(Allegato-art. 8)
                               Art. 8. 
 
                  Legame con l'ambiente geografico 
 
  A) Informazioni sulla zona geografica. 
    1. Fattori naturali rilevanti per il legame 
    Il territorio di produzione del vino  Moscadello  di  Montalcino,
che corrisponde all'area del Comune di  Montalcino  in  Provincia  di
Siena, si trova nella Toscana sud-orientale a  40  chilometri  a  sud
della Citta' di Siena.  Il  territorio  di  produzione,  che  ha  una
superficie complessiva di 243,62 chilometri quadrati,  e'  delimitato
dalle valli dei tre fiumi Orcia, Asso e  Ombrone,  assume  una  forma
quasi quadrata, i cui lati misurano mediamente 15 chilometri. 
    L'area cosi' definita si sviluppa in altezza dal livello di circa
120 metri sul livello del mare lungo i fiumi, fino a circa 650  metri
a ridosso del  Poggio  Civitella  che  e'  il  punto  piu'  alto  del
territorio. 
    La  collina  di  Montalcino  ha  numerosi  ambienti   pedologici,
essendosi  formata  in  ere  geologiche  diverse,  riconducibili   ad
arenarie, anche miste a calcari, ad alberese e a galestro, nonche'  a
terreni  con  granulometrie  miste  talvolta  tendenti  al  sabbioso,
talvolta tendenti all'argilloso. 
    La collina di Montalcino dista 40 km in  linea  d'aria  dal  mare
ubicato ad  Ovest  e  circa  100  km  dalla  catena  appenninica  che
attraversa l'Italia centrale, posizionata  verso  Est.  Il  clima  e'
mediterraneo, ma comunque tendenzialmente asciutto;  ha  anche  delle
connotazioni continentali data la posizione intermedia tra il mare  e
le montagne dell'Appennino centrale. Questo e' dimostrato dalle medie
delle precipitazioni e delle temperature rilevate. Le  precipitazioni
sono concentrate nei mesi primaverili e autunnali, come  avviene  nei
climi mediterranei e la media  annuale  delle  precipitazioni  e'  di
circa 700 millimetri. In inverno, sopra i 400 metri,  sono  possibili
le nevicate. La fascia di media collina non e' interessata da nebbie,
gelate o brinate tardive,  mentre  la  frequente  presenza  di  vento
garantisce le  condizioni  migliori  per  lo  stato  sanitario  delle
piante.  Durante  l'intera  fase  vegetativa  le   temperature   sono
prevalentemente  miti  e  con  elevato  numero  di  giornate  serene,
caratteristica  ideale  ad  assicurare  una  maturazione  graduale  e
completa dei grappoli. 
    2. Fattori umani rilevanti per il legame 
    Montalcino e' conosciuto da secoli come la patria del Moscadello.
Esistono notizie storiche risalenti al XV secolo. Nel  1540,  in  una
lettera inviata da Venezia ad un amico, lo scrittore  Pietro  Aretino
lo ringrazia elogiandolo per il dono di un  «caratello  di  prezioso,
delicato Moscadello, tondotto, leggiero, e di quel frizzante iscarico
che par che biascia, morde e trae di calcio, parole che parrebbon  la
sete in su' le labbra ...». 
    Alcuni  documenti  degli  archivi  Vaticani  risalenti  al  1591,
dimostrano che nei poderi di proprieta' dell'Abbazia di Sant'Antimo i
mezzadri producevano il Moscadello; il  pontefice  Urbano  VIII,  nei
primi decenni del seicento, lo apprezzava «per la  sua  gagliardia  e
sapore» e con grande discrezione «solea spesso richiederlo per se'  e
per la sua Corte». Nei libri di viaggio e nei racconti dei  viandanti
famosi del seicento, del  settecento  ed  anche  dell'ottocento,  non
mancava mai la citazione con elogio del Moscadello di Montalcino «fra
i piu' rari e rinomati vini di Toscana». 
    Molto nota e' la citazione di Francesco Redi, il medico  e  poeta
aretino, uomo di raffinate qualita' e scienziato insigne, che compose
nel 1685 il «Bacco in Toscana», in onore ai migliori vini  della  sua
terra sulle orme gioiose dei vecchi ditirambi ellenici.  A  proposito
del Moscadello di Montalcino  decantava:  «Del  leggiadretto/del  si'
divino/Moscadelletto/di Montalcino». 
    Moltissime sono le notizie storiche relative  a  noti  personaggi
che testimoniano l'apprezzamento del Moscadello. Primo fra tutti,  il
grande poeta Ugo Foscolo: nel soggiorno fiorentino sul luminoso colle
di Bellosguardo (nel 1812-1813), nel periodo  piu'  drammatico  della
sua  vita,  fra  ristrettezze  economiche,  sospetti   di   attivita'
antibonapartiste ed attriti con gli ambienti letterari  milanesi,  il
Foscolo si confortava dalle fatiche letterarie con un buon  bicchiere
di Moscadello di Montalcino, che offriva con orgoglio ai suoi amici. 
  B) Informazioni sulla qualita' o sulle caratteristiche del prodotto
essenzialmente o esclusivamente attribuibili all'ambiente geografico. 
    Il Moscadello di  Montalcino,  alla  vista,  si  presenta  giallo
paglierino tenue nel tipo Frizzante, che tende a divenire  piu'  cupo
nel tipo Tranquillo e ad assumere l'aspetto del  giallo  tendente  al
dorato nella tipologia Vendemmia Tardiva.  Caratteristico  l'olfatto:
aroma di moscato equilibrato e fresco, con sfumature floreali per  il
tipo con appassimento. Il palato e' piacevolmente appagato dal  dolce
e dall'armonia aromatica del  tipo  Tranquillo,  il  Frizzante  offre
l'invitante brio del leggero «perlage», mentre la tipologia Vendemmia
Tardiva dimostra vellutata eleganza e avvolgenza . Il  Moscadello  di
Montalcino Tranquillo e Frizzante e' da consumarsi giovane, mentre il
tipo Vendemmia Tardiva puo' essere conservato anche negli anni. 
    Trova la sua collocazione naturale a  fine  pasto,  accompagnando
piacevolmente pasticceria e dolci secchi. In cucina viene usato  come
base  per  alcune  salse  dolci  da  abbinare  a   piatti   delicati.
Felicissimo risulta l'accompagnamento con formaggi erborinati. 
    Il vino Moscadello di Montalcino deve essere servito in calici di
media capacita' e a una temperatura di 10 -12°C. 
  C) descrizione dell'interazione causale fra  gli  elementi  di  cui
alla lettera a) e quelli di cui alla lettera b). 
    La combinazione dei fattori naturali - suolo  e  clima  -  con  i
fattori  umani,  definisce  l'interazione  che  si  estrinseca  nelle
caratteristiche del vino Moscadello di Montalcino. 
    La tecnica viticola si e' evoluta ed oggi  i  vigneti  impiantati
sono il risultato delle conoscenze acquisite con le osservazioni e le
sperimentazioni realizzate nel corso degli ultimi decenni. I  sistemi
di potatura e la coltivazione del vigneto tengono conto dell'ambiente
pedoclimatico e della  relativa  scarsita'  di  riserve  idriche  nel
periodo estivo. Vengono pertanto effettuate lavorazioni il cui  scopo
e' quello di mantenere la riserva di acqua. Nel periodo  autunnale  e
di inizio primavera  vengono  fatte  lavorazioni  piu'  profonde  per
favorire la penetrazione delle acque. 
    I terreni tendenzialmente poveri di sostanza organica, calcarei e
con relativa carenza di acqua, consentono al vitigno Moscato Bianco e
agli altri vitigni autorizzati di svilupparsi con  vigoria  piuttosto
contenuta e con  conseguente  limitata  produzione.  Anche  il  clima
influisce sui vitigni e sul loro sviluppo durante la fase  vegetativa
della vite che va dalla meta' del mese di aprile, fino alla meta' del
mese di settembre. Le piogge della fase primaverile  sono  utili  per
l'accumulo di acqua a  livello  dell'apparato  radicale,  utile  alla
pianta  per  sviluppare  bene  la  prima  fase   della   vegetazione.
Successivamente - nei mesi estivi  -  la  pianta  ha  un  progressivo
rallentamento vegetativo, dato che i terreni  tendono  a  perdere  le
riserve idriche a causa della relativa scarsa piovosita'. Il  periodo
successivo, che si sviluppa nella  fase  tardo  estiva  e  di  inizio
autunno,  si  presenta  piu'  fresco.  Durante   il   periodo   della
maturazione delle uve si hanno, sia  per  la  posizione  che  per  le
altitudini, escursioni termiche giorno-notte significative. 
    Le caratteristiche delle uve che si ottengono nel territorio sono
la diretta conseguenza del comportamento del vitigno Moscato Bianco e
degli altri  vitigni  autorizzati  durante  la  fase  vegetativa.  La
poverta' dei terreni, la relativa carenza di acqua,  la  ventilazione
normalmente attiva e il grado di insolazione, consentono di  ottenere
uve ad un perfetto stato di maturazione e sane  dal  punto  di  vista
fitosanitario.