(Allegato 1-Tabelle)
                               TABELLE 
 
Tabella 1. La lista delle  priorita'  della  ristorazione  collettiva
ospedaliera 
(le priorita' non hanno un ordine di  esecuzione  ma  debbono  essere
contestuali) 
 
Per facilitare la creazione di un proprio  elenco  di  priorita',  si
fornisce una traccia con relativi pesi percentuali specifici,  frutto
di  una  mediazione  equilibrata   tra   razionalita'   ed   evidenza
scientifica, con  esigenze  di  sostenibilita',  nell'accezione  piu'
ampia del termine. 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Con tali indicazioni e' possibile costruire strategie di ristorazione
e capitolati dalle priorita' chiaramente esplicitate, i  cui  effetti
risultino piu' facilmente ed oggettivamente confrontabili, specie per
macroarea. 
 
Tabella 2. Aspetti ai quali e'  necessario  prestare  attenzione  per
trasformare il momento pasto in un momento di educazione alimentare 
 
  1. ASPETTI QUALITATIVI NUTRIZIONALI DEL PASTO: 
- l'introduzione di ricette di elevata appetibilita' e gradimento per
la fascia di eta' considerata rende  possibile  un  accostamento  non
costrittivo allo stile di alimentazione corretta; 
- gli eventuali spuntini (mattina e pomeriggio)  forniti  durante  la
giornata devono essere costituiti  principalmente  da  frutta  fresca
(intera o macedonie) o verdure crude al fine di centrare  l'obiettivo
di salute di "cinque porzioni di frutta e verdura al giorno"; 
-  e'  necessario  che  i  gestori  dei   servizi   di   ristorazione
garantiscano  la  variabilita'  e  l'alternanza  di  almeno   quattro
tipologie diverse di frutta e verdura nella stessa settimana e di far
sperimentare agli  utenti  diverse  varieta'  e  tutti  i  frutti  di
stagione; 
- le patate devono essere bilanciate  con  i  carboidrati  del  primo
piatto, perche', essendo dei  tuberi  amidacei,  non  possono  essere
utilizzate come sostitutivi delle diverse tipologie di verdure; 
- il pane  (fresco,  preparato  con  farine  integrali  e  a  ridotto
contenuto di sale) deve essere messo a disposizione degli utenti solo
dopo il consumo del primo piatto; 
-  non  utilizzare  esaltatori  di   sapidita'   nelle   preparazioni
culinarie, ridurre il consumo di sale che comunque deve essere iodato
e insaporire i cibi con erbe aromatiche ed eventualmente spezie. 
 
  2. ASPETTI QUANTITATIVI: 
- le porzioni fornite dovranno essere tali da consentire un  adeguato
apporto di energia e nutrienti. E' necessario che  il  personale  sia
adeguatamente formato alla porzionatura. In particolare: 
- non deve essere fornita una seconda porzione di primo o di  secondo
piatto per rispettare l'equilibrio dell'alimentazione giornaliera; 
- puo' essere invece fornita una seconda porzione di verdure crude  o
cotte. 
 
  3. APPROCCIO POSITIVO CON IL CIBO: 
Al fine di stimolare un cambiamento  nelle  abitudini  alimentari  di
utenti restii al consumo di cibi  nuovi  o  di  alcune  categorie  di
alimenti (in particolare: verdura, frutta, legumi,  pesce)  il  pasto
fornito dalla ristorazione collettiva costituisce il  momento  giusto
per iniziare un percorso di familiarizzazione multisensoriale con  il
cibo. Per ottenere cio' e' necessario prestare attenzione a: 
- caratteristiche sensoriali: i colori, la forma e la composizione di
un piatto influiscono  positivamente  sull'assaggio  di  un  alimento
comunemente  non  consumato  a   livello   casalingo   (ad   esempio:
preparazione di pietanze con diverse verdure colorate); 
- formulazione del pasto: abbinamento di un alimento poco  utilizzato
ad un alimento noto stimola la curiosita' di  sperimentare  un  nuovo
sapore (ad esempio:  piatto  unico  composto  da  verdure,  legumi  e
cereali integrali); 
- presentazione del pasto: piatti a scomparti (2 o  3  o  4)  possono
consentire di mantenere separate le diverse vivande e  valorizzare  i
colori e le consistenze di ognuna, costituendo un piatto unico in  un
unico piatto; 
- gradimento soggettivo e quota di scarti; 
-  coinvolgimento  degli  alunni  nelle   proposte   alimentari:   la
partecipazione deve essere promossa e gestita  utilizzando  opportune
metodologie in relazione all'eta' e alle competenze dell'utenza". 
Durante il pasto inteso come momento conviviale, gli insegnanti e  il
personale addetto all'assistenza devono: 
- essere presenti attivamente e realizzare  attivita'  di  educazione
alimentare ricorrendo a metodologie didattiche  adatte  alle  diverse
eta'; 
- contribuire ed incentivare il consumo dei cibi  meno  apprezzati  o
conosciuti; 
-  valorizzare  le  tradizioni  gastronomiche  per  incoraggiare   la
conoscenza delle pratiche culinarie  sia  del  territorio  che  delle
diverse culture alimentari rappresentate a scuola. 
In relazione a questi aspetti appaiono fondamentali: 
  * percorsi di  formazione  per  insegnanti,  operatori  sanitari  e
personale addetto alle mense; 
  * definizione dei menu nel rispetto degli apporti  nutrizionali  di
riferimento per energia e nutrienti; 
  * protocolli di verifica e ricerca della qualita' con  la  raccolta
ed elaborazione dei dati soggettivi e oggettivi; 
  * uso di opportuni utensili per definire con relativa precisione le
porzioni. 
 
Tabella 3.  Le  buone  pratiche  per  promuovere  la  qualita'  della
ristorazione scolastica e dell'educazione ai consumi alimentari 
 
                       ISTITUZIONI SCOLASTICHE 
Progettare  e  realizzare,  dal  nido  d'infanzia  fino  alle  scuole
superiori, attivita' relative all'educazione alimentare,  nell'ambito
di un percorso formativo progressivo, da attuare in modo continuativo
nel tempo e finalizzato  a  supportare  l'adozione  di  comportamenti
alimentari e stili di vita salutari, in modo piacevole,  motivante  e
pedagogicamente fondato. 
Sostenere i programmi educativi, formando gli educatori e  i  docenti
sulla progettazione, la gestione e la valutazione delle  attivita'  e
dei processi di educazione alimentare,  adeguati  per  metodologie  e
contenuti alle eta' e ai contesti di apprendimento. 
Progettare un' educazione alimentare con un approccio  piu'  aderente
alla realta', agli interessi e all'esperienza quotidiana dei  giovani
interlocutori, proponendo loro un'idea plurale di qualita'  del  cibo
che non si limiti solo al suo valore nutritivo ma che riguardi  anche
la sicurezza degli alimenti e le loro caratteristiche sensoriali,  la
sostenibilita' della produzione, il rispetto  degli  equilibri  degli
ecosistemi e delle dinamiche economico-sociali della vita  collettiva
e la gratificazione psicologica e sociale del consumatore. 
Valorizzare l'esperienza del pasto in mensa come occasione  in  grado
di fornire elementi e spunti significativi per la progettazione e  la
realizzazione di  percorsi  di  educazione  alimentare  inseriti  nel
curricolo scolastico, da attuarsi anche con modalita' esperenziali. 
Raccordare il piano dell'offerta formativa dell'istituto con la carta
del  servizio  della  ristorazione  scolastica  per  condividere   ed
esplicitare  obiettivi  e  modalita'  di  svolgimento  del  servizio,
definendo  i  reciproci  impegni  e  per  coordinare  le   iniziative
co-progettate di comunicazione e di educazione  relative  ai  consumi
alimentari. 
Proporre alle famiglie incontri periodici di presentazione e verifica
della progettazione  educativa  in  cui  dar  spazio  alle  tematiche
dell'educazione alimentare. 
Assicurare  continuita'  ai  percorsi   di   educazione   alimentare,
contrastando  la  possibile  parcellizzazione  e  dispersione   delle
esperienze e realizzando  progettazioni  comuni  tra  le  istituzioni
scolastiche del medesimo ambito territoriale, con  la  partecipazione
degli enti locali e delle aziende sanitarie e ricercando sinergie con
le  agenzie  e  le  imprese  del  territorio  che  operano  in   modo
propositivo nell'ambito dei sistemi eco-agro-alimentari. 
Stabilire,  nell'ambito  dei  progetti  di  educazione   ai   consumi
alimentari,  adeguate  modalita'  di  verifica  e   valutazione   dei
risultati e degli impatti sui comportamenti individuali e di gruppo. 
Formare  gli  operatori  della  scuola,  addetti  alla  vigilanza  ed
assistenza degli alunni in mensa, sulle  procedure  per  la  corretta
distribuzione  degli  alimenti  e  per   il   sostegno   durante   la
consumazione del pasto. 
Organizzare l'accesso e la permanenza degli alunni in mensa  in  modo
da assicurar loro un tempo e uno spazio adeguati  per  consumare  con
agio i pasti. 
Prevedere, qualora se  ne  ravveda  l'opportunita',  la  presenza  di
distributori automatici che  propongano  alimenti  a  bassa  densita'
energetica (a basso contenuto di zuccheri, grassi saturi e sale). 
Favorire la costituzione e l'operativita' della commissione mensa  di
istituto,  composta  da  genitori  e   docenti,   quale   organo   di
rappresentanza dell'utenza, col ruolo di collegamento con il comune e
l'Asl,    rispetto     al     monitoraggio     dell'adeguatezza     e
dell'accettabilita' del pasto,  delle  modalita'  di  erogazione  del
servizio e di interlocuzione nei diversi progetti  ed  iniziative  di
educazione alimentare. 
Organizzare attivita'  extracurriculari  che  abbiano  come  tema  la
conoscenza degli alimenti, delle  loro  caratteristiche  e  del  loro
utilizzo per una alimentazione sana e variata, attraverso un rapporto
piu' diretto e coinvolgente dei partecipanti con le materie prime per
attivita' di cucina e di produzione dei cibi. 
Promuovere progetti di informazione e  interventi  formativi  rivolti
alle famiglie e alla comunita'  locale  per  incentivare  scelte  che
assicurino una corretta e responsabile alimentazione e l'acquisizione
di adeguati stili di  vita,  a  tutela  della  salute  individuale  e
collettiva. 
Coordinare i progetti con le  iniziative  regionali  e  nazionali  di
informazione e comunicazione sui  consumi  alimentari  e  i  corretti
stili di vita. 
Tali buone pratiche, possono essere svolte nell'ambito dell'autonomia
delle istituzioni scolastiche. 
 
        COMUNI E GESTORI DELLE SCUOLE PARITARIE NON COMUNALI 
Progettare il servizio  di  ristorazione  scolastica  di  competenza,
adottando criteri e standard di efficienza ed efficacia in  grado  di
assicurare la qualita' dell'intero  processo:  scelta  delle  materie
prime, produzione, distribuzione, controllo dei  pasti  e  gradimento
dell'utenza. 
Non assecondare iniziative che consentono agli  alunni  di  consumare
nel  tempo  riservato  alla  mensa  scolastica  cibi  non   preparati
nell'ambito del servizio di ristorazione scolastica. 
Definire,  con  l'apporto  delle  necessarie   professionalita',   il
capitolato in cui vengono stabiliti il tipo e le caratteristiche  del
servizio che si intende erogare, i requisiti oggettivi  e  misurabili
delle  prestazioni  richieste  sotto  il   profilo   della   qualita'
igienico-nutrizionale  degli  alimenti,  nel  rispetto  dei   vincoli
normativi  che  regolano   la   programmazione   della   ristorazione
scolastica riguardo alle modalita' di produzione, di certificazione e
di trasformazione degli alimenti, alla gestione  delle  eccedenze  di
cibo,  agli  obiettivi  di  tutela  della  salute  collettiva  e   di
salvaguardia dell'ambiente. 
Per garantire la realizzazione e la  gestione  di  un  capitolato  in
grado di proporre una ristorazione di qualita',  e'  fondamentale  la
collaborazione coi Servizi Igiene degli Alimenti e  della  Nutrizione
(SIAN) che potranno fornire il necessario supporto nella  valutazione
dei requisiti  tecnici  di  loro  competenza  e  per  assicurarne  la
partecipazione  ai  progetti  di  miglioramento  del   servizio,   di
formazione degli operatori  e  di  educazione  alimentare  svolti  in
collaborazione con le scuole. 
Adeguare gli ambienti scolastici destinati alla mensa, e  i  relativi
arredi e materiali, per consentire agli alunni di consumare  i  pasti
in modo confortevole e sicuro. 
Elaborare ed aggiornare  periodicamente  la  Carta  dei  servizi  per
rispondere  in  modo  adeguato  al  diritto  dell'utenza  di   essere
informata,  di  partecipare  al  procedimento  amministrativo  e   di
verificare i risultati del servizio. 
Promuovere  il  raccordo  della  Carta  dei  servizi  con   i   piani
dell'offerta formativa degli istituti riguardo la gestione di  quegli
aspetti della  mensa  scolastica  che  richiedono,  per  un  corretto
svolgimento del servizio, un accordo operativo tra  le  parti.  Tanto
nella Carta quanto nel Piano dell'offerta formativa vengono  definite
le iniziative di educazione  alimentare  co-progettate  rivolte  agli
alunni, alle famiglie e alla comunita' locale. 
Adeguare l'importo delle tariffe in base al valore  ISEE  del  nucleo
familiare, consentendo adeguate agevolazioni alle  famiglie  a  basso
reddito per permetterne l'accesso al servizio. 
Istituire le commissioni mensa di istituto e, da  parte  dei  comuni,
quella cittadina, regolamentandone la composizione, le funzioni e  le
competenze e incentivandone il funzionamento, riconoscendole nel loro
ruolo  di  rappresentanza  dell'utenza   e   di   collaborazione   al
monitoraggio e al miglioramento del servizio. 
 
                              FAMIGLIE 
Approfondire la conoscenza del modello  di  ristorazione  proposto  a
scuola e la sua organizzazione operativa,  attraverso  la  Carta  dei
servizi   e,   partecipando   agli   incontri   specifici    promossi
dall'istituto  e/o  dal  Comune,  alle  iniziative  di  informazione,
sensibilizzazione  e   formazione   rivolte   alle   famiglie   sulle
problematiche dell'educazione ai consumi alimentari. 
Conoscere le modalita'  e  le  risultanze  del  lavoro  svolto  dalla
commissione  mensa  e  rapportarsi  ad  essa  in  caso  di   reclami,
osservazioni e proposte sullo svolgimento e la qualita' del  servizio
di ristorazione. 
Partecipare agli incontri periodici  promossi  dall'istituto  per  la
verifica della progettazione curricolare. 
Coordinare    l'alimentazione    domestica     con     l'orientamento
dietetico-nutrizionale  proposto   dal   servizio   di   ristorazione
scolastica. 
Consultare il pediatra o il medico di libera scelta per verificare  e
concordare le scelte alimentari domestiche ed affrontare le eventuali
problematiche. 
 
Tabella 4. Azioni efficaci,  nell'ambito  dell'autonomia  scolastica,
per la promozione di  una  corretta  alimentazione  a  scuola  e  nei
servizi educativi 
 
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Sviluppare   le   competenze   individuali   professionali   e    dei
gruppi-classe 
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*  Implementare  programmi  di  educazione  nutrizionale,  dal   nido
d'infanzia fino alle scuole superiori, come  parte  di  un  curriculo
formativo  progressivo,  finalizzato  a  supportare   l'adozione   di
comportamenti alimentari salutari 
* Educare ad una corretta alimentazione attraverso  la  realizzazione
di attivita' formative adeguate da un punto  di  vista  metodologico,
culturalmente rilevanti, piacevoli  e  partecipate  e  che  includano
strategie di apprendimento esperenziale 
* Fornire agli educatori e agli insegnanti un'adeguata formazione  di
base  in  materia  di  educazione  alimentare,  nonche'   organizzare
programmi di formazione continua finalizzati ad approfondire i metodi
didattici per l'adozione di sane abitudini alimentari. 
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Qualificare i contesti di apprendimento 
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* Organizzare attivita' extracurriculari che  impegnino  gli  alunni,
previa  acquisizione  del  consenso  informato  delle  famiglie,   in
attivita'  esperenziali  sulle   caratteristiche,   il   valore,   le
trasformazioni e gli usi degli alimenti, sulle abitudini personali  e
culturali in fatto  di  cibo,  su  modalita'  di  coltivazione  degli
alimenti e il loro impatto ambientale. 
* Valorizzare  il  momento  del  pasto  in  mensa,  come  momento  di
socializzazione, convivialita' ed occasione per attivita' educative e
di ricerca sui cibi e sulle  modalita'  per  un  mangiar  sano  e  in
sicurezza. 
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Migliorare gli ambienti destinati alla ristorazione scolastica 
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*  Assicurare,  anche  attraverso   la   presenza   di   distributori
automatici, la possibilita' di disporre di merende a base di frutta e
verdure e di spuntini sani e leggeri. 
* Coordinare il servizio di mensa con la  progettazione  educativa  e
curricolare per consolidare gli apprendimenti e rafforzare i messaggi
che riguardano l'acquisizione di sane abitudini alimentari. 
* Migliorare le strutture e l'organizzazione degli  ambienti  per  la
mensa e le tempistiche per il consumo dei pasti in  modo  da  rendere
confortevole,  sicuro  e  socializzante  il  momento  dedicato   alla
ristorazione. 
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Incentivare  le  iniziative  rivolte  all'utenza  scolastica  e  alla
comunita' locale 
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* Organizzare iniziative, eventi e modalita' di comunicazione rivolti
a  studenti,  personale  delle  scuole  e  dei  servizi,  famiglie  e
comunita' locale,  secondo  modalita'  congruenti  con  i  target  di
riferimento, per informare, sensibilizzare ed educare sull'importanza
e i benefici di un'alimentazione sana e variata. 
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Tabella 5.  Le  buone  pratiche  per  promuovere  la  qualita'  della
ristorazione ospedaliera e assistenziale 
 
Prevedere in ogni struttura ospedaliera la presenza di un  gruppo  di
lavoro che si occupi del servizio di ristorazione in modo  sistemico.
Questo deve occuparsi della gestione e del monitoraggio di  tutte  le
fasi, dal momento della  progettazione  fino  all'individuazione  dei
requisiti relativi al servizio, all'esecuzione e  al  controllo.  Per
questo motivo e' opportuno che  il  gruppo  sia  composto  da  figure
professionali  appartenenti  alla   direzione   medico   ospedaliera,
all'economato, all'ufficio tecnico e  alla  struttura  di  nutrizione
clinica. 
Redigere il capitolato d'appalto per l'acquisto  di  servizi  con  il
contributo di un gruppo di lavoro interdisciplinare per formazione  e
competenze,  (costituito  da  provveditori,   tecnologi   alimentari,
economi,  dietisti,  nutrizionisti  clinici,  igienisti,  gastronomi,
cuochi, agronomi, direttori sanitari). 
Assicurare ai pazienti interventi nutrizionali adeguati,  tempestivi,
efficaci, efficienti e sicuri al fine  di  ridurre  la  malnutrizione
ospedaliera ed i costi ad essa correlati. 
Prevedere la valutazione del rischio di  malnutrizione  (compilazione
di test di screening del rischio di  malnutrizione  validati  per  lo
specifico setting - NRS-2002, MUST) su tutti i  pazienti  al  momento
del ricovero e il suo monitoraggio nel tempo. 
Promuovere la creazione di una cartella  nutrizionale  in  cui  siano
raccolte le informazioni specifiche  (scheda  di  monitoraggio  delle
ingesta, di rilevazione del  peso,  valutazione  degli  scarti,  menu
appropriato,  ecc.)  visibile  al  personale   medico   e   sanitario
assistenziale. 
Formare ed informare tutti gli operatori coinvolti nelle  varie  fasi
del processo produttivo e nella valutazione della qualita'  percepita
dagli utenti. 
Promuovere la redazione della  carta  del  servizio  di  ristorazione
rivolta ai degenti e ai loro familiari in cui  siano  dichiarati  gli
standard qualitativi del servizio e le informazioni che ne facilitano
la fruizione. 
Effettuare periodicamente (almeno una volta l'anno), a rotazione  nei
reparti,  indagini  sulla  qualita'   percepita   del   servizio   di
ristorazione con lo scopo di monitorare e riorganizzare  il  servizio
in base alle esigenze rilevate. 
Istituire in ogni azienda sanitaria una commissione con  funzioni  di
controllo e miglioramento continuo della qualita',  costituita  dalle
figure professionali dei settori specifici. 
Valorizzare l'esperienza del pasto in  ospedale  come  occasione  per
suggerire  la  corretta  applicazione  dei   principi   della   dieta
mediterranea. 
Promuovere interventi coordinati, intersettoriali e multimodali sulle
determinanti legate alla nutrizione che portano alla  fragilita'  nei
soggetti anziani. 
Garantire una corretta ed uniforme  sorveglianza  nutrizionale  degli
ospiti in RSA. 
 
Tabella 6. Monitoraggio di tutte le fasi del ciclo alimentare 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Tabella 7. Valori di energia e nutrienti che il pasto scolastico deve
assicurare 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico
 
Tabella 8. Fasi di elaborazione di un dietetico ospedaliero 
 
              Parte di provvedimento in formato grafico