(Allegato)
                                                             Allegato 
 
                   Al Presidente della Repubblica 
 
    Il Comune di San Cipirello (Palermo), i cui organi elettivi  sono
stati rinnovati nelle  consultazioni  amministrative  dell'11  giugno
2017,  presenta  forme  di  ingerenza  da  parte  della  criminalita'
organizzata   che   compromettono   la   libera   determinazione    e
l'imparzialita'   degli   organi   elettivi,   il   buon    andamento
dell'amministrazione ed  il  funzionamento  dei  servizi,  con  grave
pregiudizio per l'ordine e la sicurezza pubblica. 
    All'esito di  verifiche  svolte  dalle  forze  dell'ordine  sugli
amministratori eletti e sui componenti dell'apparato burocratico  che
hanno    evidenziato    possibili    forme     di     condizionamento
dell'amministrazione locale da parte della criminalita'  organizzata,
il  prefetto  di  Palermo  -  con  decreto  del  19  novembre   2018,
successivamente prorogato - ha  disposto,  per  gli  accertamenti  di
rito, l'accesso presso il suddetto comune, ai  sensi  dell'art.  143,
comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. 
    Al termine dell'indagine  ispettiva,  la  commissione  incaricata
dell'accesso  ha  depositato  le  proprie  conclusioni,   sulle   cui
risultanze il prefetto di Palermo, sentito nella seduta del 22  marzo
2019 il Comitato provinciale per l'ordine e  la  sicurezza  pubblica,
integrato con la  partecipazione  del  procuratore  della  Repubblica
presso il tribunale di Palermo, ha inviato  in  data  28  marzo  2019
l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente
proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e
rilevanti  elementi  su  collegamenti  diretti  ed  indiretti   degli
amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso
e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando  pertanto  i
presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143
del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. 
    I lavori svolti dalla commissione d'accesso hanno preso in esame,
oltre all'intero andamento gestionale dell'amministrazione  comunale,
la cornice criminale ed il locale contesto ambientale ove si  colloca
l'ente, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e
le locali consorterie, ed hanno evidenziato come l'uso distorto della
cosa pubblica si sia concretizzato, nel tempo, in favore di  soggetti
o  imprese  collegati  direttamente  od  indirettamente  ad  ambienti
malavitosi. 
    Il Comune di San Cipirello, collocato al centro di  un'importante
zona economica della Sicilia  occidentale,  insiste  in  un  contesto
territoriale caratterizzato dalla presenza di un  mandamento  mafioso
storicamente  tra  i  piu'  cruenti  della  regione,  i  cui  assetti
criminali sono  attualmente  in  fase  di  riorganizzazione,  che  ha
dimostrato capacita' di  infiltrazione  negli  apparati  pubblici  ed
imprenditoriali, insinuandosi nel sistema degli affidamenti  e  della
gestione del patrimonio comunale. 
    L'organo ispettivo evidenzia come  in  occasione  delle  elezioni
amministrative  del  giugno  2017  alcuni  esponenti   della   locale
organizzazione criminale si siano  attivati  per  procurare  voti  in
favore di colui  che  all'esito  delle  consultazioni  elettorali  e'
risultato  eletto  sindaco.  Peraltro  documentati  episodi   nonche'
pubblicazioni  sui  profili  social  di  quel  periodo  attestano  la
vicinanza della  locale  famiglia  mafiosa  al  menzionato  candidato
sindaco. 
    Il prefetto  di  Palermo  pone  in  rilievo  l'esistenza  di  una
complessa rete  di  amicizie,  frequentazioni  e  cointeressenze  tra
amministratori  comunali,  dipendenti  dell'ente  locale  e  soggetti
appartenenti o  contigui  a  famiglie  malavitose  evidenziando  come
questi ultimi,  come  sara'  meglio  precisato  in  seguito,  abbiano
beneficiato di favor nell'acquisizione di pubbliche  commesse,  negli
affidamenti del patrimonio comunale o di omessi controlli in  materia
di abusivismo edilizio. 
    La limitata estensione territoriale del comune e la sua contenuta
dimensione  demografica,  elementi  che  favoriscono  una   capillare
conoscenza delle dinamiche  territoriali,  avrebbero  dovuto  indurre
coloro che rivestono cariche  pubbliche  ad  esercitare  un  adeguato
controllo  sociale  e  ad  adottare  non  solo   prudenziali   scelte
politico-amministrative ma  anche,  per  quanto  attiene  alla  sfera
relazionale,   un'effettiva   presa   di   distanza   dalle    locali
organizzazioni criminali. 
    In particolare dalle risultanze dell'accesso ispettivo  viene  in
rilievo un'illegittima ed anomala commistione  nella  gestione  degli
affidamenti di  lavori  pubblici,  con  un'indebita  ingerenza  degli
organi  politici  sull'operato  degli   organi   amministrativi,   in
contrasto con il principio di separazione dei poteri di  indirizzo  e
programmazione, propri degli organi politici,  da  quelli  gestionali
dell'apparato dirigente. 
    Relativamente al servizio di raccolta e smaltimento  dei  rifiuti
urbani emerge che la normativa regionale prevede  un  complesso  iter
istruttorio in base al quale -  previa  individuazione  degli  ambiti
territoriali ottimali (ATO) e delle A.R.O. (Aree raccolta ottimali) -
e' riconosciuto ai comuni, in forma singola o associata,  l'esercizio
delle funzioni  in  materia  di  rifiuti,  compresa  la  stipula  del
contratto d'appalto. In particolare, le leggi regionali numeri 9/2010
e 3/2013 prevedono che i comuni - previa costituzione di un'A.R.O.  -
per procedere in  forma  singola  o  associata,  all'affidamento  del
servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti  devono  preventivamente
presentare all'assessorato regionale un apposito piano di  intervento
completo degli atti di gara  affidando  poi  il  servizio  dopo  aver
acquisito il parere dell'assessorato regionale. 
    Il Comune di San Cipirello in associazione con altro ente  locale
procedeva alla costituzione di un A.R.O. denominata  «Jato  ambiente»
che,  effettuati  i  numerosi,  preliminari,  adempimenti  istruttori
predisponeva il prescritto progetto unico di  gestione  del  servizio
raccolta e smaltimento rifiuti approvato dalla  regione  con  decreto
dell'11 marzo 2015. Conseguentemente, da quella data,  il  Comune  di
San  Cipirello  e  l'ente  locale  associato  costituiti  in   A.R.O.
assumevano, sulla base delle disposizioni regionali,  la  titolarita'
esclusiva della gestione del  servizio  in  questione  che  avrebbero
dovuto garantire e svolgere secondo le menzionate normative. 
    Tutto  cio'  non  e'  accaduto  atteso  che  il  sindaco  di  San
Cipirello, ha proceduto come se la menzionata ARO non esistesse  e  -
come piu' dettagliatamente evidenziato nella relazione del prefetto -
ha disatteso le disposizioni della legge, adottando,  reiteratamente,
numerose  ordinanze  sindacali,  prive  di  motivazioni,  che   hanno
determinato, in  un  ristretto  arco  temporale,  numerose  procedure
negoziate e ripetute proroghe, arbitrariamente  disposte  realizzando
quindi una sistematica, artificiosa frammentazione del servizio. 
    La relazione del prefetto, esaminate anche le numerose  determine
dirigenziali  emesse  per  l'affidamento  di   tale   servizio,   che
riproducono  le  medesime  violazioni  di  legge  gia'  presenti  nei
menzionati atti sindacali  a  cui  hanno  dato  esecuzione,  pone  in
rilievo come il descritto modus  operandi  abbia  dato  luogo  ad  un
sostanziale monopolio del servizio dal quale hanno  tratto  vantaggio
due imprese i' cui titolari sono  «vicini»  al  primo  cittadino  e/o
stretti congiunti di soggetti contigui o  riconducibili  alla  locale
criminalita'. 
    Viene inoltre evidenziato che anche la gara per  il  conferimento
della   frazione   organica   presso   l'impianto   di    stoccaggio,
caratterizzata  da  numerose  anomalie,  in  particolare  per  quanto
riguarda la valutazione delle offerte, e' stata  aggiudicata  ad  una
delle due menzionate  ditte,  circostanza  che  evidenzia  come  tale
impresa goda presso il Comune di  San  Cipirello  di  un  particolare
«diritto di prelazione» rispetto alle concorrenti. 
    Anche le verifiche effettuate sul cimitero comunale  hanno  posto
in rilievo una gestione  caratterizzata  da  numerose  violazioni  di
legge. 
    In tale  ambito  l'organo  ispettivo  evidenzia  che  all'interno
dell'area cimiteriale,  caratterizzata  da  un'allarmante  situazione
igienico sanitaria, sono stati eseguiti numerosi lavori in assenza di
autorizzazioni e che  il  titolare  di  una  delle  ditte  che  hanno
effettuato  interventi  all'interno  della  suddetta  area  -   ditta
costituita nel luglio 2018, solamente  un  mese  dopo  l'insediamento
dell'amministrazione in carica - annovera assidue frequentazioni  con
esponenti della locale organizzazione criminale oltre  ad  essere  in
stretti rapporti di amicizia con il primo cittadino. 
    Viene altresi'  rappresentato  che  un  mezzo  agricolo  presente
all'interno del cimitero e utilizzato per il trasporto del  materiale
e lo  smaltimento  dei  rifiuti,  e'  intestato  ad  una  azienda  di
proprieta' di un  amministratore  comunale,  mentre  un  altro  mezzo
meccanico, anch'esso presente nel sito, e' di proprieta' del titolare
di una locale impresa di pompe funebri, gravato da precedenti penali,
avente rapporti di parentela con soggetti pregiudicati per  reati  di
mafia nonche' legato da  uno  stretto  rapporto  di  amicizia  con  i
vertici dell'amministrazione. La citata impresa di  onoranze  funebri
ha inoltre alle sue dipendenze  un  soggetto  gravato  da  precedenti
penali  e  riconducibile  per  rapporti  di  parentela  ad   ambienti
controindicati. 
    E' stato inoltre riscontrato che tutte  le  concessioni  riferite
alle sepolture c.d. gentilizie sono state rilasciate  in  assenza  di
bando pubblico ed inoltre che per  talune  sepolture,  sprovviste  di
certificato di agibilita',  non  risulta  sia  mai  stata  presentata
alcuna richiesta di ordinaria manutenzione e/o ristrutturazione. 
    Ulteriore vicenda che  emblematicamente  attesta  la  propensione
dell'ente ad agire eludendo disposizioni di legge e' emersa all'esito
dell'analisi della procedura di affidamento dell'asilo nido  comunale
disposta sulla base di un finanziamento di oltre 410.000 euro erogato
dal Ministero dall'interno. 
    Al riguardo viene rilevato che la  commissione  esaminatrice,  in
violazione   delle   direttive   comunitarie   e   delle   specifiche
disposizioni del nuovo codice dei contratti pubblici, ha escluso  una
societa' concorrente per asserita  violazione  delle  previsioni  del
bando  di  gara  ed  ha  anche  omesso  di   comunicarne   l'avvenuta
esclusione. 
    In  relazione,  alla  manutenzione  dell'impianto   comunale   di
pubblica illuminazione e' emerso che  l'amministrazione  comunale  ha
affidato  il  servizio  nel  luglio  2017  ad  una  locale  ditta   e
successivamente,  sulla  base  di   determine   dirigenziali   e   di
un'ordinanza sindacale - adottate in  violazione  delle  disposizioni
comunitarie e comunque del principio di «rotazione  degli  incarichi»
di cui all'art. 30, comma 1, del decreto legislativo n. 50/2016 -  ha
disposto, sempre in favore della medesima  ditta,  continue  proroghe
consentendo, di fatto, che  la  stessa,  i  cui  titolari  annoverano
precedenti di polizia e frequentazioni con  soggetti  controindicati,
continuasse a gestire il servizio ininterrottamente senza il  ricorso
ad alcuna gara. 
    Ulteriori elementi che attestano una  gestione  dell'ente  avulsa
dal rispetto dei principi di legalita' sono  emersi  all'esito  delle
verifiche  effettuate  sul  patrimonio  comunale.  Numerosi  beni  di
proprieta' dell'ente, infatti, sono stati concessi in uso a terzi  in
violazione di disposizioni di legge e del  regolamento  comunale  che
impone  l'espletamento  di  procedure  «ad  evidenza  pubblica»   per
l'individuazione del concessionario cui assegnarne la gestione. 
    In proposito viene segnalata l'assegnazione di un'area comunale -
avvenuta subito dopo l'insediamento della nuova amministrazione sulla
base di una mera autorizzazione verbale del  sindaco,  in  violazione
del testo  unico  delle  leggi  di  pubblica  sicurezza  e  senza  il
pagamento di alcun  canone  -  disposta  in  favore  di  un  soggetto
riconducibile   per   stretti   rapporti   parentali   ad    ambienti
controindicati che svolge  abusivamente  su  quell'area  un'attivita'
ludico sportiva. 
    Gravi violazioni di legge sono state riscontrate all'esito  delle
verifiche  disposte  su  alcuni  capannoni  di  proprieta'   comunale
collocati in un'area industriale per i quali  l'organo  ispettivo  ha
riscontrato,  anche  in  questo   caso,   l'anomala   e   illegittima
composizione  delle  commissioni  di  gara  costituite  per  la  loro
assegnazione nonche' la mancata riscossione dei canoni di concessione
e l'assenza di controlli in particolare sugli effettivi occupanti dei
capannoni  che  in  alcuni  casi  sono  risultati   essere   soggetti
riconducibili ad ambienti controindicati. 
    Risulta al riguardo evidente come una siffatta gestione dei beni,
in un contesto territoriale seriamente compromesso dalla presenza  di
gruppi mafiosi assuma profili di maggiore gravita'  per  il  riflesso
che puo' avere sulla collettivita' locale e sulla pubblica opinione. 
    Ulteriore sintomatica  circostanza  che  attesta  l'esistenza  di
un'intricata rete di rapporti e cointeressenze tra apparato  politico
ed esponenti della criminalita' organizzata  e'  rappresentata  dalla
vicenda relativa alla presenza del sindaco e di altri  amministratori
comunali all'inaugurazione  di  un'attivita'  commerciale  presso  un
capannone abusivamente  realizzato,  di  proprieta'  di  una  persona
riconducibile ad una locale famiglia mafiosa. 
    Le  circostanze  analiticamente  esaminate   e   dettagliatamente
riferite nella relazione del prefetto hanno  rivelato  una  serie  di
condizionamenti nell'amministrazione comunale di San Cipirello, volti
a  perseguire  fini  diversi  da  quelli  istituzionali,  che   hanno
determinato   lo   svilimento   e   la   perdita   di    credibilita'
dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della
collettivita',  rendendo  necessario  l'intervento  dello  Stato  per
assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'. 
    Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del
provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di San Cipirello
(Palermo), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo  18  agosto
2000, n. 267. 
    In  relazione  alla  presenza  ed  all'estensione  dell'influenza
criminale,  si  rende  necessario  che  la  durata   della   gestione
commissariale sia determinata in diciotto mesi. 
 
      Roma, 18 giugno 2019 
 
                                    Il Ministro dell'interno: Salvini