(Allegato-art. 5)
                               Art. 5. 
 
                        Metodo di ottenimento 
 
    Il «Cedro di Santa Maria del Cedro» viene allevato a  vaso  basso
ed aperto e i suoi rami vengono appoggiati ad un  telaio  (pergolato)
con il fine aiutare la pianta a sostenere i  notevoli  carichi  della
grossa frutta. Le piante necessitano, inoltre, di essere coperte  con
reti ombreggianti o altri sistemi di copertura che hanno  il  compito
di proteggerle dai  rigori  invernali  e  dai  forti  venti  i  quali
provocherebbero, da un lato, la rottura dei rami,  e  dall'altro,  il
contatto tra un frutto e l'altro, con il conseguente manifestarsi  di
graffi,  screpolature  o   difetti   estetici   sulla   buccia,   che
influirebbero negativamente sulla qualita' del prodotto. Per ottenere
una buccia perfetta, liscia e priva  di  graffi  o  screpolature,  si
frappongono tra un cedro e  l'altro,  ove  si  rende  necessario,  un
pezzetto di stoffa, di carta, di canna o una foglia. 
    La  tecnica  di  coltivazione,   tradizionalmente   attuata   nel
comprensorio, prevede le seguenti fasi: 
      preparazione del materiale vegetale da impiantare: 
        la propagazione delle piante di «Cedro  di  Santa  Maria  del
Cedro», deve avvenire con la metodologia  caratteristica  dell'areale
rivierasco:  per  talea  e  per  innesto.  Al  fine  di  tutelare  il
patrimonio genetico che nei secoli si e' affrancato  sul  territorio,
le talee devono provenire da piante-madri  identificate  che  abbiano
manifestato nella fase vegetativa e produttiva  tutto  il  potenziale
genetico caratteristico del territorio. Per la pratica dell'innesto i
portinnesti sono l'arancio amaro e  il  volkameriano,  utilizzati  da
sempre per la loro forte affinita'  con  le  piante-madri  e  per  il
mantenimento di quelle caratteristiche uniche  che  differenziano  il
«Cedro di Santa Maria del Cedro» da  altri  prodotti  ottenuti  fuori
dalla zona di produzione; 
      preparazione del terreno: 
        il terreno deve essere  sistemato  livellandone  dapprima  la
superficie. Poi si procede allo scasso reale, la cui  profondita'  e'
spinta fino  a  1  m  e  si  prosegue  predisponendo  delle  buchette
destinate ad accogliere  le  piantine,  mescolando  una  porzione  di
terreno con letame ben decomposto,  concimi  organici  o  a  base  di
oligoelementi, azoto, potassio, fosforo e zolfo; 
      realizzazione del pergolato: 
        sugli assi centrali vengono stabiliti degli allineamenti  sui
quali, ad ugual distanza adottata per  i  sesti  delle  piante,  sono
posizionati dei montanti. Questi vengono collegati tra loro  a  mezzo
di traverse di due-tre canne, listelli, tubolari in  ferro  (o  altro
materiale resistente), legati tra  di  loro  e  posti  ad  un'altezza
iniziale di m 1,00 fino a 1,50  m  dal  suolo,  assicurati,  poi,  ai
montanti con robusti legacci di vimini, ginestre, rafia o anche  filo
di ferro. Tutto cio' funge da enorme telaio, sopra il cedreto,  cosi'
che alla fine ogni pianta viene a trovarsi al centro di un quadrato o
di un rettangolo. Si procede con la realizzazione di un'impalcatura a
vaso, preparata con la  potatura  di  allevamento.  I  rami  vengono,
infine, piegati verso l'esterno del tronco  e  legati  con  materiale
vegetale, al di sotto delle traverse  del  pergolato,  cosi'  che  la
pianta assumera' una forma sostenuta, aperta e svasata ad ombrello; 
      concimazione: 
        la   concimazione   si   effettua    durante    il    periodo
primaverile/estivo con concimi organici o a  base  di  oligoelementi,
azoto, potassio, fosforo e zolfo; 
      potatura: 
        la potatura si effettua dopo la messa  a  dimora  e  continua
fino a quando non sia stata raggiunta la forma desiderata. Nel  corso
degli  interventi  si  provvede  a  cimare  gradualmente,  fino  alla
eliminazione,  i  germogli  in  eccesso,  ovvero  quelli  non   utili
all'ottenimento della  tipica  ramificazione  ad  ombrello.  I  tagli
devono essere decisi e risultare a una distanza tale da non  impedire
lo sviluppo della gemma prossima; 
      irrigazione: 
        la pratica dell'irrigazione entra in esercizio  nel  mese  di
maggio, prolungandosi anche fino al mese di settembre; 
      la raccolta: 
        la raccolta del «Cedro di Santa Maria del Cedro»  avviene  in
modo scalare e va effettuata a mano a partire dal giorno quindici del
mese di ottobre fino al 15 dicembre (raccolta  principale);  tuttavia
vi e' una seconda raccolta che si verifica tra il 15 di febbraio fino
al 30 di aprile (tardiva), dovuta al rinnovarsi della  fioritura.  La
raccolta si effettua in pieno giorno; 
        il distacco dei frutti dalla pianta deve  essere  eseguito  a
mano. I cedri vengono deposti con cura in  cassette  di  plastica  (o
altro materiale conforme alla raccolta). Una volta raccolti,  vengono
avviati ai magazzini, ove vengono sottoposti ad una prima  cernita  e
calibratura; 
      post-raccolta: 
        tutti  i   trattamenti   post-raccolta,   ivi   compresi   il
condizionamento  ed  il  confezionamento,  devono  essere  effettuati
esclusivamente presso strutture  ubicate  nei  territori  dei  comuni
individuati all'art. 3 del presente disciplinare. Per  i  frutti  non
commercializzati immediatamente dopo  la  raccolta,  e'  permessa  la
conservazione in locali a temperatura controllata.