(Allegato 1)
                                                           Allegato 1 
 
                                               (Articolo 7-quinquies) 
 
                  CRITERI COSTRUTTIVI E GESTIONALI 
                     DEGLI IMPIANTI DI DISCARICA 
 
    1. IMPIANTI DI DISCARICA PER RIFIUTI INERTI 
    1.1. UBICAZIONE 
    Di norma i siti idonei  alla  realizzazione  di  un  impianto  di
discarica per rifiuti inerti non devono ricadere in: 
      Aree individuate ai sensi dell'articolo 65, comma 3 lettera  n)
e comma 7 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152; 
      Aree  individuate  dagli  articoli  2  e  3  del  decreto   del
Presidente della Repubblica 8  settembre  1997,  n.  357  cosi'  come
modificato dal decreto del Presidente della Repubblica 13 marzo 2003,
n. 120; 
      Aree collocate nelle aree di salvaguardia di  cui  all'articolo
94, commi 3 e 4, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152; 
      Aree,  immobili  e  contesti  tutelati  ai  sensi  del  decreto
legislativo 22 gennaio 2004, n. 42. 
    Le discariche non devono essere localizzate: 
      in corrispondenza  di  faglie  attive  e  aree  interessate  da
attivita' vulcaniche; 
      in corrispondenza di doline,  inghiottitoi  o  altre  forme  di
carsismo superficiale; 
      in aree dove sono in atto processi geomorfologici  superficiali
quali l'erosione accelerata, le frane, l'instabilita' dei pendii,  le
migrazioni degli alvei fluviali potrebbero compromettere l'integrita'
della discarica; 
      in aree esondabili, instabili e alluvionabili come  individuate
negli strumenti di pianificazione  territoriali,  deve  essere  presa
come riferimento la piena con tempo di ritorno minimo pari a 50 anni.
Le Regioni definiscono eventuali modifiche al valore da adottare  per
il tempo di ritorno sopra  riportato  in  accordo  con  il  Distretto
Idrografico competente; 
      aree naturali protette sottoposte a misure di  salvaguardia  ai
sensi dell'articolo 6, comma 3, della legge 6 dicembre 1991, n. 394; 
    Le Regioni possono, con provvedimento  motivato,  autorizzare  la
realizzazione delle discariche per inerti nei siti di  cui  al  primo
capoverso, a esclusione degli immobili e contesti tutelati  ai  sensi
del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42. 
    La discarica puo' essere autorizzata solo se  le  caratteristiche
del luogo, per quanto riguarda le  condizioni  di  cui  sopra,  o  le
misure  correttive  da  adottare,  indichino  che  la  discarica  non
costituisca un grave rischio ambientale. 
    Per  ciascun  sito  di  ubicazione  devono  essere  valutate   le
condizioni  locali  di  accettabilita'  dell'impianto  nel   contesto
territoriale in relazione ai seguenti parametri: 
      distanza dai centri abitati; 
      fascia di rispetto da strade, autostrade, gasdotti,  oleodotti,
elettrodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari; 
      presenza di rilevanti beni storici, artistici,  archeologici  e
paesaggistici. 
    Nell'individuazione dei siti di ubicazione sono  da  privilegiare
le aree degradate. 
    1.2. PROTEZIONE DEL TERRENO E DELLE ACQUE 
    1.2.1. Criteri generali 
    L'ubicazione e le caratteristiche costruttive  di  una  discarica
per rifiuti inerti devono soddisfare  le  condizioni  necessarie  per
impedire l'inquinamento del terreno, delle acque sotterranee e  delle
acque superficiali. 
    Deve essere assicurata un'efficiente raccolta del percolato,  ove
sia ritenuto necessario dall'ente territoriale competente sulla  base
delle tipologie di rifiuti ammessi in discarica.  In  tal  caso  deve
essere previsto un sistema di  raccolta  e  drenaggio  del  percolato
costituito da uno strato minerale drenante con spessore s ≥0,5 m e di
idonea trasmissivita' e permeabilita' in grado di drenare i fluidi di
percolazione prodotti nella fase di gestione e post-gestione. 
    Il materiale drenante deve  essere  costituito  da  un  aggregato
marcato CE (indicativamente ghiaia/pietrisco: pezzatura 16-64 mm),  a
basso contenuto di carbonati (< 35 %),  lavato,  con  percentuale  di
passante al vaglio 200 ASTM <3%; con granulometria uniforme,  con  un
coefficiente di appiattimento < 20 (secondo UNI EN 933-3) e  diametro
minimo d > 4 volte la larghezza delle fessure del tubo di  drenaggio;
di altezza minima 0,5 m. 
    La protezione del suolo, delle acque sotterranee  e  delle  acque
superficiali deve essere garantita dalla  presenza  di  una  barriera
geologica naturale  avente  le  caratteristiche  descritte  al  punto
1.2.2,  e  da  un  sistema   di   copertura   superficiale   con   le
caratteristiche descritte al punto 1.2.3. Fra la  barriera  geologica
naturale e l'eventuale  strato  drenante  va  inserito  un  opportuno
strato di protezione. 
    1.2.2. Barriera geologica 
    La barriera geologica e' determinata da condizioni  geologiche  e
idrogeologiche al di sotto e in  prossimita'  di  una  discarica  per
rifiuti inerti tali  da  assicurare  una  capacita'  di  attenuazione
sufficiente  per  evitare  l'inquinamento  del  suolo,  delle   acque
superficiali e delle acque sotterranee. 
    Il substrato della base e dei lati della  discarica  consiste  in
una  formazione  geologica  naturale  che  risponda  a  requisiti  di
permeabilita' e spessore almeno equivalente a quello  risultante  dai
seguenti criteri: 
      conducibilita' idraulica k ≤ 1x 10-7 m/s; 
      spessore ≥ 1 m. 
    Le caratteristiche  di  permeabilita'  idraulica  della  barriera
geologica naturale devono essere accertate mediante apposita indagine
in sito. 
    La barriera  geologica,  qualora  non  soddisfi  naturalmente  le
condizioni di  cui  sopra,  puo'  essere  completata  artificialmente
attraverso  un  sistema  barriera  di   confinamento   opportunamente
realizzata che  fornisca  una  protezione  idraulica  equivalente  in
termini di tempo di attraversamento. 
    Il piano di imposta di una  eventuale  barriera  di  confinamento
deve essere posto al di sopra del tetto  dell'acquifero  confinato  o
della quota di massima escursione della falda, nel caso di  acquifero
non confinato, con un franco di almeno 1,5 metri. 
    Il  sistema  barriera  messo  in   opera   artificialmente   deve
comprendere dal basso verso l'alto: 
      1. strato minerale compattato di spessore s non inferiore a 0,5
m e  conducibilita'  idraulica  k  <  5  x  10-8  m/s,  eventualmente
accoppiato a un geosintetico di  impermeabilizzazione.  Le  modalita'
costruttive e il valore della  permeabilita'  dello  strato  minerale
compattato possono essere determinate mediante campo prova in situ; 
      2. strato di protezione costituito da uno strato  di  materiale
naturale o da geosintetici di protezione; 
      3. strato di raccolta e drenaggio dei  fluidi  di  percolazione
per evitare l'aumento delle pressioni interstiziali  all'interno  del
corpo rifiuti che ne potrebbero pregiudicare la stabilita'. 
    Particolari  soluzioni  progettuali  nella  realizzazione   dello
strato minerale compattato delle sponde,  che  garantiscano  comunque
una protezione idraulica equivalente, potranno eccezionalmente essere
adottate e realizzate  anche  con  spessori  inferiori  a  0,5  m,  a
condizione che vengano approvate dall'ente territoriale competente. 
    1.2.3. Copertura superficiale finale 
    La copertura superficiale finale della discarica deve  rispondere
ai seguenti criteri: 
      isolamento dei rifiuti dall'ambiente esterno; 
      minimizzazione delle infiltrazioni d'acqua; 
      riduzione al minimo della necessita' di manutenzione; 
      minimizzazione dei fenomeni di erosione; 
      resistenza  agli  assestamenti  ed  a  fenomeni  di  subsidenza
localizzata; 
      inserimento paesaggistico. 
    Prima  dell'installazione  della  copertura   finale,   si   puo'
procedere alla realizzazione di  una  copertura  provvisoria  per  il
tempo necessario al raggiungimento  delle  condizioni  di  stabilita'
meccanica e biologica definita in progetto. 
    La copertura provvisoria dovra' avere caratteristiche strutturali
funzionali ai processi (meccanici, biologici e chimici)  proposti  in
progetto per la discarica. 
    La copertura provvisoria dovra'  comunque  mantenere  separati  i
rifiuti dall''ambiente esterno (consentendo il passaggio di  gas  e/o
di liquidi laddove previsto  dal  progetto),  garantire  un  regolare
deflusso delle acque superficiali e consentire un equilibrato (seppur
temporaneo) inserimento  paesaggistico,  avuto  anche  riguardo  alla
durata della stessa. 
    La copertura finale deve essere realizzata mediante una struttura
multistrato  costituita,  dall'alto  verso  il  basso,  dai  seguenti
strati: 
      1. strato superficiale di copertura con spessore s ≥  1  m  che
favorisca lo sviluppo delle specie vegetali di copertura ai fini  del
piano di ripristino  ambientale,  fornisca  una  protezione  adeguata
contro l'erosione e consenta la protezione degli  strati  sottostanti
dalle escursioni termiche; 
      2. strato drenante di materiale granulare con spessore s ≥  0,5
m di idonea trasmissivita' e permeabilita' (K>10-5 m/s). 
    Tale  strato  puo'  essere  sostituito  da  un  geocomposito   di
drenaggio di caratteristiche  prestazionali  equivalenti,  ovvero  in
grado di drenare nel suo piano  la  portata  meteorica  di  progetto,
valutata con un tempo di ritorno pari ad  almeno  30  anni.  In  ogni
caso, lo strato drenante va protetto con un idoneo filtro naturale  o
di  geotessile  per  prevenire  eventuali  intasamenti  connessi   al
trascinamento  del  materiale  fine  dello  strato  superficiale   di
copertura. 
    3. strato minerale superiore compattato di  spessore  maggiore  o
uguale a 0,5 m e di conducibilita' idraulica minore o uguale  a  10-8
m/s  o  di  caratteristiche  equivalenti  in  termini  di  tempo   di
attraversamento;   dovra'   essere   garantita   la   protezione   al
danneggiamento meccanico dello strato minerale compattato  prevedendo
un opportuno strato  di  protezione.  Lo  strato  minerale  superiore
compattato puo'  essere  sostituito  con  materiali  geosintetici  di
impermeabilizzazione equivalenti in termini  idraulici  di  tempi  di
attraversamento. 
    4. strato di regolarizzazione per  la  corretta  messa  in  opera
degli elementi superiori e costituito da materiale drenante. 
    Particolari soluzioni progettuali, opportunamente motivate, nella
realizzazione  della  copertura  finale  delle   scarpate   laterali,
potranno essere autorizzate dall'Autorita'  competente  a  condizione
che garantiscano una protezione e una funzione equivalenti. 
    Nel caso in cui la  destinazione  d'uso  dell'area  di  discarica
indicata nello strumento urbanistico non preveda la ricostituzione di
una copertura vegetale, lo strato superficiale di  cui  al  succitato
punto 1 potra' avere spessori e caratteristiche diverse purche' siano
garantiti  i  criteri  generali  sopra  richiamati  previsti  per  le
coperture  finali  e  a   condizione   che   sia   paesaggisticamente
compatibile; in questo caso modalita' e tempistiche di  realizzazione
di tale strato dovranno essere specificate nel progetto e autorizzate
dall'autorita' competente. 
    1.3. CONTROLLO DELLE ACQUE 
    In relazione alle condizioni meteorologiche devono  essere  prese
misure adeguate per: 
      limitare la quantita' di acqua di origine meteorica che penetra
nel corpo della discarica; 
      impedire che le acque superficiali e  sotterranee  entrino  nel
corpo della discarica. 
    Deve   essere   inoltre   previsto,   ove   ritenuto   necessario
dall'autorita' competente, un sistema  di  raccolta  delle  acque  di
percolazione. 
    Il sistema di raccolta delle acque di  percolazione  deve  essere
progettato e gestito in modo da: 
      minimizzare il battente idraulico  sul  fondo  della  discarica
compatibilmente con  le  caratteristiche  geometriche,  meccaniche  e
idrauliche dei materiali e dei rifiuti  costituenti  la  discarica  e
compatibilmente con i sistemi di sollevamento e di estrazione; 
      prevenire intasamenti e/o occlusioni per tutto  il  periodo  di
gestione operativa e post operativa della discarica; a tal fine,  tra
i rifiuti ed il sistema drenante non deve essere interposto materiale
sintetico o  naturale,  con  funzione  filtrante,  di  conducibilita'
idraulica e volume dei pori inferiori a quella del letto drenante; 
      resistere all'attacco chimico dell'ambiente della discarica; 
      sopportare i carichi previsti; 
      garantire l'ispezionabilita' del sistema. 
    L'eventuale percolato raccolto  deve  essere  avviato  ad  idoneo
impianto di trattamento al fine di garantirne lo scarico nel rispetto
dei limiti previsti dalla normativa vigente in materia. 
    1.4. STABILITA' 
    Nella fase di caratterizzazione geologica del sito e'  necessario
accertare, mediante specifiche indagini e prove  geotecniche,  che  i
terreni  di  fondazione  della  discarica,  in  considerazione  della
morfologia della discarica e  dei  carichi  previsti,  nonche'  delle
condizioni  operative,  non  vadano  soggetto  a  cedimenti  tali  da
danneggiare i sistemi di protezione della discarica. 
    Al  riguardo,  il  valore  del  modulo  di   deformazione   (Md),
determinato con prova di carico su piastra  da  30  cm  di  diametro,
dovra'  essere  maggiore  o   uguale   a   50   N/mm²   e   calcolato
nell'intervallo di carico compreso tra 0,15  e  0,25  MPa,  al  primo
ciclo di carico. 
    Deve essere, altresi', verificata in fase di progetto,  in  corso
d'opera e per tutte le diverse  fasi  di  vita  della  discarica,  la
stabilita' del fronte dei rifiuti abbancati, delle sponde dell'invaso
laddove  esistenti  e   la   stabilita'   dell'insieme   terreno   di
fondazione-discarica nonche'  la  stabilita'  delle  coperture.  Tali
verifiche devono essere effettuate ai sensi delle Norme Tecniche  per
le Costruzioni vigenti, in fase di progetto, in fase di  abbancamento
laddove  gli  abbancamenti  si  discostino  del  20%  dal  piano   di
abbancamento di progetto di cui al successivo punto 1.8 e in fase  di
chiusura. Tali verifiche possono essere ripetute  in  conseguenza  di
eventi naturali quali terremoti, alluvioni, eventi meteo  eccezionali
che possono influire sulla stabilita'  globale  della  discarica.  Le
verifiche di stabilita' che interessano  il  corpo  dei  rifiuti,  il
fronte   dei   rifiuti   abbancati    e    l'insieme    terreno    di
fondazione-discarica,  devono  essere  eseguite  considerando  quanto
stabilito  nelle  Norme  Tecniche  per  le  Costruzioni  vigenti  con
riferimento alle opere di materiali sciolti e fronti di scavo, sia in
condizioni statiche che in presenza di azioni sismiche. 
    In particolare, in accordo alle Norme Tecniche per le Costruzioni
vigenti, nelle verifiche che interessano il corpo della discarica, si
devono attribuire ai rifiuti parametri geotecnici che  tengano  conto
della  composizione  del   rifiuto   medesimo   e   dei   metodi   di
pretrattamento e  costipamento  adottati  nonche'  dei  risultati  di
specifiche prove in sito o di laboratorio. Le verifiche di stabilita'
del manufatto, dei terreni di fondazione  e  lungo  le  superfici  di
scorrimento che comprendano le interfacce  tra  i  diversi  materiali
utilizzati sia nel sistema barriera  di  fondo  sia  nel  sistema  di
copertura finale devono essere condotte anche in condizioni  sismiche
cosi' come previsto dalle Norme Tecniche per le Costruzioni  vigenti.
A tal fine, il sistema  di  copertura  finale  prima  descritto  puo'
essere completato con idonei geosintetici di rinforzo. In  ogni  caso
tutti i materiali sintetici utilizzati dovranno essere opportunamente
installati e ancorati 
    1.5. DISTURBI ED IMPATTI 
    Devono essere previsti sistemi  e/o  misure  atte  a  ridurre  al
minimo i disturbi gli impatti provenienti dalla discarica  e  causati
da: 
      emissione di odori e polvere; 
      materiali trasportati dal vento; 
      uccelli parassiti ed insetti; 
      rumore e traffico; 
      incendi. 
    1.6. ACCESSO AL SITO 
    La discarica deve essere dotata di  recinzione  per  impedire  il
libero accesso al sito. Deve essere prevista una barriera perimetrale
arborea autoctona, da realizzarsi prima dell'inizio dei conferimenti,
al fine di minimizzare gli impatti visivi e olfattivi. 
    I cancelli devono restare chiusi fuori dell'orario di  esercizio.
Il sistema di controllo e di accesso agli impianti deve prevedere  un
programma di misure volte ad impedire lo scarico illegale. 
    1.7. DOTAZIONE DI ATTREZZATURE E PERSONALE 
    Gli impianti di discarica di rifiuti inerti devono essere dotati,
direttamente o tramite apposita convenzione o contratto di laboratori
accreditati per le specifiche determinazioni previste per la gestione
dell'impianto. 
    La gestione  della  discarica  deve  essere  affidata  a  persona
competente a gestire il sito  ai  sensi  dell'articolo  9,  comma  1,
lettera b), e deve essere assicurata la  formazione  professionale  e
tecnica del personale addetto  all'impianto  anche  in  relazione  ai
rischi da esposizione agli agenti specifici in funzione del  tipo  di
rifiuti smaltiti  cosi  come  previsto  dalla  vigente  normativa  in
materia di sicurezza dei luoghi di lavoro. 
    1.8. MODALITA' E CRITERI DI DEPOSITO 
    I rifiuti che possono dar luogo a dispersione  di  polveri  o  ad
emanazioni moleste devono essere al piu' presto ricoperti con  strati
di materiali  adeguati;  devono  essere  inoltre  previsti  specifici
sistemi di contenimento, abbattimento delle polveri o di modalita' di
conduzione della discarica atti  ad  impedire  la  dispersione  delle
stesse. 
    Nel progetto occorre definire le modalita' di posa in  opera  dei
rifiuti   in   termini   di   spessore   degli    strati,    ampiezza
dell'abbancamento  e  inclinazione  in  accordo  alle  verifiche   di
stabilita' effettuate predisponendo apposito piano di abbancamento. 
    Le operazioni di scarico dei rifiuti e il successivo abbancamento
devono essere effettuati in modo da  garantire  la  stabilita'  della
massa di rifiuti e delle strutture collegate. 
    2. IMPIANTI PER RIFIUTI NON PERICOLOSI E PER RIFIUTI PERICOLOSI 
    2.1. UBICAZIONE 
    Di norma gli impianti di discarica per rifiuti pericolosi  e  non
pericolosi non devono ricadere in: 
      aree individuate ai sensi dell'articolo 65, comma 3, lettera n)
e comma 7 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152; 
      aree  individuate  dagli  articoli  2  e  3  del  decreto   del
Presidente della Repubblica  8  settembre  1997,  n.  357  cosi  come
modificato dal decreto del Presidente della Repubblica 13 marzo 2003,
n. 120; 
      aree naturali protette sottoposte a misure di  salvaguardia  ai
sensi dell'articolo 6, comma 3 della legge 6 dicembre 1991, n. 394; 
      aree collocate nelle aree di salvaguardia di  cui  all'articolo
94, commi 3 e 4, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152; 
      aree,  immobili  e  contesti  tutelati  ai  sensi  del  decreto
legislativo 22 gennaio 2004, n. 42; 
    Gli impianti di discarica per rifiuti pericolosi e non pericolosi
non vanno ubicati: 
      in corrispondenza  di  faglie  attive  e  aree  interessate  da
attivita' vulcanica,  ivi  compresi  i  campi  solfatarici,  che  per
frequenza ed  intensita'  potrebbero  pregiudicare  l'isolamento  dei
rifiuti; 
      in corrispondenza di doline,  inghiottitoi  o  altre  forme  di
carsismo superficiale; 
      in aree  dove  i  processi  geomorfologici  superficiali  quali
l'erosione  accelerata,  le  frane,  l'instabilita'  dei  pendii,  le
migrazioni degli alvei fluviali potrebbero compromettere l'integrita'
della discarica e delle opere ad essa connesse; 
      in aree soggette ad attivita' di tipo idrotermale; 
      in aree esondabili, instabili e alluvionabili, come individuate
negli strumenti di pianificazione  territoriali,  deve  essere  presa
come riferimento la piena con tempo di  ritorno  minimo  pari  a  200
anni.  Le  Regioni  definiscono  eventuali  modifiche  al  valore  da
adottare per  il  tempo  di  ritorno  in  accordo  con  il  Distretto
Idrografico competente. 
    Nell'individuazione dei siti di ubicazione sono  da  privilegiare
le aree degradate da risanare o  da  ripristinare  sotto  il  profilo
paesaggistico. 
    Con provvedimento motivato  le  Regioni  possono  autorizzare  la
realizzazione di discariche  per  rifiuti  non  pericolosi  nei  siti
elencati al primo periodo. 
    La discarica puo' essere autorizzata solo se  le  caratteristiche
del luogo, per quanto riguarda le  condizioni  di  cui  sopra,  o  le
misure correttive da adottare, indichino che non costituisca un grave
rischio ambientale e  per  la  salute  umana  e  non  pregiudichi  le
esigenze di tutela del patrimonio culturale e del paesaggio. 
    Per  ciascun  sito  di  ubicazione  devono  essere  esaminate  le
condizioni  locali  di  accettabilita'  dell'impianto  nel   contesto
territoriale in relazione a: 
      distanza dai centri abitati; 
      collocazione in aree a rischio sismico ai sensi della normativa
vigente e provvedimenti attuativi, 
      collocazione in zone di  produzione  di  prodotti  agricoli  ed
alimentari definiti ad indicazione geografica o  a  denominazione  di
origine protetta ai sensi del regolamento (CE) 1151/2012  e  in  aree
agricole in cui si ottengono prodotti con  tecniche  dell'agricoltura
biologica ai sensi del regolamento 2018/848/UE; 
      presenza di rilevanti beni storici, artistici,  archeologici  e
paesaggistici. 
    Per le discariche di rifiuti  pericolosi  e  non  pericolosi  che
accettano rifiuti contenenti amianto, la distanza dai centri  abitati
in relazione alla direttrice dei venti dominanti deve essere  oggetto
di specifico studio, al fine di evitare qualsiasi possibile trasporto
aereo delle fibre verificando che la direttrice dei  venti  dominanti
sia chiaramente  indirizzata  verso  zone  differenti  da  quelle  di
ubicazione del centro abitato. Tale  direttrice  e'  stabilita  sulla
base di dati statistici significativi dell'intero  arco  dell'anno  e
relativi ad un periodo non inferiore a 5 anni. 
    2.2. PROTEZIONE DELLE MATRICI AMBIENTALI 
    Al fine di garantire l'isolamento del  corpo  dei  rifiuti  dalle
matrici ambientali, la discarica deve soddisfare i seguenti requisiti
tecnici; 
      sistema   di   regimazione   e   convogliamento   delle   acque
superficiali; 
      sistema barriera di fondo e delle sponde della discarica; 
      impianto di raccolta e gestione del percolato; 
      impianto di captazione e gestione  del  gas  e  dei  vapori  di
discarica (solo per discariche nelle quali sono smaltiti rifiuti  che
possono generare emissioni gassose); 
      sistema di copertura superficiale finale della discarica. 
    Deve   essere   garantito   il   controllo   dell'efficienza    e
dell'integrita' dei presidi ambientali (sistemi barriera, di raccolta
del percolato, di captazione gas, etc.) in  tutte  le  fasi  di  vita
della  discarica  (fase  di  gestione  operativa  e  post-operativa),
nonche' il  mantenimento  di  opportune  pendenze  per  garantire  il
ruscellamento e il drenaggio delle acque superficiali. 
    2.3. CONTROLLO DELLE ACQUE E GESTIONE DEL PERCOLATO 
    Devono essere adottate tecniche di coltivazione e gestionali atte
a minimizzare l'infiltrazione dell'acqua meteorica  nella  massa  dei
rifiuti. Le acque meteoriche devono essere allontanate dal  perimetro
dell'impianto a mezzo di  idonee  canalizzazioni  dimensionate  sulla
base delle piogge piu' intense con tempo di ritorno di almeno 10 anni
e incrementate di un ulteriore 30 per cento. 
    Il percolato ed eventuali  acque  di  ruscellamento  diretto  sul
corpo dei rifiuti devono essere  captati,  raccolti  e  smaltiti  per
tutto il tempo di vita della discarica  (gestione  e  post-gestione),
secondo quanto stabilito nell'autorizzazione, e comunque per un tempo
non  inferiore  a  30  anni  dalla  data   di   chiusura   definitiva
dell'impianto. 
    Il sistema di raccolta del percolato  deve  essere  progettato  e
gestito in modo da: 
      minimizzare il battente idraulico di percolato sul fondo  della
discarica  compatibilmente  con   le   caratteristiche   geometriche,
meccaniche e idrauliche dei materiali e dei  rifiuti  costituenti  la
discarica e compatibilmente  con  i  sistemi  di  sollevamento  e  di
estrazione; 
      prevenire intasamenti e/o occlusioni per tutto  il  periodo  di
gestione operativa e post operativa della discarica; a tal fine,  tra
i rifiuti ed il sistema drenante non deve essere interposto materiale
sintetico e/o naturale, con  funzione  filtrante,  di  conducibilita'
idraulica e porosita' inferiori a quella del letto drenante; 
      resistere all'attacco chimico dell'ambiente della discarica; 
      sopportare i carichi previsti: 
      garantire l'ispezionabilita' del sistema. 
    Il percolato prodotto dalla discarica e le acque raccolte  devono
essere preferibilmente trattati  in  loco  in  impianti  tecnicamente
idonei. Qualora particolari condizioni  tecniche  impediscano  o  non
rendano ottimale tale soluzione, il percolato potra' essere conferito
ad idonei impianti di trattamento autorizzati ai sensi della  vigente
disciplina sui rifiuti o, in alternativa,  dopo  idoneo  trattamento,
recapitato  in  fognatura  nel  rispetto  dei  limiti  allo   scarico
stabiliti dall'ente gestore. 
    La soluzione individuata per la gestione del percolato e  per  le
acque di  ruscellamento  sul  corpo  rifiuti  deve  essere  contenuta
nell'istanza ed indicata nell'atto autorizzativo dell'impianto. 
    2.4. PROTEZIONE DEL SUOLO, DEL SOTTOSUOLO E DELLE ACQUE 
    2.4.1. Criteri generali 
    L'ubicazione e la progettazione di una discarica per rifiuti  non
pericolosi e/o per rifiuti pericolosi devono soddisfare le condizioni
necessarie per impedire l'inquinamento  del  suolo,  del  sottosuolo,
delle acque di falda e delle  acque  superficiali  e  per  assicurare
un'efficiente raccolta del percolato. 
    La protezione del suolo, del sottosuolo, delle acque di  falda  e
di superficie deve essere  realizzata,  durante  la  fase  operativa,
mediante sistemi barriera ubicati sul  fondo  e  sulle  sponde  della
discarica. Dopo due anni dall'ultimo conferimento,  a  seguito  della
valutazione di eventuali cedimenti  secondari  del  corpo  discarica,
deve  essere  predisposto  il  sistema  di   copertura   finale,   da
completarsi entro i successivi 36 mesi. 
    I sistemi barriera di fondo e  sulle  sponde  dovranno  prevedere
l'accoppiamento di uno o piu' strati di impermeabilizzazione  con  un
sistema di drenaggio del percolato. Lo strato di impermeabilizzazione
puo' essere costituito anche da una barriera geologica accoppiata  ad
uno strato minerale compattato. 
    2.4.2. Barriera di fondo e delle sponde. 
    La barriera di fondo e delle sponde e'  composta  da  un  sistema
accoppiato costituito partendo dal basso verso l'alto da: 
      1. barriera geologica; 
      2. strato di impermeabilizzazione artificiale; 
      3. strato di drenaggio. 
    Il piano di imposta dello strato inferiore del  sistema  barriera
di fondo e sulle sponde deve essere  posto  al  di  sopra  del  tetto
dell'acquifero confinato con un franco di almeno 1,5 m, nel  caso  di
acquifero  non  confinato,  al  di  sopra  della  quota  di   massima
escursione della falda con un franco di almeno 2 m. 
    La barriera geologica alla base e sulle sponde della discarica e'
costituita da  una  formazione  geologica  naturale  che  risponda  a
requisiti di permeabilita' e spessore  aventi  un  effetto  combinato
almeno equivalente in termini di tempo di  attraversamento  a  quello
risultante dai seguenti criteri: 
      discarica per rifiuti non pericolosi: conducibilita'  idraulica
k ≤ 1 x 10 -9 m/s e spessore s ≥ 1 m; 
      discarica per rifiuti pericolosi: conducibilita' idraulica k  ≤
1 x 10 -9 m/s e spessore s ≥ 5 m; 
    La  continuita'  e  le  caratteristiche  di  permeabilita'  della
barriera geologica su tutta l'area interessata dalla discarica devono
essere opportunamente  accertate  mediante  indagini  e  perforazioni
geognostiche. 
    La barriera  geologica,  qualora  non  soddisfi  naturalmente  le
condizioni di cui sopra, deve essere completata  artificialmente  con
uno strato di materiale argilloso  compattato  di  spessore  pari  ad
almeno    0,5    m,    anche    accoppiato    a    geosintetici    di
impermeabilizzazione, che fornisca  complessivamente  una  protezione
idraulica equivalente in termini di tempo di attraversamento. 
    Ai  fini  dell'equivalenza  i   tempi   di   attraversamento   da
rispettare, nell'ipotesi di un carico idraulico di 0,3 m, non  devono
essere inferiori ai  25  anni  per  le  discariche  per  rifiuti  non
pericolosi e 150 anni per le discariche per rifiuti pericolosi. 
    Particolari  soluzioni  progettuali   nel   completamento   della
barriera  geologica  delle  sponde  potranno  eccezionalmente  essere
adottate e realizzate  anche  con  spessori  inferiori  a  0,5  m,  a
condizione che garantiscano comunque  una  protezione  equivalente  e
previa approvazione dell'ente territoriale competente. 
    Lo strato di impermeabilizzazione artificiale di fondo, posto  al
di   sopra   della   barriera   geologica   naturale   o    integrata
artificialmente,  e'  costituito  dall'accoppiamento   di   materiale
minerale compattato con un geosintetico di impermeabilizzazione. 
    Lo strato minerale compattato deve avere spessore s  ≥  1,0  m  e
conducibilita' idraulica k ≤ 1 x 10-9  m/s,  deve  essere  realizzato
preferibilmente in strati uniformi compattati dello spessore  massimo
di 0,25 m, e deve  avere  caratteristiche  idonee  a  resistere  alle
sollecitazioni chimiche e meccaniche  presenti  nella  discarica.  Le
modalita' costruttive e il valore della  permeabilita'  dello  strato
minerale compattato possono essere determinate mediante  campo  prova
in situ. 
    Lo strato di impermeabilizzazione  artificiale  lungo  le  sponde
della  discarica  deve  essere  realizzato  artificiale  con   uguali
caratteristiche fisico-meccaniche e idrauliche a quelle dello  strato
di impermeabilizzazione artificiale di  fondo.  Deve  inoltre  essere
garantita   la   continuita'   fisica   fra   i   due   sistemi    di
impermeabilizzazione.   Particolari   soluzioni   progettuali   nella
realizzazione del sistema di impermeabilizzazione  artificiale  delle
sponde potranno eccezionalmente essere adottate  e  realizzate  anche
con spessori inferiori a condizione  che  garantiscano  comunque  una
protezione equivalente e previa approvazione  dell'ente  territoriale
competente. 
    In ogni caso, l'impermeabilizzazione del  fondo  e  delle  pareti
della discarica  non  puo'  essere  costituita  dalla  sola  barriera
geologica   che   va   sempre   completata   con   uno   sistema   di
impermeabilizzazione artificiale. 
    Al di sopra dello strato di impermeabilizzazione artificiale  del
fondo e delle sponde, deve essere previsto uno  strato  di  drenaggio
del percolato costituito da materiale granulare drenante con spessore
s a ≥ 0,5 m e di idonea trasmissivita' e permeabilita'  in  grado  di
drenare la portata di percolato prodotta nella  fase  di  gestione  e
post-gestione. Limitatamente alle sponde con pendenza superiore a 30°
lo strato drenante puo' essere costituito da uno  strato  artificiale
di spessore inferiore con capacita' drenante equivalente e raccordato
al sistema drenante del fondo sub-pianeggiante. 
    Tra lo strato di impermeabilizzazione artificiale e lo strato  di
drenaggio  del  percolato  va  inserito  un   opportuno   strato   di
protezione, costituito da idoneo materiale naturale o artificiale, al
fine di evitare il danneggiamento del sistema di impermeabilizzazione
durante la fase costruttiva e  durante  la  fase  di  gestione  della
discarica. 
    La protezione delle sponde della discarica deve essere  garantita
da  un  sistema  di  impermeabilizzazione  artificiale   con   uguali
caratteristiche   fisico-meccaniche   dello    strato    impermeabile
artificiale di fondo. Deve inoltre essere  garantita  la  continuita'
fisica fra i due sistemi di impermeabilizzazione. 
    Il  fondo  della  discarica,  tenuto  conto  degli   assestamenti
previsti in fase progettuale, deve  conservare  un'adeguata  pendenza
tale da favorire il deflusso del percolato ai sistemi di raccolta. 
    La barriera di base per discarica di rifiuti non pericolosi, deve
quindi comprendere dal basso verso l'alto: 
      livello   1)   barriera   geologica   naturale   o   completata
artificialmente con spessore > 1 m e permeabilita' k <1 x 10-9 m/s; 
      livello 2 a) strato  di  impermeabilizzazione  artificiale  con
spessore s ≥ 1 m e permeabilita' k ≤ 1 x 10-9 m/s, impiegando terreni
naturali  o  miscele  di  terreni  compattati  che  garantiscono   la
permeabilita' prescritta; 
      livello 2 b) geomembrana in HDPE, spessore > 2,5  mm,  conforme
alla norma UNI 1604645  per  geomembrane  lisce  ed  alla  norma  UNI
1604643 per geomembrane ad aderenza migliorata; 
      livello 2 c) opportuno  strato  di  protezione,  costituito  da
idoneo materiale naturale  o  artificiale,  al  fine  di  evitare  il
danneggiamento del sistema  di  impermeabilizzazione  a  causa  degli
agenti atmosferici durante la fase costruttiva ed ai carichi  agenti,
durante la fase di gestione della discarica Il materiale  artificiale
puo' essere  costituito  da  geotessile  non  tessuto  (resistenza  a
trazione minima nelle due direzioni longitudinale e  trasversale:  60
kN/m - norma UNI EN ISO 10319;  resistenza  al  punzonamento  statico
minima: 10 kN - norma UNI EN ISO 12236;  massa  areica  minima:  1200
g/m² - norma UNI EN 9864) o altro adeguato sistema di protezione  per
la geomembrana; 
      livello 3) strato drenante: spessore > 0,5 m, permeabilita' k ≥
1 x10-5 m/s, classi A1 e A3  della  classificazione  HRB  AASHTO.  Il
materiale drenante deve essere  costituito  da  un  aggregato  grosso
marcato CE (indicativamente ghiaia/pietrisco di pezzatura 16-64  mm),
a basso contenuto di carbonati (< 35 %), lavato, con  percentuale  di
passante al vaglio 200 ASTM <3%; con granulometria uniforme,  con  un
coefficiente di appiattimento < 20 (secondo UNI EN 933-3) e  diametro
minimo d > 4 volte la larghezza delle fessure del tubo di drenaggio. 
    La barriera di base per discarica  di  rifiuti  pericolosi,  deve
quindi comprendere dal basso verso l'alto: 
      livello   1)   barriera   geologica   naturale   o   completata
artificialmente di spessore ≥ 5 m e permeabilita' k < 1 x 10-9 m/; 
      livello 2 a) barriera di confinamento supplementare: spessore ≥
1  m,  permeabilita'  k  <  1  x  10-9  m/s;   impiegando   materiale
appartenente alle classi A6 e A7 della classificazione HRB AASHTO; 
      livello 2 b) geomembrana in HDPE, spessore > 2,5  mm,  conforme
alla norma UNI 11309 per geomembrane lisce ed alla  norma  UNI  11498
per geomembrane ad aderenza migliorata; 
      livello 2 c) opportuno  strato  di  protezione,  costituito  da
idoneo materiale naturale  o  artificiale,  al  fine  di  evitare  il
danneggiamento del sistema  di  impermeabilizzazione  a  causa  degli
agenti atmosferici durante la fase costruttiva ed ai carichi  agenti,
durante la fase di gestione della discarica Il materiale  artificiale
puo' essere  costituito  da  geotessile  non  tessuto  (resistenza  a
trazione minima nelle due direzioni longitudinale e  trasversale:  60
kN/m - norma UNI EN ISO 10319;  resistenza  al  punzonamento  statico
minima: 10 kN - norma UNI EN ISO 12236;  massa  areica  minima:  1200
g/m² - norma UNI EN 9864) o altro adeguato sistema di protezione  per
la geomembrana; 
      livello 3) strato drenante: spessore > 0,5 m, permeabilita' k ≥
10-5 m/s, classi  A1  e  A3  della  classificazione  HRB  AASHTO.  Il
materiale drenante deve essere  costituito  da  un  aggregato  grosso
marcato CE (indicativamente ghiaia/pietrisco: pezzatura 16-64 mm),  a
basso contenuto di carbonati (< 35 %),  lavato,  con  percentuale  di
passante al vaglio 200 ASTM < 3%; con granulometria uniforme, con  un
coefficiente di appiattimento < 20 (secondo UNI EN 933-3) e  diametro
minimo d > 4 volte la larghezza delle fessure del tubo di drenaggio. 
    2.4.3. Copertura superficiale finale 
    La copertura superficiale finale della discarica deve  rispondere
ai seguenti criteri: 
      isolamento dei rifiuti dall'ambiente esterno; 
      minimizzazione delle infiltrazioni d'acqua; 
      riduzione al minimo della necessita' di manutenzione; 
      minimizzazione dei fenomeni di erosione; 
      resistenza  agli  assestamenti  ed  a  fenomeni  di  subsidenza
localizzata; 
      stabilita' lungo le superfici di  scorrimento  che  comprendano
anche le interfacce tra i diversi materiali utilizzati; 
      essere funzionale con i requisiti prestazionali di  progetto  e
le destinazioni d'uso previste nel piano di ripristino ambientale; 
      inserimento paesaggistico. 
    Prima  dell'installazione  della  copertura   finale,   si   puo'
procedere alla realizzazione di  una  copertura  provvisoria  per  il
tempo necessario al raggiungimento  delle  condizioni  di  stabilita'
meccanica e biologica definita in progetto. 
    La copertura provvisoria dovra' avere caratteristiche strutturali
funzionali ai processi (meccanici, biologici e chimici)  proposti  in
progetto per la discarica. 
    La copertura provvisoria dovra'  comunque  mantenere  separati  i
rifiuti dall''ambiente esterno (consentendo il passaggio di  gas  e/o
di liquidi laddove previsto  dal  progetto),  garantire  un  regolare
deflusso delle acque superficiali e consentire un equilibrato (seppur
temporaneo) inserimento  paesaggistico,  avuto  anche  riguardo  alla
durata della stessa. 
    La copertura superficiale finale deve essere realizzata  mediante
una struttura  multistrato  costituita,  dall'alto  verso  il  basso,
almeno dai seguenti strati: 
      1. strato superficiale di copertura  con  spessore  maggiore  o
uguale a 1 m che favorisca  lo  sviluppo  delle  specie  vegetali  di
copertura ai fini del piano di ripristino ambientale e  fornisca  una
protezione adeguata contro l'erosione e  di  proteggere  le  barriere
sottostanti dalle escursioni termiche; 
      2. strato drenante di materiale granulare con spessore s ≥  0,5
m di idonea trasmissivita' e permeabilita' (K>10-5 m/s). 
    Tale  strato  puo'  essere  sostituito  da  un  geocomposito   di
drenaggio di caratteristiche  prestazionali  equivalenti,  ovvero  in
grado di drenare nel suo piano  la  portata  meteorica  di  progetto,
valutata con un tempo di ritorno pari ad almeno 30 anni. 
    In ogni caso lo strato drenante va protetto con un idoneo  filtro
naturale o di geotessile per prevenire eventuali intasamenti connessi
al trascinamento del materiale  fine  dello  strato  superficiale  di
copertura; 
      3. strato minerale compattato dello spessore s ≥  0,5  m  e  di
conducibilita'  idraulica  k  ≤  1  x  10-8  m/s  integrato   da   un
rivestimento impermeabile superficiale. Le modalita' costruttive e il
valore della permeabilita' dello strato minerale  compattato  possono
essere determinate mediante campo prova in situ. Lo  strato  minerale
compattato integrato dal geosintetico di impermeabilizzazione  dovra'
essere  protetto  con  un  opportuno  strato  costituito  da   idoneo
materiale naturale  o  artificiale,  per  evitare  il  danneggiamento
connesso agli agenti atmosferici ed ai carichi agenti durante la fase
costruttiva. Lo strato minerale compattato di spessore inferiore puo'
essere completato con materiali geosintetici di impermeabilizzazione,
garantendo che nell'insieme la prestazione in  termini  di  tempo  di
attraversamento della barriera sia equivalente. Particolari soluzioni
progettuali nella  realizzazione  dello  strato  minerale  compattato
delle parti con pendenza superiore a 30°, che  garantiscano  comunque
una protezione equivalente, potranno eccezionalmente essere  adottate
e realizzate anche con spessori inferiori a 0,5 m, a  condizione  che
vengano approvate dall'ente territoriale competente; 
      4. strato di drenaggio del gas  e  di  rottura  capillare,  con
spessore maggiore o  uguale  a  0,5  m  di  idonea  trasmissivita'  e
permeabilita' al gas in grado di drenare nel suo piano la portata  di
gas prodotta dai rifiuti. 
    In ogni caso  lo  strato  drenante  va  protetto  con  un  idoneo
materiale naturale o sintetico. 
      5. strato di regolarizzazione con la funzione di permettere  la
corretta messa in opera degli strati sovrastanti. 
    In ogni caso dovranno essere garantite le verifiche di stabilita'
della copertura in condizioni statiche e sismiche  in  corrispondenza
di tutte le possibili superfici di scorrimento che comprendano  tutte
le interfacce dei  materiali  utilizzati  in  accordo  con  le  Norme
Tecniche per le Costruzioni vigenti. A tal fine  il  pacchetto  prima
descritto puo' essere  completato  con  idonei  con  geosintetici  di
rinforzo. 
    Particolari soluzioni progettuali, opportunamente motivate, nella
realizzazione  della  copertura  finale  delle   scarpate   laterali,
potranno essere autorizzate dall'Autorita'  competente  a  condizione
che garantiscano una protezione e una funzione equivalenti. 
    Poiche' la degradazione dei rifiuti  biodegradabili,  incluse  le
componenti cellulosiche, comporta  la  trasformazione  in  biogas  di
parte della massa dei  rifiuti,  la  valutazione  degli  assestamenti
dovra' tenere conto di tali variazioni, soprattutto in funzione della
morfologia della copertura finale. 
    La copertura superficiale  finale,  come  sopra  descritta,  deve
quindi tenere conto degli assestamenti previsti ed  a  tal  fine  non
deve  essere  direttamente   collegata   al   sistema   barriera   di
confinamento. 
    La  realizzazione  della  copertura  superficiale  finale   della
discarica nella fase  post  operativa  puo'  essere  preceduta  dalla
realizzazione   di   una   copertura   provvisoria,   con   struttura
semplificata, finalizzata ad isolare la massa di rifiuti in corso  di
assestamento. 
    Detta copertura  provvisoria  deve  essere  oggetto  di  continua
manutenzione al fine di consentire il regolare deflusso  delle  acque
superficiali e di minimizzarne l'infiltrazione nel corpo rifiuti. 
    La copertura superficiale finale deve essere realizzata  in  modo
da  consentire  un  carico  compatibile  con  la  destinazione  d'uso
prevista. 
    Nel caso in cui la  destinazione  d'uso  dell'area  di  discarica
indicata nello strumento urbanistico non preveda la ricostituzione di
una copertura vegetale, lo strato superficiale  di  cui  al  punto  1
potra'  avere  spessori  e  caratteristiche  diverse  purche'   siano
garantiti  i  criteri  generali  sopra  richiamati  previsti  per  le
coperture  finali,  e  a  condizione   che   sia   paesaggisticamente
compatibile; in questo caso modalita' e tempistiche di  realizzazione
di tale strato,  cosi'  come  dell'eventuale  copertura  provvisoria,
dovranno essere specificate nel progetto e opportunamente autorizzate
dall'Autorita' competente. 
    2.5. CONTROLLO DEI GAS 
    Le discariche che accettano rifiuti biodegradabili devono  essere
dotate di impianti per  l'estrazione  dei  gas  che  garantiscano  la
massima  efficienza  di  captazione   e   il   conseguente   utilizzo
energetico, ove questo venga ritenuto tecnicamente fattibile. 
    La gestione del biogas deve  essere  condotta  in  modo  tale  da
ridurre al minimo il rischio per l'ambiente e per  la  salute  umana;
l'obiettivo  e'  quello  di  non  far  percepire  la  presenza  della
discarica al di fuori di una ristretta fascia di rispetto. 
    Poiche'  il  naturale  assestamento  della  massa   dei   rifiuti
depositati puo' danneggiare il sistema di estrazione del  biogas,  e'
indispensabile un piano di mantenimento  dello  stesso,  che  preveda
anche l'eventuale sostituzione dei sistemi di captazione deformati in
modo irreparabile. 
    E' inoltre indispensabile mantenere  al  minimo  il  livello  del
percolato  all'interno  dei  pozzi  di  captazione  del  biogas,  per
consentirne  la  continua  funzionalita',  anche   con   sistemi   di
estrazione del percolato eventualmente formatosi; tali sistemi devono
essere compatibili  con  la  natura  di  gas  esplosivo,  e  rimanere
efficienti anche nella fase post-operativa. 
    Il sistema di estrazione del biogas deve essere dotato di sistemi
per l'eliminazione dell'acqua di condensa, che puo' essere  reimmessa
nel corpo dei rifiuti,  in  caso  contrario,  andra'  trattata  e/  o
smaltita come rifiuto liquido in idoneo impianto. 
    Il biogas deve essere di norma utilizzato per  la  produzione  di
energia, anche a seguito  di  un  eventuale  trattamento,  senza  che
questo pregiudichi le condizioni di sicurezza per la salute dell'uomo
e per l'ambiente. 
    Nel  caso  di  impraticabilita'  del   recupero   energetico   la
termodistruzione  del  biogas  deve  avvenire  in  idonea  camera  di
combustione a temperatura T >  850  °C,  concentrazione  di  ossigeno
maggiore o uguale a 3% in volume e tempo  di  ritenzione  maggiore  o
uguale a 0,3 s. 
    L'effettivo  riutilizzo  energetico   e'   subordinato   ad   una
produzione minima del biogas realmente estraibile  caratterizzata  da
una portata non inferiore a 100 Nm³/h e  da  una  durata  del  flusso
previsto ai valori minimi non inferiore a 5 anni. 
    Il sistema di estrazione e trattamento  del  biogas  deve  essere
mantenuto in esercizio per tutto il tempo in cui nella  discarica  e'
presente la formazione del gas e comunque per il periodo  necessario,
come indicato all'articolo 13, comma 2 
    In presenza  di  una  produzione  di  metano  inferiore  a  0,001
Nm³/m²/h, sara' possibile far ricorso alla ossidazione  biologica  in
situ, mediante l'utilizzo di biofiltri o l'allestimento di  coperture
biossidative adeguatamente progettate e dimensionate; 
    2.6. DISTURBI ED IMPATTI 
    Il gestore degli impianti di discarica per rifiuti non pericolosi
e pericolosi deve adottare  misure  idonee  a  ridurre  al  minimo  i
disturbi e gli impatti provenienti dalla discarica e causati da: 
      emissione di odori; 
      produzione di polvere; 
      materiali trasportati dal vento; 
      rumore e traffico; 
      uccelli, parassiti ed insetti; 
      formazione di aerosol; 
      incendi. 
    2.7. STABILITA' 
    Nella fase di caratterizzazione geologica del sito e'  necessario
accertare, a mezzo di specifiche indagini e prove geotecniche, che il
substrato  geologico,  in  considerazione  della   morfologia   della
discarica e dei carichi previsti nonche' delle condizioni  operative,
non vada soggetto a  cedimenti  tali  da  danneggiare  i  sistemi  di
protezione ambientale della discarica. 
    Deve essere, altresi', verificata in fase di progetto,  in  corso
d'opera e per tutte le diverse  fasi  di  vita  della  discarica,  la
stabilita' del fronte dei rifiuti abbancati, delle sponde dell'invaso
laddove  esistenti  e   la   stabilita'   dell'insieme   terreno   di
fondazione-discarica nonche'  la  stabilita'  delle  coperture.  Tali
verifiche devono essere effettuate ai sensi delle Norme Tecniche  per
le Costruzioni vigenti, in fase di progetto, in fase di  abbancamento
laddove  gli  abbancamenti  si  discostino  del  20%  dal  piano   di
abbancamento di progetto di cui al precedente punto 1.8 e in fase  di
chiusura. Tali verifiche possono essere ripetute  in  conseguenza  di
eventi naturali quali terremoti, alluvioni, eventi meteo  eccezionali
che possono influire sulla stabilita'  globale  della  discarica.  Le
verifiche di stabilita' che interessano  il  corpo  dei  rifiuti,  il
fronte   dei   rifiuti   abbancati    e    l'insieme    terreno    di
fondazione-discarica,  devono  essere  eseguite  considerando  quanto
stabilito  nelle  Norme  Tecniche  per  le  Costruzioni  vigenti  con
riferimento alle opere di materiali sciolti e fronti di scavo, sia in
condizioni statiche che in presenza di azioni sismiche. 
    Tali verifiche sono effettuate ai sensi della  normativa  vigente
in  materia  di  costruzioni  in  fase  di  progetto,  in   fase   di
abbancamento e in fase di chiusura.  Tali  verifiche  possono  essere
ripetute  in  conseguenza  di  eventi   naturali   quali   terremoti,
alluvioni,  eventi  meteo  eccezionali  che  possono  influire  sulla
stabilita' globale della discarica. 
    Al  riguardo,  il  valore  del  modulo  di   deformazione   (Md),
determinato con prova di carico su piastra  da  30  cm  di  diametro,
dovra'  essere  maggiore  o   uguale   a   50   N/mm2   e   calcolato
nell'intervallo di carico compreso tra 0,15  e  0,25  MPa,  al  primo
ciclo di carico. 
    In particolare, in accordo alle Norme Tecniche per le Costruzioni
vigenti nelle verifiche che interessano il corpo della discarica,  si
devono attribuire ai rifiuti parametri geotecnici che  tengano  conto
della  composizione  del   rifiuto   medesimo   e   dei   metodi   di
pretrattamento e  costipamento  adottati  nonche'  dei  risultati  di
specifiche prove in sito o di  laboratorio.  Inoltre,  devono  essere
condotte le verifiche di stabilita' del  manufatto,  dei  terreni  di
fondazione e lungo le superfici di scorrimento che comprendano  anche
le interfacce tra i diversi materiali utilizzati, sia  in  condizioni
statiche sia in condizioni sismiche cosi' come previsto  dalle  Norme
Tecniche per le Costruzioni vigenti. 
    2.8. ACCESSO AL SITO 
    La discarica deve essere dotata di  recinzione  per  impedire  il
libero accesso al sito di persone ed animali.  Deve  essere  prevista
una barriera perimetrale  arborea  autoctona,  da  realizzarsi  prima
dell'inizio dei conferimenti, al  fine  di  minimizzare  gli  impatti
visivi e olfattivi. 
    I cancelli devono restare chiusi fuori dell'orario di esercizio. 
    Il sistema di controllo e di accesso agli impianti deve prevedere
un programma di misure volte ad impedire lo scarico illegale. Il sito
di discarica deve essere individuato a mezzo di idonea segnaletica. 
    La copertura giornaliera della discarica, di cui al  punto  2.10,
deve contribuire al controllo di volatili e piccoli animali. 
    2.9. DOTAZIONE DI ATTREZZATURE E PERSONALE 
    Gli impianti di discarica di rifiuti non pericolosi e di  rifiuti
pericolosi devono essere  dotati,  direttamente  o  tramite  apposita
convenzione o contratto di laboratori accreditati per  le  specifiche
determinazioni previste per la gestione dell'impianto. 
    La gestione  della  discarica  deve  essere  affidata  a  persona
competente a gestire il sito  ai  sensi  dell'articolo  9,  comma  1,
lettera b), e deve essere assicurata la  formazione  professionale  e
tecnica del personale addetto  all'impianto  anche  in  relazione  ai
rischi da esposizione agli agenti specifici in funzione del  tipo  di
rifiuti smaltiti  cosi  come  previsto  dalla  vigente  normativa  in
materia di sicurezza dei luoghi di lavoro. 
    2.10. MODALITA' E CRITERI DI COLTIVAZIONE 
    I rifiuti che possono dar luogo a dispersione  di  polveri  o  ad
emanazioni moleste devono essere al piu' presto ricoperti con  strati
di materiali  adeguati;  devono  essere  inoltre  previsti  specifici
sistemi di contenimento, abbattimento delle polveri o di modalita' di
conduzione della discarica atti  ad  impedire  la  dispersione  delle
stesse. 
    Nel progetto occorre definire le modalita' di posa in  opera  dei
rifiuti   in   termini   di   spessore   degli    strati,    ampiezza
dell'abbancamento  e  inclinazione  in  accordo  alle  verifiche   di
stabilita' effettuate predisponendo apposito piano di abbancamento. 
    Le operazioni di scarico dei rifiuti e il successivo abbancamento
devono essere effettuati in modo da  garantire  la  stabilita'  della
massa di rifiuti e delle strutture collegate. 
    Occorre limitare la superficie  dei  rifiuti  esposta  all'azione
degli agenti atmosferici, e mantenere, pendenze tali da garantire  il
naturale deflusso  delle  acque  meteoriche  al  di  fuori  dell'area
destinata al conferimento dei rifiuti. 
    La copertura giornaliera puo' essere effettuata anche con sistemi
sintetici che limitino la dispersione eolica, l'accesso dei  volatili
e  l'emissione  di  odori.  In  caso  di  coperture  giornaliere  con
materiali granulari, ivi compresi rifiuti opportunamente  selezionati
allo scopo ed autorizzati  dalle  autorita'  competenti  ed  inserite
nell'atto autorizzativo gli stessi  dovranno  garantire  un  corretto
deflusso dei fluidi generati nel  corpo  della  discarica,  dall'alto
verso il basso, e del biogas dal corpo rifiuti verso  il  sistema  di
captazione  e  collettamento  superficiale.   Qualora   le   tecniche
precedentemente esposte si  rivelassero  insufficienti  ai  fini  del
controllo di insetti, larve, roditori  ed  altri  animali,  e'  posto
l'obbligo di effettuare  adeguate  operazioni  di  disinfestazione  e
derattizzazione. 
    L'abbancamento di rifiuti tra loro incompatibili deve avvenire in
distinti settori della discarica, tra loro opportunamente separati  e
distanziati. 
    3. CARATTERISTICHE DEGLI IMPIANTI  DI  DEPOSITO  SOTTERRANEO  DEI
RIFIUTI. 
    Il deposito sotterraneo dei rifiuti puo' essere realizzato per lo
smaltimento delle seguenti tipologie di rifiuti: 
      rifiuti inerti; 
      rifiuti non pericolosi; 
      rifiuti pericolosi. 
    3.1. Protezione delle matrici ambientali 
    3.1.1 Criteri generali 
    Lo smaltimento definitivo dei  rifiuti  in  depositi  sotterranei
deve garantire l'isolamento dei rifiuti dalla biosfera. I rifiuti, la
barriera geologica e  le  cavita',  e  in  particolare  le  strutture
artificiali, costituiscono  un  sistema  che  come  tutti  gli  altri
aspetti tecnici deve rispettare i requisiti prescritti. 
    Deve essere garantita la sicurezza del sito durante  la  fase  di
esercizio e a lungo termine nei confronti  delle  matrici  ambientali
mediante  una  valutazione  dei  rischi  specifica  che  deve  essere
effettuata sia per la fase operativa che per la fase post-operativa. 
    Per la valutazione dei rischi e' necessario individuare: 
      il rischio (nella fattispecie, i rifiuti depositati), 
      i ricettori (nella fattispecie, la biosfera e talvolta le acque
sotterranee), 
      le vie attraverso le quali le sostanze  contenute  nei  rifiuti
possono raggiungere la biosfera, e 
      la  valutazione  dell'impatto  delle   sostanze   che   possono
raggiungere la biosfera. 
    Ai fini della valutazione dei rischi legati al  contenimento,  si
deve tenere conto del sistema generale costituito dai rifiuti,  dalle
strutture e cavita' artificiali e dalla natura della roccia ospitante
L'esito delle  valutazioni  consentira'  di  definire  le  misure  di
controllo e di sicurezza necessarie e di  determinare  i  criteri  di
ammissibilita'. E' necessario quindi effettuare un'analisi  integrata
della  valutazione  delle  prestazioni,  che  comprenda  i   seguenti
aspetti: 
      1) valutazione geologica; 
      2) valutazione geomeccanica; 
      3) valutazione idrogeologica; 
      4) valutazione geochimica; 
      5) valutazione dell'impatto sulla biosfera; 
      6) valutazione della fase operativa; 
      7) valutazione a lungo termine; 
      8) valutazione dell'impatto di tutti gli impianti di superficie
del sito. 
    1) Valutazione geologica 
    Deve essere effettuata un'indagine di dettaglio  della  struttura
geologica del sito, con ricerche ed  analisi  della  tipologia  delle
rocce, dei suoli e  della  topografia.  L'esame  geologico  serve  ad
accertare che il  sito  e'  adatto  alla  creazione  di  un  deposito
sotterraneo. Devono essere inseriti la collocazione, la  frequenza  e
la struttura  delle  irregolarita'  o  delle  fratture  degli  strati
geologici circostanti e l'impatto potenziale  dell'attivita'  sismica
su tali strutture. 
    E'  indispensabile  prendere   in   considerazione   anche   siti
alternativi. 
    2) Valutazione geomeccanica. 
    La stabilita' delle cavita' deve essere  accertata  con  adeguate
ricerche e modelli predittivi. La valutazione deve tenere conto anche
dei rifiuti depositati. I processi vanno analizzati e documentati  in
maniera sistematica. 
    E' necessario accertare che: 
      a) durante e  dopo  la  formazione  delle  cavita',  ne'  nella
cavita' stessa  ne'  sulla  superficie  del  suolo  sono  prevedibili
deformazioni di rilievo che possano danneggiare la funzionalita'  del
deposito sotterraneo o consentire un contatto con la biosfera; 
      b) la capacita'  di  carico  della  cavita'  e'  sufficiente  a
prevenirne il crollo durante l'utilizzo; 
      c) il materiale depositato deve avere la stabilita'  necessaria
ad assicurarne la  compatibilita'  con  le  proprieta'  geomeccaniche
della roccia ospitante. 
    3) Valutazione idrogeologica 
    Deve   essere    condotta    un'indagine    approfondita    delle
caratteristiche  idrauliche  per  valutare  la  configurazione  dello
scorrimento delle acque sotterranee negli strati  circostanti,  sulla
base delle informazioni sulla  conduttivita'  idraulica  della  massa
rocciosa, delle fratture e dei gradienti idraulici. 
    4) Valutazione geochimica. 
    E' indispensabile  un'indagine  approfondita  della  composizione
delle rocce e delle acque  sotterranee  per  valutare  la  situazione
attuale delle acque sotterranee e la loro evoluzione  potenziale  nel
tempo, la natura e l'abbondanza dei minerali presenti nella frattura,
nonche'  una  descrizione  mineralogica  quantitativa  della   roccia
ospitante. Va  valutata  anche  l'incidenza  della  variabilita'  sul
sistema geochimico. 
    5) Valutazione dell'impatto sulla biosfera 
    E' indispensabile un'indagine sulla biosfera che potrebbe  essere
interessata dal deposito sotterraneo. Vanno  svolti  anche  studi  di
base  per   determinare   il   livello   delle   sostanze   coinvolte
nell'ambiente naturale locale. 
    6) Valutazione della fase operativa 
    Per quanto riguarda la fase operativa, l'analisi deve accertare: 
      a) la stabilita' delle cavita'; 
      b) che  non  esistono  rischi  inaccettabili  che  si  crei  un
contatto tra i rifiuti e la biosfera; 
      c)  che  non  esistono  rischi  inaccettabili  per  l'esercizio
dell'impianto. 
    L'accertamento  della  sicurezza  operativa  dell'impianto   deve
comprendere un'analisi sistematica del suo esercizio, sulla  base  di
dati specifici relativi all'inventario  dei  rifiuti,  alla  gestione
dell'impianto e al programma di attivita'. Va dimostrato  che  tra  i
rifiuti e la roccia non rischiano  di  crearsi  reazioni  chimiche  o
fisiche tali da danneggiare la robustezza e la tenuta della roccia  e
da mettere a rischio il deposito stesso. Per questo motivo, oltre  ai
rifiuti non ammissibili  ai  termini  dell'articolo  6  del  presente
decreto, non e' consentito il conferimento di rifiuti  potenzialmente
soggetti alla combustione spontanea nelle  condizioni  di  stoccaggio
previste (temperatura, umidita), prodotti gassosi, rifiuti  volatili,
rifiuti provenienti dalla raccolta sotto  forma  di  miscellanea  non
identificata. 
    Vanno individuati gli eventi particolari che potrebbero portare a
una via di contatto tra i rifiuti  e  la  biosfera  durante  la  fase
operativa. I diversi  tipi  di  rischi  operativi  potenziali  devono
essere riassunti in categorie specifiche e ne devono essere  valutati
i possibili effetti,  accertando  che  non  esistono  rischi  di  una
rottura del  contenimento  dell'operazione  e  prevedendo  misure  di
emergenza. 
    7) Valutazione a lungo termine. 
    Per conseguire l'obiettivo di  uno  smaltimento  sostenibile,  la
valutazione dei rischi deve comprendere previsioni di lungo  termine.
Va accertato quindi  che  durante  la  fase  post-operativa  a  lungo
termine del deposito sotterraneo non si creeranno vie di contatto con
la biosfera. E' necessario  analizzare  quantitativamente  sul  lungo
periodo le  barriere  del  sito  di  deposito  sotterraneo  (come  la
qualita'  dei  rifiuti,  le  strutture  artificiali,  le   opere   di
consolidamento  e  di  sigillatura   di   pozzi   e   forature),   le
caratteristiche prestazionali della roccia  ospitante,  degli  strati
circostanti e del terreno di copertura e valutarle sulla base di dati
specifici del sito o di calcoli deduttivi sufficientemente  prudenti.
Va tenuto conto anche delle condizioni geochimiche  e  idrogeologiche
come la  circolazione  delle  acque  sotterranee,  l'efficacia  delle
barriere,  l'attenuazione  naturale  e  il  percolato   dei   rifiuti
depositati. 
    La sicurezza a lungo termine  di  un  deposito  sotterraneo  deve
essere accertata attraverso un esame che  comprenda  una  descrizione
della situazione iniziale in un  momento  specifico  (ad  esempio  il
momento della  chiusura)  seguita  da  una  previsione  dei  maggiori
cambiamenti previsti nel tempo geologico. Vanno  infine  valutate  le
conseguenze  del  rilascio  delle  sostanze  coinvolte  dal  deposito
sotterraneo, in base a scenari previsionali diversi che tengano conto
della possibile evoluzione a  lungo  termine  della  biosfera,  della
geosfera e del deposito sotterraneo. Nel valutare i rischi legati  ai
rifiuti  a  lungo  termine  non  e'  necessario  tenere   conto   dei
contenitori e del rivestimento  delle  cavita'  per  la  loro  durata
limitata. 
    8)  Valutazione  di  impatto  degli  impianti  di   raccolta   di
superficie. 
    Anche quando  sono  destinati  allo  smaltimento  sotterraneo,  i
rifiuti portati al sito vengono  scaricati,  sottoposti  a  prove  ed
eventualmente  stoccati  in  superficie  prima  di   raggiungere   la
destinazione  finale.  Gli  impianti  di   raccolta   devono   essere
progettati e gestiti in maniera da evitare danni alla salute umana  e
all'ambiente locale e da rispettare gli stessi requisiti previsti per
gli altri impianti di raccolta dei rifiuti. 
    9) Valutazione degli altri rischi. 
    Ai fini della protezione dei lavoratori, i rifiuti possono essere
stoccati in un deposito sotterraneo solo se rigorosamente isolati  da
attivita' minerarie.  Non  sono  ammessi  rifiuti  che  contengono  o
possono produrre sostanze pericolose per la  salute  umana,  come  ad
esempio germi patogeni di malattie contagiose. 
    3.2.  Considerazioni  supplementari  in  materia  di  miniere  di
salgemma 
    3.2.1. Importanza della barriera geologica. 
    Per quanto riguarda i principi di sicurezza  per  le  miniere  di
salgemma, la roccia che circonda i rifiuti riveste un duplice  ruolo:
roccia  ospitante  in  cui  sono  incapsulati   i   rifiuti,   strati
soprastanti e  sottostanti  di  rocce  impermeabili  (ad  esempio  di
anidrite) che costituiscono una barriera geologica che impedisce alle
acque sotterranee di penetrare nella discarica  e  che  impedisce  ai
liquidi e ai gas di filtrare all'esterno  dell'area  di  smaltimento.
Nei punti in cui tale barriera geologica e' attraversata da  pozzi  e
perforazioni  e'  necessario  provvedere  a  sigillarli  durante   le
operazioni per prevenire la penetrazione di  acqua  e  poi  chiuderli
ermeticamente  dopo  la  cessazione  delle  attivita'  del   deposito
sotterraneo. Se l'estrazione dei minerali continua oltre  il  periodo
di attivita' della discarica, dopo la cessazione delle  attivita'  di
questa e' indispensabile sigillare l'area di smaltimento con una diga
impermeabile all'acqua, progettata calcolando la pressione  idraulica
operativa a tale profondita', in maniera  che  l'acqua  che  potrebbe
filtrare  nella  miniera  ancora  in  funzione  non  possa   comunque
penetrare nell'area di smaltimento, nelle miniere di salgemma il sale
e' considerato una barriera di contenimento totale. I rifiuti entrano
quindi in contatto con la biosfera solo  nel  caso  si  verifichi  un
incidente o per effetto di un evento geologico a lungo  termine  come
il movimento terrestre o l'erosione  (per  esempio  nel  caso  di  un
aumento del  livello  del  mare).  Non  esistono  probabilita'  molto
elevate che i rifiuti subiscano alterazioni nelle condizioni previste
per lo stoccaggio, ma  occorre  tenere  conto  delle  conseguenze  di
possibili eventi sfavorevoli. 
    3.2.2. Valutazione a lungo termine. 
    La sicurezza a lungo termine di un deposito  sotterraneo  situato
in uno  strato  roccioso  di  salgemma  va  accertata  principalmente
designando la roccia salina come barriera. La roccia salina  risponde
al requisito di impermeabilita' ai gas e ai liquidi  e,  grazie  alla
sua natura convergente, e' in grado di incapsulare  i  rifiuti  e  di
isolarli completamente al termine del processo di trasformazione.  La
natura convergente della roccia salina non e' quindi in contrasto con
la necessita' di disporre di cavita' stabili nella fase operativa. La
stabilita' e'  un  fattore  importante  per  garantire  la  sicurezza
operativa e mantenere l'integrita'  della  barriera  geologica  senza
limitazioni di tempo, assicurando cosi' la protezione della biosfera.
I rifiuti devono essere mantenuti in isolamento  permanente  rispetto
alla biosfera. Il cedimento controllato del terreno  di  copertura  o
altri difetti prevedibili a lungo termine sono accettabili solo se e'
possibile  dimostrare   che   potranno   verificarsi   esclusivamente
trasformazioni diverse dalla rottura, che rimarra'  comunque  integra
la barriera geologica e che non si formeranno  vie  di  contatto  tra
l'acqua e i rifiuti o i rifiuti e la biosfera. 
    3.3. Considerazioni supplementari  con  riferimento  alla  roccia
dura. 
    Per stoccaggio in profondita' nella roccia  dura  si  intende  lo
stoccaggio sotterraneo a una profondita' di  parecchie  centinaia  di
metri; la  roccia  dura  puo'  essere  costituita  da  diverse  rocce
magmatiche  come  il  granito  o  il  gneiss,  ma  anche   da   rocce
sedimentarie come il calcare o l'arenaria. 
    A tale scopo ci si puo' servire di una miniera non piu' sfruttata
per le attivita' estrattive o di un impianto di stoccaggio nuovo. 
    3.3.1. Principi di sicurezza. 
    Nel caso di stoccaggio nella roccia  dura  non  e'  possibile  il
contenimento totale e quindi e' necessario costruire una struttura di
deposito sotterraneo atta a far si' che l'attenuazione naturale degli
strati  circostanti  riduca  gli  effetti  degli  agenti   inquinanti
impedendo  cosi'  effetti  negativi   irreversibili   nei   confronti
dell'ambiente. Sara' quindi la capacita' dell'ambiente circostante di
attenuare  e  degradare   gli   agenti   inquinanti   a   determinare
l'accettabilita' di una fuga da una struttura di questo tipo. 
    Le  prestazioni  del  sistema  di  stoccaggio  sotterraneo  vanno
valutate in maniera globale, tenendo conto del funzionamento coerente
delle  diverse  componenti  del  sistema.  Nel  caso  di   stoccaggio
sotterraneo nella roccia dura, il deposito deve essere situato al  di
sotto della falda acquifera per  prevenire  il  deterioramento  delle
acque sotterranee. Lo stoccaggio nella roccia  dura  deve  rispettare
tale requisito, impedendo che qualunque fuga di  sostanze  pericolose
dal deposito raggiunga la biosfera -  e  in  particolare  gli  strati
superiori della falda acquifera a contatto con essa - in quantita'  o
concentrazioni tali da provocare effetti nocivi. E' necessario quindi
valutare l'afflusso delle acque verso e nella  biosfera  e  l'impatto
della variabilita' sul sistema idrogeologico. 
    Il deterioramento a lungo termine dei rifiuti, dell'imballaggio e
delle strutture artificiali puo' portare alla formazione di  gas  nel
deposito sotterraneo nella roccia dura. Occorre quindi  tenere  conto
di tale  fattore  nel  progettare  le  strutture  per  lo  stoccaggio
sotterraneo di questo tipo. 
    3.-bis. Stoccaggio temporaneo di mercurio metallico. 
    Ai fini dello stoccaggio temporaneo  di  mercurio  metallico  per
piu' di un anno si applicano i seguenti requisiti: 
      1. Il mercurio metallico e' stoccato separatamente dagli  altri
rifiuti e rispetta  le  seguenti  specifiche:  assenza  di  impurita'
suscettibili  di  corrodere  l'acciaio  al   carbonio   o   l'acciaio
inossidabile (per esempio: soluzione di acido nitrico,  soluzioni  di
cloruri). 
      2.  I  serbatoi   sono   stoccati   in   bacini   di   raccolta
opportunamente rivestiti, in modo da essere privi di crepe o  fessure
e resi impermeabili al mercurio metallico, con un volume  adeguato  a
contenere la quantita' di mercurio stoccato.  I  serbatoi  utilizzati
per lo stoccaggio del mercurio  metallico  devono  essere  resistenti
alla corrosione e agli urti. Le saldature sono pertanto  da  evitare.
In  particolare,  i  serbatoi  rispettano  le  seguenti   specifiche:
materiale del serbatoio: acciaio al carbonio (minimo di Astm  A36)  o
acciaio inossidabile (Aisi 304,  316L);  i  serbatoi  sono  a  tenuta
stagna per gas e  liquidi;  le  pareti  esterne  del  serbatoio  sono
resistenti alle condizioni di stoccaggio; il prototipo del  serbatoio
supera positivamente le prove di caduta e di tenuta stagna  descritte
ai capitoli 6.1.5.3 e 6.1.5.4  delle  Raccomandazioni  delle  Nazioni
Unite sul trasporto di merci pericolose, Manuale delle  prove  e  dei
criteri. Al fine di  disporre  di  uno  spazio  vuoto  sufficiente  e
garantire  pertanto  che  non  occorrano   perdite   o   deformazioni
permanenti del serbatoio in caso di dilatazione del  liquido  causata
dall'alta temperatura, il livello di riempimento  del  serbatoio  non
supera l'80 % del suo volume. 
      3. Procedure di ammissione: sono ammessi  soltanto  i  serbatoi
provvisti di certificato di conformita' dei  requisiti  definiti  nel
presente punto. Le procedure di ammissione rispettano  quanto  segue:
e' ammesso soltanto il mercurio metallico  rispondente  ai  requisiti
minimi di ammissibilita' sopra definiti; i serbatoi sono sottoposti a
ispezione visiva prima dello stoccaggio. Non  sono  ammessi  serbatoi
danneggiati, a tenuta insufficiente o corrosi; i serbatoi  recano  un
timbro indelebile (apposto  mediante  punzonatura)  che  menzioni  il
numero di identificazione del serbatoio, il materiale di costruzione,
il suo peso a vuoto, il  riferimento  al  produttore  e  la  data  di
costruzione; i serbatoi sono muniti di una targhetta, fissata in modo
permanente, che riporti il numero di identificazione del certificato. 
      4. Certificato Il certificato indicato al  precedente  punto  3
riporta quanto segue: nome e indirizzo del  produttore  dei  rifiuti;
nome e indirizzo del responsabile del riempimento; data e  luogo  del
riempimento; quantita' del mercurio; grado di purezza del mercurio e,
se pertinente, una descrizione delle eventuali impurita', incluso  il
bollettino d'analisi; conferma che i serbatoi sono  stati  utilizzati
esclusivamente per il trasporto e/o lo stoccaggio di mercurio; numero
di identificazione dei serbatoi; eventuali osservazioni  particolari.
I certificati sono rilasciati dal produttore dei rifiuti  o,  qualora
non sia possibile, dalla persona responsabile della loro gestione. 
      5. Il sito di stoccaggio e' provvisto di barriere artificiali o
naturali atte a proteggere l'ambiente da emissioni di  mercurio,  con
un volume adeguato a  contenere  la  quantita'  totale  del  mercurio
stoccato. 
      6. Il suolo del sito di stoccaggio e' rivestito  con  materiali
impermeabilizzanti resistenti al mercurio.  E'  prevista  un'apposita
pendenza con pozzetto di raccolta. 
      7.  Il  sito  di  stoccaggio  e'  provvisto   di   un   sistema
antincendio. 
      8. Lo stoccaggio e' organizzato in modo da garantire che  tutti
i serbatoi siano agevolmente localizzabili.