(Allegato-Allegato)
                                                             Allegato 
 
                   Al Presidente della Repubblica 
 
    Nel Comune di Sant'Eufemia d'Aspromonte (Reggio Calabria), i  cui
organi   elettivi   sono   stati   rinnovati   nelle    consultazioni
amministrative dell'11 giugno 2017, sono state riscontrate  forme  di
ingerenza da parte della criminalita' organizzata  che  compromettono
la  libera  determinazione  e  l'imparzialita'   dell'amministrazione
nonche' il buon andamento ed il funzionamento dei servizi  con  grave
pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica. 
    Il  25  febbraio  2020,  all'esito  di  un'indagine   giudiziaria
denominata «Eyphemos», rappresentanti delle forze  dell'ordine  hanno
dato esecuzione a un'ordinanza di  custodia  cautelare  emessa  il  3
febbraio 2020 dal Giudice  per  le  indagini  preliminari  di  Reggio
Calabria, su richiesta di quella Procura della Repubblica - Direzione
distrettuale   antimafia,   che   ha   interessato   complessivamente
sessantaquattro  persone,  di  cui  cinquantatre'   destinatarie   di
custodia cautelare in carcere ed undici di arresti domiciliari, tutte
indagate, a vario titolo, per associazione mafiosa, reati in  materia
di armi e di sostanze stupefacenti, estorsioni, violazioni in materia
elettorale, aggravati dal ricorso al metodo mafioso e dalla finalita'
di aver agevolato la  'ndrangheta,  nonche'  per  scambio  elettorale
politico mafioso. 
    L'operazione giudiziaria  ha  coinvolto  i  principali  esponenti
della compagine politica  del  Comune  di  Sant'Eufemia  d'Aspromonte
ovverosia il sindaco, il vice sindaco, il  presidente  del  consiglio
comunale, un consigliere comunale oltre al responsabile di un settore
amministrativo dell'ente. 
    In  seguito,  in  conseguenza  delle  dimissioni   dalla   carica
rassegnate dal primo cittadino,  con  decreto  del  Presidente  della
Repubblica del 7 aprile 2020 e' stato disposto  lo  scioglimento  del
consiglio comunale ai sensi dell'art. 141 del decreto legislativo  18
agosto 2000, n. 267. 
    Le complesse attivita' d'indagine, dalle quali sono  scaturiti  i
menzionati provvedimenti, hanno consentito di disvelare il ruolo  dei
suddetti  amministratori  e  componenti   dell'apparato   burocratico
nonche'  gli  assetti  e  gli  interessi  della  consorteria  mafiosa
territorialmente egemone. 
    Tenuto conto della valenza dei riscontri  investigativi  e  degli
elementi fattuali in possesso delle forze dell'ordine, cosi' evidenti
da rendere non necessario un accesso ispettivo, il Prefetto di Reggio
Calabria, acquisito nella riunione del 20 aprile c.a. il  parere  del
Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica,  integrato
con la partecipazione del  Procuratore  della  Repubblica  presso  il
Tribunale del  capoluogo  -  titolare  della  Direzione  distrettuale
antimafia - e del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di
Palmi, ha predisposto l'allegata relazione in data  24  aprile  u.s.,
che costituisce parte integrante della presente proposta. 
    Il Prefetto, dopo aver ricostruito anche attraverso gli esiti  di
importanti operazioni di polizia giudiziaria  il  radicamento  ed  il
modus operandi della criminalita' mafiosa nel Comune di  Sant'Eufemia
d'Aspromonte,  si  sofferma  sugli  esiti  della  citata   operazione
«Eyphemos»  ponendo  in  rilievo  non  solo  il  collegamento  o   il
condizionamento di amministratori da parte di  soggetti  appartenenti
alla criminalita' organizzata ma,  addirittura,  l'inserimento  anche
con  ruoli  di  vertice  di  alcuni  esponenti   dell'amministrazione
comunale nell'organizzazione criminale egemone. 
    L'attivita' investigativa ha in primo luogo  rivelato  come  l'ex
sindaco, tratto in arresto unitamente a un suo stretto  parente  -  a
entrambi e' stato contestato il reato di  cui  agli  articoli  110  e
416-ter, commi 1 e 2 c.p. -  sia  legato  da  un  forte  e  risalente
rapporto di amicizia, immutato nel tempo, con il figlio di un  locale
capo cosca. 
    La  relazione  del   Prefetto,   alla   luce   delle   risultanze
dell'indagine giudiziaria evidenzia in  particolare  che  l'ex  primo
cittadino,  per  ottenere  voti  in  occasione  di  una  competizione
elettorale, si rivolgeva, tramite il suo familiare,  a  esponenti  di
primissimo   piano   dell'organizzazione   criminale   operante   nel
territorio,  promettendo  utilita'  o  comunque   fornendo   la   sua
disponibilita' a soddisfare gli  illeciti  interessi  e  le  esigenze
dell'associazione mafiosa; cio' con la consapevolezza che la  ricerca
di quei voti si sarebbe tradotta  in  una  campagna  di  reclutamento
attuata mediante forme di condizionamento, prepotenza e sopraffazione
tipici dell'agire mafioso. 
    In proposito risultano significativi alcuni stralci della  citata
ordinanza cautelare laddove il Giudice per  le  indagini  preliminari
osserva  che  dagli  accertamenti  investigativi  e'  emerso  come  a
«cercare la 'ndrangheta e' la politica e non il contrario». 
    Tra le utilita' promesse vi era anche la messa a disposizione  in
favore della cosca di immobili per incontri illeciti e il reperimento
di un'attivita' lavorativa per il figlio del locale capo mafia, oltre
all'impegno di ricercare un  «contatto»  per  intercedere  presso  un
qualche magistrato della Corte d'appello al  fine  di  modificare  in
senso  favorevole  a  un  esponente  della  'ndrangheta  l'esito  del
processo penale relativo all'operazione giudiziaria «Xenopolis». 
    La relazione del Prefetto sottolinea che, secondo la  valutazione
del Giudice per le indagini preliminari, vi sono prove per  sostenere
che l'ex sindaco fosse parte integrante di un sofisticato meccanismo,
studiato per attingere dagli ambienti  criminali  in  suo  favore  il
maggior numero  di  voti  possibili.  Viene  a  tal  proposito  fatto
riferimento a un incontro avvenuto il 24 maggio 2019 presso  la  sede
del Comune di Sant'Eufemia d'Aspromonte tra  l'allora  sindaco  e  un
esponente  della  criminalita'  organizzata,  anch'egli  destinatario
della menzionata ordinanza cautelare e  ritenuto  capo,  promotore  e
organizzatore di una locale fazione mafiosa. 
    Alcuni   stralci   del   menzionato   provvedimento   giudiziario
evidenziano come l'ex sindaco divenne il candidato e l'uomo  politico
della  locale  cosca  che  tutta  si  impegno',  scendendo  in  campo
nell'appoggio elettorale in suo favore. Nello stesso documento  viene
sottolineato quanto segue: «che questo appoggio  non  potesse  essere
fine a se stesso ma presupponeva un vero e proprio patto  siglato  di
messa a disposizione  reciproca,  e'  emerso  dai  mille  favori  dal
predetto amministratore gia' dispensati sotto varie fogge e dal  dato
di ferrea logica secondo il quale quello era il sistema gia'  avviato
e che avrebbe  dovuto  avere  i  suoi  sviluppi  futuri  in  caso  di
elezione». 
    La relazione del Prefetto si sofferma poi  sulla  figura  dell'ex
vice sindaco nei confronti del quale dalle indagini investigative  si
rileva la sussistenza non di vicinanze o frequentazioni con esponenti
della   cosca,   ma   addirittura   il   suo   inserimento   organico
nell'organizzazione criminale con ruoli di vertice. 
    Al predetto amministratore - destinatario della menzionata misura
restrittiva in carcere -  e'  stato  contestato  il  delitto  di  cui
all'art.  416-bis  c.p.  in  quanto  ritenuto  capo,   promotore   ed
organizzatore di una  fazione  mafiosa  all'interno  del  «locale  di
'ndrangheta» di Sant'Eufemia d'Aspromonte con compiti  di  decisione,
pianificazione  e  di  individuazione  delle  azioni  delittuose   da
compiere, degli obiettivi da perseguire, delle  attivita'  economiche
da avviare e attraverso cui riciclare le altre  utilita'  provenienti
dalle anzidette azioni criminali. 
    Lo stesso amministratore, peraltro, e' affine di un  elemento  di
spicco della locale famiglia mafiosa, attualmente detenuto e  per  il
quale gestiva le attivita' commerciali della cosca. 
    Le indagini  giudiziarie  hanno  inoltre  interessato  altri  due
amministratori comunali di cui uno ritenuto organico  al  «locale  di
'ndrangheta» di Sant'Eufemia  d'Aspromonte  e  in  particolare  della
frangia criminale  riconducibile  al  piu'  volte  citato  componente
dell'organo  esecutivo  menzionato  mentre  l'altro   amministratore,
consigliere  di  minoranza,  e'  ritenuto  partecipe   della   locale
organizzazione criminale e figlio di un personaggio di vertice  della
stessa associazione  mafiosa,  anch'egli  attinto  dalla  piu'  volte
richiamata misura cautelare. 
    L'indagine giudiziaria ha posto  in  rilievo  che  il  citato  ex
consigliere di minoranza aveva il compito di «monitorare» gli appalti
assegnati dal Comune di Sant'Eufemia d'Aspromonte per consentire alle
aziende riconducibili al «locale di 'ndrangheta»  di  insinuarsi  nei
lavori    o    permettere    agli    esponenti    piu'     autorevoli
dell'organizzazione  criminale  di  effettuare  richieste   estorsive
all'azienda assegnataria dell'appalto. Piu' in particolare e'  emerso
che il citato amministratore  era  incaricato  di  acquisire  notizie
all'interno degli uffici amministrativi  in  merito  alla  tempistica
delle varie procedure amministrative ed era perfino  utlizzato  dalla
cosca per compiere atti minatori nei  cantieri  per  poi  indurre  le
imprese ivi  operanti  a  prendere  contatti  con  le  organizzazioni
criminali del luogo. 
    L'ordinanza cautelare ha inoltre messo in luce  il  ruolo  svolto
nell'ambito dell'organizzazione criminale dal responsabile di un'area
amministrativa comunale anch'egli tratto in arresto per  associazione
di stampo mafioso all'esito della menzionata  operazione  giudiziaria
«Eyphemos», unitamente a un suo affine, noto esponente  della  locale
criminalita' organizzata. 
    Le indagini investigative hanno disvelato che il  funzionario  in
argomento operava in favore della cosca affinche' gli appalti fossero
assegnati direttamente a una ditta gradita all'organizzazione mafiosa
locale o  per  sanare,  dandone  fittiziamente  una  legittima  veste
giuridica, l'intervento illecito nei  lavori  delle  ditte  dei  clan
mafiosi, imposte alle imprese aggiudicatarie degli appalti. 
    Significativi in tal senso sono  i  contenuti  della  piu'  volte
richiamata ordinanza cautelare relativamente alla vicenda concernente
l'appalto di adeguamento normativo, di riqualificazione tecnologica e
di miglioramento energetico degli impianti di pubblica illuminazione.
L'inchiesta ha  evidenziato  che  la  locale  cosca  criminale  aveva
imposto alla ditta aggiudicataria dei lavori che parte  degli  stessi
fossero eseguiti da altra impresa,  riconducibile  all'organizzazione
mafiosa, che aveva preso parte alla gara in questione ma ne era stata
esclusa. Nella relazione prefettizia si  evidenzia  che  il  titolare
della ditta aggiudicataria e' stato  costretto  durante  l'esecuzione
dell'appalto ad assumere dipendenti e utilizzare  mezzi  dell'azienda
concorrente. 
    Tale vicenda e' indicativa di come proprio il citato funzionario,
responsabile   dell'area   amministrativa,   si   sia   occupato   di
«regolarizzare» il carteggio relativo  alla  procedura  in  argomento
atteso che il contratto non prevedeva  la  possibilita'  di  affidare
parte dei lavori in sub-appalto. 
    Le vicende analiticamente esaminate e  riferite  nella  relazione
del Prefetto di  Reggio  Calabria  hanno  evidenziato  una  serie  di
condizionamenti   nell'amministrazione   comunale   di   Sant'Eufemia
d'Aspromonte,   volti   a   perseguire   fini   diversi   da   quelli
istituzionali, che hanno determinato lo svilimento e  la  perdita  di
credibilita' dell'istituzione locale  nonche'  il  pregiudizio  degli
interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello
Stato per assicurare il risanamento dell'ente. 
    Rilevato che  per  le  caratteristiche  che  lo  configurano,  il
provvedimento  dissolutorio  previsto  dall'art.  143   del   decreto
legislativo n. 267 del 2000, puo' intervenire anche quando sia  stato
gia' disposto lo scioglimento per altra causa, differenziandosene per
funzioni ed effetti, si propone l'adozione della misura di rigore nei
confronti del Comune di Sant'Eufemia d'Aspromonte (Reggio  Calabria),
con conseguente affidamento della gestione dell'ente  locale  ad  una
commissione straordinaria cui, in virtu' degli  articoli  144  e  145
dello  stesso  decreto  legislativo,   sono   attribuite   specifiche
competenze e  metodologie  di  intervento  finalizzate  a  ricondurre
l'azione amministrativa ai principi di legalita' e buon andamento. 
    In  relazione  alla  presenza  e  all'estensione   dell'influenza
criminale,  si  rende  necessario  che  la  durata   della   gestione
commissariale sia determinata in diciotto mesi. 
 
      Roma, 4 agosto 2020 
 
                                               Il Ministro: Lamorgese