(Allegato A-art. 8)
 
                               Art. 8. 
                  Legame con l'ambiente geografico 
 
A) Informazioni sulla zona geografica. 
    1. Fattori naturali rilevanti per il legame. 
    Il comprensorio del Vin Santo di Montepulciano ricade interamente
nel Comune di Montepulciano, in  Provincia  di  Siena.  Ad  eccezione
della zona di fondovalle nella Valdichiana,  esclusa  dalla  zona  di
produzione, tutto il territorio e' compreso  nell'area  collinare  di
produzione che passa da 250 a 600 metri di altitudine. 
    Il  substrato  geologico  e'  piuttosto  uniforme  e   nettamente
caratterizzato rispetto ad  altri  comprensori  viticoli  vicini.  E'
costituito in larga  misura  da  sedimenti  marini  pliocenici,  dove
predominano le sabbie soprattutto nelle zone a  maggiore  altitudine.
Altri suoli, in  particolare  nei  versanti  che  scendono  verso  la
Valdichiana, si sviluppano su sedimenti continentali del  Pleistocene
antico. 
    La litologia del territorio e' quindi caratterizzata da sabbie  e
argille marine, con presenza di conglomerati nella parte ad  Est  del
territorio. Le sabbie sono  caratteristiche  di  Montepulciano  e  in
Toscana si ritrovano cosi' diffuse solo a San Gimignano, mentre  sono
pressoche' assenti sia a Montalcino che nel Chianti Classico. 
    In sintesi, complessivamente si distinguono quattro tipologie  di
suolo: quelli evoluti sul pliocene marino sabbioso (serie  pedologica
cosiddetta Cusona, Strada e San Gimignano)  o  limo-argilloso  (serie
Quercia e  Monte,  quest'ultima  poco  produttiva  ed  a  maturazione
precoce)  con  disponibilita'  idriche   crescenti,   e   quelli   su
pleistocene da paleosuoli o suoli recenti (serie Poggio Golo, Nottola
e Valiano, che favorisce una maggiore produttivita' delle piante). 
    Per  caratteristiche  chimiche  i  suoli  del  Pliocene  sabbioso
presentano bassa capacita' di scambio cationico e conducibilita', con
valori medi di calcare; sul pliocene limo-argilloso  e  argilloso  si
rilevano valori piu' elevati di calcare e di conducibilita'; i  suoli
evoluti su  sedimenti  del  Pleistocene  sono  simili  tra  loro  per
capacita' di scambio cationico, in genere elevata, e si differenziano
per il contenuto in calcare totale  ed  attivo,  maggiore  nei  suoli
recenti. 
    Dal punto di vista meteorologico la zona e' caratterizzata da  un
clima mediterraneo. Le temperature piu' elevate si rilevano in luglio
e agosto, mentre nel  periodo  seguente  si  registrano  valori  piu'
bassi, che favoriscono l'evoluzione qualitativa aromatica e  fenolica
delle uve. L'indice Winkler e' mediamente pari a 1900°,  con  livelli
inferiori alla maggiore altitudine dove si attesta a 1750°. 
    Le  piogge  medie  su  base  pluriennale,  ricavate  da  stazioni
meteorologiche distribuite all'interno del comprensorio, sono pari  a
690 mm in gran parte del territorio, e solo nella zona Sud arrivano a
circa 740 mm. La massima intensita' piovosa si registra in ottobre  e
novembre, mentre l'estate e' tendenzialmente asciutta. 
    All'interno del territorio  di  produzione  sono  riservati  alla
produzione di uve da Vin Santo i vigneti con le migliori  esposizioni
dove l'incidenza di malattie fungine del grappolo  e'  inferiore,  in
modo da permettere una maturazione ottimale in pianta. 
    2. Fattori umani rilevanti per il legame. 
    Le radici della viticoltura e dell'enologia sono parte integrante
del territorio, della cultura, della storia,  dell'economia  e  delle
tradizioni locali di Montepulciano. 
    Il vino prodotto in questo comprensorio riveste storicamente  una
connotazione nobiliare ed aristocratica, con le produzioni  destinate
non all'autoconsumo ma al commercio, come testimoniano tanti atti  di
vendita registrati dal 789 in poi. 
    Con un documento del 1350 furono stabilite le prime clausole  per
il commercio e l'esportazione del vino di Montepulciano e  nel  corso
dei secoli la viticoltura  ha  poi  mantenuto  il  ruolo  di  coltura
principale del territorio. 
    Nella «Statistica agraria della Val di Chiana» di Giuseppe  Giulj
(1830), nel capitolo relativo a «Delle specie di vino  scelto  e  dei
modi di fabbricarlo», e' riportato che: «a cinque specie  si  possono
ridurre i vini scelti, che si fabbricano in una certa quantita' nella
valle, e sono quelli neri,  il  vino  Nobile  di  Monte  Pulciano,  e
l'aleatico; fra quelli bianchi vi si contano il Moscadello, il vermut
ed  il  Vin  Santo».  L'autore  prosegue  elencando  i  vitigni,   le
caratteristiche  delle  uve  e  del  sistema   di   fermentazione   e
condizionamento. 
    A  giustificazione  dell'importanza  assegnata  alla   produzione
enologica locale, e' da citare la storica presenza delle cantine  nel
sottosuolo dei  palazzi  signorili  della  Citta'  di  Montepulciano,
cantine in parte tuttora utilizzate per l'invecchiamento del vino. 
    Il Vin Santo di Montepulciano ha  ottenuto  la  denominazione  di
origine controllata solo con decreto ministeriale 21 ottobre 1996, ma
la sua produzione e' ben documentata e  storicamente  presente  nelle
aziende locali. 
    Complessivamente l'incidenza dei fattori umani  e'  da  riferirsi
all'individuazione ed affinamento  nel  tempo  dei  seguenti  aspetti
tecnico-produttivi,  che  costituiscono  oggi  parte  integrante  del
disciplinare di produzione: 
      base ampelografica dei vigneti: la Malvasia  bianca  lunga,  il
Trebbiano toscano  ed  il  Grechetto  bianco  costituiscono  la  base
ampelografica del Vino Santo  di  Montepulciano.  Tali  vitigni  sono
coltivati da lungo tempo a Montepulciano e molti sono in proposito  i
riferimenti storico-bibliografici, tra questi risultano  fondamentali
quelli di Villifranchi (1773) e Cinelli (1873). 
    E' prevista anche una tipologia «Occhio di pernice», piu' rara  e
prodotta utilizzando anche uve a bacca nera, a base Sangiovese. 
      le forme di allevamento, i sesti  d'impianto  e  i  sistemi  di
potatura: le forme di allevamento  tipiche,  affermatesi  nel  tempo,
sono tali da permettere una razionale disposizione delle piante sulla
superficie, in modo da agevolare le operazioni colturali e  contenere
le rese entro i rigidi limiti produttivi previsti  dal  disciplinare.
Sono rappresentate da controspalliere con sistemi di  potatura  corta
(cordone speronato), lunga (capovolto) o mista (Guyot).  La  gestione
in verde prevede cimature e sfogliature  adeguate  per  favorire  una
maggiore insolazione dei grappoli e  permettere  di  raccogliere  uve
perfettamente sane da destinare poi all'appassimento. 
    I sesti d'impianto sono evoluti verso densita' medio-alte, con un
minimo di 3.300 piante/ha. 
      le  pratiche   relative   all'elaborazione   dei   vini:   sono
fondamentali e consolidate in zona per la produzione del  Vin  Santo.
Le uve sono raccolte  a  piena  maturita'  e  dopo  accurata  cernita
vengono  messe  ad  appassire  in  appositi  locali  coperti  ampi  e
ventilati, denominati «appassitoi» e tradizionalmente presenti  nelle
strutture agricole della zona. I grappoli selezionati  vengono  fatti
appassire distesi su sostegni orizzontali chiamati «graticci»  oppure
appesi  su  telai  verticali  in   legno   o   metallo.   La   durata
dell'appassimento puo' arrivare ad alcuni mesi (fino a marzo  per  la
tipologia Occhio di pernice), in  modo  da  portare  le  uve  ad  una
concentrazione zuccherina di almeno il 28% per la  tipologia  base  e
del 33% per la «Riserva» e per l'«Occhio di pernice». 
    La  fermentazione,  conservazione  ed  il  lungo   invecchiamento
(minimo  tre  anni  per  la  tipologia  base)  avvengono  in  piccoli
contenitori di legno all'interno di idonei  locali  (vinsantaia),  in
genere separati dal resto della cantina e spesso posti sottotetto per
accentuare le  escursioni  termiche  stagionali  che  influenzano  il
decorso stesso dell'evoluzione aromatica. 
B) Informazioni sulla qualita' o sulle caratteristiche  del  prodotto
essenzialmente o esclusivamente attribuibili all'ambiente geografico. 
    La DOC Vin Santo di Montepulciano e' riferita a tre tipologie  di
vino (base, Riserva e Occhio di pernice) che si differenziano per  le
pratiche di appassimento, per la durata dell'invecchiamento e per  la
tipologia produttiva  dei  vini.  Dal  punto  di  vista  analitico  e
soprattutto organolettico il vino presenta caratteristiche  peculiari
della zona di produzione, come riportato all'art. 6 del disciplinare,
che ne permettono una chiara individuazione e tipicizzazione. 
    In particolare i vini  della  tipologia  base  si  presentano  di
colore giallo da dorato a ambrato  intenso;  evidenziano  un  profumo
intenso, etereo, con caratteristiche di frutta matura; al gusto  sono
vellutati ed eleganti. La tipologia Occhio di pernice ha  colore  tra
ambrato e topazio, con riflessi da rossastri a marrone. 
C) Descrizione dell'interazione causale fra gli elementi di cui  alla
lettera A) e quelli di cui alla lettera B). 
    L'interazione tra i diversi fattori naturali ed umani ha permesso
in primo luogo di conservare la connotazione viticola  al  territorio
di Montepulciano, che nel tempo non ha subito l'urbanizzazione che ha
caratterizzato diverse altre aree. 
    Pur in presenza di diverse tipologie di suolo, la produttivita' e
la  qualita'  dell'uva  nelle  diverse  situazioni   viene   modulata
attraverso opportuni interventi antropici di tecnica colturale  e  di
gestione del suolo, che vanno dalle lavorazioni meccaniche nei  suoli
meno fertili fino all'inerbimento in quelli  che  imprimono  maggiore
produttivita'. Tali interventi, sulla base di esperienze pluriennali,
vengono  eseguiti  in  modo  da  ricondurre  la  qualita'  delle  uve
vendemmiate a parametri uniformi ed idonei  di  maturazione  e  stato
sanitario.  L'orografia  collinare  e  la   scelta   delle   migliori
esposizioni dei vigneti contribuiscono  a  determinare  un  mesoclima
particolarmente  favorevole  alla  maturazione   ed   al   successivo
fondamentale appassimento delle uve. 
    Le piogge invernali e primaverili favoriscono il formarsi di  una
buona riserva idrica nei  campi,  mentre  successivamente  le  scarse
piogge estive (media di luglio inferiore  a  30  mm)  determinano  in
genere una moderata carenza di acqua, la quale favorisce la  fase  di
maturazione a discapito dell'accrescimento vegetativo delle piante. 
    L'elevata insolazione ed il livello termico raggiunto  in  luglio
ed  agosto  favoriscono  una  regolare  invaiatura  dell'uva  ed  una
predisposizione ottimale alla maturazione,  mentre  in  settembre  ed
inizio ottobre l'elevata escursione termica tra giorno  e  notte,  in
particolare alle quote maggiori, favorisce la complessita'  aromatica
delle uve. 
    La secolare storia del vino di Montepulciano  dall'epoca  etrusca
ai giorni nostri, attestata da  numerosi  documenti  bibliografici  e
reperti archeologici, e' alla base del fattore umano di esperienze  e
coltura  che  nel  tempo,  in  interazione  con   l'ambiente,   hanno
individuato, sviluppato e selezionato le pratiche piu' consone per la
produzione del Vin Santo. 
    Sulle origini del nome Vin Santo sono molte le ipotesi, del resto
questo tipo di vino ha tradizioni  storiche  in  diversi  comprensori
della Toscana oltre che in varie  altre  regioni  italiane.  Il  nome
potrebbe derivare dal lungo periodo di appassimento, dalla festa  dei
«Santi» a inizio novembre fino alla  settimana  «Santa»  delle  feste
pasquali, mentre secondo alcune ipotesi deriverebbe dal vino  passito
portato dall'isola greca di Xantos a Firenze nel 1439,  in  occasione
di un Concilio religioso. 
    In ogni caso la produzione di vini  da  uve  appassite  nasce  in
epoca greco-romana e  si  e'  tramandata  nei  secoli  nella  cultura
contadina. 
    Nel periodo rinascimentale si fanno piu' frequenti le menzioni  e
le notizie sul Vin Santo di Montepulciano, ma e' nell'  '800  che  si
hanno diversi documenti relativi alla commercializzazione  di  questo
vino. In particolare vengono citate le tenute Contucci, Mazzucchelli,
Bracci, Tombesi, Giudarelli, ecc., alcune delle quali tuttora attive. 
    Alla fine del XIX secolo e' sentita  l'esigenza  di  istruire  le
maestranze per la gestione dei vigneti  e  delle  cantine:  nel  1882
viene istituita una  Scuola  pratica  di  agricoltura  e  tuttora  al
confine con il vicino Comune di Cortona e' attivo un Istituto tecnico
agrario. 
    Nel 1937 viene fondata  una  cantina  sociale  con  l'intento  di
creare una struttura per la  commercializzazione  del  vino  prodotto
anche dai piccoli coltivatori e  nel  1965  nasce  il  Consorzio  dei
produttori del vino Nobile, che si occupa anche  del  Vin  Santo,  in
quanto i produttori della zona spesso associano la  produzione  delle
due tipologie di vino all'interno della stessa azienda. 
    La  storia  piu'  recente  del  Vin  Santo  di  Montepulciano  e'
contraddistinta  da  un'evoluzione,  in  linea  con  i  piu'  moderni
orientamenti produttivi, delle tecniche di  gestione  dei  vigneti  e
della vinificazione. Le densita' d'impianto  sono  quindi  andate  ad
aumentare, in modo da ridurre  la  produzione  unitaria  di  uva  per
pianta, e le forme di allevamento e  potatura  sono  state  orientate
verso sistemi che favoriscono l'ottimale sviluppo vegeto-produttivo e
soprattutto un idoneo stato sanitario dell'uva. Allo stesso tempo, in
cantina si sono ottimizzati i periodi di appassimento e la successiva
lunga fermentazione e maturazione in legno, allo scopo di ottenere un
vino di grande aromaticita', dotato di longevita'  e  stabilita'  nel
tempo, da consumare tradizionalmente nelle occasioni di  festa  o  da
offrire agli ospiti di riguardo. 
    Il  Vin  Santo,  pur  rappresentando  un  vino   di   nicchia   e
commercialmente poco rilevante per le quantita' prodotte ed  i  costi
di produzione particolarmente elevati, e'  tuttora  un  prodotto  che
consente di coniugare tradizione,  cultura,  prestigio  enologico  ed
immagine del territorio di Montepulciano.