Art. 5. Metodo di produzione Alimentazione delle bufale. Il razionamento delle bufale in lattazione si basa per piu' della meta' sulla somministrazione di foraggi provenienti dal comprensorio DOP. I foraggi possono essere integrati convenientemente con mangimi in grado di bilanciare l'apporto dei diversi nutrienti della dieta. Gli alimenti da somministrare alle bufale il cui latte e relativo siero e' destinato anche alla produzione di «Ricotta di Bufala Campana» DOP dovranno essere idonei e qualitativamente sicuri al fine di non compromettere la salute degli animali e di non trasferire sostanze, odori o sapori sgradevoli al latte. Sono ammessi gli insilati di mais e dei foraggi non riportati nella lista degli alimenti vietati. La massa insilata, chiusa ermeticamente, va coperta con idoneo telo evitando teli di colore nero all'esterno e coperture trasparenti. La somministrazione di foraggi insilati deve avvenire non prima di quaranta giorni dalla chiusura del silo. Il Ph della massa insilata deve essere intorno a 4,3 od inferiore per le graminacee ed intorno a 4,5 per le leguminose. Alimenti ammessi. Possono essere somministrati foraggi freschi, affienati, essiccati, disidratati ed insilati purche' non espressamente riportati al paragrafo «Alimenti vietati». Stesso dicasi per quanto concerne i mangimi aziendali o di produzione industriale e per i prodotti complementari dei foraggi ed i sottoprodotti industriali. Alimenti vietati. Nell'alimentazione delle bufale da latte e' vietato l'utilizzo di: foraggi riscaldati per fermentazione. E' vietato l'impiego delle sotto elencate essenze di origine vegetale: a) colza, ravizzone, senape, fieno greco, foglie di piante da frutto e non, aglio selvatico, coriandolo; b) finocchi, cavolfiore, cavoli, rape ed altre crucifere; c) vinacce, raspi e vinaccioli; d) foglie e colletti di barbabietole, borlande; e) buccette e semi di pomodoro, residui della lavorazione dell'industria conserviera; f) sansa di olive; g) pastazzo di agrumi (fresco ed insilato); h) semi di veccia (comprese le svecciature), di fieno greco, di colza, di ravizzone; i) sottoprodotti della lavorazione del riso: lolla, pula, puletta, farinaccio, gemma e grana verde; j) farine di estrazione, panelli ed expeller di: arachidi, colza, ravizzone, semi di pomodoro, babassu, neuk, cocco, tabacco, sesamo, papavero, palmisto, olive, mandorle e noci; k) amminoacidi ramificati, peptidi, lisati proteici, isoacidi; l) olii di semi di oleaginose. Materie prime. La materia prima per la produzione della «Ricotta di Bufala Campana» DOP e' costituita dal «primo siero» (o «siero dolce») proveniente dalla lavorazione del latte di bufala, ottenuto dalla mungitura manuale e/o meccanica di bufale di Razza Mediterranea Italiana allevate nell'areale di produzione indicato all'art. 3. Il «primo siero» (o «siero dolce») deve essere ottenuto dal meccanismo di spurgo dovuto alla rottura della cagliata destinata alla produzione della mozzarella di bufala campana. Il latte utilizzato per la produzione della mozzarella di bufala campana puo' essere stato sottoposto ad idrolisi del lattosio, cosi' come puo' essere idrolizzato il lattosio contenuto nel «primo siero» ottenuto da latte con lattosio non idrolizzato. L'acidita' titolabile massima del siero utilizzato per la produzione di «Ricotta di Bufala Campana» DOP e' 5 °SH/50 ml, pertanto il siero con acidita' superiore derivante dal completamento della maturazione della cagliata non puo' essere utilizzato per la produzione di «Ricotta di Bufala Campana» DOP. Qualora la trasformazione immediata del siero non fosse possibile, questo deve essere sottoposto a trattamenti di stabilizzazione (pastorizzazione, termizzazione e/o refrigerazione) con tecniche e tempi tali da evitare comunque la sua acidificazione oltre il valore massimo definito. In ogni caso, il siero e' trasformato in DOP «Ricotta di Bufala Campana» entro 24 ore dalla separazione dalla cagliata. E' ammessa l'aggiunta di latte di bufala crudo, termizzato o pastorizzato, proveniente dalla zona di cui all'art. 3 in misura massima del 6% della massa del «primo siero» (o «siero dolce»). E' ammessa l'aggiunta di panna fresca di siero di latte di bufala proveniente dalla zona di cui all'art. 3 nella misura massima del 5% della massa del primo siero. Tale procedimento serve per aumentare la consistenza della ricotta e favorirne anche la cavatura o estrazione. E' ammessa l'aggiunta di sale (NaCl) in misura massima di 1 kg per 100 kg di «primo siero» (o «siero dolce») o miscela di siero con latte e/o panna fresca. L'addizione di sale direttamente al siero non solo conferisce maggior sapidita' al prodotto, ma influenza anche i processi di denaturazione ed aggregazione delle proteine e quindi la consistenza del prodotto. E' consentita anche l'addizione diretta di sale alla ricotta gia' estratta e sgrondata prima del secondo trattamento di lisciatura e/o stabilizzazione termica, in misura tale da rispettare il massimo contenuto di NaCl previsto all'art. 2 del presente disciplinare. Lavorazione. Il «primo siero» (o «siero dolce») e' inviato subito, o dopo trattamento di stabilizzazione e stoccaggio inferiore alle 24 ore, alle apposite caldaie dove avviene la produzione della DOP «Ricotta di Bufala Campana». Il riscaldamento puo' avvenire sia per iniezione diretta di vapore che per scambio indiretto di calore. L'eventuale addizione di latte di bufala e/o panna fresca puo' avvenire sia prima dell'inizio del riscaldamento sia anche a riscaldamento avviato. Dopo aver raggiunto una temperatura media di 82°C, per favorire il processo di coagulazione delle proteine e' ammessa l'aggiunta di aliquote variabili di «cizza» (siero innesto naturale derivante da precedenti lavorazioni di mozzarella di bufala campana avvenute nelle aziende ubicate nella zona di produzione indicate all'art. 3), acido lattico o acido citrico al fine di modificare l'acidita' del mezzo e quindi facilitare l'ottenimento della ricotta. Si completa la fase di riscaldamento fino al raggiungimento di una temperatura non superiore a 96°C. Il calore determina la denaturazione delle proteine e la loro aggregazione, dunque la formazione di un coagulo morbido e fine che inizia ad affiorare immediatamente alla superficie grazie alla presenza del grasso. Questa fase si completa in qualche minuto. La separazione della ricotta e' effettuata sia manualmente utilizzando un mestolo forato e deponendo gentilmente il coagulo umido direttamente nelle caratteristiche fiscelle di materiale plastico per uso alimentare o nelle tele, sia meccanicamente con l'uso di appositi estrattori che consentono anche una separazione rapida della scotta, immediatamente seguita dal riempimento a caldo delle confezioni. La ricotta posta invece nelle fiscelle o nelle tele completa quindi la separazione della scotta per assumere la sua consistenza definitiva. La ricotta cosi' sgrondata viene parzialmente raffreddata. Il confezionamento deve avvenire comunque entro le ventiquattro ore dalla produzione e viene effettuato o prima o dopo la procedura di raffreddamento. Qualora la ricotta non venga immediatamente confezionata, il raffreddamento prosegue fino a raggiungere la temperatura di + 4°C in cella frigorifera; qualora invece la ricotta venga confezionata, il raffreddamento prosegue fino a raggiungere la temperatura di + 4°C in cella frigorifera o in bagno di acqua e/o ghiaccio oppure ancora usando altri sistemi di raffreddamento funzionali ad accelerare la velocita' di raffreddamento. La durata massima della conservabilita' (shelf-life) della «Ricotta di Bufala Campana» ottenuta con il solo trattamento termico di coagulazione delle proteine della materia prima e che vuole avvalersi della definizione «fresca» non potra' essere superiore a sette giorni, dalla data di produzione. Al fine di ottenere una ricotta con una conservabilita' superiore (massimo trenta giorni dalla data di produzione), prima di procedere alla fase di confezionamento e' ammesso anche un trattamento termico della ricotta gia' sgrondata dalla scotta, eventualmente preceduto da un'operazione di lisciatura o omogeneizzazione al fine di conferirle un aspetto piu' cremoso. Il prodotto cosi' ottenuto e' definito «Ricotta di Bufala Campana» In questo caso e' consentito il confezionamento della ricotta ancora calda, anche con l'ausilio di macchine operatrici, in contenitori di plastica immediatamente chiusi per termosaldatura. La ricotta confezionata e' quindi rapidamente raffreddata fino a raggiungere la temperatura di +4 °C in cella frigorifera oppure in bagno di acqua e/o ghiaccio oppure ancora usando altri sistemi di raffreddamento funzionali ad accelerare la velocita' di raffreddamento. Le operazioni di produzione di latte, di siero e di panna fresca che concorrono alla produzione della «Ricotta di Bufala Campana» e le operazioni di produzione e confezionamento devono avvenire nel territorio indicato all'art. 3 al fine di garantire la tracciabilita' ed il controllo e per non alterare la qualita' del prodotto.