(Allegato A-art. 9)
                             Articolo 9 
                  Legame con l'ambiente geografico 
 
  A)Informazioni sulla zona geografica 
  Il Piemonte e' una regione delimitata  a  Nord  e  ad  Ovest  dalle
dorsali della catena  alpina,  a  Sud  dalle  dorsali  dell'Appennino
ligure, poco distanti dal Mar Mediterraneo; non ha  confini  naturali
verso est salvo per alcuni tratti il fiume Po che, avendo le sorgenti
nel Piemonte sudoccidentale forma la maggiore  pianura  italiana.  La
catena  alpina  offre  protezione  dalle  correnti   nord-occidentali
rendendo il Piemonte la regione meno piovosa del Nord. 
 
  1) Descrizione dei fattori naturali rilevanti per il legame 
  La zona di produzione della denominazione  di  origine  controllata
Piemonte e' molto vasta ed e' situata prevalentemente  al  centro-sud
della Regione Piemonte, estendendosi alle aree del nord  Piemonte,  e
delle valli alpine che rappresentano territori di  antica  tradizione
enologica. La zona di produzione  comprende  tutto  il  territorio  a
vocazione viticola della regione, escludendo tutte le zone di pianura
e quelle a bassa attitudine alla coltivazione della vite. 
 
  Morfologicamente l'ambiente della viticoltura piemontese, a cui  fa
riferimento la  denominazione  Piemonte  e'  costituita  da  ambienti
collinari, di altitudine compresa tra 100 e 600  m.s.l.m.  ,  la  cui
natura puo' essere geologicamente molto diversa,  in  funzione  della
posizione. 
  I suoli delle superfici viticole  inclusi  nell'area  della  d.o.c.
Piemonte  presentano  caratteristiche  differenziali  a  causa  delle
diverse formazioni geologiche dei materiali di partenza e  dell'ampia
variabilita' del clima che caratterizza un  territorio  cosi'  ampio.
Peraltro sono evidenziabili elementi di similitudine  che  dimostrano
come il pedoambiente in cui si e' diffusa la viticoltura in  Piemonte
abbia delle caratteristiche comuni che possano tipicizzarla. 
  Si ritrovano, infatti, simili processi di formazione del suolo  del
vigneto anche in aree territoriali differenti:  le  morfologie  delle
superfici viticole sono accomunate da pendenze ed esposizioni tali da
garantire il mantenimento di  tali  processi.  L'azione  di  acqua  e
gravita' ha consentito  lo  sviluppo  di  suoli  con  caratteristiche
similari anche con materiali di partenza differenti  per  geologia  e
litologia di superficie. 
  Sia nel diffuso sistema collinare  della  porzione  meridionale  di
Piemonte (con deposizioni marine a geologia sedimentaria come  marne,
sabbie e arenarie), che nelle aree settentrionali piu'  addossate  ai
rilievi    montuosi    (prevalentemente    metamorfici),    l'effetto
dell'erosione e' responsabile  di  un  continuo  ringiovanimento  del
suolo che rallenta l'evoluzione della pedogenesi. I suoli sono quindi
colluviali,   quasi   ovunque   classificabili   come   Entisuoli   o
Inceptisuoli: suoli  con  un  grado  evolutivo  assai  basso  per  il
continuo asporto/apporto di materiali indipendentemente dall'eta' del
substrato. Si tratta di suoli fortemente soggetti ad erosione che  si
rivela  utile  a:  favorire  il  drenaggio   naturale   delle   acque
meteoriche, garantire un  buon  ambiente  di  sviluppo  radicale,  ed
assicurare una morfologia dei pendii viticoli che eviti  il  contatto
con l'aria  fredda  del  fondovalle.  I  suoli  hanno  una  tessitura
variabile da franco-sabbiosa (sabbie,  arenarie,  depositi  morenici,
rocce  acide)  a  franco-limosa   (marne,   rocce   metamorfiche)   o
franco-limoso-argillosa (marne, terrazzi antichi).  La  granulometria
non eccessivamente sciolta  o  ciottolosa  consente  una  sufficiente
riserva idrica estiva, almeno nella maggior  parte  delle  annate.  I
suoli  sono  spesso  calcarei,  tranne  per  quelle  poche   porzioni
dell'area dove i processi di lisciviazione hanno potuto  operare  con
maggiore intensita', e sono  poco  dotati  in  potassio  scambiabile.
Infine, il contenuto in materia  organica  e'  modesto,  sempre  come
conseguenza dei continui asporti causati dall'erosione. 
  Il clima e' di tipo continentale, con temperature anche molto basse
in inverno - al di sotto dei 4-5 gradi - ed estati siccitose e calde,
durante le quali non di rado si superano i 35 gradi. Discrete sono le
escursioni termiche  nell'arco  della  giornata,  anche  a  causa  di
un'altitudine piuttosto  accentuata,  soprattutto  nelle  realta'  di
viticoltura di montagna. Le precipitazioni annue si attestano attorno
al 700/900 millimetri di pioggia, con una certa prevalenza nel  tardo
autunno e in primavera. 
  La vite ha da sempre, qui, rappresentato la principale coltura  per
l'eccellente qualita' della sua produzione. 
  2).Descrizione dei fattori umani rilevanti per il legame 
  Il territorio del Piemonte DOC ha antiche  tradizioni  vinicole  di
cui  esistono   testimonianze   storiche   di   notevole   importanza
soprattutto dall'epoca medievale. In un volume dedicato  alla  storia
regionale della vite e del vino  in  Piemonte,  edito  dall'Accademia
Italiana della Vite e del Vino nel 1997, e'  presentata  l'evoluzione
in un arco temporale lunghissimo e vi  sono  raccolte  documentazioni
che testimoniano il profondo legame  storico  tra  questa  regione  e
l'evoluzione della viticoltura regionale e nazionale.  E'  pero'  nel
XIX secolo che avvengono  le  evoluzioni  che  portarono  allo  stato
attuale della vitivinicoltura,  in  conseguenza,  soprattutto,  della
comparsa  di  nuove  malattie   della   vite   (oidio,   peronospora,
fillossera) che portarono a profondi cambiamenti. Il Piemonte fu  tra
le prime regioni colpite dalla fillossera, a partire dal 1879,  e  ci
volle oltre un decennio  a  comprendere  la  possibile  via  d'uscita
attraverso  l'uso  del  portainnesto  americano.  La   ricostituzione
post-fillosserica porto' ad un radicale rinnovamento  del  patrimonio
viticolo piemontese, ma in quell'occasione il Piemonte mantenne quasi
immutate le sue scelte varietali, anche  se  si  osservo'  una  certa
riduzione delle varieta' minori locali a favore della  Barbera  e  di
altri vitigni gia' noti per le loro attitudini enologiche. 
  La necessita' di studi locali, l'esigenza di maggiori informazioni,
la volonta' di migliorare la produzione  condussero  alla  fondazione
della Stazione Enologica di Asti  (R.D.  18  gennaio  1872)  e  della
Stazione Enologica Sperimentale di Gattinara (R.D. 17  maggio  1872).
L'attivita'  di  questi  istituti  fu  di  notevole  importanza   per
l'avanzamento delle conoscenze e per la formazione dei viticoltori. I
risultati dei lavori dovevano essere diffusi e pubblicati tramite gli
Annali. Nel 1881 l'esigenza di  formare  del  personale  tecnicamente
preparato e specializzato nell'ambito del  vigneto  e  della  cantina
porto' alla fondazione della Scuola di  Viticoltura  ed  Enologia  di
Alba. All'atto della sua istituzione la scuola possedeva un podere in
collina di circa sei ettari coltivato per lo piu'  a  vigna,  con  un
caseggiato rustico, una cantina, una tinaia. Il suo  primo  direttore
fu il professor Domizio Cavazza, docente preparato ed entusiasta  che
offri' un grande contributo non solo all'affermazione e ai  progressi
della Scuola, ma diede anche impulso alla  sperimentazione  di  nuove
tecniche nell'ambito della viticoltura  e  dell'enologia  locale.  La
scuola albese oltre  all'insegnamento  impartito  agli  alunni  diede
istruzioni ai viticoltori per tutte le attivita' del  settore,  dalla
vigna alla cantina. 
  Le brevi note esposte sono finalizzate a far  comprendere  come  le
scelte che hanno portato  alla  attuale  strutturazione  del  sistema
viticolo compreso nella  denominazione  di  origine  Piemonte,  siano
frutto di un processo evolutivo attento alla destinazione  dei  suoli
agrari, alla selezione delle  varieta'  piu'  adatte  agli  specifici
territori, alla adozione di pratiche viticole ed enologiche  leali  e
costanti,  tutte  volte  al  miglioramento  della   qualita'   e   al
trasferimento nel vino delle caratteristiche peculiari dell'uva e del
territorio. 
  Il   patrimonio   ampelografico   piemontese   vanta   una    forte
biodiversita'  ed  e'  caratterizzato  dalla  presenza  assolutamente
prevalente di vitigni autoctoni, che anche nella  costituzione  della
d.o.c. rappresentano la grande maggioranza. Le zone collinari a  piu'
forte vocazione, come Langhe e Monferrato, hanno visto affermarsi  la
coltivazione praticamente  esclusiva  di  vitigni  tradizionali  come
Barbera, Moscato, Dolcetto  Nebbiolo,  Cortese,  mentre  nelle  valli
alpine  sono  anche  coltivati  antichissimi  vitigni  quali  Avana',
Bequet, Avarengo. Accanto a questi hanno trovato accoglienza, in zone
particolarmente   vocate,   vitigni   di   carattere   internazionale
(Chardonnay, Merlot, Cabernet Sauvignon  e  altri)  che  ora  trovano
piena accoglienza e tutela. 
 
  B)Informazioni sulla qualita' o sulle caratteristiche del  prodotto
essenzialmente o esclusivamente attribuibili all'ambiente geografico 
  L'insieme dei fattori naturali  ed  umani  sopra  analizzati  e  la
copertura territoriale della d.o.c. Piemonte consentono l'ottenimento
di alcune categorie e tipologie di vini con peculiari caratteristiche
chimico-fisiche  e  organolettiche  (colore,  profumo  e   sensazioni
gustative). Si va infatti da vini bianchi,  a  rossi,  a  spumanti  e
passiti,  per  ognuno  dei  quali  si  puo'  descrivere  un   profilo
sensoriale caratteristico. 
  Categoria Vino (1) 
  Vini bianchi - Le condizioni ambientali  temperate  e  fresche  del
territorio della d.o.c. Piemonte consentono  la  produzione  di  vini
bianchi caratterizzati  da  colore  giallo  paglierino  piu'  a  meno
carico, dotati di notevole freschezza olfattiva, di buon  estratto  e
acidita' pronunciata. Il gusto puo' essere da secco ad  abboccato  in
funzione del tipo di vinificazione. In caso di presenza o  prevalenza
del vitigno Sauvignon i vini presentano note olfattive fruttate  piu'
intense.  Nel  caso  di  prevalenza  del  vitigno  Moscato   i   vini
presenteranno una nota aromatica olfattiva tipica che ricorda i fiori
bianchi.  I  vini  di  questa  categoria  possono  presentare  titoli
alcolometrici totali minimi  di  10  %  vol.  ,  ma  le  misure  piu'
frequenti oscillano tra 12 e 13% vol. . L'acidita' totale  minima  e'
di 4,5 g/l, con misure piu' frequenti comprese tra  5,5  e  6,5  g/l.
L'estratto non riduttore  minimo  e'  di  15  g/l,  con  misure  piu'
frequenti tra 17 e 20 g/l. 
  Vini rossi - L'intero territorio presenta una  vocazione  specifica
per la produzione di vini rossi essendo caratterizzato da terreni  di
origine diversa, ma  tutti  poco  fertili,  collinari,  con  limitata
piovosita', che garantiscono  una  adeguata  maturazione  delle  uve,
anche  per  quanto  riguarda  la  componente   fenolica.   La   forte
professionalita'  dei  viticoltori  ha  da   tempo   determinato   la
destinazione dei vigneti alle diverse varieta' in funzione delle loro
esigenze specifiche. I vini si presentano in generale di colore rosso
vivace, piu' o meno intenso, con sfumature dal violaceo al granato, a
seconda del vitigno. I profumi risultano definiti da note  di  frutti
rossi ,  talora  con  sfumature  leggermente  erbacee.  Il  gusto  e'
caratterizzato  da  acidita'  da  moderata  ad  apprezzabile,  ma  le
differenze piu' sensibili riguardano la percezione della nota tannica
che e' assai variabile a seconda del vitigno principale e puo' andare
da tenue (es. Barbera) a forte (es. Albarossa, Freisa.). Va osservato
rispetto a quanto indicato che la natura  dei  suoli,  le  condizioni
climatiche e microclimatiche delle zone viticole  piemontesi  possono
determinare espressioni varietali  di  diversa  intensita',  con  una
differenziazione sensibile del profilo finale dei  vini.  I  vini  di
questa  categoria  possono  presentare  titoli  alcolometrici  totali
minimi di 11 % vol. , ma le misure piu' frequenti oscillano tra 12  e
13% vol. . L'acidita' totale minima e' di 4,5 g/l,  con  misure  piu'
frequenti comprese tra 5,0 e 6,0 g/l. L'estratto non riduttore minimo
e' di 20 g/l, con misure piu' frequenti tra 22 e 24 g/l. 
  Vini rosati - Le condizioni  ambientali  temperate  e  fresche  del
territorio della d.o.c. Piemonte consentono  la  produzione  di  vini
rosati caratterizzati da colore da aranciato a cerasuolo, piu' a meno
carico, dotati di notevole freschezza olfattiva, di buon  estratto  e
acidita' pronunciata. Il gusto puo' essere da secco ad  abboccato  in
funzione del tipo di vinificazione. 
  I vini di questa categoria possono presentare titoli  alcolometrici
totali minimi di 10,5 % vol. , ma le misure piu' frequenti  oscillano
tra 12 e 13% vol. . L'acidita' totale  minima  e'  di  4,5  g/l,  con
misure piu' frequenti comprese tra 5,5  e  6,5  g/l.  L'estratto  non
riduttore minimo e' di 17 g/l, con misure piu' frequenti tra 17 e  19
g/l. 
  Categoria Vino spumante(4) e Vino spumante  di  qualita'  del  tipo
aromatico(6) 
  Le condizioni ambientali e pedoclimatiche in  cui  si  producono  i
vini  Piemonte  d.o.c.,  data  l'ampiezza  del  territorio,   possono
consentire una maturazione adeguata alla produzione di vini  spumanti
scegliendo opportunamente l'epoca di maturazione. Nell'intera zona di
produzione alle quote piu' basse e nelle esposizioni meno  favorevoli
esistono le migliori  condizioni  per  la  produzione  di  vini  base
spumante, caratterizzati da gradazioni alcoliche contenute,  acidita'
medio alte e buona  sapidita',  con  spuma  fine  e  persistente.  La
produzione dei vini  spumanti  avviene  mediante  rifermentazione  in
autoclave, sia per i bianchi, sia per i rosati, sia per i rossi.  Nel
caso in cui vengano utilizzati vitigni aromatici, quale il Brachetto,
si ottiene uno spumante rosso di media intensita'  talvolta  tendente
al cerasuolo, dal sapore delicato, piu' o meno  dolce,  con  evidente
componente   profumata   aromatica   caratteristica,    delicatamente
muschiata. 
  I vini di questa categoria possono presentare titoli  alcolometrici
totali minimi di 10,5 % vol. , ma le misure piu' frequenti  oscillano
tra 12 e 13% vol. . L'acidita' totale  minima  e'  di  5,0  g/l,  con
misure piu' frequenti comprese tra 5,5  e  6,5  g/l.  L'estratto  non
riduttore minimo e' di 17 g/l nei bianchi,  20  g/l  nei  rossi.  con
misure piu' frequenti tra 17 e 20 g/l. Il residuo  di  zuccheri  puo'
essere da nullo (pas dose') a medio (demi-sec) fino  al  dolce  (come
l'aromatico Brachetto). 
 
  Categoria Vino frizzante(8) 
  Le condizioni ambientali e pedoclimatiche in  cui  si  producono  i
vini Piemonte d.o.c. possono consentire una maturazione adeguata alla
produzione di vini frizzanti. Questa tipologia di vini ha  una  lunga
tradizione in Piemonte e  per  essi  sono  utilizzati  principalmente
vitigni storici piemontesi. I vini sono caratterizzati da  gradazioni
alcoliche medio  alte,  acidita'  contenute  e  buona  sapidita'.  La
presenza di una leggera effervescenza, unita ad  un  modesto  residuo
zuccherino,  consente  di  esaltare  la  percezione   di   sensazioni
fruttate. La produzione dei vini frizzanti avviene  mediante  leggera
rifermentazione in autoclave, sia per i bianchi, sia  per  i  rosati,
sia per i rossi. Tutto il territorio compreso nella d.o.c. si  presta
alla produzione di questa tipologia di vino. 
  I vini di questa categoria possono presentare titoli  alcolometrici
totali minimi di 10,0 % vol. , ma le misure piu' frequenti  oscillano
tra 11 e 12% vol. . L'acidita' totale  minima  e'  di  4,5  g/l,  con
misure piu' frequenti comprese tra 5,5  e  6,5  g/l.  L'estratto  non
riduttore minimo e' di 15 g/l nei bianchi,  20  g/l  nei  rossi,  con
misure piu' frequenti tra 17 e 22 g/l. 
 
  Passiti - Categoria Vino(1), Vino ottenuto da uve  appassite(15)  e
Vino di uve stramature(16) 
  L'intero  territorio  presenta  una  vocazione  specifica  per   la
produzione  di  vini  ad   elevata   gradazione   alcolica,   ma   le
caratteristiche di forte intensita' olfattiva, elevata  corposita'  e
dolcezza possono essere esaltate da un periodo di appassimento  sulla
pianta o in fruttaio. In questo caso si  ottiene  una  concentrazione
del colore, che diventa molto intenso, ed una forte modificazione del
carattere tannico, che diventa intenso e  avvolgente,  conferendo  al
vino grande struttura e longevita'. Le sensazioni saranno modulate  o
seconda   del   grado   di   appassimento.   Nella   tipologia   vino
l'appassimento e' piu' moderato e consente solamente una attenuazione
dell'acidita' ed un certo  ammorbidimento.  Nella  tipologia  di  uve
stramature  la  concentrazione  e'  maggiore  ed   e'   presente   un
avvertibile residuo di zucchero. Nella categoria da uve appassite  la
gradazione alcolica e' molto alta, evidente il residuo  di  zuccheri,
la componente tannica molto ammorbidita. 
  Nel caso in cui vengano utilizzati vitigni aromatici si ottiene una
forte esaltazione della componente profumata caratteristica. 
  I  vini  Piemonte   rosso   passito   possono   presentare   titoli
alcolometrici totali minimi di 16 % vol. (di cui  almeno  9%  svolto)
per la categoria vino da uve appassite, 15% vol. di  cui  almeno  12%
svolto) per la categoria vino di uve stramature, 13,00% vol. (di  cui
almeno 10,50% svolto) per la categoria vino. L'acidita' totale minima
e' di 4,5 g/l. L'estratto non riduttore minimo e' di  25  g/l  per  i
passiti di uve appassite e di uve stramature, di 23 g/l per i passiti
della categoria vino. 
  I  vini  Piemonte  bianco   passito   possono   presentare   titoli
alcolometrici totali minimi di 16 % vol. (di cui  almeno  9%  svolto)
per la categoria vino da uve appassite, 15% vol. di  cui  almeno  12%
svolto) per la categoria vino di uve stramature, 13,00% vol. (di  cui
almeno 10,50% svolto) per la categoria vino. L'acidita' totale minima
e' di 4,5 g/l. L'estratto non riduttore minimo e' di  22  g/l  per  i
passiti di uve appassite e di uve stramature, di 20 g/l per i passiti
della categoria vino. 
  I  vini  Piemonte  barbera  passito   possono   presentare   titoli
alcolometrici totali minimi di 16 % vol. (di cui  almeno  9%  svolto)
per la categoria vino da uve appassite, 15% vol. di  cui  almeno  12%
svolto) per la categoria vino di uve stramature, 13,00% vol. ( di cui
almeno 10,50 % svolto)  per  la  categoria  vino.  L'acidita'  totale
minima e' di 4,5 g/l. L'estratto non riduttore minimo e'  di  26  g/l
per i passiti di uve appassite e di uve stramature, di 24 g/l  per  i
passiti della categoria vino. 
  C) Descrizione dell'interazione causale fra  gli  elementi  di  cui
alla lettera A) e quelli di cui alla lettera B). 
  La  DOC  Piemonte  abbraccia  tutta  la   viticoltura   piemontese,
localizzata per circa il 90% nella fascia collinare a sud  del  fiume
Po e per la restante parte nella striscia prealpina che a ovest  e  a
nord della regione si frappone tra la montagna e la pianura padana. 
  La viticoltura e' praticata in Piemonte da epoca romana e a cavallo
tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo il Piemonte era la  prima
regione italiana per la produzione di vino. La D.O.C. Piemonte  offre
tradizionalmente una notevole varieta'  di  tipologie  attraverso  la
numerosita' dei vitigni per  la  maggior  parte  autoctoni,  i  quali
permettono  di  variegare  molto  la  gamma  dei  suoi  vini   e   di
rappresentare pienamente una cosi' vasta area di produzione. 
  I  vini  prodotti   in   questa   zona   viticola   dimostrano   la
particolarita' del territorio poiche' coniugano da  un  lato  fattori
naturali propizi ad un'originale  espressione  del  potenziale  della
vendemmia  con  i  suoli  ed  un  clima  temperato  continentale  con
escursioni termiche favorenti un'ottima maturazione delle  uve,  come
l'espressione equilibrata delle variegate componenti  e  sentori  dei
vini. Nella produzione di  vini  passiti  le  condizioni  geografiche
delle zone delimitate dalla DOC. sono determinanti. Infatti oltre  ad
ottenere una perfetta  maturazione,  sono  necessarie  le  condizioni
ideali  per  un  appassimento  in  fruttaio  che  richiedono,   bassa
umidita', forte escursione termica e una discreta ventilazione. Nella
stagione autunnale le zone del  Piemonte  DOC  ,  tutte  collinari  o
pedemontane, sono caratterizzate da forti escursioni termiche tra  il
giorno e la notte, ed anche riscaldamenti  da  insolazione  superiori
nella zona  pedemontana  rispetto  alla  pianura,  che  determina  al
tramonto,  una  circolazione  naturale  dell'aria  ben  conosciuta  e
provata dalla assenza di nebbia, invece spesso presente nella pianura
padana in tale stagione. 
  La denominazione di origine Piemonte quindi e' la  rappresentazione
del profondo attaccamento alla coltivazione della vite in un'area  di
antica tradizione in cui l'uomo ha lavorato con fatica e maestria per
valorizzare il patrimonio storico e naturale esistente abbinandolo ad
una  sapiente  innovazione  enologica,  rendendo  possibile  un'ampia
diversificazione produttiva, tramandando nel tempo la  notorieta'  ed
il valore di un territorio unico, cosi' come l'originalita' dei  suoi
vini.