Art. 6. Legame con l'ambiente La «Ciliegia di Bracigliano» si caratterizza per una forte reputazione, la sua produzione svolge infatti da decenni un ruolo di rilievo nell'economia locale: nel Salernitano, negli anni '50, si produceva un terzo delle ciliegie della Campania, che era, all'epoca, di gran lunga la prima regione cerasicola italiana. Nell'ambito del territorio di produzione, il ciliegio trova infatti le migliori condizioni per l'ottimale vegetazione della pianta e il regolare sviluppo dei frutti. L'orografia e' prevalentemente collinare. Dal punto di vista climatico, le aree di coltivazione sono caratterizzate da primavere precoci ed estati calde con temperature massime che oscillano tra 25 e 28° C. In inverno, le temperature raramente scendono al di sotto degli 0° C. Le precipitazioni medie si aggirano attorno ai 1000 mm annui, con distribuzione prevalente tra l'autunno e l'inizio primavera, comunque tali da soddisfare buona parte del fabbisogno idrico della coltura. I terreni sono prevalentemente di origine alluvionale o colluviale, con presenza, spesso, di materiale piroclastico. Essi si presentano, per lo piu', sciolti, permeabili, mediamente profondi, con buona capacita' drenante e di ritenzione idrica, con valori del pH compressi tra 6,5 e 7,2. I suoli dominanti nell'area presentano di norma potenza del substrato sufficiente, in relazione alle esigenze degli apparati radicali di Prunusavium, facilita' di lavorazione, permeabilita' elevata e discreta capacita' di campo. I caratteri pedoclimatici descritti definiscono un ambiente ideale per la coltura, consentendo di ottenere il massimo della qualita' organolettica dei frutti e riducendo al minimo l'incidenza degli attacchi parassitari, che comprometterebbero la commerciabilita' dei frutti. Del resto, il radicamento col territorio e' testimoniato dalla straordinaria presenza di varieta' locali, quali sono tutte quelle riportate all'art. 2 del presente disciplinare, le quali, essendo diffuse esclusivamente in questo ambito, rappresentano una sorta di' endemismo. Nel comprensorio della Valle dell'Irno, il vigneto, che un tempo costituiva la coltura prevalente, e' stato, fin dalla meta' del secolo scorso, rimpiazzato quasi totalmente dal ciliegio. Questa drupacea, sebbene presente per lo piu' in coltura promiscua, consociata con orto o altre specie frutticole, ha fornito da decenni una base per il reddito delle comunita' rurali del comprensorio, tanto da determinare, cosa tutt'altro che usuale in questo contesto, la nascita di svariate imprese commerciali dedite alla produzione ed alla commercializzazione dei prodotti, come testimoniano i diversi documenti fiscali e commerciali reperiti. La coltivazione della Ciliegia di Bracigliano ha consentito lo sviluppo di un indotto commerciale nel settore produttivo. I dati piu' recenti riportano sul territorio la presenza di circa 500 aziende agricole ed alcune aziende di commercializzazione. La «Ciliegia di Bracigliano» proviene da un territorio tradizionalmente vocato alla produzione delle ciliegie e le conoscenze tecniche acquisite nel corso dei secoli dai produttori, (con particolare riguardo ad un'imponente opera di salvaguardia delle biodiversita' genetiche) adattate alle condizioni locali, hanno contribuito a farne un prodotto di qualita' riconosciuta. La presenza del ciliegio quale elemento caratterizzante l'agricoltura e l'economia del territorio e' testimoniato da diverse fonti, principalmente atti notarili, gia' a partire dal 1556 (Protocolli notarili - Bracigliano, notaio Salvatore Grimaldi, Buste 472 e 477, Protocolli notarili - Bracigliano, notaio Gaetano De Caro, Busta 487) Nei documenti si attesta l'importanza che rivestiva il raccolto delle Ciliegie a Bracigliano. Nel 1714, il notaio Matteo Milone (Archivio di Stato di Salerno, Protocolli notarili - Bracigliano, Busta 495), attesta indiscutibilmente la coltivazione intensiva del ciliegio a Bracigliano. In anni piu' recenti, la reputazione della «Ciliegia di Bracigliano» e' dimostrata da tutta una serie di materiale, pubblicitario, storico, video, cartaceo. Nell'opera del Padre Francescano Teofilo M. Giordano, dal titolo «Storia di Bracigliano» (Arti Grafiche Emilio Di Mauro di Cava de' Tirreni 1980); l'autore, nella parte in cui si sofferma sull'economia locale, fa un chiaro riferimento alla diffusione da diversi decenni della Ciliegia di Bracigliano e cita molte delle varieta' comprese nel presente disciplinare; di esse testimonia il pregio nonche' la domanda da parte del mercato, fino all'esportazione delle stesse, come dimostrato dalla presenza del nome Ciliegia di Bracigliano nelle fatture commerciali. La cerasicoltura appare quindi una realta' consolidata nel territorio, con ampie coltivazioni in grado di fornire importanti redditi agricoli. L'importanza economica e culturale della Ciliegia di Bracigliano per il territorio che storicamente la produce e' stata testimoniata nel corso degli anni da numerose edizioni di fiere e di sagre, come ad esempio la Festa della Ciliegia di Bracigliano che si svolge annualmente dal 1999 e la parallela manifestazione che si svolge a Siano a partire dal 1997. L'Associazione nazionale «Citta' delle Ciliegie», svolge ogni anno la sua Festa nazionale «Citta' delle Ciliegie» in localita' caratterizzate da produzioni cerasicole di eccellenza. A riconoscimento dell'alto valore qualitativo della Ciliegia di Bracigliano, la quinta Festa nazionale si e' svolta appunto a Bracigliano dal 18 al 21 giugno 2009. Piu' volte la Ciliegia di Bracigliano ha riportato lusinghieri successi in competizioni specialistiche nazionali. Basti citare che nel 2011 questo prodotto ha ottenuto dall'A.M.D.M.I. (Associazione dei direttori di mercati ortofrutticoli all'ingrosso) la denominazione di «Migliore Ciliegia d'Italia». L'area di produzione della Ciliegia di Bracigliano, e' ancora oggi, considerata il «Paese delle ciliegie», da sempre questi territori sono stati vocati a questo frutto, legando in modo indissolubile i luoghi con la ciliegia. La Ciliegia di Bracigliano compare come ingrediente base di molte ricette, di essa trattano siti specializzati come Top Food Italy o Torte e dintorni ed e' ben conosciuta tra gli chef affermati come Sal De Riso, noto per la sua maestria nel settore dolciario che sui canali social racconta della Ciliegia di Bracigliano (https://www.youtube.com/watch?v=C3_QDMAtjEs), Rocco Iannone o altri emergenti che la utilizzano nelle loro creazioni. La reputazione della Ciliegia di Bracigliano e' confermata, inoltre, da numerosi articoli di specialisti (basti citare il giornalista gastronomo Luciano Pignataro (https://www.lucianopignataro.it/a/la-stagione-delle-ciliegie-a-braci gliano/90505/) o l'imprenditore Antonio Amato (https://www.antonioamato.it/diari-salernitani/la-ciliegia-di-bracigl iano-oro-rosso-della-nostra-terra) e dagli oltre 25.000 risultati ottenuti inserendo «Ciliegia di Bracigliano» sul motore di ricerca Google, fra cui i siti Campania Terra Laboris, Irno notizie, che ne riconoscono l'unicita' legata al territorio di produzione. La Ciliegia di Bracigliano e' impiegata in pasticceria, per l'elaborazione di dolci tipici; basti citare la «Zizzinella» del Maestro pasticciere G. Palumbo a base di ricotta di bufala, nocciole e Ciliegia di Bracigliano sotto spirito (Annamaria Parlato, Enogastronomia Bracigliano, 23 maggio 2020 https://www.irno24.it/la-34spernocchia34-di-bracigliano-e-il-dolce-om aggio-alla-ciliegia-di-giuseppe-palumbo).