(Allegato-Allegato)
                                                             Allegato 
 
                   Al Presidente della Repubblica 
 
    Nel Comune di Carovigno (Brindisi), i cui  organi  elettivi  sono
stati rinnovati nelle  consultazioni  amministrative  del  10  giugno
2018, sono state  riscontrate  forme  di  ingerenza  da  parte  della
criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e
l'imparzialita' dell'amministrazione nonche' il buon andamento ed  il
funzionamento dei servizi con grave pregiudizio dell'ordine  e  della
sicurezza pubblica. 
    All'esito di indagini svolte dalle forze di  polizia  nell'ambito
dell'operazione  denominata  «Reset»  incentratasi,  per   la   parte
d'interesse,  sugli  amministratori  eletti  che  hanno   evidenziato
possibili forme di  condizionamento  dell'amministrazione  locale  da
parte di un'organizzazione criminale di stampo mafioso,  il  Prefetto
di Brindisi ha disposto, per gli accertamenti di  rito,  con  decreto
del 19 giugno 2020, l'accesso presso il  suddetto  comune,  ai  sensi
dell'art. 143, comma 2, del decreto legislativo 18  agosto  2000,  n.
267. 
    Al termine dell'accesso ispettivo, la commissione  incaricata  ha
depositato le proprie conclusioni sulle cui risultanze il prefetto di
Brindisi, sentito  nella  seduta  dell'8  gennaio  2021  il  comitato
provinciale per l'ordine  e  la  sicurezza  pubblica,  integrato  per
l'occasione con la partecipazione del  procuratore  della  Repubblica
presso il tribunale di Brindisi  e  del  procuratore  aggiunto  della
direzione distrettuale antimafia di Lecce,  ha  trasmesso  l'allegata
relazione che costituisce parte integrante della  presente  proposta,
in cui si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti
elementi su collegamenti diretti  e  indiretti  degli  amministratori
locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme  di
condizionamento degli stessi, riscontrando, pertanto,  i  presupposti
per l'applicazione delle misure di cui al citato art. 143 del decreto
legislativo n. 267/2000. 
    Nel frattempo, a seguito delle dimissioni contestuali della meta'
piu' uno dei consiglieri comunali assegnati  all'ente,  il  consiglio
comunale di Carovigno e' stato sciolto  con  decreto  del  Presidente
della Repubblica in data 12 gennaio 2021, adottato ai sensi dell'art.
141, comma 1, lett. b), n. 3, del decreto legislativo 18 agosto  2000
n. 267. 
    Le numerose indagini giudiziarie e le conseguenti  operazioni  di
polizia susseguitesi dagli anni '80 hanno acclarato la presenza nella
provincia di Brindisi dell'organizzazione criminale di stampo mafioso
denominata Sacra Corona Unita, le cui diramazioni territoriali  hanno
permeato  anche  il  territorio  del  comune   di   Carovigno,   come
definitivamente acclarato anche nelle sentenze della Corte di  Assise
di Lecce emesse negli anni 1991 e 1997. 
    Tale pervasiva presenza e' stata  recentemente  confermata  dalla
suddetta operazione  di  polizia  denominata  «Reset»  ‑  da  cui  e'
scaturita un'ordinanza di  custodia  cautelare  del  Giudice  per  le
indagini preliminari presso il tribunale di Lecce,  datata  8  giugno
2020, emessa nei confronti di un esponente di un locale clan  mafioso
‑, nella quale risultano coinvolte piu' persone tra  cui  anche  l'ex
sindaco e  l'ex  presidente  del  consiglio  comunale  di  Carovigno,
entrambi indagati per i reati di concorso esterno in associazione  di
stampo mafioso, ai sensi degli articoli  110  e  416-bis  del  codice
penale. Dagli atti di indagine, per i  quali  risulta  depositata  in
data 19 novembre 2020 la richiesta di rinvio a  giudizio,  si  evince
l'esistenza di una intesa pre-elettorale  intercorsa  tra  alcuni  ex
amministratori di Carovigno e soggetti  legati  agli  ambienti  della
criminalita' organizzata. 
    Gli   esiti   investigativi   dell'operazione   «Reset»   e   gli
accertamenti ispettivi della commissione d'accesso hanno evidenziato,
in particolare, il ruolo svolto dal  predetto  sindaco  di  Carovigno
nell'accordo  pre-elettorale  del  giugno   2018   al   quale   hanno
attivamente partecipato anche il presidente  del  consiglio  comunale
nonche' altri candidati consiglieri comunali, uno  dei  quali  eletto
nelle liste  collegate  allo  stesso  sindaco.  L'intesa  ha  sancito
l'appoggio elettorale delle  locali  consorterie  mafiose,  le  quali
hanno fatto confluire  sulle  liste  elettorali  collegate  al  sopra
menzionato primo cittadino i voti da loro  direttamente  controllati,
nonche' quelli ottenuti attraverso atti di intimidazione,  minacce  e
violenze, o con il pagamento di un corrispettivo in denaro. Di fatto,
la tornata elettorale amministrativa tenutasi a Carovigno nel 2018 e'
stata contrassegnata da  un  clima  particolarmente  acceso,  facendo
registrare anche alcuni fatti di cronaca tra  i  quali  un  attentato
incendiario diretto contro un candidato consigliere comunale  di  una
lista rivale a quelle dell'ex sindaco. 
    Nella  relazione  prefettizia  viene  altresi'  sottolineato  che
l'apporto  di  voti  ottenuti  dalla  criminalita'   organizzata   di
Carovigno e' risultato decisivo per l'elezione gia'  al  primo  turno
dell'ex sindaco, il quale avendo superato la  soglia  del  50  %  dei
votanti per  soli  10  voti  ha  evitato  l'ulteriore  confronto  del
ballottaggio e il rischio di un diverso risultato. 
    Il prefetto di Brindisi ha precisato che la contropartita a  tale
intesa elettorale  e'  consistita  in  un  nuovo  e  piu'  favorevole
orientamento dell'amministrazione comunale  di  Carovigno  verso  gli
interessi delle imprese controllate dalla  criminalita'  organizzata,
in particolare di quelle che operano nel territorio  prospiciente  la
riserva  naturale  denominata  Torre  Guaceto,  le   cui   principali
attivita' sono  indirizzate  al  controllo  delle  aree  destinate  a
parcheggio di veicoli ed alla gestione dei servizi di  trasporto  dei
turisti che visitano il sito naturalistico o che affollano le  vicine
localita' balneari nel periodo estivo. 
    Piu' in particolare, le indagini giudiziarie e  il  lavoro  della
commissione d'accesso hanno disvelato i diretti contatti  intervenuti
tra soggetti  controindicati  e  il  sindaco  in  questione,  nonche'
l'impegno  preso  da  quest'ultimo   per   superare   gli   eventuali
impedimenti di  carattere  amministrativo  conseguenti  ad  una  SCIA
presentata agli uffici comunali mirante all'apertura  di  un'area  di
sosta a cielo aperto situata nella riserva  naturale;  di  fatto,  in
tale procedimento, l'ex sindaco ha consentito la prosecuzione di  una
attivita' abusiva ed illegittima come  acclarato  anche  in  sede  di
giudizio amministrativo. Inoltre, sempre al fine  di  compiacere  gli
interessi criminali, lo stesso soggetto, con il supporto tecnico  del
comandante della polizia municipale e  senza  alcun  mutamento  dello
stato dei luoghi, ha cercato di far modificare un'ordinanza dell'ANAS
i cui divieti alla circolazione viaria impedivano in  via  permanente
l'accesso dei veicoli all'area di parcheggio gestita  dalla  predetta
consorteria. 
    Il  prefetto  di  Brindisi  ha  evidenziato  come   il   predetto
amministratore  si  sia  attivamente  adoperato  per   tutelare   gli
interessi particolari della cosca mafiosa diretti al controllo e allo
sfruttamento delle attivita' turistiche di quella localita'; cio'  e'
avvenuto anche in occasione  del  rinnovo  dei  componenti  il  nuovo
consiglio di amministrazione del consorzio di gestione  dell'area  di
Torre Guaceto - organismo direttivo dell'ente in scadenza  nel  marzo
2019 - nel quale  spetta  al  Comune  di  Carovigno  di  nominare  il
relativo presidente e un  consigliere  rispetto  agli  altri  soci  -
sindaco di Brindisi e WWF  Italia  onlus  -  che  sono  rappresentati
ciascuno da un vicepresidente e un consigliere. In tale  circostanza,
risulta dalla relazione prefettizia che  l'ex  sindaco  ha  designato
membri di  propria  fiducia  al  fine  di  condizionare  dall'interno
l'indirizzo amministrativo del  predetto  consorzio  di  gestione  in
senso favorevole agli interessi di soggetti riconducibili ad ambienti
della criminalita' organizzata. A  questo  riguardo,  la  commissione
d'accesso ha rilevato che nella stagione turistica anno 2019,  subito
dopo le nomine che hanno rinnovato gli organi direttivi del  predetto
consorzio  di  gestione,  e'  stata  rilasciata  ad   una   societa',
controllata  da  un  soggetto  legato  ad  un  locale  clan  mafioso,
l'autorizzazione al trasporto (con  trenino)  dei  turisti  nell'area
della riserva naturale con il nulla osta del consorzio di gestione di
Torre  Guaceto  che,  per  l'occasione,  ha  completamente  ribaltato
l'indirizzo seguito dallo stesso ente in  precedenti  casi  analoghi.
Tale    circostanza    attesta    un    «atteggiamento»    certamente
accondiscendente  del   consorzio   verso   le   mire   di   soggetti
controindicati a gestire i servizi turistici di quella localita'. 
    Come evidenziato sempre nella relazione prefettizia, l'ex sindaco
di Carovigno ha posto in essere una serie di iniziative tutte tese  a
sviate  l'azione  amministrativa  dal  perseguimento   del   pubblico
interesse, facendo emergere dal complessivo  sviluppo  della  vicenda
riguardante la localita' di Torre Guaceto riscontri  oggettivi  sulla
permeabilita' e sul condizionamento dell'amministrazione comunale  di
Carovigno  e  del   suo   apparato   burocratico   da   parte   delle
organizzazioni mafiose presenti sul territorio. 
    Il prefetto di Brindisi, quale ulteriore elemento di giudizio sul
comportamento di favore tenuto  da  tale  sindaco  verso  determinati
soggetti  controindicati,  fa  altresi'   riferimento   all'incarico,
tuttora in  corso,  di  organizzare  eventi  nel  centro  storico  di
Carovigno conferito dallo  stesso  amministratore  ad  una  candidata
consigliera comunale sua sostenitrice,  non  eletta,  avente  stretti
legami di parentela  con  esponenti  della  criminalita'  organizzata
Questa designazione e' stata decisa senza alcun preventivo  confronto
con l'assessore  competente,  con  l'opposizione  di  un  consigliere
comunale di maggioranza che per tale vicenda ha rassegnato le proprie
dimissioni e pur  a  fronte  delle  proteste  di  varie  associazioni
cittadine le quali hanno sospeso, in attesa del chiarimento  chiesto,
alcuni eventi gia' in atto. Su  questo  specifico  punto,  i  rilievi
ispettivi della commissione hanno anche evidenziato che  subito  dopo
l'incarico ricevuto, l'interessata ha avviato, e proprio  nel  centro
storico cittadino, un'attivita' commerciale, quasi a contraddire  nei
fatti «lo spirito di liberalita' e la disinteressata  collaborazione»
con  l'amministrazione  comunale  offerta  dalla  medesima   all'atto
dell'accettazione dell'incarico ricevuto. 
    La relazione del prefetto sottolinea che tale designazione non e'
stata  certamente  sorretta  da  valutazioni  circa  le  capacita'  e
l'esperienza della persona prescelta all'organizzazione di eventi sul
territorio comunale ma essenzialmente  dettata  dalla  necessita'  di
contraccambiare  i  favori  elettorali   ricevuti,   dando   pubblica
visibilita' ad un soggetto notoriamente riconducibile  agli  ambienti
malavitosi di Carovigno. 
    Il quadro di insieme delineato dal prefetto di Brindisi ha  posto
in  risalto  diverse  altre  criticita',  tutte  sintomatiche  di  un
evidente   sviamento   delle   attivita'   dell'ente   rispetto    al
perseguimento  dell'esclusivo  interesse  del   bene   pubblico;   in
particolare, l'attivita' ispettiva svolta presso i competenti  uffici
comunali ha fatto emergere la grave carenza dei controlli antimafia e
delle verifiche delle dichiarazioni sostitutive presentate  ai  sensi
del decreto  legislativo  158/2011;  infatti,  a  fronte  di  n.  790
pratiche di SCIA  inoltrate  all'amministrazione  comunale  risultano
essere stati avviati controlli soltanto  per  n.  38  pratiche  delle
quali solo n.  31  risultano  completate;  inoltre,  dalle  verifiche
effettuate a  campione  dalla  commissione  d'accesso  sui  fascicoli
digitali relativi alle SCIA commerciali presentate negli  anni  2018,
2019 e 2020 e' risultato che l'istruttoria in  banca  dati  nazionale
antimafia (BDNA) per accertare la sussistenza o meno  degli  elementi
interdittivi il rilascio di  licenze  comunali  e'  stata  effettuata
soltanto in un caso. Tali circostanze appaiono particolarmente  gravi
e sintomatiche di forti criticita'  nella  gestione  delle  attivita'
amministrative  condotte  dall'attuale  assetto  organizzativo,   che
dovrebbe essere preposto al controllo e al rispetto della legalita'. 
    La commissione di accesso - anche a seguito delle  risultanze  di
un'audizione resa da un ex consigliere  comunale,  il  quale  per  le
denunce fatte  sulle  attivita'  della  criminalita'  organizzata  di
Carovigno ha subito azioni intimidatorie - ha accertato altresi'  che
con delibera di giunta  e'  stata  concessa  l'occupazione  di  suolo
pubblico per l'esercizio  di  commercio  alimentare  ambulante  a  un
soggetto riconducibile per legami familiari a esponenti di spicco dei
locali clan mafiosi; l'assegnazione e' avvenuta senza che  la  stessa
fosse preceduta da un preventivo bando pubblico di gara e in  assenza
di controlli, da parte degli uffici competenti, circa la  veridicita'
delle autodichiarazioni rese in sede di presentazione della SCIA. 
    A questo riguardo, il prefetto di Brindisi rimarca il  fatto  che
il  mancato  espletamento  da  parte  degli  uffici  comunali   delle
verifiche di  legge,  in  un  contesto  ambientale  quale  quello  di
Carovigno, equivale a non selezionare i soggetti e le imprese con cui
instaurare  rapporti  di  tipo   amministrativo   od   economico   e,
conseguentemente, a non proteggere l'economia sana  favorendo  invece
la concorrenza sleale  esercitata  dalle  imprese  controllate  dalla
criminalita' organizzata. 
    Le  circostanze,  analiticamente  esaminate  e   dettagliatamente
riferite nella relazione del prefetto di Brindisi rilevano una  serie
di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Carovigno volti a
perseguire fini diversi da quelli istituzionali che hanno determinato
lo svilimento e la perdita di credibilita'  dell'istituzione  locale,
nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita',  rendendo
necessario l'intervento dello Stato per  assicurare  la  riconduzione
dell'ente alla legalita'. 
    Sebbene il processo di ripristino della legalita'  nell'attivita'
del comune sia gia' iniziato con la  gestione  provvisoria  dell'ente
affidata al commissario straordinario, ai  sensi  dell'art.  141  del
decreto legislativo 18 agosto 2000  n.  267,  in  considerazione  dei
fatti suesposti e  per  garantire  il  completo  affrancamento  dalle
influenze della criminalita', si  ritiene,  comunque,  necessaria  la
nomina della commissione straordinaria  di  cui  all'art.  144  dello
stesso decreto legislativo, anche per scongiurare il pericolo che  la
capacita' pervasiva delle organizzazioni  criminali  possa  di  nuovo
esprimersi in occasione delle prossime consultazioni amministrative. 
    L'arco temporale piu' lungo previsto dalla vigente normativa  per
la gestione straordinaria consente anche l'avvio di iniziative  e  di
interventi programmatori  che,  piu'  incisivamente,  favoriscono  il
risanamento dell'ente. 
    Rilevato che il provvedimento dissolutorio previsto dall'art. 143
del  citato  decreto  legislativo,  per  le  caratteristiche  che  lo
configurano, puo' intervenire finanche quando sia stato gia' disposto
provvedimento per altra causa,  differenziandosene  per  funzioni  ed
effetti, si propone l'adozione della misura di rigore  nei  confronti
del Comune di Carovigno (Brindisi), con conseguente affidamento della
gestione dell'ente locale ad una commissione  straordinaria  cui,  in
virtu' dei successivi articoli 144 e 145, sono attribuite  specifiche
competenze e metodologie di intervento finalizzate a  garantire,  nel
tempo, la rispondenza dell'azione amministrativa alle esigenze  della
collettivita'. 
    In  relazione  alla  presenza  ed  all'estensione  dell'influenza
criminale,  si  rende  necessario  che  la  durata   della   gestione
commissariale sia determinata in diciotto mesi. 
      Roma, 8 marzo 2021 
 
                                  Il Ministro dell'interno: Lamorgese