(Allegato-art. 6)
                               Art 6. 
 
                        Legame con l'ambiente 
 
    I principali fattori che  determinano  un  forte  legame  tra  la
Provola dei Nebrodi ed il suo territorio di origine sono: 
    1. l'alimentazione degli animali con essenze foraggere  spontanee
e coltivate, prevalentemente al pascolo, tipiche delle  aree  montane
del Massiccio Nebroideo. 
    Le famiglie botaniche piu' rappresentate sono oltre 25  con  piu'
di 120 specie identificate (alta bio-diversita' naturale) e  con  una
netta prevalenza in tutti gli ambienti di  graminacee,  leguminose  e
composite che  rappresentano  anche  gli  indici  di  frequenza  piu'
elevati.  Lo  sviluppo  del  comparto  zootecnico  e'   avvenuto   in
condizioni talvolta difficilissime, ma  reso  possibile  grazie  alla
combinazione  di  risorse  foraggere   distribuite   nel   tempo,   e
soprattutto,  nello  spazio,  generata  dalla  complementarieta'  fra
periodi di disponibilita' di foraggio nelle aree montane e nelle aree
collinari. 
    L'importanza   del   pascolo   sulle   qualita'   organolettiche,
aromatiche della Provola dei Nebrodi e'  stata  studiata  da  diversi
ricercatori da oltre un decennio, da cui si  evince  la  presenza  di
aldeidi alifatiche e terpeni, nonche'  di  ben  altri  60  componenti
volatili che contribuiscono alla  formazione  del  profilo  aromatico
della Provola dei Nebrodi (Verzera A. et al  2004;  Ziino  M.  et  al
2005; Licitra G.et al 2008;). L'importanza dei terpeni  e'  correlata
alle essenze foraggere ingerite dagli animali e non  ad  una  origine
microbica, a  dimostrazione  della  significativa  utilizzazione  dei
pascoli nell'alimentazione animale.  Risultati  confermati  da  altri
ricercatori, che hanno lavorato su prodotti diversi (Dumont,  J.  P.,
et al 1978; Bugaud, C., et al 2001a; Bugaud, C., et al 2001c; Carpino
S., et al 2004a; Carpino S., et al 2004b;). 
    2.  gli  usi  costanti  e  leali  dei  processi  tradizionali  di
caseificazione  e  stagionatura  tramandati  da  generazioni,  ed  in
particolare: 
      a. l'uso di latte intero crudo. 
      b. l'uso di attrezzature in legno che attraverso la  formazione
di  specifici  biofilm  consentono  uno  sviluppo   spontaneo   della
microflora casearia autoctona. 
      c. lo sviluppo della microflora  spontanea  filo-casearia.  Nel
disciplinare di produzione della Provola dei Nebrodi non e'  previsto
l'uso di innesti allogeni commerciali, per cui tutti  i  processi  di
acidificazione sono affidati allo sviluppo spontaneo della microflora
casearia  autoctona,  quindi  correlata  al  territorio  di  origine,
derivante  dall'ambiente,  dal  latte  intero  crudo,   dai   biofilm
insediatosi nelle attrezzature in legno, quali la tina di  legno,  la
ruotula, u piddiaturi, la manuvedda,  il  tavuliere.  Di  particolare
rilevanza i biofilm colonizzanti le tine di legno, che rilasciano  in
pochi  minuti  un'eccellente  e  complessa  microflora  filo-casearia
spontanea.   Attivita'   microbica   che   oltre   ai   processi   di
acidificazione contribuisce, grazie ai loro  enzimi  rilasciati  dopo
l'autolisi,  alla  formazione  del  profilo  aromatico  del  prodotto
finale. In questo processo contribuiscono anche gli enzimi lipolitici
e proteolitici derivanti dai cagli in pasta. 
      d. L'esperienza ed il saper fare del Casaro e'  certamente  uno
dei  fattori  determinanti  per  la  qualita'  del  prodotto  finale.
L'applicazione di sistemi  tradizionali  di  trasformazione  casearia
impone  la  complessa  gestione  di  molteplici  processi   naturali,
biologici, non standardizzati, (ad  es.  tempi  di  coagulazione,  di
acidificazione della cagliata, di filatura), per  cui  il  casaro  e'
chiamato, quotidianamente, a valutare ogni processo ed intervenire in
funzione delle condizioni macro e micro-climatiche ambientali,  cosi'
come  della  qualita'  del  latte  crudo  utilizzato,  fattori  tutti
riconducibili al territorio di origine. L'abilita' e la saggezza  dei
casari hanno nel tempo generato inoltre due  specificita'  uniche  la
Provola dei Nebrodi con Limone Verde intero incorporato nella  pasta,
e la Provola dei Nebrodi  Sfoglia.  Quest'ultima  e'  frutto  di  una
lavorazione piu' accurata e specifica sia nella fase di rottura della
cagliata che durante la filatura, nonche' per i  successivi  excursus
termici e igrometrici durante i processi di maturazione, strettamente
correlati  alle  condizioni  ambientali  naturali   dei   locali   di
stagionatura. A seguito di ulteriori proteolisi, riduzione sia del pH
che dell'umidita', le provole possono presentare  delle  fessurazioni
tra i fasci delle lunghe fibre caseiniche  allineate  parallelamente,
evidenziando una struttura lamellare, che viene definita dai casari e
dagli stagionatori  a  «Sfoglia».  Caratteristica  questa  di  grande
pregio, che rende unica la Provola dei Nebrodi di grandi dimensioni e
particolarmente apprezzata sia dai produttori che dai consumatori. 
      e.  La  scelta  dei  casari,  di  produrre  provole  di  grandi
dimensioni, pesi che possono arrivare anche a 10 Kg,  per  affrontare
lunghe stagionature, anche  oltre  l'anno,  e'  storicamente  dettata
anche dai periodi, a volte lunghi, di difficolta' nel  raggiungere  i
mercati (inverni nevosi, con  condizioni  climatiche  particolarmente
avverse nelle montagne Nebroidee). Condizioni che rendono la  Provola
dei Nebrodi l'unica provola siciliana che si stagiona cosi' a lungo. 
      f. Gli ambienti  di  stagionatura,  freschi  e  ventilati  sono
correlati alle condizioni climatiche delle aree montane dei  Nebrodi,
caratterizzate da inverni lunghi ed abbastanza rigidi ed estati  miti
e non  afose.  La  piovosita'  oscilla  dai  500  ai  1400  mm  e  le
temperature medie annue sono di 12-14 °C, con  notevoli  oscillazioni
tra l'inverno ed il periodo estivo in cui difficilmente si superano i
25-28 °C, con livelli di  umidita'  che  oscillano  dal  60  al  90%.
Escursioni termiche ed igrometriche che accompagnano  la  maturazione
della Provola dei Nebrodi durante i  diversi  mesi  di  stagionatura,
contribuendo a determinarne il profilo strutturale ed  aromatico.  Ne
deriva che la Provola dei Nebrodi e' un formaggio  caratterizzato  da
un flavour marcato. 
    La  cura  della  Provola  dei  Nebrodi  durante  i  processi   di
stagionatura viene differenziata rispetto al periodo di produzione ed
alle relative condizioni  climatiche  esterne,  nonche'  in  funzione
della tipologia  di  prodotto  finale  (semi-stagionata,  stagionata,
sfoglia). 
      g. La Provola dei Nebrodi e'  uno  dei  formaggi  piu'  antichi
della Sicilia, le cui peculiarita' si sono tramandate per secoli, per
via orale,  da  generazioni  in  generazioni.  Particolare  rilevanza
assumono pertanto gli scritti del Sacerdote Gaetano Salomone del 1870
e  del  1872,  ne  «Il  Manuale   teorico-pratico   d'agricoltura   e
pastorizia, adattato  all'intelligenza  popolare  delle  persone  del
circondario  di  Mistretta»,  che  gia'  alla  fine  del  XIX  secolo
descriveva i sistemi tradizionali della produzione della Provola  dei
Nebrodi,  che  tra  l'altro,   rispecchiano   gli   attuali   sistemi
produttivi. Altri storici si sono occupati della Provola dei Nebrodi,
quali Antonino  Uccello  nel  1980,  in  Bovari,  Pecorai,  Curatuli:
Cultura casearia in Sicilia, ed ancora da Giuseppe  Martorana  in  «I
Vistiamara» 1988. Anche dai loro saggi si evidenzia l'unicita'  della
Provola dei Nebrodi correlata all'importanza delle  essenze  pabulari
spontanee e coltivate del territorio di origine,  nonche'  dagli  usi
costanti e leali che l'uomo, il casaro,  da  generazioni  adotta  nei
processi di caseificazione e di stagionatura. 
    3.  Un  complesso   profilo   aromatico   sempre   piu'   marcato
all'avanzare della stagionatura derivante dalle produzioni  foraggere
autoctone e dai processi enzimatici del latte  crudo,  del  caglio  e
dalla  microflora  filo-casearia  autoctona,  che   garantiscono   al
prodotto  ottenuto  con  sistemi  eco-sostenibili  e   nel   rispetto
dell'ambiente, un elevato tasso di bio-diversita'. 
    Le  ricerche  scientifiche  confermano   un   profilo   aromatico
complesso composto da oltre 60 componenti volatili e da  innumerevoli
sentori correlati alla presenza di  acidi,  alcol,  esteri,  chetoni,
prodotti sulfurei, ed alle gia' citate aldeidi alifatiche e  terpeni,
che si evolvono durante i processi  di  stagionatura.  Dalle  analisi
sensoriali effettuate a diversi mesi di stagionatura, si  evince  che
diversi attributi presentano valori significativi, tra cui il  colore
e l'aroma, caratterizzato anche da note di butirrico,  verde-erbaceo,
floreale,  fieno,  ad  ulteriore  testimonianza  del  legame  con  il
territorio di origine, ed in particolare  agli  ecosistemi  «pascoli,
animali,  processi  di  trasformazione  casearia   ed   ambienti   di
stagionatura», (Verzera A. et al 2004; Ziino M. et al  2005;  Licitra
G.et al 2008;).