(Allegato-art. 6)
                               Art. 6. 
 
          Elementi che comprovano il legame con l'ambiente 
 
    6.1 Reputazione del nome «Ciliegia di Lari» 
    La richiesta di riconoscimento della «Ciliegia di Lari»  si  basa
sulla sua storica reputazione costruita sulla qualita' del  prodotto,
una qualita' dovuta a fattori specifici  della  zona  geografica  che
favoriscono  la  coltivazione  del  ciliegio:  fattori  pedologici  e
climatici, agronomici, sociali, culturali ed economici. Tali  fattori
agiscono in connessione tra loro ed hanno determinato  la  notorieta'
del prodotto rispetto al luogo, tanto da identificarlo con il nome di
Lari. 
    La lunga storia produttiva della «Ciliegia di  Lari»  ha  portato
alla costruzione  di  solidi  rapporti  con  i  consumatori,  che  ne
apprezzano la sua particolare qualita' distintiva (naturale dolcezza)
e, in sede di acquisto, ne riconoscono il maggiore prezzo rispetto  a
ciliegie di altra provenienza. 
    L'area  geografica  delimitata   nell'art.   3   ha   da   sempre
rappresentato un territorio di concentrazione della produzione  delle
ciliegie, come dimostrato da studi e  censimenti  storici  e  recenti
(Basso M., Natali S.,1959; Funghi A., 2004; AA.VV., a cura di  Massai
R., 2013). 
    Il  territorio  di  produzione  della  «Ciliegia  di   Lari»   e'
contraddistinto dalla presenza di  terreni  e  condizioni  climatiche
particolarmente idonee per la coltivazione  del  ciliegio,  le  quali
influenzano direttamente la qualita' dei frutti,  riconducibile  alla
naturale dolcezza (gradi brix). 
    La tessitura dei terreni, assieme al regime  termo-pluviometrico,
sono i due parametri che caratterizzano la zona di  produzione  della
Ciliegia di Lari e che sono in grado di influenzare la  qualita'  dei
frutti (dolcezza espressa in gradi brix). 
      Le  caratteristiche  fisiche  (composizione  in  sabbia,  limo,
argilla) dei suoli agrari dell'area, grazie alla riserva di acqua che
solitamente sono in grado d'immagazzinare, danno  ai  coltivatori  la
possibilita' di avere piante  con  un  equilibrato  sviluppo  durante
tutte  e  tre  le  fasi   fenologiche,   fioritura,   allegagione   e
maturazione, cruciali  per  l'ottenimento  di  frutti  con  un'ottima
concentrazione zuccherina (gradi brix). 
      Il regime termo-pluviomentrico  della  zona  di  produzione  si
caratterizza  per  la  presenza  di  molti   fattori   positivi   per
l'ottenimento di ciliegie naturalmente dolci e l'assenza  di  fattori
limitanti: la zona  non  e'  particolarmente  interessata  da  gelate
tardive che possano compromettere la fioritura; le  miti  temperature
primaverili  e  una  contemporanea  moderata  piovosita',  assicurano
un'ottima fioritura e allegagione cosi' come le non frequenti  piogge
durante  la  fase  finale  di  maturazione  del  frutto  limitano  le
problematiche di spaccatura delle ciliegie. 
      La  lunga  esperienza  accumulata   dagli   agricoltori   nella
coltivazione del ciliegio, ha permesso di valorizzare  al  meglio  il
rapporto vocazione territoriale/potenzialita' delle diverse varieta',
connubio fondamentale per l'ottenimento di frutti di qualita'. 
    L'assortimento varietale della «Ciliegia  di  Lari»  e'  ampio  e
deriva dalla  sintesi  equilibrata  operata  dai  produttori  fra  la
capacita' di adattamento all'ambiente ed il gradimento suscitato  nel
consumatore, ovvero la consolidata e riuscita combinazione fra questa
ciliegia, l'ambiente e le risorse umane esistenti. 
    La gamma varietale, con polpa da poco  consistente  fino  ad  una
polpa consistente e croccante, con buccia lucente di colore dal rosso
brillante al rosso scuro, e' inoltre caratterizzata dalla presenza di
diverse varieta' locali (Roselli G., Mariotti P., Il germoplasma  del
ciliegio -  1.  Provincia  di  Pisa,  ARSIA  e  CNR  Istituto   sulla
propagazione delle specie legnose, Firenze, 1999)  che  arricchiscono
l'offerta e la caratterizzano ulteriormente. 
    La «Ciliegia di Lari» nei media. Tra le pubblicazioni dove  viene
citata la Ciliegia di Lari, L'italia del biologico,  2002,  pag.  86,
Guida Touring Club italiano; Elena Tedeschi, Toscana inconsueta. 
    Appunti ed itinerari  per  viaggiare  oltre,  2017,  Ed.  goWare;
frutta e ortaggi in Italia, 2005, Guida Touring Club italiano. 
    Notorieta' nel passato e nel presente. Il breve  cinegiornale  di
rilevanza nazionale, «La settimana INCOM 01925 - Italia, Lari (Pisa):
quarta sagra  delle  ciliegie  (26  maggio  1960),  realizzato  dalla
societa'  cinematografica  INCOM  rilevata  poi  dall'Istituto  Luce,
dimostra come la denominazione «Ciliegia di Lari» e'  sin  da  allora
presente nel linguaggio comune e commerciale. 
    Tutt'oggi  la  produzione  cerasicola  dell'area  delimitata   e'
sinonimo di bonta' e dolcezza e cio' rende riconoscibile il frutto ai
consumatori  anche  nei  punti  vendita  della  Grande  distribuzione
organizzata  dove  il   prodotto   viene   venduto   utilizzando   la
denominazione «Ciliegia di Lari». 
    L'insieme di tutti questi fattori ha fatto si' che i  consumatori
abbiano  identificato  e  tutt'oggi   identifichino   la   produzione
dell'area indicata nel precedente art. 3 come «Ciliegia di Lari». 
    6.2 Riferimenti storici 
    Come riportato da diversi autori, la coltivazione della «Ciliegia
di Lari» affonda antiche radici nel territorio delle colline Pisane e
l'esperienza degli agricoltori del luogo, acquisita di generazione in
generazione, con continua ricerca  e  messa  in  atto  di  specifiche
tecniche  colturali,  ha  determinato  le  condizioni  affinche'   la
coltivazione della «Ciliegia di Lari» si  consolidasse  con  successo
nel tempo, fino a costituire anche un patrimonio storico-tradizionale
e culturale di un territorio che trova in Lari il polo principale  di
conservazione e sviluppo. 
    Storicamente  vari  documenti  scritti  evidenziano  la  secolare
cultura e tradizione della coltivazione della ciliegia nei  territori
delimitati nell'art. 3: sin dal XVIII secolo  nel  mercato  sotto  le
Logge di Lari (uno dei piu' grandi e prestigiosi della  Provincia  di
Pisa fino agli anni '50 del XX secolo)  primeggiava  la  ciliegia  la
quale era fortemente apprezzata dai grossisti e dai  consumatori  sia
per la sua bonta', sia per la precocita', fatti che  contribuirono  a
dare  una  ulteriore  spinta  alla  produzione   anche   perche'   il
collocamento avveniva a prezzi remunerativi (Tremolanti  E.,  Profilo
storico delle  cultivar  di  ciliegio  con  particolare  riguardo  al
territorio larigiano, in Spunti di Natura economica: cenni di  storia
di cerealicoltura, panificazione, viticoltura e cultivar di ciliegio,
CLD Libri, Calcinaia (Pi), 2010). 
    Vista l'importanza economica e culturale che  la  ciliegia  aveva
assunto per l'economica larigiana, grazie  all'iniziativa  di  alcuni
paesani, nel 1957 si  tenne  cosi'  a  Lari  la  prima  «Sagra  della
ciliegia» senza dubbio una delle piu' vecchie, delle piu'  conosciute
e delle piu' frequentate da centinaia e centinaia di visitatori.  Dal
1957, ben 66 «Feste delle ciliegia di  Lari»  si  sono  tenute  senza
soluzione di continuita' sino ad oggi, a testimonianza, insieme  alla
presenza  su  diverse  pubblicazioni,  dell'importanza  economica   e
culturale della «Ciliegia di Lari» per il territorio che storicamente
la produce. 
    L'apprezzamento  nei  trasformati  e'  testimoniato  da   ricette
dolciarie presenti sul web, come riportato nei siti  popcuisine.it  e
gazzettadelgusto.it ed anche da ricette pubblicate in libri di cucina
(Il gelato a modo mio, di Simone Bonini Ed. Giunti 2016).