(Allegato-Allegato)
                                                             Allegato 
 
                   Al Presidente della Repubblica 
 
    Nel Comune di San Giorgio Morgeto (Reggio Calabria), i cui organi
elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative  del
5 giugno 2016, sono state riscontrate forme  di  ingerenza  da  parte
della  criminalita'  organizzata,   che   compromettono   la   libera
determinazione e l'imparzialita' dell'amministrazione nonche' il buon
andamento e  il  funzionamento  dei  servizi  con  grave  pregiudizio
dell'ordine e della sicurezza pubblica. 
    All'esito di un'operazione di polizia denominata «Geena»,  il  23
gennaio 2019  i  Carabinieri  del  gruppo  di  Aosta  e  del  reparto
anticrimine  di  Torino  hanno  eseguito  16  ordinanze  di  custodia
cautelare, emesse dal giudice per le indagini preliminari  di  Torino
nei confronti di soggetti ritenuti responsabili di  vari  reati,  tra
cui anche quello di associazione di tipo mafioso, ponendo in rilievo,
tra l'altro, i rapporti  di  uno  dei  destinatari  della  menzionata
ordinanza cautelare con esponenti politici del Comune di San  Giorgio
Morgeto. 
    Al  fine  di  verificare  possibili  forme   di   condizionamento
dell'amministrazione locale da parte della criminalita'  organizzata,
il prefetto di Reggio Calabria con  decreto  del  18  febbraio  2019,
successivamente prorogato, ha disposto l'accesso presso  il  suddetto
comune, ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto  legislativo  18
agosto 2000, n. 267. 
    Al termine  dell'indagine  ispettiva  la  commissione  incaricata
dell'accesso  ha  depositato  le  proprie,  conclusioni,  sulle   cui
risultanze il prefetto di Reggio Calabria, sentito nella  sedute  del
25 settembre 2019 il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza
pubblica, integrato con la partecipazione  del  procuratore  aggiunto
della direzione distrettuale  antimafia  di  Reggio  Calabria  e  del
procuratore  della  Repubblica  di  Palmi,  ha  trasmesso  l'allegata
relazione che costituisce parte integrante della  presente  proposta,
in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti
elementi su collegamenti diretti  e  indiretti  degli  amministratori
locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme  di
condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto,  i  presupposti
per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto
legislativo n. 267/2000. 
    I lavori svolti dalla commissione d'accesso hanno preso in esame,
oltre all'intero andamento gestionale dell'amministrazione  comunale,
la cornice criminale e il locale contesto ambientale ove  si  colloca
l'ente e hanno evidenziato come l'uso distorto della cosa pubblica si
sia concretizzato,  nel  tempo,  in  favore  di  soggetti  o  imprese
collegati direttamente o indirettamente ad ambienti criminali. 
    San  Giorgio  Morgeto  e'  un  Comune   di   ridotte   dimensioni
demografiche collocato nel parco nazionale dell'Aspromonte ai margini
sud orientali della piana di Gioia Tauro, territorio interessato  dal
radicamento di cosche mafiose la cui  pervasiva  presenza  -  che  si
estende ben  oltre  i  confini  regionali  -  e'  stata  recentemente
confermata dali esiti di un'altra operazione di  polizia  giudiziaria
denominata «Altanum» che, il 17 luglio scorso, ha portato all'arresto
di  soggetti  appartenenti  a  organizzazioni  criminali   localmente
egemoni. 
    La relazione del prefetto, anche sulla  scorta  delle  risultanze
della menzionata indagine  giudiziaria  «Geena»,  si  sofferma  sulla
figura di colui che ha svolto un ruolo  di  promozione,  direzione  e
organizzazione    dell'associazione    mafiosa    interessata     dal
provvedimento giudiziario, sottolineando i rapporti intercorsi tra lo
stesso ed esponenti politici di  San  Giorgio  Morgeto  in  occasione
delle elezioni politiche del giugno 2016. 
    L'importanza  del  ruolo  svolto  dal  citato   esponente   della
'ndrangheta nelle dinamiche politiche ed elettorali, tanto  in  Valle
d'Aosta quanto in Calabria, trova riscontro nei  contenuti  di  fonti
tecniche di prova dalle quali emerge il suo appoggio  e  sostegno  in
favore della lista capeggiata dal candidato poi eletto sindaco  nelle
consultazioni amministrative del 2016, pur richiedendo  di  non  fare
menzione con alcuno di tale supporto. 
    La commissione d'indagine ha analiticamente esaminato il  profilo
dei singoli amministratori evidenziando come alcuni di essi, tra  cui
il primo cittadino, sono gravati da pregiudizi penali e ha  posto  in
rilievo la sussistenza di un'intricata rete  di  rapporti  parentali,
frequentazioni, cointeressenze tra gli  amministratori  ed  esponenti
delle locali consorterie, sottolineando come tale stato di cose abbia
condizionato  l'attivita'  amministrativa  in  favore   di   ambienti
controindicati. 
    In proposito, e'  ampiamente  riconosciuto  che  il  reticolo  di
rapporti  e  collegamenti  -  tanto  piu'  rilevante  in  un   ambito
territoriale   di   ridotte   dimensioni   demografiche,   fortemente
compromesso dalla pregiudizievole influenza di associazioni  di  tipo
mafioso - determina un quadro indiziario significativo da cui si puo'
desumere un oggettivo pericolo di permeabilita'  dell'amministrazione
locale  ai  condizionamenti  o  alle  ingerenze  della   criminalita'
organizzata, a fronte del quale si rendono necessarie  idonee  misure
di prevenzione. 
    La relazione della commissione d'accesso, anche sulla base  delle
risultanze delle diverse indagini svolte dall'autorita'  giudiziaria,
ha messo in rilievo un diffuso  quadro  di  illegalita'  nei  diversi
settori amministrativi. 
    La compromissione e lo  sviamento  dell'attivita'  amministrativa
sono stati  riscontrati  in  diversi  settori  comunali  e  risultano
evidenti in una serie di procedimenti, quali quelli  concernenti  gli
appalti di lavori  pubblici,  la  gestione  dei  lotti  boschivi,  le
procedure  per  l'esercizio  di  noleggio  auto  con  conducente,  le
concessioni di terreni di proprieta' comunale. 
    In relazione a tale ultimo tipo di  procedimenti  la  commissione
d'indagine  ha  provveduto  ad  analizzare  i   contratti   stipulati
dall'amministrazione in carica e ha evidenziato,  significativamente,
che il conduttore  di  uno  dei  terreni  in  argomento,  gravato  da
pregiudizi di natura  penale  e  riconducibile,  per  stretti  legami
parentali, a soggetti controindicati ha provveduto al  pagamento  del
solo canone relativo all'anno 2017. 
    Situazione in  parte  analoga  e'  stata  riscontrata  anche  nei
confronti di altro conduttore che, dopo aver stipulato  il  contratto
di locazione per l'uso  del  terreno  comunale  nel  marzo  2017,  ha
provveduto al pagamento del relativo canone solo per quell'anno,  ne'
l'amministrazione comunale  ha  adottato  alcuna  iniziativa  per  la
risoluzione del relativo contratto, adempimento  che  avrebbe  dovuto
porre in essere - come espressamente previsto  da  apposita  clausola
contrattuale - oltreche' per morosita' anche quando, come nel caso in
esame, il terreno versi in stato, di abbandono. 
    La gestione dei suddetti beni, inefficiente e non in linea con  i
principi  di  buon  andamento,   e'   altresi'   attestata   -   come
dettagliatamente  riportato   nella   relazione   della   commissione
d'indagine  -  dalla  circostanza  che  anche  per  altri   contratti
stipulati nel corso di precedenti amministrazioni e tuttora  condotti
in locazione  da  soggetti  interessati  dalle  menzionate  ordinanze
cautelari o, comunque, riconducibili ad ambienti  controindicati,  il
pagamento del relativo canone non e' piu' stato effettuato, in  molti
casi, a decorrere dal 2016, ne' l'amministrazione comunale in  carica
si e' in alcun modo attivata per ovviare a tale situazione, assumendo
i  piu'  opportuni  adempimenti   finalizzati   anche   all'eventuale
risoluzione del rapporto contrattuale. 
    La commissione d'indagine ha inoltre esaminato  le  procedure  di
gara per la vendita a corpo di materiale legnoso derivante dal taglio
di boschi, sottolineando, in particolare, alcune anomalie  che  hanno
caratterizzato la procedura di gara indetta nel febbraio 2017. 
    Viene evidenziato che l'asta pubblica per la vendita a corpo  del
materiale legnoso, effettuata con il sistema delle offerte segrete in
busta chiusa, e' stata aggiudicata, dopo che le prime due aste  erano
andate deserte, all'unica  ditta  partecipante  il  cui  titolare  e'
riconducibile, per stretti rapporti parentali,  a  un  amministratore
locale. 
    Le indagini esperite,  come  piu'  ampiamente  evidenziato  nella
relazione del prefetto di Reggio Calabria, inducono a  ricondurre  la
ditta in argomento a una nota famiglia mafiosa egemone che, da  anni,
controlla il territorio  montano,  non  solo  al  fine  di  ricavarne
guadagni ma anche per favorire la latitanza di 'ndranghetisti. 
    Rileva  al  riguardo  la   circostanza,   emersa   nel   contesto
investigativo da cui e' scaturita la citata operazione «Altanum», che
la procedura di gara sarebbe stata condizionata dalle  locali  cosche
per favorire la  partecipazione  della  sola  ditta  che  si  e'  poi
aggiudicata la gara. 
    La relazione del prefetto ha inoltre preso in esame le  procedure
relative alle due gare d'appalto di lavori pubblici bandite nel corso
dell'attuale  amministrazione  ed  espletate  dalla  stazione   unica
appaltante, soffermandosi in  particolare  su  quella  concernente  i
lavori di ampliamento e  potenziamento  della  viabilita'  in  ambito
comunale. 
    Viene evidenziato che il titolare della ditta aggiudicataria  dei
lavori e' gravato da numerosi pregiudizi penali e  ha  frequentazioni
con  soggetti  chiamati  a  rispondere,  nell'ambito  dell'operazione
«Cumbertazione» del gennaio 2017, del reato di cui  all'art.  416-bis
del codice penale per avere concorso con altri a pilotare appalti. 
    Viene altresi' rilevato che nell'ambito della  stessa  operazione
anche un altro soggetto - che ha svolto un incarico professionale nel
menzionato  procedimento  relativo  a   lavori   di   ampliamento   e
potenziamento  della  viabilita'  in  ambito  comunale  -  e'   stato
segnalato, per avere, unitamente ad altri, pilotato numerosi  appalti
favorendo gli interessi di consorterie 'ndranghetiste. 
    Nella citata operazione «Cumbertazione» e' stato inoltre chiamato
a rispondere del reato di cui all'art.  416-bis  anche  un  soggetto,
stretto parente di un consigliere di maggioranza. 
    La  commissione  d'accesso  ha  inoltre  preso   in   esame   gli
affidamenti di interventi disposti in via diretta o in somma urgenza,
ponendo in rilievo come una delle ditte affidatarie, la cui  titolare
e'  gravata  da   pregiudizi   penali,   in   costanza   dell'attuale
amministrazione  e'  stata  aggiudicataria,  in  un   limitato   arco
temporale, di numerosi appalti. 
    L'organo ispettivo rappresenta  inoltre  di  aver  evidenziato  i
nominativi dei titolari, rappresentanti legali  e  soci  delle  ditte
risultati positivi agli accertamenti effettuati alla banca dati SDI o
presso gli archivi dell'Arma dei carabinieri e pone in rilievo  come,
per tutti, siano  emersi  rapporti  parentali  o  frequentazioni  con
amministratori comunali o con  esponenti  della  locale  criminalita'
organizzata. 
    Ulteriori  concreti   elementi   che   attestano   una   gestione
dell'amministrazione comunale avulsa dal  rispetto  dei  principi  di
legalita' e buon andamento  sono  emersi  all'esito  delle  verifiche
disposte presso lo sportello unico  per  le  attivita'  produttive  -
gestito in forma associata  con  altri  enti  locali  e  che  ha  per
capofila altro comune della  provincia  competente  al  rilascio  del
provvedimento finale - all'esito delle quali si  e'  riscontrato  che
tra i destinatari di licenze, autorizzazioni e nulla osta  figura  un
soggetto - autorizzato ad attivita' zootecnica -  condannato  per  il
reato di associazione mafiosa e sottoposto a  misura  di  prevenzione
per la quale non vi e' stata riabilitazione. 
    Rilievi in parte analoghi sono emersi altresi' per quanto attiene
al rilascio delle autorizzazioni  per  l'esercizio  di  noleggio  con
conducente, atteso che le stesse  sono  state  rilasciate  anche  nei
confronti di persone gravate da numerosi pregiudizi penali di cui una
tratta in arresto per associazione di tipo mafioso e  altra  deferita
per estorsione. 
    Le  circostanze  analiticamente  esaminate   e   dettagliatamente
riferite nella relazione del prefetto hanno  rivelato  una  serie  di
condizionamenti nell'amministrazione comunale di San Giorgio Morgeto,
volti a perseguire fini diversi da quelli  istituzionali,  che  hanno
determinato   lo   svilimento   e   la   perdita   di    credibilita'
dell'istituzione locale nonche' il pregiudizio degli interessi  della
collettivita',  rendendo  necessario  l'intervento  dello  Stato  per
assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'. 
    Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del
provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di  San  Giorgio
Morgeto  (Reggio  Calabria),  ai  sensi  dell'art.  143  del  decreto
legislativo 18 agosto 2000, n. 267. 
    In  relazione  alla  presenza  ed  all'estensione  dell'influenza
criminale,  si  rende  necessario  che  la  durata   della   gestione
commissariale sia determinata in diciotto mesi. 
 
      Roma, 16 dicembre 2019 
 
                                  Il Ministro dell'interno: Lamorgese