Art. 6. Legame con l'ambiente geografico Fattori storici ed umani. Nella Provincia di Varese l'apicoltura ha sempre avuto un ruolo di primaria importanza nell'economia rurale di questo territorio. Tra la fine dell'ottocento e i primi del novecento due eventi importanti diedero un notevole impulso all'apicoltura varesina. Innanzitutto con la costruzione della rete ferroviaria italiana realizzata dall'unita' d'Italia in poi, la Robinia pseudoacacia fu utilizzata per consolidare i pendii delle scarpate e delle trincee che grazie alle sue ramificate radici superficiali assicurava un ottimo consolidamento dei terreni. La specie, originaria del Nord America, si diffuse in Italia verso la fine del XVIII secolo quale pianta da giardino e dimostratasi subito vigorosa e di facile adattamento a diversissime condizioni pedoclimatiche passo' ad usi forestali. La specie trovo' nella Provincia di Varese un habitat ideale per l'indice di piovosita', per il tipo di terreno e per le temperature. La diffusione che ebbe al di fuori della rete ferroviaria fu enorme, e tutti quei terreni abbandonati dall'agricoltura in conseguenza alla forte industrializzazione di quegli anni insieme ai boschi incolti/trascurati, furono colonizzati dalla Robinia. Le piante iniziarono a produrre il prelibato nettare che avrebbe dato luogo al famoso miele di acacia (cosi' battezzato dai francesi in tutto il mondo). Contestualmente l'apicoltura cosiddetta Villica si stava trasformando in apicoltura Razionale che permetteva di prelevare il miele senza dover ricorrere all'apicidio e di ottenere dei mieli monoflorali, impossibili da produrre con il sistema villico. «Le prime arnie razionali comparvero a Cassano presso il dott. Dubini e ... a Golasecca e Coarezza ... dai soci, geometra Giacomo Guazzoni e Fresca, nel 1882 acquistando bugni villici che travasavano nell'arnia ideata dal Guazzoni stesso, a fondo mobile e a soffitta mezza mobile. Nel 1887 il Guazzoni costrui' lo stampo per fogli cerei, il primo con metallo da caratteri da stampa, in seguito di alluminio e ne diffuse un po' da tutte le parti, ed uno anche in Siberia. I due soci concorsero in diverse esposizioni guadagnandosi diplomi e medaglie. ... l'arnia Guazzoni ... poteva essere tenuta chiusa in apiario: ... le operazioni si eseguivano piu' facilmente, perche' apribile anche nella parte superiore». Questi eventi consentirono di produrre mieli monoflorali, oltre al tradizionale castagno, gia' a far data dai primi anni del novecento: poteva essere ottenuto il miele di acacia, grande novita' per quei tempi, determinando quindi un notevole incremento dell'apicoltura nella Provincia di Varese nei successivi anni. Tale attivita' costituiva la principale fonte di reddito per gli apicoltori. I boschi di robinia del territorio varesino fin da subito sono diventati meta di apicoltori provenienti da altri territori; tuttora il patrimonio boschivo offre nettare oltre che ai 12.000 alveari «Varesini» ad altrettanti alveari «Forestieri». Negli anni l'apicoltura in Provincia di Varese ha fatto passi da gigante: sempre piu' apicoltori si sono dedicati a questa attivita' sia come professione principale che come attivita' semiprofessionistica o come hobby. A testimonianza di cio' si ricorda che fin dal 1934 esiste un Consorzio provinciale obbligatorio fra apicoltori convertito nel 1983 in Associazione produttori apistici della Provincia di Varese e affiancato nel 1989 dal Consorzio qualita' Miele Varesino. Si evidenzia che da tantissimi anni durante la fioritura della Robinia pseudoacacia, sul territorio della Provincia di Varese la presenza degli alveari si raddoppia passando da 12.000 a oltre 20.000 arnie. La motivazione di questo notevole incremento e' da ricondursi al fatto che a differenza da altre zone in cui si produce il miele d'acacia, nel territorio varesino non ci sono colture agrarie o essenze spontanee che influenzano con la loro fioritura la qualita' del prodotto che risulta cosi' piu' puro e pienamente rispondente alla migliore tipicita' del miele di acacia. Fattori ambientali. Da sud a nord la Provincia di Varese puo' essere ripartita per il 22% a pianura (alta pianura), il 46% a collina ed infine il 32% a montagna. L'alta pianura e' formata da depositi alluvionali terrazzati di origine fluvioglaciale, in particolare da sedimenti grossolani, costituiti da ghiaie e ciottoli. La zona collinare e' prevalentemente costituita da depositi morenici intervallati a piane. I rilievi montuosi, confinati nella zona settentrionale, presentano litologie di natura carbonatica (marne e soprattutto dolomie e calcari) oppure silicatica (rocce metamorfiche, come gneiss e micascisti, e ignee, come granofiri e porfiriti). L'area geografica presente presenta un clima continentale temperato con limitate escursioni termiche sia in estate che inverno dovute all'azione mitigatrice dei laghi. Tali condizioni caratterizzano l'area geografica favorendo la presenza di specie arboree anche di origine esotica. Il clima infatti viene mitigato dalla presenza dei laghi che anticipano la primavera rispetto alle zone del milanese: cio' rende possibile numerose e persistenti fioriture sui dolci declivi solatii. Nel territorio varesino la presenza di robinia (Robinia pseudoacacia L.), specie mielifera dominante, e' largamente e intensamente distribuita tanto da colonizzare le aree agricole marginali e costituire in molte aree della zona la specie arbore prevalente nei boschi. Complessivamente i boschi della Provincia di Varese ricoprono una superficie di circa 541 km², pari al 45% dell'intera superficie provinciale. L'acacia o robinia (Robinia pseudoacacia) costituisce boschi monospecifici (robinieti puri) oppure consorzi con altre specie forestali (robinieti misti). Nell'insieme i robinieti ricoprono una superficie di circa 163 km², corrispondente al 30% della superficie forestale provinciale. I robinieti sono in particolar modo diffusi nella parte centro-meridionale (pianura e collina), dove rappresentano spesso l'unica tipologia forestale presente nella zona planiziale, mentre nella parte settentrionale (montagna) sono presenti soltanto a bassa quota; i robinieti, infatti, superano di rado i 600 m di altitudine. Nel periodo di fioritura della Robinia pseudoacacia L. nella zona della Provincia di Varese, non si manifestano altre fioriture di specie nettarifere altrettanto abbondanti. Infatti, la fioritura della Robinia pseudoacacia L., nella maggior parte del territorio varesino, puo' essere definita scalare e dura a lungo grazie alla presenza di valli che si incuneano fino a sud, come le Valli del Ticino e dell'Olono, o di versanti collinari solatii e protetti dai venti. Nella parte centro-settentrionale della provincia i robinieti si arricchiscono di specie arboree e arbustive sempreverdi (elaeagnus pungens, laurus nobilis, ilex aquifolium, ligustrum lucidum, prunus laurocerasus, taxus baccata e la palma trachycarpus fortunei) molte delle quali termicamente esigenti e originarie e originarie di climi tropicali caldo-umidi. Gli esemplari naturalizzati di queste particolari specie, collettivamente chiamate laurofille, sono il risultato di un processo di spontaneizzazione che parte dai numerosi centri di dispersione (parchi e giardini) presenti storicamente sul territorio, soprattutto nelle zone circostanti i principali laghi dove trovano accoglimento ville settecentesche e ottocentesche. I parchi e i giardini ospitano, in generale, una ricca diversita' di specie, in particolare di dendroflora, tra cui spiccano aesculus hippocastanum, gleditsia triacanthos, liriodendron tulipifera, prunus cerasifera e numerose specie di conifere appartenenti alla famiglia delle pinaceae (cedrus atlantica e c. deodara, chamaecyparis lawsoniana, picea abies e pinus strobus). Fattori produttivi. Tradizionalmente l'attivita' si compone di apiari stanziali e nomadi che vanno dalla pianura alla collina ed alla montagna seguendo le varie fasi di fioritura. L'attivita' apistica e' diffusa e sviluppata su tutto il territorio provinciale ed e' caratterizzata da aziende produttive che operano con grande passione in regime di professionismo, semiprofessionismo e hobbistico, considerando questa attivita' un'importante punto di forza della economia della produzione agricola della Provincia di Varese. L'apicoltura varesina ha potuto maturare un alto tasso di specializzazione nella produzione di mieli ed in particolare del miele di acacia che e' diventato il miele maggiormente prodotto in Provincia di Varese. La continua selezione di razze di api che fossero piu' produttive e resistenti alle diverse malattie ha contribuito a migliorare ulteriormente sia la qualita' che la quantita' di miele prodotto dagli apicoltori varesini. La provenienza del «Miele Varesino» di acacia e' verificabile mediante l'analisi melissopalinologica. 6.1. Identificazione del prodotto. Il «Miele Varesino» di acacia in ogni sua fase di produzione deve assicurare la tracciabilita' del prodotto.