(Allegato-art. 6)
                               Art. 6. 
 
                        Legame con l'ambiente 
 
    La domanda di registrazione della IGP  «Rucola  della  Piana  del
Sele» si basa sull'intenso, specifico aroma speziato e  piccante  del
prodotto, sulla tipica consistenza croccante  delle  foglie  e  sulla
loro  percettibile  sapidita',  che  potrebbe  far   escludere,   nel
condimento,  l'uso  di  cloruro  di   sodio,   ma   si   basa   anche
sull'acquisita e diffusa reputazione del prodotto sui mercati. 
    Tali caratteristiche specifiche della  «Rucola  della  Piana  del
Sele» IGP sono la conseguenza diretta di un ambiente di  coltivazione
assolutamente caratteristico sia  sotto  il  profilo  pedologico  sia
sotto quello climatico. 
    Infatti, il terreno agricolo destinato  alla  coltivazione  della
«Rucola della Piana del Sele» IGP, e' costituito da uno spesso strato
superficiale di suolo, di natura vulcanico -  alluvionale,  formatosi
grazie all'azione del Vesuvio, nelle sue trascorse fasi eruttive,  ed
all'azione alluvionale del fiume Sele e  degli  altri  corsi  d'acqua
superficiali, che si diramano sul territorio. 
    Un suolo cosi' originatosi risulta molto ricco di macro  e  micro
elementi, specialmente potassio, calcio e ferro che intervengono  nei
processi  biologici  che  assicurano  al  prodotto  le  sue   tipiche
caratteristiche di aroma, consistenza e sapidita'. 
    Anche sotto il profilo climatico  l'area  di  coltivazione  della
«Rucola della Piana del Sele» IGP contribuisce in maniera sostanziale
a determinare, in sinergia con le gia' citate peculiarita' del suolo,
le   caratteristiche   proprie   del   prodotto,   consentendo   alle
coltivazioni  le  migliori  condizioni  di  sviluppo  e  di  crescita
minimizzando il rischio di dannosi stress idrici e termici. 
    Tale   importante   specificita'   climatica   dell'areale,    e'
congiuntamente  determinata  dall'azione  termoregolatrice  del   Mar
Tirreno, che ne lambisce la costa occidentale  e  da  quella,  svolta
dalla catena montuosa degli Alburni, ubicata a nord-est, che oltre  a
proteggere il territorio dai freddi provenienti dai Balcani, consente
anche, a beneficio  delle  coltivazioni,  la  raccolta  negli  invasi
sotterranei naturali, delle piogge provenienti da Ovest. 
    La coltivazione della  rucola  nella  Piana  del  Sele  era  gia'
diffusamente praticata nel periodo medievale, come  si  rileva  dalle
«Opere mediche» attribuibili alla «Scuola medica salernitana»  ed  in
particolare a Costantino l'Africano (1025-1087),  medico  cartaginese
venuto a Salerno nel 1077, autore dell'opera Particulares Dietae,  ma
e' solo a partire dalla fine degli anni '80 dello scorso secolo,  che
gli operatori agricoli  dell'area,  in  considerazione  delle  grandi
opportunita' economiche evidenziatesi in Italia nel nascente  settore
delle  produzioni  agricole  di  IV  gamma,  hanno   progressivamente
iniziato a praticare, con sempre maggiore  interesse,  accuratezza  e
competenza la coltivazione delle  insalatine  ed  in  particolare  la
coltivazione della rucola sia per  il  mercato  del  fresco  sia  per
quello di IV gamma. 
    Ben presto, come si rileva  da  numerose  testimonianze  orali  e
scritte di agricoltori e commercianti locali, la  coltivazione  della
rucola,  si  e'  decisamente  diffusa  come  coltivazione  tipica  di
qualita' del territorio e si  e'  contemporaneamente  consolidata  la
denominazione «Rucola della Piana del Sele» per indicare un  prodotto
di particolare aroma e sapidita' che, per la sua tipica  consistenza,
meglio si adatta alle preparazioni di IV gamma. 
    Proprio alla luce di tali peculiarita' del  prodotto,  importanti
produttori del  Nord  Italia  hanno  trovato  e  trovano  conveniente
dislocare una parte sempre piu' consistente  delle  proprie  aree  di
fornitura proprio nella Piana del Sele e gli  agricoltori  locali  si
sono orientati sempre piu' decisamente verso  la  coltivazione  della
rucola, ambito nel quale si sono altamente specializzati. 
    La denominazione «Rucola della Piana del Sele»,  oramai  adottata
nella documentazione  commerciale  di  molti  produttori  agricoli  e
commercianti della zona, risultava gia' presente  nella  fatturazione
commerciale risalente al 1993 ancora conservata  da  qualche  vecchio
produttore locale. 
    A partire da tale epoca, la denominazione «Rucola della Piana del
Sele»,  si  e'  notevolmente  diffusa,  grazie   anche   a   numerose
manifestazioni promozionali («Sagra della pizza con la  Rucola  della
Piana del Sele» - I edizione -  dal  5  al  14  agosto  1994  e  XIII
edizione 2 al 4 agosto 2007) e convegni  («Presente  e  futuro  nella
coltivazione della Rucola nella Piana del Sele» - 17 settembre  2001;
«La Rucola della Piana del Sele verso l'IGP» - 1°  marzo  2013),  che
hanno avuto  luogo  sul  territorio  per  sottolineare  la  crescente
estensione delle coltivazioni, per definire la messa  a  punto  delle
agrotecniche e per evidenziare l'alta qualita' di un prodotto che  e'
sempre piu' conosciuto. 
    Inoltre, si segnalano le  seguenti  pubblicazioni  dedicate  alla
«Rucola della Piana del Sele»: 
      «Eruca/Rucola nella piana del  Sele»  (Belinda  Villanova,  ed.
Consorzio di Bonifica in Destra del fiume Sele, 2018); 
      «La Piana del Sele  -  La  Terra  e  i  Contadini»,  un  intero
capitolo dal titolo «Gli anni del  boom  economico  e  la  riscoperta
della Rucola nella Piana del Sele» dedicato alla  coltivazione  della
Rucola della Piana  del  Sele  (Belinda  Villanova,  Ed.  Federazione
Coltivatori Diretti di Salerno, 2003). 
      «Ricette  con  la  Rucola  della  Piana  del   Sele»   (Belinda
Villanova, Ed. Federazione Coltivatori Diretti di Salerno). 
    La «Rucola della Piana del Sele»  e'  citata  anche  in  articoli
scientifici, nello specifico: 
      L'articolo «Nutrizione  razionale,  un  «comandamento»  per  la
rucola» pubblicato sulla rivista «Informatore agrario» n. 24-25/2019,
cita la Piana del Sele come principale  area  di  coltivazione  della
rucola. 
      L'articolo  «Rucola  per  IV  gamma:   aspetti   produttivi   e
nutrizionali»  pubblicato  sulla  rivista  «Informatore  agrario»  n.
37/2016, fornisce informazioni in merito ad  uno  studio  comparativo
tra rucola selvatica e rucola coltivata. Tra  i  campioni  utilizzati
per lo studio della rucola coltivata vi e' la «Rucola della Piana del
Sele». 
      L'articolo «Quarta gamma e Baby leaf  nella piana  del  Sele  -
Torzella, rucola  e  crescione  sempre  piu'  richiesti  in  Europa»,
pubblicato su ARPA Campania Ambiente n. 54 del 15.10.2012. 
      L'articolo  Interventi  di  ricerca  per  l'innovazione   della
filiera della rucola nella «Piana del Sele pubblicato  sulla  rivista
«Dal seme» (CREA, anno IX - giugno 2016 n.  2,  pag.11»  riporta  «La
coltivazione di rucola selvatica (Diplotaxis tenuifolia (L.) DC.)  in
Italia rappresenta un settore in forte crescita; in  particolare,  la
Piana del Sele (provincia di Salerno)  rappresenta  il  maggior  polo
produttivo nazionale e uno tra i principali punti di riferimento  nel
mercato europeo». 
    Nella trasmissione televisiva «La Linea Verde  Orizzonti»  andata
in onda sul canale Rai Uno sabato 8 febbraio 2014  «La  Rucola  della
Piana del Sele» e' stata definita «L'oro Verde Della Piana Del Sele». 
    Proprio a volerne sottolineare  la  tipicita',  la  Rucola  della
Piana del Sele e' finanche entrata a far parte degli  ingredienti  di
numerose  ricette  culinarie  adottate  da   importanti   ristoranti,
agriturismi e pizzerie («Coroncine di  risotto  alla  Nerano,  Rucola
della Piana del Sele  e  fiore  di  zucca  ripieno»;  «Scagliette  di
pecorino scamosciato con Rucola della Piana del Sele»;  «Fusilli  con
pesto di rucola della Piana del  Sele»;  «Tagliata  di  vitello,  con
Rucola della Piana del Sele,  scaglie  di  parmigiano,  pomodorini  e
glassa balsamica»; «Pizza Rucola, con pomodoro, mozzarella  e  Rucola
della Piana del Sele») ed anche di uno specifico  prodotto  liquoroso
denominato «Rucoletta» e realizzato specificamente  con  l'infuso  di
Rucola della Piana del Sele.