(Disciplinare-art. 6)
 
                               Art. 6. 
 
                  Legame con l'ambiente geografico 
 
    Esiste un legame stretto tra il territorio del Delta del Po e  le
caratteristiche organolettiche del «Riso del Delta del  Po»  tali  da
influenzare positivamente alcune caratteristiche fisiche e  gustative
del prodotto ottenuto nell'area definita all'art. 3. 
    Tale riso, infatti,  viene  coltivato  in  terreni  che,  pur  di
differente tessitura, sono caratterizzati da  una  salinita'  elevata
(E. C. superiori a 1 mS/cm), derivante dalla  pedogenesi  del  suolo,
che conferisce al riso un aroma ed una sapidita' particolare. 
    I  terreni  inoltre  sono  alluvionali,  dotati   di   un'elevata
fertilita' minerale, in particolare di potassio, tanto da  rendere  a
volte inutili gli apporti di concime minerale  potassico  (oltre  che
azotato nei terreni torbosi) e  favoriscono  nel  riso  una  maggiore
resistenza alla cottura ed un elevato tenore proteico del chicco. 
    Inoltre il terreno  deltizio  dell'area  di  produzione,  risulta
particolarmente sano dal punto di vista malerbologico e permette  una
presenza molto bassa e  facilmente  contenibile  di  riso  crodo.  La
peculiare ubicazione geografica, limitrofa al mare, determina inoltre
un microambiente  particolarmente  favorevole  al  riso  grazie  alla
presenza  di  costanti  brezze  e  conseguentemente,  di  una  minore
umidita' relativa; da contenute  variazioni  di  temperatura  sia  in
inverno che difficilmente scendono sotto gli 0°C, sia in  estate  che
negli ultimi trent'anni, non  hanno  mai  superato  i  32°C;  da  una
piovosita' generalmente ben distribuita nell'arco dei  mesi  che  non
raggiunge i 700 mm/anno. Tale clima permette di mantenere  la  pianta
piu' asciutta  e  piu'  sana,  che  non  necessita  degli  interventi
anticrittogamici tipici di questa  coltura;  favorisce  una  crescita
costante della pianta e l'ottenimento di un seme di riso maturato  in
modo lento e costante, quindi  piu'  resistente  alle  malattie,  con
cariossidi ben nutrite ed una granella bianca e senza vaiolatura. 
    La reputazione di  cui  gode  il  «Riso  del  Delta  del  Po»  e'
indiscutibilmente presente ed e' legata alla combinazione dei fattori
produttivi nell'area di produzione.  Il  prodotto  e'  gia'  noto  ed
apprezzato dai consumatori per le sue specifiche caratteristiche  che
lo rendono unico, e come tale da essi riconosciuto sul mercato. 
    Il «Riso del Delta  del  Po»  compare  nell'elenco  dei  prodotti
agroalimentari tradizionali  come  da  decreto  del  Ministero  delle
politiche  agricole  alimentari  e  forestali  del  18  luglio   2000
attestando quindi che il «Riso del Delta del  Po»  ha  «metodiche  di
lavorazione, conservazione  e  stagionatura  consolidate  nel  tempo,
omogenee  per  tutto  il  territorio  interessato,   secondo   regole
tradizionali, per un periodo non inferiore ai venticinque anni». 
    Dal 1968 e'  attivo  presso  Codigoro  (Fe)  un  ufficio  tecnico
dell'Ente  nazionale  risi.  Sono   stati   pubblicati   su   riviste
specializzate ed in particolare su «Il risicoltore», organo di stampa
dell'Ente  nazionale  risi,  molteplici  articoli   sulle   peculiari
caratteristiche di qualita' relative al riso prodotto in quest'area. 
    Operano  da  anni  aziende  agricole  singole  o  associate   che
commercializzano il riso prodotto utilizzando la dicitura  «Riso  del
Delta del Po». 
    Il «Riso del Delta del Po» compare nella storia del  delta  negli
anni. Molte delle manifestazioni locali (fiere, sagre, manifestazioni
sportive) hanno e hanno avuto quale protagonista il «Riso  del  Delta
del Po», a titolo di esempio si ricorda  le  «Giornate  del  Riso»  a
Jolanda di Savoia (FE). 
    Le prime testimonianze sulla coltivazione del riso  risalgono  al
1495 ulteriori  molteplici  riscontri  sulle  superfici  investite  a
risaia si sono avuti durante  le  bonifiche  attuate  dalle  famiglie
veneziane nel '700 (prima Diedo, Contarini, Farsetti, Valier e Venier
poi Sullam, Piavenna e Lattis) fino  ai  4000  ettari  attestati  nel
1850. 
    Pochi decenni dopo la diffusione del riso  nella  Pianura  Padana
(1450)  compaiono  le  prime   documentazioni   sulla   presenza   di
coltivazioni in Polesine, in particolare nel territorio del Delta del
Po poiche' questa coltura era strettamente  legata  alla  bonifica  e
rappresentava il primo stadio di  valorizzazione  agraria  dei  nuovi
terreni. 
    La natura dei terreni prosciugati divenne  elemento  determinante
per la destinazione colturale degli stessi. La coltivazione del  riso
diveniva  percio'  importante  nelle  zone  del  delta  del  Po   per
accelerare  il  processo  di  utilizzazione  dei  terreni  salsi   da
destinare poi alla rotazione colturale, come  viene  testimoniato  da
una  legge  della  Repubblica  Veneta  del  1594  che  proibisce   la
concessione dell'acqua a questa coltura  e  da'  la  possibilita'  di
coltivare il riso solo «per valli ed  altri  luoghi  sottoposti  alle
acque, stimati impossibili di asciugarli in tutto e  di  rendersi  ad
alcuna cultura». 
    Dopo il 1598, fine del periodo Estense, in provincia di  Ferrara,
la coltivazione del riso si diffuse su terreni bassi e paludosi, dove
si procedeva  con  un  tipo  di  bonifica  per  colmata,  e  non  per
prosciugamento.  La  bonifica  per  colmata  infatti   risolveva   al
contrario del prosciugamento, il  problema  della  utilizzazione  dei
terreni bassi e paludosi, senza alcun  rischio  di  abbassamento  dei
terreni. 
    Verso  la  fine  del  '700  alcuni  patrizi   veneziani:   Diedo,
Contarini, Farsetti, Valier e Venier proprietari  di  immense  tenute
bonificate e non, nel Delta del Po, iniziarono con metodi sistematici
agrari la  coltura  del  riso  nei  territori  appena  bonificati  in
provincia  di  Rovigo,  ma  saranno  soprattutto  nell'800  i   nuovi
proprietari borghesi, alcuni di questi di  origine  ebraica,  come  i
Lattis, i Piavenna ed i  Sullam  che  allargheranno  su  vasta  scala
questa coltura.  Testi  e  disegni  relativi  alla  zona  del  Delta,
risalenti all'epoca, testimoniano la presenza del riso nel Delta. 
    In provincia di Rovigo e Ferrara l'estensione delle  risaie  fino
al 1950 si manteneva elevata; le alluvioni del  1951,  1957,  1960  e
1966 causarono una notevole revisione dei piani  colturali  aziendali
fino ad arrivare agli anni '80 con  una  restrizione  notevole  della
coltivazione   dettata   soprattutto   da   problemi   di   carattere
economico-gestionale, per poi riprendere negli anni '90.