(Allegato-Allegato)
                                                             Allegato 
 
                   Al Presidente della Repubblica 
 
    Nel Comune di Guardavalle (Catanzaro), i cui organi elettivi sono
stati rinnovati nelle  consultazioni  amministrative  del  10  giugno
2018, sono state  riscontrate  forme  di  ingerenza  da  parte  della
criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e
l'imparzialita' dell'amministrazione nonche' il buon andamento ed  il
funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine  e  della
sicurezza pubblica. 
    A seguito di un servizio  giornalistico  che  ha  enfatizzato  la
presenza nel Comune di Guardavalle di una nota  cosca  mafiosa  e  in
considerazione delle numerose indagini giudiziarie sulla criminalita'
organizzata calabrese che hanno riguardato anche quel territorio,  il
prefetto di Catanzaro ha disposto, per gli accertamenti di rito,  con
decreto del 24 settembre 2020, l'accesso presso il  suddetto  comune,
ai sensi dell'art. 143, comma 2, del decreto  legislativo  18  agosto
2000, n. 267. 
    Al termine dell'indagine  ispettiva,  la  commissione  incaricata
dell'accesso  ha  depositato  le  proprie   conclusioni   sulle   cui
risultanze il prefetto di Catanzaro,  sentito  nella  seduta  del  12
gennaio 2021 il Comitato provinciale  per  l'ordine  e  le  sicurezza
pubblica, integrato  con  la  partecipazione  del  Procuratore  della
Repubblica di  Catanzaro,  ha  trasmesso  l'allegata  relazione,  che
costituisce parte integrante della presente proposta, in cui  si  da'
atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti  elementi  su
collegamenti diretti e indiretti degli amministratori locali  con  la
criminalita'  organizzata   di   tipo   mafioso   e   su   forme   di
condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto,  i  presupposti
per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto
legislativo n. 267/2000. 
    Le numerose indagini giudiziarie e le conseguenti  operazioni  di
polizia susseguitesi dagli anni '70 hanno acclarato l'attiva presenza
nel versante ionico tra le Province di Catanzaro  e  Reggio  Calabria
della cosca di 'ndrangheta denominata  «Gallace»,  le  cui  attivita'
criminali relative al traffico di armi e di droga e  alle  estorsioni
hanno da tempo travalicato  gli  ambiti  locali,  interessando  altre
regioni italiane come attestano i procedimenti giudiziari tenutisi in
Calabria e nel Lazio. 
    Nella relazione prefettizia viene evidenziata la notizia - emersa
a  seguito  di  un  servizio  giornalistico  e  divulgata  dai  media
nazionali -  del  ritrovamento  in  uno  spazio  antistante  la  sede
municipale di Guardavalle di una statua raffigurante il santo patrono
donata dalla locale cosca mafiosa che ha collegamenti anche in  altre
regioni, nonche' all'estero.  In  tale  circostanza,  il  sindaco  ha
manifestato timori anche per la propria incolumita' e  ingiustificate
difficolta' rispetto alla  prospettiva  di  una  immediata  rimozione
dell'opera dal suolo pubblico. Tale vicenda  viene  sottolineata  dal
prefetto di Catanzaro come particolarmente significativa dello  stato
di soggezione di quell'amministrazione  comunale  e  sintomatica  del
controllo del territorio esercitato a Guardavalle dal locale  crimine
organizzato. 
    I lavori svolti  dalla  commissione  d'accesso  hanno  riguardato
principalmente la complessiva attivita' amministrativa del Comune  di
Guardavalle, prendendo in  esame  la  cornice  criminale,  il  locale
contesto ambientale ed i rapporti tra gli amministratori e l'apparato
amministrativo comunale con le locali consorterie. Gli esiti di  tali
accertamenti ispettivi, trasfusi  nella  relazione  del  prefetto  di
Catanzaro, hanno rilevato la sussistenza degli  elementi  sintomatici
di un condizionamento  mafioso  dell'ente,  evidenziando  come  l'uso
distorto della cosa pubblica si  sia  concretizzato,  nel  tempo,  in
favore di soggetti o imprese collegati direttamente od indirettamente
ad ambienti malavitosi. 
    Il quadro di insieme delineato nella relazione  prefettizia  pone
in risalto diverse criticita',  tutte  sintomatiche  di  un  evidente
sviamento  delle  attivita'  dell'ente  rispetto   al   perseguimento
dell'esclusivo  interesse  del   bene   pubblico;   in   particolare,
l'attivita' ispettiva ha  fatto  emergere  il  condizionamento  della
componente politica  e  di  quella  burocratica  dell'amministrazione
comunale, relativamente alla gestione delle gare di appalto di lavori
o di acquisti  di  beni  e  servizi  nelle  quali  vengono  segnalati
numerosi affidamenti diretti  a  societa'  di  fatto  gestite  da  un
soggetto  controindicato,  contiguo  alle  locali  cosche  criminali,
alcuni risalenti anche al primo mandato dell'attuale sindaco. Vengono
segnalati artificiosi frazionamenti delle pubbliche commesse affidate
fuori delle ordinarie procedure ad evidenza pubblica, spesso  facendo
ricorso, immotivatamente ed in  assenza  dei  prescritti  presupposti
alla «somma urgenza» anche per lavori gia'  regolarmente  contemplati
nei programmi comunali,  in  particolare  per  gli  interventi  sulla
viabilita' e le infrastrutture. 
    La commissione ha evidenziato  l'assoluta  assenza  di  controlli
preventivi da parte dell'amministrazione comunale nei confronti delle
societa'  di  fatto  gestite  dal  predetto  imprenditore,  le  quali
peraltro risultavano iscritte nell'elenco delle ditte di fiducia  cui
affidare direttamente lavori di importo inferiori ai 40.000 euro, pur
non  possedendo  nemmeno  i  requisiti  di   regolarita'   tributaria
richiesti dagli stessi regolamenti  comunali  quale  presupposto  per
l'attribuzione  di  affidamenti  da  parte  dell'ente.  La  relazione
prefettizia ha evidenziato, altresi', che tre delle societa' di fatto
gestite dal predetto soggetto controindicato, nonostante  i  ripetuti
tentativi  sull'assetto  societario  tesi  a  travisarne  l'effettivo
controllo, sono state colpite da provvedimenti interdittivi ai  sensi
della normativa antimafia emessi in data 29 aprile,  27  agosto  e  4
settembre 2020 dalla prefettura di Catanzaro. 
    Rilevanti  carenze  nelle  attivita'   istruttorie   sono   state
segnalate dalla commissione di accesso nella gestione  delle  risorse
forestali di proprieta' del Comune di Guardavalle, settore  economico
nel quale recenti indagini  giudiziarie  hanno  dimostrato  il  forte
interesse della criminalita' organizzata. 
    Riguardo al corretto utilizzo del patrimonio boschivo  dell'ente,
la commissione straordinaria ha rilevato il mancato rispetto da parte
dell'amministrazione   comunale    degli    obblighi    programmatori
specificamente richiesti in tale ambito dalla normativa regionale. La
predisposizione di una pianificazione comunale costituisce,  infatti,
il necessario presupposto per il rilascio di provvedimenti concessori
per lo sfruttamento forestale dei terreni comunali. Inoltre, e' stata
evidenziata  la  totale   assenza   di   controllo   dell'uso   delle
concessioni, peraltro attribuite  al  di  fuori  delle  procedure  di
evidenza pubblica e  senza  le  preventive  verifiche  sui  requisiti
soggettivi dei titolari, facilitando  in  tal  modo  la  pratica  del
taglio abusivo e il depauperamento della risorsa boschiva  con  grave
danno erariale per l'ente.  Inoltre,  l'inerzia  dell'amministrazione
comunale ha  favorito  il  consolidamento  di  «zone  franche»  senza
controllo,  in  cui  trovano  facile  ed   indisturbata   manovra   i
«taglialegna abusivi», su cui la  criminalita'  organizzata  esercita
una provata influenza. 
    E' al riguardo emblematico che nel corso dell'audizione  disposta
dalla commissione d'indagine il primo  cittadino  abbia  giustificato
l'assenza di controllo e di gare ad  evidenza  pubblica  nel  settore
forestale  con  l'opportunita'  di   non   modificare   gli   attuali
«equilibri»  raggiunti  tra  le  imprese   boschive   affidatarie   e
scongiurare in tal modo recrudescenze di scontri o di vere e  proprie
manifestazioni violente dei  titolari  di  queste  ultime  come  gia'
accaduto in passato; tale dichiarazione avvalora, inequivocabilmente,
l'ingerenza in tali affari  delle  locali  consorterie  e  del  forte
condizionamento esercitato dalle stesse sul Comune di Guardavalle. 
    Il prefetto di Catanzaro ha  evidenziato,  altresi',  l'interesse
economico della 'ndrangheta sulle  concessioni  demaniali,  sia  come
mezzo di sfruttamento della  risorsa  turistica  che  come  forma  di
controllo del territorio; le attivita' ispettive hanno fatto emergere
che il Comune di Guardavalle  ha  autorizzato  l'uso  temporaneo  del
demanio marittimo a due stabilimenti balneari i cui gestori  e  parte
del  personale  sono  di  fatto  soggetti  aventi  frequentazioni  od
organici alle locali consorterie mafiose, cio' ad ulteriore  conferma
della gestione opaca della cosa pubblica da parte di quell'ente  che,
nel caso di specie, ha omesso di effettuare le  prescritte  verifiche
dei requisiti soggettivi dei concessionari. 
    La relazione prefettizia evidenzia, inoltre,  che  il  comune  ha
rinunciato  all'espletamento  diretto   dei   propri   compiti,   per
rimetterli al privato concessionario.  I  servizi  balneari  mostrano
avvicendamenti societari solo formali, senza soluzione di continuita'
delle posizioni sostanziali, legate agli interessi della criminalita'
organizzata. 
    Riguardo poi alla  gestione  dei  tributi  locali,  la  relazione
prefettizia ha posto in  evidenza  l'ampia  fascia  di  evasione  che
interessa il 70 - 80% dei contribuenti IMU  e  SII  (servizio  idrico
integrato), rilevando la totale assenza da parte dell'amministrazione
di iniziative volte  a  recuperare  i  mancati  introiti;  su  questo
specifico punto, il sindaco di Guardavalle, sentito in  merito  dalla
commissione d'indagine, si limita a riferire che  la  responsabilita'
della  mancata  riscossione  deve  essere  addebitata  esclusivamente
all'ufficio tributi dell'unione dei comuni «Versante Ionico» al quale
e' stato delegato l'esercizio di tale delicata  funzione.  Lo  stesso
amministratore, in quell'occasione, mostra disinteresse rispetto alla
gravita' della perdita di risorse comunali e dei relativi effetti sul
bilancio dell'ente - tuttora esposto alle  conseguenze  del  dissesto
finanziario risalente al gennaio 2013 - limitandosi  a  rimettere  le
relative responsabilita' al predetto ufficio  intercomunale  e  senza
aggiungere altro circa  eventuali  iniziative  da  intraprendere  per
restringere l'area di evasione,  rinunciando,  comunque,  al  proprio
compito di monitorare costantemente l'efficacia del sistema fiscale. 
    Nella relazione prefettizia viene  precisato,  altresi',  che  il
responsabile del procedimento del servizio associato  risulta  essere
legato, per rapporti parentali, con un soggetto affiliato  al  locale
clan mafioso e  che  tra  i  contribuenti  morosi  vi  sono  numerosi
esponenti   della   criminalita'   organizzata,    oltreche'    della
imprenditoria locale tra i quali anche  affidatari  di  lavori  o  di
concessioni comunali. 
    L'inerzia dell'amministrazione comunale e' stata segnalata  anche
per quanto attiene l'abusivismo edilizio, le cui azioni di  contrasto
si sono limitate esclusivamente al piano formale  con  l'adozione  di
provvedimenti  di  sospensione  dei  lavori  o  di  demolizione   dei
manufatti abusivi senza che agli  stessi  sia  seguita  una  concreta
azione esecutiva. A questo riguardo,  il  prefetto  di  Catanzaro,  a
testimonianza  dell'inerzia  e  del  soggiacere  dell'amministrazione
comunale  agli  interessi  illeciti  delle  consorterie  locali,   ha
riferito di una vicenda processuale che ha  riguardato  un  esponente
del clan mafioso nei cui confronti il comune, dopo aver accertato  un
abuso  edilizio,  ha  emesso  un  provvedimento  di  demolizione  del
manufatto mai portato  ad  esecuzione.  Nessun  intervento  e'  stato
effettuato  dal  Comune  di  Guardavalle  anche  quando  il  soggetto
ingiunto ha perseverato nell'abuso ampliando ulteriormente l'immobile
in questione. 
    La  mala  gestio  della  cosa  pubblica,  lo  stato  di  assoluta
precarieta' amministrativa e  il  debole  controllo  della  legalita'
dell'azione   amministrativa,   come   analiticamente   esaminate   e
dettagliatamente riferite nella relazione del prefetto di  Catanzaro,
rilevano una serie di condizionamenti  nell'amministrazione  comunale
di  Guardavalle  volti  a   perseguire   fini   diversi   da   quelli
istituzionali che hanno determinato lo svilimento  e  la  perdita  di
credibilita' dell'istituzione locale, nonche'  il  pregiudizio  degli
interessi della collettivita', rendendo necessario l'intervento dello
Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalita'. 
    Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del
provvedimento di scioglimento del consiglio comunale  di  Guardavalle
(Catanzaro), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto
2000, n. 267. 
    In  relazione  alla  presenza  ed  all'estensione  dell'influenza
criminale,  si  rende  necessario  che  la  durata   della   gestione
commissariale sia determinata in diciotto mesi. 
 
      Roma, 19 febbraio 2021 
 
                                  Il Ministro dell'interno: Lamorgese