(Allegato)
 
               ALLEGATO PRESCRIZIONI E RACCOMANDAZIONI 
 
    Sommario 
    1 Prescrizioni 
    1.1 Prescrizioni relative agli aspetti progettuali 
    1.1.1 Aspetti generali 
    1.1.2 Aspetti stradali 
    1.1.3 Aspetti ambientali 
    1.1.4 Aspetti archeologici 
    1.1.5 Aspetti relativi ai beni culturali e al paesaggio 
    1.1.6 Aspetti relativi al piano di monitoraggio ambientale 
    1.1.7 Aspetti relativi alle strutture 
    1.1.8 Aspetti relativi alla cantierizzazione 
    1.1.9 Aspetti relativi al piano di gestione delle terre 
    1.1.10 Aspetti idraulici 
    1.1.11 Aspetti geologici ed idrogeologici 
    1.1.12 Aspetti geotecnici 
    1.1.13 Aspetti relativi agli espropri e alle interferenze 
    1.1.14 Aspetti relativi alla bonifica di ordigni bellici 
    1.1.15 Aspetti relativi agli impianti 
    1.1.16 Aspetti relativi ai piani di sicurezza 
    1.1.17 Aspetti economici ed amministrativi 
    2 Raccomandazioni 
    3 Indicazioni per la fase di verifica delle prescrizioni 
 
                              Premessa 
 
    Il presente documento, che forma parte integrante della  delibera
di  approvazione  del  progetto  relativo  all'intervento  denominato
«Itinerario Caianello (A1) - Benevento. Adeguamento a quattro  corsie
della SS 372 «Telesina» dal km 0+000 al km 60+900. Lotto  1:  dal  km
37+000 (Svincolo di S. Salvatore Telesino) al km 60+900 (Svincolo  di
Benevento).» riepiloga le prescrizioni e le raccomandazioni cui detta
approvazione resta subordinata. 
 
1. Prescrizioni. 
 
    Le prescrizioni che seguono, raggruppate, per  quanto  possibile,
secondo i vari ambiti di applicazione, risultano dall'esame  compiuto
sugli atti  emessi  nel  corso  del  procedimento  approvativo  dalle
amministrazioni e dagli enti interessati. Detto esame,  i  cui  esiti
sono  sintetizzati  nel  documento  foglio  condizioni,  ha   portato
all'esclusione delle  prescrizioni  non  pertinenti  l'intervento  in
questione o non accettabili o gia'  assolte  ed  alla  riformulazione
delle altre nei termini seguenti. 
 
    1.1. Prescrizioni relative agli aspetti progettuali. 
    1.1.1 Aspetti generali. 
    1.1.1.1 Sviluppare il  progetto  esecutivo  tenendo  conto  delle
valutazioni e raccomandazioni di cui al parere del CSLLPP  e  dandone
riscontro in una apposita relazione illustrativa da inserire tra  gli
elaborati del progetto esecutivo. 
    1.1.1.2  Il  progetto  esecutivo  dovra'  essere  sottoposto   al
Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per
la verifica della completa ottemperanza delle  prescrizioni  ad  oggi
ritenute non ottemperate  o  parzialmente  ottemperate,  prima  della
successiva fase di attuazione. 
    1.1.2 Aspetti stradali. 
    1.1.2.1 Si raccomanda  che  le  scelte  progettuali  operate  per
dimensionare  le   corsie   specializzate   degli   svincoli   e   le
pavimentazioni siano corroborate da una piu' dettagliata  e  completa
analisi del traffico atteso,  tenendo  conto  degli  effetti  che  il
progetto produce sulle previsioni di traffico e sulla sicurezza delle
intersezioni e del deflusso veicolare. 
    1.1.2.2 Sia effettuata anche nella  successiva  fase  progettuale
una  verifica  della  geometria  complessiva   degli   elementi   che
compongono  il  tracciato  al  fine  di  valutare,  ove   necessario,
ulteriori  misure  di  sicurezza  aggiuntive   quali,   ad   esempio,
segnaletica  verticale  ed  orizzontale   integrative,   sistemi   di
monitoraggio del traffico, sistemi di controllo delle velocita'. 
    1.1.2.3 Siano eseguite le verifiche di visibilita' per il  cambio
di corsia ed aggiornata la relazione  di  sicurezza  ex  art.  4  del
decreto ministeriale del 22 aprile 2004 per la verifica e validazione
del progetto da appaltare. 
    1.1.2.4 Dovra' essere valutata, in carreggiata  nord  all'innesto
con la sede a 4 corsie esistente della SS 273 in corrispondenza dello
svincolo di «Benevento», l'opportunita' di garantire  la  visibilita'
con velocita' di progetto di almeno 100 km/h in  continuita'  con  la
carreggiata gia' esistente. 
    1.1.2.5 Si raccomanda di porre particolare attenzione  al  tronco
parallelo  della  corsia  di  immissione  in  carreggiata  sud  dello
svincolo  di  «Solopaca»,  la  cui  lunghezza  di  99  m,   ancorche'
verificata  in  termini  strettamente  analitici,   rappresenta   una
criticita'  soprattutto  in  considerazione  del  fatto  che  al  suo
termine, in corrispondenza del tronco di manovra, e presente un'opera
d'arte di scavalco dell'asse principale. 
    1.1.2.6  Si  richiede  che  siano  esplicitati  i  calcoli  e  le
assunzioni effettuate per determinare la minimizzazione dei  costi  e
la riduzione  dei  tempi  di  percorrenza,  nei  diversi  scenari  di
analisi, che hanno  condotto  alla  soppressione  dello  svincolo  di
«Cerreto Sannita» e il mantenimento dello svincolo di «San  Salvatore
Telesino». 
    1.1.2.7 Sia adeguata la viabilita' di collegamento agli  svincoli
di accesso alla SS 372 della sede stradale di via Pugliano sia a nord
che a sud dello svincolo di Castelvenere. 
    1.1.2.8 Nella «Relazione  tecnica  del  progetto  stradale»,  nel
paragrafo previsto dall'art. 4 del decreto ministeriale del 22 aprile
2004, devono essere esplicitati i valori relativi agli scenari futuri
di traffico e le modalita'  di  stima  del  TGM  nel  passaggio  alla
sezione di tipo B. 
    1.1.2.9 Si dovra' redigere una specifica relazione tecnica  della
pavimentazione stradale in cui il dimensionamento  del  pacchetto  di
pavimentazione  stradale  sia   supportato   da   calcoli   rigorosi,
ricorrendo eventualmente a metodi di dimensionamento razionale. 
    1.1.2.10 La previsione della realizzazione di manto di usura  con
conglomerato   bituminoso   di   tipo   drenante-fonoassorbente   sia
supportato da specifici calcoli funzionali e si prevedano, nelle zone
piu' critiche dove sia possibile la formazione di  ristagni  d'acqua,
eventuali dreni sotto-superficiali o altri sistemi che minimizzino il
rischio di affioramento dell'acqua. 
    1.1.2.11 Prevedere un  collegamento  diretto  all'area  PIP  c/da
Olivola, che possa consentire un agevole collegamento alla Fondovalle
Vitulanese, arteria di livello Regionale e alle aree  della  prevista
Piattaforma Logistica individuata dal PUC. 
    1.1.2.12  Prevedere,  per  il  collegamento  con  la   strada   a
scorrimento veloce «Fondovalle  Vitulanese»  in  corrispondenza  allo
svincolo  di  Benevento  una  adeguata  connessione  alla  «Via  Enzo
Ferrari» (raccordo  con  Area  PIP  della  citta'  di  Benevento)  in
entrambe le direzioni Benevento-Caianello. 
    1.1.2.13 Conservare l'attuale svincolo esistente in localita' San
Tommaso di Castelvenere e denominare il medesimo svincolo attualmente
esistente in localita' San Tommaso quale  uscita  «Castelvenere»,  in
quanto  esso  e'  ubicato  interamente  nel  territorio  comunale  di
Castelvenere. 
    1.1.2.14 Prevedere,  al  fine  di  incanalare  il  traffico  gia'
sostenuto, una  rotonda  sulla  strada  provinciale  Telese  Terme  -
Cerreto Sannita,  a  supporto  del  medesimo  svincolo  esistente  in
localita' San Tommaso e che permetta  un  sicuro  e  agevole  accesso
nell'area artigianale/ricettiva del Comune di Castelvenere. 
    1.1.2.15 Prevedere  il  prolungamento  della  contro-strada  fino
all'innesto con la strada provinciale Paupisi  -  Solopaca  lungo  le
particelle 1371-1666-1665, con pendenza analoga e  congrua  a  quella
della   strada   comunale   esistente,   anche   in    considerazione
dell'importanza della stessa che collega lo svincolo di  Paupisi  con
la zona PIP in contrada Pretara,  che  nelle  previsioni  progettuali
(tav. 10 - Espropri, Nome File TOO_ESOO_ESP PC10 e Tav.  Adeguamento,
Nome File SOO_PS17_TRA_PF01) termina nelle particelle  1144-1542  del
foglio di mappa  n.  2,  immettendosi  su  una  strada  comunale  con
larghezza di dimensioni limitate (3 metri) e con  pendenza  superiore
al 30%. Tale ipotesi progettuale, infatti, e'  del  tutto  inadeguata
per consentire il  transito  di  mezzi  pesanti,  che  verosimilmente
debbano raggiungere la strada provinciale  e  l'area  PIP  in  c.  da
Pretara, uscendo dallo svincolo di Paupisi. 
    1.1.2.16 Ripristino dello svincolo in localita' San Tommaso e  la
previsione di una rotonda sulla Strada  Provinciale  Telese  Terme  -
Cerreto Sannita, a supporto dello svincolo stesso. 
    1.1.2.17  Prolungare  la  contro-strada  che   nelle   previsioni
progettuali termina nella particella 614 del foglio  di  mappa  n.  1
fino all'innesto con la Strada Provinciale Paupisi - Solopaca. 
    1.1.2.18 Ripristino viabilita' di accesso al costruendo raddoppio
nel Comune di Vitulano. 
    1.1.2.19 Prevedere l'adeguamento  dei  sottopassi  esistenti  nel
territorio di Vitulano. 
    1.1.2.20  Nel  Comune  di  San   Salvatore   Telesino,   valutare
interventi volti ad incrementare la sicurezza in corrispondenza  agli
accessi degli  esercizi  commerciali  in  corrispondenza  all'attuale
intersezione tra le  rampe  di  svincolo  con  la  SP  San  Salvatore
Telesino/Amorosi, anche con sistemazioni a rotatoria. 
    1.1.2.21  Prevedere  il  mantenimento  e  l'adeguamento  di  ogni
cavalcavia e sottopasso esistente,  unitamente  alla  regimentazione,
convogliamento e smaltimento delle acque pluviali raccolte  dall'asse
stradale nel territorio del Comune di San Salvatore Telesino. 
    1.1.2.22 Tra lo svincolo San Salvatore  Telesino  e  lo  svincolo
Pugliano verificare la  possibilita'  di  realizzare  interventi  per
risolvere  il  disagio  per  alcune   abitazioni   conseguente   alla
deviazione della provinciale per effetto dell'allargamento,  compresa
la realizzazione di una tratta in trincea. 
    1.1.2.23 Realizzare una viabilita'  complanare  che  consenta  il
collegamento tra la SP 79 e la SP 83  nel  Comune  di  San  Salvatore
Telesino. 
    1.1.2.24  Siano  rispettate  le  disposizioni   contenute   nella
circolare dello Stato Maggiore della Difesa  n.  146/394/4422  del  9
agosto 2009, «Opere  costituenti  ostacolo  alla  navigazione  aerea,
segnaletica e rappresentazione cartografica», la quale, ai fini della
sicurezza di voli a bassa quota, impone obblighi gia' con riferimento
ad opere: di tipo verticale con altezza dal piano di campagna  uguale
o superiore a 15 metri (60 metri nei centri abitati); di tipo lineare
con altezza dal piano di campagna uguale o superiore a 15  metri;  di
tipo lineare costituite da elettrodotti a partire da 60KV. 
    1.1.2.25 Sia osservato quanto disposto dal  decreto  ministeriale
LL.PP. del 4 maggio 1990 e successive  modificazioni,  per  eventuali
sottopassi di altezza libera inferiore a 5 metri. 
    1.1.3 Aspetti ambientali. 
    1.1.3.1 Si dovranno sviluppare gli interventi  di  mitigazione  e
compensazione, secondo le indicazioni presenti nello studio d'impatto
ambientale,  nella  valutazione  di  incidenza  e  nelle   successive
integrazioni e di quanto  oggetto  delle  presenti  prescrizioni,  in
coerenza con gli  ambiti  di  interesse  naturalistico/paesaggistico,
dettagliandone la localizzazione,  la  tipologia,  le  modalita'  di'
esecuzione e i  costi  analitici,  evidenziando  le  relazioni  ed  i
rapporti con eventuali indicazioni  di  tutela  della  pianificazione
vigente; gli interventi di mitigazione e compensazione  non  dovranno
eccedere il 2% del valore dell'opera. 
    1.1.3.2 Per cio' che attiene alle acque superficiali, si dovranno
approfondire gli studi sul rischio idraulico per i cantieri  previsti
nelle localita' Torricelle, Pantano, Selva di Sotto, Maria  Cristina,
Romano-Scauzuni e, dopo avere  determinato  la  qualita'  e  gli  usi
attuali delle acque nei  corpi  idrici  (ivi  compresa  la  vocazione
naturale e le caratteristiche del trasporto solido),  adottare  tutte
le misure necessarie per prevenire le modificazioni  peggiorative  ed
eventualmente definire gli interventi di  mitigazione  e  l'effettiva
possibilita' di utilizzare tecniche di ingegneria naturalistica. 
    1.1.3.3 Si dovra' approfondire, almeno per le quattro  aree  piu'
significative gia' individuate, lo studio e la caratterizzazione  del
clima acustico estendendolo anche alle ore notturne,  per  verificare
l'efficacia delle  barriere  acustiche  e,  nel  caso,  adeguare  gli
interventi di mitigazione previsti. 
    1.1.3.4  Si  dovranno  studiare  gli   effetti   prodotti   dalle
vibrazioni,   individuando   le   aree   particolarmente   sensibili,
effettuando le  apposite  misure  dello  stato  vibrazionale  attuale
(norma ISO 2631), prevedendo  le  eventuali  variazioni  in  fase  di
cantiere  e  di  esercizio  ed  adottando  le  relative   misure   di
mitigazione. 
    1.1.3.5 Il proponente provvedera' ad aggiornare il cronoprogramma
dei lavori, che tenga conto degli eventuali elementi di  novita'  che
emergeranno nel corso della progettazione esecutiva e di  ogni  altra
variazione che potra' prevedibilmente scaturire durante le  procedure
di approvazione presso gli enti e le autorita' citati a vario  titolo
nel  presente  quadro  prescrittivo,   con   l'estrapolazione   delle
tempistiche operative relative  alla  realizzazione  delle  opere  di
compensazione. 
    1.1.3.6 Le opere di compensazione, preliminarmente alla redazione
del progetto esecutivo, dovranno essere dettagliate  qualitativamente
e quantitativamente di concerto con tutti gli  enti  territorialmente
competenti. 
    1.1.3.7 Integrare lo studio della componente atmosfera con: 
      a) dati, climatologici e di qualita' dell'aria, piu' recenti  e
relativi a localita' della tratta in oggetto derivanti da campagne di
misurazione della qualita' dell'aria e della climatologia ante operam
eseguite nel territorio attraversato dalla strada in esame; 
      b) valutazioni delle conseguenze  sui  limiti  di  legge  della
qualita' dell'aria in conseguenza  del  maggior  carico  emissivo  in
seguito al raddoppio della strada, considerati  anche  i  superamenti
rilevati nel 2014 nella zona di Benevento; 
      c) valutazioni quantitative sulla qualita' dell'aria in fase di
cantiere e conseguenti misure di mitigazione delle emissioni. 
    1.1.3.8 Nel tratto dal km 42+000 al  km  43+000.  Compatibilmente
con le esigenze tecniche connesse alla realizzazione dell'opera e  in
ogni  caso  previa  sottoposizione  del   progetto   esecutivo   alla
competente Soprintendenza, individuare soluzioni alternative  tese  a
moderare il consumo di  suolo  e  le  conseguenziali  alterazioni  al
tessuto   agrario-produttivo.    Lungo    il    tratto    interessato
dall'intervento di ricucitura a verde (v. tipologico G) e' necessario
prevedere almeno due interventi per  il  passaggio  della  fauna  (v.
tipologico F). 
    1.1.3.9 Si realizzino opere  e  presidi  volti  alla  mitigazione
dell'inquinamento acustico. 
    1.1.3.10 Si raccomanda un aumento delle tipologie  di  interventi
di ripristino vegetazionale con  l'aggiunta  della  roverella  e  del
cerro  dove  presenti  e,  inoltre,  l'adozione  di  interventi  tesi
all'eliminazione della robinia che  risulta  abbondante  ed  invasiva
lungo tutto il percorso della statale. 
    1.1.3.11   Prevedere   particolari   costruttivi   e    modalita'
realizzative  dei   manufatti   coerenti   con   gli   strumenti   di
pianificazione della tutela delle aree protette  e  degli  ambiti  di
interesse naturalistico/paesaggistico interessati  dalle  opere,  con
particolare attenzione  agli  ambiti  di  attraversamento  dei  corsi
d'acqua,  privilegiando  il  ricorso   a   tecniche   dell'ingegneria
naturalistica. 
    1.1.3.12 Effettuare una ricucitura con  la  vegetazione  naturale
esistente  attraverso  la  realizzazione  di  fasce   e   nuclei   di
vegetazione e riqualificare le aree di intervento dal punto di  vista
ecologico-funzionale. 
    1.1.3.13 Compensare l'occupazione di suolo provocata dalla  messa
in opera del tracciato di progetto e dalla  predisposizione  di  aree
per lo svolgimento delle attivita' di cantiere. 
    1.1.3.14 Garantire una buon livello di permeabilita' territoriale
per  i  popolamenti  faunistici,   in   corrispondenza   dei   varchi
sull'infrastruttura. 
    1.1.3.15 Al fine di evitare rischi di  inquinamento  delle  acque
sotterranee,  preferire,  laddove  siano   presenti   falde   idriche
superficiali e per la fase di realizzazione delle opere di fondazione
(es.  viadotti  e  altre  strutture),  l'utilizzo  di  sostanze  poco
impattanti sulla falda idrica sotterranea. 
    1.1.3.16 Al termine dei lavori per tutte  le  aree  di  cantiere,
ripristinare lo stato dei luoghi al primitivo decoro, non  escludendo
opere di piantumazione e di rimboschimento. 
    1.1.3.17 Assicurare corridoi protetti  di  attraversamento  della
fauna in numero, forma e  dimensioni  adeguati,  a  salvaguardia  dei
fragili equilibri ecologici del territorio. 
    1.1.3.18 Anticipare nel programma lavori, per  quanto  possibile,
la  realizzazione  delle  opere  di   mitigazione   e   compensazione
ambientale in modo da assicurarne l'ultimazione prima dell'entrata in
esercizio dell'infrastruttura, anche al fine di preservare,  in  fase
di cantiere, la funzionalita' della rete ecologica esistente. 
    1.1.3.19 Definire azioni mirate alla salvaguardia delle  aree  ad
uso agricolo e delle  aziende  agricole  interferite,  valorizzandone
tutte le componenti (aree, infrastrutture, edifici,  ecc.),  in  modo
tale da evitarne il depauperamento e/o  l'abbandono.  Tale  obiettivo
potrebbe essere conseguito: 
      a) perseguendo  intese  con  i  proprietari/gestori  dei  fondi
agricoli per la rinaturalizzazione di aree residuali (nell'ambito  di
operazioni di ricomposizione fondiaria); 
      b) riservando risorse finanziarie alla promozione  di  prodotti
locali di qualita' ed alla realizzazione di piccole  reti  ecologiche
locali con valenza educativa e di servizi  innovativi  allo  sviluppo
sostenibile. 
    1.1.3.20 Gli impianti di illuminazione dovranno essere realizzati
ai sensi della legge regionale n. 12 del 2007, che persegue obiettivi
di contenimento dell'inquinamento luminoso e del consumo energetico. 
    1.1.3.21 Onde garantire la  tutela  di  suolo  e  sottosuolo,  il
proponente dovra' verificare l'assenza di contaminazioni nei  terreni
occupati dai cantieri. 
    1.1.4 Aspetti archeologici. 
    1.1.4.1 Per quanto riguarda il piano di indagini,  gia'  valutato
dalla competente soprintendenza (rif. nota n. 12631 dell'8  settembre
del 2017) da eseguire prima della redazione del  progetto  esecutivo,
quale campagna di esplorazione archeologica preventiva,  in  ossequio
all'ex art. 95 del decreto legislativo n. 163 del 2006 (Codice  degli
appalti) e art. 25  del  decreto  legislativo  n.  50  del  2016,  da
condurre per l'intero tracciato, come scaturito dalla  nota  n.  3866
del 7 febbraio 2019 della Direzione generale archeologia belle arti e
paesaggio  del  MiBAC,  dovra'   essere   rimodulato   e   sottoposto
all'approvazione  della  soprintendenza.  Tale  rimodulazione  dovra'
essere effettuata in conformita' a quanto deciso nel  tavolo  tecnico
svolto in data 29  maggio  2019  e  relativo  verbale,  e  sottoposta
preventivamente alla competente soprintendenza per l'approvazione. 
    1.1.4.2 I lavori di scavo archeologico dovranno  essere  eseguiti
da ditte specializzate in possesso della  categoria  OS25  per  scavi
archeologici. L'assistenza scientifica dovra'  essere  assicurata  da
archeologi professionisti accreditati il cui curriculum dovra' essere
sottoposto  a  preventiva  approvazione   di   della   soprintendenza
archeologia belle arti e paesaggio  per  le  Province  di  Caserta  e
Benevento. 
    1.1.4.3 I tempi e  le  modalita'  di  esecuzione  delle  indagini
archeologiche  e  gli  standard  di  documentazione  dovranno  essere
concordati  con  la  soprintendenza  competente.  A   seguito   della
conclusione  di  dette  indagini,  propedeutiche  alla  progettazione
esecutiva,  il  progetto   dell'opera   potra'   subire   conseguenti
modifiche; per l'esecuzione delle indagini dovra' essere impiegato un
mezzo  meccanico  di   dimensioni   adeguate   alle   caratteristiche
dell'intervento, attrezzato con benna liscia,  che  dovra'  procedere
con scavo cauto per livelli successivi e le pareti dei saggi dovranno
essere adeguatamente pulite con la messa in evidenza dei vari  strati
antropici e/o naturali e dovra' essere  prodotta  una  documentazione
grafica  e  fotografica.  Nel  caso  di  rinvenimento   di   evidenze
archeologiche  le  indagini  dovranno  essere  condotte  con   metodo
stratigrafico  secondo  le  indicazioni  impartite  dal   funzionario
archeologo competente e  la  documentazione,  da  consegnare  sia  in
formato cartaceo sia  in  formato  digitale,  dovra'  essere  redatta
secondo gli standard dell'ICCD. 
    1.1.4.4  Nel   caso   di   ritrovamenti   archeologici   la   cui
conservazione non dovesse essere  compatibile  con  la  realizzazione
delle opere previste in progetto,  la  Soprintendenza  competente  si
riserva di richiedere specifiche  varianti  finalizzate  alla  tutela
delle preesistenze archeologiche. 
    1.1.4.5 Nel caso vengano effettuati rinvenimenti archeologici, al
fine  di  garantirne  la  tutela,  potranno  essere  richiesti  dalla
soprintendenza competente ampliamenti dei saggi di scavo e del numero
di operatori  impiegati  nelle  attivita'  di  cantiere  compreso  la
presenza di specifiche professionalita', come un antropologo nel caso
di ritrovamento di contesti funerari e di un archeologo addetto  alla
catalogazione dei reperti rinvenuti. 
    1.1.4.6 Tutto il materiale archeologico rinvenuto  dovra'  essere
consegnato  alla  soprintendenza  adeguatamente  lavato,  siglato   e
all'interno di adeguati contenitori, salvo il rispetto di  specifiche
esigenze di tutela. 
    1.1.4.7 Qualora nel corso dei lavori si intercettassero strutture
e/o   depositi   archeologici,   dovra'   esserne   data    immediata
comunicazione alla competente soprintendenza che disporra'  eventuali
maggiori scavi per valutare l'entita' e Io sviluppo planimetrico  del
deposito  archeologico  al  fine  di   valutare   la   compatibilita'
dell'opera da realizzare con la tutela archeologica. 
    1.1.4.8 L'inizio dei  lavori  e  i  nominativi  degli  archeologi
incaricati dovranno  essere  comunicati  con  congruo  anticipo  alla
competente  soprintendenza  al  fine   di   predisporre   l'opportuno
programma di vigilanza dei lavori. 
    1.1.5 Aspetti relativi ai beni culturali e al paesaggio. 
    1.1.5.1  Si  sviluppino  interventi  d'inserimento  paesaggistico
delle opere d'arte  principali  e  secondarie  dell'infrastruttura  e
della viabilita' locale interessata, ponendo  particolare  attenzione
alla qualita' architettonica dei manufatti, delle barriere  acustiche
e delle aree tecniche. 
    1.1.5.2 Valorizzare  gli  ambiti  territoriali,  attraversati,  e
assicurare  l'inserimento  paesaggistico  dell'opera,  sia  lungo  il
tracciato  sia  in  corrispondenza  delle  aree  di  svincolo  ed  in
particolare: 
      a) nel tratto di inizio al km 37+000.  Svincolo  San  Salvatore
Telesino: dovranno essere inseriti interventi  di  schermatura  dello
svincolo mediante fasce filtro costituite da filari arboreo arbustivi
(v. tipologico B) lungo le corsie di  accelerazione  e  decelerazione
con prosecuzione sui lati esterni  delle  rispettive  rampe  fino  al
congiungimento con la viabilita' ordinaria,  compatibilmente  con  le
esigenze di visibilita' da garantire per la sicurezza stradale  e  in
ogni  caso  previa  sottoposizione  del   progetto   esecutivo   alla
competente Soprintendenza. In  tutte  le  aree  interne  ai  raccordi
dovra' essere previsto l'intervento denominato «tipologico D»; 
      b)  nel  tratto  dal  km  38+000  al  km  39+000.  Svincolo  di
Castelvenere: dovranno  essere  inseriti  interventi  di  schermatura
dello svincolo mediante fasce filtro  costituite  da  filari  arboreo
arbustivi (v. tipologico  B)  lungo  le  corsie  di  accelerazione  e
decelerazione con prosecuzione  sui  lati  esterni  delle  rispettive
rampe  fino   al   congiungimento   con   la   viabilita'   ordinaria
compatibilmente con le esigenze di visibilita' da  garantire  per  la
sicurezza stradale e in ogni caso previa sottoposizione del  progetto
esecutivo alla competente soprintendenza. In tutte le aree interne ai
raccordi dovra' essere previsto l'intervento  denominato  «tipologico
D». Dovra', inoltre, essere  valutata,  d'intesa  con  la  competente
soprintendenza,  la  possibilita'  di   impiegare   ai   fini   della
cantierizzazione l'area di cantiere in corrispondenza dello  svincolo
di Castelvenere sul lato opposto a quello previsto in  progetto  allo
scopo di ridurre l'impatto paesaggistico nella fase di  realizzazione
dell'opera. 
      c) nel tratto dal km 39+000 al km 41+000. Valutare il raddoppio
degli interventi per il passaggio della fauna (v. tipologico F),  per
garantire il mantenimento del livello di bio-diversita' presente  nel
contesto paesaggistico; 
      d) nel  tratto  dal  km  41+000  al  km  42+000.  Prevedere  la
ricucitura del verde (v. tipologico G) con l'area boschiva a  ridosso
della piazzola di sosta ubicata a valle del nuovo viadotto «Seneta»; 
      d)-bis. nel tratto dal Km 42+000  al  Km  43+000.  Svolgere  un
approfondimento   progettuale,    d'intesa    con    la    competente
Soprintendenza, volto a verificare la  possibilita'  di  ridurre  e/o
mitigare il consumo di suolo e le  alterazioni  del  tessuto  agrario
indotti dal progettato sdoppiamento della sede stradale; 
      e) nel tratto dal km 45+000 al km 46+000. Per il nuovo viadotto
«Maria Cristina» posizionato  in  corrispondenza  dell'omonimo  ponte
storico, si dovra' provvedere, in fase di progettazione esecutiva, un
approfondimento progettuale volto alla  riduzione  del  numero  delle
campate, affinche'  le  pile  non  incidano  con  l'area  circostante
l'opera oggetto di tutela. La lunghezza delle campate  dovra'  essere
almeno  come  da  documentazione  allegata  da  Anas  con  nota  CDG-
0427181-P del 22 luglio 2019, mantenendo  in  linea  di  massima  «in
filo» le pile nuove e  le  vecchie.  Dovranno  essere  predisposte  e
attuate, a titolo di opere compensative, azioni di riqualificazione e
valorizzazione dell'area, nonche' di conservazione e  restauro  degli
elementi architettonici dell'antico ponte pensile di Solopaca. 
    In particolare, gli elementi storici del ponte borbonico  sospeso
con catene (pilastri, leoni, ecc.), realizzato tra il 1832 e il  1835
su progetto di Luigi Giura, poi  successivamente  alterati  dopo  gli
eventi   bellici,   saranno   riposizionati   sulla   base   di   una
ricomposizione storica del manufatto condotta, anche,  con  l'ausilio
di disegni e immagini d'epoca, come da elaborati  trasmesso  da  Anas
con nota prot. CDG-0427181-P del 22 luglio  2019,  repertoriati  agli
atti della competente Direzione generale del MIT  in  pari  data  con
prot. n. 8689. Si dovra' altresi' provvedere: alla sistemazione delle
aree a verde e dei percorsi  pedonali;  al  restauro  degli  elementi
lapidei  delle  rotonde;  alla  realizzazione  di  un   impianto   di
illuminazione scenografico. 
    Le   proposte   progettuali   dovranno   essere   preventivamente
sottoposte all'approvazione della competente Soprintendenza; 
      f) nel tratto dal km 49+000 al km 50+000. Prevedere lungo tutto
il tratto lato  verso  ansa  del  fiume  Volturno  un  intervento  di
attenuazione dell'impatto paesaggistico mediante la realizzazione  di
un doppio filare arboreo-arbustivi (tipologico B); 
      g) nel tratto dal km 50+000 al km 52+000. Svincolo di  Paupisi:
dovranno essere inseriti interventi  di  schermatura  dello  svincolo
mediante  fasce  filtro  costituite   da   filari   arboreo-arbustivi
(tipologico B) lungo le corsie di accelerazione e  decelerazione  con
prosecuzione  sui  lati  esterni  delle  rispettive  rampe  fino   al
congiungimento con la viabilita' ordinaria,  compatibilmente  con  le
esigenze di visibilita' da garantire per la sicurezza stradale  e  in
ogni  caso  previa  sottoposizione  del   progetto   esecutivo   alla
competente Soprintendenza. 
      h) nel tratto dal km 54,500 al km 55,500, prevedere lungo tutto
il tratto lato  verso  ansa  del  fiume  Volturno  un  intervento  di
attenuazione dell'impatto paesaggistico mediante la realizzazione  di
un doppio filare arboreoarbustivi (tipologico B); 
      i) nel tratto dal km 57+000 al km 59+000. Dall'uscita  galleria
artificiale al km 59, su entrambi i lati,  dovranno  essere  previsti
interventi di attenuazione dell'impatto sul  contesto  paesaggistico,
costituito dalla valle del Volturno, mediante la realizzazione di  un
doppio filare arboreoarbustivi (tipologico B). 
    1.1.5.3 Mitigare gli impatti di tutte le opere  sulla  componente
paesaggio, in particolare relativamente agli interventi del  recupero
ambientale delle cave e dei siti di deposito definitivo. 
    1.1.5.4 Sia osservato il decreto legislativo 22 gennaio  2004  n.
42  «Codice  dei  beni  culturali  e  del  paesaggio»  e   successive
modificazioni  con  specifico  riferimento  ai  beni   culturali   di
peculiare interesse militare. 
    1.1.6 Aspetti relativi al Piano di monitoraggio ambientale. 
    1.1.6.1 Redigere il PMA prevedendo una rete di  rilevamento,  per
tutte le componenti ambientali, da attuarsi nelle fasi  ante  operam,
in itinere e post operam, scegliendo i  ricettori,  le  modalita'  di
rilevamento e di restituzione dati, nonche' la durata e la  frequenza
delle attivita' di rilevamento, in accordo e sotto la supervisione di
ARPA Campania redigendo un unico documento,  al  fine  di  verificare
l'efficacia delle misure  di  mitigazione  previste.  In  particolare
integrare il PMA con le seguenti accortezze. 
    1.1.6.2 Componente acque superficiali: risolvere le  incongruenze
riscontrate (relative alle norme prese in  considerazione  nel  corso
della progettazione), fornendo un quadro dettagliato degli indicatori
scelti, alla luce delle indicazioni della normativa vigente  e  delle
Linee guida ministeriali citate dal  proponente  stesso,  in  diretta
conseguenza degli impatti determinati nelle  varie  fasi  progettuali
(AO,  CO  e  PO).  Integrare,  inoltre,  i  punti  di   campionamento
selezionati  con  altri  localizzati   in   tutte   le   interferenze
riscontrate, considerando anche i possibili impatti che le  acque  di
piattaforma  potrebbero  avere  nei  corpi  idrici  individuati  come
recapiti finali. 
    1.1.6.3  Componente  acque  superficiali:   utilizzare   per   la
classificazione ecologica della componente macrobentonica in  accordo
con la direttiva Quadro sulle Acque  2000/60/EC  l'indice  STAR_ICMi,
impiegato in ambito nazionale  ed  europeo,  che  rende  i  risultati
confrontabili con quelli in  possesso  di  ARPAC  nelle  campagne  di
monitoraggio che vengono fatte ogni anno  nella  stagione  invernale,
primaverile ed estiva. In termini generali, si  ritiene  che  due/tre
stagioni di campionamento, nell'anno in cui un sito sia inserito  nei
piani  di   monitoraggio,   siano   sufficienti   per   operare   una
classificazione di qualita' ecologica mentre, come nel caso in esame,
eventuali fenomeni  di  inquinamento  renderanno  necessarie  analisi
investigative  la  cui  frequenza  di  campionamento  dovra'   essere
adattata al problema riscontrato. 
    1.1.6.4  Componente  acque   sotterranee:   provvedere   ad   una
ricostruzione piu' dettagliata  del  deflusso  sotterraneo  e  ad  un
censimento delle sorgenti al fine di creare una rete di  monitoraggio
efficace. Elaborare, inoltre,  uno  schema  delle  frequenze  per  le
misure piezometriche e per le eventuali portate delle sorgenti. 
    1.1.6.5 Approfondire lo stato di conoscenza delle caratteristiche
dei terreni e delle falde, prevedendo  una  campagna  di  misure  AO,
preferibilmente mensile, per almeno un anno idrogeologico. 
    1.1.6.6 Componente rumore: integrare l'attivita' di  monitoraggio
acustico nella fase  PO  con  misure  da  condurre  nelle  condizioni
maggiormente  critiche  per  i  ricettori  presenti,  oltre  che   in
condizioni  di  normale   esercizio   dell'infrastruttura   stradale.
Prevedere, inoltre,  l'eventualita'  di  un  ulteriore  monitoraggio,
rispetto all'unico programmato nella fase PO, da effettuarsi  qualora
si verificassero superamenti dei valori limite. 
    1.1.6.7 Componente rumore: comunicare (o rendere disponibili)  al
Dipartimento di  Benevento  di  ARPAC  i  dati  rilevati  durante  il
monitoraggio acustico nella fase corso d'opera. 
    1.1.6.8 Componente rumore: effettuare  un  monitoraggio  acustico
post operam, con misure effettuate nelle  zone  caratterizzate  dalla
maggiore presenza di ricettori/presenza di ricettori sensibili, anche
al  fine  di  verificare  l'efficienza  delle  opere  di  mitigazione
acustica realizzate, e di comunicare al Dipartimento di Benevento  di
ARPAC con congruo anticipo le date  in  cui  verranno  effettuate  le
predette misure fonometriche. L'Agenzia si  riserva  la  facolta'  di
presenziare alle misure o di effettuare fonometrie per proprio  conto
nella fase post operam. I risultati del  monitoraggio  acustico  post
operam dovranno essere inviati (o resi disponibili) a ARPAC. 
    1.1.6.9  Componente  rumore:  trasmettere  i  dati  post   operam
(monitoraggio acustico e  monitoraggio  del  traffico  veicolare)  ai
comuni  interessati  al  fine  di  consentire  l'armonizzazione   dei
relativi piani di zonizzazione acustica. 
    1.1.6.10 Componente rumore: nel  caso  in  cui  gli  enti  locali
segnalino situazioni di criticita' puntuali relative all'inquinamento
acustico, il gestore dovra' rendersi disponibile ad effettuare  tutti
i necessari accertamenti volti a verificare il  rispetto  dei  limiti
previsti  dalla  normativa  vigente  e   gli   eventuali   interventi
mitigatori conseguenti. 
    1.1.6.11  Componente  vibrazioni:  assicurare  quanto  dichiarato
nello «studio vibrazionale della cantierizzazione  e  della  fase  di
esercizio», nelle considerazioni conclusive, riguardo alle  modalita'
di monitoraggio proposte nelle fasi di cantiere e di esercizio. 
    1.1.6.12  Componente  atmosfera:  l'attuazione   del   piano   di
monitoraggio dovra': 
      a) avere  caratteristiche  di  flessibilita'  e,  pertanto,  la
frequenza e  la  localizzazione  dei  campionamenti  dovranno  essere
stabiliti sulla base della effettiva evoluzione dei cantieri; 
      b) essere orientata a fornire indicazioni efficaci  al  gestore
del cantiere al fine di attivare le opere di mitigazione previste  da
adottare in caso di superamento dei valori limite,  delle  soglie  di
informazione e di allarme. 
    1.1.6.13  Componente  atmosfera:  il  numero  delle   misure   da
effettuare  e  dei  campioni  da  rilevare  per  ciascuna  postazione
monitorata  nell'arco  dell'anno,   dovranno   essere   uniformemente
distribuiti tra semestre freddo (1° ottobre - 31 marzo) e  caldo  (10
aprile - 30 settembre). 
    1.1.6.14 Componente atmosfera: per i campionamenti  previsti,  il
programma  di  monitoraggio  dovra'   specificare   la   durata   del
campionamento, il numero di  campioni  da  rilevare  nel  periodo  di
osservazione, l'ubicazione dei punti  ritenuti  significativi  per  i
rilievi, i parametri convenzionali e non convenzionali  da  rilevare,
le condizioni meteorologiche in  cui  si  prevede  di  effettuare  le
misure, la strumentazione da impiegare. 
    1.1.6.15  Componente  atmosfera:  i  metodi  di  campionamento  e
analisi, nonche' i criteri  di  valutazione  delle  stesse,  dovranno
essere rispondenti al decreto legislativo n. 155 del 2010 «Attuazione
della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualita' dell'aria  ambiente
e per un'aria piu' pulita in Europa» e successive modificazioni. 
    1.1.6.16  Componente   atmosfera:   trasmettere   con   frequenza
semestrale, con inizio dal termine delle operazioni  ante  operam,  i
dati  del  monitoraggio  in  corso  d'opera,  in  schede  e  con   la
documentazione correlata, corredati da relazione di sintesi  generale
con informazioni  direttamente  confrontabili  con  quanto  stabilito
dalla normativa sopra riportata. 
    1.1.7 Aspetti relativi alle strutture. 
    1.1.7.1  La  programmazione   degli   interventi   necessari   al
mantenimento  e  conservazione  delle  opere  d'arte  esistenti   sia
preceduta da un opportuno esame del loro  stato  di  consistenza.  Le
scelte  delle  soluzioni  di  progetto  dovranno  tener  conto  degli
aggiornamenti sopraggiunti  nella  definizione  della  sismicita'  di
base,        con        riferimenti        a        criteri        di
riparazione/miglioramento/adeguamento previsti dalle  norme  tecniche
per le costruzioni. 
    1.1.7.2  Per  le  opere  d'arte  minori  con  luci  modeste,   in
particolare per quelle collocate  sugli  svincoli,  con  impalcati  a
struttura mista acciaio calcestruzzo, sia considerata la possibilita'
di  altre  tipologie  strutturali,  quali  il   calcestruzzo   armato
precompresso, compatibilmente con esigenze di livelletta,  franchi  e
montaggio. 
    1.1.7.3 Devono essere redatte le relazioni di calcolo delle opere
di scavalco afferenti agli svincoli. 
    1.1.7.4 Per le nuove opere: 
      a) l'uso dei dispositivi di controllo della  risposta  sismica,
utilizzati per tutte le opere di tipo elastoplastico a soglia,  uniti
ad accoppiatori oleodinamici deve essere  adeguatamente  motivato.  I
dispositivi elastoplastici devono impiegare acciai  inossidabili  per
gli elementi sacrificali, con le opportune precauzioni  nel  rapporto
con altri elementi in acciaio al carbonio; 
      b) occorre precisare i legami adottati e la  loro  modellazione
nei dispositivi elastoplastici; 
      c)  si  tenga  conto  della  deformabilita'  del   sistema   di
dispositivi,  inclusi  gli  accoppiatori,  e  il  loro   ritardo   di
attivazione esplicitando le assunzioni adottate per  l'analisi  degli
effetti lenti (viscosita' e ritiro); 
      d) si espongano i risultati ottenuti in termini di  spostamenti
ai giunti e dimensioni dei varchi, mostrandone i  singoli  contributi
che li determinano. 
    1.1.7.5 Per i viadotti e in particolare per quelli che presentano
campate terminali alle spalle assai piu' corte di quelle adiacenti  o
di quelle successive, deve essere esplicitato il controllo del  verso
delle reazioni verticali agli appoggi alle spalle e,  ove  sussistano
cambiamenti del verso stesso, previsti  opportuni  provvedimenti,  al
momento non indicati. 
    1.1.7.6 Per i viadotti piu' lunghi si tenga conto  degli  effetti
del moto asincrono. 
    1.1.7.7 Si prevedano dei ritegni di fine  corsa  quale  ulteriore
elemento di ritenuta oltre il campo di funzionamento previsto  per  i
dispositivi di controllo della risposta sismica, in  particolar  modo
per gli impalcati in semplice appoggio. 
    1.1.7.8 Le indicazioni sulle contro frecce  di  montaggio  devono
essere complete e collegate alla  fase  di  costruzione  e  montaggio
esplicitamente descritta, riferendole in particolare alle campate  di
maggior luce. 
    1.1.7.9  Nel  quadro  complessivo  di  conoscenza   delle   opere
esistenti si dovra' prevedere: 
      a) una relazione del progettista che colleghi gli  esiti  delle
indagini agli indirizzi progettuali; 
      b) una specifica relazione sulla  storia  della  infrastruttura
dal punto di vista strutturale, ai sensi del cap. 8 delle NTC 2008; 
      c) deve essere  effettuata  un'accurata  ricerca  sui  progetti
originali e sugli elaborati costruttivi; 
      d) deve essere completata la  documentazione  fornita  sia  dei
rilievi che delle indagini strutturali delle opere 38  (VI09),  39bis
(VI10), 67 (VI05), 45 (VI11), 48 (VI12),  59  (ST11),  26bis  (ST08),
(ST16),  dei   sottovia   di   dimensioni   significative   e   delle
numerosissime opere minori, nel caso ne sia prevista la conservazione
totale o parziale; 
      e)  per  il   viadotto   M.   Cristina   va   approfondita   la
determinazione delle cause della  rottura  delle  barre  Dywidag  con
valutazioni della sicurezza ove il fenomeno non sia stato indotto dal
solo degrado; 
      f) devono essere eseguite, in numero adeguato,  indagini  volte
alla  determinazione  della  tipologia  e   delle   geometrie   delle
fondazioni,  sia  in  relazione   agli   aspetti   di   comportamento
strutturale e geotecnico che a quelli idraulici; 
      g) devono essere  effettuare  indagini  volte  alla  conoscenza
delle armature delle pile e degli elementi piu'  significativi  delle
spalle. 
    1.1.7.10 Compatibilmente  con  le  possibilita'  di  accesso  per
ispezione, si ritiene opportuno effettuare indagini sullo stato delle
armature nelle seggiole Gerber, prevedendo  endoscopie,  prelievi  di
microcarote ed altre indagini  compatibili  con  l'infrastruttura  in
esercizio;  durante  l'esecuzione  dei  lavori  di  ripristino,   con
presumibile sollevamento di tutti gli  impalcati,  indagini  e  saggi
diretti o indiretti, volti alla definizione delle armature  presenti,
al loro stato di degrado  e  allo  stato  dei  calcestruzzi,  con  la
conseguente definizione degli interventi da prevedersi. 
    1.1.7.11  Devono  essere  estese  le   indagini   relative   alla
definizione delle armature ordinarie degli impalcati, in  particolare
per i traversi e per le eventuali armature di precompressione. 
    1.1.7.12 Nella sostituzione  degli  apparecchi  di  appoggio  con
elementi analoghi e' si ritiene  opportuno  ricercare  soluzioni  che
offrano  una  capacita'  per  azioni  sismiche  superiore  a   quella
attualmente definita in progetto. 
    1.1.7.13 Per i sistemi di ritenuta deve essere tenuta in conto la
presenza delle parti interagenti con i nuovi elementi, ossia  pile  e
fondazioni, e le stesse devono essere oggetto  di  valutazioni  della
sicurezza. 
    1.1.7.14  Nel  valutare  la  prestazione  sismica   per   effetti
longitudinali, deve essere verificata  la  capacita'  portante  delle
mensole afferenti alle seggiole Gerber  nelle  posizioni  in  cui  si
prevede che l'impalcato assuma ad avvenuto collasso  dell'apparecchio
di appoggio. 
    1.1.7.15  In  tutte  le  verifiche  occorre  tener   conto,   ove
opportuno, degli effetti delle azioni sismiche verticali. 
    1.1.7.16 In relazione alle analisi di spostamenti  relativi  alle
seggiole Gerber: 
      a) va verificata  l'assunzione  che  la  rigidezza  equivalente
della pila fessurata sia pari al 50% di quella integra.  La  verifica
deve comprendere sia la valutazione  dello  stato  di  sollecitazione
nella pila stessa, sia il controllo che la duttilita' della pila  sia
sufficiente a permettere lo sviluppo della non linearita' stessa, fra
l'altro   verificando   limiti   di   instabilita'   delle   armature
longitudinali; 
      b) si ritengono opportune analisi di sensibilita'  che  tengano
conto  del  possibile  attrito  fra  impalcato  e  zone  di  contatto
sottostanti, siano esse i residui dell'apparecchio di appoggio o  gli
elementi circostanti; 
      c) la valutazione degli spostamenti, anche in riferimento  alla
relazione 3.2.12 delle NTC 2008, sia condotta con spettro elastico  e
con un'esaustiva esposizione. 
    1.1.7.17 Si raccomanda di approfondire il livello  di  conoscenza
delle opere esistenti che possa condurre a  una  attenta  valutazione
dei costi in relazione alle prestazioni strutturali e di  durabilita'
delle soluzioni adottate. 
    1.1.7.18 La pianificazione degli interventi  cui  dare  corso  su
opere esistenti che vengono comprese in un  sistema  di  collegamento
stradale potenziato, quale il  raddoppio  di  carreggiata  in  esame,
fatte salve le circostanze e modalita' di  intervento  esplicitamente
previste dalle NTC, dovrebbe  essere  oggetto  di  un  esame  gia'  a
livello   di   fattibilita'   del   completo   adeguamento,    basato
sull'effettivo stato di  conoscenza  sulla  consistenza  e  stato  di
conservazione delle opere esistenti. Da tale quadro di consapevolezza
si dovranno delineare strategie di intervento  da  attuare  anche  in
tempi successivi, secondo linee di priorita' che tengano conto  anche
dello stato effettivo delle opere. 
    1.1.8 Aspetti relativi alla cantierizzazione. 
    1.1.8.1 Collocare le aree di cantiere il piu'  lontano  possibile
dagli edifici a destinazione residenziale e da aree sensibili  (SIC),
limitando le attivita' nei periodi di maggior sensibilita'  da  parte
della fauna. 
    1.1.8.2   Utilizzare   mezzi   di   trasporto    con    capacita'
differenziata, al fine  di  ottimizzare  i  carichi  sfruttandone  al
massimo  la  capacita';  per  il  materiale   sfuso   dovra'   essere
privilegiato l'impiego di mezzi di grande capacita',  che  consentano
la riduzione  del  numero  di  veicoli  in  circolazione,  dotati  di
appositi teli di copertura resistenti ed impermeabili. 
    1.1.8.3 Assicurare la schermatura degli impianti  di  betonaggio,
finalizzata al contenimento delle emissioni diffuse  di  polveri;  le
fasi della produzione di calcestruzzo e di carico delle autobetoniere
dovranno essere svolte tramite dispositivi  chiusi  e  gli  effluenti
provenienti da tali dispositivi dovranno essere captati e convogliati
ad un sistema di abbattimento delle polveri con filtro a  tessuto;  i
silos per lo stoccaggio dei materiali dovranno essere  dotati  di  un
sistema di abbattimento delle polveri con filtri a tessuto. 
    1.1.8.4 Utilizzare,  al  fine  di  contenere  le  polveri  e  gli
inquinanti, pannelli o schermi  mobili  e  barriere  antipolvere  nel
delimitare le aree dei cantieri. 
    1.1.8.5 Al fine di limitare le emissioni polverulente in fase  di
cantiere, rispettare quanto previsto dall'all. V  alla  parte  V  del
decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modificazioni. 
    1.1.8.6 Si preveda il riciclaggio del materiale proveniente dalla
demolizione delle pavimentazioni esistenti, al  fine  di  ottimizzare
sia gli aspetti economici che ambientali dell'intervento. 
    1.1.8.7 Integrare le documentazioni di progetto con l'esposizione
dei  valori  numerici  di  output  delle  simulazioni   modellistiche
condotte per la fase di cantiere, con adeguato  dettaglio,  necessari
per consentire una lettura dei livelli di rumore presenti sui singoli
ricettori  e   verificare   il   corretto   numero   delle   barriere
fonoassorbenti da utilizzare in fase di CO. 
    1.1.8.8  Documentare  tutti  i  fabbisogni  idrici   di   ciascun
cantiere, le  loro  fonti  di  approvvigionamento,  la  dotazione  di
impianti di trattamenti delle acque di scarico di ciascuno di essi  e
i requisiti per  la  riconsegna  ai  diversi  ricettori  individuati.
Evidenziare gli eventuali sfalsamenti temporali  dei  fabbisogni  dei
vari cantieri. 
    1.1.8.9 Garantire, dal periodo di cantiere sino  a  fine  lavori,
sia la continuita' della viabilita' poderale che l'accesso ai fondi e
la  continuita'  del  sistema  idraulico  (irriguo   e   di   scolo),
dettagliandone il relativo dimensionamento. 
    1.1.8.10  Rivedere  la  localizzazione  delle  aree  di  cantiere
rispetto al rischio idraulico alla luce del Piano di gestione rischio
alluvioni del distretto  dell'Appennino  Meridionale,  approvato  nel
2016, in cui ricade l'opera in oggetto, estendendo  tali  valutazioni
non solamente ai cantieri base e operativi; ma a  tutte  le  aree  di
stoccaggio e alle aree tecniche, in  modo  tale  da  individuare,  se
necessarie,   eventuali   opere   di   mitigazione   di    ingegneria
naturalistica. 
    1.1.8.11  Siano  studiate  fasi  e  modalita'   costruttive   per
garantire durante l'esecuzione dei lavori la continuita' di esercizio
lungo il collegamento esistente ed evitare potenziali ricadute  sulla
funzionalita' e sicurezza della circolazione,  nonche'  incidenze  su
tempi e costi. 
    1.1.8.12 Nel piano di cantierizzazione sia  valutata  l'incidenza
dell'entita' dei flussi di  traffico  dei  mezzi  di  cantiere  sulla
pubblica via, nonche' l'impatto che essi hanno sul traffico veicolare
ordinario per prevedere le necessarie misure di mitigazione. 
    1.1.8.13 Si preveda la sostituzione a fine  lavori  dello  strato
superficiale  della  pavimentazione  sulle  strade  che  maggiormente
verranno interessate dal flusso dei mezzi di cantiere. 
    1.1.8.14   Porre   particolare   attenzione   in   merito    alla
impermeabilizzazione delle aree di sosta  dei  mezzi  d'opera  e  dei
percorsi  interni  alle  aree  cantiere,  in  modo  da  prevenire  la
contaminazione del suolo. 
    1.1.8.15 Nelle aree di cantiere  previste  in  prossimita'  degli
impluvi   naturali,   si   prevedano   specifici   accorgimenti   per
intercettare e trattare  le  acque  di  dilavamento  provenienti  dal
cantiere, impedendo  che  confluiscano  liberamente  nelle  incisioni
naturali. 
    1.1.8.16 Mitigare l'impatto sulla viabilita' utilizzata dai mezzi
di cantiere durante la fase di costruzione e predisporre un piano  di
gestione, di manutenzione e di ripristino della viabilita'. Le strade
individuate a tale  uso  sono:  via  Enzo  Ferrari,  strada  Vicinale
Spezzamadonna, strada Fondo valle Vitulanese, via G.B.  Pirelli,  via
Giovanni  Piaggio,  strada  complanare  Fragneto-Benevento  direzione
Benevento, via Giovanni Agnelli, strada Complanare Benevento-Fragneto
direzione Fragneto, strada comunale Contrada  Masseria  Ponte  e  via
Pietro Mascagni. 
    1.1.8.17 Concentrare le aree di servizio al cantiere  nelle  zone
che il PUC individua come D1 e D2 o nelle  fasce  di  rispetto  poste
lungo l'asse stradale. 
    1.1.8.18  Nel  Comune  di  San  Salvatore   Telesino,   prevedere
interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria della viabilita'
secondaria (controstrade)  e  delle  intersezioni  utilizzate  per  i
percorsi di cantiere, anche con  interventi  per  il  ripristino  del
decoro ambientale e paesaggistico. 
    1.1.8.19 Ripristinare i tratti della  viabilita'  accessoria,  in
particolare nella  zona  di  svincolo  e  lungo  via  Isca  parallela
all'asse stradale in progetto, utilizzata dai mezzi di  cantiere,  al
fine di garantirne la percorribilita' in sicurezza a fine lavori, con
particolare  riferimento  alla  regimentazione  delle  acque   e   ad
eventuali smottamenti franosi, anche in relazione a  quanto  previsto
nel PUC del Comune di Torrecuso in fase di approvazione. 
    1.1.9 Aspetti relativi al piano di gestione delle terre. 
    1.1.9.1 Sia rielaborato il piano di gestione delle  terre  finale
di progetto rivedendo tutte le tabelle di gestione materiali, come da
ambito normativo di riferimento vigente, escludendo l'utilizzo  della
gestione a calce. 
    1.1.9.2 Ridefinire, anche dal punto di  vista  localizzativo,  le
quantita' e i siti a cui possono essere  destinate  una  parte  delle
terre in esubero, per riqualificazione ambientale di cave dismesse  o
aree  degradate   e/o   per   miglioramento   fondiario,   rendendolo
perfettamente coerente con le tabelle di produzione dei  materiali  e
alla luce delle considerazioni di cui sopra relative al ricorso della
normale pratica industriale. 
    1.1.9.3 Deve essere specificamente redatto un completo studio sul
bilancio delle  terre  e  dei  movimenti  di  materiali  che  preveda
l'ottimizzazione  e  il  contenimento  dei  percorsi  dei  mezzi   di
trasporto. 
    1.1.10 Aspetti idraulici. 
    1.1.10.1 Sia dettagliato, con esattezza, il recapito finale delle
acque in uscita dalla rete di drenaggio  del  corpo  stradale  e  dai
presidi  idraulici,  individuando  ove  necessario,  nuovi  punti  di
campionamento da inserire nel Piano di monitoraggio ambientale. 
    1.1.10.2 Si effettui la verifica  dei  canali  di  convogliamento
delle acque di scolo e di ruscellamento fino al recapito  finale  del
fiume Calore al fine di evitare problemi di allagamento dei territori
attraversati. 
    1.1.10.3 Siano verificati i riferimenti legislativi/pianificatori
regionali per il calcolo della portata di  prima  pioggia  utilizzata
per il dimensionamento del sistema di raccolta e allontanamento acque
di piattaforma. 
    1.1.10.4  Siano  esplicitati  e  illustrati  dettagliatamente   i
risultati della relazione idraulica. 
    1.1.10.5 Si producano le verifiche idrauliche dei  viadotti/ponti
n. 3, 5, 23, 36, 37, 38, 45, 101, 105 e n. 48 riportando  i  relativi
franchi di sicurezza idraulica, da confrontarsi con i limiti previsti
dalla normativa vigente. 
    1.1.10.6 Siano approfondite le verifiche idrauliche  dei  tombini
previsti lungo il tracciato evidenziando il «grado di riempimento» di
ogni singolo tombino. 
    1.1.10.7 Identificare la destinazione d'uso di ogni pozzo censito
e  la  rispettiva  area  di  salvaguardia,  al  fine  di  controllare
un'eventuale interferenza di tali zone con l'opera  da  realizzare  e
verificare che le opere di  impermeabilizzazione  e  di  raccolta  ed
allontanamento delle acque di piattaforma non ricadano nelle suddette
aree. 
    1.1.10.8 Nel dimensionamento delle opere di  attraversamento  del
reticolo  idrologico  naturale  si   dovra'   tener   conto   di   un
aggiornamento delle previsioni sugli eventi di piena significativi  e
di aggiornati criteri di compatibilita' idraulica. 
    1.1.10.9 Tutte le soluzioni progettuali che non  garantiscono  il
franco previsto dalle norme rispetto alla quota di  sottotrave,  come
si evince dall'analisi in all'allegato A della  relazione  idraulica,
sono da modificare e da rendere coerenti con  quanto  previsto  dalle
NTC2008, e dalla circolare del 2 febbraio 2009, n. 617 C.S.LL.PP.. 
    1.1.10.10 Considerata l'ampiezza delle aree  esondate  dal  fiume
Calore in concomitanza con l'evento  bicentenario,  il  risultato  in
termini di tiranti e aree allagate ottenuto con  un  modello  a  moto
permanente monodimensionale potrebbe  condurre  a  risultati  diversi
rispetto alle reali fenomenologie di esondazione e fornire  risultati
eccessivamente cautelativi rispetto ai  tiranti  attesi  (vedi  anche
osservazione  precedente)  si  ritiene  opportuno  l'utilizzo  di  un
modello bidimensionale a moto  vario,  aggiornando,  qualora  risulti
possibili, le serie storiche, al  fine  di  ridefinire  i  valori  di
portate al colmo e volumi dell'onda di piena caratterizzati da Tr=200
anni. 
    1.1.10.11   Deve   essere   sviluppata   una   piu'   dettagliata
rappresentazione dello stato di fatto ed analisi delle  problematiche
di interferenza idraulica fra le fondazioni delle opere  esistenti  e
quelle di nuova realizzazione. 
    1.1.10.12 Nella determinazione del valore  dello  scalzamento  in
corrispondenza alle pile da ponte, verranno utilizzate piu'  formule,
e'  sara'  da  assumersi  il  massimo  fra  i  valori  calcolati,  da
conteggiare in termini di quota assoluta a partire dal talweg, tenuto
conto della granulometria e della stratigrafia dei terreni  di  fondo
alveo. L'esclusione di uno o piu' valori fra quelli calcolati deve in
ogni caso essere adeguatamente giustificata in relazione al campo  di
validita' della stessa. 
    1.1.10.13 La protezione delle  pile  con  scogliera  deve  essere
presa in considerazione solo come misura di emergenza e la stabilita'
delle stesse pile va ricercata nell'opportuno  approfondimento  delle
fondazioni. E' da evitare l'uso di gabbioni in presenza di  trasporto
solido al fondo, poiche' questo ultimo e'  causa  della  loro  rapida
distruzione. 
    1.1.10.14    In    considerazione    dell'elevato    numero    di
attraversamenti minori presenti nella tratta in esame, si ricorda che
oltre a quella della praticabilita', facilitata ad  esempio  dall'uso
di scatolari con sezione 2.00x2.00 mq al posto di  sezioni  circolari
con diametro 1,5 m. Per i tombini e per le opere  di  inalveazione  a
valle/monte dei tombini da  verificare  il  rispetto  delle  seguenti
necessita': 
      a) inserire taglione a monte e valle, verificando la necessita'
di inserire un'opera di dissipazione (se del caso); 
      b) utilizzare adeguate protezioni contro l'erosione del fondo e
delle pareti; 
      c) garantire adeguata protezione contro l'ingresso di materiali
che possano bloccarsi all'interno del tombino. 
    1.1.10.15 Nel posizionamento delle opere  di  attraversamento  si
cerchera', compatibilmente con la presenza di ulteriori  vincoli,  di
rendere l'attraversamenti quanto piu' ortogonali  possibili  all'asse
stradale.  Sono  da  evitare  attraversamenti   non   rettilinei   in
planimetria, favorendo tale situazione deposito e/o occlusione  della
sezione. 
    1.1.10.16  Devono  essere  predisposte  in  corrispondenza  degli
attraversamenti piste di dimensione adeguata al  transito  dei  mezzi
che  garantiscano  le  operazioni   di   manutenzione   periodica   e
straordinaria  delle  sponde   e/o   delle   arginature,   oltre   al
mantenimento     dell'officiosita'     idraulica     degli     stessi
attraversamenti. 
    1.1.10.17 In tutti i casi in cui sia previsto  ingente  trasporto
solido e/o galleggiante proveniente da monte, si devono  dimensionare
le  luci  di  tombini  e  attraversamenti   immaginando   le   stesse
parzialmente occluse dai sedimenti. 
    1.1.10.18  Dovranno  attuarsi  interventi  mitigatori,  quali  la
predisposizione  di  griglie  opportunamente  dimensionate  e  di  un
mandracchio a monte dell'imbocco. 
    1.1.10.19 Per le condotte che realizzano  l'allontanamento  delle
acque di drenaggio, il grado di riempimento non deve essere superiore
a 2/3 del diametro della sezione. In ogni caso, dovendo  tener  conto
dell'invecchiamento delle condotte che trasportano  acqua  e  detriti
indipendentemente  dal  materiale  con  cui   sono   realizzate,   il
coefficiente di Gauckler-Strickler e' da assumersi  non  superiore  a
70-75 m1/3 /s. 
    1.1.10.20 Per le vasche di  prima  pioggia  e'  da  adottarsi  lo
schema «fuori linea», e prevedere quindi il  dimensionamento  di  uno
scolmatore di portata (manufatto scaricatore) a  monte  della  stessa
vasca. 
    1.1.10.21  Prevedere  nel  territorio  del  Comune   di   Paupisi
l'adeguamento  di  ogni   sottopasso   esistente,   unitamente   alla
regimentazione, convogliamento e  smaltimento  delle  acque  pluviali
raccolte dall'asse stradale in oggetto, fino al  recapito  in  bacini
esistenti (fiume Calore e/o impluvi naturali). 
    1.1.10.22 Prevedere  il  mantenimento  e  l'adeguamento  di  ogni
sottopasso esistente, unitamente alla regimentazione,  convogliamento
e smaltimento delle acque pluviali raccolte  dall'asse  stradale  nel
territorio del Comune di Torrecuso. 
    1.1.11 Aspetti geologici ed idrogeologici. 
    1.1.11.1 Si ritiene che dovrebbero essere definiti modelli fisici
ed evolutivi, dei versanti nel caso degli  eventi  a  cinematica  sia
veloce sia lenta. Questi modelli,  peraltro  anche  numerici,  devono
essere finalizzati a  definire  scenari  di  riferimento  tenendo  in
considerazione   le   caratteristiche   del   tracciato   nella   sua
configurazione di progetto e le possibili eventuali varianti o  opere
di mitigazione e controllo. In particolare, si richiama  l'attenzione
sui fenomeni di colata detritica dei versanti del  Monte  Camposauro,
che devono essere a pieno  tenuti  in  considerazione  nei  possibili
effetti, nonche' su quello che interessa il viadotto Pica. 
    1.1.11.2 E' necessario sviluppare  piene  ed  adeguate  verifiche
d'interferenza tra  le  opere  previste  e  le  falde  presenti,  che
dovrebbero essere definite nelle loro oscillazioni stagionali. 
    1.1.11.3 Devono essere svolte, per le verticali interessate dalle
opere d'arte principali, analisi di  risposta  sismica  locale  anche
considerate la sussistenza delle  definizioni  delle  caratteristiche
dinamiche  dei  litotipi,  la  sismicita'  dell'area  e  gli  assetti
litostrutturali dell'area di fondovalle attraversata. 
    1.1.11.4 L'analisi della  franosita'  dell'area  dovrebbe  essere
sviluppata anche quale effetto  sismoindotto,  considerata  la  detta
elevata sismicita' dell'area. 
    1.1.11.5 Siano adeguatamente valutati i fenomeni di  debris  flow
che possono lambire il tracciato stradale,  valutando  le  potenziali
evoluzioni e i conseguenti provvedimenti ed interventi di  protezione
circa  la  stabilita'  del  corpo  stradale  e  la  sicurezza   della
circolazione. 
    1.1.11.6 Siano  debitamente  caratterizzati  i  fenomeni  franosi
lenti cartografati nel PAI per valutare la  necessita'  di  eventuali
interventi di stabilizzazione a protezione del corpo stradale. 
    1.1.12 Aspetti geotecnici. 
    1.1.12.1 Sia rivalutato il dimensionamento delle  numerose  opere
di sostegno  presenti  lungo  il  tracciato,  tutte  su  micropali  e
intirantate a  piu'  livelli  la  cui  scelta,  incidente  in  misura
rilevante sul costo complessivo dell'opera. 
    1.1.12.2 Si realizzino dei campi  prova  per  verificare  sia  la
possibilita' di realizzare pali di medio grande diametro  nei  tratti
che  attraversano  litotipi  lapidei,  che  l'impiego  di  fluidi  di
sostegno compatibili con la protezione  delle  caratteristiche  delle
acque  di  falda  in  luogo  dell'utilizzo  di  camicie  di  sostegno
metalliche ad infissione. 
    1.1.12.3 Sia fornita una  relazione  di  verifica  in  merito  ai
numerosi livelli  previsti  per  i  tiranti  che  appaiono  anch'essi
sovradimensionati. 
    1.1.12.4 Lo sviluppo della progettazione  dovra'  comprendere  un
pari approfondimento della caratterizzazione geotecnica in termini di
successione stratigrafiche e proprieta' meccaniche  delle  formazioni
interessate dallo sviluppo del tracciato  stradale,  con  particolare
riferimento alle opere di sostegno ed  alle  fondazioni  delle  opere
d'arte, valutando anche l'eventuale ricorso a campi prova. 
    1.1.13 Aspetti relativi agli espropri e alle interferenze. 
    1.1.13.1 Con riferimento agli espropri si evidenzia che  per  una
corretta stima degli oneri in questione occorre fare riferimento alla
normativa vigente in materia,  dettata  dal  decreto  del  Presidente
della Repubblica n. 327  del  2001  e  successive  modificazioni,  ed
eventuali problematiche dovranno essere affrontate  e  risolte  prima
dell'avvio dell'affidamento. Le aree necessarie per la  realizzazione
dell'intervento dovranno essere  acquisite  prima  della  conclusione
della procedura di individuazione del contraente. 
    1.1.13.2 Devono essere valutate le interferenze fra l'ampliamento
del collegamento stradale in esame e la nuova  linea  ferroviaria  AC
Napoli Bari, anche in termini di interazione fra le due opere  ed  il
contesto territoriale ed idrogeologico. 
    1.1.13.3 L'interferenza con i metanodotti Snam Rete  Gas  S.p.a.,
in pressione ed esercizio, e' disciplinata  dalle  vigenti  norme  di
sicurezza di cui al decreto ministeriale 24  novembre  del  1984  del
Ministero dell'interno e successive modificazioni (Norme di sicurezza
antincendio  per  il  trasporto,  la  distribuzione,   l'accumulo   e
l'utilizzo  del  gas  naturale  con  densita'  non  superiore  a  0,8
successivamente recepito dal decreto ministeriale del 17 aprile  2008
del Ministero dello sviluppo economico recante «Regola tecnica per la
progettazione, costruzione, collaudo, esercizio e sorveglianza  delle
opere e degli impianti di trasporto di gas naturale con densita'  non
superiore a 0,8» (pubblicato sul supplemento ordinario della Gazzetta
Ufficiale n. 107 dell'8 maggio 2008)  e  in  accordo  alle  normative
tecniche italiane ed internazionali. 
    Nei citati decreti ministeriali sono stabilite, tra  l'altro,  le
distanze di sicurezza, le norme  e  le  condizioni  che  regolano  la
coesistenza dei metanodotti con altre  infrastrutture  o  fabbricati.
Nello specifico i terreni su cui sono state  posati  i  gli  impianti
sono gravati da regolari servitu' di metanodotto, con  atti  notarili
registrati e trascritti, i quali prevedono, nel rispetto delle citate
norme, tra l'altro, l'obbligo di mantenere nuove opere  di  qualsiasi
genere e natura alla distanza minima che varia da m 11,50  (undici  e
cinquanta) a m 20,00 (venti) dall'asse del metanodotto ed a  lasciare
la fascia asservita a terreno agrario. 
    1.1.13.4 Per risolvere le  interferenze  si  rendera'  necessario
definitivamente provvedere a cura di Snam Rete Gas S.p.a., ma a tutte
spese del  soggetto  aggiudicatore,  all'esecuzione  delle  opere  di
protezione e/o  delle  varianti  necessarie,  come  da  progettazione
definitiva predisposta da Snam Rete Gas S.p.a, e parte integrante del
presente progetto e meglio precisata nell'elenco che segue: 
      variante  al  metanodotto  «Allacciamento  al  Comune  di   San
Salvatore Telesino» DN 10064 bar  e  metanodotto  «Allacciamento  Sud
Petroli» DN 8064 bar. (Dis.106432). Progr. 36+700 - 36+872; 
      inserimento nuovo impianto PIDS «Allacciamento al Comune di San
Salvatore Telesino». (Dis.106433). Progr. 36+650 - 36+825; 
      variante al  metanodotto  «Melizzano-Vastogirardi»  DN  1200-75
bar. (Dis.106434). Progr. 43+550 - 43+650; 
      variante al metanodotto  «Benevento-Cisterna»  DN  500-64  bar.
(Dis. 106435). Progr. 46+500 - 46+854; 
      variante al metanodotto  «Benevento-Cisterna»  DN  500-64  bar.
(Dis.106436). Progr. 48+831 - 49+329; 
      variante al metanodotto  «Benevento-Cisterna»  DN  500-64  bar.
(Dis. 106437). Progr. 49+453 - 49+800; 
      variante al metanodotto  «Benevento-Cisterna»  DN  500-64  bar.
(Dis.106438). Progr. 50+295 - 50+595; 
      dismissione con inserimento fondello del tratto  terminale  del
metanodotto «Allacciamento Fioravanti Cenerazzo  Petroli»  DN  100-64
bar. (Dis.l06439). Progr. 51+330 - 51+430; 
      variante al metanodotto «Allacciamento al Comune di  Ponte»  DN
150-75 bar. (Dis. l06440). Progr. 54+400 - 54+500; 
      variante al metanodotto  «Benevento-Cisterna»  DN  500-64  bar.
(Dis.l06441). Progr. 55+005 - 54+755; 
      variante al metanodotto  «Benevento-Cisterna»  DN  500-64  bar.
(Dis.l06442). Progr. 58+516 - 58+645. 
    All'interno dei predetti  elaborati,  sono  state  evidenziate  e
distinte le aree necessarie, in via temporanea (per  occupazione)  ed
in via permanente (per servitu'/espropri), alla  realizzazione  delle
opere,  cosi'  da  consentir  di  apporre   il   necessario   vincolo
preordinato   all'esproprio/asservimento   e,   successivamente,   di
emettere/ottenere a favore di Snam Rete Gas S.p.a. gli idonei titoli. 
    Rimane  inteso  che  l'approvazione  del   progetto   definitivo,
comprendendo anche quello per la risoluzione  delle  interferenze  in
oggetto, consente anche la realizzazione delle opere  di  adeguamento
degli impianti citati. 
    1.1.13.5  Il  tempo   occorrente   per   la   risoluzione   delle
interferenze e' stimabile in trentasei mesi, a decorrere  dalla  data
ultima di consegna a Snam Rete Gas  S.p.a.,  da  parte  del  soggetto
aggiudicatore: 
      a)  del  progetto  definitivo  della  infrastruttura   stradale
approvato; 
      b) dal pagamento anticipato a Snam Rete Gas S.p.a. degli  oneri
per la risoluzione delle interferenze; 
      c) dalla messa a disposizione a Snam Rete Gas S.p.a. con idoneo
titolo, delle aree necessarie  per  la  realizzazione  e  l'esercizio
degli impianti; restando inteso che, in difetto, Snam Rete Gas S.p.a.
restera' manlevata e sollevata da ogni responsabilita' nei  confronti
del soggetto aggiudicatore e/o di terzi. 
    1.1.13.6 Poiche' le preesistenti condotte trasportanti  gas  sono
in pressione ed esercizio, ai fini della  sicurezza,  in  prossimita'
della fascia asservita/rispetto del  gasdotto  nessun  lavoro  potra'
essere intrapreso da chiunque,  senza  preventiva  autorizzazione  di
Snam Rete Gas S.p.a. 
    1.1.13.7 Per ottemperare all'obbligo di una gestione in sicurezza
dei lavori per  il  superamento  delle  interferenze  e  al  fine  di
ottenere un efficace coordinamento operativo  risulta  necessaria  la
preventiva stipula di apposita e specifica convenzione, che regoli  i
reciproci impegni, rapporti, responsabilita' con  il  concessionario,
che si impegnera' a farle valere anche per il soggetto  aggiudicatore
e preveda, tra l'altro: 
      a) il riconoscimento della  preesistenza  degli  impianti  Snam
Rete Gas S.p.a. interferiti dalla realizzazione delle opere  stradali
e che, pertanto, non si  dara'  luogo,  in  futuro,  a  richieste  di
pagamento a qualsiasi titolo  (cauzioni,  fideiussioni,  canoni,  una
tantum etc.); 
      b) che qualora - successivamente alla realizzazione delle opere
interferenti - Snam Rete Gas S.p.a.  ritenga,  in  futuro,  di  dover
modificare o sostituire alcuni tratti delle condotte interferite,  e'
sin d'ora autorizzata  ad  effettuare  a  propria  cura  e  spese  le
modifiche e/o le varianti, previo accordi  con  il  soggetto  gestore
dell'opera interferente e senza dover  versare  alcuna  cauzione  e/o
canone; 
      c)  che  qualora  in  futuro  Snam  Rete  Gas  S.p.a.   dovesse
intervenire sulle proprie opere, a  seguito  di  eventuali  modifiche
delle infrastrutture  interferenti,  gli  interventi  di  adeguamento
delle opere Snam Rete Gas S.p.a. saranno eseguiti a cura di Snam Rete
Gas  S.p.a.  stessa  ma  a   tutte   spese   del   soggetto   gestore
dell'infrastruttura interferente. 
    1.1.13.8 Resta salvo il diritto: 
      a) di Snam Rete Gas S.p.a., al  rimborso  di  tutti  gli  oneri
dalla stessa effettivamente sostenuti qualora nel corso dei lavori di
realizzazione degli impianti dovessero rendersi  necessari  ulteriori
modifiche  o  interventi,  non  previste/i  nel  progetto  definitivo
approvato; 
      b) dell'eventuale diverso soggetto aggiudicatore, al rimborso a
consuntivo, dopo la fine dei lavori Snam Rete Gas S.p.a., delle somme
poste a disposizione in eccesso rispetto alle necessita'. 
    1.1.13.9 Le interferenze  con  la  rete  idrica  di  Alto  Calore
Servizi, dovranno essere risolte come segue: 
      a) per le condotte adduttrici di grosso diametro (dn  500)  che
veicolano le portate (circa 85  l/s)  provenienti  dal  serbatoio  di
Monte Pizzuto di Solopaca (Q 580), verso alcuni comuni a nordovest di
Benevento, con pressioni  di  esercizio  nei  punti  di  interferenza
superiori  alle  50  Atm,  qualsiasi  intervento   finalizzato   alla
costruzione dei manufatti di progetto del viadotto da eseguire  anche
solo in prossimita' di  tali  condotte,  deve  essere  concordato  in
dettaglio,  in   considerazione   delle   peculiari   caratteristiche
idrauliche riferite, oltre che  della  necessita'  di  alimentare  in
continuita' i comuni serviti da tali adduttrici; 
      b) per la condotta  della  rete  idrica  di  distribuzione  del
Comune di Castelvenere (BN), gestita da  Alto  Calore  Servizi.  Tale
condotta in PEAD del dn 63 mm  PN  25  atm,  alimenta  alcune  utenze
ubicate al di la' dell'esistente strada statale Telesina,  che  viene
attraversata grazie ad  un  controtubo  ospitante,  collegato  a  due
pozzetti realizzati  a  monte  ed  a  valle  del  rilevato  stradale.
L'ampliamento della sede stradale e  delle  aree  di  pertinenza,  in
corrispondenza di quella sezione, dovra' prevedere, il rifacimento di
un   attraversamento    interrato,    adeguatamente    ispezionabile,
all'interno del quale  posare  la  condotta  di  alimentazione  delle
citate utenze. 
    1.1.13.10 Nella risoluzione delle interferenze di competenza  del
consorzio di Bonifica  Sannio  Alifano,  specialmente  per  le  opere
irrigue, in esito ad una ricognizione in contraddittorio, i  rapporti
saranno regolati da apposito atto convenzionale che definira'  tempi,
modalita' esecutive e oneri. 
    1.1.13.11 Nel Comune di San Salvatore Telesino,  prevedere  opere
e/o interventi atti  a  salvaguardare  la  funzionalita'  presente  e
futura,  nonche'  durante  la  fase  di  costruzione,  dell'esistente
collettore fognario  di  adduzione  all'impianto  di  depurazione  in
esercizio adiacente alla SS 372 (Iato destro direzione Benevento)  in
proprieta' comunale. 
    1.1.13.12 Salvaguardare  la  funzionalita'  e  fruibilita'  degli
impianti di distribuzione carburanti e delle attivita' commerciali  e
produttive ubicate in adiacenza alla nuova piattaforma della SS  372,
in quanto attengono ad aspetti socioeconomici di rilevante interesse,
anche  e  soprattutto,  in  ragione  della  crisi  economica  che  ha
interessato e tuttora interessa la provincia  sannita,  con  evidenti
negative ripercussioni sui livelli occupazionali a livello locale. 
    1.1.13.13  In  merito  alle   interferenze   con   la   rete   di
distribuzione del gas metano di proprieta'/gestione di 2iRete Gas  si
dovranno perfezionare le intese per la risoluzione con  la  struttura
gestione utenze e lavori. 
    1.1.14 Aspetti relativi alla bonifica di ordigni bellici. 
    1.1.14.1  La  «bonifica  dei  residuati  bellici»  dovra'  essere
completamente eseguita prima della consegna dei lavori. 
    1.1.14.2 Una preventiva opera di bonifica  da  ordigni  esplosivi
residuati bellici, venga effettuata nel  rispetto  dell'art.  22  del
decreto legislativo n. 66 de 115 marzo 2010 - modificato dal  decreto
legislativo  n.  20  del  24  febbraio  2012,   ovvero   secondo   le
prescrizioni che saranno emanate, previa richiesta, dall'ufficio  BCM
del 10° Reparto  infrastrutture  di  Napoli  a  seguito  di  apposita
istanza della ditta proponente  corredata  dei  relativi  allegati  e
redatta  secondo  il  modello  GEN-BST-001   reperibile,   unitamente
all'elenco delle ditte  specializzate  BCM  abilitate  dal  Ministero
della          difesa,          al           seguente           link:
http://www.difesa.it/SGD-DNA/Staff/DT/GENIODIFE/Pagine/bonifica_ordig
ni.aspx 
    1.1.14.3 Una copia del verbale di constatazione,  rilasciato  dal
predetto reparto dovra' essere  inviato  anche  al  Comando  Militare
Esercito competente per territorio. 
    1.1.15 Aspetti relativi agli impianti. 
    1.1.15.1 Si richiede una  dettagliata  integrazione  delle  opere
civili (cavidotti e pozzetti) per la futura realizzazione delle opere
relative alla «smart road». 
    1.1.16 Aspetti relativi ai piani di sicurezza. 
    1.1.16.1 Deve essere  redatto  il  documento  «Aggiornamento  del
documento contenente le  prime  indicazioni  e  disposizioni  per  la
stesura dei piani di sicurezza». 
    1.1.17 Aspetti economici ed amministrativi. 
    1.1.17.1 Nell'articolazione del  quadro  economico,  prima  delle
procedure di  affidamento,  si  dovra'  approfondire  il  livello  di
dettaglio riferendosi a nuovi prezzi aggiornati  e  valorizzando  gli
oneri provenienti dalle prescrizioni. 
    1.1.17.2  Relativamente  alla   adozione   del   «Protocollo   di
legalita'»  si  osserva  che  e'  previsto  dal  vigente  Codice  dei
contratti (art. 194 del decreto legislativo del 18  aprile  2016,  n.
50) per affidamenti a contraente  generale.  L'importo  previsto  per
tale  voce  -  ove  confermata  -  dovra'  essere  giustificato   nel
successivo livello progettuale e comunque prima  delle  procedure  di
affidamento. 
    1.1.17.3  Riguardo  le  somme  a  disposizione  e  gli  oneri  di
investimento, complessivamente pari a circa 113,0 milioni di  euro  e
pari a circa il 24,6% dell'importo complessivo di  460,0  milioni  di
euro, si  ritiene  che  gli  oneri  di  investimento  debbano  essere
riconosciuti sulla base di una  rendicontazione  di  dettaglio  sulla
base delle effettive spese che saranno sostenute. 
    1.1.17.4 Per quanto attiene la voce b6 «Fondo art. 113, comma  2,
decreto  legislativo  n.  50  del  2016»  ne  deve  essere   valutata
l'applicabilita' ad un soggetto quale e' Anas S.p.a. e, in ogni caso,
dal fondo sono escluse le attivita' di progettazione. 
    1.1.17.5 Nei casi in cui,  per  la  vicinanza  dei  ricettori  ai
cantieri, si prevede il superamento dei livelli di rumore durante  la
fase corso d'opera, richiedere l'autorizzazione in deroga  ai  comuni
interessati. 
    1.1.17.6 Eventuali attivita' di campo condotte da ARPAC mirate al
controllo e validazione dei dati analitici con riferimento al  PDU  e
al PMA (ante operam, in corso d'opera e post operam), saranno rese  a
titolo gratuito senza oneri aggiuntivi a carico del proponente. 
 
2. Raccomandazioni. 
 
    I. Si raccomanda la scelta di. «soluzioni progettuali ai fini del
contenimento dei costi, anche correlate a una analisi della  domanda»
che non inficino il livello di sicurezza in termini di circolazione e
di stabilita' delle opere esistenti e da realizzare. 
    II.  Valutare  la  possibilita'  di  impiegare  ai   fini   della
cantierizzazione: 
      a) lotto singolo 7 ex SAR con fabbricato  ed  area  adibita  ad
attivita' di lavorazione di inerti in quanto assegnato al  Comune  di
Benevento a seguito di confisca da parte dell' Agenzia nazionale  per
l'amministrazione  e  la  destinazione  dei  beni   confiscati   alla
criminalita' organizzata di Napoli; 
      b) area industriale  lotto  1  Comparto  S  ex  MP  Infissi  di
proprieta'  del  Comune  di  Benevento  di  mq  30.000  per  area  di
stoccaggio; 
      c) area industriale lotto 5 Comparto F ex Crisci di  proprieta'
del Comune di Benevento di mq 7.280 per area di deposito con  annesso
capannone. 
    III.  Nel  Comune  di  Torrecuso,  valutare  la  possibilita'  di
consentire una deroga al vincolo di inedificabilita' derivante  dalla
nuova piu' estesa fascia di rispetto, con riferimento  esclusivamente
alle   costruzioni   gia'   esistenti   e   ricadenti   nella   nuova
perimetrazione,  e  per  la  realizzazione  di  eventuali  opere   di
ampliamento, adeguamento strutturale e servizi e/o ridurre la  fascia
di rispetto nella medesima zona D2 del PRG a mt. 20,00. 
    IV. Limitare, ove  possibile,  l'occupazione  e  l'espropriazione
definitiva  dei  terreni  privati  in  considerazione  della  realta'
economica, preminentemente agricola, del territorio  comunale  basata
sulla produzione viti-vinicola di uve di pregio. 
    V.  Valutare  la  possibilita'  di  riconoscere  ai   proprietari
interessati un congruo  ristoro  a  fronte  della  diminuzione  della
capacita'  edificatoria  dei  fondi   limitrofi,   conseguente   alle
modifiche nelle distanze dall'asse stradale, anche in  considerazione
del fatto che si tratta per lo piu' di piccole aziende. 
    VI.  Nel  Comune  di  Torrecuso,  valutare  la  possibilita'   di
consentire una deroga al vincolo di inedificabilita' derivante  dalla
nuova piu' estesa fascia di rispetto, con riferimento  esclusivamente
alle   costruzioni   gia'   esistenti   e   ricadenti   nella   nuova
perimetrazione,  e  per  la  realizzazione  di  eventuali  opere   di
ampliamento, adeguamento strutturale e servizi e/o ridurre la  fascia
di rispetto nella medesima zona D2 del PRG a mt. 20. 
    VII. Valutare quale soluzione  alternativa  per  la  collocazione
dell'area di cantiere prevista alla c/da S. Stefano nelle  particelle
riportate in catasto al foglio n. 1 mappali 520, 522, 524, 526,  528,
530, 532, 534, 552, 114, 591, 86, 87 e 226, nell'adiacente  area  PIP
nel Comune di Vitulano. 
    VIII.  In  considerazione  dell'impossibile  realizzazione  dello
svincolo per  Vitulano,  potenziare  l'accessibilita'  al  territorio
nella viabilita' contermine. 
    IX. In ragione di una  maggiore  connessione  dello  svincolo  di
progetto con l'area industriale P.I.P _ Olivola  in  direzione  ovest
(Strada Provinciale Vitulanese - CE - NA) si valuti un intervento  di
sistemazione e  completamento  del  tratto  di  strada  esistente  in
localita' «Spezzamadonna» (secondo lotto). 
    X. In ragione dell'aumento del traffico veicolare  e  commerciale
conseguente  al  raddoppio  della  SS  372  «Telesina»   risulta   di
particolare importanza provvedere alla apertura completa delle corsie
del tratto di strada gia' a quattro corsie nei pressi dello  svincolo
Benevento nord - Pietrelcina fino al ponte ferroviario:  esse  furono
ristrette con elementi spartitraffico a seguito di  misura  cautelare
conseguente al fenomeno alluvionale dell'ottobre del 2015 e risultano
attualmente   ancora   nello   stesso   stato   causando    frequenti
incolonnamenti e rallentamenti. 
    XI. Si raccomandano prove di qualifica sulle  terre  e  rocce  da
scavo destinate al  riutilizzo  per  la  realizzazione  di  rilevati,
riempimenti e sistemazioni. 
    XII. Ulteriori raccomandazioni sono state inserite  nel  capitolo
Prescrizioni per ragioni di  opportunita'  tecnica  (punti  1.1.2.1.,
1.1.2.5., 1.1.3.10. e 1.1.7.17). 
 
3. Indicazioni per la fase di verifica delle prescrizioni. 
 
    Le prescrizioni sono da recepire  tutte  nella  fase  progettuale
esecutiva.