Art. 6. Legame con la zona geografica Le peculiarita' del «Cedro di Santa Maria del Cedro» sono il colore verde intenso lucente, tendente al giallo limone a maturazione, il sapore intenso e acidulo, l'odore molto aromatico e caratteristico, un'albedo consistente (min. 51% della sezione trasversale mediana del frutto) che gli conferisce una maggiore resa nei processi di canditura, una buccia spessa, carnosa, consistente, liscia, a volte lobata e costoluta, senza difformita' sull'epicarpo, la forma ovale ellissoide allungato con apice picciolato. Tali peculiarita' costituiscono un unicum e sono profondamente legate sia ai fattori pedoclimatici tipici della fascia costiera tirrenica della Provincia di Cosenza, che al fattore umano. La zona di produzione e' caratterizzata da un clima mite con temperature non particolarmente rigide, e ridotta ventosita' dai quadranti freddi di Nord-Est; condizioni che hanno storicamente favorito la coltivazione e la selezione del «Cedro di Santa Maria del Cedro» fin dal III secolo. Inoltre, le cedriere insistono su suoli con caratteristiche pedologiche uniche, non riscontrabili in altre aree, costituti da terreni misti di natura alluvionale, poveri di calcare e di scheletro (ghiaia e ghiaina) e buon apporto di sabbia e humus. I terreni, in conseguenza della loro genesi, sono dotati di elementi in forma minerale, nello specifico potassio e azoto, rendendoli particolarmente fertili e adatti alla coltivazione del cedro. Per quanto riguarda le esigenze pedoclimatiche, il ciclo biologico della pianta si svolge solo al di sopra dei 14°C e non tollera temperature superiori ai 35-40°C; e' pertanto molto sensibile ai repentini sbalzi di temperatura e alle fredde correnti atmosferiche invernali che si riscontrano anche alle latitudini dell'Italia Meridionale. Teme gli inverni rigidi e le gelate, a 0°C si rischia di compromettere l'intera produzione e bastano temperature prossime ai -4°C per comportare la morte della pianta. Tali condizioni sono riscontrabili nell'areale della Riviera dei Cedri, dove questa specifica varieta' di cedro trova il suo habitat ideale di crescita e sviluppo. Queste condizioni climatiche sono favorevolmente garantite dalla posizione oro-geografica, unica nel suo genere, del territorio, racchiusa tra il massiccio dell'Orsomarso e la costa tirrenica, quindi soggetta anche all'influenza del mare che svolge un'importante azione mitigatrice e determina due importanti fenomeni: la riduzione generale delle escursioni termiche e l'aumento del grado di umidita' atmosferica. Un quadro cosi' complesso e unico sia per quanto riguarda la genesi e le caratteristiche dei suoli, che per la particolarita' del clima costituisce un mix di fattori irripetibili in altre zone, influenzando e definendo in modo naturale le caratteristiche del prodotto. A questo bisogna aggiungere il fattore umano quale fattore che ha influenzato la specificita' del prodotto; l'isolamento geografico ha condizionato nei secoli la cultura e la tradizione agricola locale che si e' declinata in perfetta autonomia dalle tradizioni e dalle pratiche colturali comunemente diffuse. La mano dell'uomo ha, percio', contribuito alla selezione della cultivar di cedro unica e tipica della zona. Le tecniche agronomiche tipiche della zona di produzione, la continua selezione delle piante, e la riproduzione delle stesse per talea, ha permesso di fissare i caratteri genetici qualitativi e quantitativi che oggi riscontriamo come peculiarita' del «Cedro di Santa Maria del Cedro», come la particolare colorazione, la buccia liscia, carnosa, priva di graffi, screpolature o bollosita' e un notevole quantitativo di albedo (min. 51% della sezione trasversale mediana del frutto) rendendolo particolarmente adatto alla canditura. Esso costituisce la parte preponderante del frutto ed e' costituito prevalentemente da pectina (30-35%). L'espressione di queste caratteristiche e' condizionata da fattori esogeni, specialmente quelli pedo-climatici. La maggiore richiesta di minerali da parte dell'albedo si ha durante le fasi dell'allegagione dell'agrume, ovvero dalla fine dell'antesi e fino alla maturazione dei frutti: e' in questa epoca fenologica che si verifica l'ingrossamento prima dell'ovario con il conseguente aumento di pezzatura del frutto e la formazione sotto l'epicarpo di una intricata rete di cellule parenchimatiche e ampi spazi riempiti tardivamente dalla produzione di pectina. E' proprio l'idoneo apporto di zuccheri dalle foglie e nutrienti dal suolo a garantire la formazione della pectina e quindi la qualita' e consistenza dell'albedo. Molti minerali come zinco (Zn), magnesio (Mg), boro (B), calcio (Ca) e zolfo (S) e molibdeno (Mo) sono coinvolti nel metabolismo della pectina (Verreynne, 2006). In particolare, il potassio e il magnesio sono direttamente coinvolti nei processi di fotosintesi necessari per la produzione fogliare degli zuccheri e loro traslocazione negli agrumi; questi elementi durante l'allegagione promuovono un aumento della pezzatura e dello spessore e consistenza della buccia. Un altro elemento fondamentale per la struttura e consistenza dell'albedo negli agrumi, specialmente di quello del cedro, e' il calcio che, in quantita' limitata (< 30 mg), e' necessario per reticolare le catene di pectina, aumentando cosi' la durezza dell'albedo. Le condizioni podologiche dei terreni in cui insistono gli impianti di Cedro di Santa Maria del Cedro sono in linea con le esigenze nutrizionali di questa varieta' come dimostrato dal lavoro di Loizzo e coll. (2011) e Calabretta e coll. (2010). Secondo questi autori, infatti, il suolo delle cedriere del Cedro di Santa Maria del Cedro, nel periodo di riposo, e' caratterizzato da una prevalenza di macronutrienti come azoto, potassio, fosfati, potassio e magnesio e ridotte quantita' di carbonati di calcio. Queste caratteristiche non sono riscontrabili in altri suoli limitrofi. Gli stessi autori hanno inoltre riportato una forte e significativa correlazione tra lo stato nutrizionale degli alberi di cedro e le caratteristiche carpometriche dei frutti, soprattutto in termini di pezzatura, aumento e durezza dell'albedo. Dal punto di vista storico le prime testimonianze sull'utilizzo del nome «Cedro di Santa Maria del Cedro» risalgono ai tempi antichi e sono custodite nei documenti storici e bibliografici e nella corrispondenza commerciale. L'uso consolidato del nome «Cedro di Santa Maria del Cedro» e' riscontrabile nei documenti commerciali e nel linguaggio comune. Nei menu' dei ristoranti presenti sulla Riviera dei Cedri e in tutti i luoghi dove il Cedro di Santa Maria del Cedro e' apprezzato come ingrediente nelle diverse preparazioni. Il nome «Cedro di Santa Maria del Cedro» e' associato sia dai semplici consumatori che dagli Chef e dai foodblogger, alle sue particolari qualita'. Numerose sono anche le citazioni presenti nelle pubblicazioni, anche a carattere scientifico e amatoriale, che hanno come tema l'economia e la storia della Riviera dei Cedri. I moderni mezzi di comunicazione via web, di ricerca, social network, siti istituzionali e amatoriali e portali del Food utilizzano comunemente il nome «Cedro di Santa Maria del Cedro», cosi' come i siti che si occupano di cucina, i social network, i FoodBlog, all'interno dei loro contenuti.