrittive della liberta' personale  nei  confronti
di sedici persone, tra i quali esponenti  della  consorteria  mafiosa
operante nel territorio comunale di San Cataldo (CL),  amministratori
di imprese dei settori dell'igiene urbana  e  dell'edilizia,  nonche'
funzionari comunali in servizio presso l'Ufficio tecnico comunale, in
quanto  ritenuti  responsabili,  a  vario  titolo,   dei   reati   di
associazione a delinquere di  stampo  mafioso,  concorso  esterno  in
associazione  mafiosa,  estorsione  aggravata  dal  metodo   mafioso,
corruzione, turbata liberta' degli incanti. 
Situazione della sicurezza pubblica sul territorio 
    In via preliminare si osserva che la Commissione di  indagine  ha
esaminato vari aspetti  storici,  geografici  e  socio-economici  del
Comune di San Cataldo, che conta 23.424 abitanti, noto per essere  un
importante  polo  agricolo   e   commerciale   della   Provincia   di
Caltanissetta, ricompreso in un  ambito  territoriale  caratterizzato
dalla radicata e pervasivi presenza di organizzazioni criminali,  con
un ampio raggio di azione che si estende anche ad altri Comuni  della
provincia nissena. (Relazione pagg. 16 - 19). 
    Dalle diverse operazioni di polizia giudiziaria,  in  particolare
quella nota come Omissis, sfociate in pronunciamenti giudiziari ormai
irrevocabili che hanno  delineato  i  profili  storici  del  fenomeno
mafioso tradizionalmente presente nella Provincia  di  Caltanissetta,
emerge un'articolazione  dell'organizzazione  mafiosa  'cosa  nostra'
operante nel territorio comunale di San Cataldo  (CL)  quale  cellula
del mandamento mafioso di Vallelunga Pratameno (CL), ove il ruolo  di
esponente di spicco di siffatto mandamento e' stato  svolto  dapprima
da Omissis, inteso Omissis, e successivamente, in seguito all'arresto
di  quest'ultimo,  da  Omissis,  divenuto  reggente  della  provincia
mafiosa di Caltanissetta. (Relazione pagg. 20 - 51). 
    Occorre far presente  che  l'operazione  di  polizia  giudiziaria
denominata Omissis ha delineato un  retroterra  storico-fattuale  nel
territorio comunale di San Cataldo (CL)  di  significativa  ampiezza,
nel quale confluirebbero spiccate forme di reita' mafiosa  unitamente
a manifestazioni di criminalita' propria dei c.d. «colletti bianchi»,
sulla scorta dell'unicita' del movente teleologico  costituito  dalla
locupletazione individuale o di gruppo in spregio ai  principi  della
libera concorrenza e della tutela della res publica. (Relazione pagg.
101 - 142). 
    L'anzidetta operazione di polizia giudiziaria  si  salda,  in  un
rapporto di complementarieta',  con  un'altra  importante  operazione
giudiziaria, nota come Omissis, eseguita nel 2015, che ha condotto in
quel territorio comunale ad una significativa resezione dell'ambiente
criminale sancataldese, nel  quale  la  presenza  della  criminalita'
organizzata  era  apparsa  intrecciata   con   altre   manifestazioni
delittuose, legate al mondo del  traffico  degli  stupefacenti  ed  a
quello della prostituzione. 
    Il contesto investigativo  appena  menzionato  ha  consentito  di
individuare gli attuali esponenti di spicco della famiglia mafiosa di
'cosa nostra' operante nel territorio di San  Cataldo  (CL),  al  cui
vertice, in veste di reggenti, si sarebbe affermata,  a  partire  dal
2007, la figura di Omissis, accanto al quale emergevano le figure dei
fratelli Omissis,  Omissis,  Omissis  ed  Omissis,  nonche'  Omissis,
quest'ultimo legato da rapporti di affinita' e solidarieta' criminale
ai richiamati fratelli Omissis. 
    L'operazione  di  polizia  giudiziaria  Omissis  mostrerebbe   la
continuita'  delle  attivita'  criminali-mafiose  rispetto  a  quelle
emerse dall'operazione Omissis ed entrambe hanno confermato il  ruolo
di capo indiscusso della famiglia mafiosa sancataldese esercitato  da
Omissis, in  atto  detenuto,  con  la  gestione  diretta  del  potere
criminale sul territorio da parte di sodali di 'cosa  nostra',  quali
Omissis, Omissis ed i fratelli Omissis -  tornati  in  liberta'  dopo
anni di detenzione - i quali opererebbero secondo  le  direttive  del
vertice criminale Omissis. 
L'attuale amministrazione comunale 
    Relativamente all'amministrazione comunale di San  Cataldo  (CL),
si osserva che la stessa ha rinnovato i propri organi elettivi  nelle
consultazioni amministrative che si sono svolte il  25  e  26  maggio
2014 (primo turno) e l'8 e 9 giugno  2014  (ballottaggio),  all'esito
delle quali e' risultato eletto, dopo il turno di ballottaggio,  alla
carica di Omissis Omissis, il quale, unitamente  alle  liste  civiche
collegate, «Omissis» e «Omissis», ha ottenuto  6.679  voti,  pari  al
63,81  %  dei  voti  validi,  superando  l'altro  candidato   Omissis
- Omissis, che con le liste civiche  collegate  ha  conseguito  3.788
voti, pari al 36,19 dei voti validi. 
    La Commissione d'accesso ha svolto  una  complessa  attivita'  di
accertamento sui componenti dell'attuale amministrazione  comunale  e
dell'apparato burocratico dell'Ente, nel corso della quale sono stati
analizzati  i  precedenti  penali,  le  posizioni  soggettive  ed   i
comportamenti dei predetti, nonche' le attivita'  piu'  significative
dei settori amministrativi e tecnici con riferimento agli appalti  ed
affidamenti di lavori e servizi, cui hanno prestato collaborazione  e
apporto i rappresentanti delle  Forze  di  polizia  territoriali  che
hanno composto il gruppo di supporto. 
    Gli elementi informativi acquisiti sulla compagine  politica  del
Comune di San Cataldo (CL)  hanno  consentito  di  lumeggiare  alcune
figure di amministratori locali, di funzionari e dipendenti  comunali
che, per contiguita' con  esponenti  della  criminalita'  organizzata
locale,  desunta  da  operazioni  di  polizia   e   da   procedimenti
giudiziari, fanno ragionevolmente desumere  possibili  incidenze  dei
sodalizi criminosi nei processi di formazione  della  volonta'  degli
organi elettivi ed amministrativi del comune in parola. 
    In particolare la  Commissione  ha  evidenziato  che  il  Omissis
risulta legato da rapporti di parentela con soggetti controindicati e
con gravi precedenti di polizia, alcuni dei  quali  con  rapporti  di
colleganza nello  stesso  contesto  lavorativo  qual  e'  quello  del
servizio della nettezza urbana. (Relazione pagg. 59 - 67). 
    Tra  l'altro  si  e'  accertata  la  presenza  nelle   liste   di
maggioranza dei candidati consiglieri comunali «Omissis» e «Omissis»,
collegate al candidato  Omissis,  di  tal  Omissis,  imparentato  con
l'esponente di spicco della criminalita' organizzata Omissis, nonche'
di Omissis, nipote del sopra  menzionato  pregiudicato  ed  esponente
della cosca mafiosa locale Omissis (Relazione pagg. 69 e 72). 
    Il Omissis vanta una  lunga  carriera  politica  nell'ambito  del
Comune  di   San   Cataldo   avendo   rivestito   cariche   in   seno
all'amministrazione comunale fin dal 1997, piu' precisamente: 
      nel novembre 1997 eletto alla carica di Omissis  con  la  lista
Omissis (maggioranza), quindi nominato Omissis,  carica  dalla  quale
rassegnava le dimissioni il 25 giugno 2001; 
      amministrative del maggio 2002, eletto alla carica  di  Omissis
(minoranza), con la lista Omissis; 
      amministrative del maggio  2007,  candidatosi  Omissis,  veniva
sconfitto al turno di ballottaggio, comunque eletto  alla  carica  di
Omissis (minoranza), con la lista civica «Omissis»; 
      amministrative del maggio 2012, eletto alla carica  di  Omissis
(minoranza), con la lista civica «Omissis». 
    Nella   veste   di   Omissis,   congiuntamente   alla   compagine
dell'attuale Omissis comunale, ha assunto  impropriamente  scelte  di
natura gestionale in assoluto contrasto con il  sistema  inderogabile
della separazione tra attivita' di indirizzo  politico-amministrativo
degli organi  di  governo  ed  attivita'  di  gestione  dell'apparato
amministrativo. (Relazione pagg. 59-67). 
Appalti, affidamenti ed attivita' dell'Ente 
    Gli approfondimenti  effettuati  dalla  Commissione,  che  si  e'
avvalsa delle Forze di  polizia  territoriali,  hanno  consentito  di
constatare come l'attuale amministrazione, che rientra tra quelle che
saranno interessate alla tornata elettorale del 28  aprile  prossimo,
abbia consentito che determinati soggetti,  contigui  o  vicini  alla
criminalita' organizzata, svolgessero ruoli determinanti  all'interno
dell'Ente locale, attribuendo incarichi di consulenza malgrado motivi
quantomeno di' opportunita' ne sconsigliassero la scelta. 
    In particolare, i recenti riscontri investigativi  approdati  nel
procedimento giudiziario denominato «Omissis»  hanno  fatto  emergere
una lunga serie di fatti e vicende di rilevante evidenza, alcuni  dei
quali venuti alla luce per l'azione  degli  organi  investigativi  ed
inquirenti con  notevole  clamore  mediatico,  che  testimoniano  una
rilevante permeabilita'  dell'Ente  locale  ad  influenze  criminali,
unitamente ad una perdurante mala gestio  che  ha  coinvolto  settori
nevralgici dell'azione amministrativa comunale attraverso una intensa
trama di rapporti clientelari che  ha  consentito  ingerenze  mafiose
nell'apparato pubblico locale. 
    Nella ricostruzione  del  grado  di  influenza  esercitata  dalla
criminalita' organizzata  sugli  organi  comunali  e  su  determinate
scelte  effettuate  dall'attuale  amministrazione  comunale  di   San
Cataldo,    nonche'    sull'inadeguatezza     di     quel     vertice
politico-amministrativo a svolgere i propri compiti di vigilanza e di
controllo nei confronti della burocrazia e dei  gestori  di  pubblici
servizi del predetto comune, appare opportuno sintetizzare di seguito
quelle vicende e circostanze ritenute dalla Commissione di  indagine,
per significativita' e concludenza, sintomatiche di  un  collegamento
con  la  criminalita'  organizzata  e  della  fragile   permeabilita'
dell'Ente alle ingerenze provenienti da contesti criminali: 
      le gravi forme di  infiltrazione  mafiosa  nella  gestione  del
servizio di raccolta dei rifiuti solidi  urbani  del  Comune  di  San
Cataldo e la rete di rapporti tra soggetti  malavitosi  e  funzionari
comunali  nell'affidamento   del   servizio   in   parola   disvelati
dall'operazione di polizia giudiziaria «Omissis»  con  l'applicazione
di misure cautelari  in  carcere  per sedici  persone,  tra  i  quali
esponenti di  spicco  della  criminalita'  organizzata  e  funzionari
dell'Ufficio  tecnico  comunale,  alcuni  dei  quali  indagati  dalla
Procura distrettuale antimafia di Caltanissetta anche  del  reato  di
concorso esterno all'associazione mafiosa. Cio' si e' evidenziato  in
un contesto di connivente inerzia dell'amministrazione  comunale  che
ha affidato per un quinquennio detto servizio  di  igiene  urbana  ad
un'associazione  temporanea  di  due  imprese,  la  «Omissis»  e   la
«Omissis», che sono risultate condizionate  dalla  presenza  al  loro
interno di soggetti organici alla locale consorteria mafiosa, tali da
essere destinatarie di informazione antimafia  interdittiva  adottate
da questa Prefettura in data 25 settembre 2018; 
      gravi  fatti  corruttivi  e  connivenze  istituzionali   presso
l'Ufficio tecnico comunale di San  Cataldo,  in  particolare  con  il
«Omissis» pro tempore Omissis, a proposito  dell'affidamento  diretto
della direzione dei lavori previsti da un  «Contratto  di  Quartiere»
finalizzati alla riqualificazione  urbana  del  quartiere  «Omissis»,
aggravati dall'indifferenza dell'attuale amministrazione comunale che
ha omesso di adottare  adeguate  misure  per  impedire  le  accertate
distorsioni amministrative; 
      la mancanza di trasparenza nelle procedure per gli  affidamenti
degli interventi di manutenzione sulle strade di competenza  comunale
in favore delle societa' «Omissis» e «Omissis», risultate «vicine»  a
funzionari   dell'Ufficio    tecnico    comunale    per    la    loro
compartecipazione  occulta  alle  stesse,  con   l'effettuazione   di
pagamenti privi di documenti giustificativi per lavori in  subappalto
ad una ditta, «Omissis», che non risulta indicata  tra  le  ditte  in
subappalto; 
      l'anomalo affidamento in somma  urgenza  -  non  riscontrata  -
dell'avviamento degli impianti di riscaldamento delle scuole comunali
deliberato dalla Giunta comunale il Omissis, quindi tardivo  rispetto
al   calendario,   stante   l'inerzia   dell'amministrazione    nella
programmazione del servizio di cui trattasi; 
      la prosecuzione della convenzione relativa  alla  gestione  dei
lavori all'interno del cimitero comunale oltre  il  termine  previsto
contrattualmente ad opera di una impresa edile, il cui amministratore
risulta coinvolto nell'operazione di polizia  giudiziaria  «Omissis»,
che nel 1992 ha condotto all'emissione di misure cautelari per  fatti
di criminalita'  organizzata  nei  confronti  di  numerosi  soggetti,
seppur assolto a conclusione della vicenda processuale; 
      l'anomalo affidamento della  convenzione  per  il  servizio  di
trasporto salme  ad  un'agenzia  onoranze  funebri,  confiscata  alla
criminalita' organizzata locale, il cui titolare risulta figlio di un
esponente di spicco della famiglia mafiosa sancataldese, il quale  ha
dissimulato  la  condizione  dell'impresa  sottoposta  a  misura   di
prevenzione  patrimoniale,  procedendo  in   assenza   del   consenso
dell'amministratore giudiziario di quell'impresa; 
      l'ingiustificata presenza di un  esponente  della  criminalita'
organizzata all'interno del cimitero comunale che svolge le  mansioni
di necroforo, il quale si relaziona con  il  Omissis  e  con  Omissis
competente per garantire alla ditta datrice di  lavoro  del  medesimo
malavitoso  la  prosecuzione   dell'affidamento   del   servizio   di
tumulazione; 
      l'omessa adozione da  parte  del  Omissis  delle  ordinanze  di
sgombero di 21 alloggi popolari, su proposta del competente  servizio
comunale, nei confronti di altrettanti occupanti abusivi, tra i quali
si annoverano numerosi pregiudicati appartenenti  alla  locale  cosca
criminale; 
      l'ingiustificata  omissione   da   parte   dell'amministrazione
comunale di attivita' di recupero dei tributi locali  e  della  TARSU
nei confronti di numerosi cittadini morosi o insolventi, tra i  quali
risultano  molti  esponenti   ed   appartenenti   alla   criminalita'
organizzata locale; 
      una gestione da parte dell'amministrazione  comunale  dei  beni
confiscati  alla   criminalita'   organizzata   priva   di   adeguata
pubblicizzazione nelle assegnazione di alcune  unita'  immobiliari  a
privati; 
      una    blanda    attivita'    di    vigilanza     dell'apparato
politico-amministrativo in materia di prevenzione e repressione degli
abusi edilizi; 
      legami di parentela dell'attuale Omissis con  soggetti  gravati
di precedenti penali e di polizia, alcuni dei quali  aventi  rapporti
di lavoro nel settore della raccolta dei rifiuti alle  dipendenze  di
una  delle  anzidette  imprese  della  nettezza  urbana  ove  operano
numerosi  soggetti  organici  e/o  appartenenti   alla   criminalita'
organizzata; 
      la presenza in due liste dei  candidati  consiglieri  comunali,
nelle consultazioni elettorali amministrative  del  2014,  che  hanno
sostenuto l'attuale Omissis di due soggetti che hanno stretti vincoli
di  parentela  con  altrettanti  esponenti  di  spicco  della  locale
consorteria mafiosa. 
       Con  riguardo  all'operazione  «Omissis»,  il  Tribunale   del
Riesame  di  Caltanissetta,  con  distinti  provvedimenti  giudiziari
assunti il  1°  agosto  2018,  ha  confermato  l'originario  impianto
accusatorio compendiato nell'ordinanza nn. 507/2016 e  301/2017  RGIP
del Giudice per le indagini preliminari del 28 giugno  2018,  con  la
quale, al termine di una complessa  attivita'  investigativa  che  ha
disvelato gravi forme di infiltrazione  mafiosa  nella  gestione  del
servizio di igiene urbana ed una rete di  rapporti  di  soggetti  che
illecitamente hanno gestito alcune gare di appalto del Comune di  San
Cataldo (CL), sono state applicate misure cautelari restrittive della
liberta' personale nei  confronti  di  sedici persone,  tra  i  quali
esponenti della consorteria mafiosa operante nel territorio  comunale
di  San  Cataldo  (CL),  amministratori  di   imprese   dei   settori
dell'igiene urbana e dell'edilizia, nonche'  funzionari  comunali  in
servizio  presso  l'Ufficio  tecnico  comunale,  in  quanto  ritenuti
responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione a  delinquere
di  stampo  mafioso,  concorso  esterno  in   associazione   mafiosa,
estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione, turbata liberta'
degli incanti, escludendo per alcuni l'aggravante di cui  all'art.  7
della legge n. 203/1991. 
    Nel merito della suddetta vicenda giudiziaria,  dalla  menzionata
Ordinanza giudiziaria e' emerso che  alcuni  funzionari  comunali  in
servizio presso l'Ufficio tecnico del Comune di San Cataldo (CL)  ed,
in particolare, Omissis  - gia'  Omissis  della  anzidetta  struttura
comunale, poi nominato, dopo il suo collocamento a riposo, consulente
esterno di quell'Ufficio tecnico dal Omissis  -  avrebbero  posto  in
essere una serie di manovre tese a pilotare alcune procedure di  gara
ad evidenza pubblica,  tra  le  quali  l'affidamento  definitivo  del
servizio di smaltimento dei rifiuti  solidi  urbani,  nonche'  quella
afferente la progettazione, l'esecuzione e la  direzione  dei  lavori
per la riqualificazione di un quartiere del centro storico del Comune
di San Cataldo (CL), questi ultimi finanziati con  fondi  dell'Unione
europea. 
    Relativamente alla prima delle anzidette vicende, soggetti  della
criminalita'  organizzata  di  San  Cataldo  (Omissis   - Omissis   -
Omissis), secondo le acquisizioni giudiziarie, avrebbe manifestato un
forte interesse per il settore della raccolta e dello smaltimento dei
rifiuti solidi urbani del comune  in  parola  mediante  l'imposizione
dell'assunzione di propri sodali o di soggetti organici  alla  citata
cosca mafiosa nelle imprese affidatarie del servizio di igiene urbana
o,  in  alternativa,  mediante   richieste   di   natura   estorsiva,
conseguendo una  posizione  di  dominio  all'interno  della  societa'
«Omissis», destinataria, insieme alla societa' «Omissis», di ripetute
ordinanze sindacali di affidamento diretto  del  servizio  di  igiene
urbana per la durata di cinque anni. 
    Cio'  in  virtu'  di  meri  provvedimenti  assunti   dall'attuale
Amministrazione comunale, ai sensi dell'art. 191 decreto  legislativo
n. 125/2006, prima dello  svolgimento  della  procedura  ad  evidenza
pubblica concernente l'affidamento  settennale  del  citato  servizio
pubblico, avviata nel 2014  e  a  tutt'oggi  non  ancora  formalmente
definita con la  sottoscrizione  del  contratto  di  affidamento  del
servizio. 
    A loro volta, le sopra richiamate imprese si sarebbero  adoperate
in vario modo per ottenere la conferma nel tempo dell'affidamento del
servizio  in  discussione  nonche'  l'assegnazione  definitiva  dello
stesso servizio nella procedura di pubblico  incanto  attraverso  una
serie di manovre corruttive  e  di  turbativa  della  liberta'  degli
incanti, finalizzate a pretermettere  in  modo  illecito  le  imprese
concorrenti. 
    In relazione a tali circostanze gli accertamenti ispettivi  hanno
confermato la sussistenza di forti elementi di interrelazione in quel
contesto ambientale tra la  reita'  mafiosa  e  quella  dei  colletti
bianchi, corredata da forme di agevolazioni  intenzionali  in  favore
della organizzazione mafiosa  da  parte  di  funzionari  infedeli  ed
imprenditori complici. 
    Nella vicenda amministrativa relativa alla gestione del  servizio
dell'igiene ambientale, secondo la Procura distrettuale antimafia  di
Caltanissetta, si sarebbero  innestati  gli  interessi  locupletativi
della famiglia mafiosa locale, retta dai pregiudicati Omissis  e  dai
fratelli  Omissis,  indagati  nell'occorso   anche   del   reato   di
associazione a delinquere di stampo mafioso, tutti  dipendenti  della
«Omissis»,  societa'  componente  dell'associazione   temporanea   di
imprese incaricata, sin dall'autunno 2013,  del  servizio  di  igiene
ambientale del Comune di  San  Cataldo,  unitamente  alla  «Omissis»,
entrambe con sede legale a San Cataldo. 
    Dagli elementi informativi delle Forze di polizia acquisiti dalla
Commissione di indagine emerge che  entrambe  le  imprese  di  igiene
ambientale sono risultate decisamente asservite alla cosca mafiosa di
San Cataldo, con la differenza che mentre la «Omissis»  ha  di  fatto
subito l'imposizione di numerose assunzioni al suo interno  da  parte
della consorteria  mafiosa,  l'amministratore  della  «Omissis»,  tal
Omissis, ha approfittato di tali rapporti. 
     Inoltre,  dietro  la  scelta   dell'affidamento   diretto   alle
anzidette societa', vi sarebbero state  non  gia'  reali  ragioni  di
urgenza, quanto piuttosto una programmata volonta'  di  avvantaggiare
le imprese affidatarie, all'ombra di vantaggi economici perseguiti da
funzionari comunali infedeli, mediante la stipula di subcontratti con
imprese riconducibili a loro familiari (id  est  Omissis,  dipendente
U.T.C.,  indagato  nell'ambito  del  procedimento  «Omissis»)  oppure
attraverso  la  percezione   di   corrispettivi   per   l'illegittima
reiterazione delle ordinanze dichiarative dell'urgenza, tutte firmate
dall'attuale Omissis. 
    Come sopra anticipato,  delle  due  imprese  associate  solo  una
avrebbe ricavato reali benefici, ossia la  «Omissis»,  capofila,  che
forniva  i  mezzi  per  l'espletamento  del  servizio,   laddove   la
«Omissis», chiamata a fornire la manodopera,  subiva  le  conseguenze
negative date dall'assunzione  imposta  del  personale  per  favorire
mafiosi o amministratori,  senza  ricevere  dalla  capofila  introiti
sufficienti alla copertura dei relativi costi. 
    Non a caso, dai richiamati provvedimenti giudiziari si rileva che
la societa' «Omissis», tramite  il  suo  amministratore  Omissis,  si
sarebbe adoperata, insieme al Omissis dell'Ufficio  tecnico  comunale
Omissis ed al funzionario comunale appartenente al  medesimo  ufficio
Omissis, per alterare la gara di appalto bandita dal  Comune  di  San
Cataldo si' da ottenere  l'affidamento  definitivo  del  servizio  in
parola di durata settennale. 
    Peraltro, secondo l'assunto dell'organo  giudiziario  inquirente,
al richiamato Omissis sono  state  contestate  le  seguenti  condotte
illecite: a) concorso  esterno  nell'associazione  mafiosa  per  aver
favorito l'assunzione di sodali  al  predetto  gruppo  mafioso  nella
«Omissis»  ed  aver  partecipato  turbando  l'asta  alla   gara   per
l'affidamento del servizio di smaltimento dei  rifiuti,  al  fine  di
garantire il mantenimento delle posizioni lavorative  ottenute  dalla
famiglia mafiosa locale presso quella societa'; b) molteplici atti di
corruzione nei confronti del Omissis  dell'Ufficio  tecnico  comunale
Omissis  per  l'esercizio  della  funzione  al   fine,   puntualmente
conseguito, di ottenere l'affidamento diretto in  somma  urgenza  del
servizio pubblico in questione con le  relative  proroghe  che  hanno
avuto complessivamente una durata quinquennale; c)  diversi  condotte
di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio consistiti nella
manipolazione della gara per l'affidamento del servizio  pubblico  in
argomento;   d)   turbativa   della   gara   anzidetta    finalizzata
all'esclusione   delle   prime    due    imprese    classificate    e
l'aggiudicazione del servizio di smaltimento dei  rifiuti  in  favore
dell'A.T.I. costituita dalla predetta  «Omissis»s  e  dalle  societa'
«Omissis» e «Omissis». 
    In   particolare,    ripercorrendo    nell'anzidetta    ordinanza
giudiziaria   le   dinamiche   criminali    nelle    quali    affiora
l'interessamento della famiglia mafiosa di San  Cataldo,  si  osserva
che il predetto Omissis, allorche' si adoperava per  far  partecipare
la societa' che amministrava, la «Omissis»,  alla  gara  ad  evidenza
pubblica indetta dal comune  in  parola  nel  2014  consociandosi  in
un'associazione  temporanea  di  imprese  con  altre   societa',   si
premurava di tenere informati i componenti dell'associazione  mafiosa
sullo svolgimento della  gara  e  sugli  «appoggi»  illeciti  su  cui
potevano contare, avendo assicurato a questi ultimi  la  prosecuzione
delle posizioni lavorative in origine acquisite presso la  «Omissis»,
sfruttando la forza intimidatoria dell'associazione mafiosa a proprio
vantaggio per continuare ad ottenere proroghe dell'appalto in parola. 
    L'organo giudiziario inquirente ha accertato che in tale contesto
l'allora Omissis  dell'Ufficio  tecnico  comunale,  Omissis,  si  era
prodigato  a  promuovere  nel  tempo  il  rinnovo   delle   ordinanze
dichiarative dello stato di urgenza  che  avrebbero  giustificato  la
proroga dell'affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti
all'anzidetta associazione di imprese, con il vantaggio personale  di
percepire indebite tangenti e favorire in tal modo le  aziende  sopra
citate, infiltrate dalla locale cosca criminale. 
    Tale ingerenza della criminalita' organizzata permaneva, sia  pur
con modalita' diverse, anche quando il Comune di San Cataldo (CL)  ha
bandito, in data 23 dicembre 2014, una gara ad evidenza pubblica  per
l'affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani, per
il consistente importo di 20 milioni di euro. 
    La medesima ordinanza del Giudice  per  le  indagini  preliminari
riporta  che  e'  stato  accertato  l'effettivo  asservimento   della
societa'  «Omissis»  agli  interessi  della  consorteria   criminale,
parimenti ad un reale  interesse  del  sodalizio  mafioso  alla  gara
d'appalto pubblico bandita nel 2014 dal Comune  di  San  Cataldo  per
l'affidamento definitivo del servizio di raccolta dei rifiuti  solidi
urbani, acclarando l'esecuzione di condotte finalizzate al turbamento
della normale evoluzione della citata  gara  d'appalto,  al  fine  di
determinare l'aggiudicazione  definitiva  in  favore  della  societa'
d'interesse, cosi'  garantendo  il  sostentamento  della  consorteria
mafiosa. 
    Nel corso dei propri accertamenti, la Commissione di indagine  ha
acclarato l'adozione di molteplici ordinanze sindacali di proroga del
servizio a favore della ATI in argomento nonche'  ha  verificato  che
risultavano assunti alle dipendenze della «Omissis» numerosi soggetti
con pregiudizi  penali  e  giudiziari  che  operavano  presso  quella
societa' con mansioni di coordinamento e di addetti allo  spazzamento
delle strade ed alla raccolta  dei  rifiuti  solidi  urbani;  inoltre
altri  esponenti  del  locale  sodalizio  mafioso   lavoravano   alle
dipendenze della societa' in argomento con le mansioni di addetto  al
cimitero di San Cataldo, la cui gestione risulta  affidata  da  tempo
all'anzidetta societa' Omissis (Relazione pagg. 130, 165, 170). 
    In tale contesto, emerge che il Omissis dell'Ufficio tecnico  del
Comune di San Cataldo (CL), Omissis, si adoperava dall'anno 2014  per
far  conseguire  l'assegnazione  diretta  con  proroghe   trimestrali
dell'anzidetto appalto all'A.T.I. composta dalla  «Omissis»  e  dalla
«Omissis», in tal  modo  consentendo  agli  esponenti  del  sodalizio
mafioso  di  conseguire  l'illecito  profitto  derivante  dalle  loro
assunzioni, in alcuni casi meramente fittizie, presso  le  menzionate
aziende, ottenendo per se' illeciti vantaggi patrimoniali. 
    Occorre, inoltre, far presente che la citata ordinanza  cautelare
del Giudice per  le  indagini  preliminari  del  28  giugno  2018  ha
evidenziato come il predetto Omissis, amministratore  della  Omissis,
mirasse  a  proseguire  il  servizio  in  argomento   attraverso   la
partecipazione alla gara di appalto ad evidenza pubblica mettendo  in
atto  condotte  finalizzate  alla  accertata  turbativa  d'asta   per
l'aggiudicazione definitiva in suo favore del citato servizio. 
    Cio' nell'obiettivo di mantenimento delle  posizioni  di  impiego
degli appartenenti alla famiglia mafiosa di San  Cataldo,  in  quanto
gia' occupati nella cooperativa Omissis,  associata  alla  «Omissis».
Peraltro, dagli accertamenti  effettuati  e',  poi,  emerso  che  gli
operatori della Omissis sono stati tutti, successivamente,  assorbiti
nella   Omissis,   probabilmente   in    vista    dell'aggiudicazione
dell'espletanda gara per l'affidamento settennale del servizio,  gara
in  cui  venivano  riposte  forti  aspettative   in   ragione   della
complicita' dell'Ufficio tecnico comunale. 
    Ed invero, dal suddetto provvedimento giudiziario si  rileva  che
il richiamato Omissis risulta: 
      indagato per il reato di corruzione per aver dato al richiamato
Omissis, in qualita' di Omissis dell'Ufficio tecnico comunale di  San
Cataldo (CL), somme di denaro per il compimento di atti  del  proprio
ufficio nell'affidamento diretto e piu' volte prorogato  del  vigente
servizio di igiene urbana in favore dell'A.T.I., di cui e' componente
la (Omissis); 
      avere turbato, in  concorso  con  alcuni  funzionari  comunali,
attraverso condotte di induzione mediante inganni  e  collusioni,  la
gara ad evidenza pubblica per l'aggiudicazione del servizio di igiene
ambientale  per  ottenere  l'esclusione   delle   prime   due   ditte
classificate e, di riflesso, conseguire l'aggiudicazione ad un A.T.I.
composta anche dalla «Omissis», di cui e' amministratore. 
    Tale  strategia,  secondo  quanto  accertato  dalla   Commissione
d'accesso, si  sarebbe  concretata  nell'adozione  di  una  serie  di
manovre,  poste  in  essere  dal  richiamato  Omissis  unitamente  al
(Omissis): dalla richiesta di pareri all'ANAC, in merito  all'operato
della Commissione di gara, alle richieste del Omissis di  chiarimenti
alla citata Commissione  di  gara,  alle  istanze  di  riesame  della
documentazione  delle  ditte  partecipanti  alla  gara  (si  veda  al
riguardo da pag 114 e seguenti della Relazione d'accesso). 
    Inoltre, la  Commissione  d'accesso  ha  anche  rilevato  che  il
dipendente  dell'Ufficio  tecnico  comunale  Omissis,  rappresentante
della   stazione   appaltante   presso   l'Ufficio   regionale    per
l'espletamento di gare per l'appalto di lavori pubblici (U.R.E.G.A.),
che avrebbe dovuto partecipare a  una  riunione  per  la  valutazione
della documentazione prodotta  dalla  prima  classificata,  disertava
quella riunione rallentando il compimento degli adempimenti previsti;
tale condotta e' stata anche sindacata in sede giudiziaria stante  la
illegittimita' di quell'assenza per l'incerta giustificazione fornita
dal medesimo dipendente comunale. 
    La Commissione d'indagine, in oltre, ha avuto  modo  di  rilevare
come lo Omissis, anche dopo il suo  collocamento  a  riposo  in  data
Omissis, avesse la capacita' di  incidere  sulle  proroghe  a  favore
della  ATI  nonche'  sulla  gara  in  corso  essendo  stato  nominato
dall'attuale Omissis  consulente  dell'amministrazione  comunale,  al
fianco del nuovo responsabile unico  del  procedimento,  Omissis,  il
quale, privo di esperienze nel settore,  faceva  affidamento  proprio
nell'«Omissis». 
    Cio' emerge anche  dalle  intercettazioni  telefoniche  riportate
nella sopra indicata ordinanza del GIP: 
      in una  conversazione  con  alcune  persone  tra  le  quali  il
Omissis, lo Omissis spiegava di aver dato indicazioni al  Omissis  di
preparare una nota  da  sottoporre  al  Omissis,  nella  qualita'  di
Omissis pro tempore dell'Ufficio tecnico comunale, in  vista  di  uno
strumentale inoltro di richiesta di parere all'A.N.A.C., con  cui  si
formulavano alcune riserve e perplessita', in ordine alle valutazioni
della commissione di gara sulla posizione  delle  prime  due  imprese
classificate, in modo  da  provocare  un  contradditorio  con  quella
commissione  e  attuare  una  politica  dilatoria  che  favoriva   la
«Omissis» per effetto del  rinnovo  delle  proroghe  dell'affidamento
diretto del servizio in parola; 
      nell'ambito di  altre  conversazioni  captate  all'interno  del
nucleo familiare dell'Omissis si rileva che  tra  i  familiari  dello
stesso  si  continuasse  a  discettare   circa   la   necessita'   di
puntualizzare i termini dell'accordo con il  Omissis,  dal  quale  si
pretendevano  precise  rassicurazioni  circa  l'impiego  del   figlio
Omissis (indagato nell'ambito dell'operazione di  p.g.  «Omissis»)  e
della moglie in attivita' lavorative ben remunerate. 
    Dalla relazione d'accesso si  evince,  conclusivamente,  che  gli
atti amministrativi relativi all'affidamento del servizio  di  igiene
urbana  del  Comune  e  la  tortuosita'  delle  vicende  inerenti  le
procedure di gara dell'assegnando servizio  di  igiene  urbana  fanno
ritenere che l'attuale amministrazione comunale di San  Cataldo  (CL)
non si sia  adoperata,  nel  corso  del  tempo,  per  una,  decisione
risolutiva sulla vicenda, perseverando invece per ben cinque anni con
una  scelta  amministrativa   fondata   su   ordinanze   asseritamene
contingibili ed urgenti  con  cui  e'  stato  prorogato  l'originario
affidamento  diretto  all'associazione  temporanea  costituita  dalle
anzidette imprese, risultate condizionate ed influenzate dalla locale
criminalita' organizzata. 
    Secondo quanto accertato dalla detta Commissione, il  quadro  che
ne deriva sul  piano  della  gravita'  indiziaria  e'  quello  di  un
intenzionale boicottaggio della procedura  di  incanto  pubblico  nei
confronti delle imprese classificatesi ai  primi  due  posti  con  un
sotterraneo pilotaggio  della  stessa  a  vantaggio  della  terza  in
graduatoria,  ossia   l'A.T.I.   a   cui   faceva   parte   l'impresa
riconducibile a Omissis, con l'appoggio, anche  illecito,  fornitogli
dal predetto Omissis. 
    Inoltre, da acquisizioni informative delle Forze di  polizia,  la
Commissione d'accesso ha avuto modo di rilevare che lo stesso Omissis
ebbe a manifestare la propria preoccupazione per un'eventuale mancata
aggiudicazione  della  gara  ad  una  delle  imprese  gia'   titolare
dell'affidamento diretto del servizio  di  igiene  urbana,  ossia  la
«Omissis», in relazione ad  una  paventata  diminuzione  dei  livelli
occupazionali,  quantunque   il   medesimo   Omissis   li   ritenesse
sovradimensionati rispetto alle effettive esigenze, pur non ignorando
che tra  i  lavoratori  interessati  vi  fossero  soggetti,  quali  i
fratelli Omissis, Omissis, Omissis, Omissis,  che  erano  stati  gia'
detenuti o sottoposti a misure alternative al carcere e  legati  alla
locale cosca mafiosa. 
    Gli stessi rapporti di polizia e gli accertamenti ispettivi della
Commissione di indagine  evidenziano  che,  nel  corso  degli  ultimi
cinque anni, gli amministratori comunali non hanno sottoposto con  un
atto di valenza pubblica alcuna perplessita' per il ripetuto  ricorso
ad uno strumento  amministrativo  urgente  e  contingibile,  qual  e'
l'ordinanza  sindacale  ex  art.  191  del  decreto  legislativo   n.
152/2006, che ha  avvantaggiato  un  gruppo  malavitoso  composto  da
soggetti conosciuti come tali  alla  comunita'  locale  nonche'  allo
stesso Omissis. 
    A tal riguardo vanno ricordate le dichiarazioni del  Omissis,  il
quale, dopo ben cinque anni di  proroghe,  lo  scorso  26  maggio  ha
rilasciato alla stampa locale la seguente dichiarazione: «Proroga del
servizio? Ne stiamo parlando probabilmente sara' cosi'». 
    Si soggiunge che in relazione  a  quanto  emerso  nell'operazione
giudiziaria «Omissis» questa  Prefettura  il  25  settembre  2018  ha
emesso due informazioni antimafia interdittive  nei  confronti  delle
anzidette  societa'  «Omissis»  ed  «Omissis»,  con  la   conseguente
adozione della misura prevista  dall'art.  32  del  decreto-legge  n.
90/2014, convertito dalla legge n. 114/2014, concernente la nomina di
un amministratore straordinario per il completamento del contratto di
servizio dell'igiene ambientale, del Comune di San Cataldo (CL),  con
scadenza al 31 ottobre 2018. 
    La  vicenda   dell'affidamento   diretto   e   previa   procedura
concorsuale del servizio  di  smaltimento  rifiuti,  unitamente  alle
anomalie rilevate con riguardo a quella relativa  alla  procedura  di
affidamento settennale dello stesso servizio pubblico,  non  sono  le
uniche  che  vedono  coinvolti  funzionari  comunale  con   l'inerzia
dell'attuale  amministrazione  comunale,  in  quanto  la  distorsione
dell'esercizio della funzione pubblicistica viene rilevata in termini
simili dalla Commissione di accesso con riferimento ad altri  settori
del Comune di San Cataldo. 
    Invero   gli   accertamenti   ispettivi   svolti   dall'anzidetta
Commissione di accesso e le attivita' investigative compendiate negli
anzidetti  provvedimenti  giudiziari  hanno  delineato  un  ulteriore
quadro  criminoso,  altrettanto  significativo,  nella  gara  per  la
progettazione,  l'esecuzione   e   la   direzione   dei   lavori   di
riqualificazione urbana, che vede anch'essa coinvolto  il  menzionato
Omissis, unitamente ad altri tre funzionari  in  servizio  presso  il
suddetto Ufficio tecnico comunale, Omissis, Omissis  e  Omissis,  nei
cui confronti l'Autorita' giudiziaria ha ipotizzato  diverse  ipotesi
di reato per i delitti puniti dagli artt. 81, 48, 110, 319, 319-bis e
321 del codice penale. (Relazione pagg. 228 - 256). 
    Nel dettaglio l'anzidetta ordinanza giudiziaria fa rilevare che: 
      i lavori pubblici sopra indicati rientravano nel cd. «Contratto
di Quartiere» che contemplava la realizzazione di interventi  edilizi
finalizzati alla riqualificazione  di  alcuni  quartieri  del  centro
storico del Comune di San Cataldo, finanziati con  fondi  dell'Unione
europea per un ammontare di 5 milioni di euro; 
      la procedura comparativa per l'affidamento della  progettazione
degli anzidetti  interventi  e'  stata  vinta  da  una  societa',  la
«Omissis», con sede a Omissis, il cui  amministratore  e'  l'Omissis,
giusto verdetto di una commissione giudicatrice nominata dal predetto
Omissis e di cui quest'ultimo era tra l'altro componente; 
      dopo l'elaborazione del progetto esecutivo, approvato  in  data
Omissis dalla Giunta comunale di San Cataldo presieduta  dall'attuale
Omissis, occorreva da parte  dell'Ente  in  parola  indire  una  gara
pubblica per l'affidamento dell'esecuzione dei lavori ed istituire un
ufficio per la direzione dei lavori  che  sovraintendesse  alla  loro
corretta esecuzione; 
      le operazioni della gara in questione  venivano  affidate  alla
sezione di Caltanissetta dell'U.R.E.G.A.(Stazione  unica  appaltante)
con l'inserimento nella commissione aggiudicatrice, con provvedimento
assunto dal predetto Omissis, del  dipendente  comunale  Omissis,  in
modo analogo a quanto accaduto  per  la  anzidetta  gara  di  appalto
relativa al servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani; 
      in  relazione  all'istituendo  ufficio  per  la  direzione  dei
lavori,  detto  servizio  veniva  assegnato  a  figure  professionali
interne all'Ufficio tecnico  del  Comune  di  San  Cataldo  (CL)  che
avrebbe determinato un risparmio di spesa per il  bilancio  comunale,
con un costo di 50 mila euro a fronte degli oltre 250 mila  euro  poi
impegnati in favore della «Omissis», risultata in seguito affidataria
del servizio in parola; 
      infatti,  sebbene  il  comune  avesse  inizialmente  deciso  di
procedere ad una gestione domestica della  direzione  dei  lavori  in
argomento,   su   reiterata   richiesta   dell'amministratore   della
«Omissis»,  Omissis,  nonostante  una  precedente  risposta  negativa
basata sull'analisi comparativa dei costi,  il  Omissis  dell'Ufficio
tecnico Omissis pianificava una strategia per mettere in cattiva luce
l'ufficio comunale preposto alla direzione dei  lavori  e  dichiarava
l'urgenza  del  suddetto  servizio  sulla  scorta   di   sopravvenute
dimissioni dei dipendenti comunali incaricati della direzione di quei
lavori, con l'affidamento diretto alla  anzidetta  «Omissis»  ed  una
lievitazione dei costi  pari  ad  oltre  250  mila  euro  e  relativo
aggravio di spesa per l'ente locale di cui trattasi; 
      la gara di appalto per l'esecuzione  dei  lavori  sopraindicati
veniva  conclusa  con   l'aggiudicazione   in   favore   dell'impresa
«Omissis», con sede nel comune  di  «Omissis»,  con  un  ribasso  del
Omissis % sull'importo dei lavori a base d'asta, con il  criterio  di
aggiudicazione dell'offerta economica piu' vantaggiosa. 
    La  conclusione  cui  e'  giunta  l'Autorita'  giudiziaria  sulla
vicenda in parola e' quella di una scia di fatti corrottivi presso il
Comune di San Cataldo (CL) ed, in particolare,  presso  quell'Ufficio
tecnico comunale riconducibili ad un sistema reticolare che ha potuto
contare su connivenze istituzionali  e  su  un  retroterra  culturale
estremamente  fecondo  alla  corruzione,   imperniato   sull'assoluta
indifferenza verso la res pubblica, e su una costante distorsione dei
meccanismi  amministrativi,  nella  prospettiva  di   soddisfare   la
bramosia di ricchezza di un gruppo ristretto  di  persone  che  hanno
dimostrato abilita' e  canali  di  collegamento  con  le  istituzioni
locali, che avrebbero invece potuto e dovuto impedire quelle condotte
illecite che sono state accertate. 
    Le verifiche poste in essere dalla Commissione di indagine  hanno
evidenziato   effettivamente   le   seguenti   anomalie   nell'ambito
dell'anzidetta gara: 
      a) la aggiudicazione avveniva in spregio del carattere  anomalo
dell'offerta per il valore eccessivo del ribasso; 
      b)  un  componente  della  commissione  aggiudicatrice  era  il
predetto  Omissis,  uomo  di  fiducia  dell'Omissis,  il  quale   era
perfettamente   consapevole   dell'anomalia   dell'offerta   avanzata
dall'impresa aggiudicataria; 
      c)  l'offerta  della  ditta  aggiudicataria  era  riconducibile
all'Omissis,  amministratore  della  «Omissis»,   affidataria   della
progettazione dei lavori, che avrebbe poi dato luogo  alle  polemiche
di alcuni imprenditori che  avevano  partecipato  alla  procedura  in
quanto il vincitore  della  gara  era  colui  che  aveva  firmato  il
progetto  definitivo,  ossia  colui  che  si   era   aggiudicato   la
progettazione dei lavori nonche' colui che si era aggiudicato tutti i
contratti di  quartiere,  con  la  pratica  sistematica  del  ribasso
anomalo. 
    Dalle verifiche svolte dalla Commissione  di  accesso  emerge  un
quadro  indiziario  largamente   esaustivo   in   quanto   l'Omissis,
rappresentante della «Omissis», aveva un  rapporto  privilegiato  con
l'Omissis, tanto da ottenere l'assegnazione di tutti i servizi  della
filiera dei lavori pubblici, ossia progettazione, esecuzione sia pure
tramite altra  impresa  a  lui  riconducibile,  e  direzione  lavori.
Peraltro il medesimo Omissis, pur essendo a conoscenza delle anomalie
dell'affidamento  dell'esecuzione  dei  lavori  e  note  agli   altri
partecipanti alla gara, non solo omette di segnalarle, ma addirittura
si attivava per incrementare la posizione  di  potere  raggiunta  dal
predetto   Omissis,   provocando   strategicamente   le    dimissioni
dell'ufficio comunale preposto  alla  direzione  dei  lavori  di  cui
trattasi, dimissione non pienamente giustificate. 
    Dall'esame degli atti verificati, la Commissione  di  accesso  ha
rilevato che le circostanze sopra riferite,  confermate  dall'analisi
degli  atti  giudiziari  e  dagli  atti  amministrativi   verificati,
evidenziano che  l'operato  politico-amministrativo  del  comune  sia
stato condizionato sia da influenze  della  criminalita'  organizzata
operante in  quel  territorio,  sia  da  un  clima  di  connivenze  e
corruttele volto a perseguire fini diversi da  quelli  istituzionali,
determinando  nel  complesso  uno  svilimento  ed  una   perdita   di
credibilita' dell'istituzione locale, nonche'  il  pregiudizio  degli
interessi della collettivita'. 
    Non di minor interesse e'  la  convenzione  per  il  servizio  di
trasporto salme e cadaveri in casi di indigenza  del  defunto  e  del
trasporto all'obitorio dei deceduti sulla pubblica  via  o  in  luogo
pubblico, corrente con atto stipulato tra il Comune di San Cataldo  e
l'«Omissis», con sede legale a  Omissis,  previo  avviso  esplorativo
dell'amministrazione comunale che avrebbe  suscitato  l'interesse  di
una unica impresa partecipante  divenuta  aggiudicataria.  (Relazione
pagg. 188 - 198). 
    Al  riguardo  occorre  far  presente  delineare  la  figura   del
rappresentante legale dell'impresa in parola e sui suoi  rapporti  di
parentela con soggetti pregiudicati. 
    Il Omissis e' figlio di Omissis, detto «Omissis»,  condannato  in
data Omissis dalla Corte di Assise di Appello di Catania a 20 anni di
reclusione in quanto ritenuto il mandante  dell'omicidio  del  cugino
Omissis «Omissis», ritenuto un  esponente  di  spicco  del  sodalizio
mafioso di San Cataldo.  Dalle  risultane  processuali,  il  predetto
Omissis fu sottoposto alla misura cautelare  perche',  facendo  parte
dell'associazione a delinquere di tipo mafioso in concorso con  altri
ed in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, cagionava la morte
di Omissis, contro il quale Omissis esplodeva cinque colpi di pistola
cal. 38 che attingendolo in diverse parti del corpo ne  cagionava  la
morte.  Il  concorso  del  Omissis  consisteva  nell'aver  deliberato
l'azione criminosa  nel  tentativo  di  acquisire  il  controllo  del
mercato dei servizi di pompe funebri a San  Cataldo  e  per  vendetta
dopo ripetuti scontri con la vittima. 
    Si soggiunge che il citato  Omissis  risulta  responsabile  anche
dell'omicidio di tal Omissis, imprenditore nel settore delle onoranze
funebri, intendendo  con  quel  delitto  acquisire  e  rafforzare  la
supremazie ed il monopolio delle onoranze funebri sul  territorio  di
San Cataldo, nonche' la responsabilita' per  atti  di  danneggiamento
all'esercizio  commerciale  di  onoranze  funebri  del  boss  mafioso
Omissis, sito a San Cataldo, nonche'  dell'autovettura  in  uso  alla
moglie di quest'ultimo. 
    Da quanto precede emerge un profilo criminale di  Omissis,  padre
di Omissis, teso ad imporre nel settore delle onoranze funebri locali
con la violenza facendo leva sul potere  derivante  dall'associazione
mafiosa di cui apparteneva. 
    Cio' che appare significativo rappresentare e' che  l'impresa  di
Omissis risulta sottoposta a confisca  nell'ambito  del  procedimento
penale n. Omissis  del  Tribunale  di  Caltanissetta,  confermata  il
Omissis dalla Corte di appello di Caltanissetta  con  gestione  della
stessa ad un amministratore giudiziario. 
    Cio' nondimeno il  Comune  di  San  Cataldo  ha  stipulato  detta
convenzione  con  un  soggetto  giuridico  sottoposto  a  misura   di
prevenzione per motivi inerenti a fatti  di  mafia,  senza  l'assenso
dell'amministratore giudiziario. 
    Sarebbe stato sufficiente una visura alla banca dati della Camera
di commercio per riscontrare che l'azienda  di  cui  trattasi  e'  in
amministrazione giudiziaria dal Omissis,  per  cui  l'amministrazione
comunale non avrebbe dovuto interloquire con il prefato  Omissis  per
la negoziazione della convenzione  in  questione,  il  quale  avrebbe
documentalmente posto in essere alcuni artifizi  presentandosi  quale
soggetto  titolato  ad   effettuare   atti   gestionali   per   conto
dell'amministrazione giudiziaria. 
    Le evidenze raccolte dalla  Commissione  d'accesso  in  merito  a
siffatta convenzione non possono  che  essere  censurabili  sotto  il
profilo   dell'eventuale   possibilita'   di   infiltrazioni    della
criminalita' organizzata al Comune di San Cataldo,  dal  momento  che
non  appare   possibile   una   mancanza di   conoscenza   da   parte
dell'amministrazione comunale, intendendosi con essa  il  Omissis  ed
i componenti della Omissis, della stipula del rapporto  convenzionale
in  parola  con  il  predetto  Omissis,  soggetto  appartenente  alla
famiglia Omissis controindicata per fatti di criminalita'  comune  ed
organizzata nel contesto ambientale quale e' quello del Comune di San
Cataldo e nota da tempo per le ripetute cronache giudiziarie. 
     Proseguendo  nelle  attivita'  di  accertamento,   la   predetta
Commissione, con riguardo al settore comunale dei servizi cimiteriali
ed affini, ha rilevato che la piu' volte citata societa' Omissis, dal
settembre Omissis fino al dicembre Omissis, ha svolto il servizio  di
tumulazione salme  e  custodia,  tramite  proroghe  annuali  mediante
cottimi fiduciari  gestiti  sempre  dal  sopra  richiamato  personale
dell'Ufficio   tecnico   comunale   (Omissis,    Omissis),    sebbene
l'amministrazione comunale avrebbe potuto  svolgere  in  tempo  utile
l'ordinario iter procedurale per l'affidamento del servizio in parola
con partecipazione anche di altri operatori  aventi  analogo  oggetto
sociale, in particolare in quell'ambito comunale. 
    Il dato significativo ed emblematico e' offerto dalla circostanza
che, pur se il  servizio  in  questione  veniva  curato  dall'Omissis
esclusivamente dal Comune con l'impiego di personale  dipendente,  di
fatto risulta  che  sia  stato  costantemente  presente  presso  quel
cimitero il Omissis, in atto detenuto, segnalato per  associazione  a
delinquere finalizzata al traffico  di  sostanze  stupefacenti  e  di
stampo mafioso, reati contro la persona, sorvegliato speciale di p.s.
con obbligo di soggiorno, il quale gia'  esercitava  le  mansioni  di
custode di  quel  cimitero  in  quanto  dipendente  della  suindicata
Omissis. (Relazione pagg.168 - 176). 
    Detta circostanza trova riscontro in alcuni punti  dell'ordinanza
«Omissis» che attestano in modo incontrovertibile il ruolo  ricoperto
dal Omissis all'interno di  quel  cimitero  anche  dopo  la  scadenza
dell'affidamento  del  servizio  di  tumulazione  salme  e   custodia
(Omissis), con il benestare dell'amministrazione politica del  Comune
di San Cataldo. 
    In particolare,  nel  suddetto  provvedimento  giudiziario  viene
riportata la trascrizione di  colloqui  tra  il  predetto  Omissis  e
Omissis, amministratore della Omissis,  con  cui  il  primo  dapprima
incita il suo datore di lavoro affinche' si rechi al Comune  al  fine
di verificare se l'Ente volesse riaffidare  nuovamente  l'incarico  a
quella societa' proponendosi per andare a parlare con il Omissis, per
poi assicurarlo sul fatto  che  il  Omissis  e  l'Omissis  competente
fossero propensi al rinnovo dell'incarico. 
    Secondo quanto rileva la Commissione di  indagine,  questo  breve
accenno alla situazione sopra menzionata conferma lo stato di inerzia
e la consapevolezza, oltre che alle relazioni, esistenti  all'interno
del Comune di San Cataldo, che favoriscono in modo significativo  gli
appartenenti alle locali organizzazioni criminali. 
    Appare  superfluo  segnalare  che  il  regolamento   di   polizia
mortuaria impone, in modo inequivocabile, l'obbligo per i custodi  di
impedire a chiunque di operare senza titolo all'interno del cimitero. 
    Tra l'altro la figura del predetto  Omissis,  necroforo  e  senza
riconoscimento lavorativo all'interno del cimitero comunale, non puo'
che indurre il comune  cittadino  a  percepire  uno  stato  di  fatto
immodificabile, per le quali l'assenza di controlli e  di  interventi
da parte  dell'amministrazione  potrebbe  costituire  perseveranza  e
conferma. 
    Un altro profilo decisamente attenzionato  dalla  Commissione  di
accesso sulle attivita' comunale, in ragione del rilevante  andamento
demografico  del  Comune  di  San  Cataldo,  e'  stato  il   fenomeno
dell'occupazione irregolare nelle unita' residenziali  di  proprieta'
pubblica e l'azione amministrativa al riguardo. (Relazione pagg.  199
- 220). 
    Dall'esame della documentazione visionata risulta che  il  comune
e' proprietario di ottanta  alloggi  di  edilizia  popolare,  di  cui
ventuno occupati abusivamente con relative segnalazioni all'Autorita'
giudiziaria di altrettanti soggetti per i reati di cui agli arti. 633
e 639-bis codice penale da parte del Comando della Polizia municipale
a seguito di accertamenti svolti  nei  mesi  di  ottobre  e  novembre
Omissis. 
    Al termine di quelle attivita' accertative, il  Servizio  alloggi
popolari - Ufficio patrimonio del Comune di San Cataldo, con nota  n.
XXXX del  Omissis,  ha  trasmesso  al  Omissis  ben  21  proposte  di
ordinanze di  sgombero  di  quegli  alloggi  di  proprieta'  comunale
occupati abusivamente. 
    Da una verifica agli atti del Comune non risulta  che  sia  stato
adottato dal citato Omissis alcun  provvedimento  come  proposto  dal
competente Servizio comunale. 
    Quanto alle morosita' degli assegnatari  degli  alloggi  comunali
per  canoni  di  locazione  risultano  43  posizioni   di   inquilini
insolventi, diffidati al pagamento con avvisi  mediante  il  servizio
postale, i quali hanno sottoscritto con l'amministrazione  locale  un
accordo di recupero  crediti  che  prevedeva  una  rateizzazione  del
pagamento del debito, a pena di decadenza in caso mancato  versamento
di ratei consecutivi ed il recupero coattivo. 
    Dall'esame della documentazione verificata si e' riscontrato che,
a fronte del pagamento di  pochi  inquilini  morosi,  l'Ente  non  ha
adottato nessun provvedimento nei confronti della  maggioranza  degli
inquilini morosi per il recupero  degli  importi  dovuti.  (Relazione
pagg. 151 - 161) 
    Relativamente alle 114 unita'  abitative  dell'Istituto  autonomo
case  popolari  di  Caltanissetta  insistenti  in  quel  comune,   48
risultano  occupati  abusivamente,  quantunque  l'anzidetto  Istituto
abbia chiesto nel XXXX al Omissis l'adozione di relative ordinanze di
rilascio degli immobili al fine di consentirne la  loro  assegnazione
agli  aventi  diritto:  detta  richiesta  nel  concreto  e'   rimasta
totalmente  inesitata   da   parte   dell'amministrazione   comunale,
quantunque l'amministrazione comunale solo a far  data  dall'Omissis,
peraltro in seguito ad una conferenza di servizi del Omissis promossa
dall'anzidetto Istituto, ha avviato una ricognizione  socio-economica
sulle   condizioni   dei   nuclei   familiari   interessati   nonche'
l'approvazione  nel  Omissis  di  un  bando  di  aggiornamento  della
graduatoria per l'assegnazione di alloggi popolari. 
    Quanto  sopra  rileva,  secondo  la  Commissione  d'accesso,   un
fenomeno in quella comunita' ove famiglie con disagio economico,  pur
avendo  i  requisiti  della  vigente   normativa,   come   verificato
dall'Ente, tanto da essere in graduatoria per  l'assegnazione  di  un
alloggio,  si   trovano   ad   essere   inermi   spettatori   di   un
disinteressamento da parte dell'attuale amministrazione comunale. 
    Peraltro  dall'esame  della  documentazione  acquisita  dall'Ente
emerge  una  gestione  piuttosto  autonoma  da  parte   di   soggetti
appartenenti alla criminalita', grazie alla  quale  si  occupa  o  si
subentra in un immobile da abusivo in abusivo, laddove il sistema dei
controlli e' apparso inerme limitandosi  a  mere  segnalazioni  senza
mettere in atto concreti azioni amministrative dirette  ad  affermare
la legalita', anche in considerazione  che  e'  stato  accertato  che
sussistono soggetti occupanti tali alloggi  privi  di  titolo  ed  in
alcuni casi detenendo la disponibilita' di alloggi senza  abitarvi  o
che risultano emigrati all'estero, come il caso di Omissis,  iscritta
all'A.I.R.E. 
    Si soggiunge che tra gli occupanti abusivi in discorso  risultano
pregiudicati e soggetti appartenenti alla locale  cosca  criminale  o
loro familiari, quali Omissis,  Omissis,  Omissis,  Omissis,  Omissis
(fratello  del  piu'  volte  richiamato  Omissis),  Omissis,  Omissis
(coinvolto  nella  operazione  «Omissis»)  Omissis  (condannato   per
associazione a  delinquere  di  stampo  mafioso,  il  cui  nominativo
risulta tra le 21 proposte di  ordinanze  di  sgombero  trasmesse  al
Omissis ma rimaste non adottate dallo stesso). 
    La  situazione  rappresentata   evidenzia   la   gravita'   della
problematica per la quale non vi e' traccia di iniziative finalizzate
a ricondurre nell'alveo della legalita', anzi  non  risulta  che  gli
organi elettivi del comune abbiano posto  la  questione  in  sede  di
consiglio comunale. 
    Un'altra procedura sulla quale si e' destata  l'attenzione  della
Commissione di accesso e' quella  relativa  all'appalto  inerente  un
Accordo quadro per la realizzazione  di  interventi  di  manutenzione
sulle strade urbane ed extraurbane di competenza comunale,  approvato
con delibera n. XX del Omissis dell'allora Commissario  straordinario
del Comune di San Cataldo  per  l'importo  complessivo  di  70.000,00
euro. (Relazione pagg. 260 - 273). 
    I lavori in parola sono stati aggiudicati con procedura negoziata
alla  societa'  cooperativa  «Omissis»,  la  quale  in   ragione   di
cointeressenze con altra impresa «Omissis», risulta «vicina»  sia  al
piu' volte ricordato Omissis che ad altro funzionario dell'U.T.C.  di
San Cataldo, Omissis, peraltro coinvolto in altre vicende giudiziarie
connesse   all'esercizio   delle   sue   funzioni   all'interno    di
quell'Ufficio tecnico comunale. 
    Nel  fascicolo  afferente  detti  interventi  la  Commissione  di
indagine ha rilevato,  oltre  a  missive  del  Servizio  ispettivo  e
vigilanza sugli appalti dell'Assessorato regionale  infrastrutture  e
mobilita' che stigmatizzava l'operato dell'Ente locale sancataldese e
del Omissis in ordine ad alcuni  profili  di  natura  procedurale  ed
inadempimenti  vari,  anche  documentazione  attestante  liquidazioni
effettuate in favore di un'altra impresa, la «Omissis», rappresentata
da  tal  Omissis,  di  cui  sarebbe  socio  occulto  il  gia'  citato
dipendente comunale Omissis, gia' collaboratore del predetto Omissis. 
    Tale evidenza e' stata oggetto del procedimento penale n.  XXX/XX
della Procura distrettuale antimafia di Caltanissetta  e  compendiata
nell'Ordinanza di custodia cautelare  emessa  dal  G.I.P.  presso  il
Tribunale di Caltanissetta in data Omissis nei confronti dei predetti
Omissis e Omissis,  in  quanto  dalle  indagini  era  emerso  che  il
richiamato Omissis, pur essendo dipendente del Comune di San Cataldo,
in realta' era socio di fatto della «Omissis» nella quale operava per
conto della Omissis Omissis, titolare del 50 % delle quote sociali. 
    In particolare dal carteggio e' emerso un atto di liquidazione n.
XXXX del Omissis in favore di quest'ultima societa',  privo  di  atto
giustificativo  di  tale  liquidazione,  atteso   che   la   societa'
«Omissis», aggiudicataria dei lavori, aveva  dichiarato  in  sede  di
gara di non volersi avvalere di alcun impresa in subappalto e che  la
stessa «Omissis» ha consegnato un elenco  delle  aziende  di  cui  si
sarebbe servita per le forniture, dal quale comunque  non  appare  il
nome della predetta «Omissis». 
    A  quanto  innanzi  si  soggiunge  che  nell'appalto  in   parola
risultano  liquidate  somme  al  Omissis  per  competenze   tecniche,
significando che quest'ultimo  ha  avuto  un  ruolo  nell'ambito  del
procedimento, identificabile in quello di  progettista,  come  appare
dal  verbale  di   validazione   del   progetto   esecutivo   firmato
dall'Omissis e dal Omissis. 
    In questa continua commistione tra «controllori» e  «controllati»
risulta poco trasparente la procedura in argomento ed  ingiustificata
la liquidazione di somme per lavori di' cui non emerge l'entita' e la
necessita', a fronte di un appalto che non  prevedeva  affidamenti  a
soggetti diversi dall'impresa aggiudicataria. 
    L'appalto  in  questione  presenta  una  serie  di  irregolarita'
gravissime, confusione documentale ed un  uso  di  risorse  pubbliche
improprio atteso che nessun  rapporto  contrattuale  appare  che  sia
stato stipulato tra il Comune di San Cataldo e l'impresa «Omissis». 
    Le anzidette considerazioni confermano, secondo  quanto  rilevato
dalla Commissione di indagine, la malsana gestione degli  affidamenti
diretti di lavori e di  incarichi  professionali  operati  da  alcuni
settori comunali ed, in particolare, dall'Ufficio  tecnico  comunale,
spesso finalizzati a favorire interessi  personali  e  privati,  come
quello  appena  trattato,  il   cui   conferimento   appare   diretto
all'interesse del  funzionario  Omissis  e  della  societa'  ad  egli
riconducibile, in  assenza  di  procedure  di  gara  e  di  documenti
giustificativi, con la complice omissione  dei  vertici  dell'ufficio
assegnatario dell'incarico, ivi  compreso  il  Omissis  Omissis,  che
aveva piena consapevolezza della natura occulta della  partecipazione
alla societa' «Omissis» del  suo  dipendente  Omissis  per  le  ovvie
incompatibilita' con la pubblica funzione svolta. 
    Appare  inverosimile  che  una  simile   situazione   non   fosse
monitorata  dall'Amministrazione  comunale  nell'ambito   delle   sue
funzioni  di  indirizzo  e   controllo   dell'azione   amministrativa
comunale, tenuto conto delle dimensioni del contesto comunale di  cui
si sta discorrendo. 
    Un altro significativo lavoro comunale su cui la  Commissione  di
accesso si e' soffermata e' quello dell'appalto per  la  manutenzione
straordinaria delle strade del centro  urbano,  la  cui  gara  si  e'
svolta l'Omissis  presso  i  locali  comunali,  con  l'aggiudicazione
all'impresa «Omissis» sedente a San Cataldo. (relazione pagg.  273  -
279). 
    Al riguardo si premette che l'attenzione della Commissione si  e'
rivolta alla compagine societaria della «Omissis,» ove rappresentante
legale nonche' socia di minoranza e' Omissis, cognata del  richiamato
dipendente comunale Omissis in quanto sorella della  di  lui  Omissis
Omissis. 
    Socio di maggioranza con il 66% del capitale sociale e'  Omissis,
Omissis  dell'anzidetto  dipendente  comunale  Omissis,  e  direttore
tecnico  della  stessa  impresa  risulta  il  Omissis,  Omissis   del
richiamato Omissis. 
    Altrettanta attenzione e' stata rivolta al procedimento di  somma
urgenza  relativo  all'avviamento  degli  impianti  centralizzati  di
riscaldamento delle  scuole  negli  immobili  di  interesse  comunale
deliberato dalla Giunta comunale con D.G.C. n. XXX del  Omissis,  con
cui si approvava, alla presenza del Omissis, una perizia proposta dal
Omissis relativa ad  un  verbale  di  somma  urgenza  redatto  il  16
novembre 2016, con l'affidamento dell'incarico alla ditta  «Omissis»,
con sede a San Cataldo, il cui legale rappresentane e'  tal  Omissis,
gia' titolare e direttore tecnico della Omissis. (Relazione pagg. 284
- 290). 
    Nella circostanza la Commissione di indagine ha rilevato  che  e'
mancato il  profilo  dell'effettiva  riconducibilita'  dei  lavori  a
circostanze di somma urgenza in quanto detti interventi da parte  del
comune erano  noti  ed  erano  da  doversi  esperire  da  tempo,  che
l'urgenza   era   verosimilmente    riconducibile    ad    un'inerzia
dell'amministrazione comunale in  mancanza  di  programmazione  della
stessa, che l'asserita continuita' del servizio alla  stessa  persona
che lo svolgeva  in  precedenza  non  era  compatibile  quale  motivo
giustificativo  atteso  che  il   pregresso   rapporto   contrattuale
intercorreva con un altro soggetto giuridico, segnatamente la Omissis
e non con la persona fisica di Omissis. 
    Un'altra criticita' e' stata  individuata  nella  convenzione  n.
XXXX del Omissis del Comune di San Cataldo relativa alla  costruzione
e gestione del cimitero comunale, sussistente dal dicembre  XXXX  con
l'impresa «Omissis», con  sede  legale  a  San  Cataldo,  di  cui  e'
amministratore tal Omissis, per la quale e' stata chiesta nel Omissis
la relativa proroga ed il rinnovo della stessa in scadenza alla  data
Omissis, alla luce di dichiarazioni rese dai  funzionari  dell'U.T.C.
comunale. (Relazione pagg. 177 - 188). 
    Dall'esame degli atti emerge che l'anzidetta convenzione  sarebbe
invece scaduta un anno  prima  e  cioe'  il  Omissis,  come  previsto
nell'atto registrato e  sottoscritto  dalle  parti,  che  prevede  un
durata di XX anni dalla data di stipula della convenzione avvenuta il
(Omissis).(Relazione pagg.180-188). 
    Pertanto quell'impresa, a tutt'oggi, sta continuando  ad  operare
in assenza di autorizzazione. 
    In merito alla figura dell'amministratore dell'anzidetta  impresa
concessionaria, dalle risultanze  emerse  dalle  interrogazioni  alle
banche dati delle Forze di polizia, si osserva che Omissis  e'  stato
coinvolto nell'operazione di polizia giudiziaria denominata «Omissis»
che condotto nel  novembre  XXXX  all'emissione  di  numerose  misure
cautelari in carcere per reati di mafia e che ha decisamente  colpito
le famiglie mafiose nissene. 
    A tal riguardo la vicenda giudiziaria si e'  definita  con  gravi
condanne per  fatti  di  criminalita'  organizzata  disposte  con  la
sentenza n. XXX/XX RG della Corte di appello di Caltanissetta  emessa
il Omissis. 
    Appare  opportuno  far  presente   che   il   predetto   Omissis,
interessato  nell'anzidetta  operazione  di  p.g.  «Omissis»  con  il
Omissis Omissis per concorso  esterno  in  associazione  mafiosa,  e'
stato assolto in quella vicenda processuale con un pronunciamento  di
cui si ritiene doveroso riportare appresso un breve  stralcio  ma  di
specifico interesse: «In questo processo e' emerso che gli Omissis si
sono avvalsi della mediazione di cosa nostra per  l'appalto  relativo
all'istituto  tecnico  per  geometri   di   Caltanissetta.   A   tale
conclusione  non  si   giunge   attraverso   la   confessione   degli
interessati, ma dopo numerosi e complessi riscontri alla chiamata  in
correita' proveniente dal collaboratore  di  giustizia  Omissis  (che
nella vicenda assunse il ruolo di faccendiere facendo da tramite  tra
personaggi di cosa nostra e  politici)  che  ha  specificato  che  in
occasione di detto appalto gli Omissis finalmente si convinsero a non
fare di testa loro come fino a poco prima era accaduto (per l'appalto
del nuovo Provveditorato agli studi di Caltanissetta)». 
    Tra l'altro, la stessa sentenza ha stabilito che:  «(Omissis)  ha
elencato una serie di circostanze  in  cui  si  ritenne  costretto  a
pagare varie somme di  danaro,  ovvero  a  subire  imposizioni  circa
forniture di materiali, sempre attraverso la  mediazione  di  Omissis
che, molto spesso era il portavoce di siffatte richieste. E lo stesso
Omissis, al pari  del  Omissis,  ha  manifestato  notevoli  remore  a
pronunciare nel pubblico dibattimento cosa sapesse dei  complici  del
(Omissis).» 
    Da quanto descritto  emerge  Omissis  come  figura  ambigua  che,
seppur abbia subito l'imposizione mafiosa e si sia  piegata  ad  essa
senza  fornire  collaborazione  all'Autorita'  giudiziaria,  non  si'
sarebbe sottratto  ad  avvalersi  della  mediazione  di  cosa  nostra
locale; tale circostanze sono state riportate all'epoca dagli  organi
di informazione a diffusione locale. 
    Sul versante della riscossione dei tributi locali e delle tariffe
per i rifiuti-TARSU la Commissione  di  indagine  ha  avuto  modo  di
rilevare che e' in itinere un'attivita'  di  recupero  per  omesso  o
parziale versamento alle scadenze stabilite  dal  consiglio  comunale
per anni non prescritti riferiti  esclusivamente  al  2013,  peraltro
intrapresa solamente nel mese di novembre 2018 con la  determinazione
n. XXXX del Omissis, data che coincide con il giorno di  insediamento
e di accesso di questa Commissione presso il Comune di San Cataldo. 
    Dagli accertamenti effettuati l'anzidetta Commissione ha rilevato
che il mancato introito delle somme dovute al forte disavanzo tra gli
importi accertati e quelli riscossi e' connesso all'inefficienza,  al
disinteresse ed all'inerzia dell'amministrazione comunale per l'avvio
dell'azione di riscossione con le dovute  notifiche  ai  contribuenti
morosi in tempo utile, anziche' concentrarle nell'ultimo mese utile a
pena di decadenza con l'ulteriore pregiudizio e  responsabilita'  per
danni erariali. 
    Per mera completezza  nell'elenco  dei  contribuenti  morosi  per
tributi locali e per TARSU sono indicati il Omissis, componenti della
Omissis,  alcuni  dipendenti  comunali,  nonche'  numerosi   soggetti
appartenenti alla criminalita' organizzata ed, in  particolare,  alla
famiglia mafiosa locale e loro familiari. 
    Quanto appena rappresentato  conduce  ad  una  breve  riflessione
sulla deficitaria situazione economica finanziaria in  cui  versa  da
tempo il Comune di San Cataldo, conclamata con la  decisione  assunta
dal consiglio comunale che, nella seduta del Omissis,  ha  dichiarato
il dissesto finanziario, dopo l'Ente locale aveva fatto ricorso  alla
procedura di riequilibrio pluriennale ex art. 242  e  ss.  T.U.O.E.L.
con la deliberazione n. XX del Omissis, dichiarata eseguibile con  la
successiva deliberazione del medesimo Organo  consiliare  n.  XX  del
Omissis. (Relazione pagg. 221 - 231). 
    Dall'esame  dei  documenti  contabili  dell'Ente  che  presentano
evidenti ed incontrovertibili elementi che  denotano  l'esistenza  di
uno squilibrio strutturale la Commissione di indagine fa  rilevare  -
come    contestato    dai    competenti    organi    di     controllo
all'amministrazione locale - plurimi profili di criticita'  quali,  a
titolo  esemplificativo,  il  ricorso  continuativo   a   consistenti
anticipazioni di cassa, una grave crisi di liquidita',  l'assenza  di
una politica coerente ed efficace in materia  di  accertamento  e  di
riscossione   delle   entrate,   cui   si   aggiunge   l'assenza   di
accantonamenti per perdite  delle  societa'  partecipate,  per  spese
potenziali, in particolare legate alla soccombenza per contenzioso  e
per l'assenza di una politica di contrasto all'evasione tributaria. 
    La medesima Commissione sottolinea  che  e'  stato  accertato  il
permanere di numerose rilevanti irregolarita' contabili e  criticita'
di bilancio che, non essendo state corrette, hanno generato risultati
di amministrazione non veritieri e non rispondenti alle  disposizioni
contabili, pregiudicando i gia'  precari  equilibri  di  bilancio  ed
inasprendo le tensioni in termini di cassa, con costante  ricorso  ad
anticipazioni di tesoreria inestinte ed  il  permanere  di  irrisolte
difficolta' di riscossione delle entrate. 
    In tema di abusivismo edilizio,  secondo  quanto  rilevato  dalla
Commissione d'accesso, il Comune di San Cataldo, attraverso l'Ufficio
repressione abusivismo edilizio costituito in seno al  Comando  della
Polizia municipale, esercita le attivita'  di  vigilanza,  stanziando
formalmente ogni anno determinati importi  per  la  voce  demolizioni
opere  abusive,  sebbene  dagli  elementi  informativi  acquisiti  il
personale dipendente ha costantemente asserito  presunte  difficolta'
all'esecuzioni di interventi demolitori degli abusi accertati  stante
la  mancanza  di  disponibilita'  di  risorse  finanziarie  da  parte
dell'Amministrazione comunale. (Relazione pagg. 308 - 330). 
    Dagli atti comunali detta Commissione ha rilevato che nel 2014 la
somma stanziata era pari ad euro 300.000,00 con impegni di spesa pari
a 0; nel 2015 lo stanziamento era di euro 100.000,00 con  impegni  di
spesa pari a 0; nel 2016 lo stanziamento era di euro  250.000,00  con
impegni di spesa di euro 147.685,14 per lavori di  demolizione  degli
edifici siti in viale (Omissis); nel 2017 lo stanziamento e' stato di
euro  150.000,00  con  impegni  di  spesa  di  euro  150.000,00   per
demolizioni di opere abusive non rimosse entro i termini. 
    Dalla  disamina  della  documentazione  d'ufficio   relativa   ai
procedimenti aperti  per  opere  abusive  tra  il  2014  ed  il  2017
risultano 44 procedure ancora aperte riguardanti soprattutto tettoie,
canne  fumarie,  muri  di  sostegno,   ampliamenti   edilizi,   tende
estensibili, recinzioni, gazebi, prospetti, scale  esterne,  chiusure
di porte, prospetti o gazebi. 
    Avuto  riguardo  alla  crescita  urbanistica  evidenziatasi   nel
territorio comunale stante il  rilevante  incremento  demografico  di
quel Centro negli ultimi anni, la Commissione di accesso ha  rilevato
una  modesta  attivita'  di  vigilanza  degli  organi   politici   ed
amministrativi preposti,  in  parallelo  alla  mancanza  di  concrete
iniziative da parte dell'amministrazione comunale  sul  fronte  della
repressione  agli  abusi  edilizi  ed  alle   violazioni   di   norme
urbanistiche, come testimoniato dai modesti numeri dei  provvedimenti
sanzionatori e di demolizioni assunte dalla  stessa  Amministrazione,
con il  conseguente  omesso  controllo  a  tutela  del  territorio  e
l'ulteriore detrimento delle entrate comunali. 
 
                             Conclusioni 
 
    Dalla relazione della Commissione  di  indagine,  alla  quale  si
rimanda per ogni elemento di dettaglio, emerge un  quadro  indiziario
sintomatico di chiaro condizionamento del Comune di  San  Cataldo  da
parte della cosca mafiosa operante in quell'ambito comunale. 
    Com'e' noto, oltre all'ipotesi del «collegamento», di politici  e
dipendenti locali con la criminalita'  organizzata,  l'art.  143  del
TUEL prevede il parametro normativo  del  «condizionamento»,  potendo
entrambe  le  situazioni  -  collegamento   e/o   condizionamento   -
realizzarsi nella vita amministrativa degli enti  locali  influenzati
dalle cosche. La ratio  della  legge e'  quella  di  intervenire  per
interrompere  un  rapporto  di  connivenza  o  di  convenienza  degli
amministratori locali con  la  mafia  che  puo'  rintracciarsi  nella
cosiddetta contiguita' compiacente in presenza di clientelismo  e  di
corruzione, come nel caso di specie, o nella  cosiddetta  contiguita'
soggiacente esercitata con pressioni, minacce e atti intimidatori che
influenzano in maniera determinate la vita dell'ente. 
    Secondo giurisprudenza, quindi, lo scioglimento di cui al  citato
art. 143 TUEL puo' quindi ricorrere, appunto, non solo nelle  ipotesi
in cui l'andamento generale della  vita  amministrativa  di  un  Ente
locale subisca influenze da un ipotizzato condizionamento mafioso, ma
detto condizionamento puo' riguardare, oltre che scelte  strettamente
di governo, anche attivita' di  gestione,  le  quali  sostanzialmente
finiscono per essere quelle di maggior interesse per  le  consorterie
criminali,  in  considerazione  della  maggiore  e   piu'   repentina
disponibilita' che viene offerta da risorse pubbliche. 
    Entrambe  le  situazioni,  collegamento  e  condizionamento  sono
assolutamente compatibili sul piano logico ed anzi spesso compresenti
in  realta'  locali  ad  alta   densita'   criminale,   nelle   quali
collegamento e condizionamento sono espressioni  concorrenti  di  uno
stesso clima, fatto  nel  contempo  di  connivenze  e  intimidazioni,
lusinghe  e  minacce,  e  dove  la  sola  verita'  che  emerge,   nel
preoccupante  spaccato   della   vita   amministrativa   locale,   e'
l'asservimento della res pubblica nell'uno  e/o  nell'altro  modo,  a
perverse logiche mafiose (Consiglio di Stato, Sez. III,  14  febbraio
2014, n. 727). 
    Si soggiunge che il T.A.R. Lazio, con la sentenza  n.3675  del  3
aprile 2018, ha affermato che «proprio la  mancanza  di  un  efficace
controllo o vigilanza costituisce un elemento di forte  rilevanza  al
fine di individuare  una  riconducibilita'  all'organo  politico  dei
vantaggi acquisiti a causa di tali omissioni  da  parte  di  soggetti
"vicini" o direttamente appartenenti alla malavita organizzata,  dato
che la funzione del provvedimento ex art. 143 decreto legislativo  n.
267/2000 non e'  "sanzionatoria"  verso  i  singoli,  ma  rivolta  ad
evitare il  perdurare  dell'infiltrazione  "mafiosa",  oggettivamente
considerata». Tutto cio' comporta la legittimazione allo scioglimento
sia    in    caso    di    diretto    coinvolgimento    dell'apparato
politico-amministrativo sia nel caso di «inadeguatezza» dello  stesso
nel regolare compimento dei poteri di vigilanza e  regolare  gestione
burocratica dell'amministrazione pubblica. 
    In particolare la vicenda dei rifiuti nel Comune di  San  Cataldo
rileva l'essenza dello stato di condizionamento  mafioso,  che  viene
sintetizzata   nell'ordinanza   di   custodia   cautelare   afferente
l'indagine giudiziaria denominata «Omissis», in  quanto,  come  sopra
descritto, si e' evidenziata una serie costante di  condotte  operate
da  malavitosi,  ai  quali  viene  attribuito  a  pieno   titolo   la
partecipazione in una associazione a delinquere di stampo mafioso, le
quali  hanno   completamente   intriso   l'operato   delle   societa'
appaltatrici   ed   hanno   intensamente    condizionato    l'operato
dell'amministrazione locale, che ha assunto atteggiamenti di assoluta
inerzia e di indiretta sudditanza. 
    Le continue proroghe dell'affidamento del  servizio  di  raccolta
dei rifiuti, in spregio ad ogni regola amministrativa,  costituiscono
la prova conclamata di un permanente stato  corruttivo  dei  pubblici
ufficiali preposti al controllo, nonche' la silente  accettazione  di
uno status quo, legato alla preponderante  sottomissione  alla  cosca
criminale locale da parte degli organi elettivi  del  Comune  di  San
Cataldo. 
    In tale direzione, non puo' non  richiamarsi  quanto  evidenziato
dalla Commissione d'accesso con riguardo alla posizione  del  Omissis
dell'Area tecnica del comune, Omissis, che in funzione delle mansioni
dallo stesso esercitate ha assunto comportamenti intesi a favorire  e
comunque  a  non  contrastare  gli  interessi   di   alcune   imprese
affidatarie di lavori che, dagli  accertamenti,  risultano  vicine  o
contigue per ragioni varie a soggetti della criminalita' organizzata. 
    Oltre a quanto emerge dall'operazione «Omissis» che  ha  condotto
lo  Omissis  ad  essere  destinatario  di  un'ordinanza  di  custodia
cautelare per le vicende sopra descritte riguardanti il  servizio  di
igiene pubblica, secondo la suddetta  Commissione,  le  omissioni  di
controlli   e   le   anomalie   procedurali,    anche    sul    piano
dell'applicazione delle normative nel settore dei contratti pubblici,
poste  in  essere  dal  predetto  Omissis   nella   trattazione   dei
procedimenti tecnico-amministrativi di competenza  dell'Area  tecnica
comunale, contrari ai principi del buon governo, si sono tradotti  in
violazioni da parte del medesimo dei parametri di diligenza  e  delle
regole della buona amministrazione, da cui ne sono derivati  vantaggi
per se', per la criminalita' organizzata e per alcuni imprenditori. 
     In particolare, le verifiche svolte dalla citata Commissione  di
indagine   sul   servizio   tecnico   comunale   hanno    evidenziato
significativi   rapporti   e   una   rete   di    collegamenti    tra
funzionari-comunali, soggetti appartenenti a consorterie  mafiosi  ed
imprenditori legati a soggetti della criminalita' organizzata locale. 
    L'attivita' del predetto Omissis,  inserito  da  lungo  tempo  in
ufficio particolarmente esposto a rischio di interferenza  malavitosa
e di corruttela, si e' caratterizzata non solo  nel  non  aver  posto
argini a tentativi di infiltrazione criminale (dalle verifiche  degli
atti  comunali  si  rileva  un  numero  modesto   di   richieste   di
documentazione antimafia e spesso  non  adeguate  in  relazione  alla
tipologia degli  affidamenti  e  inosservante  degli  adempimenti  di
prevenzione antimafia previsti dalle disposizioni regionali -  meglio
indicate nel corpo della relazione), ma  anche  per  aver  tenuto  un
modus operandi, costante nel tempo ed ad ampio raggio,  improntato  a
condotte che hanno avvantaggiato  determinate  imprese  notoriamente,
per lui, legate o in affari  con  il  vertice  politico  dell'attuale
Amministrazione comunale, con i suoi  stretti  familiari  ovvero  con
soggetti legati a vario titolo con la criminalita'. 
    Analoghe considerazioni riguardano  il  Omissis  e  i  componenti
della Omissis e del Omissis ai quali non puo' non  essere  addebitata
una condotta che ha consentito il perpetuarsi  di  atti  illeciti  da
parte dei dipendenti uffici, confermata dalla mancanza  di  richieste
risolutive  di  chiarimenti  con  riferimento  ad  atti   gestionali,
risultati poi illeciti oltre che irregolari. 
    Ed invero,  aldila'  della  valutazione  sulla  illiceita'  delle
condotte dei dipendenti sopra richiamati, occorre  sottolineare  come
l'amministrazione comunale non abbia neanche tenuto in  debito  conto
quantomeno l'illegittimita' dei provvedimenti assunti dai  dipendenti
comunali. 
    In tale ambito, e' appena il caso di sottolineare che la  vicenda
dei rifiuti racchiude determinanti aspetti della conclamata  evidenza
del condizionamento delle organizzazioni criminali di stampo mafioso,
perpetuati fino  alla  data  odierna,  quando  il  Omissis,  pubblico
ufficiale e preposto al severo controllo dell'attuazione delle norme,
non percependo l'esatta qualificazione  delle  situazioni  che  hanno
condotto all'adozione delle misure interdittive nei  confronti  delle
due societa' «Omissis» ed «Omissis», intrise in modo irreparabile dai
clan mafiosi, ritiene che la nuova societa' affidataria del  servizio
di raccolta dei rifiuti debba comunque mantenere tutto l'organico dei
lavoratori, tra cui si ricorda sono presenti  gli  esponenti  mafiosi
locali. 
    L'analisi della gestione di diverse gare di appalto  delinea  poi
un  quadro   fosco   e   malsano   dell'Ufficio   tecnico   comunale,
caratterizzato negativamente dalle  figure  di  Omissis  e  dei  suoi
collaboratori, circostanza che nel corso degli anni  ha  pesantemente
influito nella gestione della cosa pubblica. Pur riconoscendo che  il
sistema posto in essere dall'Omissis  e'  antecedente  alla  Omissis,
occorre  rilevare  che  le  attivita'  illecite   poste   in   essere
dall'Ufficio  tecnico  comunale  hanno  avuto   origine   nell'ultimo
quinquennio e che  il  Omissis  da  lungo  tempo  esercita  ruoli  di
amministratore locale a San Cataldo. Inoltre, l'influenza del prefato
Omissis non  puo'  limitarsi  a  quella  di  un  soggetto  che  opera
all'oscuro   dell'amministrazione   comunale   e   della    comunita'
sancataldese, atteso che un rete cosi' ben articolata  di  corruttela
protrattasi negli anni necessita di forti legami e di acquiescenze. 
    Per i motivi suesposti  appare  inverosimile  che  nessun  organo
politico fosse a conoscenza delle ombre che  gravavano  sul  predetto
Omissis  di   quell'Ufficio   tecnico,   meravigliando   inoltre   la
disattenzione  o,   ancora   peggio,   la   tolleranza   dell'attuale
amministrazione  comunale,  che  si  configura   comunque   come   un
censurabile dato di fatto. 
    A comprovare quanto rappresentato dalla Commissione  di  indagine
nella propria relazione,  l'amministrazione  comunale  non  ha  fatto
alcunche' per arginare i siffatti fenomeni criminosi, senza  assumere
alcun efficace provvedimento diretto a  monitorare  l'operato  di  un
settore che per sua natura e' nevralgico atteso che  l'erogazione  di
fondi pubblici non puo' che essere maggiore nell'ambito degli appalti
gestiti dagli uffici comunali. 
    L'attivita' di vigilanza da parte del  dell'organo  politico  del
Comune di San Cataldo e' stata blanda se non addirittura  assente  ed
ha favorito il reiterarsi di azioni illecite.  Anzi,  a  conferma  di
tale assunto vi e' la circostanza che lo Omissis,  pur  collocato  in
pensione,  e'  stato  nominato,   immediatamente   dopo,   consulente
dell'Ufficio tecnico comunale, con cio' avvalorando il modus operandi
dello stesso a favore del contesto mafioso e imprenditoriale  locale.
Si soggiunge che la  scelta  dell'amministrazione  comunale  relativa
all'eliminazione della dirigenza, non supportata  da  un  avallo  del
consiglio comunale e tale da essere censurata anche  dall'Assessorato
regionale delle autonomie locali, ha determinato,  a  fronte  di  una
scarsa autonomia gestionale e di esperienza  dei  nuovi  responsabili
delle unita' operative, una gerarchia organizzativa con un uomo  solo
al  comando  (lo  Omissis)  il  quale  ha  favorito  il  perpetuarsi,
quantomeno  fino  al  suo  arresto,  delle  condotte  illecite  sopra
delineate. 
    L'apporto professionale dell'Omissis, quale responsabile prima  e
consulente poi dell'Ufficio tecnico  comunale,  e'  apparso  coerente
oltre che funzionale ad un'amministrazione  comunale  certamente  non
prodiga  di  indirizzi  e  controlli,  sicche'  il  lassismo   e   la
distorsione della normativa di settore sugli affari di competenza del
dipendente in parola ha lasciato spazio libero agli interessi,  anche
criminali, di coloro che hanno potuto utilizzare l'Ente per  le  loro
finalita'. 
    Anzi, dalla documentazione acquisita e dalle interlocuzioni avute
dalla  Commissione  di  accesso  con  il  personale  comunale  si  e'
evidenziato  il  comportamento  di  acquiescenza  e  di   compiacenza
dell'amministrazione comunale nel tollerare le situazioni di  diffusa
illegittimita';  invero  le  condotte  dell'amministrazione  comunale
hanno  mascherato,  con  procedure   apparentemente   e   formalmente
legittime e finalizzate al pubblico interesse,  sostanziali  atti  di
significativo favoritismo verso soggetti mafiosi (come  emerge  dalla
certosina opera di accertamento ispettivo, corredato  dalle  indagini
delle Forze di polizia e  dai  riscontri  forniti  dai  provvedimenti
giudiziari). 
    Gli elementi  emersi,  riscontrati  e  dettagliatamente  indicati
sopra, seppur nei tempi brevi in  cui  la  Commissione  d'accesso  ha
operato in ragione della circostanza che il  Comune  di  San  Cataldo
sara' inserito nella  tornata  elettorale  della  prossima  primavera
2019,  hanno  messo  in  luce  oltre  ad  una   diffusa   illegalita'
nell'azione  amministrativa  dell'Ente   che   interessa   la   quasi
generalita' dei settori comunali, anche una contiguita' da  parte  di
dirigenti e dipendenti comunali con soggetti  vicini  o  direttamente
inseriti nell'organizzazione mafiosa 'cosa nostra' che, di fatto,  ha
consentito a quest'ultima di inserirsi nell'Ente per condizionarne le
scelte ovvero per sottometterle ai propri interessi. 
    Pertanto, in considerazione del ruolo  dello  Omissis  /  Omissis
dell'Ufficio tecnico comunale nel solco di uno sviamento del pubblico
interesse e del favoritismo che denotano una sistematica  convergenza
di intenti della sua attivita' professionale per il raggiungimento di
obiettivi personali con quelli  dell'amministrazione  locale  guidata
dal Omissis, l'organismo ispettivo ha convenuto che appare sussistere
un quadro complessivo di elementi atti a supportare l'adozione di  un
provvedimento di rigore ai sensi dell'art. 143 decreto legislativo n.
267/2000 nei confronti dell'attuale amministrazione comunale. 
    L'esame della situazione del Comune di San Cataldo (CL) e' stato,
peraltro, effettuato in sede  di  riunione  di  Comitato  provinciale
ordine e sicurezza pubblica tenutasi presso questa prefettura in data
14 febbraio 2019, alla  presenza  del  Procuratore  della  Repubblica
presso la Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta. 
    In tale sede, il Consesso ha concordato con le valutazioni  della
scrivente. 
    Alla luce dei fatti sopra enunciati e degli elementi  documentali
assunti, nel rimarcare che la ratio della  normativa  e'  quella  non
solo di stroncare l'eventuale perpetrazione di illeciti, ma,  in  via
preventiva, quella di supportare la  vita  dell'Ente  locale,  previa
rimozione di quelle cause d'infiltrazione che ne abbiano intaccato il
regolare e legittimo andamento, si ritengono, alla luce delle  chiare
evidenze risultanti dalla relazione della  Commissione  di  indagine,
che nel Comune di  San  Cataldo  (CL)  insistano  una  pluralita'  di
situazioni patologiche connesse all'interferenza della cosca  mafiosa
locale. 
    Pertanto. si ritiene, per le sopraesposte ragioni, che sussistono
i presupposti al fine di un provvedimento di scioglimento  presso  il
Comune di San Cataldo  (CL),  ai  sensi  dell'art.  143  del  decreto
legislativo n. 267/2000, come modificato dall'art. 2  -  comma  30  -
della legge 15 luglio 2009, n. 94. 
    Si soggiunge, in considerazione  del  ruolo  del  Omissis  e  del
Omissis, Omissis dell'Ufficio. Omissis Omissis,  svolto  da  entrambi
nel solco di uno sviamento del pubblico interesse e  del  favoritismo
personale ed  ad  imprese  private,  avuto  riguardo  ai  concludenti
atteggiamenti collusivi che denotano una sistematica  convergenza  di
intenti della loro attivita' professionale per il  raggiungimento  di
obiettivi personali, l'Organismo ispettivo ha  convenuto  che  appare
sussistere un  quadro  complessivo  di  elementi  atti  a  supportare
l'adozione di un provvedimento di  rigore  ai  sensi  dell'art.  143,
comma 5, decreto legislativo n. 267/2000 nei confronti dei richiamati
dipendenti  comunali,  peraltro   il   primo   indagato   nell'ambito
dell'anzidetta  operazione   «Omissis»   ed   il   secondo   deferito
all'Autorita' giudiziaria per gli artt. XXX, XXX, XXX, XXX, XXX e XXX
del codice penale  in  relazione  all'esercizio  delle  sue  funzioni
all'interno dell'Ufficio  Omissis  Omissis,  oltre  ad  essere  stato
destinatario di misure restrittive della liberta personale. 
    Al riguardo anche la scrivente ritiene  che  nel  caso  in  esame
possa essere valutata l'adozione del comma 5 del citato art. 143. 
    Per ogni conseguente valutazione si  torna  a  ricordare  che  il
Comune di San Cataldo (CL) risulta fra gli  Enti  locali  interessati
alle consultazioni elettorali amministrative del prossimo 28 aprile. 
    Si allega la relazione della Commissione di  indagine,  la  quale
sara' altresi' trasmessa, per i profili di rispettivo interesse, alla
Procura della Repubblica - Direzione distrettuale antimafia presso il
Tribunale di Caltanissetta ed alla Procura della Corte dei conti  per
la Regione Siciliana. 
 
      Caltanissetta, 14 febbraio 2019 
 
                                                Il prefetto: Di Stani