(Allegato A-art. 9)
                               Art. 9. 
 
                  Legame con l'ambiente geografico 
 
    A) Informazioni sulla zona geografica. 
    Fattori naturali 
    L'Irpinia   e'   una   regione   storico-geografica   dell'Italia
meridionale, oggi  ricompresa  nella  provincia  di  Avellino.  Nella
nazione dei Samnites, oltre agli Hirpini ed ai Pentri, rientravano  i
Carricini (o Carecini), i Caudini ed i Frentani. I  Sanniti  comunque
sono un parto della mente degli scrittori latini, che originariamente
non  riuscivano  a  distinguere  tra  tali  tribu'  e  le  definirono
genericamente "Samnites". 
    L'Irpinia confina a nord con  il  Sannio,  ad  ovest  con  l'agro
nolano e l'agro nocerino sarnese, a sud con la provincia di Salerno e
ad est con il Vulture e la Daunia. La regione si estende sulla  parte
centro-orientale della Campania, non ha uno sbocco al mare e presenta
un territorio prevalentemente montuoso. I suoi limiti  naturali  sono
il Subappennino Dauno ad est, il corso del fiume Ofanto  ed  i  Monti
Picentini a sud,  il  massiccio  del  Partenio  ad  ovest,  la  Valle
Caudina, il corso del fiume Ufita e la valle del Miscano a nord. 
    Provincia di antica tradizione vitivinicola, e' caratterizzata da
notevole  variabilita'  delle  caratteristiche  pedoclimatiche,   che
deriva dalla presenza  delle  catene  montuose  del  Paternio  e  del
Terminio che ne attraversano tutto il territorio e che danno luogo ad
una serie di tipologie viticole  soprattutto  in  rapporto  ai  sesti
d'impianto ed all'espansione vegetativa. I terreni  dell'area  irpina
presentano   un'ampia   variabilita',   in   funzione   della    loro
collocazione. 
    Il territorio si presenta come un intrigo di valli ed alture, tra
le quali si inerpicano numerosi  fiumi  e  torrenti.  Tra  questi  si
possono annoverare il Calore Irpino, l'Ofanto e il  Sele.  Il  Calore
attraversa il territorio trasversalmente in  direzione  sud-nord  per
circa 44 km (sugli 80 km totali del suo corso), dalle  sorgenti,  che
si trovano a Montella ad una quota superiore ai 1000 m  s.l.m.,  fino
ad arrivare nel beneventano dove confluisce  nel  Volturno.  L'Ofanto
nasce, invece, in "Alta Irpinia" nei pressi di Nusco, e  percorre  la
parte  orientale  della  regione  per  68  km,  prima  in   direzione
ovest-est, formando il lago di Conza, per poi  procedere  verso  nord
nei pressi della confluenza con l'Atella, marcando il confine con  la
Basilicata. 
    Per quanto riguarda l'orografia  del  territorio,  le  cime  piu'
imponenti si ergono nella zona sud- orientale. E' qui,  infatti,  che
si trovano i  monti  Cervialto,  nel  comune  di  Bagnoli  Irpino,  e
Terminio,  in  quello  di  Montella,  massicci  di  origine   carsica
rispettivamente di 1809  e  1786  m  s.l.m..  Nell'area  occidentale,
invece, la conformazione e' di origine argillosa. Per tale ragione  i
rilievi raggiungono altezze inferiori.  Di  questo  territorio  fanno
parte la dorsale dell'Appennino dalla Sella di Arianol, passando  per
i rilievi della Baronia  di  Vico.  La  parte  sud-occidentale  della
dorsale  prende  il  nome  di  "Altopiano  del   Formicoso"   ed   ha
un'altitudine  media  di  circa  800  m   s.l.m.   Quest'area   viene
comunemente designata con nome di  "Alta  Irpinia".  Altri  complessi
montuosi di rilievo sono i Monti Picentini ed il Partenio. 
    In particolare, essendo attraversata dalla  dorsale  appenninica,
il territorio dell'irpinia, si ripartisce in due versanti diversi tra
loro: quello tirrenico che comprende il  circondario  di  Avellino  e
quello adriatico  che  comprende  i  circondari  di  Sant'Angelo  dei
Lombardi e Ariano Irpino. 
    Sotto l'aspetto orografico l'Irpinia  accusa  una  configurazione
montuoso-collinare; la parte pianeggiante e'  costituita  da  qualche
altipiano piu' o meno ondulato e da limitati fondovalle. 
    La parte montuosa e' costruita dalle due catene appenniniche  del
Terminio e del Partenio che ne attraversano tutto il territorio e che
danno luogo  ad  una  serie  di  tipologie  viticole  soprattutto  in
rapporto ai sesti d'impianto ed all'espansione vegetativa. I  terreni
dell'area irpina presentano un'ampia variabilita', in funzione  della
loro collocazione. 
    Nel settore occidentale sono presenti i massi  rocciosi,  facenti
capo ai Monti di Avella, del Partenio, di Lauro,  nonche'  il  gruppo
montuoso, compreso tra  Quindici  e  Sarno,  la  cui  origine  si  fa
risalire al Cretaceo superiore. Nell'area  centrale  della  provincia
che comprende la conca di Avellino, le  caratteristiche  del  terreno
sono simili a quelle del distretto vesuviano. Nelle aree collinari di
Castel Baronia, Grottaminarda, Ariano e Montecalvo Irpino  i  terreni
che si sono sviluppati sui depositi eocenici e pliocenici sono poveri
di scheletro, ricchi di argilla e di elementi nutritivi,  a  reazione
per lo piu' alcalina. 
    Nel circondario di Avellino, nella Valle del Sabato ed  in  molti
terreni della Valle del Calore, si  adottano  di  preferenza  sistemi
d'allevamento espansi (sistema «avellinese» e sue derivazioni);  cio'
avviene soprattutto nelle zone piu' pianeggianti e fertili, mentre in
quelle di media collina arida si evidenzia  un  maggior  contenimento
dello sviluppo. 
    Nella Valle dell'Ufita fino al circondario di  Ariano  Irpino  e'
invalsa la tendenza a contenere l'espansione vegetativa attraverso  i
sesti d'impianto fitti e le forme  d'allevamento  basse  (soprattutto
cordone speronato). 
    Sull'intero  territorio  possono  essere  identificate  tre  aree
viticole principali: Valle del Sabato, Taurasi  e  comuni  limitrofi,
Colle del Paternio. 
    Dal punto di vista della giacitura dei  suoli,  la  provincia  di
Avellino e' la piu' disforme della Campania,  essendo  caratterizzata
da  un  continuo  succedersi  di   montagne,   colline   e   pianure,
intervallate  da  corsi  d'acqua.   Le   condizioni   di   giacitura,
esposizione e altitudine sono tali da  consentire  la  produzione  di
vini di pregio. 
    L'irpinia si estende nella parte centro-orientale della Campania:
un susseguirsi di valli e alture su cui s'inerpicano  corsi  d'acqua.
Qua si trovano  le  espressioni  piu'  felici  della  vitivinicoltura
campana: vini bianchi quale il Fiano o il Greco, e i vini rossi quale
il Taurasi (da vitigno Aglianico). 
    Le vigne di Fiano e di Greco si abbarbicano su terreni sabbiosi e
argillosi o su rocce calcaree (perfino dolomitiche) dai  300  ai  600
metri lungo la valle del fiume Sabato, affluente di sinistra del piu'
noto fiume Calore, che nasce sui  1660  metri  del  Monte  Accellica:
ossia fra i Monti Picentini, spina dorsale dell'Irpinia. Nella  valle
del fiume Calore, invece, si abbarbicano le vigne di  Aglianico,  dai
300 ai 600 metri: cioe' la zona del vino Taurasi. 
    I terreni hanno profili giovani e immaturi  e  poggiano  il  piu'
delle volte direttamente sui loro substrati pedogenetici, sia  roccia
dura e compatta sia rocce tenere argillose e sabbiose. 
    Lo scheletro e' presente in misura modesta e formato da frammenti
e ciottoli silicei o calcarei. Per contro, i terreni sono decisamente
ricchi  in  argilla,  che  il  costituente   piu'   importante,   con
concertazioni anche fino al 50% della terra fina; in  molti  casi  la
frazione argillosa e attenuata da sabbia e limo, presenti  in  misure
notevoli  oer  cui  gran  parte  dei  terreni  dell'areale  risultano
argillosi   o    argillo    limosi    (terreni    pesanti),    oppure
sabbio-argillosi. 
    Reazione: Prevalgono i terreni a reazione neutra  e  sub-alcalina
con una punta di pH 8,0. 
    Calcare totale: In genere debole e' la presenza di calcare. 
    Humus: generalmente modeste, con sostanza organica  inferiore  al
2% e azoto fra 0,7 e 2,24g/kg. 
    Anidride fosforica assimilabile: Sebbene il contenuto in  fosforo
totale e' di norma bastevole a volte anche esuberante,  in  relazioni
alle rocce madri di origine, il contenuto in fosforo assimilabile  e'
modesto, con tenori che variano da 21 a 67 mg/kg. 
    In merito alla dotazione potassica, i terreni del Greco di  Tufo,
qualunque sia l'origine, sono ben provvisti. I valori  di  Ossido  di
potassio scambiabile sono ricompresi tra  250-980  mg/kg  con  valori
medi intorno a 450-500 mg/kg. 
    Prerogativa dei terreni e' la ricchezza in magnesio scambiale con
concentrazioni da 110 a 940 mg/kg. Questo elemento esplica  un'azione
fortemente positiva sull'attivita' vegetativa della  vite,  favorendo
sia   i   processi   di   lignificazione   sia   le   caratteristiche
organolettiche del vino. Altrettanto buona dotazione di  boro,  rame,
manganese e zinco. 
    Sotto il profilo enologico, il contenuto elevato  di  argilla  ha
influenza positiva sulla qualita' delle  produzioni,  particolarmente
durante i periodi di siccita' estiva, consentendo una  piu'  regolare
maturazione delle uve  con  una  buon  mantenimento  dei  livelli  di
acidita'. Altrettanto positiva la ricchezza in  potassio  e  magnesio
scambiabile che conferisce  ai  vini  intensita'  di  profumi,  buona
struttura ed equilibrio. 
    Clima: 
    Il clima si presenta rigido  d'inverno,  quando  non  mancano  le
precipitazioni a carattere nevoso, ma  relativamente  mite  d'estate.
Nel corso dell'anno le precipitazioni  sono  molto  abbondanti  nella
parte occidentale dove superano i 1.220 mm, meno in quella  orientale
dove  a  mala  pena  si  arriva  600  mm.  Le  condizioni   termiche,
idrometriche  ed  anemometriche  che  caratterizzano  l'areale   sono
pressoche' ideali per un processo di  maturazione  caratterizzato  da
gradualita'  ed  equilibrio  tra  tenore   zuccherino   e   acidita',
consentendo l'ottenimento di  produzioni  enologiche  pregiate.  Tale
favorevole situazione e' chiaramente dovuta alla posizione geografica
e all'orografia del territorio. 
    L'andamento climatico sia dal punto di vista  termico  che  delle
precipitazione e' fortemente influenzato dai numerosi ettari di bosco
che ricoprono i monti che caratterizzano l'ambiente circostante e che
ne sfavoriscono il surriscaldamento. In generale, il clima  invernale
e' rigido, non di rado ci sono  precipitazioni  a  carattere  nevoso,
come il clima estivo e' alquanto mite. 
    Temperature: 
    Di numero molto elevato i giorni di sole, abbastanza frequenti le
gelate primaverili, talvolta  anche  tardive.  Molto  pronunciate  le
escursioni termiche tra le temperature medie max  e  min  durante  il
periodo Luglio- Settembre. 
    Precipitazioni: 
    Buona la piovosita' che di solito nell'arco dell'anno  raggiunge,
anche se di poco i 1100 mm. La distribuzione delle piogge, si addensa
nell'autunno-inverno   concentrando   ben   oltre   il   70%    delle
precipitazioni con un periodo estivo particolarmente asciutto con  in
media il 6% del totale delle precipitazioni. 
    Venti: 
    i venti dominanti sono quelli meridionali e sudoccidentali, umidi
e tiepidi. Per la sua ubicazione e la sua orografia,  l'area  ha  una
protezione verso i venti orientali  mentre  e  esposta  a  quelli  di
origine tirrenica. Ne consegue  che  l'area  e'  protetta  dai  venti
freddi del quadrante nord-est, mentre nessun  ostacolo  e'  frapposte
alle correnti umide dei quadranti occidentali e meridionale. 
    Fattori umani: 
    La coltivazione della vite nell'area si  perde  nella  notte  dei
tempi, intimamente  connessa  allo  scorrere  del  fiume  Sabato  che
l'attraversa e che deriva il nome  dal  popolo  dei  Sabini,  il  cui
eponimo era Sabus (Cat.  apd.  DYONIS,  II,  49;  LIB.  VIII,  41)  o
Sabatini, una tribu' dei Sanniti stanziatasi  nel  bacino  del  fiume
Sabatus (Livio). Lungo le anse  del  fiume  altrettanto  correvano  e
corrono, ancora oggi, le antiche vie univano l'Irpinia  al  Sannio  e
alleavano le tribu' Irpine e Sannite. L'area si rafforza come  nucleo
d'insediamento e progresso per la viticultura  nell'800  grazie  alla
scoperta di enormi  giacimenti  di  zolfo  nel  comune  di  Tufo.  La
presenza e la  disponibilita'  dello  zolfo  giovera'  all'esplosione
della coltivazione della vite in tutta l'Irpinia,  dando  origine  in
contemporanea  alla  tecnica  della  "zolfatura"  che  permetteva  di
proteggere i grappoli dagli agenti patogeni esterni. 
    Il grande sviluppo dell'economia vinicola Irpina in epoca moderna
si con l'avvio dell egrandi esportazione dei  vini  Irpini  verso  la
Francia. Il vino Irpino divento'  grandemente  ricercato  con  prezzi
medi  di  25-30  lire/centaro  (75  Kg).  La  vite  divenne  la  piu'
importante fonte di ricchezza della nostra provincia (A.Valente).  In
quel periodo la superficie impiantata superava i  63.000  ettari,  di
cui oltre 2000 in coltura specializzata (F.Madaluni 1929). 
    Nella relazione "I vini dell'Avellinese", Amedeo Jannacone, 1934:
"Appare evidente che l'industria vinicola rappresenta in Irpinia  una
attivita'  agraria   grandissima,   cui   corrispondono   altrettanto
considerevoli  capitali  circolanti  che  conocorrono  ogni  anno  ad
arrecare benessere a tante famiglie rurali. La  floridezza  economica
di numerosi paesi della provincia di Avellino e'  dovuta  soprattutto
alla  produzione  e  al  commercio  vinicolo,  floridezza  che  porta
innegabili progressi in tutte le  branche  dell'attivita'  agraria  e
nella vita stessa delle popolazioni rurali". 
    Nel XIX secolo l'attivita'  vitivinicola  dell'intera  provincia,
con una produzione superiore a un  milione  di  ettolitri  largamente
esportati, e' l'asse economico portante dell'economia agricola  degli
anni, il Catasto Agrario annovera che in essa  sono  stati  investiti
capitali ingentissimi (circa 500 milioni  di  Lire  dell'epoca),  del
tessuto sociale. A supporto per l'ulteriore  sviluppo  dell'attivita'
si arriva alla costruzione della prima strada ferrata  d'Irpinia,  da
li' a poco chiamata propriamente "ferrovia del vino", che collegava i
migliori e maggiori centri di produzione vinicola delle  Colline  del
Sabato e del Calore direttamente con i maggiori mercati  italiani  ed
europei. In particolare nell'area del Greco, ancora oggi, tante  sono
le stazioni ancora  esistenti  ed  operanti:  Tufo,  Prata,  Taurasi,
Montemiletto. 
    Contribuisce a far  diventare  l'area  uno  dei  piu'  importanti
centri vitivinicoli  italiani  l'istituzione  del  1878  della  Regia
Scuola di Viticoltura & Enologia di Avellino. 
    La  presenza  della  Scuola,  quale  propulsore   del   progresso
socio-economico,  portera'  la  filiera  vitivinicola  Avellinese   a
divenire  uno  delle  prime  provincie  italiane  per  produzione  ed
esportazioni di vino, principalmente verso la Francia, come le  fonti
dimostrano. 
    La forza dell'industria vinicola Irpina generera' lo sviluppo  di
un forte indotto con lo sviluppo di officine meccaniche specializzate
nella costruzione e commercializzazione sia di  pompe  irroratrici  e
attrezzature  specialistiche  per  la  viticoltura  sia  di   sistemi
enologici, botti e tini. 
    A  livello  scientifico  la   valenza   tecnico-economica   delle
produzioni di vini dell'Irpinia viene riconosciuto in tutti gli studi
di ampelografia e enologia succedutesi nel tempo. 
    La diffusa e specializzata presenza della vite in tutta l'Irpina,
nei secoli, da' luogo allo sviluppo nell'area di corretti sistemi  di
allevamento  della  vite  che  ottimizzano  le  esigenze  tecnico   -
produttive con le fisiologie dei vitigni  allevati.  Tra  questi,  si
ricordano: il sistema di allevamento tipico conosciuto come "Alberata
Taurasina o Antico sistema taurasino", risalente alla scuola etrusca,
applicato per l'Aglianico e i vitigni rossi e il  sistema  avellinese
largamente diffuso per la coltivazione dei  vitigni  bianchi:  Greco,
Fiano, Greco. 
    Anche se nel paesaggio odierno e' possibile ancora vedere qualche
alto festone delle tradizionali "alberate taurasine" o le i  quadrati
del sitema avellinese, con la moderna viticoltura, oggi, la forma  di
allevamento prevalente nei vigneti specializzati e' la spalliera, con
potature a guyot e cordone speronato a ridotta  di  gemme  per  ceppo
finalizzate  all'ottenimento  di   uve   dal   potenziale   enologico
qualitativamente ottimo e ben equilibrato. Tale sistema,  nell'ultimo
trentennio, ha progressivamente soppiantato sia il sistema Avellinese
sia l'"Alberata Taurasina". 
    La forma di allevamento  prevalente  nel  vigneto  specializzato,
dell'area in questione, e' la  spalliera,  con  potature  a  guyot  e
cordone  speronato  a  ridotta  di  gemme   per   ceppo   finalizzate
all'ottenimento di  uve  dal  potenziale  enologico  qualitativamente
ottimo e ben equilibrato. Il  sesto  d'impianto  piu'  frequentemente
utilizzato per i nuovi impianti e' di m. 2.40 x m. 1.00. 
    Relativamente  alle  forme  di  allevamento   l'obiettivo   della
qualita', ha indotto i  produttori  a  realizzare  impianti  ad  alta
densita' e meccanizzabili  e  negli  anni  tali  produzioni  si  sono
modificate  sempre  piu'  a   favore   della   qualita',   aumentando
significativamente il numero di  viti  per  ettaro  e  con  una  resa
produttiva tra gli 80-100 ql/Ha. 
    La resa in vino si aggira tra il 65-70%. 
    Le varieta' coltivate sono: Aglianico,  Piedirosso,  Sciascinoso,
Sangiovese, cui oggi si sono affiancati, Merlot,  Cabernet  Sauvignon
per le uve a bacca rossa; Fiano, Greco, Coda di Volpe, Falanghina per
le uve a bacca bianca; salvo altre varieta' minori tipiche dell'area. 
    Fattori storici: 
    Di fondamentale rilievo sono i fattori  storici  -  antropologici
legati al territorio di produzione, che  per  consolidata  tradizione
hanno contribuito ad ottenere il vino IRPINIA. 
    La  viticoltura  nell'area  di  produzione  IRPINIA  ha   origini
antichissime che risalgono alle popolazioni locali e  successivamente
all'arrivo di colonizzatori greco - micenei  i  quali  diedero  primo
impulso alla millenaria coltivazione della vite nell'antico Sabazios,
poi ripresa dagli etruschi.  Testimonianza  storico-letterarie  sulla
presenza della vite e, in  particolar  modo,  del  vitigno  Aglianico
nell'attuale area produttiva del Taurasi e' data da Tito  Livio,  nel
suo Ab Urbe Condita, che descrive una "Taurasia  dalle  vigne  opime"
fornitrice di ottimo vino per l'Impero,  dove  si  allevava  la  vite
Greca o Ellenica. 
    Confermata da una nota del 5 novembre del  1592,  indirizzato  al
Capitano di Montefusco, capitale del Principato d'Ultra - coincidente
in larga parte all'odierna provincia di Avellino -: "L'Universita' ha
ottenuto Regio Assenso, su la gabella  del  vino  per  far  pagare  4
carlini per ogni soma che entra nella terra. Ora molti particolari di
Lapio portano il vino, ma  non  vogliono  pagare  perche'  dicono  di
venderlo al minuto. Il Capitano li costringa al pagamento." 
    Il Giornale Economico  del  Principato  Ulteriore  del  1835  da'
notizie, riguardanti la costruzione  di  nuove  cantine  nell'area  e
dell'ammodernamento  di  strutture   e   attrezzature,   per   quelle
esistenti, che rappresentano testimonianze  indelebili  del  passato.
L'articolo si chiude con l'elencazione degli accorgimenti da seguire. 
    Attiva fonte di testimonianze sono poi le  cronache  del  Comizio
Agrario  nato  dalla  trasformazione  della  Societa'  Economica  del
Principato d'Ultra per Regio Decreto del Ministro dell'Agricoltura il
23.12.1866. 
    B)  Informazioni  sulla  qualita'  o  sulle  caratteristiche  del
prodotto essenzialmente o  esclusivamente  attribuibili  all'ambiente
geografico. 
    L'orografia   collinare   del   territorio   di   produzione    e
l'esposizione prevalente dei vigneti, orientati a  Sud-Est/Sud-Ovest,
e localizzati in zone particolarmente vocate alla coltivazione  della
vite, concorrono a determinare un ambiente  adeguatamente  ventilato,
luminoso,  favorevole  all'espletamento  equilibrato  di   tutte   le
funzioni vegeto-produttive della pianta. 
    Nella scelta delle aree  di  produzione  vengono  privilegiati  i
terreni con buona esposizione adatti ad una viticoltura di qualita'. 
    La millenaria storia vitivinicola  dell'area  di  produzione  del
Irpinia, iniziata in epoca  pre-romana,  portata  al  rango  di  vera
attivita'  socio-economica  con  l'avvento  dell'Impero  Romano,   e'
attestata  da  numerosi  manoscritti  e   fonti   storiche,   e'   la
fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente
tra i fattori umani, la qualita' e le peculiari  caratteristiche  del
vino "Irpinia". Ovvero  e'  la  testimonianza  di  come  l'intervento
dell'uomo nel particolare territorio abbia,  nel  corso  dei  secoli,
tramandato le tradizioni tecniche di coltivazione  della  vite  e  le
competenze enologiche, le quali nell'epoca  moderna  e  contemporanea
sono state migliorate ed  affinate,  grazie  all'indiscusso  processo
scientifico e tecnologico. 
    C) Descrizione dell'interazione causale fra gli elementi  di  cui
alla lettera A) e quelli di cui alla lettera B). 
    La DOP IRPINIA concorre  a  «garantire  e  promuovere,  in  forma
coordinata, la  conservazione  e  la  valorizzazione  del  patrimonio
naturale e umano  in  cui  le  sue  produzioni  si  originano»,  tale
patrimonio  e'  costituito  da   «formazioni   fisiche,   geologiche,
geomorfologiche e biologiche o gruppi di esse,  che  hanno  rilevante
valore naturalistico ed ambientale, oltre che dall'operato  dell'uomo
che vi concorre». Da cio', non puo' che discendere come tutte  questa
Denominazione che racchiude questi patrimoni debbano  essere  oggetto
di «tutela specifica, finalizzata  alla  conservazione  di  equilibri
ecologici,  di  conoscenza  e  valori  umana,  di  valori  scenici  e
panoramici, di processi naturali». 
    La DOP IRPINIA e' espressione del rapporto univoco tra vitigno  e
l'ambiente naturale e  umano  entro  il  quale  esso  e'  "nato",  e'
"cresciuto" e si e' "sviluppato". Le caratteristiche  dei  vini  sono
strettamente legate al territorio o, meglio, al  terroir  che,  quale
espressione di tipo ed evoluzione dei suoli, testimonia della origine
di quei sentori o di quelle "sfumature", che rendono un vino unico ed
irripetibile. Unicita' ed irripetibilita' tipiche dei vitigni irpini. 
    I vini di cui il presente disciplinare di produzione  presentano,
dal punto di vista analitico ed organolettico, caratteristiche  molto
evidenti e peculiari, descritte all'articolo 6, che ne da una  chiara
individuazione e tipizzazione legata all'ambiente pedo-climatico. 
    In  particolare,  i  vini   IRPNIA   presentano   caratteristiche
chimico-fisiche equilibrate in tutte le tipologie, mentre al sapore e
all'odore si riscontrano aromi armonici e gradevoli  dei  vitigni  di
origine e delle relative tecniche  di  vinificazione  quale  evidenza
dell'interazione vitigno-ambiente- uomo.