(Allegato-art. 5)
                               Art. 5. 
 
                        Metodo di ottenimento 
 
    Le condizioni ed i sistemi  di  coltivazione  utilizzati  per  la
produzione della  «Ciliegia  di  Bracigliano»  I.G.P.  devono  essere
quelli tradizionali della zona  e,  comunque,  atti  a  conferire  al
prodotto che ne deriva, le specifiche caratteristiche qualitative  di
cui all'art. 2. 
    I sesti e le distanze di piantagione, le forme di allevamento e i
sistemi di potatura  e  di  raccolta  devono  essere  quelli  in  uso
tradizionale nella zona, del tipo  a  volume  o  a  parete,  con  una
densita' d'impianto per  ettaro  compresa  tra seicento  ed ottocento
piante. Negli impianti  di  cui  sopra  e'  ammessa  la  presenza  di
varieta' diverse da quelle  riportate  nell'art.  2,  ai  fini  della
idonea impollinazione, nella misura massima del 15% delle piante. Gli
impollinatori non concorrono alla produzione della I.G.P. 
    La produzione unitaria massima di  frutti  ammessa  a  tutela  e'
fissata in 25 tonnellate ad ettaro di coltura specializzata. 
    Fermo restando il limite massimo  sopra  indicato,  la  resa  per
ettaro dell'impianto in coltura promiscua dovra' essere calcolata  in
rapporto alla superficie effettivamente investita.  Anche  in  annate
eccezionalmente favorevoli,  la  resa  per  ettaro  di  ciliegie  che
utilizzano la denominazione «Ciliegia di Bracigliano»  I.G.P.  dovra'
essere riportata a detto limite  produttivo,  attraverso  un'accurata
cernita dei frutti  che  assicuri  la  rispondenza  del  prodotto  ai
requisiti qualitativi di cui all'art. 2. 
    Per quanto riguarda gli impianti produttivi, la tecnica colturale
da adottare, fatta salva la tecnica d'impianto che riguarda i  lavori
preparatori,  i  lavori  complementari  e  la  concimazione,  e'   la
seguente: 
      cultivar: la scelta per  i  nuovi  impianti  e  per  quelli  da
infittire va effettuata, in ogni caso, tra quelle elencate  nell'art.
2; 
      portainnesti: sono ammessi tutti i portainnesti idonei  per  il
ciliegio dolce,  in  relazione  alle  caratteristiche  pedoclimatiche
dell'area e delle cultivar elencate nell'art. 2; 
      innesti: possono essere effettuati a «marza» (a triangolo  e  a
spacco in fase di dormienza, a corona in fase  vegetativa)  oppure  a
«gemma» nel periodo vegetativo; 
      materiale di propagazione: deve rispondere alle caratteristiche
varietali di  cui  all'art.  2  ed  essere  conforme  alle  normative
nazionali e comunitarie; 
      sistemi e distanze di piantagione: sono ammessi tutti  i  sesti
di   impianto,   purche'   siano    garantiti    l'illuminazione    e
l'arieggiamento delle chiome nella fase produttiva delle piante; 
      concimazione: il piano di concimazione prevede che gli elementi
da apportare devono  essere  finalizzati  al  raggiungimento  e/o  al
mantenimento di un sufficiente livello di  fertilita'  dei  suoli  in
ragione  delle  asportazioni  della  coltura  e  delle  perdite   per
immobilizzazione e lisciviazione; 
      potatura e  forma  di  allevamento:  e'  prevista  l'esecuzione
annuale di  potatura  al  bruno  per  assicurare  una  produzione  di
qualita' costante negli anni; le piante devono  essere  mantenute  in
buona  efficienza  vegetativa  e  produttiva   anche   ricorrendo   a
interventi straordinari  di  riforma  volti  ad  eliminare  le  parti
legnose deperite e non piu' funzionali; 
      gestione del suolo: sono ammesse tutte le tecniche tradizionali
di   gestione   del   suolo;   ove   consentito   dalle    condizioni
pedoclimatiche,  dalla  disponibilita'  di  acqua  irrigua  e   dalla
tipologia di  impianto,  e'  adottata  la  tecnica  dell'inerbimento,
temporaneo o permanente, parziale o totale, con  conseguente  sfalcio
periodico della cotica erbosa; 
      irrigazione:  sono  da  ritenere  validi  tutti  i  metodi   di
distribuzione dell'acqua. 
    L'utilizzo   di   regolatori   di   crescita   per   l'incremento
dell'allegagione e del calibro dei frutti e prevenzione dello  spacco
e' ammesso nei termini previsti dalla normativa vigente.  E'  ammessa
la copertura dei fruttiferi con teli di  plastica  per  prevenire  il
cracking indotto dalle piogge. 
    Raccolta: deve essere effettuata a mano;  essa  ha  inizio  nella
prima decade di maggio di ogni anno e termina entro la  terza  decade
di luglio. Le ciliegie devono essere raccolte  a  mano  provviste  di
peduncolo. 
    Operazioni post - raccolta: le  ciliegie  vanno  commercializzate
entro le 48 ore dalla raccolta; trascorso tale termine devono  essere
conservate  in  locali  refrigerati/umidificati.   Gia'   in   ambito
aziendale deve essere eseguita la cernita per eliminare i  frutti  di
scarto e con pezzatura insufficiente. 
    Conservazione:   E'   ammesso   il   ricorso   a   tecniche    di
frigo-conservazione in celle  frigorifere,  evitando  di  scendere  a
temperature inferiori a -0,5 °C e di  superare  il  90%  di  umidita'
relativa. Il tempo massimo per la frigo-conservazione dei  frutti  e'
di quattro settimane.