(Allegato A-art. 9)
                               Art. 9. 
 
                  Legame con l'ambiente geografico 
 
 A) Informazioni sulla zona geografica. 
 
    1. Fattori naturali rilevanti per il legame. 
    Il  comprensorio  del  vino  «Rosso  di   Montepulciano»   ricade
interamente nel Comune di Montepulciano, in provincia  di  Siena.  Ad
eccezione della zona di fondovalle nella Valdichiana,  esclusa  dalla
zona  di  produzione,  tutto  il  territorio  e'  compreso  nell'area
collinare di produzione che passa da 250 a 600 metri di altitudine  e
ricalca  i  limiti  di  produzione  della   DOCG   Vino   Nobile   di
Montepulciano. 
    Il  substrato  geologico  e'  piuttosto  uniforme  e   nettamente
caratterizzato rispetto ad  altri  comprensori  viticoli  vicini.  E'
costituito in larga  misura  da  sedimenti  marini  pliocenici,  dove
predominano le sabbie soprattutto nelle zone a  maggiore  altitudine.
Altri suoli, in  particolare  nei  versanti  che  scendono  verso  la
Valdichiana, si sviluppano su sedimenti continentali del  Pleistocene
antico. 
    La litologia del territorio e' quindi caratterizzata da sabbie  e
argille marine, con presenza di conglomerati nella parte ad  est  del
territorio. Le sabbie sono  caratteristiche  di  Montepulciano  e  in
Toscana si ritrovano cosi' diffuse solo a San Gimignano, mentre  sono
pressoche' assenti sia a Montalcino che nel Chianti Classico. 
    In sintesi, complessivamente si distinguono 4 tipologie di suolo:
quelli  evoluti  sul  pliocene  marino  sabbioso  (serie   pedologica
cosiddetta Cusona, Strada e San Gimignano)  o  limo-argilloso  (serie
Quercia e  Monte,  quest'ultima  poco  produttiva  ed  a  maturazione
precoce)  con  disponibilita'  idriche   crescenti,   e   quelli   su
pleistocene da paleosuoli o suoli recenti (serie Poggio Golo, Nottola
e Valiano, che favorisce una maggiore produttivita' delle piante). 
    Per  caratteristiche  chimiche  i  suoli  del  Pliocene  sabbioso
presentano bassa capacita' di scambio cationico e conducibilita', con
valori medi di calcare; sul pliocene limo-argilloso  e  argilloso  si
rilevano valori piu' elevati di calcare e di conducibilita'; i  suoli
evoluti su  sedimenti  del  pleistocene  sono  simili  tra  loro  per
capacita' di scambio cationico, in genere elevata, e si differenziano
per il contenuto in calcare totale  ed  attivo,  maggiore  nei  suoli
recenti. 
    Dal punto di vista meteorologico la zona e' caratterizzata da  un
clima mediterraneo. Le temperature piu' elevate si rilevano in luglio
e agosto, mentre nel  periodo  seguente  si  registrano  valori  piu'
bassi, che favoriscono l'evoluzione qualitativa aromatica e  fenolica
delle uve. L'indice Winkler e' mediamente pari a 1900°,  con  livelli
inferiori alla maggiore altitudine dove si attesta a 1750°. 
    Le piogge medie rilevate da stazioni meteorologiche presenti  sul
territorio, su base pluriennale, sono pari a 690 mm in gran parte del
territorio, e solo nella zona sud  arrivano  a  740  mm.  La  massima
intensita' piovosa si registra in ottobre e novembre, mentre l'estate
e' tendenzialmente asciutta. 
 
    2. Fattori umani rilevanti per il legame 
    Le radici della viticoltura e dell'enologia sono parte integrante
del territorio, della cultura, della storia,  dell'economia  e  delle
tradizioni locali di Montepulciano. 
    Assieme al vino nobile, e storicamente ancora prima di  esso,  il
comprensorio era ben noto per la produzione di  un  vino  giovane  da
pasto, non sottoposto a lunga maturazione, come riportato in  diversi
documenti antecedenti al 1787, data della prima  citazione  del  vino
nobile. 
    Sante Lancerio, storico e soprattutto bottigliere del Papa  Paolo
III, riporta nei suoi  resoconti  al  seguito  del  Papa  dettagliate
descrizioni dei vini ed in proposito scrive «Il Vino di Montepulciano
e' perfettissimo tanto il verno quanto la  state,  et  meglio  e'  il
rosso la state, io ne son certo.» 
    Il vino di Montepulciano ha assunto fama internazionale fino  dal
1600, quando fu celebrato da Francesco Redi come «Re di ogni vino», e
nel corso dei secoli la viticoltura ha poi sempre mantenuto il  ruolo
di coltura principale con una importante funzione di presidio, difesa
e valorizzazione del territorio, anche sotto l'aspetto paesaggistico. 
    Nel corso del secolo scorso la produzione di  vini  rossi  si  e'
orientata verso vie diverse e complementari, in grado di esaltare  le
potenzialita' del territorio sia con la produzione di un vino a lunga
maturazione  in  legno,  ricco  di  alcol  e   struttura,   sia   con
l'ottenimento di un vino piu' giovane, fruttato e leggero,  in  grado
di preservare l'integrita' dei profumi primari  e  rappresentato  dal
«Rosso di Montepulciano», la cui produzione non e' in  contrasto  con
il «Vino Nobile» ma anzi completa assieme al  Vinsanto  le  tipicita'
storiche del territorio. 
    Il vino Rosso di Montepulciano ha ottenuto  la  denominazione  di
origine controllata con decreto del Presidente  della  Repubblica  21
dicembre 1988 e di anno in anno ha visto incrementare  la  superficie
iscritta all'albo e la  produzione,  attestata  nelle  ultime  annate
attorno a 18.000 hl. 
      Complessivamente l'incidenza dei fattori umani e' da  riferirsi
all'individuazione ed affinamento  nel  tempo  dei  seguenti  aspetti
tecnico-produttivi,   che   costituiscono   parte   integrante    del
disciplinare di produzione. 
       base ampelografica dei vigneti: il Sangiovese, in  particolare
il biotipo locale chiamato  Prugnolo  gentile,  costituisce  la  base
ampelografica  del  vino  Rosso  di  Montepulciano.  Il  vitigno   e'
coltivato da lungo tempo a Montepulciano e molti sono in proposito  i
riferimenti storico-bibliografici, tra questi risultano  fondamentali
quelli di Villifranchi (1773) e Cinelli (1873). 
      Tra i vitigni  complementari  si  sono  nel  tempo  individuate
diverse varieta' ad uva nera, sia del germoplasma autoctono (Canaiolo
nero in particolare) che internazionale,  in  grado  di  esaltare  le
potenzialita' del territorio e del vitigno base.  E'  permesso  anche
l'impiego di una piccola percentuale di  uve  a  bacca  bianca,  come
tradizione negli uvaggi toscani. 
       le forme di allevamento, i sesti d'impianto  e  i  sistemi  di
potatura: le forme di allevamento  tipiche,  affermatesi  nel  tempo,
sono tali da permettere una razionale disposizione delle piante sulla
superficie, in modo da agevolare le operazioni colturali e  contenere
le rese entro i limiti produttivi  previsti  dal  Disciplinare.  Sono
rappresentate  da  controspalliere  con  sistemi  di  potatura  corta
(cordone speronato), lunga (capovolto) o mista (Guyot). 
      I sesti d'impianto sono evoluti verso densita'  medio-alte,  in
genere con un minimo di 4.000 piante/ha ben  oltre  i  limiti  minimi
previsti dal disciplinare. 
       le pratiche relative all'elaborazione dei  vini:  sono  quelle
consolidate in zona per la vinificazione di uve nere  destinate  alla
produzione di vini rossi tranquilli, pronti per il consumo anche dopo
pochi mesi dalla vendemmia e adatti ad una buona  tenuta  nel  tempo,
senza  necessita'  di  eccessive  gradazioni  alcoliche  o  di  lunga
maturazione in legno.  
 
B) Informazioni sulla qualita' o sulle caratteristiche  del  prodotto
essenzialmente o esclusivamente attribuibili all'ambiente geografico. 
 
    La DOC Rosso di Montepulciano e' riferita a una tipologia di vino
rosso che dal punto di vista analitico  e  soprattutto  organolettico
presenta caratteristiche peculiari della  zona  di  produzione,  come
riportato all'art. 6 del disciplinare, che ne permettono  una  chiara
individuazione e tipicizzazione. 
    In particolare i  vini  si  presentano  di  colore  rosso  rubino
intenso, evidenziano un  profumo  intenso  con  caratteristiche  note
primarie fruttate e floreali; al gusto sono  mediamente  strutturati,
equilibrati ed eleganti. 
 
 C) Descrizione dell'interazione causale fra gli elementi di cui alla
lettera A) e quelli di cui alla lettera B). 
 
    L'interazione tra i diversi fattori naturali ed umani ha permesso
in primo luogo di conservare la connotazione viticola  al  territorio
di Montepulciano, che nel tempo non ha subito l'urbanizzazione che ha
caratterizzato diverse altre aree. 
    Il  ruolo  esercitato   dall'ambiente   di   coltivazione   sulle
caratteristiche qualitative del vino e' dimostrato  dagli  studi  sul
territorio e  dalle  indagini  di  zonazione  svolte  fino  dal  1989
(Campostrini e Costantini, 1996), le quali hanno evidenziato  come  i
suoli presenti  nel  territorio  di  produzione  del  vino  Rosso  di
Montepulciano  conferiscono  in  particolare   al   Sangiovese   note
sensoriali caratteristiche di amarena e viola. 
    Pur in presenza di diverse tipologie di suolo, la produttivita' e
la  qualita'  dell'uva  nelle  diverse  situazioni   viene   modulata
attraverso opportuni interventi antropici di tecnica colturale  e  di
gestione del suolo, che vanno dalle lavorazioni meccaniche nei  suoli
meno fertili fino all'inerbimento in quelli  che  imprimono  maggiore
produttivita'. Tali interventi, sulla base di esperienze pluriennali,
vengono  eseguiti  in  modo  da  ricondurre  la  qualita'  delle  uve
vendemmiate a parametri uniformi ed idonei di maturazione. 
    L'orografia collinare e l'esposizione dei vigneti  contribuiscono
a  determinare   un   mesoclima   particolarmente   favorevole   alla
coltivazione della vite. 
    Le piogge invernali e primaverili favoriscono il formarsi di  una
buona riserva idrica nei  campi,  mentre  successivamente  le  scarse
piogge  estive  (media  del  mese  di  luglio  inferiore  a  30   mm)
determinano in  genere  una  moderata  carenza  di  acqua,  la  quale
favorisce la  fase  di  maturazione  a  discapito  dell'accrescimento
vegetativo delle piante. 
    L'elevata insolazione ed il livello termico raggiunto  in  luglio
ed  agosto  favoriscono  una  regolare  invaiatura  dell'uva  ed  una
predisposizione ottimale alla maturazione,  mentre  in  settembre  ed
inizio ottobre l'elevata escursione termica tra giorno  e  notte,  in
particolare alle quote maggiori, favorisce la complessita'  aromatica
e fenolica delle uve. 
    La secolare storia del vino di Montepulciano  dall'epoca  etrusca
ai giorni nostri, attestata da  numerosi  documenti  bibliografici  e
reperti archeologici, e' alla base del fattore umano di esperienze  e
coltura  che  nel  tempo,  in  interazione  con   l'ambiente,   hanno
individuato, sviluppato e selezionato le pratiche piu' consone per la
produzione enologica di qualita', sia per  ottenere  vini  dal  lungo
invecchiamento,  sia  per  la  produzione  di  vini  piu'  giovani  e
fruttati. 
    Fino dalle origini remotissime Montepulciano fonde con il vino la
sua storia, come testimonia una kylix (tazza da vino)  rinvenuta  nel
1868 in una tomba etrusca nei pressi della citta'. 
    Il documento piu' antico riferibile al vino di  Montepulciano  e'
del 789: il chierico Arnipert offre  alla  chiesa  di  San  Silvestro
sull'Amiata un pezzo di terra coltivata a vigna posta nel castello di
Policiano. In seguito  il  ripetti  nel  suo  «Dizionario  storico  e
geografico della Toscana» cita un documento che risale al  1350,  nel
quale si stabiliscono le clausole per il commercio  e  l'esportazione
del vino di Montepulciano. 
    Passando al XVII secolo, ricordiamo come Francesco Redi,  insigne
come medico, naturalista e poeta, esaltasse nel suo ditirambo  «Bacco
in Toscana» del 1685, con tanta efficacia il vino. Il  Redi  immagina
che Bacco e Arianna elogino i migliori  vini  della  Toscana:  «Bella
Arianna con bianca  mano  versa  la  manna  di  Montepulciano...»,  e
conclude «Montepulciano d'ogni vino e'  Re!».  Il  poemetto  ebbe  un
grande successo  ed  arrivo',  di  corte  in  corte,  nelle  mani  di
Guglielmo III re d'Inghilterra. Forse  e'  proprio  al  Redi  e  alla
celebrita' che procuro' ai vini toscani con il  suo  scritto  che  si
deve la  predilezione  del  re  Guglielmo  per  questi  vini.  Ne  e'
testimonianza il viaggio compiuto nel 1669 da una delegazione inglese
nel Granducato  di  Toscana  per  procurare  alla  corte  inglese  il
Moscadello di Montalcino ed il vino di Montepulciano. 
    Alla fine del XIX secolo e' sentita l'esigenza  dei  istruire  le
maestranze per la gestione dei vigneti  e  delle  cantine:  nel  1882
viene istituita una  scuola  pratica  di  agricoltura  e  tuttora  al
confine con il vicino comune di Cortona e' attivo un Istituto tecnico
agrario. 
    La storia  piu'  recente  del  vino  Rosso  di  Montepulciano  e'
contraddistinta  da  un'evoluzione,  in  linea  con  i  piu'  moderni
orientamenti produttivi, delle tecniche di  gestione  dei  vigneti  e
della vinificazione. Le densita' d'impianto  sono  quindi  andate  ad
aumentare, in modo da ridurre  la  produzione  unitaria  di  uva  per
pianta, e le forme di allevamento e  potatura  sono  state  orientate
verso sistemi che favoriscono l'ottimale sviluppo vegeto-produttivo e
un idoneo stato sanitario dell'uva. Allo stesso tempo, in cantina  si
sono ottimizzate le  fermentazioni,  non  eccessivamente  lunghe,  il
periodo di maturazione e  l'impiego  dei  diversi  contenitori,  allo
scopo di ottenere un vino da pasto dotato  di  media  struttura,  non
eccessivamente alcolico e ricco di aromi primari.