(Allegato 1-art. 9)
                               Art. 9. 
 
                  Legame con l'ambiente geografico 
 
    a) Specificita' della zona geografica 
Fattori naturali 
    La morfologia  dell'area  di  produzione  della  DOCG  Conegliano
Valdobbiadene Prosecco si compone di una serie di  rilievi  collinari
allungati «a cordonata», definito sistema ad «hogback», disposti  con
direzione nord-sud nella  parte  piu'  meridionale  e  con  direzione
est-ovest nella parte settentrionale. Tali rilievi sono  separati  da
una serie di valli percorse da piccoli corsi d'acqua. 
    L'area a nord si appoggia sulla catena  prealpina  che  funge  da
barriera naturale all'ingresso di correnti fredde, mentre  a  sud  la
zona gode delle temperature miti della  Laguna  di  Venezia,  da  cui
dista soli 40 Km. 
    La  disposizione  est-ovest  dei  terreni  collinari,  la   forte
pendenza,  la  conseguente  giacitura  rivolta  a  sud  dei  vigneti,
permette la massima intercettazione  dei  raggi  solari,  creando  un
areale ideale per la coltivazione  delle  uve  bianche  destinate  al
Conegliano Valdobbiadene Prosecco. 
    I suoli della zona si sono originati dal sollevamento di  fondali
marini  e  sono  stati  successivamente  modificati  dall'azione  dei
ghiacciai e dei fiumi. 
    I terreni sono costituiti in prevalenza da arenarie  e  marne,  a
cui si alternano strati morenici ed alluvionali. 
    Tale profilo favorisce il costante drenaggio dell'acqua. 
    Il clima  dell'area  del  Conegliano  Valdobbiadene  e'  di  tipo
temperato,   con   stagioni   ben   delineate,   caratterizzato    da
un'inversione termica notturna che consente di avere, nel periodo  di
maturazione delle uve, marcate escursioni di temperatura fra la notte
ed il giorno, grazie alla discesa lungo i pendii  della  colline,  di
aria fresca proveniente dalle Prealpi. 
    Le piogge frequenti del  periodo  estivo  garantiscono  l'apporto
idrico sufficiente per il vitigno Glera, sensibile nel  contempo  sia
al ristagno idrico che alla siccita'. Questa  condizione  particolare
si realizza grazie alla forte acclivita' ed allo scarso  spessore  di
suolo esplorabile dalle radici delle viti. 
    Nel cuore della denominazione e' presente una  piccola  sottozona
denominata Cartizze, di soli 106 ha, i  cui  terreni  presentano  una
particolare pendenza ed esposizione verso sud che crea una  sorta  di
anfiteatro  naturale,  molto  apprezzato  a  livello  qualitativo   e
paesaggistico. La grande variabilita' pedologica  e  climatica  della
denominazione trova espressione grazie alla menzione comunale «Rive»,
che mette in luce la peculiare vocazione  che  esprimono  le  diverse
localita' della zona di produzione. 
Fattori storici 
    L'area collinare  del  Conegliano  Valdobbiadene  Prosecco  vanta
un'antichissima tradizione legata alla coltura  della  vite,  le  cui
prime testimonianze scritte risalgono alle lapidi dei coloni  romani.
Gia' alla fine  del  VI  secolo,  il  vescovo  di  Poitier,  Venanzio
Fortunato, nato a Valdobbiadene, ricordava le sue  colline  come  «la
terra in cui eternamente fiorisce la vite  sotto  la  montagna  dalla
nuda sommita' ove il verde ombroso protegge e ristora». 
    Successivamente la vocazione  alla  produzione  di  vini  bianchi
nella  zona  di   Conegliano   Valdobbiadene   e'   testimoniata   da
numerosissimi documenti, a partire dagli «Statuti  Coneglianesi»  del
1282, a quelli relativi alla dominazione della Repubblica  Veneziana,
alle testimonianze per l'apprezzamento del «vino bianco delle colline
di  Conegliano  Valdobbiadene»  dei  regnanti  inglesi,  asburgici  e
polacchi dei secoli successivi. 
    La prima citazione scritta della coltivazione del Prosecco  nelle
colline di Conegliano Valdobbiadene, e' opera del nobile coneglianese
Francesco Maria Malvolti, che nell'VIII numero del Giornale  d'Italia
del 1772, parla della  coltivazione  della  vite  in  quest'area.  Da
questo periodo le citazioni e la fama del Prosecco crebbero in  tutto
il comprensorio del Conegliano Valdobbiadene,  tanto  che,  verso  la
meta' dell'800, inizio' ad essere coltivato in purezza. Importanti in
questo senso sono le  citazioni  di  due  studiosi;  il  Conte  Balbi
Valier, selezionatore del biotipo chiamato Prosecco Balbi «con  acini
tondi e dal sapore e gusto fine, tendente all'aromatico», ancor  oggi
apprezzato e largamente coltivato in tutto il comprensorio  e  quello
dello storico Semenzi che, cita in un suo  scritto  «...squisitissimi
vini bianchi sono la verdisa, la Prosecco e la  bianchetta»,  vitigni
che ancora oggi compongono l'uvaggio del Conegliano Valdobbiadene. 
    La tradizione vitivinicola di  questo  territorio  e  la  cultura
scientifica, trovano concreta applicazione con la nascita nel 1876  a
Conegliano della prima Scuola di viticoltura  ed  enologia  d'Italia,
dalla  quale  si  e'  sviluppata,  nel  1923,   la   prima   Stazione
sperimentale  di  viticoltura  ed  enologia,  ancor  oggi   sede   di
riferimento  per  la  ricerca  e  sperimentazione  viticola  per   il
Ministero dell'agricoltura italiana. 
    Nel 1962 i produttori, al fine di tutelare  il  territorio  e  il
vino,  si  riuniscono  in  Consorzio  di  tutela  per   definire   il
disciplinare di produzione, che consente di ottenere,  nel  1969  dal
Ministero dell'agricoltura,  il  riconoscimento  a  denominazione  di
origine  controllata  del   «Prosecco   dei   Colli   di   Conegliano
Valdobbiadene». 
    Nel 1966, nasce la prima Strada del  vino  italiana,  a  conferma
della tradizione produttiva e della rinomanza e  bellezza  di  questo
territorio. 
    Il  particolare  valore  del   Conegliano   Valdobbiadene   viene
riconosciuto dalla Regione Veneto, nel 2003,  con  l'istituzione  del
primo distretto spumantistico italiano, certificando anche  sotto  il
profilo economico la rilevanza nazionale della denominazione. 
    Nel 2009, grazie al continuo miglioramento della qualita' e  alla
notorieta' che ha raggiunto in  40  anni  di  successi  nazionali  ed
internazionali, la denominazione Conegliano Valdobbiadene,  e'  stata
riconosciuta dal Ministero delle politiche agricole  e  forestali,  a
denominazione di origine  controllata  e  garantita,  ponendo  questo
territorio al vertice qualitativo della denominazione Prosecco. 
    Nel 2010, i Ministeri  dell'agricoltura  e  dei  beni  culturali,
inseriscono  il  Conegliano  Valdobbiadene   Prosecco   nella   lista
prioritaria delle candidature italiane  per  il  riconoscimento  come
Patrimonio dell'umanita' dell'Unesco. 
Fattori umani 
    L'area di coltivazione da  cui  si  ottiene  il  vino  Conegliano
Valdobbiadene, e' costituita da  colline  fortemente  acclivi  i  cui
pendii, nel corso dei secoli, sono stati modellati dall'opera manuale
e dall'ingegno dell'uomo. 
    Le operazioni in vigneto sono principalmente effettuate  a  mano,
poiche' la forte pendenza dei terreni permette un uso  solo  parziale
delle macchine agricole. Il termine «Rive», di uso  tradizionale,  e'
una menzione che distingue  i  vigneti  posti  in  singoli  comuni  o
frazioni:  qui  la  vendemmia  manuale  obbligatoria,   consente   di
preservare l'integrita' delle bucce degli acini, fondamentale per  la
conservazione e il successivo  trasferimento  degli  aromi  nei  vini
spumanti. Le colline sono coltivate con filari  a  «girapoggio»,  una
scelta sviluppata  nei  secoli  dai  viticoltori  per  conservare  la
fertilita' dei suoli e  contenere  i  fenomeni  erosivi  dovuti  alla
pendenza. Gli sforzi compiuti dall'uomo nell'arco dei millenni  hanno
creato e conservato  un  paesaggio  di  rara  bellezza:  vigneti  che
avvolgono le colline alternati a  macchie  arboree  ed  arbustive  di
essenze  autoctone,  intervengono  ad  aumentare  il  patrimonio   di
biodiversita' naturalistica, creando uno degli ambienti viticoli piu'
singolari d'Italia. 
    Nei secoli l'esperienza  dei  viticoltori  ha  caratterizzato  la
denominazione: la base ampelografica  costituita  dalla  selezione  e
conservazione di antichi vitigni autoctoni, coltivati  nell'area  fin
dal 1500, (Bianchetta, Verdiso, Perera) e' utilizzata dai  produttori
per comporre le cuvee' da  avviare  alla  spumantizzazione.  Un'altra
pratica  storica  e  tradizionale,  prevede  l'utilizzo  di   piccole
percentuali di Pinot e Chardonnay nella produzione dello spumante. 
    La spumantizzazione, che  avviene  in  autoclave  con  il  metodo
Martinotti, e' stata perfezionata e codificata  nella  seconda  meta'
del '900 a Conegliano dal prof. De Rosa, permettendo di  esaltare  al
meglio le specificita' dello spumante di questa zona. 
    Conegliano e' da sempre culla della ricerca  e  oltre  all'antica
Scuola Enologica e al Centro di Ricerche Viticole,  e'  presente  una
sede  Universitaria  per  la  laurea  in  viticoltura  ed   enologia,
strutture  che  consentono  di  tramandare  alle  nuove  generazioni,
l'enorme patrimonio umano e  scientifico  sviluppato  nei  secoli  in
questo territorio. 
    b) Specificita' del prodotto 
    Il  Conegliano  Valdobbiadene  Prosecco  viene  prodotto  con  un
vitigno principale, la Glera, e con altri  vitigni  minori,  Verdiso,
Bianchetta, Perera e Glera lunga, che si aggiungono a questa  per  un
massimo del 15%. 
    L'unione di queste varieta' di antica  coltivazione  nella  zona,
consente di  ottenere  un  vino  bianco,  di  colore  paglierino  con
riflessi verdognoli, gradevolmente aromatico e sapido. 
    La Glera e' un vitigno vigoroso, che nei secoli ha trovato  nelle
colline della Denominazione le condizioni ambientali piu' adatte  per
un buon accumulo  di  zuccheri  ed  una  contemporanea  conservazione
dell'acidita' malica e delle sostanze aromatiche. 
    Il Conegliano Valdobbiadene Prosecco viene preparato per piu' del
90% nella versione spumante. 
    Si caratterizza per un profumo leggermente aromatico, con sentori
fruttati e floreali, di frutta bianca e fiori di campo ed acacia. 
    Di gusto equilibrato, minerale, di vivace  acidita'  che  combina
l'aromaticita'  con  la  sapidita'  -  presenta  profumi  freschi   e
fruttati, con sfumature di agrumi di fiori e frutta bianca. Al palato
e' morbido con maggiore pienezza gustativa per le versioni  con  piu'
elevato tenore zuccherino. 
    La tipologia Rive, prodotta esclusivamente con uve provenienti da
un unico comune  o  frazione,  e'  in  grado  di  esaltare  tutte  le
peculiarita' dello spumante, ottenuto nei singoli territori. 
    L'area del Conegliano Valdobbiadene possiede  una  sottozona  che
riassume tutte le caratteristiche piu'  tipiche  dello  spumante:  il
Cartizze. Sapido ed equilibrato al gusto, ha note  molto  distintive,
un fruttato che ricorda la mela, la pera e un floreale che ricorda  i
fiori bianchi, il glicine e la rosa. 
    Il Conegliano Valdobbiadene viene prodotto anche  nella  versione
frizzante, con fermentazione in autoclave,  che  esprime  appieno  la
vivacita' e la freschezza del prodotto e con rifermentazione naturale
in bottiglia; sapido e minerale  al  gusto,  si  caratterizza  per  i
profumi piu' maturi e per il leggero sentore di lievito. 
    Il  Tranquillo  rappresenta  una  particolarita'  locale  che  si
distingue per la «facilita' di beva» e le  note  vinose  tipiche  del
vitigno. 
    c) Legame causa effetto fra ambiente e prodotto 
    La naturale vocazione alla produzione di vini  bianchi  e'  stata
nei secoli il tratto distintivo  dell'area  Conegliano  Valdobbiadene
Prosecco;  gia'  nel  1936  uno   studio   pedologico   dell'Istituto
Sperimentale   di   Conegliano,    individua    le    caratteristiche
pedoclimatiche dell'area della Denominazione e la sua vocazione  alla
produzione di vini bianchi, fruttati, floreali, sapidi ed asciutti. 
    Il  sistema  collinare  «hogback»   favorisce   l'intercettazione
luminosa, il drenaggio costante dell'acqua e temperature piu' elevate
che permettono al Prosecco, varieta' a scarso accumulo zuccherino, di
raggiungere il giusto equilibrio  fra  la  componente  zuccherina  ed
acida. 
    I  suoli,  composti  da  arenarie  e  marne,  frammiste  a  rocce
conglomeratiche e moreniche, conferiscono alle  uve  note  aromatiche
molto intense e fini, oltre ad una mineralita'  e  sapidita'  tipiche
del Conegliano Valdobbiadene Prosecco. 
    Il clima temperato e le  forti  escursioni  termiche  tipiche  di
queste zone collinari, determinano nell'uva un accumulo  di  composti
aromatici complessi, che consente di ottenere le caratteristiche note
vinose e floreali. 
    Tali fattori inoltre determinano la  conservazione  dell'acidita'
fissa, soprattutto nella sua  frazione  malica,  che  nel  Conegliano
Valdobbiadene Prosecco assicurano allo  spumante  una  freschezza  ed
un'acidita' mai aggressiva. 
    I  fattori  pedoclimatici  di  quest'area   collinare,   infatti,
determinano  una  lenta  maturazione  dei  grappoli,  consentendo  un
accumulo  piu'  completo  sia  delle  sostanze  aromatiche  che   una
degradazione molto piu' lenta della componente acida. 
    La  piovosita'  estiva,  che  nella  zona  e'  significativamente
superiore alla restante parte della Provincia  di  Treviso,  permette
alla  Glera  e  alle  altre  varieta'  minori  di  vegetare  in  modo
equilibrato e di creare una parete fogliare capace sia  di  sostenere
l'accumulo di componenti glucidiche e aromatiche sia di proteggere  i
grappoli  nel  periodo  estivo   da   eventuali   scottature   solari
salvaguardando cosi' la frazione acida e aromatica  che  caratterizza
il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene.