(Allegato-art. 6)
 
                               Art. 6. 
 
                        Legame con l'ambiente 
 
    Il prodotto «Lenticchia di Onano» si caratterizza per  una  forte
reputazione sia a livello nazionale che internazionale, grazie  anche
ai numerosi apprezzamenti ricevuti a livello commerciale. 
    Il suo territorio di produzione, di cui all'art 3, da  sempre  ha
considerato il  prodotto  «Lenticchia  di  Onano»  il  simbolo  della
cultura agricola e gastronomica locale, dove la tradizione millenaria
risalente  al  tempo  degli  Etruschi,   le   favorevoli   condizioni
pedo-climatiche della zona e  la  vivace  imprenditoria  hanno  fatto
accrescere la sua fama e notorieta'. 
    La reputazione di cui gode sul mercato si e' andata  consolidando
sin dalla  fine  dell'Ottocento  di  cui  sono  conferma  i  numerosi
riconoscimenti ottenuti in Italia  e  all'estero.  Intorno  a  questo
rinomato legume che la tradizione vuole servito alla tavola di Papi e
cardinali, la comunita' che insiste nel territorio di produzione  (di
cui all'art 3) ha intrecciato la sua identita'  culturale,  facendone
il  simbolo   della   cultura   agricola   e   gastronomica   locale.
Effettivamente,  la  coltivazione  di  legumi,  in   particolare   di
lenticchie, e' storicamente attestata in questi luoghi sin dai  tempi
degli Etruschi, motivata dalla vocazione del luogo e dalle condizioni
geomorfologiche  e  pedo-climatiche  particolarmente  favorevoli.  La
natura  dei  terreni,  di  origine  vulcanica  (complesso   vulcanico
Vulsino), si presentano tendenzialmente sciolti, poveri di scheletro,
sufficientemente profondi e con buona dotazione di elementi  chimici.
Queste  caratteristiche  esaltano  gli  aspetti  organolettici  della
produzione consentendo l'ottenimento di semi di forma regolare, senza
anomalie morfologiche che sono invece tipiche dei  terreni  compatti.
La naturale ricchezza di microelementi di questi terreni, soprattutto
di ferro, determina sulla coltura una serie di effetti  benefici  tra
cui un basso  contenuto  di  zuccheri  totali,  nonche'  sapidita'  e
serbevolezza. La giacitura di collina rende inoltre rari  i  fenomeni
di ristagno  idrico  che,  talvolta,  condizionano  negativamente  la
coltura in altre zone. 
    Le condizioni climatiche sono influenzate dalla presenza del lago
di Bolsena, imponente bacino lacustre, che  grazie  alla  sua  azione
mitigatrice,  determina  condizioni  microclimatiche  particolarmente
favorevoli per la coltura della «Lenticchia di Onano».  Infatti,  nel
periodo primaverile (aprile/maggio), quando la  lenticchia  si  trova
nella fase di emergenza ed inizio sviluppo vegetativo, le temperature
dell'areale IGP si attestano tra 12-14,5°C: si tratta di  temperature
ottimali per questa fase fisiologica  della  pianta.  In  estate,  le
temperature dell'areale tendono ad innalzarsi gradualmente a  partire
dai 17°C fino a circa 24°C nel mese di luglio; in questo  periodo  la
lenticchia compie tutto il ciclo biologico fino ad arrivare alla fase
di maturazione. Tali condizioni  ottimali  (temperatura  inferiore  a
24°C) determinano una migliore traslocazione dei carboidrati e  degli
elementi minerali (in particolar modo del  ferro)  verso  i  semi  di
lenticchia, con conseguente accrescimento del contenuto di proteine e
ferro. Per quanto riguarda le precipitazioni (media annua tra  700  e
1300 mm/anno)  durante  il  mese  di  agosto,  l'assenza  di  piogge,
unitamente alle alte temperature, con picchi fino a  30°C,  favorisce
la fase  di  maturazione  o  senescenza.  Durante  quest'ultima  fase
fisiologica si ha un progressivo ingiallimento delle foglie,  perdita
di funzionalita', traslocazione dei prodotti della fotosintesi e  dei
nutrienti accumulati durante la crescita del  seme.  Questa  fase  di
maturazione e' accelerata e favorita da temperature alte e momenti di
stress  idrico:  condizioni  che  si  verificano   tutti   gli   anni
nell'areale della «Lenticchia di Onano». 
    Nei  secoli,  l'interazione  tra  l'ambiente  favorevole   e   la
capacita' dei contadini di saper scegliere, selezionare e lavorare le
lenticchie,  ha  permesso   lo   sviluppo   di   un   ricco   tessuto
socio-economico e culturale. Gli abitanti di Onano, generazione  dopo
generazione, hanno coltivato questo legume diffondendone il nome e la
reputazione, ben oltre i confini nazionali. 
    Coltivata per l'alto contenuto di proteine e ferro, consumata dai
contadini al posto  della  carne,  la  lenticchia  e'  attestata  nel
viterbese gia' nel Medioevo e in eta' Moderna.  Nel  compendio  degli
Ordini, statuti, leggi municipali della comunita' e popolo di  Onano,
datato 1561, l'importanza ricoperta dalla  lenticchia  e'  confermata
dalle multe assai salate previste per chi era  accusato  di  furto  o
danneggiamento alle colture. La produzione non era  finalizzata  solo
all'autoconsumo e gia' agli inizi del  Seicento,  gli  amministratori
locali si erano visti costretti  a  porre  un  freno  all'incetta  di
lenticchie che i  mercanti  stranieri  facevano  durante  il  mercato
settimanale a Onano, limitandone l'acquisto  e  l'esportazione  a  18
chili a persona (Missiva del Duca Sforza al Consiglio della Comunita'
di  Onano,  1616).  Ulteriori  elementi  desunti  da  fonti   scritte
confermano come nel tempo, l'economia della citta' di Onano sia stata
fortemente  caratterizzata   dalla   coltivazione   di   legumi,   in
particolare della lenticchia, e che dall'andamento di tale commercio,
sia dipeso lo stato di floridita' dei suoi abitanti. 
    Nel manoscritto del 1802, Memorie  Istoriche  di  Padre  Epifanio
Giuliani, pubblicato dal Gruppo  Archeologico  Aulanum,  infatti,  si
ipotizzava di incrementare lo sviluppo della  citta'  ed  elevare  il
tenore di vita degli abitanti facendo leva proprio sul «commercio con
l'industria in specie dei legumi che il territorio di  Onano  produce
in ottima qualita'» tanto da poter «indurre nel paese l'abbondanza di
ogni genere necessario alla vita».  Epifanio  Giuliani  suggeriva  di
intensificare la produzione e la vendita verso i paesi  vicini  e  in
Toscana (Misc. Vit B 754). 
    Le fonti relative alla storia della Lenticchia di Onano diventano
piu' numerose tra la fine dell'Ottocento e  i  primi  del  Novecento,
quando  si  comincia   a   riconoscere   al   prodotto   dei   tratti
caratterizzanti legati al luogo di origine: Onano. A cavallo dei  due
secoli, la notorieta' di questo legume raggiunge il  suo  apice.  Nel
1874 le  lenticchie  dionane,  patrocinate  dal  Comizio  agrario  di
Viterbo, sono  state  selezionate  dalla  Direzione  agricoltura  del
Ministero  agricoltura  industria  e  commercio  del  neonato   Regno
d'Italia, per l'esposizione universale di Parigi. Tra il  1910  e  il
1911  la  Lenticchia  di  Onano  partecipa  a  numerose   esposizioni
internazionali ed ha modo di  essere  apprezzata  a  Londra,  Parigi,
Buenos Aires dove riceve primi premi, diplomi e medaglie d'oro per la
qualita' indiscussa. Nel 1934, la Lenticchia di Onano viene di  nuovo
selezionata tra i prodotti caratteristici dell'alta Tuscia e  portata
alla Mostra nazionale di agricoltura. Come scrisse  il  dottor  Orzi,
responsabile della Cattedra ambulante di agricoltura di  Viterbo,  in
Tuscia Agricola: «La nostra Cattedra ha potuto esporre,  nel  reparto
ortofrutticolo, dei magnifici campioni di  lenticchie  di  Onano.  Si
tratta di prodotti caratteristici della  Provincia  di  Viterbo,  che
hanno raggiunto una  grande  importanza  come  lo  dimostra  la  loro
produzione media annuale che e' di q.li 6.000 per le lenticchie». 
    Un ulteriore segnale di riconoscimento ci viene dal  listino  dei
prezzi all'ingrosso praticati sulla piazza di Viterbo, un tempo  noto
come Bollettino del prezzo dei cereali e  altri  generi  venduti  sul
pubblico  mercato  di  Viterbo.  A  partire  dal  1936,  il   listino
introdusse una voce specifica per la Lenticchia di Onano. La volonta'
di mantenere distinte le categorie merceologiche  e'  indicativa  del
fatto che alle lenticchie di Onano venisse riservata una quotazione e
un mercato,  anche  all'ingrosso,  diversi  dal  prodotto  altrimenti
considerato generico. E questa indicazione ci viene confermata  dallo
spoglio del Listino per il periodo che va dal 1873 al 1960, in cui si
registra un graduale affinamento nell'identificazione  e  nel  valore
del prodotto: dalla generica dicitura  «lenticchia»  del  1873,  alla
distinzione intervenuta nel 1935 tra  la  «lenticchia  comune»  e  la
«lenticchia di Onano» fino ad arrivare al 1949, in cui la «lenticchia
di Onano sterilizzata» veniva chiaramente distinta dalla  «lenticchia
comune». Tra gli anni '50 e '60 del Novecento, la Lenticchia di Onano
continua a essere richiesta e consumata principalmente  in  Provincia
di Viterbo e a Roma, pur non mancando una domanda da altre regioni  e
dall'estero.  E  che  vi  fosse  un  mercato   estero   lo   dimostra
l'introduzione della Lenticchia di Onano - unica presente  alla  voce
lenticchie - nella convenzione stipulata tra  Italia  e  Francia  nel
1964 per la protezione della denominazione e della provenienza di  un
certo numero prodotti agroalimentari. 
    Nonostante i gusti alimentari e le richieste del mercato  abbiano
fortemente inciso nella produzione di lenticchie su scala  nazionale,
la «Lenticchia di Onano» ha continuato a preservare una sua fetta  di
mercato, sostenuta dalla forte reputazione del suo nome e  dalla  sua
storia. 
    Ingrediente base di molte ricette tradizionali dell'areale e' ben
conosciuta  tra  gli  chef  e  gli  esperti  di  gastronomia  per  la
peculiarita' del suo sapore, la rapidita' e  la  tenuta  in  cottura.
Ricette elaborate, indicando espressamente  tra  gli  ingredienti  la
«Lenticchia di Onano», sono  disponibili  sui  blog  di  cucina  piu'
frequentati del web, come Giallo Zafferano,  mentre  food  blogger  e
chef stellati hanno  scelto  questa  particolare  lenticchia  tra  le
materie prime per le loro preparazioni; e' poi presente nei  migliori
ristoranti di Roma dove  la  tradizione  la  lega  strettamente  alle
celebrazioni del Capodanno.  La  fama  della  «Lenticchia  di  Onano»
continua a viaggiare in Australia, Stati Uniti e Gran  Bretagna,  tra
gli araldi dei prodotti tipici della cucina regionale  laziale  e  si
trova nei menu' e nei ricettari di chef famosi per la cucina made  in
Italy come Guy Grossi, Gino D'Acampo e Steve Manfredi. 
    La reputazione della «Lenticchia di Onano»  e'  confermata  dalla
presenza nei circuiti di  vendita  on-line  come  Amazon.it  e  della
grande distribuzione (es. Coop Tirreno, IperCoop, Conad). I volantini
per la pubblicita' dei prodotti in promozione o inseriti in «percorsi
qualita'» legati ai sapori del territorio laziale indicano sempre  la
provenienza della «Lenticchia di Onano» per  distinguerla  da  quella
comune. 
    La «Lenticchia di Onano» e' inclusa, tra gli altri, nel  catalogo
dei prodotti offerti dal sito asiatico per e-commerce  interaziendale
21food.com. 
    La reputazione del nome «Lenticchia di Onano» e'  confermata  sul
web da oltre 5000 risultati ottenuti attraverso il motore di  ricerca
Google. 
    La «Lenticchia di Onano» e'  iscritta  nell'elenco  dei  prodotti
agroalimentari tradizionali della Regione Lazio.