(Allegato-art. 5)
 
                               Art. 5. 
                        Metodo di ottenimento 
 
    Le condizioni ed il sistema di produzione del «Pomodoro Pelato di
Napoli» devono essere quelli tradizionali dell'area di produzione  e,
comunque, atte a conferire al prodotto che ne  deriva  le  specifiche
caratteristiche qualitative di cui all'art. 2. 
    La trasformazione ed il confezionamento dovranno avvenire dal  20
luglio al 30 settembre di ciascun anno. 
 
1 - Accettazione materia prima. 
    Il pomodoro raccolto, all'arrivo nello stabilimento, deve  essere
sottoposto, da parte del trasformatore, a  un  controllo  qualitativo
che accerti la rispondenza ai seguenti requisiti: 
      a) coltivato seguendo i  metodi  di  produzione  integrata  e/o
biologica; 
      b) forma allungata, con un rapporto tra gli assi,  maggiore  di
1,5 +- 10%. E' ammessa la presenza di frutti con diverso rapporto tra
gli assi, ma sempre allungati, purche' non interessino  piu'  del  5%
della partita; 
      c) lunghezza variabile da 50 a 80 mm. E' ammessa la presenza di
frutti con diverse  dimensioni,  ma  sempre  allungati,  purche'  non
interessino piu' del 5% della partita. 
 
2 - Stoccaggio materia prima. 
    Al fine di mantenere inalterate le caratteristiche organolettiche
del  pomodoro  fresco  verificato  e  risultato  idoneo   ad   essere
trasformato, la lavorazione  deve  avvenire  entro  ventiquattro  ore
dallo stoccaggio nei piazzali dello stabilimento. 
 
3 - Svuotamento contenitori. 
    Il pomodoro deve  essere  ribaltato,  anche  attraverso  appositi
macchinari, in vasche defangatrici, colme d'acqua idonea  al  consumo
umano, nelle quali avviene la separazione dei materiali inerti  dalla
materia prima. 
    Successivamente  le  bacche  vengono  avviate  agli  impianti  di
lavaggio, dando inizio al processo di trasformazione. 
 
4 - Lavaggio. 
    Il lavaggio del prodotto deve avvenire con acqua corrente  idonea
al consumo umano. 
 
5 - Precernita. 
    Dopo il lavaggio, la  materia  prima  deve  essere  sottoposta  a
precernita dove, manualmente, vengono rimossi gli ultimi,  eventuali,
residui vegetali (rami, foglie etc...), nonche' le bacche  fortemente
danneggiate (marce e necrotiche). 
    Inoltre, manualmente o con selezionatrici meccaniche, si  procede
alla  rimozione  dei  pomodori  verdi  e  gialli  non   idonei   alla
trasformazione. 
 
6 - Pelatura. 
    Il  pomodoro,  che  ha  superato  la  precernita,   deve   essere
sottoposto  a  pelatura  attraverso  macchine  pelatrici,   dove   si
favorisce il distacco dell'epicarpo (buccia) dal  mesocarpo  (polpa).
All'uscita dalla pelatrice le bacche devono attraversare le  macchine
«separapelli»  che  rimuovono  le  pelli   rimaste   penzolanti   sul
mesocarpo. Non viene esclusa la possibilita' di pelatura manuale. 
 
7 -  Cernita. 
    I pomodori, dopo  essere  passati  attraverso  le  selezionatrici
meccaniche, vengono  fatti  scorrere  su  nastri  trasportatori  dove
avviene la  cernita  manuale  delle  bacche  da  parte  di  operatori
altamente specializzati: mentre quelle verdi, non intere e di  colore
non rosso e con difettosita' vengono scartate, le restanti  procedono
verso l'inscatolamento. 
    Nello specifico, le bacche  procedono  su  un  piano/tappeto,  di
larghezza di circa 80 cm, che avanza ruotando su stesso fra due  file
di operatori. 
    Generalmente  a  ciascun   addetto   vengono   affidati   compiti
specifici:  all'inizio  del  tappeto  vengono  tolte  le  bacche  non
perfettamente rosse, al centro quelle non intere  e/o  con  eventuali
macchie necrotiche, infine, nella  parte  terminale  si  liberano  le
bacche di possibili particelle di pelli rimaste  adese.  Il  prodotto
scartato viene posto e allontanato in un raccoglitore sottostante  il
tappeto di cernita. 
    Nella fase di cernita e' indispensabile un  adeguato  sistema  di
illuminazione ed un frequente avvicendamento del  personale  addetto,
perche' l'operazione affatica notevolmente la vista e rischia di  far
perdere la necessaria attenzione. 
 
8 -  Riempimento. 
    Dopo la cernita, il pomodoro, cosi' selezionato, passa alla  fase
di riempimento. Tale attivita' puo' essere svolta sia a mano che  con
l'ausilio di macchine riempitrici a  dosaggio  volumetrico.  La  fase
finale, detta «apparatura» deve essere fatta manualmente  e  serve  a
garantire  al  consumatore  un  numero  di  bacche  che  assicuri  la
quantita' di peso sgocciolato previsto (non inferiore al 63% del peso
netto). 
 
9 -  Colmatura e chiusura contenitori. 
    Ai contenitori gia' riempiti di bacche,  si  deve  aggiungere  il
succo di pomodoro. In  questa  fase  e'  consentita,  se  necessaria,
l'aggiunta, come correttore  di  acidita',  esclusivamente  di  acido
citrico (E 330). 
    E' possibile aromatizzare il prodotto con  l'aggiunta  di  almeno
una foglia basilico. 
    Per la produzione di succo puo' essere impiegato sia pomodoro  il
pomodoro fresco di tipologia allungata o prismatica  sia  quello  non
perfettamente intero o di colore rosso meno intenso proveniente dalla
cernita delle bacche destinate al riempimento. 
    La preparazione del succo inizia con la triturazione delle bacche
che, una volta frantumate piu'  o  meno  finemente,  raggiungono  uno
scambiatore di calore o scottatrice. 
    Nella scottatrice il prodotto sminuzzato viene  sottoposto  a  un
riscaldamento a temperatura compresa tra i 60°-75°, che ha  lo  scopo
di agevolare il  distacco  della  buccia  nella  successiva  fase  di
raffinazione. 
    La   poltiglia   derivante   viene   inviata   all'impianto    di
passatura/raffinazione  dove   subisce   una   omogeneizzazione   con
allontanamento delle bucce e  dei  semi.  Il  succo  derivante  dalla
raffinazione  viene  raccolto  in  un   serbatoio   ed   inviato   al
concentratore dove avviene la concentrazione per  evaporazione  della
componente  acquosa.  Il  prodotto  ottenuto  e'  pronto  per  essere
aggiunto alla porzione solida del pelato (liquido di governo). 
    Il succo concentrato, prima di essere immesso nelle scatole, deve
essere riscaldato a 88°-94° in modo da creare, una volta raggiunto il
contenitore, il necessario vuoto che assicura un'idonea conservazione
del prodotto. 
    Completata tale operazione, i contenitori devono essere chiusi in
modo da garantirne l'assoluta ermeticita'. 
 
10 -  Pastorizzazione. 
    Dopo la chiusura dei contenitori, il prodotto finito deve  essere
sottoposto al trattamento di pastorizzazione, che gli  conferisce  la
stabilizzazione microbiologica ed enzimatica. 
    Le condizioni del trattamento varieranno in funzione del formato,
delle caratteristiche del prodotto e del tipo di impianto. 
 
11 -  Raffreddamento. 
    Dopo il trattamento di pastorizzazione, le scatole, ancora calde,
vengono sottoposte a raffreddamento utilizzando acqua  a  temperatura
inferiore a 30° sanificata con cloro la cui concentrazione  non  deve
essere superiore a 1 p.p.m.