(Allegato)
                                                             Allegato 
 
                   Al Presidente della Repubblica 
 
    Il Comune di Pratola Serra (Avellino), i cui organi elettivi sono
stati rinnovati nelle  consultazioni  amministrative  dell'11  giugno
2017,  presenta  forme  di  ingerenza  da  parte  della  criminalita'
organizzata   che   compromettono   la   libera   determinazione    e
l'imparzialita'   degli   organi   elettivi,   il   buon    andamento
dell'amministrazione  e  il  funzionamento  dei  servizi,  con  grave
pregiudizio per l'ordine e la sicurezza pubblica. 
    A seguito di rapporti delle forze dell'ordine nonche' sulla  base
dei contenuti di numerosi esposti, che  hanno  evidenziato  possibili
forme di condizionamento dell'amministrazione locale da  parte  della
criminalita'  organizzata,   con   decreto   del   9   agosto   2019,
successivamente prorogato, il prefetto di Avellino ha  disposto,  per
gli accertamenti di rito, l'accesso  presso  il  suddetto  comune  ai
sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000,
n. 267. 
    Al termine  dell'indagine  ispettiva  la  commissione  incaricata
dell'accesso  ha  depositato  le  proprie   conclusioni   sulle   cui
risultanze il prefetto di  Avellino,  sentito  nella  seduta  del  16
giugno 2020 il Comitato  provinciale  per  l'ordine  e  la  sicurezza
pubblica, integrato con la partecipazione  del  procuratore  aggiunto
della  Direzione  distrettuale  antimafia-procura  della   Repubblica
presso il Tribunale di Napoli  e  del  procuratore  aggiunto  procura
della Repubblica  presso  il  tribunale  di  Avellino,  ha  trasmesso
l'allegata relazione, che costituisce parte integrante della presente
proposta, in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e
rilevanti  elementi  su  collegamenti  diretti  ed  indiretti   degli
amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso
e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto, i
presupposti per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143
del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. 
    I lavori svolti dalla commissione d'accesso hanno preso in esame,
oltre all'intero andamento gestionale dell'amministrazione  comunale,
la cornice criminale e il locale contesto ambientale ove  si  colloca
l'ente, con particolare riguardo ai rapporti tra  gli  amministratori
ed  esponenti  delle  consorterie  camorristiche;  gli  esiti   hanno
evidenziato  come  l'uso  distorto  della  cosa   pubblica   si   sia
concretizzato, nel tempo, in favore di soggetti o  imprese  collegati
direttamente o indirettamente ad ambienti malavitosi. 
    Dalla  relazione  del  prefetto  si  rileva  l'esistenza  di  una
complessa rete  di  amicizie,  frequentazioni  e  cointeressenze  tra
amministratori  comunali,  dipendenti  dell'ente  locale  e  soggetti
appartenenti o contigui a clan camorristici - ampiamente  documentate
anche dai «social» - cosi' come che questi ultimi  hanno  beneficiato
di favor nell'acquisizione di pubbliche commesse,  negli  affidamenti
del patrimonio comunale o nell'esercizio di attivita' commerciali. 
    La limitata estensione territoriale del comune e la sua contenuta
dimensione demografica, elementi questi che favoriscono una capillare
conoscenza delle dinamiche  territoriali,  avrebbero  dovuto  indurre
coloro che rivestono cariche  pubbliche  ad  esercitare  un  adeguato
controllo    sociale    e    ad    adottare    prudenziali     scelte
politico-amministrative mentre, soprattutto per quanto  attiene  alla
sfera relazionale,  gli  esponenti  di  vertice  dell'amministrazione
comunale hanno apertamente tenuto comportamenti di palese vicinanza e
familiarita' con personaggi controindicati. 
    La relazione prefettizia si sofferma sulle figure del sindaco  in
carica e del fratello - attuale  presidente  del  consiglio,  che  ha
guidato  l'ente  nelle  due  precedenti  consiliature  -   i   quali,
avvalendosi anche del legame con  soggetti  legati  a  organizzazioni
camorristiche, hanno nel tempo rafforzato  e  prolungato  il  proprio
potere.  L'organo  ispettivo  individua  l'attuale   presidente   del
consiglio come il vero dominus dell'amministrazione comunale e  alter
ego del  sindaco  in  carica  al  cui  posto  presenzia  agli  eventi
pubblici, partecipando  per  conto  dell'amministrazione  a  riunioni
istituzionali alle quali e' invitato il primo cittadino. 
    La commissione d'indagine sottolinea come, a decorrere dal  2007,
le amministrazioni guidate dai menzionati germani, caratterizzate  da
una forte  continuita'  amministrativa,  abbiano  sviluppato  strette
relazioni amicali ed economico-imprenditoriali con uno dei personaggi
di  maggior  rilievo  criminale  del  territorio,  pluripregiudicato,
condannato in via  definitiva  per  associazione  per  delinquere  di
stampo  mafioso  e,  come  emerso  dai  contenuti  dell'ordinanza  di
custodia cautelare n. 435/2019, emessa  dal  giudice  delle  indagini
preliminari di Napoli su richiesta di quella  Direzione  distrettuale
antimafia, ritenuto  referente  della  criminalita'  organizzata  per
molti affari illeciti della  zona.  Allo  stesso,  che  ha  sostenuto
pubblicamente le diverse campagne elettorali degli attuali sindaco  e
presidente del consiglio,  l'amministrazione  comunale  ha  affidato,
direttamente o indirettamente ma comunque in  modo  continuativo,  la
gestione di numerosi beni comunali. 
    In particolare l'organo ispettivo ha analizzato le  modalita'  di
gestione e di utilizzo degli  impianti  sportivi  di  proprieta'  del
comune affidati nel 1997 a una cooperativa presieduta dal  menzionato
pluripregiudicato che, peraltro, non era in  possesso  dei  requisiti
soggettivi per contrarre con la pubblica  amministrazione  in  quanto
destinatario di condanna irrevocabile per il delitto di cui  all'art.
416-bis del codice penale. Viene altresi' rappresentato che,  sebbene
la citata cooperativa abbia realizzato opere prive  della  necessaria
autorizzazione, nel 2007 l'amministrazione locale, all'epoca  guidata
dall'attuale presidente del consiglio, ha  nuovamente  affidato  alla
stessa societa' la gestione degli impianti sportivi. 
    La relazione sull'accesso,  nell'evidenziare  alcune  circostanze
che attestano la volonta' dell'amministrazione di  favorire  il  piu'
volte citato esponente criminale, richiama una delibera del 2009  con
la quale la giunta comunale, nel prendere atto che la cooperativa  in
argomento anziche' effettuare i lavori autorizzati  aveva  realizzato
ex novo  altri  e  diversi  locali,  ha  rilasciato  un  permesso  di
costruire  in  sanatoria,   anziche'   procedere   alla   caducazione
automatica, della concessione come imposto dalla convenzione. 
    Con  ulteriore  delibera  del  marzo  2012,  all'esito   di   una
transazione avvenuta tra la menzionata cooperativa e  l'ente  locale,
il consiglio comunale ha stabilito il  prolungamento  della  scadenza
della concessione fino all'anno 2030, in palese violazione di  legge,
non essendo nella autonomia decisionale del  comune  disporre,  senza
una procedura ad evidenza pubblica, il  differimento  della  scadenza
del rapporto concessorio. 
    Ulteriore circostanza embIematica, che attesta il condizionamento
dell'apparato   comunale,   e'   rappresentata   dai   contenuti   di
un'audizione disposta nel novembre 2019 dalla commissione d'indagine,
nel corso della quale il responsabile di un settore amministrativo ha
segnalato la difficolta' che  incontra  un  funzionario  nell'opporsi
alla volonta' di un esponente della criminalita' organizzata. 
    La relazione del prefetto si sofferma inoltre sulle societa'  che
usufruiscono  degli  impianti   sportivi   affidati   alla   predetta
cooperativa riconducibili, a vario  titolo,  a  soggetti  gravati  da
pregiudizi penali, tra cui figura lo stretto parente del capo di  uno
dei clan camorristici irpini. 
    Procedure contraddistinte da evidenti profili  di  illegittimita'
hanno caratterizzato  anche  l'affidamento  della  piscina  comunale,
gestita  dalla  cooperativa  sopra   menzionata.   E'   al   riguardo
significativo  che  nel  febbraio  2013,  all'inaugurazione  di  tale
impianto, il nastro d'argento veniva tagliato dall'allora  sindaco  e
attuale presidente del consiglio e dal menzionato  pluripregiudicato,
nonostante questi si fosse nel  frattempo  dimesso  dalla  carica  di
presidente continuando di fatto ad  essere  il  reale  dominus  della
societa'. 
    Il  condizionamento  dell'amministrazione  comunale  e'  altresi'
attestato dalla circostanza che dal 2013 la citata cooperativa non ha
provveduto al pagamento del canone annuale ammontante a 13 mila euro,
quando invece nei confronti del vecchio gestore era stata  dichiarata
la decadenza dalla  concessione  per  morosita'.  Ulteriore  elemento
comprovante la continuita' politico-amministrativa delle consiliature
guidate dai due menzionati germani e' rappresentato dalla circostanza
che  anche  l'attuale   amministrazione   non   ha   avviato   alcuna
significativa  azione  volta  al  recupero  del  consistente  credito
lievitato fino a circa 60 mila euro. 
    La relazione della commissione d'indagine  ha  inoltre  posto  in
rilievo gli stretti rapporti e le cointeressenze che intercorrono tra
i  menzionati  amministratori  e  un  altro   soggetto   contiguo   a
un'organizzazione criminale campana, destinatario nel  febbraio  2019
di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa  dal  giudice
per le indagini preliminari di Nola e  recentemente  sottoposto  alla
misura di sorvegliato speciale di  P.S.  Le  indagini  effettuate  su
incarico della Direzione  distrettuale  antimafia  di  Napoli,  hanno
evidenziato l'indebito interessamento  dell'ex  primo  cittadino  nel
rilascio  di  autorizzazioni  e  nella  concessione  del   patrocinio
comunale per lo svolgimento di manifestazioni  presso  una  struttura
ricettizia di proprieta' del menzionato esponente della  criminalita'
campana, ove si sono svolte numerose manifestazioni patrocinate dalle
amministrazioni guidate dai predetti amministratori, alle quali erano
presenti   esponenti   di   spicco   dell'organizzazione   criminale,
circostanze che nel loro  insieme  costituiscono  forme  sintomatiche
della  permeabilita'  dell'amministrazione  comunale  agli  interessi
illeciti. 
    Tali  comportamenti  hanno  interessato  non  solo   il   vertice
dell'amministrazione, ma anche alcuni esponenti della  giunta  e  del
consiglio, aventi legami  parentali  o  cointeressenze  con  soggetti
malavitosi, i quali spesso si trovano a svolgere il doppio  ruolo  di
rappresentanti politici e responsabili dei servizi comunali  con  una
commissione tra attivita' politica  e  gestionale  che  e'  risultata
funzionale  al  perseguimento  di  obiettivi  non  in  linea  con  il
conseguimento dell'interesse pubblico ma anzi volta  a  favorire  gli
interessi di ambienti controindicati. 
    Le indagini  ispettive  hanno  analizzato  le  diverse  procedure
amministrative concernenti gli affidamenti dei servizi pubblici,  gli
appalti di lavori e le autorizzazioni,  riscontrando  anche  in  tali
settori forme di inquinamento e condizionamento  che  hanno  favorito
illeciti interessi. 
    Esempio significativo di un  approccio  distorto  nella  gestione
della cosa pubblica, a tutto vantaggio di soggetti  riconducibili  al
locale contesto criminale, e' rappresentato dalla vicenda relativa al
noleggio e al contratto di disponibilita' di una struttura scolastica
provvisoria disposto in assenza di procedure legittime. 
    Viene evidenziato che nel maggio 2016 l'amministrazione  comunale
decise  di  procedere  al  noleggio,  per   dodici   mesi,   di   una
tensostruttura da adibire a sede scolastica e risultata non a  norma,
attraverso una procedura di affidamento  caratterizzata  da  numerose
illegittimita', riferite, in  particolare,  al  valore  dell'appalto,
alla mancanza della determina del responsabile del procedimento, alla
violazione del principio di segretezza delle offerte, al criterio  di
aggiudicazione difforme da quello indicato nel bando di gara. 
    L'organo ispettivo segnala, inoltre, che il ricorso al sistema di
«acquisti in rete P.A.» e'  stato  meramente  formale  perche',  come
emerso da una nota CONSIP, alla gara in questione non ha  partecipato
alcun concorrente e non risulta siano intercorse comunicazioni tra la
stazione appaltante e le imprese invitate; inoltre la ditta risultata
poi aggiudicataria del servizio - di proprieta' della  figlia  di  un
soggetto imputato per concorso esterno in associazione mafiosa -  non
avrebbe nemmeno potuto partecipare alla gara poiche' non abilitata al
sistema  informatico.  Per  tali  fatti  e'  stato   incardinato   il
procedimento penale  che  vede  indagati  i  due  menzionati  germani
unitamente ad altri amministratori comunali, al segretario comunale e
al titolare della ditta aggiudicataria. 
    Irregolarita' sono emerse anche in relazione ai servizi  previsti
e non prestati dalla ditta e tuttavia ugualmente liquidati dall'ente. 
    Successivamente l'amministrazione ha  deliberato,  attraverso  un
contratto di disponibilita', l'acquisizione  di  una  struttura,  del
tutto  «similare»  a  quella  noleggiata,  da  adibire  ad  attivita'
scolastiche. Anche questa procedura e' stata  connotata  da  evidenti
anomalie.  Rileva  al  riguardo  che  all'esito  della  procedura  il
servizio  di  «disponibilita'»  sara'  affidato  alla  stessa   ditta
riconducibile al menzionato soggetto controindicato. 
    Pure  l'affidamento  del  servizio  di  trasporto  scolastico  ha
evidenziato una serie di  illegittimita'  in  palese  violazione  dei
principi in materia di contratti pubblici. 
    Nel 2017, sulla base di procedure viziate e in assenza di impegni
di spesa, il servizio viene affidato a una ditta il cui  responsabile
tecnico e' coniugato con un soggetto coinvolto  e  arrestato  per  il
reato di associazione a delinquere di tipo mafioso. E' emblematica la
circostanza che tale ditta era  priva  del  requisito  indispensabile
dell'iscrizione all'albo regionale delle imprese  che  gestiscono  il
trasporto scolastico. Con successiva  determina  viene  disposta  una
proroga di tale  affidamento,  inficiata  anche  questa  da  analoghe
illegittimita'. Successivamente nel settembre 2018 viene indetta  una
procedura di gara, senza che sia stato redatto  ne'  approvato  alcun
progetto del servizio, la cui aggiudicazione viene impugnata  innanzi
al Tribunale amministrativo regionale Campania. 
    Al riguardo la commissione d'indagine - nel  rilevare  che  nelle
more  del  pronunciamento  nel  merito  e  dopo  aver  acquisito   la
disponibilita' di due ditte, l'amministrazione ha affidato nuovamente
e immotivatamente il servizio alla menzionata  impresa  riconducibile
ad ambienti malavitosi - sottolinea che tale modus operandi ha  fatto
si' che nel corso degli anni,  mediante  l'ingiustificato  ricorso  a
meccanismi di individuazione del  contraente  variamente  denominati,
siano stati sottratti ai principi dell'evidenza pubblica servizi  per
importi superiori alla soglia comunitaria. 
    L'organo  ispettivo  ha  inoltre  preso  in   esame   l'attivita'
autorizzativa in materia  edilizia  e  urbanistica  riscontrando  una
serie  di  irregolarita'  di  cui  hanno  beneficiato  sia   soggetti
riconducibili a  organizzazioni  criminali,  che  persone  legate  da
vincoli di amicizia o parentela alla compagine amministrativa.  Viene
evidenziato che, dall'esame di alcune vicende che  hanno  interessato
terreni  di  proprieta'  di   famiglie   legate   alla   criminalita'
organizzata,  e'  stata  rilevata   una   strategia   fondata   sulla
realizzazione di opere in assenza di autorizzazione o in  difformita'
della  stessa,  alla  quale  sono   poi   seguiti,   immancabilmente,
provvedimenti in sanatoria,  non  ultimo  uno  intervenuto  nel  2019
durante l'attuale consiliatura.  Anche  in  questi  casi  i  maggiori
beneficiari di tale «strategia» sono  stati  i  due  esponenti  della
criminalita' organizzata, piu' volte citati, con i  quali  i  vertici
dell'amministrazione intrattengono stretti rapporti di frequentazione
attestati anche dalle «pagine social». 
    Elementi concreti di uno sviamento dell'attivita'  amministrativa
dai principi di buon  andamento  sono  emersi  altresi'  dall'analisi
delle procedure concernenti alcuni  progetti  sociali  istituiti  dal
Comune  di  Pratola  Serra  e  sostenuti  con  fondi   comunali.   In
particolare,  la  relazione  del  prefetto  riferisce  del   progetto
denominato «borse di lavoro», gestito inizialmente da una cooperativa
sociale e successivamente, a pochi  mesi  dalle  elezioni,  da  altra
organizzazione guidata da un  soggetto,  riconducibile,  per  stretti
rapporti affettivi, a esponenti della  locale  criminalita',  la  cui
candidatura  in  una  delle  liste  partecipanti  alla   competizione
elettorale era nota. Tale programma  veniva  gestito  in  assenza  di
idonea regolamentazione e con  ampia  discrezionalita'  ben  potendo,
secondo  l'organo  ispettivo,  fungere  da  strumento  per  costruire
consenso elettorale. E' significativo che nel mese di  novembre  2019
l'assegnazione delle borse di lavoro veniva  improvvisamente  sospesa
per   essere   in   seguito   ripristinata   in   concomitanza    con
l'approssimarsi del rinnovo degli organi regionali,  quando  gia'  si
ventilava  la  candidatura  di  un  esponente  politico  di   vertice
dell'amministrazione. 
    Le  circostanze  analiticamente  esaminate   e   dettagliatamente
riferite nella relazione del prefetto hanno  rivelato  una  serie  di
condizionamenti nell'amministrazione comunale di Pratola Serra, volti
a  perseguire  fini  diversi  da  quelli  istituzionali,  che   hanno
determinato   lo   svilimento   e   la   perdita   di    credibilita'
dell'istituzione locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della
collettivita',  rendendo  necessario  l'intervento  dello  Stato  per
assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'. 
    Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del
provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Pratola Serra
(Avellino), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18  agosto
2000, n. 267. 
    In  relazione  alla  presenza  e  all'estensione   dell'influenza
criminale,  si  rende  necessario  che  la  durata   della   gestione
commissariale sia determinata in diciotto mesi. 
 
      Roma, 21 ottobre 2020 
 
                                  Il Ministro dell'interno: Lamorgese