Art. 9. Legame con l'ambiente A) Informazioni sulla zona geografica. Fattori naturali rilevanti per il legame. La zona geografica riferita al territorio della denominazione di origine «Cinque Terre» ricade nella parte orientale della Regione Liguria, in Provincia della Spezia e comprende un territorio caratterizzato da vigneti situati per la maggior parte in alta collina, terrazzati e di superficie media ridotta. Aspetti pedologici: i terreni coltivati a vite sono di limitata profondita', con tessitura grossolana o franco-grossolana, ricchi di scheletro e quindi molto permeabili, principalmente a reazione acida-subacida. I substrati litologici dei rilievi collinari delle Cinque Terre maggiormente rappresentati sono sedimenti marini (torbiditi). Aspetti topografici: l'altitudine dei terreni coltivati a vite e' compresa tra lo 0 e i 600 m s.l.m. con quota prevalente compresa tra 50 e 500 m, pendenza tra il 35 e il 50%, esposizione prevalente orientata verso sud-ovest e distanza dal mare compresa tra 0 e 2 Km. Aspetti climatici: la temperatura media dell'area interessata e' pari a circa 15°C; l'indice bioclimatico di Huglin (IH) che descrive l'andamento fenologico e della maturazione e' pari a circa 2240°C con valori compresi tra 2050 e 2370 a seconda delle annate. La somma delle temperature attive (STA) che da' indicazioni sulle disponibilita' termiche della zona e' pari a circa 1970°C con valori compresi tra 1830 e 2110. La sommatoria delle escursioni termiche (SET), altro indice bioclimatico utile per la caratterizzazione di un territorio viticolo, e' pari a circa 550°C con valori compresi tra 490 e 590. Il massimo della piovosita' si verifica nel mese di aprile con una media di circa 220 mm, il minimo di piovosita' nel mese di luglio con 24 mm medi; le precipitazioni medie annue risultano essere di circa 1240 mm; i giorni con pioggia tra aprile e ottobre sono mediamente quarantasette con un massimo di undici giorni ad aprile ed un minimo di tre giorni a luglio. Fattori umani rilevanti per il legame. Cinque Terre e' il nome di un tratto della Riviera Ligure di Ponente che riunisce i Comuni di Monterosso, Vernazza e Riomaggiore. Una terra in cui vengono coltivati vitigni tipici e caratteristici quali l'Albarola, il Bosco e il Vermentino. Questi vitigni sono stati introdotti all'inizio del secolo scorso. Precedentemente le uve caratteristiche della zona erano il Piccabun ed il Rossese bianco. Le uve rosse coltivate fin dall'inizio del secolo scorso sono Sangiovese, Canaiolo e Gambu Russu a Vernazza. Le prime notizie certe della presenza di attivita' viticole nella zona delle Cinque Terre risalgono ai secoli VI-V a.C., quando i Greci, abili navigatori e commercianti, approdano sui lidi della Riviera Ligure, portandosi prima del vino e dopo, dato il minor costo, producendolo in loco. E' molto probabile che in seguito i vini della zona avessero trovato una via commerciale nel vino golfo della Spezia, presso il gran porto di Luni, popolosa e commerciante citta' dell'Etruria. Plinio proclama i vini di Luna come i migliori d'Etruria (Etruriae palmam Luna habet). Alla fine dell'XI secolo, con la formazione dei comuni, una rete di rapporti commerciali e culturali favorisce lo sviluppo dell'agricoltura nella zona delle Cinque Terre. Nel Medioevo si verifica in tutta la Riviera Ligure di Levante una notevole espansione demografica, che determina una ulteriore espansione delle aree coltivabili. Le coltivazioni principali dell'epoca, la vite e l'olivo, probabilmente insieme ad altre colture orticole, sfruttano ogni spazio conquistato nell'acclivita' del versante, con appezzamenti sostenuti da muretti a secco (fasce terrazzate o terrazze). Nel XVIII e nel XIX secolo la zona delle Cinque Terre si specializza nella produzione di vino. La massima espansione dei terrazzamenti coltivati avviene nel corso dell'800, con l'espansione demografica. Molti testi descrivono i vigneti e gli uliveti terrazzati, notando «l'industria dei coltivatori liguri, superiore a quanto si conosca al mondo in questo genere». Riportando una testimonianza della vita contadina dei primi del 1900, tratta da «Straniero Indesiderabile» di P. Riccobaldi: «Quelli erano tempi veramente duri. La miseria era spaventosa, a Manarola l'unica risorsa era il vino prodotto da terra avara che richiedeva durissimo lavoro e sovrumani sacrifici. Emigrare, cercare lavoro fuori era considerato come una dichiarazione di resa. Percio' quasi tutti rimanevano aggrappati ai loro vigneti, orgogliosi di essere proprietari, di lavorare in proprio.». Nel 1920 le Cinque Terre furono colpite dalla piu' grave calamita' della loro storia millenaria. In quell'anno la viticoltura fu colpita dalla filossera, un parassita delle piante, che distrusse irrimediabilmente tutti i tipi di vigna coltivati. All'inizio degli anni '30 le vigne erano decimate e vasti spazi incolti. Dopo quella distruzione gli abitanti ricostruirono i vigneti con l'impianto delle barbatelle di vite americana poi innestate con i vitigni reperibili in zona o importati da altre regioni viticole (Bosco, Vermentino, Albarola, Gambu Russu, Sangiovese, Ciliegiolo, Pollera, Granaccia. La nascita nel 1973 della Cantina sociale nonche' cooperativa agricola, e la messa in opera di numerose monorotaie con carrelli per il trasporto di materiali e persone, anche su pendenze molto accentuate hanno ridato impulso, insieme ad altri interventi, all'attivita' tradizionale per eccellenza delle Cinque Terre: l'agricoltura. Nel 1999 e' stato istituito il Parco nazionale delle Cinque Terre il cui territorio si estende dalla zona di Tramonti di Biassa e di Campiglia, nel Comune della Spezia al Comune di Levanto. Il Parco ha la particolarita' di essere l'unico in Italia finalizzato alla tutela di un ambiente antropizzato, uno degli scopi e' infatti la tutela dei terrazzamenti e dei muri a secco che li sorreggono. La letteratura sul vino delle Cinque Terre e' vasta, ma non c'e' verso o citazione che possa esprimere l'emozione profonda che dona la vista dei suoi vigneti inerpicati ai limiti del praticabile per coste scoscese che, in pochi metri, si trasformano da scogliera in montagna, evocando il concetto di collina solo per assenza recidiva. La base ampelografica dei vigneti e' caratteristica e riguarda vitigni presenti solo nel territorio delimitato come il Bosco, il Vermentino e l'Albarola che ne evidenziano originalita' e legame con la tradizione. Le forme di allevamento sono tradizionali e nel tempo non si sono mai discostate da quelle tradizionalmente utilizzate in passato. Recentemente le tecniche enologiche, a vent'anni dal riconoscimento DOC nazionale, hanno portato gli operatori a selezionare maggiormente le caratteristiche peculiari che il fattore ambiente esalta e a migliorare in cantina un prodotto che, gia' dalla vigna e dalle caratteristiche delle uve, ha le note del territorio. B) Informazioni qualita' e caratteristiche prodotto esclusivamente attribuibili all'ambiente geografico. La DOC Cinque Terre fa riferimento a varie tipologie di vino (art. 1) che, dal punto di vista chimico e organolettico, presentano caratteristiche che permettono una chiara individuazione della sua tipicita' e del legame col territorio. Le peculiarita' dei vitigni utilizzati per le varie tipologie, grazie all'influenza dell'ambiente geografico in cui sono coltivati (clima e pratiche di elaborazione dei vini consolidate in zona e adeguatamente differenziate per ciascuna delle tipologie), danno luogo a vini con caratteristiche molto riconoscibili. In particolare i vini si distinguono per il fatto di possedere acidita' modeste, colori tenui, profumi fini e delicati in prevalenza floreali, sapidita' al gusto. La particolarita' del territorio e' da ricercarsi soprattutto nella natura agricola delle Cinque Terre, e nell'esigenza di ovviare alla mancanza di spazi adeguati per l'esercizio dell'agricoltura e la produzione di prodotti che anticamente servivano per il sostentamento delle popolazioni locali, viene tratteggiata una terra che non e' affatto avara di frutti se lavorata con assiduita', grande dispendio di energie e razionalita'. E' piuttosto una terra che non da' certezze, per certi versi infida, dove anche un muretto a secco, smottando improvvisamente, o un sentiero percorso con poca attenzione, racchiudevano insidie pericolose. Quello che ha certamente reso famosa questa terra e' senz'altro il suo splendido paesaggio, che e' il prodotto dell'opera quotidiana degli abitanti sulle terrazze vignate ed olivate. Il termine «sciachetra'», con cui il rinforzato e' commercializzato e ormai ovunque conosciuto, e' attestato soltanto verso la fine dell'Ottocento. Pare che uno dei primi a utilizzarlo sia stato il pittore macchiaiolo Telemaco Signorini il quale, nel suo scritto di memorie Riomaggiore, ricordando le tante estati trascorse nel borgo delle Cinque Terre, afferma che «in settembre, dopo la vendemmia, si stendono le migliori uve al sole per ottenere il rinforzato o lo sciaccatras». C) Descrizione dell'interazione causale fra gli elementi di cui alla lettera A) e quelli di cui alla lettera B). Nella zona delle Cinque Terre la vite si coltiva da secoli cadenzandone la storia di quei territori con numerosi riferimenti e testimonianze che di fatto ne certificano l'importanza ed il valore. La produzione del vino e' stata la principale, se non unica fonte di sostentamento per la popolazione per secoli, i contadini per poter coltivare le scoscese colline hanno mirabilmente costruito i terrazzamenti con muretti a secco, dalle cime delle colline fino a pochi metri dal mare. Notevole e' il contributo delle attivita' agricole e della viticoltura in particolare allo sviluppo socio-economico della zona. Le Cinque Terre hanno tra le loro caratteristiche principali la particolarita' del territorio su cui sorgono. Particolarmente caratteristiche e suggestive le sistemazioni in terrazzamenti sostenuti da muretti a secco, opera della pratica nonche' dell'ingegno degli agricoltori del luogo. In tal senso e' significativa l'opera di antropizzazione che l'uomo ha portato avanti nei secoli in perfetta sintonia con l'ambiente e nel rispetto delle biodiversita'. Il clima tipicamente mediterraneo della inoltre aggiunge al prodotto di quell'uva particolarita' interessanti immediatamente riscontrabili, ad esempio, nella potenzialita' alcolica del vino e nelle caratteristiche aromatiche e di sapidita' dello stesso. In considerazione delle caratteristiche dei luoghi e della particolare sistemazione dei terreni in fasce terrazzate, le principali operazioni colturali vengono effettuate interamente a mano, con notevole dispendio in termini di manodopera. Il risultato del connubio fra gli elementi ambientali ed umani sono l'alta qualita' che i prodotti hanno ottenuto nel corso degli anni, anche con riconoscimenti prestigiosi nei concorsi enologici. La limitata quantita' di produzione porta questi vini ad essere consumati per lo piu' nel territorio di produzione, solo alcune realta' aziendali piu' grandi riescono a commercializzare il prodotto fuori dai confini regionali. Il legame fra la tradizione enologica e vitivinicola e le tipologie di vino descritte nel disciplinare hanno un valore storico e di consuetudine. Infatti ogni operatore, ancora prima del riconoscimento DOC avvenuto nel 1995, aveva fra le sue caratteristiche produttive la tendenza ad offrire vini prodotti per un consumo fresco e di breve durata.