Art. 6. Legame con la zona geografica La richiesta di riconoscimento della denominazione «Olio Campania» si basa sulle caratteristiche di qualita' del prodotto e sulla sua reputazione. La Campania, con il 6% circa del totale della superficie nazionale olivetata e un patrimonio olivicolo di oltre 8,5 milioni di piante, si colloca al quinto posto nella graduatoria delle regioni italiane. A tali dati strutturali corrisponde una produzione media che supera di poco i 2.800.000 quintali di olive, rappresentando circa l'8% della produzione nazionale, con oscillazioni anche notevoli in relazione all'andamento climatico annuale e alle avversita' parassitarie. Sotto l'aspetto pedoclimatico, la Campania risulta fortemente vocata alla coltivazione dell'olivo, specie quando supportata da idonee pratiche colturali ed agronomiche. Le peculiari caratteristiche climatiche sono alla base della specificita' dell'IGP «Olio Campania». Infatti, le alte temperature ed i prolungati periodi di siccita' in estate inducono l'accumulo nelle olive di polifenoli, sostanze di elevato valore nutrizionale responsabili del sapore amaro e del piccante che si ritrovano nell'IGP «Olio Campania». Anche la composizione in acidi grassi e' influenzata dai fattori ambientali, oltre che genetici, conferendo un ulteriore elemento di tipicita' all'olio prodotto in Campania. Infatti, i composti volatili responsabili delle note aromatiche caratterizzanti il profilo sensoriale dell'IGP «Olio Campania», riconducibili principalmente a sentori di mandorla, carciofo e pomodoro (vedi art. 2), traggono origine dal pathway delle lipossigenasi, una catena di reazioni di ossidazione enzimatica che si verifica proprio a carico degli acidi grassi, la cui evoluzione e' fortemente influenzata dal substrato (gli acidi grassi) e dall'attivita' enzimatica. Un'ulteriore conferma della specificita' dell'olio prodotto in Campania e' fornita dalla recente ricerca di Muzzalupo I. ed altri del CREA-OFA (ex CREA-OLI), dal titolo «Genetic biodiversity of italian olives germplasm analyzed by SSR Markers», pubbicata su The Scientific World Journal del 2014, che ha studiato il profilo genico della collezione di 489 varieta' di olivo italiane. Lo studio ha evidenziato come le cultivar campane comprese nell'art. 2, si distinguano nettamente sotto il profilo genetico dalla gran parte delle varieta' oggetto di studio. Accanto ai fattori ambientali e genetici, anche quelli piu' direttamente legati all'azione dell'uomo, come le tecniche agronomiche e le tecniche estrattive hanno contribuito alla caratterizzazione dell'olio della Campania. Sin dagli anni novanta e' stata portata avanti dalla Regione e dall'Universita' Federico II di Napoli un'intensa attivita' di divulgazione delle linee guida al miglioramento della qualita' incidendo significativamente sull'ammodernamento delle strutture produttive esistenti. Tali innovazioni hanno avuto evidenti effetti sulla qualita' degli oli prodotti consentendo in particolare di realizzare oli con acidita' ≤0,4% e una buona quantita' di polifenoli. La reputazione della denominazione «Olio Campania» poggia sul legame forte, antico, tra il territorio, l'olivo, l'olio e la cultura tuttora presenti nella Regione Campania. Riferimenti e reperti storici certi fanno risalire la produzione dell'olio in Campania al VI-VII secolo a.C.. Raffaello Pecori nella sua monumentale opera «La cultura dell'olivo in Italia» (1891) riporta citazioni di Orazio e Varrone «...dai Greci di Campania e' probabile che i Latini apprendessero l'arte di coltivarlo». Plinio il Vecchio nel suo «Naturalis Historia» (78 d.C.), dell'olivo e dell'olio in Campania, ne da' una descrizione lirica: «Dal fiume Liri comincia la celebre Campania Felix..... in nessun luogo il liquore dell'ulivo e' di migliore qualita'». In questi duemila anni, le particolari e favorevoli condizioni della Campania hanno favorito il diffondersi dell'olivo in tutto il territorio regionale, divenendo cosi', oltre che importante e talvolta unica fonte di reddito per le popolazioni locali, anche presidio del territorio, che esso stesso impreziosisce con la sua immutabile presenza. Alla fine del XX secolo la produzione di olio d'oliva in Campania diventa il punto strategico piu' alto della tradizione culinaria, cardine e pilastro della dieta mediterranea. In Campania infatti, ha vissuto per oltre quaranta anni il celebre nutrizionista americano Ancel Keys, il padre della dieta mediterranea, che proprio all'olio di oliva campano attribuisce un ruolo principe, in quanto determina una riduzione del colesterolo serico migliorando la funzionalita' dell'apparato cardiocircolatorio. La reputazione dell'«Olio Campania» e' sostenuta da citazioni e documenti storici, amministrativi ed economici che comprovano e supportano la sua rinomanza. Fatture commerciali delle ditte Crom Olearia, Oleificio Rossomando, Oleificio F.lli Malandrino, Borrelli Giorgio & Figli e Fattorie Mediterranee, ed altre, dagli anni 1991 fino al 2019 riportano nella descrizione del prodotto la denominazione «Olio Campania» o «Olio extravergine d'oliva Campania». Stessa denominazione e' riportata anche sulle etichette delle bottiglie commercializzate. Anche su alcune fatture della ditta Basso Fedele & Figli del periodo 1989-2001 e sulle etichette del prodotto esportato compare la denominazione «Olio Campania» o «Kampanien» (che e' la traduzione tedesca). Ancora, la compagnia internazionale di navigazione «Flotta Lauro», con sede in Napoli, che e' stata tra le compagnie crocieristiche piu' famose al mondo, pose in commercio, sui mercati delle rotte di navigazione e utilizzo' sulle proprie navi da crociera, un olio di oliva prodotto negli oliveti di proprieta' dell'armatore, con la denominazione «Olio extra vergine della Campania». Intensa e' stata anche l'attivita' di promozione e valorizzazione realizzata nel corso dei decenni dalla Regione Campania e della sua Agenzia di sviluppo ERSAC per l'affermazione dell'olio della Campania e del suo brand, in occasione di partecipazione a fiere ed eventi internazionali e attraverso una serie di pubblicazioni promozionali distribuite in tutto il mondo. Da citare per tutte le partecipazioni al Salone internazionale dell'olio e ad altre fiere di settore con il claim «Olio di Campania, mediterraneo per vocazione» e gli opuscoli «Campania Terra dell'Olio» e «Campania e' Olio». Numerosi anche i concorsi regionali che in questi anni sono stati dedicati alla produzione di oli di qualita' della Campania. Si ricordano, per tutti, il Premio Extrabio Campania, giunto nel 2020 alla tredicesima edizione e dedicato in particolare agli oli ottenuti da agricoltura biologica, per i quali il territorio campano e' particolarmente vocato, e il piu' recente concorso ExtraCampania. Il progetto dell'IGP «Olio Campania» fu presentato al SOL 2017 a Verona, con desk espositivo e conferenza stampa, ed in altre occasioni pubbliche successive. Il blog su Facebook del comitato promotore e' attivo nel comunicare le iniziative di informazione e promozione dell'IGP «Olio Campania». Tra le piu' recenti si citano la partecipazione agli eventi internazionali «Olio Capitale» a Trieste e «Warsav Oil Festival» in Polonia nel 2019. Anche il Sole 24Ore, il piu' importante quotidiano economico italiano, ha dedicato un focus sul progetto dell'IGP «Olio Campania» con un articolo pubblicato il 21 dicembre del 2019. Le tante e significative attivita' di promozione svolte in questi anni hanno altresi' contribuito ad arricchire la platea delle adesioni al progetto da parte delle imprese del comparto, potenziando la rappresentativita' del Comitato promotore attraverso l'adesione di ben 240 tra aziende agricole, frantoi, industrie olearie, cooperative e OP del settore. Gli studi svolti presso l'Universita' degli studi Federico II di Napoli (1998-2001) e le altre iniziative sopra descritte aventi l'obiettivo di valorizzare il prodotto campano di qualita', hanno contribuito alla conoscenza e alla rinomanza del prodotto locale e della relativa denominazione, consentendo di delineare e rafforzare con maggiore precisione il profilo qualitativo dell'IGP «Olio Campania» e la sua reputazione. Ne consegue che oggi la Campania e' nota, a livello internazionale, per il suo olio extra vergine di oliva, caratterizzato da un fruttato di oliva nel quale e' sempre possibile riconoscere uno o piu' dei seguenti descrittori: mandorla, carciofo e pomodoro. Questi, unitamente alle note equilibrate di amaro e di piccante, contribuiscono a garantire l'apprezzamento e la riconoscibilita' dell'IGP «Olio Campania» presso fasce di consumatori sempre piu' esigenti in termini di qualita'.